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LA CORRENTE ELETTRICA

Prima di diventare un indispensabile principio fisico, l’elettricità era oggetto di curiosità e


meraviglia. Nel 1750 lo scienziato Benjamin Franklin sperimentò che il fulmine è un fenomeno
elettrico analogo alla scintilla provocata dalla scarica in aria di due conduttori. Inoltre la scarica
avviene più facilmente se uno dei conduttori presenta una forma appuntita dove le cariche si
accumulano generando forze più intense. Nel 1780 luigi Galvani incominciò i primi esperimenti
elettro-fisiologici sulle rane per studiare il moto muscolare: scoprì che quando si toccavano con un
oggetto metallico i nervi di una rana senza vita, la macchina elettrostatica produceva la scintilla e i
muscoli si contraevano. Alessandro Volta dimostrò che a generare il moto del fluido nei muscoli era
il contatto tra materiali aventi proprietà elettriche diverse. Infatti la differenza di potenziale tra il
tessuto muscolare e il mantello provocava una corrente elettrica . con questo processo inventò un
ciclo continuo di corrente, ovvero la pila.

CORRENTE ELETTRICA: un moto ordinato di cariche elettriche.

Si indica il valore della corrente elettrica con la grandezza Intensità di corrente elettrica e si
indica con la lettera i: i = ΔQ/ Δt  si chiama intensità di corrente elettrica il rapporto tra la
quantità di carica che attraversa una sezione trasversale di un conduttore e l’intervallo di tempo
impiegato. Nel sistema internazionale l’intensità di corrente elettrica è una grandezza fondamentale
e la sua unità di misura è l’ampere (A). e si misura con l’amperometro.

Il verso della corrente

Per creare corrente elettrica ci vuole una differenza di potenziale, se esiste questa differenza tra le
estremità di un conduttore, le cariche positive seguono la “discesa di potenziale” ovvero si
muovono nel verso del campo elettrico e al contrario quelle negative risalgono, ovvero si muovono
nel verso opposto del campo elettrico.

Verso della corrente  quello in cui si muovono le cariche positive. Di conseguenza il verso
convenzionale della corrente elettrica è quello che fa passare da punti a potenziale più alto verso
punti a potenziale più basso.

La corrente continua  si dice continua quando la sua intensità non cambia nel tempo

Attraverso una lampadina a un pila stilo passa una corrente continua. Spesso sugli alimentatori con
indicazioni in inglese questo tipo di corrente viene indicata con il simbolo DC (direct current).

Nel caso di questa corrente la carica che attraversa una sezione del filo e il tempo trascorso sono
direttamente proporzionali, ovvero dopo un doppio,triplo ecc anche la carica trasportata dalla
corrente raddoppia, triplica ecc.

I generatori di tensione e i circuiti elettrici

per esempio collegando due recipienti con un livello differente di acqua vedremo che si genererà
una corrente, però man mano che il liquido fluisce questa corrente andrà ad annullare il dislivello.
Infatti il dislivello genera una corrente in un liquido. In modo analogo la differenza di potenziale
genera una corrente elettrica e man mano che la corrente fluisce tende ad annullare la differenza di
potenziale. Per mantenere la corrente bisogna mantenere il dislivello con una pila o con un altro
generatore di tensione. Generatore ideale di tensione continua è un dispositivo capace di
mantenere una differenza di potenziale constante.

Circuito elettrico è un insieme di conduttori connessi tra loro e collegati a un generatore. se la


catena di conduttori non è interrotta il circuito si dice CHIUSO e in esso passa una corrente
elettrica. Altrimenti si dice APERTO e in esso non esiste corrente.

Collegamento in serie  più conduttori sono collegati in serie se sono posti in successione tra di
loro e in essi passa la stessa corrente elettrica. Es. le lampadine dell’albero di natale.

Collegamento in parallelo  più conduttori sono collegati in parallelo quando hanno i primi
terminali connessi tra loro e anche i secondi connessi tra loro. Essi sono sottoposti alla stessa
differenza di potenziale. Es. impianto elettrico della casa tutti gli utilizzatori.

La prima legge di OHM

Per vedere e capire quando varia l’intensità di corrente in un conduttore quando varia la differenza
di potenziale tra le sue estremità bisogna fare un esperimento: il conduttore deve essere a
temperatura costante e devono restare stabili tutte le grandezze che ne modificano il comportamento
elettrico. Per prima cosa misuriamo la corrente elettrica con un amperometro che deve essere
collegato in serie in modo che sia attraversato dalla stessa corrente. Poi misuriamo la differenza di
potenziale con un voltmetro che deve essere collegato in parallelo al conduttore tale che abbia tra i
suoi capi la stessa differenza di potenziale. riportiamo i dati in un grafico corrente-tensione e
otteniamo la CURVA CARATTERISTICA DEL CONDUTTORE. Queste curve possono avere
molte forme: (vedere grafici pagina 599).

Ohm sperimentò che esiste un’ampia classe di conduttori , detti CONDUTTORI OHMICI, che
comprende i metalli e le soluzioni di acidi, basi e Sali, per i quali la curva caratteristica è una retta
passante per l’origine. La prima legge di ohm afferma che  nei conduttori ohmici l’intensità di
corrente è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata ai loro capi :

i = ΔV/R dove delta v è la differenza di potenziale ed R è la resistenza elettrica che si misura in V/A
(volt fratto ampere)e questa unità di misura si chiama ohm Ω 1Ω = 1V/1A.

i resistori

è un componente dei circuiti elettrici che segue la prima legge di ohm.

La seconda legge di ohm e la resistività

La seconda legge di ohm afferma che la resistenza R di un filo conduttore è direttamente


proporzionale alla sua lunghezza l e inversamente proporzionale alla sua area trasversale A:

R = ρ l/A dove con ρ indichiamo la resistività. conoscendo la resistività possiamo dire che un
materiale è un buon conduttore elettrico o un buon isolante. Esistono poi delle sostanze che hanno
caratteristiche intermedie tra conduttori e isolanti e sono dette SEMICONDUTTORI.

Resistori in serie e in parallelo.


Si chiama resistenza equivalente della rete di resistori quella di un singolo resistore che, sottoposto
alla stessa differenza di potenziale ΔV che hanno i terminali della rete, assorbe dal generatore la
stessa corrente elettrica.

La resistenza equivalente di n resistori posti in serie è uguale alla somma delle resistenze dei singoli
resistori. Req = R1+ R2+…

Se si hanno n resistori collegati in parallelo, l’inverso della loro resistenza equivalente Req è uguale
alla somma degli inversi delle resistenze dei singoli resistori 1/Req = 1/R1 + 1/R2 +…

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