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Unità 12

La corrente elettrica continua

Copyright © 2009 Zanichelli editore


1. L'intensità della corrente elettrica
 Si chiama corrente elettrica un moto ordinato di
cariche elettriche.

 In un filo metallico (come il filamento di una


lampadina) le cariche in moto sono gli elettroni,
negativi, ma in altri casi
 ci possono essere anche
 portatori di carica positivi.

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L'intensità della corrente elettrica

 Un moto di cariche è simile al moto di un liquido.

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L'intensità di corrente
L'intensità di corrente elettrica è il rapporto tra
la carica che attraversa una sezione S di un
conduttore nell'intervallo di tempo t, e l'intervallo
di tempo stesso.

Q è la somma delle
cariche positive e di
quelle negative che
attraversano S.
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L'intensità di corrente
 Per esempio: se in t = 0,10 s passa una carica
Q = 0,050 C, l'intensità di corrente i è:

 L'unità di misura nel S.I. è l'ampere (A):


 una corrente di 1 A trasporta 1 C al secondo.

Strumenti di
misura:
amperometro
analogico e digitale

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Il verso della corrente
Per convenzione, il verso della corrente elettrica
è quello in cui si muovono le cariche positive:
la corrente si muove da punti a potenziale
maggiore verso punti a potenziale minore;
il moto degli elettroni in un metallo avviene nel
verso opposto a quello fissato per la corrente
convenzionale.

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La corrente continua
 Una corrente si dice continua quando la sua intensità
è costante nel tempo.
 Su alimentatori a corrente continua o altri dispositivi
(es. pila stilo) compare l'indicazione “DC” (direct
current).
 Dalla definizione di i si ha:

 In corrente continua, la carica Q


 e il tempo t sono direttamente proporzionali.

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2. I generatori di tensione e i circuiti elettrici

 Un dislivello in un fluido determina una corrente


di liquido che continua finché la differenza di
livello non si annulla.

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I generatori di tensione e i circuiti elettrici

 Un dislivello di liquido provoca una corrente;


 in modo simile, la differenza di potenziale V
causa una corrente elettrica: essa fluisce finché
V = 0;
 la pompa idraulica ristabilisce il dislivello
portando il liquido dal livello più basso a quello
più alto;
 analogamente, un generatore di tensione
mantiene ai suoi capi un V costante nel tempo.

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I generatori di tensione e i circuiti elettrici

 Si chiama generatore ideale di tensione


continua un dispositivo che mantiene ai suoi
capi un V costante, per un tempo
indeterminato, indipendentemente dalla corrente
che fluisce.
Il suo funzionamento è
analogo a quello della pompa
idraulica: preleva le cariche
positive (convenzionali) dai
punti a potenziale più basso
(-) per riportarle ai punti a
potenziale maggiore (+).

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I circuiti elettrici
Un circuito elettrico è un insieme di conduttori

connessi in modo continuo e collegati a un


generatore.

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I circuiti elettrici

Ciascun elemento di un circuito è rappresentato
da un simbolo.


Se il circuito è chiuso (senza interruzioni) c'è
passaggio di corrente; se è aperto non vi fluisce
corrente.
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Collegamento in serie
Più conduttori sono connessi in serie se sono

posti in successione tra loro. In essi fluisce la


stessa corrente elettrica.

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Collegamento in parallelo
 Più conduttori sono connessi in parallelo se
hanno sia le prime che le seconde estremità
connesse tra loro. Ai loro capi c'è la stessa
differenza di potenziale.

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Collegamento in serie e parallelo
 Le lampadine dell'albero di Natale sono
connesse in serie: se una si rompe, il circuito si
apre, non passa più corrente e tutte si spengono;
gli elettrodomestici dell'impianto di casa sono
connessi in parallelo: sono tutti indipendenti.

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3. La prima legge di Ohm
Vediamo sperimentalmente come varia l'intensità

di corrente in un conduttore, quando varia V ai


suoi capi.

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La prima legge di Ohm
Otteniamo la curva caratteristica
 del
conduttore riportando i dati in un grafico V-i.
 I conduttori hanno comportamenti molto vari:

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La prima legge di Ohm
G.S. Ohm scoprì che per molti conduttori, tra cui i
metalli e le soluzioni di acidi, basi e sali, la curva
caratteristica è una retta che passa per l'origine:
tali conduttori sono detti ohmici.

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La prima legge di Ohm
 La retta passante per l'origine rappresenta la
 Prima legge di Ohm: nei conduttori ohmici
l'intensità di corrente è direttamente
proporzionale alla differenza di potenziale
applicata ai loro capi.

 La resistenza elettrica R si misura in ohm ():

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I resistori

 Un conduttore ha la resistenza di 1 ohm quando


viene attraversato dalla corrente di 1 A, se
sottoposto alla differenza di potenziale di 1 V.
 I componenti elettrici che seguono la prima
legge di Ohm sono chiamati resistori;
 negli schemi elettrici, un resistore viene
rappresentato dal simbolo in figura:

 spesso i resistori sono detti impropriamente


resistenze.
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4. I resistori in serie e in parallelo
 La resistenza equivalente Req di una rete di
resistori è quella di un singolo resistore che,
sottoposto alla stessa V, assorbe dal
generatore la stessa i.

 Se chiamiamo ieq la corrente assorbita, si ha:

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Resistori in serie

L'intensità della corrente in entrambi i conduttori


è uguale:

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Resistori in serie
 Invece il V totale è la somma delle singole
differenze di potenziale ai capi di R1 e R2:

 Poiché è e , si ha:

 , dunque

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Resistori in serie
 Nel caso di due resistori in serie, è:
Req= R1 + R2.
 Generalizzando al caso di n resistori in serie, si
ottiene che
 la resistenza equivalente di più resistori posti in
serie è uguale alla somma delle resistenze dei
singoli resistori:

 Ogni resistore aggiunto aumenta la resistenza


totale, perché è un ulteriore ostacolo al
passaggio della corrente elettrica.
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Resistori in parallelo

 La corrente erogata dal generatore è uguale alla


somma delle correnti nei due resistori:

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Resistori in parallelo
 Possiamo dimostrare che:
 l'inverso della resistenza equivalente di più
resistori posti in parallelo è uguale alla somma
degli inversi delle resistenze dei singoli
resistori:

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Resistori in parallelo
 Per due resistori si ha: e

 poiché otteniamo

 Ogni resistore aggiunto diminuisce la


resistenza totale, perché offre una possibilità in
più al passaggio della corrente elettrica.

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5. Le leggi di Kirchhoff
 Valgono per tutti i circuiti ohmici e servono per
risolvere i circuiti, ossia per stabilire i valori di i e
V relativi a ciascun resistore. Definiamo:
 nodo: punto in cui convergono più conduttori;
 maglia: tratto chiuso di circuito;
 una maglia è fatta di più rami
 che connettono vari nodi.

nodo
maglia

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La legge dei nodi
 Prima legge di Kirchhoff o legge dei nodi:
 la somma delle intensità di corrente entranti in
un nodo è uguale alla somma di quelle uscenti.
 Considerando positive le correnti entranti e
negative quelle uscenti, si ha:

 dove la sommatoria è su tutte le correnti del


nodo.
 La legge segue dal principio di conservazione
della carica elettrica.
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La legge delle maglie
 Seconda legge di Kirchhoff o legge delle
maglie:
 la somma algebrica delle differenze di potenziale
che si incontrano percorrendo una maglia è
uguale a zero.

 Infatti, camminando su un percorso chiuso, si


ritorna allo stesso potenziale di partenza.

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6. La trasformazione dell'energia elettrica

 Alcuni elettrodomestici contengono un resistore


che si scalda quando è attraversato da corrente.

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La trasformazione dell'energia elettrica
Effetto Joule: l'energia potenziale elettrica si
trasforma in energia cinetica delle molecole del
conduttore. La temperatura aumenta, l'energia
elettrica diventa calore.
Potenza dissipata dal resistore, P: è la rapidità
con cui l'energia elettrica è trasformata in energia
interna del resistore. Vale la legge:

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Dimostrazione della formula per la potenza dissipata

 Per un resistore di estremi A,B e resistenza R la


prima legge di Ohm dice che:
 La corrente i che attraversa il resistore, in un
tempo t porta la carica:
 Il lavoro fatto dal campo elettrico per spostare q
è:

 Quindi la potenza è data da:

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Dimostrazione della formula per la potenza dissipata

 La legge precedente: P = i (V(A) – V(B)) vale


anche per i conduttori non ohmici;
 per i conduttori ohmici, può essere riscritta
come:

 che è la formula da dimostrare.


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La conservazione dell'energia nell'effetto Joule

 J.P. Joule fece un importante esperimento:


 fece passare una corrente i in un resistore
immerso in acqua per un tempo t;
 misurò l'aumento di temperatura T dell'acqua.

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La conservazione dell'energia nell'effetto Joule

 Joule verificò sperimentalmente che


 l'energia elettrica dissipata nel resistore:

 è uguale all'energia assorbita dall'acqua:

 Anche per i fenomeni elettrici vale il principio di


conservazione dell'energia totale.

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Il kilowattora

Ricordiamo che l'unità di misura della potenza


nel S.I. è il watt (W): 1 W = 1 J / 1 s, quindi
1 J = 1 W x 1s;
i consumi di energia elettrica generalmente non
sono espressi in joule, ma in kilowattora (kWh):
un kilowattora è l'energia assorbita in un'ora da

un dispositivo che assorbe una potenza di 1000


W:

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7. La forza elettromotrice
 All'interno di un generatore vi sono forze che
lavorano contro il campo elettrico, per riportare le
cariche positive verso il polo “+” e gli elettroni
verso il polo “–”.
La forza elettromotrice fem di un generatore è il
rapporto tra il lavoro W compiuto per spostare
una carica q al suo interno e la carica stessa:

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La forza elettromotrice
 Esempio: una pila da 9 V compie un lavoro di
9 J per spostare al suo interno 1 C di carica
positiva dal polo – al polo +.
 La forza elettromotrice di un generatore ideale
di tensione è la differenza di potenziale che esso
mantiene ai suoi estremi;
 per un generatore reale la forza elettromotrice è
uguale alla massima tensione che si può avere
tra i suoi poli.

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La forza elettromotrice

 Quando circola corrente in un generatore reale,


parte dell'energia fornita serve a vincere la
resistenza al moto delle cariche nel suo interno.
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Il generatore reale di tensione
 Per descrivere questo calo di tensione
associamo ad ogni generatore reale una
resistenza interna r:
 r misura l'impedimento al moto delle cariche
all'interno del generatore;
ogni generatore reale può essere modellizzato
come un generatore ideale collegato in serie ad
una opportuna resistenza interna r.

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Il generatore reale di tensione
 V è la differenza di potenziale ai capi del
generatore reale, fem è quella ai capi del
generatore ideale.
 Per la prima legge di Ohm:
 Per la seconda legge di
 Kirchhoff:

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Il generatore reale di tensione

si ottiene quindi (mettendo a fattore comune i
tra gli ultimi due termini dell'equazione):


Sostituendo quest'espressione nella legge di
Ohm si ha infine:


Nel caso reale r 0, è dunque V < fem; si ha
V = fem solo se r = 0 o se R (circuito
aperto).

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