1. Generalit.
collasso dellisolamento in un punto, causato dalla riduzione della tensione di tenuta (in
seguito, ad esempio, allavvicinamento dei conduttori), o da fulmini che colpiscono
limpianto provocando onde di sovratensione che si propagano sulle linee;
deterioramento dellisolamento per naturale invecchiamento o accelerato dalla presenza di
fumi industriali, nebbia, ecc;
deterioramento dellisolamento accelerato da sovratensioni interne.
La gravit di un guasto dipende dal suo tipo e dalla sua dislocazione, e gli effetti da esso provocati
si possono distinguere in:
effetti meccanici, che dipendono dal valore istantaneo delle correnti susseguenti al guasto.
Essi provocano sollecitazioni anormali sugli ancoraggi delle sbarre, dei conduttori, degli
avvolgimenti delle macchine;
effetti termici, provocati dallaumento rapido di energia termica che non pu essere
dissipata per irraggiamento o per conduzione;
deterioramento dei dielettrici a causa della alte temperature raggiunte dai conduttori
attraversati dalle correnti di c.to/c.to.
Lo studio delle correnti di c.to/c.to, perci, uno dei problemi classici per limpiantista elettrico; la
conoscenza dei valori di tali correnti fondamentale per un corretto dimensionamento delle linee,
dei trasformatori, ma soprattutto dei dispositivi di protezione e di intervento: rel ed interruttori.
Infatti, mediante la conoscenza delle correnti di c.to/c.to, si possono raggiungere i seguenti scopi:
scelta dei poteri di interruzione degli interruttori di protezione;
dimensionamento dei componenti in modo che possano resistere alle sollecitazioni termiche,
elettrodinamiche, ecc.;
dimensionamento degli impianti di terra in modo che non vengano superate le tensioni di
passo e di contatto ammesse dalle norme infortunistiche;
verifica della taratura dei rel di protezione, in modo da ottenere lintervento con sicurezza,
rapidit e selettivit in tutte le condizioni di esercizio.
1
Spesso, il c.to/c.to trifase si produce in conseguenza dellevoluzione di un guasto monofase o
bifase, quando per cause varie (estensione dellarco, distruzione dellisolante ecc.), vengono
coinvolte le fasi rimaste sane.
I guasti suddetti si dividono in guasti simmetrici (di cui fa parte solo il c.to/c.to trifase
simmetrico) e guasti dissimmetrici (di cui fanno parte i restanti).
La differenza tra guasto simmetrico e guasto dissimmetrico, sta nel fatto che, ipotizzando la rete
costruttivamente simmetrica, nel caso di guasto dissimmetrico la rete viene dissimmetrizzata nel
punto di guasto dal disservizio, mentre nel caso di guasto simmetrico la rete non viene
dissimmetrizzata.
Ipotesi semplificative.
Per rendere pi semplice e veloce il calcolo delle correnti di corto circuito, si possono fare delle
ipotesi semplificative, che ci mettono dal lato della sicurezza:
a) nelle linee ad alta tensione si possono trascurare le resistenze, in quanto per tali linee, il
X
rapporto R molto maggiore di 2, per cui non si commette un errore confondendo R
con X;
b) si trascurano i parametri trasversali in sequenza diretta delle linee e dei trasformatori, in
quanto tali parametri hanno un valore molto maggiore rispetto a quello dei parametri
longitudinali;
c) si trascurano i carichi alimentati dai nodi della rete perch le correnti assorbite dagli stessi,
sono piccole rispetto a quelle di guasto e perch esse sono in fase con le tensioni e sfasate
di 90 rispetto alla corrente di c.to/c.to; perci le f.e.m interne dei generatori che insistono
sulla rete si considerano uguali in modulo e fase, una volta che siano espresse in valori
relativi. Inoltre da tener presente che, un c.to/c.to sul sistema di alimentazione di un
motore asincrono fa si che esso passi a funzionare da generatore e alimenti il guasto per un
tempo limitato corrispondente allintervallo di tempo necessario allesaurimento
dellenergia che risulta immagazzinata nei circuiti magnetici del motore al momento del
guasto.
d) si suppone che i generatori forniscano un sistema di f.e.m. di sequenza diretta;
e) si suppone la rete costruttivamente simmetrica nelle tre fasi.
Nel caso di disservizio simmetrico (il sistema simmetrico ed equilibrato) il calcolo delle correnti
di guasto si effettua su base monofilare ed applicando il teorema di Thevenin: si determina
limpedenza della rete vista dal punto di guasto Zeq e la tensione a Vo esistente nel medesimo punto
prima che esso venga posto a terra dal c.to/c.to che corrisponde alla tensione a vuoto del teorema
di Thevenin . Il valore della corrente di c.to/c.to sar, quindi:
Vo
Icc = Z eq
Gli elementi che costituiscono la rete vengono cos rappresentati:
generatori: a seconda del valore di corrente di guasto che si vuole determinare, essi
vengono rappresentati mediante una reattanza che pu essere: la reattanza sincrona secondo
2
lasse diretto se si vuole la corrente permanente di c.to/c.to, la reattanza transitoria se
bisogna eseguire dei calcoli sulla stabilit della rete o si vogliono determinare i poteri
dinterruzione degli interruttori, o la reattanza subtransitoria se si vuole determinare il valore
maggiore della corrente di c.to/c.to al fine di determinare gli sforzi elettrodinamici.
trasformatori: vengono rappresentati mediante limpedenza longitudinale che coincide con
limpedenza di c.to/c.to Zcc;
linee: vengono rappresentate mediante limpedenza serie.
Nel caso di guasto dissimmetrico, la rete non pu pi essere studiata su base monofilare in
coordinate di fase in quanto viene dissimmetrizzata dal guasto. Per rendere possibile tale studio si fa
ricorso al metodo delle coordinate simmetriche.
Con tale metodo ancora possibile effettuare il calcolo delle correnti di c.to/c.to riferendosi ad una
base monofilare, ottenendo come risultato i valori delle componenti simmetriche delle correnti e
delle tensioni relative alla fase a (considerata come riferimento). Dalla conoscenza di tali risultati, si
potr risalire ai valori delle correnti e delle tensioni di fase, mediante le relazioni tra componenti
simmetriche e componenti di fase.
Per ottenere le tensioni e le correnti in coordinate simmetriche, bisogna considerare la rete di
partenza, alla sequenza diretta, alla sequenza inversa ed alla sequenza omopolare. Per ottenere tali
reti, bisogna ricavare i valori degli elementi costituenti la rete alle varie sequenze, e ridurre la rete
fino ad ottenere il valore dellimpedenza alla sequenza diretta, alla sequenza inversa ed alla
sequenza omopolare viste dal punto di guasto. Avendo supposto la rete di partenza costruttivamente
simmetrica, si suppone che il valore delle tre impedenze di linea sia uguale ( quindi rappresentabile
come una grandezza omopolare). Perci quando si ridurranno le reti, si otterr un impedenza di
sequenza omopolare alla sequenza diretta (
Z od ), unimpedenza di sequenza omopolare alla
sequenza inversa ( oi
Z Z
) ed unimpedenza di sequenza omopolare alla sequenza omopolare ( oo
). Siccome per le ipotesi fatte, si supposto che i generatori forniscono un sistema di f.e.m. di
sequenza diretta, le reti alla sequenza inversa ed alla sequenza omopolare saranno passive. In
definitiva, si otterranno le reti di seguito riportate:
Ed Vd Vi Vo
Nd Ni T
3
dove Nd ed Ni rappresentano il neutro (alla sequenza diretta ed alla sequenza inversa), mentre T
rappresenta la terra.
Per ogni rete trifase, una volta ricavati i relativi tre circuiti equivalenti alle sequenze diretta, inversa
ed omopolare questi ultimi devono essere collegati, a seconda del tipo di guasto, come riportato di
seguito:
Nd Ni T
per un c.to/c.to bifase isolato da terra, i circuiti alla sequenza diretta ed alla sequenza inversa
sono collegati in opposizione, mentre il circuito alla sequenza omopolare risulta aperto:
Nd Ni T
per un c.to/c.to bifase con terra, i tre circuiti sono collegati in parallelo:
Nd Ni T
4
per un c.to/c.to trifase, il circuito alla sequenza diretta in c.to/c.to, mentre quelli alla
sequenza inversa e omopolare sono aperti:
Nd Ni T
In alcuni casi pu essere necessario tener conto anche limpedenza di guasto. Nellipotesi che
limpedenza di guasto assuma un valore Z, i circuiti cos si modificano:
Nd Ni T
3Z
5
per un c.to/c.to bifase isolato da terra (quando limpedenza di guasto vale Z/2) :
Z
Ixd Ixi Ixo
Fd Fi Fo
Zod Zoi Zoo
Gd Gi Go
3Z
Ixd Ixi Ixo
Fd Fi Fo
Zod Zoi Zoo
Nd Ni T
Nd Ni T
6
Come si nota, i tre circuiti alla sequenza diretta, inversa ed omopolare, si collegano fra loro allo
stesso modo, indipendentemente dalla presenza o meno dellimpedenza di guasto.
In molti casi limpedenza di guasto Z presenta un carattere prevalentemente resistivo e viene perci
denominata resistenza di guasto ed indicata con il simbolo Rg.
Una volta determinato il collegamento delle reti in base al tipo di guasto, il valore della corrente di
c.to/c.to si determina mediante le seguenti relazioni:
Tipo di Ix Iy Iz
c.to/c.to
Monofas 3 Ed 0 0
e Zod+ Zoi +Zoo
(fase a)
Senza impedenza di guasto
Bifase j3 E j3 E
senza 0
Zod+Zoi Zod+Zoi
terra
(fasi b, c)
Ed 2Ed Ed
Trifase Zod Zod Zod
Con impedenza di guasto
Monofas 3 Ed 0 0
e Zod+Zoi +Zoo+ 3 Z
(fase a)
Bifase j 3 E j 3 E
senza 0
Zod+Zoi +Z Zod+Zoi+Z
terra
(fasi b, c)
Bifase 2
j 3 Ed(3 Z +Zoo Zoi)
con terra 0 j 3 Ed(3 Z +ZooZoi ) ZodZoi+ ZodZoo+ZoiZoo
(fasi b, c)
ZodZoi +ZodZoo+ZoiZoo
Ed 2
Ed Ed
Trifase Zod+Z Zod+ Z Zod+Z
7
Per quanto detto, quindi, la rete dal punto di vista del guasto pu essere vista come tre reti una alla
sequenza diretta, una alla sequenza inversa ed una alla sequenza omopolare. Questo perch, per il
teorema di Fortescue una qualsiasi terna di vettori (comunque dissimmetrica e squilibrata) pu
essere rappresentata con la somma di tre terne di vettori; i tre vettori di ogni terna presentano uguale
ampiezza e risultano sfasati tra loro di 120 oppure 0. Ognuna delle tre terne di vettori rappresenta
un componente simmetrico delloriginale terna. Se consideriamo, ad esempio una generica terna di
tensioni, graficamente si ha:
Indicando con un operatore avente modulo pari ad 1 e sfasamento di 120 in senso antiorario,
si ha che:
2
per la terna alla sequenza diretta, assumendo Vxd come riferimento, Vyd = V xd e
Vzd =
V xd ;
per la terna alla sequenza inversa , assumendo Vxi come riferimento, Vyi = V xi e
2
Vzi = V xi ;
per la terna alla sequenza omopolare, Vxo = Vyo = Vzo.
V x=V x + V x + V xi =V xo + V xd + V xi
o d
V y =V yo + V yd + V yi =V xo+ 2V xd + V xi
V z =V zo + V zd + V zi=V xo +V xd + 2V xi
8
V x 1 1 1 V xo
V y = 1 2 V xd = V xyz = AV odi
V z 1 2 V x
i
Questa scrittura, permette il passaggio dalle componenti simmetriche alle componenti di fase
mediante la matrice A definita matrice di trasformazione.
Con loperazione inversa si possono ottenere le componenti simmetriche dalle componenti di fase,
moltiplicando il vettore delle componenti di fase per linversa della matrice di trasformazione
A -1 :
V o 1 1 1 Vx
1 1 -1
V d = 1 2V y =V odi = A V xyz
3 3
V i 1 2 Vz
Tensioni
V o 1 1 1 V x
1
V d 1 = 2 V y
3
V i 1 2 V z
1
V o= (V x + V y + V z )
3
1 2
V d=
3
( V x + V y + V z )
1 2
V i=
3
( V x + V y + V z)
1
V odi = A V xyz
{ {
Correnti
9
I o 1 1 1 I x
1
I d 1 = 2I y
3
I i 1 2 I z
1
I o= ( I x + Iy + Iz )
3
1 2
I d=
3
( I x + I y + I z )
1 2
Ii = ( I x + I y + Iz )
3
1
I odi = A I xyz
{ {
4. Rappresentazione dei componenti della rete alla sequenza diretta, alla sequenza
inversa ed alla sequenza omopolare.
Generatori
Nello studio dei sistemi elettrici mediante i componenti simmetrici i generatori vengono
rappresentati con unimpedenza longitudinale Z. Poich la componente resistiva dei generatori
trascurabile, limpedenza Z coincide in pratica con la reattanza X, ed quindi tale parametro che
viene preso normalmente in considerazione.
Allinizio del corto circuito la reattanza di un generatore pu assumere tre differenti valori:
Xd, reattanza subtransitoria;
Xd, reattanza transitoria;
Xd (o Xs), reattanza sincrona.
Per il calcolo della corrente di corto circuito, di solito, si utilizza la reattanza subtransitoria X d in
quanto d luogo ai valori pi elevati di corrente di guasto permettendo di determinare gli sforzi
elettrodinamici e di conseguenza poter dimensionare componenti della rete.
La reattanza transitoria Xd si usa generalmente per i calcoli di stabilit della rete e per il calcolo dei
poteri di interruzione degli interruttori, mentre la reattanza sincrona X d si utilizza quando si vuole
determinare la corrente di corto circuito permanente.
La reattanza alla sequenza diretta di un generatore pu essere considerato uguale alla reattanza
subtransitoria, transitoria o sincrona a seconda di ci che si desidera studiare.
La reattanza alla sequenza inversa di una macchina sincrona molto variabile; essa fluttua tra il
valore della reattanza subtransitoria lungo l asse diretto Xd e quello lungo lasse in quadratura Xq
A seconda del tipo di guasto si ha che:
per un guasto monofase a terra, la reattanza alla sequenza inversa pari alla media
aritmetica tra Xd e Xq e cio:
X ''d' + X ''q
Xi = 2
10
per un guasto bifase isolato da terra, la reattanza alla sequenza inversa pari alla
media geometrica tra Xd e Xq e cio:
Xi = X dX q
'' ''
per un guasto bifase con terra, la reattanza alla sequenza inversa pari alla media
armonica tra Xd e Xq e cio:
Si osserva tuttavia che Xd e Xq non differiscono molto fra di loro nei primi istanti del c.to/c.to;
perci per la reattanza alla sequenza inversa si assume di solito un valore pari alla reattanza
subtransitoria Xd.
Anche la reattanza omopolare molto variabile, in quanto dipende da diversi fattori; essa la pi
piccola delle reattanze della macchina sincrona. Il suo valore pu essere considerato pari a 0.1 0.7
volte quello della reattanza alla sequenza diretta subtransitoria.
Trasformatori
Za Zb
A B
Zc
A' B'
Nei circuiti alla sequenza diretta ed alla sequenza inversa, limpedenza trasversale Zc molto pi
grande di Za e Zb; per questo si pu trascurare Zc e rappresentare il trasformatore mediante un
circuito equivalente a due soli terminali nel quale presente la sola impedenza longitudinale che
coincide con limpedenza di corto circuito Zcc.
Per il circuito alla sequenza omopolare si assume, per quelle configurazioni per le quali il
trasformatore permette il passaggio della corrente alla sequenza omopolare, che limpedenza sia
pari, anchessa, allimpedenza di corto circuito Zcc.
Se il trasformatore non permette il passaggio della corrente alla sequenza omopolare, limpedenza a
tale sequenza ha valore infinito e quindi il trasformatore viene rappresentato mediante un circuito
aperto.
11
Di conseguenza la possibilit di circolazione della corrente alla sequenza omopolare dipende dal
tipo di collegamento degli avvolgimenti (cio a stella o a triangolo)e, nel caso di collegamento a
stella, se essi sono collegati a terra o no.
Di seguito sono riportati alcuni tipi di collegamento degli avvolgimenti dei trasformatori, alla
frequenza nominale, con il relativo circuito equivalente alla sequenza omopolare:
Circuito equivalente
Primario Secondario
Zcc
Terra
Zcc
Terra
Zcc
Terra
Zcc
Terra
Zcc
12
Terra
Dalle figure riportate si pu notare che nel caso di collegamento stella-stella, la corrente alla
sequenza omopolare non pu circolare se entrambi gli avvolgimenti non sono collegati a terra.
Nel caso di collegamento stella-triangolo, si ha il passaggio della corrente alla sequenza omopolare
solo sul lato a stella soltanto se lavvolgimento a stella collegato a terra. Ci, infatti, permette la
circolazione nellavvolgimento a stella, mentre allinterno del triangolo la circolazione possibile
in quanto le correnti stesse si richiudono nellinterno dellavvolgimento.
Zs
Zp
Zt
Zp + Zs = Zps
Zt + Zs = Zts
Zp + Zt = Zpt
13
Da cui si ricava :
1
Z p = ( Z ps + Z pt - Z ts )
2
1
Z s= ( Z ps + Zts - Zpt )
2
1
Z t = ( Z pt + Zts - Zps )
2
Zp Zs
Terra
Zt
Zp Zs
Terra
Zt
Zp Zs
Terra
Zt
Zp Zs
Terra
Zt
Zp Zs
14
Terra
Anche in questo, per i collegamenti a stella e a triangolo, vale quanto detto per i trasformatori a due
avvolgimenti.
Per altri tipi di collegamenti non presenti in questo eserciziario, si consultino gli schemi presenti sul
Westinghouse reference book.
Linee
Le linee elettriche vengono rappresentate mediante circuiti equivalenti a T oppure a P:, cio
mediante impedenze longitudinali Z ed ammettenze trasversali Y date dalle seguenti relazioni:
Z = l( r + jx )=R+ jX=R+ jL
Y= l( g+ jb )=G+ jB=G+ jC
g b Y
CIRCUITO EQUIVALENTE A T
r x Z
15
CIRCUITO EQUIVALENTE A
in cui:
l la lunghezza della linea in Km;
r e R sono rispettivamente, la resistenza unitaria espressa in / Km e la resistenza totale della
linea espressa in ;
g e G sono la conduttanza unitaria espressa in S/Km e la conduttanza totale della linea
espressa in S;
x e X sono la reattanza unitaria espressa in / Km e la reattanza della linea totale
espressa in ;
b e B sono la suscettanza unitaria espressa in S/Km e la suscettanza totale della linea
espressa in S.
Le reti AT sono esercite con neutro collegato direttamente a terra; ci si ottiene quando il centro
stella, di uno o pi avvolgimenti a stella dei trasformatori e/o generatori metallicamente connessi
alla rete, collegato ad un dispersore di terra di bassa resistenza tramite un conduttore di impedenza
trascurabile. Le impedenze equivalenti dei trasformatori si trovano cos in parallelo con le
impedenze capacitive delle linee. Essendo queste ultime molto maggiori in valore assoluto rispetto
alle impedenze dei trasformatori, limpedenza equivalente al parallelo unimpedenza induttiva di
valore poco elevato, che pu essere spesso trascurata rispetto allimpedenza serie della linea.
Perci per il calcolo delle correnti di corto circuito, le linee AT possono essere rappresentate dalla
sola impedenza serie.
Il valore della reattanza delle linee alla sequenza omopolare maggiore di quella alla sequenza
diretta ed alla sequenza inversa perch a tale sequenza bisogna considerare che la terra fa parte del
circuito. Perci si ha che:
Il valore relativo di una grandezza elettrica definito come il rapporto tra tale grandezza e unaltra
grandezza di valore arbitrario detta valore base o valore di riferimento o grandezza base o di
riferimento.
Il valore base:
1) deve avere le stesse dimensioni, nel sistema di unit di misura prescelto, della grandezza
elettrica considerata;
2) deve essere un numero reale.
Per le considerazioni fatte perci, risulta che una grandezza espressa in valore relativo un numero
puro, cio adimesionale, ed ha in generale, modulo diverso da quello della grandezza elettrica, ma
ha lo stesso argomento.
Ad esempio, consideriamo una rete elettrica monofase priva di trasformatori, con le relative
grandezze scalari e vettoriali presenti in essa: tensioni V , correnti I , potenze attive P, reattive
Q complesse A , impedenze Z , ammettenze Y , ecc.
Consideriamo inoltre un insieme di grandezze scalari, V b, Ib, Ab, Zb, Yb dette grandezze di base, per
le quali sussistono le seguenti relazioni:
16
Vb 1
Z b= Y b=
A b =V bI b ; Ib ; Zb
Per la definizione di valore relativo, si avr che le grandezze della rete espresse in valore relativo (o
per unit, p.u.) risultano essere:
V I= I Z P Q A
V = Z = P= Q= A=
Vb ; Ib ; Zb ; Ab ; Ab ; Ab
in cui con la lettera soprassegnata con un punto si indicato il valore relativo della grandezza
elettrica.
Generalmente si considera una potenza base Ab ed una tensione base Vb. Questo perch le altre
grandezze base risultano univocamente determinate dai valori scelti:
Ab V b V 2b 1 Ab
I b= Z b= = Y b= = 2
Vb ; I b Ab ; Zb V b
Z I b V I b V
Z = = Z = =
Zb V b I V b I
e cio anche le grandezze in valori relativi soddisfano alla legge di Ohm ed a tutte le altre leggi che
governano i circuiti elettrici.
La scelta delle grandezze da assumere come base del tutto arbitraria e cos pure i valori di esse da
assumere come base.
importante notare che, come tutte le grandezze base, anche la potenza apparente A b, e
lammettenza Yb, sono valori reali e pertanto il rapporto delle grandezze reali per le grandezze base
ad esse analoghe modifica (in rapporto di scala) i moduli di quelle grandezze ma non la loro fase
(per i vettori) o il loro argomento (per gli operatori).
Cosi si definir:
Y YV b I V b I
A = VI =V
A= I Y = = = =
Ab V bI b e Yb Ib V I b V
Da ci si deduce che, essendo tutti i valori relativi degli scalari, rappresentati da numeri reali (con
fase od argomento pari a 0), si dice che luso dei valori relativi preserva o non modifica le
relazioni di fase fra le variabili elettriche, cos come tali relazioni si presentano tra le variabili
elettriche reali.
Il sistema in valori relativi obbedisce alle stesse regole che valgono per i valori assoluti (o reali): se
un impedenza pari alla somma di pi impedenze collegate in serie, quindi Z t= Z1+Z2+.+ Zn, se si
dividono ambo i membri di questa espressione per lo stesso valore di impedenza di base Zb si ottiene
che
Z = Z + Z +. ..+ Z
t 1 2 n e cio anche nel sistema in valori relativi pi impedenze collegate in
serie equivalgono ad ununica impedenza somma delle singole impedenze (purch, ciascuna delle
impedenze sia espressa in valori relativi in funzione della stessa impedenza di base). Lo stesso
discorso si pu fare per le ammettenze collegate in parallelo.
17
Una distinzione fondamentale va fatta fra luso dei valori relativi in macchine elettriche e luso che
se ne fa in impianti elettrici, per le analisi di rete.
Nel primo caso, i parametri di una macchina vengono espressi in valori relativi assumendo come
grandezze di riferimento le grandezze nominali della macchina stessa. Per esempio, le reattanze
della macchina sincrona, vengono espresse normalmente assumendo come base la tensione
nominale e la potenza apparente nominale della macchina.
In questo modo, possibile effettuare un confronto fra macchine dello stesso tipo ma di diversa
potenza nominale e di differente tensione nominale. Per classi di potenza e tipo di servizio della
macchina (generatore sincrono, motore sincrono, compensatore sincrono), vediamo infatti che,
mentre i parametri (per esempio le impedenze in ohm/fase) espressi in valori assoluti variano in un
ampio campo, i parametri espressi in valori relativi assumono valori numerici molto vicini luno
allaltro e spesso assumono uno stesso valore, standardizzato, pur essendo diversa la potenza
nominale.
Come conseguenza di ci, oltre al vantaggio derivante dalla possibilit di confronto sui criteri
costruttivi seguiti per macchine di diversa potenza, si ha anche il vantaggio che, in alcune fasi dello
studio degli impianti elettrici, come lanalisi dei carichi, possibile attribuire valori plausibili o
addirittura certi, se standardizzati, ai parametri di gruppi di macchine che ricadono in fasce di
potenza note, senza avere la necessit di effettuare unanalisi puntuale (costosissima, dellintero
sistema).
Nelle analisi delle reti elettriche di potenza, invece, proprio perch si ha la necessit di effettuare
trasfigurazioni di rete (somma di impedenze in serie, somma di ammettenze in derivazione,
trasformazioni triangolo-stella, ecc.), tutte le grandezze (sia le variabili che parametri) devono
essere in valori relativi in una stessa base, unica per tutta la rete. chiaro, quindi, che, se ci si
accinge ad una analisi di rete, avendo a disposizione i parametri dei componenti della rete stessa
espressi in valori relativi sulla base delle grandezze nominali proprie del componente, occorre in
primo luogo trasporre quei valori relativi in funzione della diversa base (V b, Ib, ecc.) che si sceglier
a riferimento per la rete.
Pertanto, se si deve esprimere in p.u. in una certa base una grandezza gi espressa in p.u. in unaltra
base, converr ricavare il valore effettivo della grandezza e quindi trasformare il numero complesso
=Z A b 1
Z
cos ottenuto in p.u. nella nuova base. Ad esempio sia V 2b 1 il numero complesso
rappresentativo della Z sulla base della potenza Ab1 e della tensione Vb1. Il numero complesso
Z 2 rappresentativo della impedenza Z espressa in p.u. della potenza Ab2 e della tensione Vb2 :
2 2
ZA b2 V b1 Ab 2 V b1 A b2
Z 2 = 2
V b2
=Z
A b1 V b 2 ( )
2 = Z 1
V b2 A b1
In modo analogo si perviene alle seguenti formule di trasformazione della tensione, corrente,
ammettenza, potenza complessa:
2
V b 2 Ab 1
V 2 =V 1
V b1
V b2 ; 2 1
V A
I =I b2 b 1
V b1 Ab 2 ; ( )
Y 2 =Y 1
V b 1 Ab 2
;
Ab 1
= P + j Q = P + j Q
N 2 2 2 ( 1 1)
Ab 2
Ritornando perci alla formula precedente che esprimeva in valori relativi limpedenza equivalente
a pi impedenze collegate in serie, quella equazione esprime la condizione che tutte le impedenze,
18
per la validit della regola, siano tutte fornite allo stesso livello di tensione (in una stessa base per
le tensioni) ed in funzione di una identica potenza base.
In sostanza, mentre nel caso delle macchine elettriche non si ha la necessit di sottolineare alcuna
distinzione fra grandezze base e grandezze nominali, poich normalmente si assumono come
base le grandezze nominali, nel caso degli impianti elettrici questa distinzione fondamentale,
quando ci si rivolge alle analisi di rete ( ovvio invece che, se si tratta di proporre considerazioni
limitate al singolo componente, si far riferimento, come nel caso delle macchine elettriche, alle
grandezze nominali dello stesso).
Il sistema di riferimento in valori relativi pu essere applicato anche ai circuiti trifasi. La procedura
pi semplice, per un circuito simmetrico, di usare sia per le grandezze originarie (in valore
assoluto) che per le grandezze base tutti valori equivalenti fase-neutro della stella equivalente, quale
che sia leffettivo collegamento del componente. Pertanto, quando si tratta di circuiti trifasi
simmetrici, (cio costruttivamente simmetrici ed in condizioni di esercizio simmetriche per le terne
di tensioni e di correnti) si assume sempre che il circuito sia collegato a stella e cio che le
impedenze siano attraversate dalle correnti di linea ed assoggettate alle tensioni fase-neutro.
I valori relativi delle tensioni fase-fase sono numericamente eguali ai valori relativi delle tensioni
fase-neutro corrispondenti cos come i valori relativi delle potenze trifasi sono eguali ai valori
relativi delle potenze monofasi corrispondenti, intendendosi che le grandezze base costituiscono un
sistema simmetrico, nel senso che il valore base delle tensioni fase-fase sia eguale al valore base
delle tensioni fase neutro moltiplicato per 3 e che la potenza base trifase sia eguale a quella
monofase moltiplicata per 3.
Lespressione di unimpedenza in valori relativi, assumendo come base la potenza monofase e la
tensione fase-neutro conduce allo stesso valore numerico se si fa riferimento alla tensione
concatenata ed alla potenza trifase:
ZI b V I A 3A b ( Ab )trifase
Z pu = =Z b 2 b =Z b2 =Z =Z
Vb Vb Vb ( 3V )
2
(V 2 )
b b concat
utile notare che, se la tensione base espressa in KV e la potenza base espressa in MVA, il
6 3 2
fattore 10 a numeratore ed il fattore (10 ) a denominatore si semplificano, per cui
limpedenza in valori relativi si ottiene moltiplicando limpedenza in valore assoluto per la potenza
base apparente in MVA e dividendo per la tensione in KV al quadrato.
Un vantaggio importante nellusare il metodo dei valori relativi si ha nei sistemi contenenti
trasformatori.
Se lanalisi fosse condotta con le impedenze espresse in valori assoluti in Ohm, occorrerebbe
trasferire le impedenze da un lato allaltro dei trasformatori, facendo uso del quadrato del rapporto
spire, fino a ricondurre tutte le impedenze allo stesso livello di tensione. Lo stesso occorrerebbe fare
per le correnti, usando linverso del rapporto spire.
Se invece facciamo uso del metodo dei valori relativi, si pu facilmente mostrare che il valore
relativo di un impedenza lo stesso da entrambi i lati di un trasformatore a due avvolgimenti e lo
stesso accade per il valore relativo di una corrente, purch i valori base scelti sui due lati del
trasformatore per la tensione (e per la corrente) siano legati fra loro dal rapporto spire (dallinverso
del rapporto spire), essendo la potenza base la stessa.
In sostanza, contrassegnando col pedice p i valori base per la tensione e per la corrente a
primario, i valori base delle stesse grandezze a secondario (riferendosi ad un trasformatore a due
avvolgimenti), caratterizzati dal pedice s devono essere:
19
N N1
V bS=V bP 2 I bS =I bP
N1 N2
Se ora chiamiamo con Zp, limpedenza equivalente al primario del trasformatore od unaltra
impedenza qualunque che sia localizzata dal lato del primario, essa, espressa in valori relativi della
grandezza base del primario, ha lo stesso valore numerico dellimpedenza stessa, riportata al
secondario ed espressa in valori relativi delle grandezze base del secondario; cio:
N 22 I bS
Z p
I bP
V bP (
= Z p 2
N 1 V bS )
infatti, sostituendo a Ibs e Vbs le loro espressioni in funzione di Ibp e Vbp, si ottiene leguaglianza delle
due espressioni.
N 22
Z p
I bP
V bP (
= Z p 2 I bP
N1
N1
N2
)(
N1
N 2V b )( P
)
Tutto ci, per, vero purch, come gi detto, le tensioni assunte come base a primario ed a
secondario siano fra loro legate dal rapporto spire e le correnti base sui due lati del trasformatore
siano legate fra loro sul rapporto inverso, mantenendo, ovviamente, la stessa potenza base sui due
lati del trasformatore.
Le considerazioni appena sviluppate sono valide per un trasformatore monofase, con i simboli
riferiti ai valori di una fase in un collegamento stella stella equivalente.
Mostreremo ora che il valore relativo di unimpedenza di fase lo stesso sia che si consideri il
collegamento a stella che quello a triangolo.
Consideriamo un avvolgimento a triangolo che abbia un impedenza di Z ohm/fase collegata ad
unalimentazione trifase con tensione base concatenata VbL e con tensione base fase-neutro
V Y =V bL / 3 .
La corrente base in una fase dellavvolgimento collegato a triangolo sia I b , con una corrente base di
linea I L=I b 3 .
Lespressione in valori relativi dellimpedenza Z collegata a triangolo vale:
I
Z pu =Z b
V bL
Z
Z =
Limpedenza dellequivalente a stella del triangolo vale 3 ohm ed il suo valore relativo:
Z pu
STELLA
=
I LZ
V
3
= 3
V bL
I bZ
3
= Z pu
TRIANGOLO
20
necessario calcolare leffettiva distribuzione di corrente allinterno del trasformatore. A questo
punto, poi, occorrer anche tener conto, nel caso di trasformatori triangolo stella, anche dello
sfasamento di 30 fra grandezze di linea e di fase.
Nel caso di trasformatori a tre avvolgimenti, opportuno considerare il fatto che, a differenza del
caso dei trasformatori a due avvolgimenti, dove la potenza la stessa a primario ed a secondario,
mentre gli avvolgimenti primario a secondario possono o possono non avere la stessa potenza,
quella del terziario sar certamente minore.
Se chiamiamo con Np, Ns, Ni le spire per fase rispettivamente del primario, secondario e terziario e
con:
zps: limpedenza misurata dal primario col secondario in corto circuito ed il terziario aperto;
zpt: limpedenza misurata dal primario col terziario in corto circuito ed il secondario aperto;
z 'st : limpedenza misurata dal secondario col terziario in corto circuito ed il primario aperto;
'
e riferiamo allavvolgimento primario limpedenza z st :
2
Np
z st =
( )
Ns
'
z st
Se ora chiamiamo zp, zs, zt le impedenze in ohm dei tre avvolgimenti riportati al livello della
tensione primaria, si pu scrivere:
zp + zs = zps
zt + zs = zts
zp + zt = zpt
da cui si ricava:
1
z p = ( z ps + z pt - z ts )
2
1
z s = ( z ps + z ts - z p t )
2
1
z t = ( z pt + z ts - z ps)
2
Z 'ps' : limpedenza in valori relativi corrispondente a Z ps, basata sulla potenza nominale e la
tensione nominale al primario;
''
Z pt : limpedenza in valori relativi corrispondente a Zpt, basata sulla potenza nominale e la
tensione nominale al primario;
' '' '
Z st : limpedenza in valori relativi corrispondente a Z st , basata sulla potenza nominale e la
tensione nominale al secondario;
allora:
21
Z 'st' : limpedenza in valori relativi tra gli avvolgimenti secondario e terziario, col primario
aperto, basata sulla potenza e la tensione nominale del primario data da:
e, nellipotesi che i rapporti delle tensioni nominali siano uguali ai rapporti spire, si ha che le
impedenze in valori relativi dei tre avvolgimenti, ciascuna basata sulla potenza nominale del
primario e sulla tensione nominale del primario valgono come visto al paragrafo 4.2.2:
1
Z p = ( Z ps+ Z pt - Z ts )
2
1
Z s= ( Z ps + Zts - Zpt )
2
1
Z t = ( Z pt + Zts - Zps )
2
T5
A B
T1 T4
G1
30 km 45 km
220 kV
T2 T3
100 km 25 km
G2
F
T6
22
T1: 200 MVA Xcc% = 14%
T2: 175 MVA Xcc% = 14%
T3 , T4 : 100 MVA Xcc%=13%
T5 , T6 : 80 MVA Xcc%=12%
SVOLGIMENTO
Il problema proposto riguarda lo studio di un guasto monofase a terra. Tale guasto rientra nella
categoria dei guasti dissimmetrici, per cui per la risoluzione di tale problema bisogna applicare il
metodo delle coordinate simmetriche.
Si analizza la rete andando a determinare le impedenze alla sequenza diretta, alla sequenza inversa
ed alla sequenza omopolare dei suoi componenti.
Per la risoluzione del problema si considerano i valori relativi, scegliendo come tensione di
riferimento la tensione esistente nel punto di guasto e come potenza di riferimento la potenza del
generatore G1:
Vb =220 kV
Ab = 200 MVA
Si determinano la reattanze in p.u. dei componenti della rete alla sequenza diretta, alla sequenza
inversa ed alla sequenza omopolare.
GENERATORI
Si fa notare che in questo caso si considera la reattanza subtransitoria per calcolare la reattanza in
p.u. del generatore perch quella che viene assegnata nel problema. La relazione per determinare
la reattanza in p.u. non varia, se vengono assegnate la reattanza sincrona o la reattanza transitoria.
23
Xd' Xq
Xi = 2
6
6 +6 6 20010
=6 =0, 06
G1:
X iG1 = 2 X iG1 = 100 200106 p.u.
6
4+4 4 20010
=4 =0, 04
G2:
X iG2 = 2 X iG2 = 100 200106 p.u.
TRASFORMATORI
Ab
X Tn=V cc
La reattanza in p.u. dei trasformatori si determina attraverso la relazione A Tn in
cui
X Tn la reattanza in p.u. delln-esimo trasformatore;
A b la potenza di riferimento (o di base);
ATn la potenza nominale delln-esimo trasformatore;
Vcc la tensione di c.to/c.to del trasformatore espressa in valore relativo.
24
La reattanza dei trasformatori risulta essere la stessa per le reti alla sequenza diretta, alla
sequenza inversa e tenuto conto del tipo di collegamento, alla sequenza omopolare.
LINEE
25
X oL30=3X dL30 =j0,18 p.u
X oL45=3X dL45 =j0,27 p.u
X oL100 =3X dL100=j0,6 p.u
X oL25 =3X dL25 =j0,15 p.u
Determinato il valore delle reattanze dei componenti si passa allo studio delle reti alla sequenza
diretta, alla sequenza inversa ed alla sequenza omopolare, per determinare il valore delle
reattanze equivalenti per ogni singola rete.
Si costruisce la rete equivalente alla sequenza diretta della rete assegnata. Considerando le
reattanze alla sequenza diretta dei componenti della rete prima determinate, si ottiene:
j0.06 j0.09
j0.3
j0.2 j0.05
A B
F
j0.14 j016 j0.3 j0.26 j0.26
j0.06 j0.04
G1 G2
j0.06 j0.04
Neutro
Unaltra semplificazione da apportare alla rete quella di eliminare i rami a cui fanno capo i
carichi. Questo perch le correnti assorbite dai carichi sono piccole rispetto alle correnti di c.to/c.to
e perch sono in fase con le tensioni e sfasate di 90 rispetto ad Icc. La rete diventa:
26
Semplificando la rete,
j0.06 mediante
j0.09
la
riduzione delle tre serie:
j0.2
XAdT 1 X dG 1 j0.05
B
X 2 X dG 2
j0.14 dTj016
X dL 25 X dL45 X dL30 F
si ottiene:
j0.06 j0.04
X dS 1 = j0,14+ j 0,16= j 0,2 Gp.u.
X dS 2= j0,16+ j0, 14= j 0,2 p.u.
X dS 3= j 0,05+ j 0,09+ j 0,06= j0,2 p Neutro
.u.
X dP 2= = =+ j0,1 p.u.
j 0,2+ j 0,2 j 0,4 j 0,4 Neutro
j0.1
Risolvendo la serie tra le due induttanze, si ottiene la
reattanza equivalente alla sequenza diretta:
F
j0.1
X d = j 0,1+ j 0,1= j0,2 p.u.
G
Neutro
Effettuando i calcoli per determinare la reattanza alla sequenza inversa risulta che essa uguale
alla reattanza equivalente alla sequenza diretta:
27
X i = j 0,2 p.u.
Per la costruzione della rete alla sequenza omopolare di fondamentale importanza il tipo di
connessione che hanno gli avvolgimenti dei trasformatori e dei generatori.
Dal problema non risulta il tipo di connessione dei generatori, in quanto, i trasformatori che
presentano uno o entrambi gli avvolgimenti collegati a triangolo creano delle sconnessioni nella
rete perch non permettono il passaggio della corrente alla sequenza omopolare, o meglio, le
correnti di sequenza omopolare si richiudono nel triangolo stesso.
Per quanto riguarda i trasformatori, si hanno due tipi di collegamento degli avvolgimenti:
triangolo-stella con centro stella atterrato: questo tipo di collegamento crea una
sconnessione tra generatore e trasformatore perch le correnti omopolari si richiudono nel
primario del trasformatore stesso che ha gli avvolgimenti collegati a triangolo. Sul
secondario del trasformatore la circolazione della corrente omopolare consentita perch
esso ha gli avvolgimenti collegati a stella con centro stella atterrato.
stella-stella con centro stella atterrato: il collegamento a stella del primario non consente il
passaggio della corrente omopolare e quindi crea una sconnessione, mentre per il secondario
collegato a stella con centro stella atterrato vale quanto detto in precedenza.
XoL30 XoL45
XoT1 XoT4
XoT2
XoT5
XoT6
XoG1 XoG2 F
28
Terra
Eliminando le parti di linea non collegate, la rete risulta cos semplificata:
A B
j0.16 C
Terra
X oP1 =
1 1 1
= = = j 0, 0597
1 1 1 1 1 1 0,024+0,021+0,0112
+ + + +
X oT1 X oT2 X oT6 0,14 0,16 0,3 j0,00336 p.u.
j0.3
j0.18 j0.27
j 0.0597 C j0.26
A B
j0.6 j0.15
Terra 29
Si trasforma il triangolo formato dalle reattanze
X op11 , X oL30 e X oL45 in stella. Per vedere
meglio il triangolo si ridisegna il circuito:
j0.3 j0.27
C
j0.26
O
j0.18 B
j0.6 j0.15
j 0.0597 A
F
Terra
j0.27
C
G
j0.26
X oS 2= j0, 019+ j0,6= j0, 619 p .u .
j0.033
O
B Terra
j0.619 j0.15
F
30
G
Terra
Risolte le due serie, la rete diventa:
j0.033 j0.26
O'
j0.37
O
B
j0.619 j0.15
Terra
O'
j0.145 j0.018
j0.619 j0.15
G
31
Terra
Si risolvono la serie formata da
X O 6 e X oS 2 e la serie formata
da
X OY 5 e X oL 25 :
j0.012
Terra
Terra
32
Determinate le reattanze alle tre sequenze si pu passare ad analizzare il guasto.
Esaminiamo le caratteristiche e le condizioni imposte da un corto circuito monofase franco a terra
(consideriamo come riferimento la fase a):
a
Le condizioni imposte dal c.to/c.to monofase
Vx =0
b I y = I z =0
{
sono:
c
che in coordinate simmetriche corrispondono a:
Ix Iy Iz V d +V i +V o =0
Ix
I d = I i= I o =
3
{
Il valore di Ix corrisponde, per questo guasto, al valore della corrente di corto circuito. Questultima
3Ed
I x = I cc =
vale: Z od + Z oi + Z oo . Supponendo E pari ad 1p.u. si ha che:
d
3 3 j0, 613
I cc= = = j 4, 89
j 0,2+ j 0,2+ j 0,2 j0, 613 j0, 613 p.u.
Il valore della corrente determinato un numero dimensionale: per ricavare la corrente di c.to/c.to
I
in valore reale (valore assoluto) bisogna moltiplicare cc per la corrente di base Ib, data dalla
Ab
I b=
relazione 3V b . Di conseguenza il valore della corrente di c.to/c.to vale:
200106
I cc = I ccI b= j 4,89 = j2566 , 5
3220103 A = 2,56 90 kA
I x j 4, 89
I d = I i= I o = = = j 1,63
Essendo I x = -j4.89 p.u. si ricava che 3 3 p.u..
Il valore delle correnti di fase Iy ed Iz nullo, infatti:
2
I y= I d + I i + I o =(0,5 j 0,866 )( j 1,63 )+ (0,5+ j0, 866 )( j 1,63 )+ ( j1, 63 )=
=+ j0,8151, 411+ j 0, 815+1,411 j 1,63=0
2
I z = I d + I i + I o =(0,5+ j 0,866 )( j 1,63 )+ (0,5 j 0, 866 ) ( j1, 63 ) + ( j 1,63 )=
=+ j0,815+1, 411+ j 0,8151,411 j 1,63=0
Quindi il valore delle correnti di fase nel punto di guasto in valore relativo :
I x = j 4, 89
I y = I z= 0
{
33
Per determinare il valore delle tensioni nel punto di guasto, x ,
V
y , e V
z V
consideriamo la legge di Ohm generalizzata per componenti simmetriche. Supponendo che i
generatori forniscano soltanto sistemi di f.e.m di sequenza diretta, si pu scrivere:
E d V d = Z dI d
0 V i= Z iI i
0 V o = Z oI o
{ {
Supponendo
Ed = 1 p.u. si pu scrivere:
V y =(0,5 j 0,866 )( 0, 674 ) + (0,5+ j0, 866 )(0, 326 ) + (0, 347 )=
=0,337 j0,583+0,1630,2820,347=0,521 j 0,865 p.u.
V x =0
V y =0,521 j 0, 865 p . u.
V z =0, 521+ j 0, 865 p . u.
{ {
Per determinare i valori delle tensioni alle sbarre A e B durante il guasto, partendo dal punto di
guasto F, si considerano le tensioni alla sequenza diretta alla sequenza inversa ed alla sequenza
34
omopolare e si sommano a queste, le c.d.t. provocate dalla corrente di c.to/c.to sulle reattanze
comprese tra il punto di guasto e la sbarra considerata (A o B).
Sequenza diretta
j0.2
Si ridisegna rete, fino ad individuare le sbarre A e B.
j0.1
j0.2
A
F
F
j0.1
j0.2 j0.2
G
G
Neutro Neutro
Fig.a j0.09
Fig.b
j0.06
j0.2 j0.05
A B
j0.14 j016
F
j0.06 j0.04
Neutro
Fig.c
Applicando le regole del partitore di corrente, si determina la corrente che attraversa le reattanze
X dS 3 e X dL 100 (fig.b):
X dL 100 j 0,2
I XdS 3 = I d = j1, 63 = j 0,815
X dS 3 + X dL100 j 0,2+ j 0,2 p.u
X dL 100 j 0,2
I XdL100 =I d = j1, 63 = j 0,815
. X dS 3 + X dL100 j 0,2+ j 0,2 p.u.
35
V dB =V d + V X dL 25=0, 674+ [ j 0,05( j0, 815 ) ] =0, 674+0, 040=0,714 p.u.
Sequenza inversa
V iA =V i + V X iL100=0, 326+ [ j0,2( j0, 815 ) ] =0, 326+0, 163=0, 163 p.u.
Sequenza omopolare
j0.012
j0.012
O'
j0.145 j0.018
O'
O B
j0.637 j0.295
j0.619 j0.15
.
F F
G G
Terra Terra
j0.27
C
Fig.a Fig.b
j0.1 j0.26
j0.033
O
B
j0.019
j0.6 j0.15
A
F
Terra
Fig. c
36
Dalla rete di figura a si ricavano le correnti che attraversano
X S3 e X S 4 , mediante la regola
del partitore di tensione:
2
V yA = V dA + V iA + V oA =(0. 5 j 0. 866 )0 .837 + (0. 5+ j0 . 866 )(0 . 163 ) + (0. 047 )=
=0,419 j 0,725+0,0815 j 0,1410,047=0,384 j 0, 866 p.u.
V yA = V dA + 2 V iA + V oA =(0,5+ j 0, 866 )0, 837+ (0,5 j 0, 866 )(0 . ,63 )+ (0, 047 ) =
=0, 419+ j0, 725+0, 0815+ j0, 1410,047=0,384 + j 0, 866 p.u.
Vb 220103
V xA =V xA =0, 627 =(79 , 64
3 3 0) kV
Vb 220103 220103
V yA = V yA =(0, 384 j 0, 866 ) =0, 947 =(120 ,32
3 3 3 66,08) kV
37
Vb 220103 220103
V zA =V zA =(0,384 + j 0, 866 ) =0, 947 =(120 , 32
3 3 3 66 ,08 ) kV
Per i valori delle tensioni di fase alla sbarra B si segue lo stesso procedimento:
2
V yB = V dB + V iB + V oB =(0,5 j 0, 866 )0,714+ (0,5+ j 0,866 )(0,286 ) + (0,18 ) =
=0,357 j0,618+0,143 j 0,2480,18=0,394 j 0,866 p.u.
2
V zB= V dB + V iB + V oB=(0,5+ j0, 866 )0,714 + (0,5 j0, 866 )(0, 286 )+ (0, 18 )=
=0,357+ j 0, 618+0, 143+ j 0,2480,18=0,394+ j0,866 p.u.
Vb 220103
V xB=V xB =0,248 =(31, 5
3 3 0) kV
Vb 220103 220103
V yB =V yB =(0,394 j 0,866 ) =0,951 =( 120 ,85
3 3 3 65.5) kV
Vb 220103 22010 3
V zA =V zA =(0,394 + j 0, 866 ) =0, 951 =(120 , 85
3 3 3 65.5) kV
G1 G2 G3
T1 T2 T7 T3 T5 T6
A B
24 km
32 km
32 km
ESERCIZIO N 2
16 km
F
In un sistema elettrico si sviluppa un corto circuito bifase franco a terra nel punto F Il
punto F dista da D 10 Km. D
38
G4
La tensione nominale della rete 132 kV. Determinare le correnti e le tensioni nel punto di guasto,
il valore delle correnti che fluiscono verso il guasto da B e D, i valori delle tensioni di fase alla
sbarra B durante il guasto, e la potenza di guasto trifase in F.
I dati della rete sono i seguenti:
Trasformatori: T1 = T2 = 75 MVA
Z 1 cc= Z 2cc = j 0,160
T3 = T4 = 37,5 MVA
Z 3 cc= Z 4 cc = j0, 267
T5 = T6 = 30 MVA
Z 5 cc= Z 6 cc = j 0, 333
T7 = T8= T9 = 60 MVA
Z 7 cc= Z 8 cc =Z 9cc= j 0,200
Linea:
Z dlinea= Z ilinea = 0,156+j0,412 / Km
Z olinea = 0,344+j1,030 / Km
Essendo il guasto bifase franco a terra un guasto dissimmetrico, per risolvere il problema si utilizza
il metodo delle coordinate simmetriche.
La prima operazione da fare consiste nellesprimere i valori delle impedenze in valori relativi. Per
fare questo si scelgono le grandezze di riferimento:
Tensione di riferimento Vb = 132 kV
Potenza di riferimento Ab = 100 MVA (in questo caso scegliamo come valore della potenza
base un numero tondo in MVA).
39
Per il calcolo delle impedenze in valore relativo, si utilizzano le seguenti relazioni:
per i generatori, essendo le impedenze assegnate dal problema gi espresse in valore relativo
(assumendo come tensioni base, per i diversi tronchi, tensioni che sono fra loro legate dal rapporto
di trasformazione dei trasformatori) bisogna effettuare un cambiamento di base riportando tali
impedenze al valore di potenza base scelto come riferimento. Il cambiamento di base si effettua
Ab
Z 'n = Z n
mediante la relazione: AGn con n il generico generatore. Indicando con Z 'dGn e
'
Z iGn rispettivamente limpedenza alla sequenza diretta e limpedenza alla sequenza inversa
delln-esimo generatore riferita alla potenza base scelta, le impedenze dei generatori valgono:
6
' ' 10010
Z dG 1= Z dG 2= j0, 227 = j0, 302
75106 p.u.
6
' ' 10010
Z iG 1 = ZiG 2 = j0, 160 = j 0, 213
75106 p.u.
' ' 100106
Z dG 3 =Z dG 4 = j0, 400 = j1, 06
37 ,5106 p.u.
6
10010
Z 'iG 3 = Z 'iG 4 = j 0, 307 = j 0, 818
37 , 510 6 p.u.
Per i trasformatori vale lo stesso discorso fatto per i trasformatori: quindi , indicando con
'
Z ccTnl impedenza di c.to/c.to delln-esimo trasformatore, le impedenze riferite alla potenza
base scelta valgono:
6
10010
' ' j 0,160 = j 0, 213
Z ccT 1 = Z ccT 2 = 75106 p.u.
100106
' ' j 0, 267 = j0, 712
Z ccT 3 = Z ccT 4 = 37 ,5106 p.u
6
10010
' ' j 0, 333 = j 1,11
Z ccT 5 = Z ccT 6 = 30106 p.u.
6
10010
j 0, 200 = j 0, 33
Z 'ccT 7 = Z 'ccT 8 = Z 'ccT 9 = 60106 p.u.
Per le linee limpedenza alla sequenza diretta ed alla sequenza inversa sono uguali e si riportano
' ' Ab
Z dlinea = Z ilinea =Z dlinea 2
ai valori base scelti mediante la relazione: V b . Tale valore rappresenta
la impedenza per Km di linea. Per cui per ottenere il valore dellimpedenza di una linea di
lunghezza L, bisogna moltiplicare il valore dellimpedenza per Km per la lunghezza della linea L.
Per quanto detto, il valore delle impedenze di linea per Km risultano essere:
40
' ' 10010 6
Z dlinea= Z ilinea =( 0,156 + j 0, 412 ) =0, 00089+ j0, 0023
32
( 13210 ) p.u.
Per limpedenza alla sequenza omopolare la relazione che permette di determinare limpedenza per
Ab
Z 'olinea = Z olinea 2
Km riferita ai valori base scelti : V b . Quindi tale impedenza vale:
6
' 10010
Z olinea= ( 0,344 + j 1, 030 ) =0, 002+0, 0059
( 132103 ) 2 p.u.
' '
Linea 32Km: Z d 32 km = Z i32 km =( 0, 00089+ j 0, 0023 )32=0,028+ j 0,073
'
Z o 32 km =( 0, 002+0, 0059 )32=0, 064 + j 0,188 p.u.
' '
Linea 10Km (DF): Z d 10 km = Z i10 km =( 0, 00089+ j 0, 0023 )10=0, 0089+ j 0, 023 p.u
'
Z o 10 km =( 0, 002+0, 0059 )10=0, 02+ j 0,059 p.u
' '
Linea 22Km (BD): Z d 22 km = Z i22 km =( 0, 00089+ j 0, 0023 )22=0,0195+ j 0,0506
Z 'o 22 km =( 0, 002+0, 0059 )22=0,044 + j 0, 130 p.u.
' '
Linea 16 Km: Z d 16 km= Z i16 km =( 0, 00089+ j0, 0023 )16=0, 0142+ j 0, 0368 p.u.
'
Z o 16 km =( 0, 002+0, 0059 )16=0, 032+ j 0, 0944 p.u.
A questo punto, si pu studiare la rete alla sequenza diretta, alla sequenza inversa ed alla sequenza
omopolare andando a determinare le impedenze equivalenti della rete alle tre sequenze.
41
Considerando i valori delle impedenze alla sequenza diretta, precedentemente calcolati, si
costruisce la rete alla sequenza diretta.
F
Z'dl16km Z'dl10km Z'dl22km
D
Z'ccdT9
Z'dl32km Z'dl24km
C A B
G4 G1 G2 G3
G
Neutro
Si applica il principio del generatore equivalente (teorema di Thevenin): si suppone di avere nel
punto di guasto un generatore di impedenza interna nulla che vede unimpedenza totale
corrispondente allimpedenza complessiva di rete. Inoltre, si eliminano i rami a vuoto. Con queste
considerazioni la rete risulta cos semplificata:
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
C A B
G
Neutro
42
'
Z dS 1= j0, 302+ j 0, 213= j0, 515 p.u.
Z 'dS 2= j0, 302+ j 0, 213= j0, 515 p.u.
Z 'dS 3= j 0,712+ j1, 06= j1, 772 p.u.
'
Z dS 4 = j 0, 712+ j 1,06= j 1, 772 p.u.
'
Z dL 26=0, 0142+ j 0, 0368+0, 0089+ j 0, 023=0,0231+ j0, 060 p.u.
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
C A B
G
Neutro
' '
Si risolve il parallelo tra Z dS 1 e Z dS 2 :
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
C Z'd 2 B
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
Z'd 3 Z'd 1
G
Neutro
43
Si determinano i valori delle impedenze che costituiscono il triangolo:
' '
' ' ' Z dL 32Z dL 24
Z d 2 = Z dL32+ Z dL 24+ '
=
Z dP 12
( 0,028+ j 0,073 )( 0, 021+ j 0,0552 )
0, 028+ j 0, 073+ j 0, 021+ j 0, 0552+ =
j 0,256
( 0, 000588+ j 0, 00154+ j 0, 001530,00402 ) j 0, 256
0, 049+ j 0, 128+
j 0,256
j 0, 256
= ( )
( j0, 000878+0, 000785 )
0, 049+ j 0, 128+ =0, 049+ j0, 128+0, 0119+ j 0,0134=
0, 0655 0,0609+j0,141 p.u.
' '
' ' ' Z dP12Z dL 32 j0, 256( 0, 028+ j 0,073 )
Z d 3 = Z dP 12+ Z dL32 + '
= j 0, 256+0, 028+ j0, 073+ =
Z dL24 0, 021+ j 0, 0552
j0, 00710,0186 0, 021 j0, 0552
0, 028+ j 0, 329+ (
0, 021+ j0, 0552 0, 021 j0, 0552
= )
j 0, 000149+0,0003910, 00039+ j 0, 00102
0, 028+ j 0, 329+ =
0, 00348
=0,028+ j0, 329+ j0,335= 0,028+j0,664 p.u.
44
Dopo la trasformazione stella-triangolo, la rete diventa:
F
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,0609+J0,141
C B
0,028+J0,664
0,0194+J0,501
j1,772 j1,772
G
Neutro
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,0609+J0,141
C B
Z'dy3 Z'dy1
G
Neutro
45
Come si vede dalla figura precedente, dopo la semplificazione dei due paralleli, si individua un
triangolo. Questultimo deve essere trasformato nelle stella equivalente. Effettuando la
trasformazione triangolo-stella si ottiene:
' '
Z dP13Z d 2 ( 0, 0118+ j 0, 389 )( 0, 0609+ j 0, 141 )
Z 'dY 1 = ' ' '
= =
Z dP13 + Z d 2 + Z dP34 0, 0118+ j 0,389+ 0,0609+ j 0,141+0, 0145+ j 0, 482
0,00071+ j0, 0016+ j0, 0230, 055 0, 054+ j 0,0246 0, 0872 j1, 012
= =
= 0,0872+ j1, 012 0, 0872+ j 1,012 0, 0872 j1, 012
0, 0047+ j0, 055+ j0, 0021+0, 0248
= 1 .031 = 0,019+j0,055 p.u.
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
C B
0,024+j0,068 0,019+j0,055
-0,0051+j0,184
G
Neutro
46
' ' ' '
Si risolve la serie tra le impedenze Z Y 3 e Z dL 26 e la serie tra le impedenze Z Y 1 e Z dL 22 ed
il successivo parallelo che ne deriva.
'
Z dS 5=0,0195+ j 0,0506+0, 019+ j 0,055= 0,0385+j0,105 p.u.
'
Z dS 6 =0,024 + j 0, 057+0, 024+ j 0,068= 0,048+0,125 p.u.
-0,0053+j0,189
G
Neutro
47
CALCOLO DELLIMPEDENZA EQUIVALENTE ALLA SEQUENZA INVERSA
Per il calcolo dellimpedenza alla sequenza inversa, lo schema della rete sar strutturalmente molto
simile al circuito equivalente alla sequenza diretta: da questo differir per la mancanza dei
generatori e per il valore delle impedenze degli stessi. Per determinare limpedenza equivalente alla
sequenza inversa, la rete sar risolta passando attraverso le stesse trasformazioni topologiche gi
effettuate per la risoluzione del circuito equivalente alla sequenza diretta.
Lo schema di partenza della rete, escludendo i rami a vuoto, sar:
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
C A B
G
Neutro
Lo svolgimento dei calcoli per arrivare a determinare limpedenza alla sequenza inversa lo stesso
a quello usato per determinare limpedenza della rete alla sequenza diretta; quindi , si inizia
risolvendo le serie presenti nella rete:
'
Z iS 1 = j 0,213+ j 0,213= j 0, 426 p.u.
Z 'iS 2 = j 0,213+ j 0,213= j 0, 426 p.u.
Z 'iS 3 = j 0, 712+ j 0,818= j 1,53 p.u.
'
Z iS 4 = j0, 712+ j 0, 818= j1, 53 p.u.
'
Z iL26=0,0142+ j0, 0368+0,0089+ j0, 023=0, 0231+ j 0,060 p.u.
48
La rete risulta cosi semplificata.
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
C A B
G
Neutro
' '
Si risolve il parallelo tra Z iS 1 e Z iS 2 :
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
C Z'i 2 B
0,028+j0,073 0,021+j0,0552
Z'i 3 Z'i 1
G
Neutro
49
' ' ' Z 'iP12Z 'iL24 j 0, 213( 0, 021j 0, 0552 )
Z i 1= Z iP12 + ZiL 24+ '
= j 0,213+ 0, 021+ j 0,0552+ =
Z iL32 0, 028+ j 0, 073
=
j 0, 00440,0117 0,028 j 0,073
0, 021+ j 0,268+ (
0, 028+ j 0,073 0,028 j 0,073
= )
j 0, 00012+0,000320, 00032+ j 0,00085
=
0, 021+ j 0,268+ (0, 0061
= )
= =0,021+ j0, 268+ j 0,159= 0,021+j0,427 p.u.
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,063+J0,143
C B
0,028+J0,573
0,021+J0,427
j1,53 j1,53
G
Neutro
50
' ' '
Z i 3 Z iS 4 , e Z iS 3 Z 'i 1 . Riducendo questi paralleli si ottiene:
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
0,0609+J0,141
C B
Z'dy3 Z'dy1
G
Neutro
Come si vede dalla figura precedente, dopo la semplificazione dei due paralleli, si individua un
triangolo. Questultimo deve essere trasformato nelle stella equivalente. Effettuando la
trasformazione triangolo-stella si ottiene:
' '
Z iP13Z i2 ( 0,0126+ j 0,333 )( 0, 063+ j 0,143 )
Z 'iY 1= ' ' '
= =
Z iP13 + Z i2 + Z iP34 0, 0126+ j 0, 333+0, 063+ j 0,143+ 0, 0144+ j 0, 416
0,0008+ j 0,0018+ j 0,020, 047 0, 046+ j0, 021 0,09 j 0,892
= =
= 0, 09+ j0, 892 0,09+ j 0,892 0,09 j 0,892
0, 0041+ j 0, 00189+ j 0, 041+0, 018
= 0,803 = 0,017+j0,053 p.u.
51
0, 012+ j 0, 123+ j 0, 0009+0, 009
= 0,803 = -0,0038+j0,153 p.u.
' '
' Z i 2Z iP34 ( 0, 063+ j 0, 143 )( 0,0144 + j 0, 416 )
Z iY 3 = ' ' '
= =
Z iP13 + Z i2 + Z iP34 0, 0126+ j 0, 333+0, 063+ j 0, 143+0, 0144+ j 0, 416
0, 0009+ j 0, 026+ j 0, 0020, 06 0, 06+ j 0, 028 0, 09 j 0, 892
= = =
0, 09+ j 0, 892 0, 09+ j0, 892 0, 09 j 0, 892
0, 019+ j 0, 056
=
0, 803 = 0,024+j0,069 p.u.
0,0231+j0,060 0,0195+j0,0506
C B
0,024+j0,069 0,017+j0,053
-0,0038+j0,153
G
Neutro
52
0,0012+ j 0,0034
= =
0,061 0,019+j0,057 p.u.
-0,0038+j0,153
G
Neutro
Per determinare lo schema delle rete alla sequenza omopolare bisogna considerare i collegamenti
degli avvolgimenti dei trasformatori I trasformatori di questo problema sono tutti del tipo triangolo-
stella. Il collegamento a triangolo dell avvolgimento primario crea una sconnessione, in quanto
offrono unimpedenza infinita alle correnti omopolari. Di conseguenza le reattanze dei generatori,
che si trovano a monte dei trasformatori, risultano disconnesse dalla rete.
Per quanto riguarda le reattanze dei trasformatori, risulta che nel caso di collegamento diretto del
centro stella a terra, le reattanze omopolari hanno un valore uguale alle reattanze dirette ed inverse.
Con le considerazioni fatte, il circuito equivalente alla sequenza omopolare della rete risulta essere
F
il seguente:
Z'oL16km Z'oL10km Z'oL22km
Z'oL32km Z'oL24km
C A B
Z'occT9
Terra
Si semplifica la rete, eliminando i rami a vuoto a risolvendo i paralleli ai nodi A, B e C:
' '
' Z occ 4Z occ 8 ( j 0, 712 )( j 0, 33 ) 0, 234 j1, 042
Z oPC = ' '
= =
Z occ 4 + Z occ 8 ( j 0, 712 )( j 0, 33 ) j 1, 042 j1, 042
= j0,224 p.u.
1 1 1
Z 'oPA = = = =
1 1 1 1 1 1 j 0,33+ j0, 33+ j0, 213
+ + + +
'
Z occ 1 Z occ 2 Z occ 7 ' '
j 0,213 j 0,213 j 0,33 ( j0, 213j0, 33 )
0, 07 j 0,873
= =
j 0,873 j 0,873 j0,080 p.u.
1 1 1
Z 'oPB = = = =
1 1 1 1 1 1 j1, 11+ j1, 11+ j0, 712
+ + + +
' '
Z occ 3 Z occ 5 Z occ 6
'
j 0, 712 j 1,11 j 1,11 ( j 0,712j1, 11 )
0, 79 j 2,534
= =
j 2,534 j 2,534 j 0,311 p.u.
'
Semplificato le connessioni parallelo, si individua una connessione a stella tra le impedenze Z oPA
' '
, Z oL 24 e Z oL 32 come mostrato nella successiva figura.
C Z'o B
A
j0,33 0,064+j0,188 0,048+j0,141
j0,244 j0,311
Z'o Z'o
j0,080
G
Terra
54
' ' ' Z 'oPAZ'oL24 j 0,080( 0, 048+ j 0,141 )
Z o 1 =Z oPA + Z oL24 + '
= j0, 080+0, 048+ j0, 141+ =
Z oL 32 0, 064+ j 0,188
j 0,00380,011 0, 064 j0, 188
=0,048+ j0, 221+
0,064+ j 0,188 0, 064 j0, 188
= ( )
j 0,000240, 0007+ j 0,002
=0, 048+ j0, 221+ =
0, 039 0,048 + j0,278 p.u.
' '
' ' ' Z oL32Z oL24 ( 0, 064+ j0, 188 )( 0, 048+ j0, 141 )
Z o 2 = Z oL32+ Z oL 24+ '
=0, 064+ j 0,188+ 0,048+ j 0,141+ =
Z oPA + j 0, 080
0,003+ j 0,009+ j 0,0090,026 j 0,0180,023 j 0,08
=0,112+ j0,329+
j 0,080
=0,112+ j0,329+
j 0,08
j 0,08
= ( )
=0, 112+ j0, 329+0, 225+ j0, 287= 0,337 + j0,616 p.u.
C B
0,337+j0616
j0,33
0,064+j0,374 0,048+j0,278
j0,244 j0,311
G
Terra
Ai nodi B e C sono presenti due impedenze collegate in parallelo Riducendo questi due paralleli
risulta:
55
' j 0, 224( 0. 064 + j 0,374 ) j 0,0140, 084 0, 064 j 0, 598
Z oPC3= = =
j0, 224+ ( 0. 064+ j 0,374 ) 0, 064+ j 0,598 0, 064 j 0, 598
j 0, 051+0,003
= =
0, 361 0,0083+j0,141 p.u.
C B
0,337+j0616
j0,33
Z'oY Z'oY
0,0083+j0,141 0,013+j0,147
Z'oY
G
Terra
Risolte le due serie, si individua un triangolo di impedenze formato da Z 'oS1 , Z 'oY1 e Z 'occ9
che si deve trasformare nella stella equivalente:
0,02+j0,059
0,066+j0,233
0,049+j0,194
E H
Z'oY6 Z'oY
j0,33 -0,005+j0,020
Z'oY
G
G Terra
57
Trasformando il suddetto triangolo di impedenze nella stella equivalente si ottiene:
' '
Z occ9ZoY1 j 0, 33(0, 005+ j 0, 020 )
Z 'oY4 = ' ' '
= =
Z occ9ZoY1 + Z oS1 j 0, 33+ (0, 005+ j 0, 020 ) +0, 049+ j 0, 194
0,0066 j0, 00165 0, 044 j 0, 544
=
0, 044+ j0, 544
0, 044 j 0, 544
= (
-0,002 + j0,012 p.u.
)
Z 'oY1Z 'oS1 (0, 005+ j 0, 020 )( 0, 049+ j 0, 194 )
Z 'oY5 = ' ' '
= =
Z occ9Z oY1 + Z oS1 j0, 33+ (0, 005+ j 0, 020 ) +0, 049+ j 0,194
' '
Z oL 10 e la serie tra le impedenze Z oY 5 e
'
Z oL 22 ed il successivo parallelo che ne
deriva:0,02+j0,059 0,066+j0,233
'
Z oS 3=0,0195+ j 0,0506+ 0, 02+ j 0,059=
= 0,0397 + j0,178 p.u.
0,0197+j0,119 -0,0006-j0,0022
G
Terra
58
0,038+ j 0,020 0, 104 j 0, 408
=
0,104+ j 0, 408 0, 104 j 0, 408 = 0,023 + j0,099 p.u.
0,002+j0,012
Determinate le impedenze equivalenti della rete alle tre sequenzeG si pu analizzare il guasto.
Per determinare le tensioni e le correnti di fase nel punto di guasto, che sono rispettivamente
V x ,
V y , V z e I x I y ed I z , bisogna determinare le tensioni in coordinate simmetriche V d ,
V i , V o e le correnti in coordinate simmetriche I d I i I o . Cos facendo, dalla conoscenza
delle relazioni tra coordinate simmetriche e coordinate di fase, si determinano i valori delle tensioni
di fase
V
x ,
V
y , V
z e delle correnti di fase x I y I
z . I
Per determinare le tensioni e le correnti in coordinate simmetriche sono necessarie 6 equazioni (6
equazioni in 6 incognite).
Tre di queste equazioni si ottengono applicando la legge di Ohm generalizzata nel punto di guasto;
le rimanenti tre si ottengono dalle condizioni imposte dal guasto.
Applicando la legge di Ohm generalizzata nel punto di guasto, si ottiene:
Ed
a Go
Gd Gi
(1)
Ed V d = Z dI d (2)
0V i=
b Z I
i i (3) 0V o= Z oI o
c
La (1), (2) e la (3) sono le prime tre equazioni che occorrono per
Ix determinare
Iy Iz le tensioni e le
correnti in coordinate simmetriche.
Per determinare le altre tre equazioni, come detto, si considerano le condizioni imposte dal guasto,
che per un guasto bifase franco a terra sono le seguenti:
59
In termini di coordinate di fase, le condizioni
imposte dal guasto sono:
I x =0
V y = V z =0
{
Da queste ultime si deduce che le tre reti , nel punto di guasto sono collegate in parallelo:
Id Ii Io
Fd Fi Fo
Zod Zoi Zoo
Ed Vd Vi Vo
Gd Gi Go
60
1
I d = =
( 0, 015+ j 0, 21 )( 0, 025+ j 0, 111)
0, 016+ j0, 241+
( 0, 015+ j 0, 21 )+ ( 0, 025+ j 0,111 )
1
=
0, 023+ j 0, 007 0, 04 j 0,32
0, 016+ j 0, 241+ (
0, 04 + j 0,32
)(
0, 04 j 0,32 )
1 1 0, 029 j 0,31
= =
0, 016+ j 0, 241+0,0127+0,070 0,029+ j 0,31 0, 029 j 0,31
= (
0,29 - j3,19 p.u.
)
0, 025+ j 0,111
I i=0, 29+ j 3,19 =
0, 015+ j0, 21+0, 025+ j0, 111
0, 361+ j 0,047 0, 04 j 0,321
= 0, 04+ j 0,321 0, 04 j 0,321
( = )
0,006 + j1,125 p.u.
0,015+ j 0,21
I o =0, 29+ j3, 19 =
0, 015+ j 0, 21+0,025+ j 0,111
0,674 j 0, 013 0, 04 j0, 321
= 0,04+ j0,321 0, 04(j0, 321
= )
-0,297 + j2,062 p.u.
(N.B. Il valore di d V
dovrebbe essere uguale al valore delle altre due tensioni, ma per le
approssimazioni fatte nei calcoli non risulta tale. In seguito, nei calcoli, si considereranno i valori
determinati).
Determinati i valori delle tensioni e delle correnti, in coordinate simmetriche, si possono ricavare i
valori delle tensioni e delle correnti di fase, attraverso le seguenti relazioni:
V x = V d + V i + V o I x = I d + I i + I o
V y = 2 V d + V i + V o I y = 2 I d + I i + I o
V z = V d + 2 V i + V o I z = I d + 2 I i + I o
{ { { {
per le tensioni e per le correnti.
61
I x =0, 29 j3, 19+0, 006+ j 1,125+ (0, 297+ j2, 062 )0 C.V.D.
2
I y= I d + I i + I o Ricordando che pari a (-0,5 + j0,866) e che
2
vale (-0,5 - j0,866)
risulta:
I y= (0,5 j 0, 866 )( 0,29 j 3,19 )+ (0,5+ j0, 866 )( 0, 006+ j 1,125 )+ (0, 297+ j2, 062 )=
=2,9+ j1,3430,977 j 0, 5570, 297+ j2, 062= -4,174 + j2,848 p.u. I y =5,05 34.3
p.u.
2
I z = I d + I i + I =(0,5+ j 0, 866 )( 0, 29 j 3,19 ) + (0,5 j 0,866 )( 0, 006+ j1, 125 ) + (0,297+ j 2,062 ) =
= 2, 617+ j 1, 846+0, 971 j0, 5670,297+ j 2,062= 3,291 + j3,341 p.u. I z =4,69 45,4
Per determinare il valore assoluto delle correnti di fase, si deve moltiplicare il valore relativo di tali
correnti per il valore della corrente di base:
Ab
I x= I d =0
3V b
Ab 100106
I y =|I y| =( 5, 05) =2208
3V b 3132103 34 .3 A
A 100106
I z=|I z| b =(4, 69 ) =2051
3V b 3132103 45,4 A
V y = 2 V d + V i + V o =
= (0,5 j0, 866 )( 0,227 j0, 019 ) + (0,5+ j0, 866 )( 0,236 j 0, 018 ) + ( 0, 236 j 0,018 ) =
=-0,130-j0,187-0,102+j0,213+0,236-j0,018 0 p.u.
2
V z= V d + V i + V o =
= (0,5+ j 0, 866 )( 0, 227 j 0, 019 )+ (0,5 j0, 866 )( 0,236 j 0, 018 ) + ( 0, 236 j 0,018 )=
=-0,097+j0,206-0,133-j0,195+0,236-j0,018 0 p.u
Per determinare il valore delle correnti che fluiscono verso il guasto, dalle stazione B e D, si
0,019+j0,055
considerano
0,024+j0,068i vari stadi della semplificazione
O della rete. Per la determinazione del circuito
equivalente alla sequenza diretta ed alla sequenza inversa, siamo passati attraverso la
semplificazione di un circuito che cosi si presentava:
-0,0051+j0,184
Id
62
G
Neutro
Si determinano i valori della
corrente DF I
alla sequenza
diretta, inversa ed omopolare.
Per determinare il valore di tale
corrente, alla sequenza diretta ed
inversa si considera il circuito a
lato.
Si ridisegna il circuito in modo da
visualizzare le impedenze che
serviranno per il calcolo della
corrente
I DF
0,0385+j0,1056 '
Z KBF
IdDF IdBF I d = I d ' '
=
0,0471+j0,128 DF Z kDF + Z KBF =
K 0, 0385+ j 0,1056
( 0, 29 j3, 19 )
0,0856 + j 0, 233 = =
-0,0051+j0,184
Id 0,348 j 0, 092 0, 0856 j 0,233
0,0856+ j 0,233 0, 0856 j 0,233 =0,135-j1,443 p.u
G
Neutro
F
Per determinare
I DF alla sequenza omopolare, il circuito da considerare il seguente:
63
F
0,02+j0,059 0,066+j0,233
IoDF
D
0,0197+j0,119 -0,0006-j0,0022
Io 0,002+j0,012
G
Terra
In coordinate di fase,
I DF vale:
I xDF = I dDF + I iDF + I oDF =0,135 j 1, 443+0, 0016+ j0, 495+ (0, 135+ j1, 16 ) =
64
I xBF = I x I xDF =(0 j0 )(0,0016 + j 0,212 )= -0,0016 - j0,212 p.u. |I xBF| = 0,212
89,5 p.u.
I yBF =I y I yDF =(4,174 + j 2, 848)(1,875+ j 1,518)= -2.3 +j1,33 p.u |I yBF| = 2,656
30 p.u.
I zBF = I z I zDF =(3, 291+ j 3,341)(1, 474+ j1, 749)= 1,817 + j1,592 p.u. |I zBF| = 2,415
41,2 p.u.
Passando dai valori relativi ai valori assoluti si ottiene che dalla cabina D:
Ab 100106
I xD = I xDF =0, 212 =
3V b 3132103 92,7 89,5 A
A 10010 6
I yD = I yDF b =2, 41 =
3V b 3132103 1054,1 39 A
A 10010 6
I zD= I zDF b =2, 28 =
3V b 3132103 997,2 50 A
Ab 100106
I xB= I xBF =0, 212 =
3V b 3132103 92,7 89,5 A
A 100106
I yB = I yBF b =2, 656 =
3V b 313210 3 1161.7 30 A
A 100106
I zD= I zDF b =2, 415 =
3V b 313210 3 1056,2 41,2 A
Si passa ora a determinare i valori delle tensioni di fase alla sbarra della stazione B durante il
guasto.
Dalle condizioni di guasto si conosce che:
|V x|=0,702 4, 41 V y =0
V z=0
V x
V d =V i =V o =
da cui, sapendo che per un guasto bifase a terra 3 si ottengono i valori delle
tensioni in coordinate simmetriche precedentemente calcolati.
Conoscendo il valore di
I BF in coordinate di fase, si possono determinare i corrispondenti valori
in coordinate simmetriche:
65
I xBF + I yBF + I zBF (0, 0016 j 0, 212)+(2,3+ j1, 33)+(1,817+ j 1,592 )
I oBF = = =
3 3 -0,161 + j2,71
p.u.
I xBF + I yBF + 2 I zBF
I dBF = =
3
(0, 0016 j 0,212 )+ [ (0,5+ j 0, 866 )(2,3+ j 1,33 ) ] + [ (0,5 j 0, 866)(1, 817+ j 1,592 ) ]
=
3
0,0016 j0, 2120, 0018 j 2,656+0, 470 j2, 37
= =
3 0,155 j5,238 p,u.
I xBF + 2 I yBF +I zBF
I iBF = =
3
(0, 0016 j 0,212 )+ [ (0,5 j0, 866 )(2,3+ j1, 33 ) ] + [ (0,5+ j 0, 866)(1, 817+ j 1,592 ) ]
=
3
0, 0016 j 0,212+2, 301+ j 1,3262, 287+ j0, 777
3 =0,0041 + j1,9 p.u.
Si possono calcolare ora, le tensioni alla sequenza diretta, inversa ed omopolare presenti sulla sbarra
B, mediante le relazioni:
V oB =V o + Z oL 22I o
BF
V dB =V d + Z dL 22I d
BF in cui Z limpedenza del tratto di linea di 22 km compreso
tra B
V iB =V i + Z iL 22I i
BF ed F, alla sequenza diretta, alla sequenza inversa ed alla
sequenza
omopolare.
V oB =V o + Z oL 22I o =
BF
= 0, 236 j0, 018+(0, 044+ j0, 130)(0,161+ j2, 71)=0,236 j0, 0180,36+ j 0,098 =
= 0,124 + j0,08 p.u.
V dB =V d + Z dL 22I d
BF =
= 0, 227 j0, 019+(0, 0195+ j 0, 0506)(0,155 j 5, 238)=0,227 j 0, 019+0, 268 j0, 094=
= 0,495 j0,112 p.u.
V iB =V i + Z iL 22I i
BF =
= 0,236 j0, 018+(0, 0195+ j 0, 0506)(0, 0041+ j 1,9)=0,236 j 0, 0180, 096 j 0, 037=
= 0,14 j0,055 p.u.
66
|V xB|=0,764 6,53 p.u.
2
V yB = V dB + V iB + V oB =
= (0,5 j0, 866 )(0, 495 j0, 112)+(0,5+ j 0, 866)(0, 14 j 0,55 )+0, 124+ j0, 08 =
= 0,353 j 0,372+0, 406+ j 0, 396+0,124+ j0, 08 = 0,177 + j0,104 p.u.
|V yB|=0,205 30,4 p.u.
2
V zB= V dB + V iB + V oB=
= (0,5+ j 0, 866)(0, 495 j 0,112)+(0,5 j 0, 866)(0, 14 j 0,55 )+0, 124+ j0, 08 =
= 0,150+ j0,4840,546+ j 0,153+0,124+ j 0,08 = -0,572 + j0,717 p.u.
|V zB|=0,917 51,4 p.u.
Vb 13210 3
V xB=|V xB| =0, 764 =
3 3 58,2 6,53 kV
Vb 132103
V yB =|V yB| =0,205 =
3 3 15,6 30,4 kV
Vb 13210 3
V zB=|V zB| =0, 917 =
3 3 70 51,4 kV
67
ESERCIZIO N 3
Nella rete rappresentata in figura, si sviluppa un guasto monofase franco a terra nel punto F.
Determinare:
a) Le correnti e tensioni nel punto di guasto;
b) Le correnti nei collegamenti a 110 kV;
c) Le tensioni alle sbarre 110 kV;
d) le correnti nei collegamenti di terra dei trasformatori T1 e T3.
A B
12kV T1 33kV
100km
A C
T3
D
12kV
12kV T2 T4
25km 75km
B E
F
12kV
Dati
Il problema proposto riguarda lo studio di un guasto monofase a terra. Tale guasto rientra nella
categoria dei guasti dissimmetrici, per cui per risolvere il problema si fa ricorso al metodo delle
coordinate simmetriche. Si ricaveranno gli schemi della rete alla sequenza diretta, alla sequenza
inversa ed alla sequenza omopolare, in modo da poter determinare il valore delle impedenze
equivalenti della rete alla tre sequenze. Si potranno, poi, determinare i valori delle tensioni e delle
68
correnti in coordinate simmetriche che mediante le opportune relazioni verranno trasformate in
coordinate di fase. Per semplificare i calcoli si utilizzeranno i valori relativi, considerando:
SEQUENZA DIRETTA
Per i generatori, dai dati del problema si conosce il valore della reattanza subtransitoria lungo
lasse diretto. Il valore della reattanza di ogni singolo generatore si determina mediante la relazione:
''
X A
X Gn = dn b
100 A Gn in cui:
X Gn la reattanza delln-esimo generatore espressa in p.u.;
X 'dn' la reattanza subtransitoria delln-esimo generatore;
Ab la potenza di riferimento (o di base);
AGn la potenza nominale delln-esimo generatore.
Da questo si ricava, che la reattanza in valori relativi di ogni singolo generatore, alla sequenza
diretta :
} } } over {100} } cdot { {A rSub { size 8{b} } } over {A rSub { size 8{ ital nA} } } } = { {30} over {100} } cdot { {50} over {50} } =0,3} {
X dGA
X dGA=
GEN A: p.u.
} } } over {100} } cdot { {A rSub { size 8{b} } } over {A rSub { size 8{ ital nB} } } } = { {35} over {100} } cdot { {50} over {20} } =0,875} {
X dGB
X dGB =
GEN B: p.u
} } } over {100} } cdot { {A rSub { size 8{b} } } over {A rSub { size 8{ ital nC} } } } = { {10} over {100} } cdot { {50} over {50} } =0,1} {
X dGC
X dGC =
GEN C: p.u.
} } } over {100} } cdot { {A rSub { size 8{b} } } over {A rSub { size 8{ ital nD} } } } = { {9} over {100} } cdot { {50} over {5} } =0,9} {
X dGD
X dGD=
GEN D: p.u.
} } } over {100} } cdot { {A rSub { size 8{b} } } over {A rSub { size 8{ ital nE} } } } = { {12} over {100} } cdot { {50} over {25} } =0,24} {
X dGE
X dGE =
GEN E: p.u.
Ab
X Tn=V cc
La reattanza in p.u. dei trasformatori si determina attraverso la relazione A Tn in
cui
X Tn la reattanza in p.u. delln-esimo trasformatore;
A b la potenza di riferimento (o di base);
ATn la potenza nominale delln-esimo trasformatore;
Vcc la tensione di c.to/c.to del trasformatore espressa in valore relativo, che coincide con il
valore di Xcc.
X ccT 1 A b 8 50
X dT 1 = = =0,08
TR1: 100 AnT 1 100 50 p.u.
69
X ccT 2 Ab 8 50
X dT 2 = = =0,2
TR2: 100 A nT 2 100 20 p.u
X ccHM Ab 10 50 1
X dHM = = =0,2 X P= ( X + X X dML ) =0, 15
TR3: 100 A nTHM 100 25 p.u. 2 dHM dHL
p.u.
X ccHL Ab 8 50
X dHL = = =0,4
100 A nTHL 100 10 p.u.
1
X S = ( X + X dML X dHL ) =0, 05
2 dHM p.u.
X ccML Ab 12 50
X dML = = =0,3
100 A nTML 100 20 p.u.
1
X T = ( X + X X dHM ) =0, 25
2 dML dHL p.u.
X ccT 4 Ab 8 50
X dT 4 = = =0, 067
TR4: 100 A nT 4 100 60 p.u
70
Per quanto detto, le reattanze dei tronchi di linea valgono:
A 50106
X d 100 =X 1L100 b2 =0,4100 =0,165
Vb ( 110103 )2 p.u.
Ab 5010 6
X d 75= X 1L75 2 =0,475 =0, 123
Vb ( 110103 ) 2 p.u.
Ab 50106
X d 25 =X 1L 25 2 =0,425 =0, 041
Vb ( 110103 )2 p.u.
SEQUENZA INVERSA:
Per i generatori la relazione che permette di determinare la reattanza alla sequenza inversa, uguale
a quella della sequenza diretta, fatta eccezione per il fatto che la reattanza da considerare nella
formula la reattanza alla sequenza inversa del generatore:
X iGA Ab 50 50
X iGA = = =0,5
GEN A : 100 A nGA 100 50
p.u.
X iGB Ab 60 50
X iGB = = =1,5
GEN B : 100 A nGB 100 20 p.u.
X iGC A b 10 50
X iGC = = =0,1
GEN C : 100 A nGC 100 50 p.u.
X iGD Ab 9 50
X iGD = = =0,9
GEN D : 100 A nGD 100 5 p.u.
X iGe Ab 12 50
X iGe = = =0, 24
GEN E : 100 A nGe 100 25 p.u.
Per i trasformatori e per le linee, la reattanza alla sequenza inversa uguale alla reattanza alla
sequenza diretta.
SEQUENZA OMOPOLARE
La reattanza alla sequenza omopolare dei generatori pi piccola rispetto alla reattanze alla
sequenza diretta e inversa. Si assume che essa abbia un valore pari al 30% della reattanza
''
subtransitoria alla sequenza diretta X d :
Per cui, assumendo
X oGn =0,3X dGn si ha:
X oGA =0,3X dGA =0,30,3=0, 09 p.u.
X oGB =0,3X dGB=0,30 ,,875=0, 26 p.u.
X oGC =0,3X dGC =0,30,1=0, 03 p.u.
X oGD =0,3X dGD=0,30,9=0,27 p.u.
71
X oGE =0,3X dGE =0,30,24=0,072 p.u
.
La reattanza alla sequenza omopolare dei trasformatori ha lo stesso valore della reattanza alla
sequenza diretta.
Per quanto riguarda le linee, si vede che la reattanza alla sequenza omopolare pari a tre volte
la reattanza alla sequenza diretta. Questo perch nella reattanza alla sequenza omopolare
bisogna tener conto del contributo dovuto al percorso di ritorno nel terreno.
I valori della reattanza omopolare dei tronchi di linea sono:
Determinato il valore delle reattanze dei componenti, si passa allo studio delle reti alla sequenza
diretta, alla sequenza inversa ed alla sequenza omopolare, per determinare il valore delle
reattanze equivalenti per ogni singola rete.
Si costruisce la rete equivalente alla sequenza diretta della rete assegnata. Considerando le
reattanze alla sequenza diretta dei componenti della rete prima determinate, si ottiene:
A 0,165 B
0,041 0,123
0,05 0,25
F
0,3 0,875 0,24
G 0,875
0,1
GA GB GE
GC GD
Neutro
A 0,165 B
Per risolvere la rete si applica il teorema di Thevenin: si suppone di avere nel punto di guasto un
generatore di impedenza interna nulla che vede, ai suoi morsetti, unimpedenza totale
corrispondente allimpedenza complessiva della rete. Per determinare limpedenza (reattanza in
questo caso) complessiva vista dal 0,041 punto di guasto
0,123 bisogna eliminare tutte le f.e.m presenti
nella rete collegando a terra i generatori. Di conseguenza la rete viene cosi modificata:
0,08 0,2 0,15 0,067
0,05 0,25
F
0,3 0,875 0,24
G 0,875
0,1
72
Neutro
Si riducono le serie presenti nella rete:
A 0,165 B
XY3 XY2
XY1
0,041 0,123
0,15
G 1,15
0,15
Neutro
73
Si trasforma il triangolo costituito dalle reattanze
X dL 100 X dL 75 e
X dL 25 nella stella
equivalente:
0, 0410, 123
X dY 1 = =0, 015
0,041+0,165+0, 123 p.u.
0,1230,165
X dY 2 = =0,061
0, 329 p.u.
0, 0410,165
X dY 3 = =0, 020
0, 329 p.u.
0,020 0,061
0,015
0,15
0,281 0,307
F 0,133
Neutro
74
e lo schema della rete diventa:
0,061
G
( 00..3010
Z od =0 . 15+
.208
301+0. 208 )
= j 0 .138
p.u.
Neutro
Z od = j0 . 138 p.u.
La rete a tale sequenza simile a quella alla sequenza diretta tranne il fatto che non bisogna
considerare i generatori, e che le reattanze di questi ultimi hanno un valore diverso rispetto alle
reattanze alla sequenza diretta.
Lo schema della rete, risulta essere:
A 0,165 B
0,041 0,123
0,05 0,25
F
0,5 1,5 0,24
G 0,9
0,1
Per la semplificazione della rete si effettuano le stesse operazioni fatte per la semplificazione della
rete alla sequenza diretta. Perci di seguito si riportano i calcoli senza fare ulteriori commenti.
75
X iSB =1,5+0,2=1,7 p.u.
X iSC =0,1+0, 05=0,15 p.u.
X iSD =0,9+0,25=1,15 p.u.
X iSE =0, 24+0, 067=0,307 p.u.
0, 581,7
X ip 1= =0, 432
0, 58+1,7 p.u.
0, 151,15
X ip 2= =0,133
0,15+1,15 p.u.
0, 0410, 123
X iY 1= =0,015
0, 041+0, 123+0,165 p.u.
0, 1230,165
X iY 2= =0, 061
0, 041+0, 123+0,165 p.u.
0, 0410, 165
X iY 3= =0, 20
0,309 p.u.
X iS 1 =0, 432+0, 020=0, 452 p.u.
Per la costruzione della rete alla sequenza omopolare di fondamentale importanza il tipo di
connessione che hanno gli avvolgimenti dei trasformatori e dei generatori.
Siccome dal problema non risulta il tipo di connessione dei generatori, si ipotizza che essa sia a
stella con centro stella a terra. Di conseguenza la reattanza del generatore alla sequenza omopolare
risulter connessa alla sbarra di riferimento che la terra.
Ricordando che i trasformatori alla sequenza omopolare hanno un comportamento diverso in base al
tipo di collegamento che presentano, lo schema della rete risulta essere:
XT
XT1 XoL100 XP
XT2 XS
XGA XGB F
XGE XGc XGD
G
76
Terra
Considerando i rami non connessi, la rete diventa:
A 0,578 B
0,15 0,25
0,08 F
Terra
0,250, 05
X oSp 1=0,15+ ( 0,25+0,05 )=0, 192 p.u.
XoY3 XoY2
0,192
XoY1
0,1435 0,4305
0,08
F
Terra
77
Si trasforma il triangolo costituito dalle reattanze dei tronchi di linea nella stella equivalente:
0, 43050, 1435
X oY 1 = =0, 054
0,1435+0,305+0, 578 p.u.
0, 43050, 578
X oY 2 = =0, 216
1,152 p.u.
0,14350,578
X oY 3 = =0 .072
1, 152 p.u.
0,054
0,08
F
G
Terra
0,152 0,408
0,054
F
G
Terra
78
Determinate le reattanze equivalenti alle tre sequenze si pu esaminare il guasto.
Considerando come riferimento la fase A le condizioni imposte dal guasto monofase espresse in
coordinate di fase sono:
b V X =0
I Y = I Z =0
c {
Ix Iy Iz che in coordinate simmetriche
V d +V i +V o =0
I
I d = I i= I o = X
3
{
corrispondono a:
Il valore di Ix corrisponde, per questo guasto, al valore della corrente di corto circuito. Questultima
3 Ed
I x = I cc =
vale: Z od + Z oi + Z oo . Supponendo E pari ad 1p.u., si ha che:
d
3 3 j0, 461
I cc = = =
j 0,138+ j0, 159+ j0, 164 j 0, 461 j0, 461 -j6,51p.u..
Il valore della corrente determinato un numero adimensionale: per ricavare la corrente di c.to/c.to
I
in valore reale (valore assoluto) bisogna moltiplicare cc per la corrente di base Ib, data dalla
Ab
I b=
relazione 3V b . Di conseguenza il valore della corrente di c.to/c.to vale
Pb 50106
I cc =|I cc|I b =|I cc| =6,51 =1708 ,5=1,708
3V b 11010 3 3 90 kA
I
I j6, 51
I d = I i= I o = x =
3 3
= j 2,17 p .u . (
| I d|=|I i|=|I o|=| x |I b =|569 . 4|A
3 )
Il valore delle correnti di fase
I x , I y , I z sar:
I x = j6, 51 p.u.
I y= 2 I d + I i + I 0 =(0,5 j0, 866 )( j2, 17 ) + (0,5+ j0, 866 )( j2, 17 ) + ( j 2,17 )=
j 1,0851, 88+ j 1, 085+1, 88 j2, 17=0
I z = I d + 2 I i + I 0= (0,5+ j 0,866 )( j2, 17 ) + (0,5 j 0, 866 )( j 2,17 ) + ( j2, 17 ) =
j 1,085+1,88+ j1, 0851, 88 j2, 17=0
Il valore delle correnti di fase nel punto di guasto risulta essere:
79
I x = j 6, 51 p . u=1, 708 90 kA
I y= I z =0
{
Quindi, in valori relativi, le tensioni nel punto di guasto delle fasi sane valgono:
V x =0
V y =0, 532 j 0, 904=1, 048 59 .5 p . u .
V z=0, 532+ j 0, 904=1,048 59 .5 p . u .
{ {
Per determinare i valori delle tensioni alle sbarre A e B durante il guasto partendo dal guasto nel
punto F, si considerano le tensioni alla sequenza diretta, inversa ed omopolare e si sommano a
queste le c.d.t. provocate dalla corrente di corto circuito sulle reattanze comprese tra il punto di
guasto e la sbarra considerata.
80
SEQUENZA DIRETTA
considerando uno schema della rete in cui si possono individuare le sbarre A e B, si determinano le
correnti che fluiscono dalle sbarre verso il guasto:
0,015
0,15
0,281 0,307
F 0,133
Neutro
Le tensioni alle sbarre alla sequenza diretta risultano essere:
V dB =V d +( X dY 1I xd )+( X dY 2I xdB )=0 .7+ [ j 0. 015( j2 .17 ) ]+ [ j 0 .061( j1 .283 ) ] = 0,810 p.u
SEQUENZA INVERSA
Neutro
81
j 0,208 j0, 66
(
I ixA = j 2,17 )
j 0,208+ j 0, 452 j0, 66
= j0, 683
p.u
j0,452 j0, 66
(
I ixB = j 2,17 )
j0,66 j0, 66
= j 1,486
p.u.
0,15
0,432 0,307
F 0,133
Neutro
110103
V iA =0, 300 =19 , 05 kV
3
11010 3
V iB =0, 222 =14 , 01kV
3
{
SEQUENZA OMOPOLARE
0,152 0,408
Si consideri la seguente rete:
Neutro
82
j 0,408 j 0,56
(
I oxA= j2, 17 )
j0, 152+ j 0, 408 j 0,56
= j1,58
p.u.
j 0, 152 j0, 56
(
I oxB= j2,17 )
j 0,56 j0, 56
= j 0, 589
p.u.
0,072 0,216
A B
0,08 0,192
Neutro
In valore assoluto:
110103
V oA =0,124 =7,875 kV
3
110103
V oB=0, 110 =6, 985 kV
3
{
83
V yA = (0,5 j 0 . 866 )( 0, 750 ) + (0,5+ j 0, 866 )(0, 300 )0,124=0, 349 j0, 909=
0, 948 69 ( V yA =60 . 2 kV 69 )
V zA=(0,5+ j0, 866 )( 0,750 )+ (0,5 j 0, 866 )(0, 300 )0, 124=0,349 j 0, 909=
0, 94869 ( V yA =60 , 2 kV 69 )
V xB=0,8100,2220, 110=0, 478 p . u . ( V xB =30 ,3 kV 90 )
V yB =(0,5 j 0, 866 )( 0, 810 ) + (0,5+ j0, 866 )(0, 222 ) + (0,110 )=0, 404 j0, 893
( V yB=62, 2 kV 65 .6 )
V zB=(0,5+ j 0, 866 )( 0, 810 ) + (0,5 j 0, 866 )(0, 222 )+ (0, 110 )=0, 404 j 0, 893
( V zB=62 , 2 kV 65 , 6 )
ZA ZB
IAF
VA VB IBF
VF
ZF
ZAF ZBF
F
IF
Ricordando che:
84
Z AB= j 0, 162 Z dA= Z iA = j 0, 020
Z AF = j 0,0399 Z dB= Z iB = j 0, 061
Z BF = j 0, 121 Z dF = Z iF = j 0, 015
{ { { {
si ha che:
V A V B = Z ABI AB= Z AI A Z BI B I AB =( Z AI A Z BI B ) / Z AB
V A V F =Z AFI AF = Z AI A + Z FI F I AF =( Z AI A + Z FI F ) / Z AF
V B V F =Z BFI BF = Z BI B + Z FI F I BF =( Z BI B + Z FI F ) / Z BF
Tratto AB
Sapendo che:
I xAF = I xA I xAB
I yAF =I yA I yAB
85
I zAF = I zA I zAB
calcolando
I xA , I yA , I zA si ottengono i valori di I xAF , I yAF , I zAF :
Quindi:
Note
I xAF , I yAF , I zAF si possono ottenere I xBF , I yBF , I zBF tramite le seguenti relazioni:
Per determinare le correnti nei collegamenti di terra dei trasformatori T1 e T3, si determina il valore
delle correnti alle 3 sequenze di tutti i trasformatori.
Consideriamo gli schemi alle 3 sequenze:
Sequenza diretta (ed inversa):
A 0,165 B
0,041 0,123
0,05 0,25
F
0,3 0,875 0,24
(0,5) (1,5)
G 0,875
0,1
Neutro 86
Sequenza omopolare:
A 0,578 B
0,15 0,25
0,08 F
Terra
j1,7 j2,28
=( j 0,683
j1,7+ j 0,58 ) j2,28
I iT 1 = j 0,558 p.u.
I oT 1= j1,58 p.u.
87
Le correnti nel trasformatore T3, in coordinate simmetriche risultano:
j 0, 307 j 0. 59
(
I dT 3 = j1, 283 )
j 0, 307+ j 0, 283 j 0. 59
= j 0, 666 p.u.
j 0, 307 j 0,59
(
I iT 3= j 1, 486 )
j 0, 307+ j 0,283 j 0,59
= j 0, 773 p. u.
I oT 3 = j 0,589 p.u.
88
PROTEZIONE E DISTRIBUZIONE DELLENERGIA ELETTRICA
>
ESERCIZIO N4
Si realizzi una linea terminale A.T. provvista di cabina di trasformazione A.T/M.T. per alimentare
un complesso industriale che richiede allente erogatore una potenza assorbita pari a 11 MW.
Si rappresenti lo schema di massima della cabina con il dimensionamento, delle relative protezioni
e della linea che alimenta le sbarre in media tensione sulle quali verranno poi collegati i carichi
terminali.
Infine specificare le caratteristiche generali dei dispositivi di protezione utilizzati per la
realizzazione della cabina di trasformazione.
>
SCHEMA
>
Trasformatore di potenza
89
Trasformatore di tensione
Trasformatore di corrente
Rel
Sezionatore
Scaricatore
Interruttore
SVOLGIMENTO
Lesercizio in questione richiede una potenza assorbita pari a 11MW, pertanto si dovr scegliere un
trasformatore che soddisfi le richieste volute. Ipotizzando un cos medio pari a 0,75 , si calcola la
potenza richiesta al trasformatore in esame:
P 11
A n= = =14 . 66 MVA
cos 0 . 75
Tenendo conto del normale funzionamento di un trasformatore pari ai della sua potenza nominale
e di un eventuale incremento della potenza installata del 20%, il trasformatore avr una potenza pari
a:
A
A tr = n 1 . 2=23 . 45 MVA
0 .75
La taglia industriale risulta essere di 25MVA. Le caratteristiche principali di tale trasformatore sono
le seguenti:
- potenza: 25MVA
- numero avvolgimenti: due
90
- tensione nominale a vuoto: primario 127 10 x 1,5 % kV
secondario 16,2 21,6 kV
- collegamento delle fasi: primario a stella
secondario a stella
- gruppo di collegamento CEI: Yy0
- numero dei terminali esterni: primario tre terminali (fasi A,B,C) posti sul lato lungo del cassone.
- livello di isolamento: Vm =145kV
Si procede ora ad esaminare i parametri equivalenti del trasformatore al fine di determinare la
corrente di corto circuito.
An
I1 n=
3V 1 n '' V 220Vcc
Ze =
An 1 100An
I2 n=
3 V 20 Xe =( Ze'' )2 (Re'' )2
''
Pjn 3 E220
Re''= XrZr=
3 In 2 Acc
25MVA
I2n= =0, 962kA
1,7315kV
(15103)213
} } = { {116 ital kW} over {3 cdot \( 0 . 962 \) rSup { size 8{2} } ital kA } } =0,041 %OMEGA {} # ital Ze= =1,17 25 MVA
10025106 I1 n= =109 A
2
318 3132kV
Xr= 6 =0, 0013m
70010
} } = sqrt {1,17 rSup { size 8{2} } - 0, 041 rSup { size 8{2} } } =1,17 %OMEGA {} } } {
Re X e
91
V 20 15 kV
I cc 2= = =7,4 kA
3 Z t 1,731,17
Mentre per il lato primario si utilizzer la seguente formula:
Acc 700 MVA
I cc 1= = =27 . 9 kA
3Vm 3145 KV
INTERRUTTORI
Gli interruttori, come noto, hanno il compito di stabilire, portare interrompere correnti in
condizioni normali del circuito ed anche di sopportare, per una durata specificata, correnti in
condizioni di corto circuito. Le grandezze tipiche degli interruttori sono:
livello di isolamento nominale:valori della tensione nominale e della tensione di tenuta ad impulso
che caratterizzano lattitudine dellapparecchio a sopportare le sollecitazioni dielettriche.
Corrente nominale:valore efficace della corrente che lapparecchio, in posizione chiuso, in
grado di sopportare per un tempo indefinito, senza che il riscaldamento di una qualunque delle sue
parti superi i valori specificati dalle norme.
Potere di interruzione:valore della corrente di interruzione che lapparecchio in grado odi
interrompere alla tensione specificata di impiego e di funzionamento.
Potere di chiusura in corto circuito:valore di cresta della corrente stabilita dalla chiusura
dellapparecchio in corto circuito ad una tensione specificata e nelle prescritte condizioni di
impiego e di funzionamento.
Reti ad alta tensione le tecniche di interruzione modernamente utilizzate nelle stazioni delle reti
di alta e altissima tensione sono lesafluoruro di zolfo (SF6) e laria compresa (questi sono preferiti
dove sono richiesti potere di interruzione molto elevati); la tecnica di interruzione in olio, molto
usata in passato sia in alta che in media tensione attualmente poco sviluppata.
Gli interruttori per A.T/M.T non hanno generalmente incorporate le protezioni, ma hanno un
dispositivo di sgancio sul quale agisce il complesso di protezione. Nella sua forma pi completa il
meccanismo di manovra di un interruttore comprende:
- un elemento motore che fornisce lenergia necessaria per chiudere linterruttore e per
caricare le molle che immagazzinano lenergia necessaria allapertura ( e alle eventuali
richiusure rapide, se previste).
- Un dispositivo di aggancio che mantiene linterruttore chiuso contro la tensione delle molle
di apertura e permette lazione di queste non appena venga dato il comando di apertura.
- Un elemento elettrico costituito dalle bobine di apertura e chiusura, dai contatti ausiliari, dai
contatti di fine corsa necessari al funzionamento del meccanismo di manovra.
Lelemento motore pu essere costituito da un motore elettrico, da un elettromagnete a solenoide o
da un pistone azionato per via idraulica o pneumatica. Gli interruttori di A.T. utilizzati negli
impianti industriali non differiscono da quelli in uso sulle reti di distribuzione pubblica.
Reti a media tensione - levoluzione nelle installazioni nella sezione di media tensione delle
stazioni della rete di distribuzione si pu cos sintetizzare: nelle prime installazioni (del secolo
scorso) furono installati interruttori a grande volume dolio, poi a volume dolio ridotto, entrambi
richiedenti interventi di manutenzione, in particolare per la sostituzione periodica dellolio.
Allampliarsi delle reti ed allaumento delle correnti di corto circuito si fece fronte negli anni 60
con gli interruttori magnetici ora sostituiti dai tipi in SF 6 o sottovuoto, meno costosi e richiedenti
meno manutenzione.
92
Gli interruttori, con potere di interruzione di 12,5 o 16kA sono previsti per richiusura rapida e lenta.
Le caratteristiche richieste agli apparecchi sono in generale abbastanza diverse per gli impianti di
distribuzione pubblica rispetto agli impianti utilizzatori ed in particolare ai grandi impianti
industriali.
E caratteristico delle installazioni della reti di distribuzione pubblica la ricerca della massima
semplicit dello schema di rete e della massima economicit dellapparecchiatura, spiegabile con il
grande numero di installazioni effettuate e da effettuare, mentre lutilizzatore industriale piuttosto
portato a ricercare la massima continuit del servizio con minori preoccupazioni di costi.
Gli apparecchi MT da installare sulla reti di distribuzione degli stabilimenti industriali sono
aratterizzati da un pi ampio ambito di tensioni nominali utilizzate ( 7.2-12-17.5-24-36kV max) e da
una pi ampia gamma di correnti nominali e di cortocircuito. Inoltre gli interruttori di MT possono
chiamati a effettuare manovre con una frequenza molto gravosa.
Di seguito vengono riportati i dati relativi agli interruttori di alta e media tensione:
SEZIONATORI
93
Corrente nominale[A] 800 630
Corrente nominale di breve durata [kA] 30 20
TRASFORMATORI DI MISURA
I rel destinati alla protezione degli impianti elettrici devono essere inseriti nel circuito da
proteggere; ma poich i valori di corrente e di tensione in gioco sono generalmente tali da rendere
impossibili linserzione diretta, necessario ricorrere allintermediario di adatti trasformatori
riduttori di corrente TA o di tensione TV, chiamati trasformatori di misura. I TA vanno inseriti in
serie e i TV in derivazione sul circuito che si vuole controllare, cos che essi siano rispettivamente
percorsi dalla corrente e sottoposti alla tensione esistente sul circuito stesso.
Questi trasformatori hanno la funzione di ridurre, in un opportuno rapporto, il valore della tensione
e della corrente presenti sulla rete, introducendo inoltre, un adeguato isolamento tra questa e i rel e
gli strumenti di misura. A questo proposito va ricordato che un punto del circuito secondario di
ciascun TV e TA deve sempre essere collegato a terra, ad evitare che lo stesso circuito, per effetto
dellaccoppiamento capacitivo con lavvolgimento primario, possa assumere un valore pericoloso di
tensione verso terra.
La tensione secondaria nominale per TV solitamente di 100 V e la corrente secondaria per i TA di
5 A.
E evidentemente desiderabile che il rapporto di trasformazione effettivo dei TV e dei TA sia il pi
possibile uguale al rapporto nominale e si mantenga costante anche per variazioni notevoli delle
grandezze elettriche primarie, per non introdurre errori intollerabili nella rilevazione delle
grandezze in gioco sul circuito.
Si definisce errore di rapporto la differenza percentuale fra il rapporto nominale e quello effettivo.
Si definisce errore di angolo o di fase lo spostamento angolare tra la grandezza (corrente o tensione)
primaria e quella secondaria dei trasformatori. Gli errori di angolo non hanno importanza se il
riduttore alimenta solo rel o strumenti di misura voltmetrici o amperometrici che devono rilevare
solo lampiezza di una tensione o di una corrente; possono invece risultare intollerabili, se non
contenuti in limiti molto ristretti, quando un TV ed un TA alimentino insieme i circuiti
rispettivamente voltmetrico e amperometrico di un rel o di uno strumento di misura wattmetrico o
varmetrico, le cui rilevazioni dipendono non solo dalle grandezze di tensione e corrente ma anche
dalla loro fase relativa.
94
Gli errori di rapporto e di angolo dipendono dal carico assorbito dagli strumenti inseriti sul
secondario dei trasformatori. Si chiama prestazione nominale la potenza apparente assorbita dal
circuito secondario alla quale sono riferiti i limiti di errore. Essa viene definita indicando il numero
dei voltampere richiesti da tale circuito, in corrispondenza del valore nominale della grandezza
secondaria, e il relativo fattore di potenza. Attualmente si utilizzano di norma TA e TV con circuiti
secondari separati, per lalimentazione rispettivamente delle protezioni e degli strumenti di misura,
in quanto le caratteristiche richieste, in particolare per quanto riguarda la precisione e la
sovraccaricabilit, sono notevolmente diverse nei due casi.
Trasformatori di tensione
Costruttivamente i trasformatori di tensione sono costituiti da un nucleo di ferro su cui sono avvolti
due o pi avvolgimenti, di cui uno primario, con molte spire, ed uno o pi secondari, a bassa
tensione con un numero minore di spire.
Il funzionamento ideale di un trasformatore di tensione quello che prevede lavvolgimento
secondario a vuoto o su unimpedenza il pi possibile elevata. Gli errori di rapporto e di angolo
introdotti dai TV sono essenzialmente dovuti alla caduta di tensione interna al TV per effetto della
corrente assorbita dai rel e dagli strumenti di misura alimentati dal secondario; quindi opportuno
che questi ultimi abbiano unalta impedenza, ossia un consumo complessivo basso e comunque non
superiore alla prestazione per cui il TV previsto.
Per quanto riguarda la precisione, i trasformatori di tensione per misura vengono suddivisi in classi
di precisione; le norme CEI fissano i limiti di errore (errore di rapporto ed errore dangolo) in
funzione della classe di precisione.
Per la protezione dei TV, lesperienza ha dimostrato linefficacia della installazione di fusibili sul
circuito primario; la protezione viene quindi opportunamente realizzata con valvole fusibili o
interruttori automatici inseriti sul circuito secondario nella immediata prossimit dei morsetti
secondari dei TV stessi
Le forme costruttive dei trasformatori di tensione variano con il valore della tensione da misurare.
Per la media tensione viene normalmente adottata la soluzione costruttiva con entrambi i morsetti
dellavvolgimento primario accessibili ed isolati da terra per la tensione nominale. Possono servire
per misurare sia la tensione concatenata che quella di fase.
Per le misure sulle reti ad alta tensione si usa esclusivamente la costruzione a polo unico che
prevede un terminale dellavvolgimento primario isolato mentre laltro collegato a terra; si
utilizzano per la misura della tensione di fase.
Sulle reti a tensione elevata vengono oggi largamente impiegati i riduttori di tensione capacitivi
(TVC), che possono essere utilizzati contemporaneamente per la misura della tensione e per
laccoppiamento di circuiti ad onde convogliate i cui segnali siano trasmessi utilizzando gli stessi
conduttori delle linee aeree.
I TVC sono essenzialmente formati da un divisore di tensione capacitivo e da un complesso
elettromagnetico (vedi figura) , dimensionati in modo tale che la tensione secondaria del complesso
elettromagnetico sia sostanzialmente proporzionale alla tensione primaria applicata al divisore
capacitivo e sfasata rispetto a questo di un angolo prossimo a zero. I trasformatori capacitivi devono
essere connessi fra fase e terra del sistema elettrico.
95
Trasformatori di corrente
Nei trasformatori di corrente, gli errori di rapporto e di angolo sono essenzialmente dovuti alla
corrente magnetizzante richiesta per sopperire alla caduta di tensione negli strumenti inseriti in serie
sul secondario. E perci indispensabile che questi ultimi abbiano una impedenza complessiva
sufficientemente bassa, ossia richiedano una tensione secondaria limitata, comunque non superiore
a quella corrispondente alla prestazione del TA.
E inoltre essenziale tenere presente che un TA deve sempre avere il secondario chiuso su una bassa
impedenza. Se ad esempio si lasciasse per errore il secondario aperto, lintera corrente primaria (la
cui entit non dipende dal TA ma dalle caratteristiche di funzionamento dellimpianto ) risulterebbe
magnetizzante con conseguenze assai gravi, sia per la sovratensione che si determinerebbe ai capi
del secondario sia per surriscaldamento del nucleo dovuto alla eccessiva saturazione del ferro. Ne
deriva la necessit di cortocircuitare il secondario di un TA quando si vuole escludere il rel o lo
strumento di misura da esso alimentato e di non inserire sul secondario interruttori o fusibili di
sorta.
I riduttori di corrente devono essere provvisti di un isolamento tra primario e secondario adeguato
alla tensione del circuito primario e devono essere di costruzione particolarmente robusta per non
venir danneggiati dalle forti sovracorrenti che li possono percorrere in caso di cortocircuito nella
rete sulla quale sono inseriti.
Si noti che ai trasformatori di corrente per protezione richiesta una determinata precisione anche
per valori di corrente superiori alla corrente nominale, quali si possono avere in caso di
cortocircuito, per cui un parametro importante dato dalla corrente nominale limite di precisione,
definita come valore pi elevato della corrente primaria per la quale il trasformatore soddisfa ancora
alle prescrizioni relative allerrore composto. Le norme CEI fissano i limiti dellerrore di rapporto,
dellerrore dangolo per i trasformatori di corrente destinati in funzione della classe di precisione.
a) trasformatore di corrente
le grandezze fondamentali dei trasformatori di corrente sono la tensione nominale ed i livelli di
isolamento(gi citati per gli interruttori ed i sezionatori) il rapporto di trasformazione, le
prestazioni e la classe di precisione.
Sul lato 132kV si impiegano di solito TA a due nuclei, di cui il primo serve per la misura ed
facilmente saturabile per valori di poco superiori a In, mentre il secondo serve per le protezioni,
ed saturabile per valori fino a 20 In.
Si hanno le seguenti caratteristiche per un TA a 132kV:
96
Per un TA a 15kV, avente un solo nucleo, si hanno tali caratteristiche:
b) trasformatore di tensione
Si hanno come dati caratteristici la tensione nominale, i livelli di isolamento nominale, rapporto
di trasformazione, prestazioni e classe di precisione. Si hanno le seguenti caratteristiche :
SCARICATORI
Gli scaricatori sono posti nelle stazioni per proteggere dalle sovratensioni il macchinario e le
apparecchiature. In generale si trova lo scaricatore a monte del trasformatore 132/15kV.
Si usano solitamente scaricatori di tipo a resistenza non lineare, specialmente su reti con correnti di
corto circuito molto elevate, mentre gli scaricatori ad espulsione trovano il loro impiego soprattutto
in reti di distribuzione rurale.
In particolare gli scaricatori a resistori non lineari (o a resistenza variabile) sono costituiti da una
serie di spinterometri collegati a terra attraverso un gruppo di apposite resistenze di materiale
ceramico aventi laspetto do blocchi porosi. La loro caratteristica quella di avere una resistenza
che diminuisce con laumentare della corrente: per le intense correnti di fulmine la resistenza
piccola, mentre diviene notevolmente pi elevata per la corrente susseguente a frequenza
industriale. Questi resistori limitano perci lintensit della corrente susseguente, dopo il passaggio
della sovratensione, a valori che ne assicurano lo spegnimento da parte degli spinterometri disposti
in serie.
In generale i resistori sono realizzati mediante materiali porosi semiconduttori ottenuti per impasto
e cottura di sostanze isolanti ceramiche e di materiali conduttori; la forte resistenza alla tensione
normale dovuta al fatto che gli elementi conduttori sono separati gli uni dagli altri; in caso di
sovratensione la sezione di passaggio offerta alla corrente di scarica aumenta automaticamente
allaumentare della corrente stessa perch aumenta il numero di piccoli archi che, in parallelo,
permettono il passaggio da un elemento allaltro; la resistenza offerta alla corrente di scarica diventa
cos assai piccola.
97
Le caratteristiche di questi scaricatori sono di avere una capacit di scarica limitata ed una tensione
restante abbastanza elevata dovuta alla caduta di tensione nei blocchi porosi. Per contro la loro
installazione non ha alcuna limitazione dovuta al potere di interruzione della corrente a frequenza
industriale susseguente, perch essi autolimitano tale corrente per mezzo dei resistori incorporati.
Le caratteristiche fondamentali di uno scaricatore sono le seguenti:
tensione nominale: valore pi alto della tensione di esercizio ammessa ai capi dello scaricatore.
Tensione di adescamento a frequenza industriale: valore efficace della pi bassa tensione a
frequenza industriale che provoca linnesco dello scaricatore.
Corrente di scarica nominale: ampiezza della corrente per cui dimensionato lo scaricatore; esso
deve essere in grado di scaricare detta corrente un numero illimitato di volte senza subire danni.
Tensione residua: valore della tensione che si presenta ai capi dello scaricatore quando viene
attraversato dalla corrente di scarica nominale.
Tensione di adescamento ad impulsi: valore di cresta della tensione impulsiva con il quale si ottiene
il sicuro adescamento dello scaricatore. Si hanno le seguenti caratteristiche:
Il livello di protezione dello scaricatore definito dalle sue caratteristiche di funzionamento; per
uno scaricatore a resistori non lineari rappresentato dal maggiore fra i valori della tensione di
innesco 100% ad impulso e della tensione residua in corrispondenza al potere di scarica nominale.
Gli scaricatori ad ossido metallico sono una tecnica relativamente nuova che si va affermando nel
campo degli scaricatori, dopo una prima fase sperimentale, in sostituzione dei modelli a resistori
non lineari, muniti di spinterometri.
Gli scaricatori ad ossido di zinco sono composti da una serie di varistori elementari, cio da blocchi
cilindrici compatti ottenuti per sinterizzazione di una miscela di polveri costituita per la maggior
parte da un semiconduttore che lo ZnO, con il drogaggio di altri ossidi.
Tali scaricatori, inoltre, non sono muniti di spinterometri in serie e perci sono sempre percorsi da
una corrente verso terra, eppure di valore molto basso. Date le sue caratteristiche di funzionamento,
non ha significato la definizione di tensione di adescamento; il suo livello di protezione
rappresentato dalla tensione residua in corrispondenza al potere di scarica nominale.
Protezione distanziometrica
Si tratta di protezioni sensibili allimpedenza, di norma alla sequenza diretta, della linea; tale
parametro, a differenza della sola corrente, infatti univocamente collegato alla zona protetta dal
rel e rimane costante al variare dello stato del servizio. Ricordando che una linea elettrica
simmetrica ha una impedenza chilometrica alla sequenza diretta costante, si deduce che la misura
dellimpedenza proporzionale alla misura della distanza, per cui un rel che sia in grado di
misurare limpedenza fra punto distallazione del rel stesso e leventuale punto di guasto, e di
determinare la direzione della corrente, pu stabilire se il guasto interno al tronco di linea che
deve proteggere. Il principio base di misurare la tensione e la corrente che si hanno nel punto
distallazione del rel: dal loro rapporto viene determinata limpedenza del tronco di linea compreso
fra il punto di guasto e lo stesso punto distallazione del rel. La protezione a distanza consta di tre
parti principali e cio il dispositivo di avviamento, quello di misura della distanza e un elemento
direzionale. Il primo serve ad avvertire il guasto e ad attivare gli elementi di misura dellimpedenza.
Il secondo misura la distanza compresa tra il rel e il guasto e stabilisce in corrispondenza il tempo
98
di scatto. Il terzo infine ha lo scopo di bloccare il funzionamento della protezione quando lenergia
che alimenta il guasto diretta dalla linea protetta verso le sbarre. La protezione distanziometrica,
usata per le reti AT, una protezione a gradini di tempo dipendenti dellimpedenza, la quale serve a
disinserire con selettivit tutti i guasti a carattere di corto circuito. La caratteristica dintervento a
cinque gradini di tempo, dei quali i primi tre sono funzione dellimpedenze misurate, il quarto
dipende solo dalla direzione, ed il quinto indipendente della direzione; i gradini di tempo sono
regolabili con continuit, ed indipendenti uno dallaltro.
La protezione con rel di massima corrente pu applicarsi, con qualche vantaggio, solo su reti
radiali semplici ossia su reti alimentate in un solo punto con linee disposte in modo da costituire una
struttura ad albero. Nel caso di reti con alimentazioni in pi punti o di reti ad anello con
alimentazione in un solo punto, si pu ancora adottare la protezione con rel di massima corrente
completata per con rel direzionali.
I diversi modi per realizzare la selettivit delle protezioni con rel di massima corrente si possono
classificare in:
- selettivit per gradini di corrente;
- selettivit per gradini di tempo;
- selettivit mista per gradini di corrente e di tempo.
La selettivit per gradini di corrente ( o amperometrica) rappresentata in figura A e consiste
nellassegnare alla protezione a monte una soglia di intervento superiore di quella a valle. In genere
la selettivit amperometrica si pu ottenere solo fino ad un valore di sovracorrente non superiore
alla soglia di intervento rapido della protezione dellinterruttore a monte.
La selettivit per gradini di tempo (o cronometrica) ottenuta assegnando allinterruttore a monte
un ritardo di intervento maggiore di quello dellinterruttore a valle.
Nelle reti di tipo radiale le correnti causate dai guasti tra le fasi percorrono le linee in una sola
direzione: quella della sorgente di alimentazione verso il punto di guasto. A partire dalla protezione
del circuito terminale, si pu stabilire in modo univoco, quali protezioni tra quelle interessate dalla
corrente di guasto, siano quelle pi vicine al guasto e predisporre quindi un sistema selettivo per
gradini di tempo.
A questo scopo occorre coordinare i tempi di intervento dei rel in modo che, per ogni
situazione di guasto,la differenza tra il ritardo di intervento di una qualsiasi protezione e quello
della protezione immediatamente a monte sia almeno uguale alla somma dei tempi di
interruzione dell interruttore a valle e del tempo di inerzia della protezione a monte.
Per la protezione contro i guasti tra le fasi si possono quindi impiegare rel di massima corrente
ritardati, che misurano la corrente di ciascuna fase. A seconda dellimpianto si impiegano rel a
due soglie ritardate a tempo indipendente (una lenta e una rapida ), o rel con una prima soglia a
tempo dipendente ed una seconda soglia a tempo indipendente.
La selettivit mista (figura B) pu essere considerata un miglioramento di quella amperometrica
ed ottenuta introducendo un ritardo nella caratteristica della protezione dellinterruttore a
monte.
Nelle reti di distribuzione, le linee MT delle cabine primarie sono dotate di protezioni contro il
corto circuito polifase e i sovraccarichi con rel di massima corrente ad intervento istantaneo per
correnti maggiori di 900- 1000 A ed intervento ritardato (1s) per correnti superiori a 1,2 volte il
limite termico dei conduttori (con verifica che tale valore sia inferiore all85% del valore della
corrente minima di corto circuito polifase della linea).
Nella tabella 1 e nella figura C sono riportate le tarature delle protezioni di massima corrente di
un trasformatore e delle linee MT alimentate per fornire un esempio di selettivit ottenuta con il
coordinamento delle protezioni di massima corrente. Il coordinamento con le protezioni poste a
99
monte effettuato temporizzando lintervento della protezione di massima corrente
dellinterruttore generale di MT del trasformatore a 1.5 s per correnti maggiori di 1.4 volte la
corrente nominale secondaria del trasformatore ed eliminando lintervento istantaneo figura 24.
i sistemi di protezione utilizzati sulla rete MT degli impianti utilizzatori industriali sono basati
nella maggior parte dei casi sullutilizzo di protezioni di massima corrente la cui selettivit
dellintervento si ottiene regolando il ritardo. A queste protezioni si pu aggiungere la
protezione differenziale di zona per gli elementi di rete che rivestono particolare importanza per
la loro criticit nellimpianto.
Fig.A Fig.B
Fig.C
100
Max corrente Max corrente Max corrente Richiusur
Ist. Rit. Rit. Rit. Ist. Rit. a
(sec)
Valori di Ritardo 0 0,5 1,5 0 1
Taratura (sec) TRR=0,3
Corrente 10 IN1 3 IN1 1,4 IN2 900A (*) TRL=30
A, p.u.
Molti dei problemi di esercizio legati alle protezioni dipendono dalla non corretta realizzazione
dello studio di selettivit. La conoscenza e la verifica delle correnti di guasto massime e minime
(fase-fase e fase-terra) un dato di partenza necessario per lo studio del coordinamento. Il
coordinamento risulta facilitato dalla presenza di trasformatori fra una sbarra e laltra in serie; in tal
caso netto lo scarto tra i valori delle correnti di corto circuito e la selettivit pu essere impostata
sui valori delle correnti e non solo del tempo. Ai fini di realizzare un razionale coordinamento delle
protezioni occorre conoscere per ogni elemento dellimpianto la corrente nominale (per il
macchinario e lapparecchiatura) o la portata (per le condutture), nonch, nel punto dinstallazione
dellapparecchio di manovra (interruttore), la corrente di impiego che corrisponde alla potenza
massima normalmente trasmessa e la corrente di corto circuito. Tali dati dovranno essere confrontati
con quelli dellapparecchio e del dispositivo di protezione.
Un razionale complesso di protezioni contro i sovraccarichi dovr:
- avere corrente nominale superiore alla corrente di impiego del circuito;
- avere corrente di intervento poco superiore alla portata degli elementi del circuito, in modo da
garantire, tenuto conto del tempo di intervento, che nel macchinario e nelle condutture non si
raggiungano temperature pregiudizievoli per la loro durata di vita.
RELE BUCHHOLZ
101
Lapparecchio montato sulla tubazione che collega la parte superiore del cassone al conservatore
dellolio, in posizione quindi adatta per essere raggiunto dalle bolle di gas che si formino in un
punto qualsiasi allinterno del trasformatore. Il gas, raccogliendosi nella parte pi alta
dellapparecchio e cacciandone lolio, fa abbassare per primo il galleggiante superiore il cui
contatto aziona un segnale di allarme; continuando lo sviluppo di gas, o in caso di guasto grave,
verificandosi un forte sviluppo di gas, o un urto nella massa dellolio, interviene anche il secondo
galleggiante che comanda la messa fuori servizio della macchina.
Questo tipo di protezione usato universalmente per la sua semplicit, economicit e per il suo
ottimo funzionamento.
E importante sottolineare il fatto che tale tipo di rel pu dar luogo a funzionamenti intempestivi
causati da bollicine daria rimaste imprigionate nel trasformatore allatto del montaggio o introdotte
dalle pompe di circolazione dellolio; per questo il rel provvisto di un rubinetto attraverso il
quale si pu prelevare un campione del gas che ha provocato lallarme ed accertarne la natura,
prima di procedere allo smontaggio del trasformatore.
Nei sistemi con neutro isolato i guasti tra fasi e landata a terra di due o tre fasi costituiscono dei
cortocircuiti, che possono quindi venire eliminati con i sistemi di protezione gi descritti.
La messa a terra di una sola fase invece non costituisce un cortocircuito, chiudendosi il circuito di
guasto solo attraverso la resistenza di guasto e le capacit verso terra delle fasi sane della linea
guasta e delle altre linee costituenti la rete in parallelo.
La corrente di guasto risulta quindi quella che attraversa tali capacit e non sufficiente ad
assicurare lintervento di una normale protezione.
Daltra parte landata a terra di una fase in una rete a neutro isolato pu avere conseguenze molto
spiacevoli soprattutto se la tensione abbastanza elevata e la rete estesa, perch in tal caso la
corrente di guasto pu essere tuttaltro che trascurabile e larco che si stabilisce tra il conduttore e
la terra non si spegne da s.
E quindi della massima importanza poter eliminare rapidamente e selettivamente anche le masse a
terra monofasi. Analoghe considerazioni possono essere svolte per le reti aventi il neutro a terra per
mezzo di unimpedenza di valore relativamente elevato, tale da dar luogo a correnti per guasto
monofase a terra non superiori alla corrente del carico normale delle linee. In questi casi la
protezione contro i guasti a terra pu essere effettuata per mezzo dei rel sensibili alle seguenti
grandezze:
a) tensione omopolare. la rilevazione della tensione omopolare viene effettuata normalmente
sulle sbarre per mezzo di un TV a quarta colonna o di tre TV monofase con i secondari
collegati a triangolo aperto
102
poich la deformazione delle tensioni uguale su tutta la rete, una protezione basata su questa
grandezza per sua natura non selettiva e viene attualmente impiegata come protezione per i
guasti a terra dei circuiti M.T. delle cabine primarie, a monte delle protezioni di linea di cui al
punto c)
b) corrente omopolare. la corrente omeopolare pu venire rilevata su ogni linea per mezzo di
un TA toroidale o per mezzo di tre TA con i secondari collegati in parallelo (collegamento
Holmgreen). La corrente omopolare per definizione:
Ia+ Ib + Ic
I o=
3
e quindi la corrente rilevata ha un modulo triplo di quello della corrente omopolare. Supposti i
carichi sempre equilibrati tale corrente nulla in assenza di guasto in quanto le tre correnti del
carico hanno risultante nulla e le correnti di capacit delle tre fasi di ogni linea sono uguali in
modulo e sfasate di 120 una dallaltra:
e quindi
Nel caso di reti con neutro a terra tramite impedenza la corrente di guasto assume il valore:
( 1+3 j CZ t ) E A
Ig=
Z t + Rg (1+3 jCZ t )
(1+3 j CZt ) Ea 3 j CE a
I g = lim =
Zt Z t + Rg (1+3 j CZ t ) 1+3 jR g
U at +U bt +U ct E a
U nt = =
3 1+ jCR g
Si ricava per la corrente di guasto a terra lespressione in funzione della tensione o omeopolare:
(3) Ig = 3j CU0
E quindi, introducendo questo valore nella (2), la corrente omopolare della linea guasta avr il
valore:
103
essendo C la capacit di una fase dellintera rete, mentre sulla i-esima linea (non affetta dal guasto)
sar:
(5) Ioi=jCiUo
chiaro che per evitare interventi intempestivi leventuale rel di massima corrente omopolare
dovr avere una taratura maggiore del massimo valore che pu assumere Ioi.
La protezione risulta scarsamente sensibile; essa pertanto raramente impiegata per la protezione
delle linee a neutro isolato, mentre di uso comune sulle reti con neutro a terra tramite resistenza.
c) potenza reattiva omopolare. si basa sulla rilevazione linea per linea del prodotto vettoriale
Qo=Uo3Io; poich nelle reti a neutro isolato Uo ed Io sono sempre in quadratura, si pu scrivere:
(6) |Qo|=3UoIo,
dove Io dato dalla (4) per la linea guasta e dalla (5) per le linee sane.
La protezione applicabile purch sia C > C n, ovvero vi siano almeno due linee allacciate alle
stesse sbarre. La potenza reattiva omopolare cambia segno nella linea guasta e perci il rel
utilizzato basa la propria selettivit sulla direzione del flusso della potenza reattiva e non sul suo
modulo.
In fig.D riportata la caratteristica limite di una protezione direzionale di terra di tipo statico con
sensibilit di 5 mA per la corrente e del 5% per la tensione; questo tipo di protezione attualmente
il pi diffuso sulle reti M.T. a neutro isolato per la protezione delle linee in uscita dalle cabine
primarie. La sensibilit della protezione deve essere scelta in modo da rilevare anche i guasti di
elevata impedenza, evitando interventi intempestivi che potrebbero essere dovuti a tensione e
correnti omopolari di disturbo presenti anche in condizioni di regolare esercizio.
Fig.D
104
Il dimensionamento della linea, una volta scelta la tensione di esercizio, consiste nella
determinazione della sezione da adottare. Questo pu essere effettuato con uno dei seguenti criteri:
criterio termico: la corrente I e la densit di corrente ammissibile valgono:
I=
sSk
;
=
S
sk
,
Ove s ed S sono rispettivamente la superficie disperdente per unit di lunghezza del conduttore e
larea di tale sezione; k ladduttanza termica totale; la resistenza specifica del conduttore; la
sovratemperatura del conduttore rispetto allambiente. Si osserva che la densit di corrente non
dipende dalla lunghezza del conduttore. Poich per gli altri criteri, come si vedr, la lunghezza della
linea influisce negativamente, ne risulta che per linee molte corte diventa prevalente il criterio
termico: cos, per esempio, il dimensionamento delle sbarre collettrici effettuato sulla base di tale
criterio, completato da considerazioni relative agli elevati sforzi elettrodinamici cui esse sono
soggette.
Criterio della massima caduta di tensione ammissibile: la caduta di tensione in valore relativo si
calcola con la formula approssimata:
rP+ xQ
U =L
U 22 ;
ove r e x sono la resistenza e la reattanza per unit di lunghezza della linea. Nel caso in cui Q sia
nulla o x sia trascurabile rispetto ad r, come per i cavi di sezione modesta ed a tensione non troppo
elevata, fissata la caduta di tensione ammissibile possibile determinare la sezione necessaria come
il valore normalizzato pi prossimo alla determinazione:
LP
S= 2
U 2 U .
Nel caso generale non possibile ricavare dalla formula approssimata della caduta di tensione, la S
data la dipendenza non semplice di x da S. E possibile per ritenere x pressoch indipendente dalla
tensione e pari a circa 0.4, 0.3, 0.1 /km rispettivamente per linee aeree ad A.T., M.T. e per
cavi;ricavare dalla formula: U1= U2+ZI2=U2(R+jX)(I2cos+jI2sen) un valore di prima
approssimazione di S; eventualmente affinare successivamente il procedimento ricalcolando x ed
individuando un nuovo valore di S.
In ogni caso, comunque, questo criterio quello impiegato prevalentemente nel dimensionamento
delle linee a media o bassa tensione, l dove i problemi inerenti ad una limitazione della caduta di
tensione si fanno particolarmente sentire.
Criterio della massima perdita ammissibile: per le linee di trasmissione di una certa importanza
necessario contenere entro limiti prefissati (circa pari al 45%) la potenza perduta. Supponendo
trascurabile linfluenza dellammettenza trasversale, si ricava:
2
P nRI n LP
p= = = 2 2
P P S U 2 ;
105
ove n il numero dei conduttori e un coefficiente che vale cos in corrente alternata monofase,
3cos in corrente alternata trifase. Fissato p , subito determinata la sezione S:
n LP
S=
P r 2 U 22 .
Dopo lanalisi teorica per il calcolo elettrico delle linee corte, occorre dimensionare la sezione del
conduttore di rame necessaria per la linea aerea trifase a 15kV lunga 10km, che trasporta 11MW a
cos = 0.85 per 2.500 ore in un anno.
La corrente che percorre la linea risulta:
11000
I= =564 A
3150 .75
- criterio termico; per un conduttore di sezione circolare di diametro d la sezione S = d2/4 e la
superficie disperdente s = d; si ricava pertanto:
2 d 3
2
3 4 I
I= d= 2
4 dalla quale si ha:
d=
417 . 8564 2
3
21030
=19 .7 mm
ESERCIZIO N5
106
- poich lo stabilimento ha cicli lavorativi solo diurni, si valuta in 12kW la potenza
occorrente per lalimentazione dei servizi notturni.
LE CABINE ELETTRICHE:
Generalit
Per cabina si intende una officina elettrica connessa a sistemi di I (B.T.) e II (M.T.) categoria o solo
di II categoria e desinata ad almeno una delle seguenti funzioni: trasformazione, conversione,
regolazione e smistamento dellenergia elettrica. Unaltra classificazione pu essere fatta
distinguendo tra cabine pubbliche e private. Le cabine pubbliche, sono quelle di propriet dellente
distributore dellenergia elettrica e servono per lalimentazione degli utenti in corrente alternata
monofase a 230V e trifase 400V.
Normalmente impiegano un solo trasformatore, di potenza non molto elevata, e non hanno
strumenti di misura, in quanto non sono presidiate e, inoltre, perch la misura dellenergia viene
effettuata direttamente presso lutente. Possono essere distinte in cabine urbane o rurali, a seconda
della loro ubicazione. Le prime sono generalmente in muratura, mentre per le seconde viene usata, a
volte, la soluzione allaperto, direttamente sul traliccio della linea M.T. Le cabine private sono
invece di propriet dellutente e servono sia per lalimentazione di utenze civili che industriali, con
fornitura dellenergia in M.T. Trattandosi di cabine private lutente deve mettere a disposizione
dellente distributore degli appositi locali, accessibili al personale dellente, in cui si possa installare
107
il gruppo di misura, i relativi trasformatori TA e TV e le apparecchiature di manovra di competenza
dellente.
Nelle cabine per impianti elettrici di distribuzione si ha in genere solo trasformazione (fig.A),
trasformazione e smistamento (fig.B) solo smistamento (fig.C)
Oss:
la scelta dello schema di distribuzione delle cabine M.T/B.T dipende dai vari fattori, fra i quali i pi
significativi sono:
- tipologia della rete di alimentazione (radiale, ad anello, magliata);
- potenza elettrica da alimentare;
- specifiche esigenze di qualit e continuit di servizio.
Nelle reti pubbliche si tende oggi ad operare cabine con un solo trasformatore. Nelle reti industriali,
per esigenze di servizio, talvolta necessario adoperare cabine con pi trasformatori. In questo caso
consigliabile cercare di evitare il funzionamento in parallelo di 3 o pi trasformatori per non
incorrere in correnti di corto circuito eccessive.
RIFERIMENTO NORMA CEI 11-35
In base alla norma CEI 11-35 si riportano di seguito le definizioni utili a distinguere i diversi tipi di
cabine:
-cabine con apparecchiature prefabbricate:sono cabine create utilizzando apparecchiature
prefabbricate di I e II categoria,con involucro metallico conformi alla relative norme vigenti(CEI
17-6 per la II categoria e CEI 17-13 per la I categoria).
-cabine a giorno: sono cabine che non utilizzano in tutto o in parte apparecchiature prefabbricate
conformi alle relative norme CEI e i cui componenti sono disposti entro una o pi celle segregate da
pareti non metalliche o metalliche collegate a terra.
-cabine prefabbricate:sono cabine complete di apparecchiature di I e II categoria,trasformatore,
collegamenti, parte ausiliarie e involucro esterno, totalmente costruite, assemblate e collaudate in
fabbrica in conformit a una specifica norma CEI (IEC 1330).
108
Il lato media tensione di una cabina comprende i conduttori e le apparecchiature poste tra lingresso
della linea MT e il trasformatore; le soluzioni costruttive e circuitali adottabili sono diverse, a
seconda del tipo di cabina.
Nel caso di cabina terminale la linea MT non prosegue oltre il punto di installazione della cabina
stessa. La fig.D mostra lo schema del lato M.T. di una cabina con un solo trasformatore, alimentata
come normalmente avviene, con una sola linea.
Il sezionatore S1 munito di coltelli di terra interbloccati con quelli di linea, che servono a
collegare a terra la linea a monte in occasione di lavori; lapertura dei coltelli di linea determina
automaticamente la chiusura di quelli di terra. Il sezionatore S2, anchesso munito di coltelli di
terra, e linterruttore I, servono per le manovre sul lato MT dellutente, linterruttore ha anche il
compito di proteggere dalle sovracorrenti.
Nel caso di potenze installate non molto elevate (fino 400kVA e 40A di corrente nominale primaria)
il gruppo sezionatore-interruttore pu essere sostituito, per ragioni di economicit , da un
interruttore di manovra-sezionatore equipaggiato con una terna di fusibili MT per la protezione
dalle sovracorrenti (fig.E).
109
Oss: nel caso di cabina inserita in una linea ad anello, o comunque alimentata in derivazione, lo
schema dellingresso linea notevolmente diverso: esso infatti deve prevedere un entra-esci che
consenta alla linea di proseguire per lalimentazione delle altre cabine e di alimentarle anche in caso
di guasto su un tratto dellanello. Anche lentra-esci posto allarea riservata alla societ
elettrofornitrice , con ingresso dipendente da quello dellutente (fig. F).
Usando un mezzo isolante diverso dallaria (per esempio esafluoruro di zolfo nelle esecuzioni
blindate) variano anche le distanze da rispettare, diminuendo allaumentare della rigidit dielettrica
del mezzo.
Per i collegamenti tra le diverse parti in media tensione vengono usati anche cavi MT, con tensioni
disolamento commisurate alla tensione nominale del sistema.
APPARECCHI DI MANOVRA
Gli apparecchi di manovra montati sul lato MT devono essere scelti principalmente in base alla
tensione desercizio, alla corrente nominale e al potere dinterruzione. Per quanto riguarda la
tensione occorre che il livello disolamento dellapparecchiatura sia corrispondente alla tensione
massima disolamento del sistema. Quindi per una cabina alimentata, per esempio, a 20kV occorre
scegliere apparecchiature con isolamento proporzionato a 24kV.
La corrente nominale deve essere scelta in base alla corrente che circola nel dispositivo in
condizioni normali desercizio. Supponendo che una cabina abbia le seguenti caratteristiche:
- potenza apparente 800kVA ripartita su due trasformatori;
- tensione nominale 20kV;
la corrente totale sul lato MT data da:
An 1 800103
I1= = =23 A
3 Vn 320103
mentre la corrente per ogni montante dei trasformatori pari alla met (11,5A ).
Occorrer quindi scegliere la portata degli interruttori e dei sezionatori di valore superiore a quelli
su indicati, a seconda del punto in cui sono installati.
Per quanto riguarda la scelta del potere dinterruzione occorre far riferimento al valore della potenza
di corto circuito della rete di alimentazione, nel punto dinstallazione della cabina, dato che viene
fornito dalla societ distributrice e che normalmente varia da 350 a 1000MVA.
Indicando con Acc tale potenza , con Icc la corrente di corto circuito e con Vm il valore della
tensione massima di riferimento dellisolamento, si ha:
110
Acc= 3VmIcc
Acc 1
Icc=
3 Vm
Gli interruttori MT posti non allingresso della cabina dovrebbero avere, in teoria, un potere
dinterruzione minore, in quanto limpedenza dei collegamenti a monte limita il valore della
corrente di corto circuito: in realt tale impedenza talmente esigua da non far variare
significativamente il valore della corrente di corto circuito e quindi si scelgono interruttori aventi
tutti lo stesso potere dinterruzione.
Per quanto riguarda i tipi costruttivi vengono usati generalmente sezionatori a semplice
interruzione; se la cabina accessibile anche a personale non addestrato consigliabile usare
sezionatori sotto carico e non a vuoto, per evitare manovre errate, come lapertura del sezionatore
quando vi corrente nel circuito. Esistono comunque, nelle cabine poste in quadri prefabbricati, dei
dispositivi di blocco che evitano le manovre errate. Per gli interruttori la scelta ampia, dato che
possibile installare interruttori a piccolo volume dolio, a SF6 deion in aria, sottovuoto. La scelta
dovr essere dettata dai criteri tecnico-economici relativi allingombro, al costo e alle prestazioni
richieste.
Quelli a olio ridotto non vengono ormai pi usati per la loro pericolosit.
Quando la protezione dal corto circuito affidata a fusibili vengono usate cartucce cilindriche
montate su due isolatori, con attacchi a baionetta, eventualmente manovrabili per mezzo di un
fioretto. La scelta della corrente nominale, del potere dinterruzione e della tensione avviene in
modo analogo agli interruttori.
Pt = P1 + P2 + P3 + P4 + P5 = 200 + 15 + 10 + 24 + 30 = 279kW
Pt 279
At = = =310 kVA
cos 0,9
Pt 12
A 2= = =13 , 3 kVA
cos 0,9
111
Si installer un trasformatore da 16kVA.
Dallo schema si evince che i due trasformatori hanno il primario collegato alla stessa sbarra MT,
mentre i secondari risultano essere separati in quanto i periodi di funzionamento hanno tempi
differenti. Di seguito sono riportati le caratteristiche dei due trasformatori trifase in olio
TR1 TR2
Frequenza nominale 50Hz 50Hz
Livello di isolamento Vm 24kV 24kV
Tensione nominale primaria V1n 20kV 20kV
Tensione secondaria a vuoto V20 400V 400V
Potenza apparente nominale An 400kVA 16kVA
Perdite per effetto Joule nominale Pjn 5600W 530W
Tensione di c.to c.to percentuale Vcc% 4,2% 4,3%
Si calcolano i parametri equivalenti dei due trasformatori per il calcolo della corrente di corto
circuito al secondario mediante lausilio delle seguenti formule:
''V 220Vcc
Ze =
100An
An 1
I2 n= Xe'' = ( Ze'' )2 ( Re'' )2
3 V 20
Pjn 3 E220
Re''= Xr Zr=
3 In 2 Acc
Dove:
I2n corrente nominale al secondario del trasformatore;
Re, Ze, Xe parametri equivalenti secondario del trasformatore;
Xr reattanza equivalente della rete a monte riportata al secondario avendo supposto che la rete a
monte di resistenza trascurabile.
Mentre per il lato primario si utilizzer la seguente formula:
Acc
I cc 1=
3Vm
TR1 TR2
Icc1 16,8kA 16,8kA
Xr 0,229m 0,229m
I2n 577A 23,1A
Re 5,6m " 0,331
Ze 16,8m 0,43
Xe 15,8m 0,274
Si riporta il circuito equivalente per il calcolo delle correnti di corto circuito sul lato BT:
"
112
Analizzando il circuito occorrer determinare limpedenza totale equivalente per il primo
trasformatore:
2
Zt=(Re \) rSup { size 8{2} } + \( ital Xr+ ital Xe rSup { size 8{) =17
Per il secondo trasformatore essendo che ( Xr+Xe) Xe , risulter che Zt Ze .
La corrente di cortocircuito al secondario risulter :
per TR1
V
I cc 2= 20 =13 ,6 kA
3 Zt
Per TR2
V
I cc 2= 20 =537 A
3 Zt
DIMENSIONAMENTO PROTEZIONI
Come specificato nella traccia, i due rami della cabina non funzionano mai contemporaneamente,
pertanto per le protezioni a monte dei trasformatori si far riferimento alla corrente assorbita dal
ramo di potenza maggiore (In):
An
In= =11,5 A
3 V 1n
Per i comandi di manovra e sezionamento sul lato MT,si utilizzano le tabelle fornite dalle case
costruttrici, rispettando i valori di Icc1,In1 , in base alla quale si determiner la tensione di
isolamento nominale, corrente termica nominale, potere di interruzione, la corrente simmetrica e la
corrente di cresta di breve durata.
Per il dimensionamento degli interruttori I2 e I3 sul lato BT dei trasformatori, si deve tener conto
delle loro rispettive correnti nominali e correnti di corto circuito in maniera tale da avere una
corrente nominale dellinterruttore maggiore della In del trasformatore,un potere di interruzione
maggiore della Icc, dati resi noti mediante lutilizzo di tabelle per interruttori in BT.
La scelta per la protezione linee a valle del TR1 viene determinata in modo tale da far riferimento
alla corrente di corto circuito calcolata sul lato BT del trasformatore, la quale rappresenta la soglia
minima del potere di interruzione degli interruttori; mentre per le portate I n dei singoli interruttori
bisogna calcolare le correnti dimpiego dei carichi.
Ipotizzando un cos = 0,9 si calcolano le correnti I4, I5, I6, I7, I8, mediante la formula:
n = 4 8.
I4 = 338 A ;
113
I5 = 25,3 A ;
I6 = 16,9 A ;
I7 = 40,5 A ;
I8 = 50,6 A .
Ovviamente gli interruttori saranno coordinati in base alle portate dei cavi.
CONDUTTORI M.T.
CONDUTTORI B.T.
114
I 2n 577
s= = =288 , 5300 mm2
j 2
Quindi si utilizzer una sbarra per fase di dimensione 60x5mm e per il neutro una sbarra pari a s/2
cio 30x5mm.
Per il secondo trasformatore invece delle sbarre, possiamo realizzare una linea in cavo il cui
dimensionamento verr effettuato tenendo conto della lunghezza della linea, oltre che della
corrente; ovviamente il cavo verr protetto con opportuno interruttore coordinato.
Ogni linea uscente dalla sbarra BT e il cavo che parte dal secondario del trasformatore2 andranno
ad alimentare dei quadri di zona; si assegna ad ogni linea una lunghezza e vengono calcolate
rispettivamente, le sezioni e le relative protezioni.
Essendo lalimentazione trifase con neutro, vengono utilizzati cavi multipolari in gomma del tipo
FG7OR, temperatura ambiente di 25C . Il cavo posato singolarmente in passerelle forate con
coefficiente di contemporaneit e utilizzo pari a 1 in quanto le utenze lavorano tutte
contemporaneamente, e infine si assegna una caduta di tensione percentuale del 2% su ogni linea.
LINEA 1
P1 = 200kW I4 = 338 A;
si calcola il momento amperometrico: MA = I4 l = 338 25 = 8450 Am
essendo la c.d.t del 2% V = 2% 400 = 8V = 8000mV;
V 8000 mV
= =0, 946
M A 8450 Am ;
con lausilio delle tabelle relative ai cavi si individua la sezione opportuna che risulta essere di 50
mm2; ovviamente bisogner verificare tale sezione mediante un opportuno procedimento.
Per ogni sezione deve risultare che:
Iz > I B ;
Iz la portata del cavo e vale: I z = k1 k2 I0 dove k1 e K 2 sono due coefficienti, il primo dipende
dalla temperatura, il secondo dalla presenza di altri cavi posti in vicinanza dal conduttore
considerato, I0 la corrente massima che il cavo pu sopportare.
IB la corrente di impiego.
IB in tal caso uguale a I4,
Iz = 1,06 1 192 = 203 A, poich deve essere che I z > IB la relazione non risulta verificata, quindi
si utilizzer una sezione maggiore procedendo con il calcolo della I0 mediante la formula:
IB
I 0= =318 , 86 A
k1 k2 ;
dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1 si ricerca un cavo che sopporti una corrente pari o superiore al
valore determinato e si adopera la relativa sezione indicata. La sezione nel caso in esame risulta
essere di 120mm2 , la I0 > Iz pertanto soddisfatta la verifica del cavo.
Il procedimento del tutto analogo per il calcolo delle sezioni che interessano le restanti linee.
IMPIANTO DI TERRA
Il valore della corrente di guasto a terra e il tempo di eliminazione del guasto da considerarsi ai fini
del dimensionamento della rete di terra devono essere richiesti allazienda distributrice nel caso di
collegamento diretto alla rete pubblica di II categoria.
In tutti gli altri casi la corrente di guasto a terra per il dimensionamento della rete di terra pu essere
calcolata nei seguenti modi:
- per le reti di II categoria: secondo la guida CEI 11-25;
- per le reti di II categoria esercite con neutro isolato: secondo la norma CEI 11-8;
- per le reti di I categoria: secondo la norma CEI 64-8 e la guida CEI 11-28
DK5600
I locali cliente, consegna e misura devono essere dotati di un unico ed idoneo impianto di
terra rispondente alle norme vigenti (in particolare alla Norma CEI 11-1 Impianti elettrici
con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata ed alla Guida CEI 11-37 Guida per
lesecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali per sistemi di I, II e III
categoria la cui progettazione e realizzazione a totale carico del cliente.
Il contributo della rete MT in cavo del cliente alla corrente di guasto monofase a terra dellintera
rete MT, a neutro isolato, in mancanza altre informazioni, pu essere calcolato con la seguente
formula:
IF=Ic = 0.2 x U x L
dove U la tensione nominale della rete in kV ed L la somma delle lunghezze in km
delle linee in cavo del cliente,collegate tra loro durante l'esercizio.
Con riferimento a reti con correnti di guasto monofase franco a terra non minore di 15 A a 20 kV,
tale valore consente alla protezione di individuare guasti monofase a terra con resistenza di guasto
almeno fino a 2 k. Nel locale consegna dovr essere previsto un apposito bullone a morsetto per il
collegamento delle masse delle apparecchiature ENEL allimpianto di terra.
Il cliente rimane proprietario e responsabile dellintero impianto di terra anche ai fini dellesercizio
e della conseguente manutenzione.
Limpianto di terra deve essere dimensionato sulla base della corrente di guasto a terra sulla rete MT
di alimentazione e del tempo di eliminazione del guasto a terra da parte delle protezioni ENEL.
Anche se limpianto di consegna compreso in un area urbana concentrata dove Enel Distribuzione
ha individuato un impianto di terra globale ai sensi della Norma CEI 11-1, limpianto di terra di cui
sono dotati i locali cliente, consegna e misura sar costituito almeno da un anello equipotenziale con
4 picchetti ai vertici e, con riferimento alla norma CEI 11.1, dovr essere:
- realizzato secondo le regole della buona tecnica;
- di caratteristiche tali che ne garantiscano la resistenza meccanica e alla corrosione;
- rispondente ai requisiti termici.
116
In ogni caso Enel Distribuzione non pu garantire nel tempo la sussistenza dellimpianto di terra
globale.
Ai sensi dellarticolo 2 del DPR 22 ottobre 2001 n.462, prima dallentrata in servizio dellimpianto,
il cliente dovr far effettuare allinstallatore la verifica dellimpianto di terra e
consegnare ad ENEL la dichiarazione di conformit rilasciata dal medesimo, corredata della
descrizione di massima delle caratteristiche e della configurazione limpianto di terra stesso. Tale
documentazione dovr contenere pure i valori della resistenza di terra e i valori delle eventuali
tensioni di contatto misurate.
Il cliente si impegna ad inviare ad ENEL comunicazione contenente gli esiti e i valori rilevati
durante le verifiche periodiche eseguite a sua cura e spese alla scadenza indicata dalle
prescrizioni di legge.
In ogni caso i dati ricavati dal documento allegato alla Dichiarazione di conformit devono essere
riportati su un Modello O (D.M. 12.9.1959), da conservare in copia nel locale di consegna.
Laggiornamento del Modello O sar curato dal personale ENEL sulla scorta dei dati forniti dal
cliente. Laggiornamento stesso verr effettuato ogni qualvolta il cliente avr apportato modifiche al
proprio impianto di terra ovvero a seguito di variazioni significative e permanenti di IF (corrente
di guasto monofase a terra) e/o tF (tempo di eliminazione del guasto) per cambio dello stato del
neutro MT e/o ed aumento notevole della cavizzazione (comunicate da ENEL
con la lettera in allegato L4), si deve procedere ad effettuare le necessarie valutazioni inerenti le
condizioni di sicurezza.
Qualora debbano essere effettuate le misure di tensioni di contatto, il cliente dovr preavvisare
ENEL che si render disponibile per lesecuzione in sicurezza delle stesse.
ESERCIZIO N6
Vn = tensione nominale
P = potenza installata sul quadro
KcxKu = coefficiente di contemporaneit e dutilizzo
Cos = fattore di potenza
D = lunghezza in m della linea da installare
n = numero di linee nel medesimo condotto.
SVOLGIMENTO
118
La scelta del trasformatore molto importante in quanto condiziona sia la configurazione della
cabina, che il valore economico dellimpianto, in effetti a parit di potenza da istallare lutilizzo di
due trasformatori anzich di uno raddoppia il costo distallazione.
Lesigenze di continuit di servizio sono meglio soddisfatte utilizzando due unit di trasformazione,
in maniera tale che in presenza di un guasto si pu continuare ad alimentare limpianto a potenza
ridotta con lausilio del trasformatore posto in parallelo.
Supponendo di fornire una potenza di 500kVA , si installeranno due trasformatori di potenza pari a
315kVA che nel funzionamento normale lavoreranno a circa l80% del carico nominale; c la
possibilit di fornire al carico circa il 65% della potenza nominale, anche quando uno dei due
trasformatori fuori servizio.
In generale si pu dedurre che per valori di potenza inferiori a 200kVA si utilizza certamente un
solo trasformatore, mentre per potenze superiori 1000-1600kVA si suddivide la potenza su pi
unit, mentre nella fascia intermedia occorre valutare lesigenze di continuit di esercizio e quelle
economiche.
Per la determinazione della potenza da installare si valuta la potenza convenzionale mediante i
fattori di utilizzazione e contemporaneit.
Il fattore di utilizzazione (Ku) definito come il rapporto tra la potenza mediamente assorbita
dallutilizzatore e la sua potenza nominale; il suo valore permette di calcolare la potenza media
nelle condizioni di servizio in funzione di quella di targa.
Il fattore di contemporaneit (Kc) , invece, il rapporto tra la potenza media totale e la somma delle
singole potenze, ed il suo valore sempre 1; se Kc=1 significa che tutte le utenze funzionano
contemporaneamente.
Analizzando i dati dellesercizio si determina la potenza totale installata:
8
Pt= Pi=( 70+50+ 100+60+80+60+ 40+120 ) =580 kW
i=1
Considerando un fattore di potenza pari a 0.9 si valuta la potenza nominale del trasformatore:
PCONTR . 487200
An= = =541 kVA
cos 0 .9 .
119
Prevedere un margine di potenza serve a far funzionare il trasformatore in condizione di massimo
rendimento, generalmente intorno ai di carico. Bisogna tener presente che laumento di potenza
non influisce in maniera significativa sul dimensionamento delle apparecchiature e dei conduttori
lato MT, che hanno sempre portate sovrabbondanti rispetto alle reali esigenze elettriche.
Si procede pertanto al calcolo della potenza richiesta del trasformatore utilizzando la seguente
relazione:
At ( 0.An75 )=865 kVA .
Si utilizzeranno quindi due trasformatori in parallelo di potenza pari a 500kVA, modello Dyn11,
isolato in resina con Vcc%= 6%.
Occorre,ora, dimensionare i cavi di collegamento in bassa tensione, tra i trasformatori e i relativi
interruttori di macchina, il calcolo richiede la conoscenza di alcuni parametri quali:
- corrente di impiego IB;
- caduta di tensione percentuale sulla linea;
- tipo di cavo o barre di rame;
- tipo di posa;
- lunghezza linea;
- k1 coefficiente legato alla temperatura ambiente;
- k2 coefficiente legato alla presenza di altri conduttori attivi nelle vicinanze.
Nel caso in esame sono trascurabili la lunghezza del cavo e la caduta di tensione percentuale,
utilizzando cavi unipolari isolati in gomma EPR con guaina in PVC, posati su passerelle forate, si
determina la sezione del cavo:
An 500000
I B= = =722 A
3 Vn 3400 .
Per determinare la sezione del cavo deve essere verificata la relazione: I Z IB, dove IZ la portata
del cavo.
IB
Io
Essendo IZ = k1*k2*Io deve risultare che: k 1k 2 ; Io la portata in aria alla temperatura di
30C relativa al metodo di istallazione previsto.
Si procede al dimensionamento delle linee facente parte della distribuzione primaria. In prima
analisi occorre determinare le correnti assorbite dai singoli carichi mediante la formula generale:
PiKcKu
Ii=
3 Vn cos
i = 1 8.
120
I4 = 67.43 A
I5 = 101.15 A
I6 = 81.6 A
I7 = 51.376 A
I8 = 130.05 A
Per la distribuzione primaria disponibile una caduta di tensione pari all1%, quindi:
V = 1% * 400 = 4 V = 4000 mV ; il momento amperometrico M A espresso in Am viene
determinato moltiplicando la corrente dimpiego per la lunghezza della linea, effettuando un
rapporto tra la caduta di tensione e il momento si pu determinare la sezione del conduttore.
Ovviamente il calcolo viene reso possibile mediante lausilio delle norme CEI-UNEL 35024/1
riferite al dimensionamento della linea per cavi multipolari isolati in gomma EPR con guaina in
PVC, aventi un livello di isolamento 0.6/1 kV posati su passerella forata.
MA = I2 * l = 68 * 50 =3400 Am;
mV 4000
= =1 . 176 sez .=35 mmq
Am 3400 ;
verifica: IZ IB;
IZ = k1*k2*Io = 1.04 * 0.82 * 158 = 134.74 A.
Da ci si deduce che la relazione sopra descritta verificata.
verifica: IZ IB;
IZ = k1*k2*Io = 1.04 * 0.82 * 246 = 209.7 A.
Da ci si deduce che la relazione sopra descritta verificata.
122
Con lutilizzo del catalogo (SCHNEIDER) relativo ai dispositivi di protezione in bassa tensione si
sceglie il seguente interruttore:
Tipo C801N
In =801 A
Icu = 50 kA
Ics = 50% Icu
Sganciatore elettronico STR25DE
Ith = 0.4 1 * In
Im = 1.5 10 * Ith.
Per quanto riguarda le protezioni relative alle linee in uscita, il procedimento del tutto analogo,
con la solo differenza che il potere dinterruzione risulta essere:
P.d.I. 2Iccmax = 24066 25 kA
* per la linea 3 poich non era verificato il coordinamento tra cavo ed interruttore si scelta una
sezione 95 mm2 avente una Io = 298 A e una IZ = 254.13 A.
Essendo limpianto in esame alimentato in media tensione del tipo TN, mentre la distribuzione e
lalimentazione degli utilizzatori effetuata in bassa tensione. Poich in genere limpianto di terra
unico per le masse e il neutro, la protezione contro i contatti indiretti deve essere attuata per guasti
che si verificano sia sulla parte bassa tensione che sulla parte media tensione. Infatti un guasto in
MT produce i suoi effetti sulle masse di entrambe le parti dellimpianto.
123
Nei sistemi TN un guasto sul lato BT paragonabile ad un corto circuito dato che la corrente si
richiude direttamente sul centro stella del trasformatore, interessando i conduttori di fase e quelli di
protezione (il dispersore non quindi coinvolto). Per attuare la protezione con dispositivi a massima
corrente a tempo inverso (interruttori automatici magnetotermici), si richiede che sia soddisfatta in
qualsiasi punto del circuito la seguente condizione:
Uo
Ia
Zs dove: Uo la tensione nominale verso terra dellimpianto in bassa tensione, Z s
limpedenza totale dellanello di di guasto che comprende il trasformatore, il conduttore di fase e
quello di protezione, ed Ia la corrente che provoca lintervento del dispositivo di protezione.
Qualora la relazione non soddisfatta con i normali interruttori magnetotermici, necessario
ricorrere a dispositivi differenziali (Ia viene sostituita da In), con linstallazione dellinterruttore
differenziale la relazione risulta generalmente soddisfatta, non quindi richiesta la misura di Zs.
Negli impianti elettrici con tensione superiore a 1kV, il dispersore di terra deve essere dimensionato
in modo che la sua resistenza di terra sia di valore tale che, in relazione con i dispositivi di
protezione di MT, per guasti verso massa nel sistema MT, le tensioni di contatto U T siano contenute
entro i limiti di sicurezza indicate nella norma CEI 11.1.
124
Le tensioni di contatto dipendono dalla tensione di terra UE determinabile mediante la relazione:
UE = RE * IE dove IE la corrente di terra che pu essere fatta coincidere con la corrente di guasto a
terra. Nel caso in esame nececessario che il dispersore abbia una resistenza di terra R E tale da
originare una tensione totale di terra UE minore della tensione di contatto ammissibile UTP:
UE = RE * IE UTP.
RIFASAMENTO
Definizioni: si chiama rifasamento qualsiasi provvedimento inteso ad aumentare (come si dice
comunemente a migliorare) il fattore di potenza (cos) di un dato carico in un dato punto della rete,
allo scopo di ridurre, a pari potenza attiva trasportata, il valore della corrente che circola sulla rete;
esso si propone soprattutto lo scopo di diminuire le perdite di energia e di diminuire le potenze
apparenti a cui proporzionare i macchinari e le linee.
Il valore del fattore di potenza legato a quello della potenza reattiva assorbita dal carico e viene
definito dalla relazione:
cos = cosarctg Q/P
tg = Q/P
dove Q e P sono rispettivamente la potenza reattiva e la potenza attiva assorbite dal carico e cos
langolo fra i vettori corrente e tensione (tensione di fase nel caso di sistema trifase equilibrato).
Rifasare, ossia aumentare il cos, significa diminuire langolo e cio diminuire, fino
eventualmente ad annullare, la potenza reattiva Q assorbita dal carico o che attraversa una
determinata sezione della rete. Quando la Q diviene nulla si ha cos =1 e il rifasamento totale.
La potenza reattiva che circola sulle reti elettriche e che le centrali debbono produrre una potenza
induttiva; essa, in mancanza di rifasamento, la somma di quella assorbita dai carichi dellutenza,
pi quella assorbita dalle reattanze in serie delle linee e dei trasformatori, pi la potenza
magnetizzante dei trasformatori, meno la potenza capacitiva assorbita dalle capacit trasversali delle
linee.
Lassorbimento di potenza reattiva da parte degli apparecchi utilizzatori legata alla loro natura ed
alle modalit di impiego.
In assenza di rifasamento dei carichi la potenza reattiva globalmente richiesta alla rete sarebbe assai
elevata, e, per lutenza di tipo industriale, circa dellordine della potenza attiva prelevata. La rete di
trasmissione e distribuzione dellenergia elettrica costituita essenzialmente da linee e da
trasformatori. Mentre i trasformatori assorbono potenza reattiva induttiva in qualsiasi condizione di
carico, la potenza assorbita dalle linee ad alta tensione capacitiva per linea funzionante a vuoto,
diminuisce con laumentare della potenza attiva trasportata dalla linea, per diventare poi induttiva
quando la linea trasporta una potenza elevata.
Leffetto dellinstallazione di una batteria di condensatori di potenza Q c si risente nel sistema a
monte del punto di installazione. Infatti se P 0 e Q0 sono rispettivamente la potenza attiva e reattiva
(induttiva) transitante nel punto O del sistema elettrico, a seguito dellinstallazione della potenza
Qc le potenze a valle di tale punto non vengono modificate ed a monte, a causa della riduzione
della potenza reattiva transitante si hanno i seguenti effetti:
- diminuzione della corrente totale a pari potenza attiva trasmessa. Tale diminuzione procura una
riduzione delle perdite di energia e una possibile riduzione delle potenze apparenti del
125
macchinario in tutto il sistema elettrico a monte del rifasamento; assicura inoltre una maggiore
capacit di trasporto per quelle linee in cui tale capacit limitata dal limite termico.
- Diminuzione, fino allannullamento, della componente in quadratura della corrente, sempre a
pari potenza attiva trasmessa. Tale diminuzione procura una riduzione delle cadute di tensione
negli elementi del sistema elettrico a monte che presentano un impedenza prevalentemente
induttiva ( reattanza); ne consegue un miglioramento del servizio e un notevole aumento della
capacit di trasporto per quelle linee per cui tale capacit limitata dalla caduta di tensione.
Il vantaggio della riduzione delle perdite, che allatto del rifasamento proporzionale al quadrato
del miglioramento di Qc, si riduce a mano a mano che si utilizza la maggior potenza apparente di
macchinario resasi disponibile, fino a che, in definitiva, il guadagno di potenza apparente e la
riduzione delle perdite risultano entrambi semplicemente proporzionali alla variazione del cos2.
Per ridurre lentit delle potenze reattive induttive che circolano sulle reti occorre produrre queste
potenze il pi vicino possibile ai luoghi dove vengono assorbite. I mezzi per produrre potenza
induttiva sono sostanzialmente due: il condensatore sincrono rotante sovraeccitato e il condensatore
statico in derivazione; entrambi assorbono dalla rete una corrente sfasata di 90 in anticipo sulla
tensione, corrente che pu compensare in tutto o in parte la corrente sfasata di 90 in ritardo
corrispondente alla potenza induttiva assorbita dal carico o transitante in quel punto della rete dove
sono installati i condensatori.
La soluzione del condensatore rotante presenta linconveniente del costo assai pi elevato, e di
dover concentrare il rifasamento sulle sbarre MT delle stazioni per cui del beneficio del rifasamento
resterebbero escluse le reti a media e bassa tensione.
Il provvedimento pi semplice ed economico dunque quello di installare, in parallelo con il carico
da rifasare o nel punto desiderato della rete dei condensatori statici di appropriata capacit.
Poich i vantaggi del rifasamento si fanno sentire su tutta la rete a monte, evidente la convenienza
di un rifasamento il pi capillare possibile, ossia la convenienza di installare i condensatori il pi
vicino possibile ai luoghi dove la potenza induttiva viene assorbita, e quindi ai morsetti dei
macchinari e degli apparecchi utilizzatori.
In tal caso gli effetti positivi si risentiranno sia sulla rete di distribuzione dellutente sia su quella
pubblica che lo alimenta.
Ritornando allesercizio in esame il quale richiedeva la potenza di un rifasatore centralizzato che
garantisca un fattore di potenza di 0,92 , si procede nel seguente modo:
Qc = P (tg0 - tg1) = 487.2 * 0.06 = 29.23kVar.
BIBLIOGRAFIA:
126
Vincenzo Cataliotti
S.F. Flaccovio editore Palermo, edizione 1995
MANUALE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
Baronio Bellato - Montalbetti
UTET editoriale Delfino, edizione agosto 2002
MANUALE CREMONESE DI ELETTROTECNICA PARTE SPECIALISTICA
Edizione Cremonese, edizione 1992
WHESTINGHOUSE REFERENCE BOOK
DK-5600 edizione III 1/27
Edizione febbraio 2003
NORME CEI 11-1, CEI 11-35, CEI-UNEL 35024-1
ESAMI DI STATO INGEGNERIA ELETTRICA (v.o.)
Sessione: novembre 1992, novembre 1999, novembre 2000
CATALOGO GROUPE SCHNEIDER TRASFORMATORI IN RESINA TRIHAL, SISTEMI
IN BASSA TENSIONE
APPUNTI E DISPENSE DI IMPIANTI ELETTRICI
Prof. Ing. Pasquale Pugliese
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