Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PRESENTAZIONE DEL CORSO
Informazioni generali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Informazioni Generali
Facoltà INGEGNERIA
Contatti andrea.tortorelli@uniecampus.it
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
La scheda docente contiene tutte le informazioni necessarie allo studente per contattare ed
interagire con il docente titolare dell'insegnamento, tra cui l’orario di ricevimento, l’elenco degli
insegnamenti e le FAQ
Obiettivi formativi
Il corso si propone di esporre allo studente metodologie sistematiche per l’analisi e la
progettazione delle modalità di controllo di un sistema da automatizzare, al fine di
raggiungere le funzionalità, le specifiche e le prestazioni desiderate.
Con riferimento alla conoscenza e capacità di comprensione, al termine del corso lo studente
dovrà dimostrare di
Conoscere gli strumenti di base per l’analisi di sistemi complessi e le modalità attraverso cui è
possibile modificare il comportamento di un sistema dinamico.
Obiettivi formativi
Con riferimento alla conoscenza e capacità di comprensione applicate, al termine del corso lo
studente dovrà dimostrare di
saper applicare in modo consapevole i concetti appresi per l’analisi di un sistema dinamico
(evoluzione e proprietà strutturali)
Il regolamento per lo svolgimento degli esami di profitto aggiornato può esser consultato al
seguente link
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
le risposte alle domande aperte sono valutate su scala 0-3 punti, secondo i seguenti criteri:
0/30 – 17/30: prevalenza di argomentazioni non corrette e/o incomplete e scarsa capacità
espositiva; carenza su argomenti cardine del corso;
27/30 – 30/30 e lode: conoscenza approfondita della materia ed elevata capacità espositiva,
di approfondimento e di rielaborazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
la capacità di comprendere i problemi fondamentali che possono essere gestiti tramite sistemi di
supervisione diagnostica,
Organizzazione
Il corso è composto da 72 lezioni, ognuna delle quali richiede 2 ore da parte dello studente per
essere seguita
Ogni lezione è divisa in quattro sessioni (della durata di circa 30 minuti, la somma
delle quattro sessioni è sempre 2 ore). In genere, l’ultima sessione contiene
Le risposte possono essere caricate nell’ePortfolio per ottenere la soluzione e/o una
valutazione sommaria
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Nuclei tematici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Organizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
Macro tematiche Nuclei tematici Gruppi di lezioni
INTRODUZIONE I
SISTEMI DINAMICI A TEMPO CONTINUO I
SISTEMI LTI II
Nuclei tematici
Il corso è articolato su due macro blocchi tematici:
TEORIA DEI SISTEMI. In questa prima parte del corso, verranno introdotti le nozioni e gli
strumenti di base utili al fine di analizzare sistemi complessi, studiarne le proprietà strutturali
e modellarne il comportamento.
Nuclei tematici
La Teoria dei Sistemi è una branca della matematica applicata che si occupa dell’analisi dei
sistemi complessi e delle loro proprietà. Gli argomenti trattati nel corso afferenti a questa
disciplina sono:
Modelli dinamici
Funzione di trasferimento
Risposta in frequenza
Nuclei tematici
La Teoria del Controllo si occupa della definizione di strategie atte a modificare il
comportamento di un sistema attraverso la manipolazione dei segnali in ingresso. Gli argomenti
trattati nel corso afferenti a questa disciplina sono:
Controllori PID
Controllo digitale
Nuclei tematici
INTRODUZIONE (Lezioni 1-8)
Saranno inoltre introdotti degli strumenti di calcolo utili per la simulazione e l’analisi
dell’evoluzione dei sistemi di cui ci occuperemo
Infine, verrà studiata una classe molto generale di sistemi, gli oscillatori, che saranno
poi ripresi più avanti nel corso
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI LINEARI A TEMPO CONTINUO (Lezioni 9-16)
Per questa classe di sistemi verranno introdotti degli strumenti di analisi che saranno
poi generalizzati ad altre classi di sistemi più avanti nel corso
Infine, sarà introdotto uno strumento matematico molto utile nell’analisi dei sistemi a
tempo continuo: la trasformata di Laplace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO (Lezioni 17-24)
Saranno introdotti ulteriori strumenti per l’analisi dei sistemi con particolare attenzione
alla proprietà di stabilità asintotica e a quei parametri che influenzano le prestazioni del
sistema
Verranno inoltre presentati degli utili strumenti grafici per semplificare l’analisi dei
sistemi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
RISPOSTA IN FREQUENZA (Lezioni 25-32)
L’analisi dei sistemi, in questo gruppo di lezioni, sarà effettuata nel dominio della
frequenza e non del tempo
Saranno infine introdotti due strumenti grafici (i diagrammi cartesiani e polari) utili a
tracciare il comportamento qualitativo della risposta di sistemi dinamici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI A TEMPO DISCRETO (Lezioni 33-40)
I concetti introdotti e i risultati derivati nelle lezioni 1-32 per i sistemi a tempo continuo
saranno discussi nel contesto di sistemi a tempo discreto
In particolare, si mostrerà come la trattazione fatta nel dominio continuo può esser
facilmente estesa al dominio discreto
A tal proposito, si introdurrà uno strumento matematico (la trasformata Zeta) che, nel
tempo discreto, ha la stessa funzione della trasformata di Laplace a tempo continuo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO (Lezioni 41-48)
Questo gruppo di lezioni è il primo afferente al secondo macro nucleo tematico affrontato
nel corso: la teoria del controllo
Nuclei tematici
SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (Lezioni 49-56)
Saranno inoltre introdotti strumenti per la verifica del raggiungimento delle prestazioni
desiderate dal sistema controllato
In questo contesto, saranno discussi problemi tipici della teoria del controllo come la
reiezione dei disturbi, la regolazione dell’errore e il controllo robusto
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO DIGITALE (Lezioni 57-64)
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO AVANZATI (Lezioni 65-72)
Saranno introdotte nozioni avanzate con il duplice obiettivo di fornire una panoramica
sugli argomenti trattati in corsi avanzati di teoria del controllo e mostrare come gli
strumenti di analisi introdotti possano esser generalizzati ai casi più complicati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s2
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Materiale didattico
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s2
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Bibliografia
Tutto il materiale reso disponibile si intende necessario ai fini del superamento dell’esame. Il
materiale messo a disposizione dello studente è da considerarsi auto-contenuto, al suo interno
sono infatti trattati tutti gli argomenti che possono essere chiesti in sede di esame.
Per completezza, tuttavia, si riportano i testi dai quali il materiale è stato tratto: lo studente
interessato ad approfondire e/o che preferisce affrontare lo studio in maniera indipendente è
invitato a prenderne visione.
Salvatore Monaco: «Sistemi Lineari. Elementi di analisi», II edizione. Esculapio. ISBN: 978-
88-748-8469-8
Bibliografia
Bibliografia
Bibliografia
Salvatore Monaco: «Sistemi Lineari. Elementi di analisi», II edizione. Esculapio. ISBN: 978-88-
748-8469-8
Bibliografia
Alberto Isidori: «Sistemi di Controllo, II edizione». Siderrea.
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Introduzione all’automatica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s3
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Introduzione all’Automatica
Introduzione all’Automatica
I maggiori contributi a questa disciplina sono dovuti alla teoria dei sistemi e alla teoria del
controllo.
La Teoria dei Sistemi si occupa dello studio di sistemi complessi e, in particolare, della
loro modellazione e analisi.
Introduzione all’Automatica
sfrutta metodologie proprie della teoria dei sistemi per ottenere un modello di un
sistema e studiarne le proprietà (stabilità, controllabilità, prestazioni)
Ingegneria dell’Automazione
Ingegneria dell’Automazione
Scelta della strumentazione di misura, degli attuatori, dei componenti della rete di
comunicazione, della modalità di controllo e di conduzione dell’impianto
Gestione del sistema controllato, dei singoli sottosistemi, della manutenzione ordinaria,
delle emergenze
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1/s3
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Ingegneria dell’Automazione
Le professionalità richieste nel settore dell’Ingegneria dell’Automazione comprendono
Conduttore di impianto
Ingegnere di processo
Ingegneria dell’Automazione
Esempi:
Settore del trasporto: progettazione e sviluppo di veicoli e algoritmi per la guida autonoma
e/o per l’assistenza ai piloti
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Con analisi si intende la «Scomposizione di un tutto, concreto o astratto, nelle parti che lo
costituiscono, soprattutto a scopo di studio». L’analisi può essere
Con sistema si intende «qualsiasi oggetto di studio che, pur essendo costituito da diversi
elementi reciprocamente interconnessi e interagenti tra loro o con l’ambiente esterno, reagisce o
evolve come un tutto, con proprie leggi generali»
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Cenni storici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Per queste ed altre ragioni, l’approccio sistemistico è stato presto adottato nel campo
dell’ingegneria.
Lo studio del comportamento dei singoli componenti e del sistema globale in assenza di
stimoli esterni o in presenza di particolari ingressi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Risulta chiaro che un aspetto di fondamentale importanza è proprio quello della modellazione di
un sistema.
Con modellazione, si intende «lo studio di fenomeni considerati nei loro aspetti essenziali, in
modo da consentirne la traduzione in termini matematici; è così possibile, tramite lo stabilirsi di
relazioni causa-effetto, descrivere il comportamento di sistemi anche molto complessi in risposta
a perturbazioni di varia natura»
In riferimento alla seconda parte del corso che si concentra sulla teoria del controllo, la
disponibilità di un modello matematico di un sistema è fondamentale per l’identificazione delle
grandezze su cui agire in modo da ottenere il comportamento voluto.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi lineari
Una parte fondamentale della teoria dei sistemi riguarda i sistemi lineari e in particolare i sistemi
a tempo invariante.
Per i sistemi lineari si ha che vale il principio di sovrapposizione degli effetti ovvero «ogni
qualvolta un certo effetto dipende linearmente da più cause tra loro indipendenti, esso risulta
come somma degli effetti singolarmente prodotti da ciascuna causa.»
L’interesse verso questi sistemi è dovuto quindi alla possibilità di studiare il comportamento dei
sottosistemi che lo compongono al fine di derivare il comportamento complessivo come la somma
delle parti
Un secondo motivo per cui i sistemi lineari sono di particolare interesse è che possono essere
usati per descrivere una grande varietà di processi. Inoltre, è possibile usare sistemi lineari per
descrivere – in modo approssimato – anche sistemi più complessi.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Definizioni di base
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi ed elementi
già presenti in natura: le interazioni sono in genere quelle che si stabiliscono naturalmente
per proprietà legate a fenomeni fisici, chimici, etc.
realizzati dall’uomo: le interazioni sono quelle che devono essere attivate affinché il sistema
possa raggiungere le finalità desiderate.
Un elemento ed una interazione è parte del sistema se e solo se concorre alla sua finalità.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Classificazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Evoluzione e attuatori
Gli attuatori sono attivati secondo opportune modalità di intervento applicate da operatori
esperti del comportamento del sistema da controllare oppure ottenute da dispositivi di
elaborazione programmati per rendere operative le modalità di controllo prescelte.
Le modalità di intervento hanno come scopo quello di provocare l’evoluzione degli elementi, e
quindi del sistema, a cui sono applicate. Le modalità di intervento trasmettono, attraverso
opportune azioni di intervento, l’energia necessaria per l’evoluzione degli elementi, e quindi del
sistema, a cui sono applicate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Gli apparati, che una volta aggregati presentano una propria identità funzionale,
costituiscono un sottosistema.
I sistemi complessi possono quindi esser studiati sfruttando questa struttura gerarchica.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
In termini molto generici, la finalità dominante è quella di progettare modalità di controllo che
consentano di ottimizzare il comportamento del sistema controllato complesso.
In base alla conoscenza della struttura fisica del sistema da controllare complesso e delle finalità
che devono essere raggiunte sono fissate le modalità di gestione e le condizioni operative
che dovranno essere imposte al sistema controllato.
È così possibile individuare il valore delle variabili di comando per mezzo delle quali sono attivate
le modalità di controllo dei singoli apparati.
In funzione del valore assegnato alle variabili di comando e delle modalità di controllo dei singoli
apparati vengono determinate le variabili di controllo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi complessi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Esempio di automazione
In questa lezione vedremo un esempio di automazione al fine di mettere in luce il significato di
funzionamento desiderato e gli elementi che compongono un architettura di controllo
Le finalità di un sistema controllato indicano gli obiettivi che devono essere raggiunti dalla
applicazione del sistema di controllo al sistema da controllare. Tali obiettivi si dividono in
Funzionalità, Specifiche e Prestazioni
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Segway
Il segway è un dispositivo di trasporto personale che sfrutta un'innovativa
Meccanica;
Elettronica;
Informatica.
Nell’esempio del Segway, le specifiche possono riguardare la velocità massima, il peso massimo
dell’operatore che può essere trasportato, etc:
Pesare meno di 40 kg
Le specifiche riguardano i risultati attesi a regime dal sistema controllato e dipendono dalla
modalità di intervento;
Le prestazioni riguardano il modo in cui sono raggiunti i risultati attesi nel transitorio. Le
prestazioni dipendono dalla modalità di controllo.
Sistema di controllo
Il segway è equipaggiato con
un motore elettrico in grado di imprimere una coppia alle due ruote motrici;
delle batterie in grado di erogare una quantità di corrente variabile al motore elettrico,
permettendo così di attuare l’azione di controllo;
Interfaccia uomo-macchina
Sul manubrio il segway riporta alcune informazioni aggregate che forniscono informazioni sulle
condizioni operative del segway:
Velocità;
Sistema controllato
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
La guida di un veicolo:
Il guidatore decide un percorso da seguire; In base alla posizione e velocità attuali del veicolo,
decide quali azioni implementare; Ad esempio potrà sterzare, accelerare, frenare etc.
La gestione di un patrimonio:
Riferimento. Nel caso della regolazione della temperatura, il riferimento era la temperatura desiderata; nel
secondo esempio, la traiettoria (non solo il percorso!) decisa dal guidatore; nel terzo esempio, l’obiettivo da
raggiungere (ad esempio l’accumulo di una somma di denaro entro un certo periodo)
Sensori. Nel primo esempio la presenza e funzione dei sensori era esplicita. Nel caso del guidatore, è
necessario monitorare l’ambiente circostante per non finire fuori strada o non superare i limiti di velocità: in
questo caso quindi gli occhi fungono da sensore. (Domanda: e nel terzo esempio?)
Attuatori. Gli attuatori sono quei dispositivi che permettono di implementare le azioni: nel caso della guida
possono quindi essere i piedi sui pedali o le mani sul volante. Nel caso della gestione del patrimonio
possono essere, ad esempio, strumenti finanziari che automaticamente mettono da parte le cifre stabilite.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Unità decisionale. Sulla base dei dati raccolti dai sensori (se presenti) e del riferimento,
un’unità decisionale decide quali sono le azioni di controllo da implementare. Tale decisione può
esser presa sulla base di una equazione precisa: ad esempio se la differenza tra la temperatura
desiderata e attuale è maggiore di 10°, aumentare al massimo il gettito di aria (fredda o calda);
se compresa tra 10° e 3° usare metà della potenza disponibile; se minore di 3° usare il minimo
della potenza disponibile.
Nel caso del guidatore, l’unità decisionale è il cervello: in base agli stimoli esterni l’uomo decide
quali azioni fare. Nel terzo caso invece la situazione è un po’ diversa: la strategia di controllo
viene stabilita sulla base degli obiettivi e dello stato attuale del conto: eventuali errori nella
strategia o presenza di disturbi (come ad esempio un prelievo inatteso) non vengono gestiti.
Gradi di libertà
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Problemi e di Controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Affinché un problema di controllo possa avere soluzione, è necessario che le variabili di processo
in funzione delle quali è espresso il comportamento desiderato siano legate alle variabili di
controllo
Legami interni ed esterni al processo (il comportamento di una variabile di interesse può
dipendere da altre variabili non di interesse)
Problemi di controllo
Dato che le variabili di interesse possono dipendere da fattori diversi dalle variabili di controllo e,
talvolta, non prevedibili, risulta chiaro che i problemi di controllo possono esser caratterizzati da
un certo grado di incertezza. Alcuni fattori che contribuiscono a tale incertezza sono:
Una non accurata conoscenza del processo da controllare (per sistemi complessi, quali
impianti industriali, può esser complesso conoscere esattamente il comportamento di tutti i
componenti ed estrapolare quali sono precisamente le variabili su cui dover agire)
Quando il comportamento del processo da controllare e dei fenomeni ad esso legati è del tutto
simile al comportamento immaginato, si dice che il processo (o anche una variabile) si trova in
condizioni nominali. Viceversa, si parla di condizioni perturbate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
In altre parole, si vuole avere una descrizione formale dei vari elementi in gioco e delle
relazioni che sussistono tra di essi. La branca della matematica che si occupa di definire una
rappresentazione formale di un sistema è detta Teoria dei Sistemi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Risulta quindi evidente l’importanza che la teoria dei sistemi riveste nei problemi di controllo
Si noti che una fedele rappresentazione del sistema consente di implementare algoritmi di
controllo efficaci
A partire dai modelli matematici dei vari sistemi, è necessario rappresentare le relazioni che
sussistono tra essi. Queste relazioni possono esser descritte tramite sistemi di equazioni
algebriche, differenziali o alle differenze
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Aspetti realizzativi
Sulla base di quanto detto, i passi necessari per definire e risolvere un problema di controllo sono
i seguenti:
Descrizione in termini matematici del funzionamento desiderato, del processo da controllare
e di tutti gli elementi del sistema di controllo
Definizione del modello matematico del controllore
Realizzazione del controllore
Nel corso delle lezioni vedremo che esistono alcune classi standard di controllori e se ne
descriveranno vantaggi e svantaggi
È importante sottolineare che nella definizione dell’architettura di controllo diversi sono gli aspetti
da prendere in considerazione. Per quanto riguarda la sintesi di un controllore è necessario
disporre di
Un modello del processo
Un modello della strumentazione
Una descrizione formale del funzionamento desiderato
Informazioni sufficientemente dettagliate delle variabili e dei parametri in gioco
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Uno strumento utile in tal senso è rappresentato dalla possibilità di simulare il comportamento di
un sistema attraverso un modello computazionale
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Sistemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Specifiche
Per poter valutare l’efficacia dell’azione di controllo si definisce il segnale di errore come
𝑒𝑒𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 ≔ 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 − 𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
In fase di progettazione è necessario tener conto di diversi aspetti quali: la presenza di disturbi,
errori di modellazione, errori di misura
Nel seguito vedremo due strutture di controllo base: ad anello aperto e ad anello chiuso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Errori di misura
In aggiunta a questi aspetti, è necessario tener conto che l’implementazione di qualsiasi azione è
soggetta ad errore (dovuta ad esempio a fenomeni meccanici non modellati) e che lo stesso
discorso vale per il processo di misura di un segnale. In altre parole:
Per poter reagire prontamente a fenomeni inaspettati è necessario poter misurare alcuni
aspetti del processo
Si deve tener conto che le informazioni ottenute in questo modo sono soggette ad errori
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Attuatori e trasduttori
Per poter misurare l’andamento o il valore delle variabili del processo o, in generale, di segnali, è
necessario utilizzare dei dispositivi di misura. Tali dispositivi sono detti trasduttori (o sensori,
anche se il significato non è equivalente) e consentono di trasformare una grandezza fisica in
un’altra.
Uno schema di controllo in anello chiuso che tiene conto di tutti questi aspetti è rappresentato
nella figura che segue.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Domande di verifica
Quali differenze ci sono tra i sistemi aperti e chiusi?
Descrivere la struttura gerarchica di un sistema complesso e specificare in che modo tale struttura impatta la
progettazione delle modalità di controllo.
Discutere le differenze che ci sono tra uno schema di controllo a catena aperte ed uno a catena chiusa
Quali sono le informazioni disponibili per il controllore in uno schema di controllo ad anello aperto?
Quali sono le informazioni disponibili per il controllore in uno schema di controllo ad anello chiuso
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s3
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Domande di verifica
In che modo è possibile tener in considerazione l’effetto di un disturbo sul processo noto e
costante? Disegnare lo schema a blocchi del relativo sistema di controllo
Quali sono i gradi di libertà dell’ingegnere dell’automazione? Cosa viene specificato dal
committente e quali elementi sono invece assegnati in genere?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Variabili di un sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Un sistema è un insieme di elementi interconnessi che può interagire (sistema aperto) o meno
(sistema chiuso) con l’esterno. Tali elementi possono esser a loro volta studiati come sistemi.
Dato un sistema, è possibile identificare un insieme di grandezze – dette variabili del sistema –
che variano nel tempo. La variabile tempo, indicata con 𝑡𝑡, è una varabile indipendente e si
assume che il campo di escursione (i valori che può assumere) sia l’insieme dei numeri reali.
Con il termine segnale, si intende una funzione che descrive l’andamento del tempo di una data
variabile
Una variabile indipendente non è funzione di altre variabili. Quando sussistono relazioni tra
diverse variabili si parla di variabili dipendenti. Si consideri un sistema in movimento:
l’andamento temporale della variabile posizione dipende dall’andamento della variabile velocità
che a sua volta dipende dall’accelerazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Una variabile su cui è possibile agire – ossia è possibile modificarne l’andamento temporale – si definisce variabile
manipolabile. Le variabili non manipolabili sono associate a fenomeni casuali (non prevedibili e quindi non
controllabili) oppure ad elementi il cui andamento temporale risulta esser fissato a priori o anche modificabile ad arbitrio
da un entità esterna.
Le cause con le variabili di ingresso (associabili ad un’immissione o sottrazione di energia dal sistema)
In altre parole, tra le variabili di ingresso e di uscita esiste un nesso causale: l’andamento delle variabili di uscita descrive
l’effetto che le variabili di ingresso (e i disturbi) hanno sul sistema.
Disturbi
Disturbi prevedibili quelli di cui si conosce l’origine, il campo di escursione e a volte anche
l’andamento
ricollegabili alle interazioni tra le variabili di forzamento non previste nel modello del sistema
In alcuni sistemi, l’evoluzione è dovuta essenzialmente alle azioni di intervento, in altri quasi
esclusivamente ai disturbi. In genere, l’evoluzione è dovuta alla azione combinata delle azioni di
intervento e dei disturbi
In molti sistemi le azioni di intervento sono collegate alle interazioni dominanti e i disturbi alle
interazioni secondarie
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Esempio 1
Si consideri il circuito in figura. Come variabile di ingresso risulta immediato identificare la
tensione del generatore i.e. 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
Supponendo che sia di interesse la tensione sui morsetti della resistenza 𝑅𝑅2 è possibile individuare
la relazione di causa-effetto che sussiste tra la tensione in ingresso e la tensione di uscita
L’espressione della tensione di interesse è 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 − 𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡
In base alla legge di Ohm si ha che 𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅1 𝑖𝑖 𝑡𝑡 e 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅2 𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑅𝑅2
Sostituendo tale espressione nella prima equazione si ha 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑅𝑅1 +𝑅𝑅2
Con calcoli analoghi si arriva all’espressione
della tensione sulla resistenza 𝑅𝑅1 : 𝑣𝑣𝑅𝑅1
𝑅𝑅1 + −
𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣 𝑡𝑡
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑖𝑖 𝑡𝑡 +
+
In questo esempio, dunque, l’andamento delle variabili di interesse 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 𝑣𝑣𝑅𝑅2
−
(𝑣𝑣𝑅𝑅1 /𝑣𝑣𝑅𝑅2 ) è funzione solamente della variabile di ingresso 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 −
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Esempio 2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
Per caratterizzare l’andamento delle variabili di un sistema è necessario introdurre un ulteriore
insieme di variabili in grado di catturare lo stato interno del sistema
Più avanti nel corso vedremo uno strumento matematico che consente di risolvere equazioni
algebriche invece di sistemi di equazioni differenziali. Le soluzioni di tale equazione specificano
l’evoluzione interna del sistema e sono dette traiettorie interne o moti dello stato.
Variabili di stato
La necessità di dover definire delle variabili di stato è dovuta alla presenza di elementi e/o
fenomeni dinamici (o con memoria) a cui sono associati accumuli di energia, quantità di moto o
massa.
Per quanto riguarda i sistemi meccanici, è opportuno concentrarsi sugli accumuli di energia
cinetica e potenziale e quantità di moto e, quindi, una scelta opportuna delle variabili di stato è
rappresentata dalle posizioni e velocità degli elementi responsabili di tali accumuli.
Abbiamo visto che in un circuito RC è opportuno scegliere come variabile di stato la tensione ai
morsetti del condensatore: l’energia elettrica, infatti, dipende dalla carica accumulata in essi.
Analogamente, in presenza di induttori è opportuno scegliere come variabile di stato la corrente
che li attraversa in quanto da essa dipende l’energia magnetica immagazzinata.
Nel prossimo esempio vedremo come derivare una rappresentazione con lo spazio di stato in
presenza di più elementi dinamici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Circuito RLC
Si consideri il circuito RLC in figura. Gli elementi Circuito RLC
𝑣𝑣𝑅𝑅 𝑣𝑣𝐿𝐿 −
dinamici presenti nel sistema sono + − +
𝑖𝑖 𝑡𝑡 +
L’induttore: responsabile per l’accumulo di 𝐿𝐿
+ 𝐶𝐶
energia magnetica del circuito 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
− 𝑣𝑣𝐶𝐶
Il condensatore: responsabile per l’accumulo −
dell’energia elettrica del circuito
Circuito RLC
Con 𝑥𝑥1 = 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 , 𝑥𝑥2 𝑡𝑡 = 𝑖𝑖 𝑡𝑡 la precedente espressione può esser riscritta come
𝑢𝑢 = 𝑅𝑅𝑥𝑥2 + 𝐿𝐿𝑥𝑥̇ 2 + 𝑥𝑥1
Essendo
1 1
𝑥𝑥1 = 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 ⇒ 𝑥𝑥̇ 1 = 𝑣𝑣̇ 𝐶𝐶 𝑡𝑡 = 𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥2
𝐶𝐶 𝐶𝐶
1
𝑥𝑥̇ 2 = 𝑢𝑢 − 𝑅𝑅𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1
𝐿𝐿
1 1
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥 0 0
� 𝐶𝐶 2 ⇒ 𝑥𝑥̇ = 𝐶𝐶 𝑥𝑥 + 1 𝑢𝑢
1 1 𝑅𝑅
𝑥𝑥̇ 2 = 𝑢𝑢 − 𝑅𝑅2 𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1 − − 𝐿𝐿
𝐿𝐿 𝐿𝐿 𝐿𝐿
Il sistema è quindi di ordine 2: l’andamento delle variabili del sistema dipendono dall’accumulo di
energia elettrica e magnetica nel circuito.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
I commenti fatti sulla scelta delle variabili di stato non ha validità generale:
Rappresentano un’indicazione: con tali scelte le equazioni di stato possono esser scritte
rapidamente e possono esser messe in diretta relazione con i fenomeni fisici
Il numero delle variabili di stato non dipende dal numero di elementi dinamici né dal
numero di fenomeni di accumulo di energia. A seconda del livello di dettaglio che si
sceglie per descrivere il sistema (i.e. delle dinamiche che si vogliono prendere in
considerazione) lo stesso sistema fisico può esser descritto da rappresentazioni nello spazio
di stato di ordine diverso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
A titolo di esempio, il comportamento di un circuito elettrico dipende anche dalla temperatura dei
componenti: per poter determinare l’andamento temporale delle variabili sarebbe necessario
avere memoria dell’andamento della temperatura del circuito e/o dei singoli elementi.
Per semplificare il modello, si può assumere a priori che la temperatura del circuito rimane entro
centro valori standard tali per cui il suo effetto sulle dinamiche del circuito è trascurabile. Tale
condizione operativa è detta punto di lavoro: quando ci si discosta da tali valori il modello
derivato non sarà più accurato e si commetterà un errore tanto maggiore quanto le condizioni
operative si allontanano dal punto di lavoro assunto. Queste problematiche verranno affrontate
in modo più dettagliato più avanti nel corso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Le variabili di uscita dagli attuatori sono dette variabili di forzamento e rappresentano l’entità
dell’energia trasferita tramite l’attuatore dalla sorgente principale all’elemento da controllare per
ottenerne l’evoluzione. Le variabili di forzamento sono anche variabili di ingresso del sistema da
controllare.
Rumore di
misura
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Criteri di classificazione
I sistemi dinamici descritti dalle equazioni nello spazio di stato
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Possono esser classificati in base a diversi criteri:
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
si parla di sistemi a tempo invariante (o di sistemi stazionari). Per questa classe di
problemi il l’andamento temporale dello stato e dell’uscita non dipende dall’istante di applicazione
del segnale di ingresso e, quindi, si può fissare arbitrariamente 𝑡𝑡0 (tipicamente 𝑡𝑡0 = 0)
Nel caso generale in cui le funzioni di trasformazione dipendono esplicitamente dal tempo, si
parla di sistemi a tempo variante. Per questa classe di problemi la stessa sollecitazione
applicata in due istanti temporali diversi può generare due risposte differenti del sistema in
quanto il legame ingresso-uscita dipende dal tempo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Nel caso generale in cui almeno una delle due funzioni di trasformazione non gode di tale
proprietà, si parla di sistemi non lineari.
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Ossia sistemi la cui dinamica è lineare nella variabile di controllo ma non in quella di stato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Nello studio dei sistemi dinamici le proprietà di linearità e stazionarietà sono particolarmente utili
in quanto ne semplificano l’analisi. Sistemi che sono al tempo stesso lineari e stazionari sono detti
sistemi LTI (dall’inglese Linear Time-Invariant) e possono esser descritti nel seguente modo
i.e. le funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita sono lineari e a coefficienti costanti.
Le semplificazioni che i sistemi LTI consentono di applicare nello studio di sistemi dinamici fanno
si che anche in presenza di sistemi a tempo variante e/o non lineari si cerca di ricondursi in tale
forma.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Ricondursi ad un sistema LTI a partire da sistemi a tempo variante e/o non lineari implica
Considerare costanti alcuni parametri che in realtà variano nel tempo (ad esempio la
costante elastica di una molla può variare con il tempo) – ad esempio se si analizza un
sistema per un breve intervallo di tempo è lecito assumere che alcuni parametri restano
costanti
Ritardo di tempo
La rappresentazione con lo spazio di stato introdotta non consente di modellare una classe di
sistemi che si possono incontrare in applicazioni ingegneristiche.
Si noti che l’uscita del sistema, per 𝑡𝑡 ≤ 𝜏𝜏 non è definita. In assenza di ritardi, per
ovviare a questa situazione si era definito un vettore di 𝑛𝑛 componenti 𝑥𝑥0 per
caratterizzare lo stato del sistema per 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0 . In questo caso sarebbe invece necessario
definire una nuova funzione per caratterizzare il comportamento del sistema prima che
questo reagisca all’input.
Si noti anche che il ritardo nella risposta è una caratteristica della maggior parte dei
sistemi dinamici in cui non è possibile assumere una risposta istantanea agli stimoli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Qualitativa (ad esempio: al di sopra della norma, nella media, sopra la norma)
Quando si sceglie una rappresentazione si deve scegliere anche il campo di escursione ossia
l’insieme di valori che la variabile può assumere nella rappresentazione scelta.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
4
0111
norma norma norma Valore della variabile al tempo 𝑡𝑡 ∗
Sotto Nella Sopra
Positivo
variabile al tempo
0110
Valore della
Valori reali
𝑡𝑡 0100 Analogica: 2,3
𝑡𝑡 ∗ 0011
0010 Negativo Logica: positivo
0001
0000 Digitale: 0110
−4
Qualitativa: sopra la media
Valori non rappresentabili
(al di fuori del campo di escursione)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Le variabili espresse in forma logica binaria, ossia come vero o falso oppure on/off, sono
in grado di descrivere il comportamento di un sistema a stati finiti ovvero la sequenza delle
decisioni che condizionano l’applicazione di un evento e quindi l’evoluzione di un sistema.
In un sistema di tipo continuo, in cui sono previste limitate escursioni nell’intorno di una
condizione di equilibrio, la rappresentazione delle variabili in forma qualitativa è più
immediata ed efficace di una rappresentazione analogica e/o decimale.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Videolezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Video lezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Cosa rappresentano le variabili di un sistema?
Nella rappresentazione nello spazio di stato, il legame funzionale causa-effetto è descritto da quali
funzioni?
Descrivere quali sono le linee guida per la scelta delle variabili di stato per
Circuiti elettrici
Sistemi meccanici
Sotto quali condizioni è possibile approssimare un sistema a tempo variante con un sistema
stazionario?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esercizi
Esercizio #1. Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del circuito RL in figura #1
Esercizio #2 Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del sistema in Figura #2
Esercizio #3. Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del sistema in Figura #3
Figura #1. Circuito RL Figura #2. Sistema Massa–Molla Figura #3. Sistema Massa–Molla–
Smorzatore
𝑣
+ −
+
𝐹 𝐹
𝑖 𝑡
+ 𝐹 𝐹
𝑣 𝑡 𝑣 𝐿 𝑀 𝑀
−
𝑥 𝑥 𝐴
−
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Concetto di equilibrio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Un sistema in uno stato di equilibrio, quindi, permane in tale stato indefinitamente purché le
sollecitazioni a cui sia sottoposto rimangono costanti.
Intuitivamente, esistono diversi tipi di equilibrio: si consideri un sistema in uno stato di equilibrio
𝑥𝑥𝑒𝑒 soggetto ad una perturbazione di lieve entità. Una caratteristica che tipicamente si vuole avere
è la capacità di tornare nello stato di equilibrio in presenza di perturbazioni.
Questo aspetto è dovuto al fatto che, in genere, gli stati di equilibrio sono associati a condizioni
operative desiderate in cui il comportamento del sistema coincide con il funzionamento
desiderato.
Risulta evidente che, dopo essersi assicurati che il valore delle variabili di interesse sia quello
desiderato, si vuole che anche in presenza di perturbazioni tali valori siano mantenuti (o, più in
generale, che il sistema reagisca alle perturbazioni e dopo un certo intervallo di tempo torni nelle
condizioni desiderate).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri un corpo puntiforme su una superficie in assenza di in forzamento e soggetto alla
forza di gravità. Le seguenti considerazioni risultano ovvie:
Nel caso 5 il sistema è soggetto ad un ingresso non costante (la forza di reazione del piano
non bilancia la forza di gravità) e il corpo tenderà a scivolare verso il punto 4 - i.e.
cambierà stato.
Per quanto riguarda il caso 1 , se il corpo è fermo e non agiscono altre forze oltre alla forza
di gravità e di reazione del piano (ovvero se gli ingressi rimangono costanti), il corpo rimarrà
indefinitamente nel suo stato. Per quanto riguarda i casi 2 e 3 e 4 valgono le stesse
considerazioni. Tuttavia, esistono delle differenze.
𝑔𝑔
1 5
3
2
4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Nel caso 3 , in presenza di perturbazioni minime il corpo tenderà a muoversi verso il
punto 2 o 4 .
Se il corpo si trova nel punto 4 avrà maggiori probabilità di ritornarci una volta
esaurite eventuali perturbazioni rispetto al punto 2 e, in particolare, l’entità massima
della perturbazione per cui una volta nel punto 4 il corpo vi ritorni è sicuramente
maggiore di quella per cui il corpo, una volta nel punto 2 vi rimanga
Queste considerazioni mettono in luce il fatto che esistono diverse tipologie di stati di equilibrio.
Intuitivamente, si può affermare che alcuni punti di equilibrio godono di una maggiore resilienza
rispetto alle perturbazioni.
𝑔𝑔
1 5
3
2
4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri un corpo puntiforme che si muove su una superficie piana di moto uniformemente
accelerato. Come noto le equazioni che ne governano il moto sono:
1
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥0 + 𝑣𝑣0 𝑡𝑡 + 𝑎𝑎𝑡𝑡 2 𝑥𝑥1
2 𝑥𝑥 𝑥𝑥̇ = 𝑥𝑥2
. Ponendo 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 = si ottiene � 1
𝑣𝑣 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣0 + 𝑎𝑎𝑎𝑎 2 𝑣𝑣 𝑥𝑥̇ 2 = 𝑎𝑎
𝑎𝑎 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎
Gli stati di equilibrio si ottengono risolvendo il sistema
𝑥𝑥̇ = 0 = 𝑥𝑥2
� 1
𝑥𝑥̇ 2 = 0 = 𝑎𝑎
Ovvero si arriva al risultato intuitivo per cui il corpo si trova in uno stato di equilibrio se e solo se
non è soggetto ad accelerazione, indipendentemente dal valore della posizione:
qualsiasi
𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
𝑥𝑥
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri il sistema massa-molla in figura. In assenza di forzamento e di
forze di attrito il sistema è descritto dall’equazione
𝑀𝑀𝑥𝑥̈ = 𝑃𝑃 − 𝐹𝐹𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑀𝑀𝑀𝑀 − 𝑘𝑘𝑘𝑘 𝐾𝐾
Come abbiamo già visto, una scelta opportune delle variabili di stato per i
sistemi meccanici sono le posizioni e le velocità dei vari elementi. In questo 𝑀𝑀
caso conviene quindi scegliere come variabili di stato
𝑥𝑥1 = 𝑥𝑥
𝑃𝑃⃗
𝐹𝐹⃗
𝑥𝑥2 = 𝑥𝑥̇
da cui
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2
� 𝑘𝑘
𝑥𝑥̇ 2 = +𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1
𝑀𝑀
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Il punto di equilibrio si ottiene ponendo 𝑥𝑥̇ = 0:
𝑥𝑥2 = 0 𝐾𝐾
𝑓𝑓 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� = � 𝑘𝑘
+𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 = 0
𝑀𝑀
Dalla prima equazione si evince che, ovviamente, condizione necessaria 𝑀𝑀
per avere equilibrio è 𝑥𝑥2 = 0 ossia che la velocità angolare sia nulla.
𝑃𝑃⃗
Dalla seconda equazione si ricavano invece le condizioni affinché
𝐹𝐹⃗
l’accelerazione sia nulla:
𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑥𝑥1 =
𝐾𝐾
La condizione trovata corrisponde al bilanciamento della forza peso e elastica 𝐹𝐹⃗𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑃𝑃⃗: il valore
di 𝑥𝑥1 trovato rappresenta quindi l’estensione della molla in una condizione di equilibrio in cui le
due forze si bilanciano. Lo stato di equilibrio è quindi
𝑇𝑇
𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑥𝑥𝑒𝑒 = 0
𝐾𝐾
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri ora il caso in cui sia presente dell’attrito e si assuma che sia
direttamente proporzionale alla velocità con costante 𝑏𝑏.
Esempio
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2 𝑀𝑀
� 𝑘𝑘 𝑏𝑏 1
𝑥𝑥̇ 2 = +𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢
𝑀𝑀 𝑀𝑀 𝑀𝑀
𝑃𝑃⃗
Gli stati di equilibrio si ottengono come soluzione di 𝑥𝑥̇ = 0:
𝐹𝐹⃗
𝑥𝑥2 = 0
𝑓𝑓 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� = � 𝑘𝑘 𝑏𝑏
+𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢 = 0
𝑀𝑀 𝑀𝑀
qualsiasi
che esistono infiniti stati di equilibrio: 𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
qualsiasi
che esistono infiniti stati di equilibrio: 𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
�+𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑢𝑢
Nel caso generale, per 𝑢𝑢 = 𝑢𝑢� costante, si ha 𝑥𝑥𝑒𝑒 = 𝐾𝐾
0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
STABILITÀ
Stabilità dell’equilibrio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Pendolo
forzato
𝜃𝜃 𝑙𝑙
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
𝑃𝑃⃗
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Concetto di stabilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se tutti i movimenti dello stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 che si generano da
stati iniziali 𝑥𝑥0 𝑖𝑖 sufficientemente vicini a 𝑥𝑥̅ rimangono in suo intorno i.e. se ∃𝛿𝛿, 𝜖𝜖 > 0: ∀𝑖𝑖
𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
lim 𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅
𝑡𝑡→∞
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Equilibrio stabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Eventi
Nei sistemi in cui gli elementi sono rappresentativi di una realtà fisica, gli eventi sono collegabili in modo diretto o
indiretto alla energia immessa o prelevata dal sistema. Nei sistemi in cui gli elementi non sono rappresentativi di
una realtà fisica (realtà virtuale), gli eventi sono per lo più costituiti da dati
Un sistema chiuso può presentare un’evoluzione solo se sottoposto ad eventi casuali. In un sistema aperto il
comportamento dinamico è sempre collegato ad un evento che può essere intenzionale o casuale
Le condizioni di funzionamento in cui si viene a trovare un sistema sono genericamente indicate come stato del
sistema. Gli eventi sono le cause che alterano lo stato del sistema e quindi provocano l’evoluzione
Come visto nei precedenti esempi, un sistema in una stato di equilibrio instabile può spostarsi da tale posizione in
presenza di una perturbazione. Una perturbazione, o un evento, è quindi in grado di modificare il comportamento
di un sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Un sistema stabile è in grado di tornare nel suo stato di equilibrio a seguito di tali eventi sotto
certe ipotesi. Intuitivamente, esistono diversi tipi di stabilità a seconda di quanto deve essere
intensa una perturbazione affinché il sistema si sposti dal suo stato di equilibrio
Inoltre, la stabilità può esser analizzata in funzione del tempo in base a quanto ci mette un
sistema per tornare nel suo stato di equilibrio a seguito di una perturbazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Gli eventi intenzionali e predeterminati, in grado di provocare una significativa evoluzione forzata,
sono indicati come azioni di intervento. Le azioni di intervento sono in genere strettamente
collegate alle finalità che devono essere raggiunte dal sistema a seguito della loro applicazione.
Per raggiungere le finalità desiderate i sistemi devono essere posti in condizione di funzionamento
ben definite e devono rimanere in tali condizioni per intervalli di tempo prestabiliti. Ognuna di tale
condizione di funzionamento corrisponde ad uno stato.
Il passaggio da uno stato ad un altro avviene a seguito di una azione di intervento, ossia di un
evento intenzionale.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s2
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Esercizio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s2
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esercizio
Si consideri un ecosistema in cui convivono solo due specie animali: prede e predatori. Si assuma
che
la variazione della popolazione delle prede sia pari al numero di individui della popolazione
per un fattore che dipende dalla differenza del numero di nascite meno il numero di morti
La variazione della popolazione dei predatori sia pari al numero di individui della popolazione
per un fattore che dipende dalla differenza tra le nascite e le morti
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Domande aperte
Dare la definizione di stato e uscita di equilibrio.
Scrivere l’equazione dinamica di un sistema per cui, a seconda del valore dell’ingresso di
controllo, o si hanno infiniti stati di equilibrio oppure non se ne ha nessuno.
Si consideri un sistema caratterizzato da due stati di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 1 e 𝑥𝑥𝑒𝑒2 . Si assuma che il sistema,
una volta nello stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒2 sia in grado di rimanerci in presenza di perturbazioni di
entità arbitraria. Ipotizzare qualitativamente l’andamento dello stato nel caso in cui: 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥𝑒𝑒1 e
al tempo 𝑡𝑡1 > 𝑡𝑡0 il sistema sia soggetto ad una perturbazione.
Esercizi
Si consideri il modello matematico del sistema preda-predatore:
Esercizi
Figura #1.
Esercizio #1: Pendolo forzato
Si consideri il pendolo semplice (trascurare la forza 𝐹𝐹) in Figura #1
e si assuma che il corpo abbia massa 𝑀𝑀 e che la corda sia
inestensibile, di massa trascurabile e di lunghezza 𝑙𝑙. Determinare
una rappresentazione nello spazio di stato del sistema e
determinare tutti i punti di equilibrio del sistema
Esercizio #2: 𝜃𝜃 𝑙𝑙
Risolvere l’Esercizio #1 prendendo in considerazione una forza di
attrito viscoso proporzionale alla velocità angolare del pendolo di
intensità 𝑘𝑘
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
Esercizio #3:
Risolvere l’Esercizio #1 prendendo in considerazione una forza di 𝑃𝑃⃗
attrito viscoso proporzionale alla velocità angolare del pendolo di
intensità 𝑘𝑘 e un forzamento.
Esercizio #4:
Commentare le proprietà dei punti di equilibrio trovati nei
precedenti punti
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Introduzione
MATLAB è un linguaggio di alto livello e un ambiente interattivo per il calcolo numerico, la
visualizzazione e la programmazione prodotto dalla Mathworks.
Introduzione
Caratteristiche chiave:
Interfaccia grafica
CURRENT FOLDER
COMMAND WINDOW
Qui si possono definire variabili e chiamare funzioni.
I comandi si inseriscono nella linea di comando, indicata da prompt >>
WORKSPACE
Qui si possono
vedere le variabili
definite e i rispettivi
valori
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
[VARIABLE] [ENVIRONMENT]
È possibile creare/ aprire/ salvare/ Consente di gestire
importare variabili Preferenze
Clear Workspace: consente di Aggiungere cartelle all’interno del
pulire le variabili e le funzioni quale MATLAB può cercare file
definite Cambiare l’aspetto dell’interfaccia
Save Workspace: consente di grafica
salvare le variabili definite e i
relativi valori
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Comandi
All'avvio di MATLAB, nella sezione di inserimento dei comandi (i.e. la Command Window), appare
il prompt “>>“ all’interno della quale eseguire i comandi. Vi sono due tipi di comandi:
Comandi
Notare che
Se un’espressione non termina con il punto e virgola il risultato della sua valutazione viene
mostrato anche sullo schermo.
E’ possibile richiamare comandi mediante le frecce direzionali, su linea vuota oppure dopo
aver specificato l’iniziale del comando.
Vettori
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Matrici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
>> A = [1,2,3;4,5,6];
>> size(A)
ans =
2 3
>> A(3,3)
Index exceeds matrix dimensions.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Workspace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Stringhe di caratteri
Una stringa di caratteri è una qualunque sequenza di caratteri racchiusa tra apici: si può
assegnare una stringa ad una variabile.
s=
Hello, World
Una variabile contenente una stringa è sempre un array in MATALB, la cui classe (o tipo di
dato) è char (abbreviazione di character).
Per tradurre valori numerici in stringhe è possibile avvalersi delle funzioni integrate di
MATLAB, quale ad esempio num2str.
Chiamare le funzioni
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Per disegnare z è prima necessario definire il set di punti (x,y) del dominio della funzione con
meshgrid (analogamente a come si definisce in due dimensioni il dominio della funzione con un
vettore riga); poi si definisce z in funzione di (x,y) e si usa la funzione surf.
Programmazione e script
L’esempio più semplice di programma MATLAB è detto script: uno script è un file con estensione
.m che contiene linee multiple e sequenziali di comandi e chiamate a funzione MATLAB.
Si può eseguire uno script digitando il suo nome nella linea di comando oppure posizionandosi su
di esso con il cursore del mouse all’interno della directory corrente e cliccando esegui (o “F9” da
tastiera).
Ogni volta che si scrive codice in MATLAB è buona pratica aggiungere commenti che descrivano il
codice: il simbolo che denota i commenti in MATLAB è il %.
All’interno di uno script è possibile eseguire cicli di codice avvalendosi delle espressioni
condizionali for, while, if e switch.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Programmazione e script
Affinché MATLAB possa eseguire uno script è necessario che esso si trovi nella directory corrente,
oppure all’interno del percorso di ricerca che è modificabile dall’utente.
Di default la directory di installazione di MATLAB è inserita nel percorso di ricerca: per utilizzare
programmi installati in altre directory e aggiungerle al percorso è sufficiente selezionare la cartella
di interesse, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare Add to Path.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Help e documentazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Documentazione completa
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Documentazione completa
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s2
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Approfondimento
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s2
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Approfondimento
Consultare la documentazione relativa ai comandi e alle funzioni viste a lezione all’interno
dell’help del MATLAB (tasto “F1” oppure prima riga della finestra Help)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s3
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Domande aperte
Che cos’è MATLAB e a cosa serve?
Quali sono le due tipologie di comandi principali che è possibile impartire in MATLAB?
Esercizi
Consultare la documentazione relativa ai comandi e alle funzioni viste a lezione all’interno
dell’help del MATLAB (tasto “F1” oppure prima riga della finestra Help).
𝜋𝜋 𝜋𝜋
Disegnare il grafico di tan 𝑥𝑥 nell’intervallo − ;
2 2
Creare la legenda
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Introduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Introduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Introduzione
Le sue caratteristiche fondamentali sono:
librerie predefinite per la modellazione di sistemi sia a tempo continuo sia a tempo discreto;
I modelli generati sono gerarchici: facendo doppio click su un blocco di livello superiore si
accede al blocco (o ai blocchi) di livello inferiore, fino ad arrivare al livello più basso.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
I risultati della simulazione possono essere sempre salvati, comunque, nello spazio di lavoro
MATLAB per un’analisi successiva.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Aprire SIMULINK
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Interfaccia grafica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Interfaccia grafica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Ottenere informazioni di riepilogo di un blocco Selezionare View > Show Block Descriptions e poi
selezionare il blocco corrispondente.
Ottenere informazioni dettagliate di un blocco Selezionare il blocco e poi Help > Help for the
Selected Block. L’Help browser si apre sulla pagina di
riferimento per il blocco selezionato.
Visualizzare i parametri di un blocco Tasto destro su un blocco, poi selezionare Block
parameters.
Copia un blocco dal Library Browser su di un modello Tastro sinistro, poi trascinare il blocco dal Library
Browser al Simulink Editor.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Il modello si costruisce quindi posizionando i blocchi all’interno del Simulink Editor, connettendoli
logicamente tra loro con le linee di segnale e impostando i parametri di simulazione per ciascuno
dei blocchi.
salvare il modello;
Model Browser
(esploratore di
modello)
Model Window
(finestra di modello)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Documentazione ed esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s1
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Approfondimento
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s1
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
Approfondimento
Consultare la documentazione relativa ai blocchi presenti all’interno della libreria “Simulink –
Commonly Used Blocks”.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
Esempio
Creare un modello capace di calcolare l’integrale di un segnale sinusoidale e visualizzarne
l’andamento insieme al segnale stesso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
drag & …
…&
drop
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Domande di riepilogo
Che cos’è Simulink e quali funzionalità possiede?
Quali sono le librerie di blocchi standard del Simulink? Cosa è possibile fare se non esiste un
blocco adatto alla funzione che si vorrebbe eseguire?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Oscillatori liberi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
𝛼𝛼 4𝛽𝛽−𝛼𝛼2
Infatti, posto 𝑟𝑟1,2 = 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 con 𝜎𝜎 = − e 𝜔𝜔 = si ha che
2 2
Nel terzo caso, la soluzione dell’equazione differenziale si può scrivere nella forma
𝛼𝛼
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙
𝑡𝑡
𝐴𝐴0 sin 𝜙𝜙
−𝐴𝐴0
𝛼𝛼
−𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Nel secondo caso, quando 𝛼𝛼 2 > 4𝛽𝛽 ossia quando la soluzione può essere espressa nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = −𝐾𝐾𝑒𝑒 −𝑟𝑟1𝑡𝑡 + 𝐾𝐾𝑒𝑒 −𝑟𝑟2𝑡𝑡 , si parla di sistema sovra-smorzato: il sistema non presenta oscillazioni
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Oscillatori forzati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Introduzione
Si consideri adesso il caso degli oscillatori forzati in
figura
𝜃𝜃 𝑙𝑙
Come abbiamo visto, questi sistemi possono esser descritti
da un equazione differenziale del secondo ordine nella
forma
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 𝑃𝑃⃗
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝐹𝐹𝐸𝐸𝐸𝐸
Nel caso del sistema massa molla smorzatore 𝛾𝛾 = 𝐹𝐹
𝑀𝑀 𝑘𝑘 𝑀𝑀
Nel caso dell’oscillatore 𝛾𝛾 =
1
𝑥𝑥 𝐴𝐴
𝑙𝑙𝑙𝑙
Oscillatori forzati
Si consideri l’equazione differenziale a coefficienti costanti del secondo ordine
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con
Nella precedente lezione abbiamo visto che la prima componente assume la forma
𝛼𝛼
𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 = 𝑐𝑐1 𝑒𝑒 −𝑟𝑟1𝑡𝑡 + 𝑐𝑐2 𝑒𝑒 −𝑟𝑟2𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙
𝛼𝛼2 >4𝛽𝛽 𝛼𝛼2 <4𝛽𝛽
Oscillatori forzati
Si consideri un forzamento di tipo sinusoidale:
𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
2
Per semplificare i calcoli, si ponga 𝛼𝛼 = 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 e 𝛽𝛽 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 dove 𝜔𝜔𝑁𝑁 è la frequenza naturale del
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 2
+ 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
Si può dimostrare che la soluzione di questa equazione differenziale è nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 + 𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Infatti,
Dato che
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
I valori delle costanti 𝐾𝐾1 e 𝐾𝐾2 si ottengono uguagliando i coefficienti dell’ultima equaglianza.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
In particolare, si ha che
𝛼𝛼𝜔𝜔𝐹𝐹 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝐹𝐹
𝐾𝐾1 = −𝐹𝐹0 = −𝐹𝐹0
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2
𝐾𝐾2 = 𝐹𝐹0 = 𝐹𝐹0 2
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2
Con argomenti simili a quelli usati nel caso degli oscillatori non forzati si può concludere che
𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 + 𝛿𝛿
dove
Oscillatori forzati
Dunque, un oscillatore forzato con un segnale sinusoidale di frequenza 𝜔𝜔𝐹𝐹 è caratterizzato da un
andamento temporale del tipo:
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Il risultato ottenuto, quindi, è che forzando un oscillatore con una forza di tipo sinusoidale, a
regime, si ottiene un comportamento oscillatorio con
Un’ampiezza che dipende dall’ampiezza del segnale di forzamento e dai coefficienti del
sistema
Uno sfasamento 𝛿𝛿 che dipende dalla frequenza di forzamento e dai coefficienti del sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
In figura è riassunto quanto detto nella precedente slide:
𝑥𝑥 𝑡𝑡
𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐴𝐴0
Dopo il transitorio, il sistema oscilla alla
frequenza del segnale di forzamento, con un
𝑡𝑡 ampiezza che dipende dai parametri: 𝜔𝜔𝑁𝑁 , 𝜔𝜔𝐹𝐹 , 𝜁𝜁.
𝑥𝑥 𝑡𝑡
Oscillatori semplici
Abbiamo visto che in presenza di un forzamento di tipo sinusoidale l’ampiezza della componente a
regime dipende dai coefficienti del sistema e dalla frequenza di forzamento. In particolare, si
consideri il caso in cui non ci sia un fattore di smorzamento ( 𝛼𝛼 = 0 ) i.e. si consideri un
oscillatore semplice:
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 2
+ 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2
L’espressione dell’ampiezza diventa:
1
𝐴𝐴 = 𝐹𝐹0 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2
Si possono verificare tre casi:
Risonanza armonica
Quando si forza un oscillatore con un segnale che ha la stessa frequenza del sistema (𝜔𝜔𝑁𝑁 = 𝜔𝜔𝐹𝐹 )
si ha quindi un incremento anche notevole dell’ampiezza della risposta. In assenza di
smorzamento tale incremento porta al valore ∞.
Nel caso generale (reale), in cui sia presente una forza di smorzamento, l’ampiezza per 𝜔𝜔𝐹𝐹 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
è
1 𝐹𝐹0
𝐴𝐴 = 𝐹𝐹0 =
2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 𝛼𝛼𝜔𝜔𝑁𝑁
L’interpretazione fisica di questo risultato è che se un sistema viene sollecitato da un segnale che
ha la stessa frequenza del sistema, in assenza di un opportuno valore dello smorzamento, il
sistema tende ad esplodere.
La risonanza (armonica), dunque, è un fenomeno che si presenta in sistemi dinamici che hanno
movimenti oscillatori e che sono forzati con un segnale la cui frequenza è pari a quella del
sistema in condizioni libere (senza forzamento)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Esempio
Un classico esempio degli effetti che può provocare il fenomeno della risonanza in ambito
ingegneristico è rappresentato dal crollo del ponte di Tacoma nel 1940: le condizioni che hanno
portato a tale evento possono esser riassunte nel seguente modo
2. Per effetto di fenomeni aereodinamici, il vento, passando attraverso il ponte, generava dei
vortici
3. L’effetto di tali vortici sulla struttura era l’applicazione di forze torcenti con una certa
frequenza: 𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
4. Il caso ha voluto che tale frequenza fosse uguale alla frequenza torsionale del ponte stesso:
𝜔𝜔𝐹𝐹 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 .
In altre parole, in relazione al movimento torsionale, il ponte era in condizioni di risonanza: per
via di un basso coefficiente di smorzamento 𝛼𝛼 l’ampiezza del movimento di torsione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 del
ponte è cresciuto fino al punto di rottura (ci volle circa un’ora).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Commenti
L’esempio fatto mette in luce la necessità di disporre di elementi di analisi e di progettazione in
grado di mettere in luce le proprietà dinamiche del sistema di interesse.
Si noti che quando un sistema è in risonanza, l’ampiezza della risposta del sistema è massima.
Questa caratteristica, che come abbiamo visto può portare a conseguenze non desiderabili, può
comunque rappresentare un utile informazione. Infatti, può essere di interesse capire qual è
l’ampiezza massima della risposta di un dato sistema.
Nei prossimi nuclei tematici verranno forniti gli strumenti di analisi che consentono di capire le
proprietà strutturali e il comportamento di un sistema. Verranno inoltre introdotte le metodologie
di progettazione di controllori al fine di indurre comportamenti desiderati in un sistema dato.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Videolezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Video lezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Domande ed esercizi
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Cos’è il fenomeno della risonanza?
Scrivere l’equazione differenziale del secondo ordine che si può usare per descrivere sistemi
dinamici caratterizzati da movimenti oscillatori, mettondo in luce i coefficienti 𝜁 e 𝜔
Si consideri un oscillatore libero smorzato: riportare i possibili andamenti dello stato in funzione
dei valori che possono assumere i parametri 𝜔 e 𝜁
Si consideri un oscillatore forzato: descrivere come l’ampiezza del segnale a regime varia in
funzione della frequenza del segnale di forzamento
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esercizio
Esercizio #1.
Dare un interpretazione fisica di cosa accade nel circuito in tali condizioni operative
Circuito RLC
𝑣 𝑣
− + −
+
𝑖 𝑡 +
+ 𝐿
𝐶
𝑣 𝑡
− 𝑣
−
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Approfondimento
Cercare in rete (si trova anche su Youtube) il video del crollo del ponte di Tacoma.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione all’Automatica
L’Automatica si occupa dunque delle metodologie con cui è possibile indurre un comportamento
desiderato in un determinato sistema in maniera autonoma.
I maggiori contributi a questa disciplina sono dovuti alla teoria dei sistemi e alla teoria del controllo.
La Teoria dei Sistemi si occupa dello studio di sistemi complessi e, in particolare, della loro
modellazione e analisi.
La Teoria del Controllo (o Controlli Automatici) riguarda lo sviluppo di metodologie al fine di
indurre un determinato comportamento o far raggiungere determinate prestazioni ad un sistema.
L’Ingegneria dell’Automazione si occupa principalmente della modellazione, della simulazione e del
controllo di sistemi più o meno complessi. È una tecnologia nascosta, ma sempre presente,
indispensabile per rendere funzionanti le realizzazioni ottenute con le altre tecnologie facilmente
riconoscibili.
L’Ingegnere dell’Automazione ha come obiettivo quello di progettare in maniera sistematica
dispositivi in grado di imporre azioni di intervento su una macchina o su un impianto utili per ottenere la
finalità, le prestazioni e le specifiche desiderate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Sistemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Strutture di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Un sistema è un insieme di elementi interconnessi che può interagire (sistema aperto) o meno
(sistema chiuso) con l’esterno. Tali elementi possono esser a loro volta studiati come sistemi.
Dato un sistema, è possibile identificare un insieme di grandezze – dette variabili del sistema –
che variano nel tempo. La variabile tempo, indicata con 𝑡𝑡, è una varabile indipendente e si
assume che il campo di escursione (i valori che può assumere) sia l’insieme dei numeri reali.
Con il termine segnale, si intende una funzione che descrive l’andamento del tempo di una data
variabile
Una variabile indipendente non è funzione di altre variabili. Quando sussistono relazioni tra
diverse variabili si parla di variabili dipendenti. Si consideri un sistema in movimento:
l’andamento temporale della variabile posizione dipende dall’andamento della variabile velocità
che a sua volta dipende dall’accelerazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di stato
Per caratterizzare l’andamento delle variabili di un sistema è necessario introdurre un ulteriore
insieme di variabili in grado di catturare lo stato interno del sistema
Variabili di stato
La necessità di dover definire delle variabili di stato è dovuta alla presenza di elementi e/o
fenomeni dinamici (o con memoria) a cui sono associati accumuli di energia, quantità di moto o
massa.
Per quanto riguarda i sistemi meccanici, è opportuno concentrarsi sugli accumuli di energia
cinetica e potenziale e quantità di moto e, quindi, una scelta opportuna delle variabili di stato è
rappresentata dalle posizioni e velocità degli elementi responsabili di tali accumuli.
Abbiamo visto che in un circuito RC è opportuno scegliere come variabile di stato la tensione ai
morsetti del condensatore: l’energia elettrica, infatti, dipende dalla carica accumulata in essi.
Analogamente, in presenza di induttori è opportuno scegliere come variabile di stato la corrente
che li attraversa in quanto da essa dipende l’energia magnetica immagazzinata.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑢𝑢 𝑡𝑡 SISTEMA DINAMICO 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑦𝑦 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Quando questo legame non esiste, ovvero quando la funzione di trasformazione d’uscita non dipende
dall’ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 si parla di sistemi strettamente propri (o anche puramente dinamici).
Quando la funzione di trasformazione d’uscita, invece, non dipende dallo stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 del sistema, si
parla di sistemi istantanei (o non dinamici). Per tali sistemi l’andamento temporale delle variabili di
interesse può esser determinato in modo diretto noto l’ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 usando esclusivamente la
funzione di trasformazione d’uscita.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
si parla di sistemi a tempo invariante (o di sistemi stazionari). Per questa classe di
problemi il l’andamento temporale dello stato e dell’uscita non dipende dall’istante di applicazione
del segnale di ingresso e, quindi, si può fissare arbitrariamente 𝑡𝑡0 (tipicamente 𝑡𝑡0 = 0)
Nel caso generale in cui le funzioni di trasformazione dipendono esplicitamente dal tempo, si
parla di sistemi a tempo variante. Per questa classe di problemi la stessa sollecitazione
applicata in due istanti temporali diversi può generare due risposte differenti del sistema in
quanto il legame ingresso-uscita dipende dal tempo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Nel caso generale in cui almeno una delle due funzioni di trasformazione non gode di tale
proprietà, si parla di sistemi non lineari.
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Ossia sistemi la cui dinamica è lineare nella variabile di controllo ma non in quella di stato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Nello studio dei sistemi dinamici le proprietà di linearità e stazionarietà sono particolarmente utili
in quanto ne semplificano l’analisi. Sistemi che sono al tempo stesso lineari e stazionari sono detti
sistemi LTI (dall’inglese Linear Time-Invariant) e possono esser descritti nel seguente modo
i.e. le funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita sono lineari e a coefficienti costanti.
Le semplificazioni che i sistemi LTI consentono di applicare nello studio di sistemi dinamici fanno
si che anche in presenza di sistemi a tempo variante e/o non lineari si cerca di ricondursi in tale
forma.
Questa operazione implica considerare costanti alcuni parametri che in realtà variano nel tempo e
più in generale approssimare il comportamento di un sistema non lineare come un sistema lineare
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Un sistema in uno stato di equilibrio, quindi, permane in tale stato indefinitamente purché le
sollecitazioni a cui sia sottoposto rimangono costanti.
Intuitivamente, esistono diversi tipi di equilibrio: si consideri un sistema in uno stato di equilibrio
𝑥𝑥𝑒𝑒 soggetto ad una perturbazione di lieve entità. Una caratteristica che tipicamente si vuole avere
è la capacità di tornare nello stato di equilibrio in presenza di perturbazioni.
Questo aspetto è dovuto al fatto che, in genere, gli stati di equilibrio sono associati a condizioni
operative desiderate in cui il comportamento del sistema coincide con il funzionamento
desiderato.
Risulta evidente che, dopo essersi assicurati che il valore delle variabili di interesse sia quello
desiderato, si vuole che anche in presenza di perturbazioni tali valori siano mantenuti (o, più in
generale, che il sistema reagisca alle perturbazioni e dopo un certo intervallo di tempo torni nelle
condizioni desiderate).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Concetto di stabilità
𝑥𝑥 𝑡𝑡 Andamento temporale
dello stato in assenza di
controllo
𝑥𝑥 ∗
Perturbazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se tutti i movimenti dello stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 che si generano da
stati iniziali 𝑥𝑥0 𝑖𝑖 sufficientemente vicini a 𝑥𝑥̅ rimangono in suo intorno i.e. se ∃𝛿𝛿, 𝜖𝜖 > 0: ∀𝑖𝑖
𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
lim 𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅
𝑡𝑡→∞
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 0
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝛼𝛼, 𝛽𝛽 ∈ ℝ≥0 . Si può dimostrare che la soluzione di tale equazione è del tipo
−𝛼𝛼 ± 𝛼𝛼 2 − 4𝛽𝛽
𝑟𝑟1,2 =
2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Se 𝛼𝛼 2 − 4𝛽𝛽 < 0 le due radici sono complesse coniugate con parte reale non positiva
𝛼𝛼 4𝛽𝛽 − 𝛼𝛼 2
𝑟𝑟1,2 = − ± 𝑗𝑗
2 2
Nel primo caso, la soluzione dell’equazione differenziale diventa
𝛼𝛼
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑐𝑐1 + 𝑐𝑐2 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 𝑐𝑐1 + 𝑐𝑐2
Oscillatori forzati
Si consideri l’equazione differenziale a coefficienti costanti del secondo ordine
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝛼𝛼, 𝛽𝛽 ∈ ℝ≥0 . Si consideri un forzamento di tipo sinusoidale: 𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 con 𝐹𝐹0 e 𝜔𝜔𝐹𝐹 ,
rispettivamente, ampiezza e frequenza del segnale di forzamento
2
Per semplificare i calcoli, si ponga 𝛼𝛼 = 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 e 𝛽𝛽 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 dove 𝜔𝜔𝑁𝑁 è la frequenza naturale del
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 2
2
+ 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑
Si può dimostrare che la soluzione di questa equazione differenziale è nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 + 𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Dunque, un oscillatore forzato con un segnale sinusoidale di frequenza 𝜔𝜔𝐹𝐹 è caratterizzato da un
andamento temporale del tipo:
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Il risultato ottenuto, quindi, è che forzando un oscillatore con una forza di tipo sinusoidale, a
regime, si ottiene un comportamento oscillatorio con
Un’ampiezza che dipende dall’ampiezza del segnale di forzamento e dai coefficienti del
sistema
Uno sfasamento 𝛿𝛿 che dipende dalla frequenza di forzamento e dai coefficienti del sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori semplici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Risonanza armonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8/s1
Titolo: RIPASSO E VERIFICA dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Esercizio #1.
Esercizi
Esercizio #3.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Esercizio #1.
𝑥𝑥̇ 𝟏𝟏 = −𝑥𝑥1 + 𝑢𝑢
�𝑥𝑥̇ 𝟐𝟐 = 2𝑥𝑥1 − 3𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢
𝒚𝒚 = 𝑥𝑥1 + 𝑥𝑥2
Definire le matrici caratteristiche del sistema in MATLAB
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 8).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Sistemi lineari
In questo nucleo tematico ci si occuperà dei sistemi lineari a tempo invariante ossia sistemi che
possono esser descritti dal sistema di equazioni nella forma
dove
𝑥𝑥 ∈ ℝ𝑛𝑛 è il vettore di stato, 𝑢𝑢 ∈ ℝ𝑚𝑚 è il vettore degli ingressi, 𝑦𝑦 ∈ ℝ𝑝𝑝 è il vettore di uscita
Come già accennato, l’importanza degli strumenti derivati per l’analisi di questa classe di sistemi è
dovuta alla possibilità
Di ricavare risultati generali sul comportamento dei sottosistemi che lo compongono al fine
di derivare il comportamento complessivo come la somma delle parti
Movimenti
si vuole determinare l’espressione dei movimenti dello stato e dell’uscita ossia l’espressione che
descrive l’evoluzione nel tempo dello stato e dell’uscita.
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
dove
Formula di Lagrange
Le espressioni dei movimenti dello stato e dell’uscita possono esser riscritte tramite la formula di
Lagrange: per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
L’esponenziale di una matrice che compare nelle precedenti espressioni è definito dalla
relazione
∞ Nota:
𝐴𝐴𝐴𝐴
1 𝑖𝑖
𝐴𝐴𝐴𝐴 2 ∞ 𝑖𝑖
𝑒𝑒 = � 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 + 𝐴𝐴𝐴𝐴 + +⋯ 𝑥𝑥
𝑖𝑖! 2! � = 𝑒𝑒 𝑥𝑥
𝑖𝑖=0 𝑖𝑖!
𝑖𝑖=1
Le formule di Lagrange possono esser riscritte come
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = Φ 𝑡𝑡 𝑥𝑥0 + Ψ 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶Φ 𝑡𝑡 𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶Ψ 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
allora alle cause 𝛼𝛼𝑥𝑥1 𝑡𝑡0 + 𝛽𝛽𝑥𝑥2 𝑡𝑡0 , 𝛼𝛼𝑢𝑢1 + 𝛼𝛼𝑢𝑢2 corrisponde l’effetto 𝛼𝛼𝑦𝑦1 + 𝛽𝛽𝑦𝑦2
In altre parole, il comportamento del sistema in risposta a diversi ingressi può esser calcolato
come somma pesata del comportamento dovuto ai singoli ingressi
è strettamente legato alla proprietà di linearità: si può definire la classe dei sistemi lineari
come tutti e soli quei sistemi per cui valga il principio di sovrapposizione degli effetti
Tornando alle formule di Lagrange, per poter calcolare l’evoluzione (libera e forzata) del sistema è
necessario saper calcolare l’esponenziale della matrice dinamica.
Nel caso semplice di sistemi con dimensione unitaria tale calcolo è banale e si riduce ad uno
scalare
𝑡𝑡
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 ⇒ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑏𝑏𝑏𝑏( 𝜏𝜏)𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑎𝑎𝑎𝑎
𝑡𝑡0
Autovettori e autovalori
Una matrice quadrata 𝐴𝐴 è detta diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale ossia se
esiste una matrice 𝑃𝑃 invertibile per cui valga
𝜆𝜆1
−1 ⋱
𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴 = ⇒ 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛
Scrivendo la matrice 𝑃𝑃 in termini di vettori colonna 𝑃𝑃 = 𝑃𝑃1 … 𝑃𝑃𝑛𝑛 , la precedente espressione
può esser scritta come un sistema di 𝑛𝑛 equazioni:
I vettori 𝑃𝑃𝑖𝑖 per cui valgono tali relazioni sono detti autovettori della matrice 𝐴𝐴
I valori 𝜆𝜆𝑖𝑖 sono detti autovalori della matrice 𝐴𝐴. Gli autovalori sono le radici del polinomio
caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆 della matrice 𝐴𝐴, definito come
e = eig(A) %% computes
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝜆𝜆 eigenvalues
of matrix A
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Autovettori e autovalori
Una volta calcolata (se esiste) la matrice 𝑃𝑃 degli autovettori, si può riscrivere la matrice dinamica
𝐴𝐴 come
𝐴𝐴 = 𝑃𝑃−1 ∙ 𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙ 𝑃𝑃
e quindi l’esponenziale di una matrice diagonalizzabile può quindi esser calcolato nel seguente
modo:
𝑒𝑒 𝜆𝜆1 𝑡𝑡
𝑃𝑃−1 ∙𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙𝑃𝑃
𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑒𝑒 𝑡𝑡
= 𝑃𝑃−1 ⋱ 𝑃𝑃
𝑒𝑒 𝜆𝜆𝑛𝑛𝑡𝑡
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Rappresentazioni equivalenti
Si consideri il sistema:
sono equivalenti. In altre parole il comportamento nelle variabili 𝑥𝑥 𝑡𝑡 si può ricavare dal
comportamento di 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 semplicemente usando la relazione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇 −1 𝑥𝑥� 𝑡𝑡
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Rappresentazioni equivalenti
Questo risultato è particolarmente utile se messo in relazione a quanto detto in merito al processo
di diagonalizzazione di una matrice:
Sfruttando questi risultati, i movimenti dello stato e dell’uscita si possono ottenere come
𝑡𝑡 𝑡𝑡
−1 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝜏𝜏 −1 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝜏𝜏
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑃𝑃 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 𝜏𝜏 𝑑𝑑 𝜏𝜏 , 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑃𝑃 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 𝜏𝜏 𝑑𝑑 𝜏𝜏 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
0 0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #1
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #3
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Risposta all’impulso
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s3
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Domande aperte
SISTEMI LTI
Scrivere l’espressione generale dei movimenti dello stato e dell’uscita di un sistema LTI
Spiegare l’utilità del principio di sovrapposizione degli effetti ai fini dello studio di sistemi
dinamici
Domande aperte
Cos’è un autovettore?
Come si calcolano gli autovettori di una matrice nel caso di autovalori distinti?
Come si calcolano gli autovettori di una matrice nel caso di autovalori multipli?
Domande aperte
MODI NATURALI
Definire la risposta dello stato all’impulso sia nel caso dei sistemi SISO che MIMO
Definire la risposta dell’uscita all’impulso sia nel caso dei sistemi SISO che MIMO
Spiegare l’importanza che le risposte dello stato e dell’uscita ricoprono nello studio del
comportamento di sistemi controllati
Esercizi
Si considerino le matrici
1 −1
𝐴𝐴 =
1 1
1 0 0
𝐴𝐴 = 2 3 2
4 1 4
1 1
𝐴𝐴 =
0 1
Determinare
Il polinomio caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆
Una trasformazione 𝑃𝑃𝑗𝑗 e una matrice in forma canonica di Jordan 𝐴𝐴𝑗𝑗 tali che 𝐴𝐴 =
𝑃𝑃𝐴𝐴𝑗𝑗 𝑃𝑃−1
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Equilibrio
Si consideri il sistema LTI
Per abbiamo visto che per sistemi stazionari se, in presenza di ingressi costanti 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢�, risultano
essere costanti anche le evoluzioni dello stato e dell’uscita si parla di stati di equilibrio 𝒙𝒙𝒆𝒆 e
uscite di equilibrio 𝒚𝒚𝒆𝒆 . Un sistema che si trovi nello stato di equilibrio, quindi, sarà
caratterizzato da variazioni dello stato nullo.
In questa lezione particolarizzeremo i risultati ottenuti per sistemi stazionari al caso di sistemi
stazionari e lineari.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Equilibrio
Dato un ingresso costante 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢�, gli stati di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 di un sistema LETI, se presenti,
sono le soluzioni dell’equazione 𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 0 ossia
𝐴𝐴𝑥𝑥𝑒𝑒 + 𝐵𝐵𝑢𝑢� = 0
Se la matrice dinamica del sistema 𝐴𝐴 è invertibile (i.e. non ha autovalori nulli), gli stati di
equilibrio possono essere calcolati come
𝑥𝑥𝑒𝑒 = −𝐴𝐴−1 𝐵𝐵𝑢𝑢�
Guadagno statico
Nel caso di sistemi SISO il guadagno statico rappresenta il rapporto tra l’uscita e l’ingresso
quando tutte le variabili del sistema sono costanti. Infatti, considerando il sistema SISO
𝑥𝑥̇ = 𝑎𝑎𝑎𝑎 + 𝑏𝑏𝑏𝑏
�
𝑦𝑦 = 𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝑎𝑎, 𝑏𝑏, 𝑐𝑐, 𝑑𝑑 ∈ ℝ
1
Se le variabili di stato sono costanti, necessariamente 𝑥𝑥 = − 𝑏𝑏𝑏𝑏. Il rapporto tra l’uscita e
𝑎𝑎
l’ingresso è pertanto
1
𝑦𝑦 𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐 − 𝑎𝑎 𝑏𝑏𝑏𝑏 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 1
= = = 𝑑𝑑 − 𝑐𝑐 𝑏𝑏 = 𝐺𝐺0
𝑢𝑢 𝑢𝑢 𝑢𝑢 𝑎𝑎
Questa espressione ha senso se 𝑎𝑎 ≠ 0: nel caso di sistemi MIMO questa condizione si traduce
nel richiedere che la matrice dinamica 𝐴𝐴 sia invertibile.
Se la matrice dinamica del sistema 𝐴𝐴 non è invertibile, l’espressione 𝐴𝐴𝑥𝑥𝑒𝑒 + 𝐵𝐵𝑢𝑢� = 0 può implicare
infiniti o nessuno stato di equilibrio. Indipendentemente da quale delle due opzioni, in questo
caso la nozione di guadagno statico perde senso.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Si consideri il pendolo in figura. Abbiamo visto che il sistema è descritto dall’equazione
differenziale 𝑀𝑀𝑀𝑀𝜔𝜔̇ = 𝑢𝑢 − 𝑘𝑘𝑘𝑘 − 𝑀𝑀𝑀𝑀 sin 𝜃𝜃
Nell’assunzione di piccole oscillazioni, il seno può essere approssimato come sin 𝜃𝜃 = 𝜃𝜃. In queste
condizioni, quindi, si ottiene il sistema lineare
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2 0 1 0
� 𝑔𝑔 𝑘𝑘 1 , 𝑥𝑥̇ = 𝑔𝑔 𝑘𝑘 𝑥𝑥 + 1 𝑢𝑢
𝑥𝑥̇ 2 = − sin 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢 − −
𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙
Gli autovalori del sistema sono le soluzioni di
𝑘𝑘 𝑔𝑔 𝑘𝑘 𝑔𝑔
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = 𝜆𝜆 𝜆𝜆 + + = 𝜆𝜆2 + 𝜆𝜆 + = 0
𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙
Si può osservare che non ci sono autovalori nell’origine e, infatti, il
determinante di 𝐴𝐴 è diverso da zero. Posto 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� ed essendo la matrice
dinamica è invertibile, gli stati di equilibrio sono
𝐾𝐾
− −1 0 𝑙𝑙
𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑀𝑀
−1
𝑥𝑥𝑒𝑒 = −𝐴𝐴 𝐵𝐵𝑢𝑢� = − 1 𝑢𝑢� = 𝑀𝑀𝑀𝑀 𝑢𝑢�
𝑔𝑔 𝑔𝑔
0 𝑀𝑀 0
𝑙𝑙
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità
Per la classe dei sistemi LTI è possibile ricavare utili strumenti di analisi in riferimento alla
proprietà di stabilità: in particolare, sulla base degli autovalori del sistema, è possibile derivare
Questi risultati sono dovuti al fatto che le proprietà di stabilità di un sistema LTI dipendono
esclusivamente dai movimenti liberi del sistema
Nota: quando si parla di stabilità, come già accennato, sono di interesse solo i movimenti
dello stato e quindi il plurale si riferisce ai movimenti delle varie componenti dello stato (non
si intende movimento dello stato e dell’uscita)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità
Si consideri il sistema LTI descritto dalle equazioni
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
Applicando un generico ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� 𝑡𝑡 , definito per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0 si genera il movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 da
uno stato iniziale 𝑥𝑥� 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥�0
Si consideri adesso il caso in cui lo stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡 viene applicato al sistema quando al
tempo 𝑡𝑡0 si trovi nello stato iniziale
𝑥𝑥0′′ = 𝑥𝑥�0 + 𝛿𝛿𝑥𝑥0 : il movimento generato è dato dalla somma di 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 e 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
La differenza tra il movimento originato dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′′ (movimento perturbato) e
quello originato dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′ = 𝑥𝑥�0 (movimento nominale) è
𝑥𝑥 ′′ 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥 ′ 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
È immediato verificare che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 si origina dal punto iniziale 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità di un movimento
Le stesse definizioni si possono dare per un generico movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : il movimento𝑥𝑥� 𝑡𝑡 si dice
stabile se esistono due costanti positive 𝜖𝜖, 𝛿𝛿 ∈ ℝ per cui valgano le seguenti relazioni:
Si abbia 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖
asintoticamente stabile
se è stabile e
instabile
Se non è stabile
Si noti che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 rappresenta il movimento dello stato che si origina da uno stato
iniziale sufficientemente vicino a 𝑥𝑥0 e in presenza dello stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità di un sistema
Le condizioni di stabilità/instabilità ricavate non dipendono esplicitamente dal generico movimento
𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : questo aspetto si traduce nel fatto che l’analisi della stabilità di un qualunque movimento
può esser condotta sul sistema di equazioni
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Stabilità di un sistema
Come detto, lo studio della stabilità di un sistema si può ricondurre allo studio della stabilità dei
movimenti liberi del sistema
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Movimento stabile ( 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖), si può affermare che un sistema LTIè stabilese e solo
se la norma dei movimenti liberi dello stato è minore di un valore 𝜖𝜖 fissato (i.e. se e solo se
sono limitati), almeno per stati iniziali la cui norma è sufficientemente piccola ( 𝛿𝛿𝑥𝑥0 ≤ 𝛿𝛿)
Movimento asintoticamente stabile ( lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 = 0), si può affermare che un sistema LTI
𝑡𝑡→∞
è asintoticamente stabile se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato (sono limitati) e
tendono ad esaurirsi
Movimento instabile, si può affermare che un sistema LTI è instabilese e solo se almeno
un movimento libero dello stato non è limitato
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Un sistema LTI risulta quindi (asintoticamente) stabile se e solo se tutti i suoi movimenti liberi
sono limitati (e tendono a zero)
Mettendo insieme questi due risultati si ha che per verificare la stabilità di un sistema si deve
verificare che tutti i modi naturali del sistema siano limitati. In altre parole, è necessario che tutti
gli esponenziali 𝑒𝑒 𝜎𝜎𝑖𝑖 𝑡𝑡 siano non crescenti i.e. che 𝜎𝜎𝑖𝑖 ≤ 0, ∀𝑖𝑖
Un sistema LTI è asintoticamente stabile se e solo se tutti i suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖
hanno parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0)
Un sistema LTI è instabile se almeno uno dei suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 ha parte reale
positiva (𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
siamo in grado di decidere riguardo la stabilità asintotica e l’instabilità del sistema nel caso in cui
𝜎𝜎𝑖𝑖 ≠ 0. In particolare,
Se il sistema ha tutti autovalori a parte reale negativa e uno o più autovalori a parte reale
nulla, in base al teorema precedente si può solo concludere che il sistema non è
asintoticamente stabile (potrebbe essere semplicemente stabile oppure instabile)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Autovalori nell’origine
Per decidere riguardo la stabilità del sistema in presenza di autovalori a parte reale nulla (sull’asse
immaginario) si consideri l’espressione dei modi naturali ad esso associati.
il movimento è quindi limitato ma non tende a zero (è costante) e quindi si ha stabilità semplice
Ad una singola coppia di autovalori complessi coniugati 𝜆𝜆𝑖𝑖 = ±𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 è associato un modo
naturale nella forma
𝐾𝐾𝑒𝑒 0𝑡𝑡 cos 𝜔𝜔𝑖𝑖 𝑡𝑡 + 𝜙𝜙 = 𝐾𝐾 cos 𝜔𝜔𝑖𝑖 𝑡𝑡 + 𝜙𝜙
il movimento è quindi limitato ma non tende a zero (è periodico) e quindi si ha stabilità semplice
Quindi, se un sistema LTI ha tutti autovalori a parte reale negativa ed un solo autovalore a parte
reale negativa il sistema è stabile
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Autovalori nell’origine
Si consideri adesso il caso di autovalori reali (analoghe considerazioni valgono per autovalori
complessi) multipli nell’origine:
Ad autovalori reali 𝜆𝜆1 = ⋯ = 𝜆𝜆𝑚𝑚 = 0 sono associati modi naturali del tipo
se la molteplicità algebrica dell’autovalore è uguale alla molteplicità geometrica (in
questo caso la matrice di Jordan è diagonale):
𝑚𝑚 𝑚𝑚
Con tutti autovalori a parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0, ∀𝑖𝑖) è asintoticamente
stabile
Con almeno un autovalore a parte reale strettamente positiva (∃𝑖𝑖: 𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0) è instabile
In particolare, più che sulla stabilità semplice, ci si concentrerà sulla proprietà di stabilità
asintotica per due ragioni
È una situazione al limite: avendo a che fare con modelli necessariamente approssimati
potrebbe essere che la presenza di autovalori nell’origine del modello matematico
corrisponda ad un autovalore molto vicino all’origine ma con parte reale positiva
Implica la presenza di movimenti dello stato che non si esauriscono con il tempo in
assenza di ingressi nulli il che non è auspicabile (anche in relazione ad argomentazioni
di tipo energetico)
Le risposte all’impulso dello stato e dell’uscita tendono a zero: infatti, tali risposte sono
assimilabili a movimenti liberi generati dallo stato iniziale 𝑥𝑥0 = 𝐵𝐵
𝑥𝑥𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵, 𝑦𝑦𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡
I movimenti del sistema in risposta ad ingressi limitati nel tempo tendono ad annullarsi:
detto 𝑡𝑡̃ l’istante in cui l’ingresso si esaurisce e 𝑥𝑥� lo stato del sistema in tale istante, i
movimenti del sistema per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡̃ sono descritti dall’espressione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡̃ 𝑥𝑥�
Il sistema è esternamente stabile (Bounded Input Bounded Output, BIBO) ossia, in presenza
di ingressi limitati genera movimenti forzati anch’essi limitati
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Per decidere sulla stabilità asintotica di un sistema, quindi, non è necessario risolvere un sistema
di equazioni differenziali: è sufficiente trovare le radici del polinomio caratteristico del sistema
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝜆𝜆 = 𝜆𝜆𝑛𝑛 + 𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝜆𝜆𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝑎𝑎1 𝜆𝜆 + 𝑎𝑎0
Imponendo 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 < 0 si ha che i coefficienti 𝑎𝑎𝑖𝑖 sono tutti positivi
Criterio di Routh
Le condizioni appena ricavate si possono schematizzare nel seguente modo: siano 𝑎𝑎𝑖𝑖 i coefficienti
del polinomio caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆
se 𝑛𝑛 = 1,2 stabilità asintotica ⇔ 𝑎𝑎𝑖𝑖 > 0, ∀𝑖𝑖
TEOREMA. Per un sistema LTI �
se 𝑛𝑛 > 2 stabilità asintotica ⇒ 𝑎𝑎𝑖𝑖 > 0, ∀𝑖𝑖
Questo risultato è molto utile in quanto permette di decidere sulla stabilità asintotica di un
sistema guardando solo i coefficienti del polinomio caratteristico. Tuttavia, nel caso in cui 𝑛𝑛 > 2 e
almeno un coefficiente 𝑎𝑎𝑖𝑖 sia negativo il teorema non consente di affermare nulla
In questi casi si può usare il criterio di Routh: a partire dai coefficienti del polinomio caratteristico,
si costruisce una tabella seguendo certe regole (riassunte nella prossima slide): se gli elementi
della prima colonna di tale tabella sono tutti dello stesso segno allora si può concludere che il
sistema ha tutti autovalori a parte reale negativa.
Si noti come la verifica della stabilità asintotica di un sistema si sia ulteriormente semplificata:
usando questo criterio, infatti, si riduce alla costruzione di una tabella. A titolo di esempio, per un
sistema di grado 𝑛𝑛 = 5 il criterio di Routh richiede 3 operazioni.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
𝑘𝑘1,1 𝑘𝑘1,2
det
𝑘𝑘2,1 𝑘𝑘22
Si calcola l’ultimo coefficiente 𝑘𝑘 = e la costruzione della tabella si arresta.
−𝑘𝑘2,1
A questo punto si applica il criterio di Routh: ogni permanenza di segno nei coefficienti sulla
prima colonna della tabella corrisponde ad una radice negativa. In termini più formali, il criterio di
Routh permette di affermare che
Si ha stabilità asintotica se e solo se la tabella di Routh è ben definita e tutti gli elementi
sulla prima colonna hanno lo stesso segno
Nella costruzione della tabella, il valore nelle posizioni senza elementi si assume nullo
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Si consideri il polinomio
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = 𝜆𝜆6 + 2𝜆𝜆5 + 3𝜆𝜆4 − 2𝜆𝜆3 − 𝜆𝜆2 + 𝜆𝜆 + 1
Le prime due righe della tabella sono
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 3 −1 1
�𝑎𝑎 𝑎𝑎 𝑎𝑎 0 ⇒ �
𝑛𝑛−1 𝑛𝑛−3 𝑛𝑛−5 2 −2 1 0
I coefficienti della terza riga sono:
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 1 3
det 𝑎𝑎 det
𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 2 −2 =
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 = = 4
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 1 −1
det 𝑎𝑎 det 3
𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 2 1 =
𝑏𝑏𝑛𝑛−2 = = −
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2 2
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 1
det 𝑎𝑎 0 det
𝑏𝑏𝑛𝑛−3 = 𝑛𝑛−1
= 2 0 = 1
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2
La tabella diventa quindi
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 3 −1 1
2 −2 1 0
�𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 ⇒ � 3
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 4 − 1 0
2
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
I coefficienti della quarta riga sono:
2 −2
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 det 3
det 𝑏𝑏 4 −
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 = 𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2
= 2 = −5
−𝑏𝑏𝑛𝑛−1 −4 4
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 2 1
det 𝑏𝑏 det 1
𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 4 1 =
𝑐𝑐𝑛𝑛−3 = =
−𝑏𝑏𝑛𝑛−1 −2 2
La tabella diventa quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 3
�𝑏𝑏 ⇒ 4 − 1 0
𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 5 1
− 0 0
4 2
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
I coefficienti della quinta riga sono:
3
4 −
det 2
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 5 1
det − 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 4 2 =
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 = =
−𝑐𝑐𝑛𝑛−2 −4 10
4 1
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 det 5
det − 0
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 0 4
𝑑𝑑𝑛𝑛−4 = = = 1
−𝑐𝑐𝑛𝑛−2 −2
La tabella diventa quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
3
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
⇒ 5 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
1 0 0
10
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Il coefficiente della sesta riga è
5 1
−
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 det 4 2
det 𝑑𝑑 1
1
𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 10
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 = = = 12
−𝑑𝑑𝑛𝑛−3 1
−
10
La tabella diventa è quindi
1
3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2
−2 1 0
3
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
⇒ 5 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 0 0 1 0 0
10
12 0 0 0
Dato che è rimasta una matrice quadrata 2 × 2 (i.e. le successive colonne sono nulle) la
costruzione della tabella si arresta con il calcolo dell’ultimo coefficiente
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Il coefficiente dell’ultima riga è
1
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 det 10 1
det
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 12 0 = 1
𝑓𝑓𝑛𝑛−5 = =
−𝑒𝑒𝑛𝑛−4 −12
La tabella completa è quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 3
4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 5 1
⇒ − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 0 0 1 0 0
𝑓𝑓𝑛𝑛−5 0 0 0 10
12 0 0 0
1 0 0 0
Terminata la costruzione della tabella, si può osservar che ci sono due variazioni di segno
sulla prima colonna: tra le righe 3 e 4 e 4 e 5 e quindi si può concludere che ci sono due
radici a parte reale positiva (il codice MATLAB in figura può esser usato per verificarlo) e
quindi il sistema è instabile.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
STABILITÀ DEI SISTEMI LTI
Scrivere l’espressione degli stati di equilibrio, e delle corrispondenti uscite di equilibrio, per
sistemi LTI.
Specificare la condizione per cui le precedenti espressioni ammettono una soluzione in forma
chiusa
Come è definito e cosa rappresenta il guadagno statico di un sistema LTI?
Cosa si intende per stabilità di un sistema LTI? Cosa implica tale proprietà?
Per quale motivo i movimenti liberi rivestono un importante ruolo nell’analisi della stabilità?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
STABILITÀ IN FUNZIONE DEGLI AUTOVALORI
Quale relazione sussiste tra le radici del polinomio caratteristico e i modi naturali di un
sistema LTI?
Cosa si può concludere sulla stabilità di un sistema sapendo che i suoi movimenti dello stato
sono limitati?
Cosa si può concludere sulla stabilità di un sistema LTI sapendo che un solo movimento dello
stato è non è limitato?
Dare la condizione di stabilità asintotica in funzione del valore degli autovalori del sistema. È
una condizione sufficiente, necessaria o necessaria e sufficiente?
Dare la condizione di stabilità semplice in funzione del valore degli autovalori del sistema. È
una condizione sufficiente, necessaria o necessaria e sufficiente?
Dare la condizione di instabilità in funzione del valore degli autovalori del sistema. È una
condizione sufficiente, necessaria, o necessaria è sufficiente?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
STABILITÀ IN FUNZIONE DEGLI AUTOVALORI
Quali sono le considerazioni che permettono di trarre conclusioni sulla stabilità di un sistema
LTI semplicemente guardando al suo polinomio caratteristico?
Quali sono le proprietà dei sistemi asintoticamente stabili?
Per quale motivo non è auspicabile avere un sistema semplicemente stabile (invece che
asintoticamente)?
Si può avere stabilità asintotica in presenza di autovalori semplici sull’asse immaginario?
Si può avere stabilità semplice in presenza di autovalori multipli sull’asse immaginario?
Qual è l’espressione della risposta all’impulso per un sistema LTI asintoticamente stabile?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
CRITERIO DI ROUTH
In riferimento all’analisi di sistemi LTI, a cosa serve il criterio di Routh?
Enunciare il criterio di Routh per sistemi di primo e secondo ordine
Enunciare il criterio di Routh per sistemi di ordine arbitrario
Descrivere il procedimento per la costruzione della tabella di Routh
Descrivere il procedimento per la costruzione della tabella di Routh in presenza di elementi
nulli sulla prima colonna
In presenza di zeri sulla prima colonna, cosa consente di enunciare il criterio di Routh?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Decidere sulla stabilità semplice, stabilità asintotica o instabilità di sistemi LTI caratterizzati dalle
seguenti matrici dinamiche:
1 −1 1 1 1 1
𝐴= , 𝐴= , 𝐴=
1 1 2 1 2 −2
Decidere sulla stabilità semplice, stabilità asintotica o instabilità di sistemi LTI aventi il seguente
polinomio caratteristico:
𝑝 𝜆 =𝜆 −𝜆+1
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 2𝜆 + 2
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 3𝜆 + 2𝜆 − 𝜆 + 3
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 2𝜆 + 3𝜆 + 5𝜆 + 𝜆 − 3
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 8𝜆 + 23𝜆 + 28𝜆 + 12
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Errore di approssimazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Sistema linearizzato
Mettendo insieme quanto detto, il comportamento di un sistema non lineare
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
nell’intorno di un suo punto di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� può esser descritto dal sistema lineare
con
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
𝐴𝐴 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐵𝐵 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐶𝐶 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐷𝐷 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝜕𝜕𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥 𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥 𝑒𝑒 ,𝑢𝑢
Il sistema così ottenuto è detto sistema linearizzato del sistema (non lineare) di partenza. La
validità di tale rappresentazione è limitata a piccole variazioni del segnale di ingresso Δ𝑢𝑢 e dello
stato iniziale Δ𝑥𝑥 e fintanto che i movimenti dello stato Δ𝑥𝑥 𝑡𝑡 e dell’uscita Δ𝑦𝑦 𝑡𝑡 rimangono limitati
in norma
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Stabilità
Una volta linearizzato un sistema, ci si può chiedere quale relazione sussista tra le proprietà di
stabilità del sistema linearizzato e quelle del sistema non lineare. Per rispondere a questa
domanda si enunciano i seguenti teoremi: lo stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 del sistema non lineare,
corrispondente all’ingresso costante 𝑢𝑢�, è
asintoticamente stabile se tutti gli autovalori del sistema linearizzato hanno parte reale
negativa
instabile se almeno uno degli autovalori del sistema linearizzato ha parte reale positiva.
Rispetto al caso lineare, quindi, la condizione di stabilità asintotica non è più necessaria e
sufficiente (è solo sufficiente).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Stabilità
Per quanto detto, dato un sistema non lineare, per studiarne le proprietà di stabilità si deve
trovare il sistema linearizzato e calcolarne gli autovalori con gli strumenti introdotti
precedentemente:
Se tutti gli autovalori hanno parte reale negativa ⇒ il sistema non lineare è asintoticamente
stabile
Se tutti gli autovalori sono a parte reale negativa e nulla non si può concludere nulla
(nemmeno per quanto riguarda la stabilità asintotica)
I risultati enunciati sono noti come il primo criterio di stabilità di Lyapunov (o metodo
indiretto di Lyapunov). Nella prossima lezione l’approccio di Lyapunov verrà descritto in termini
più generali.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Metodo diretto
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Metodo di Lyapunov
In questa lezione introdurremo l’approccio di Lyapunov per l’analisi della stabilità di un sistema. Si
consideri un sistema stazionario non lineare:
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
e si assuma che, lo stato 𝑥𝑥̅ sia uno stato di equilibrio in presenza di un ingresso costante 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� i.e.
𝑓𝑓 𝑥𝑥̅ , 𝑢𝑢� = 0. Per semplicità, si assuma inoltre che 𝑥𝑥̅ = 0.
Si consideri ora una funzione scalare 𝑉𝑉 𝑥𝑥 , continua e con derivata continua almeno in un intorno
di 𝑥𝑥̅ , la sua derivata temporale (𝑉𝑉̇ ) lungo le traiettorie del sistema (𝑥𝑥 𝑡𝑡 ) è definita come:
𝑛𝑛
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜕𝜕𝜕𝜕
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = � 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜕𝜕𝑥𝑥𝑖𝑖 𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Esempio
Essendo 𝑉𝑉 𝑥𝑥 > 0 e 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 per il criterio di Lyapunov si può concludere che il punto di
𝑇𝑇
equilibrio 𝑥𝑥̅ = 0 0 è stabile (non asintoticamente).
Per dimostrare l’asintotica stabilità del punto di equilibrio si consideri la funzione candidata
𝑔𝑔 1 𝑔𝑔 1
𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 1 − cos 𝑥𝑥1 + 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 − cos 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥12 + 2𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 𝑥𝑥2 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22
𝑙𝑙 2 𝑙𝑙 2
Assumendo 𝑃𝑃 simmetrica e definita positiva la funzione candidata è anch’essa definita
positiva. La derivata temporale lungo le traiettorie dello stato si ha
𝑔𝑔
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = sin 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥2 𝑥𝑥̇ 1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22 𝑥𝑥̇ 2
𝑙𝑙
𝑔𝑔 𝑔𝑔
= sin 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥2 𝑥𝑥2 − 𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22 sin 𝑥𝑥1
𝑙𝑙 𝑙𝑙
𝑔𝑔
Ponendo 𝑝𝑝22 = 1 e 𝑝𝑝11 = 0 si ottiene 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑝𝑝12 𝑥𝑥22 − 𝑥𝑥1 sin 𝑥𝑥1
𝑙𝑙
Se 𝑝𝑝12 < 0 e 𝜋𝜋 < 𝑥𝑥1 < 2𝜋𝜋 allora 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 e quindi l’origine è un punto di equilibrio
asintoticamente stabile.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Commenti finali
I risultati enunciati hanno validità locale ossia sono stati definiti per intorni del punto di equilibrio.
Nel caso in cui
Si noti che l’assunzione 𝑥𝑥̅ è facilmente rimovibile: tutti i risultati ottenuti sono validi anche nel
caso in cui 𝑥𝑥̅ ≠ 0.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Forme quadratiche
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Forme quadratiche
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Segue il fatto che se 𝑀𝑀 è una matrice diagonale con tutti elementi strettamente positivi,
necessariamente la forma quadratica è definita positiva. Analogamente, una matrice diagonale
con tutti elementi strettamente negativi è definita negativa.
Per verificare se una matrice simmetrica è (semi) definita positiva o negativa invece di calcolarne
gli autovalori si può utilizzare il criterio di Sylvester
Una matrice quadrata simmetrica è (semi) definita positiva/negativa se e solo se tutte le sue
sottomatrici superiori sinistre hanno determinante (nullo e/o) positivo/negativo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Equazione di Lyapunov
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Equazione di Lyapunov
Si noti che, se la matrice 𝑃𝑃 è simmetrica e definita positiva, allora la funzione di Lyapunov
𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃
è definita positiva per ogni 𝑥𝑥 (i.e. globalmente). Dal metodo di Lyapunov diretto segue che se
l’equazione di Lyapunov ha soluzione, allora il sistema è globalmente asintoticamente stabile. In altre
parole, per i sistemi LTI la proprietà di stabilità asintotica ha sempre carattere globale.
Il sistema LTI
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
Commenti
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Commenti
Scegliendo come candidata di Lyapunov la forma quadratica 𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃 con 𝑃𝑃 simmetrica
e definita positiva si ha
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑥𝑥 + 2𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑅𝑅1 𝑥𝑥, 𝑢𝑢� = −𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑄𝑄𝑄𝑄 + 2𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑅𝑅1 𝑥𝑥, 𝑢𝑢�
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Descrivere il procedimento per ottenere, a partire da un sistema non lineare, il sistema
linearizzato
Descrivere il metodo indiretto di Lyapunov per lo studio della stabilità di un sistema non lineare
Descrivere il metodo diretto di Lyapunov per lo studio della stabilità di un sistema non lineare
Quale risultato descritto in questa lezione consente di stabilire una connessione tra la teoria della
stabilità sviluppata per sistemi LTI e le proprietà di stabilità di sistemi non lineari?
Spiegare per quale motivo una scelta conveniente per le funzioni di Lyapunov sono funzioni
energetiche
Come si è riuscito a dimostrare che per sistemi LTI la proprietà di stabilità asintotica ha sempre
carattere globale? Si può estendere tale risultato alla proprietà di stabilità semplice?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si usi l’approccio di Lyapunov per decidere sulla stabilità semplice, asintotica o instabilità del
sistema LTI
𝑥̇ = −𝑥 + 2𝑥
𝑥̇ = +2𝑥 − 3𝑥
Si usi l’approccio di Lyapunov per decidere sulla stabilità semplice, asintotica o instabilità del
sistema LTI
𝑥̇ = +𝑥 + 2𝑥
𝑥̇ = −2𝑥 + 3𝑥
Confrontare il risultato ottenuto con gli altri criteri noti per l’analisi del sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Raggiungibilità e Osservabilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Introduzione
Nelle lezioni precedenti ci si è concentrati su una proprietà, fondamentale, dei sistemi dinamici: la stabilità. In
questa lezione si porrà l’attenzione su due proprietà strutturali che un generico sistema può avere:
raggiungibilità e osservabilità.
Queste due proprietà fanno riferimento alla possibilità di poter forzare le varie componenti dello stato e ricostruire
l’andamento temporale delle varie componenti dello stato
Le variabili di uscita di un sistema sono scelte sulla base dell’obiettivo del problema di controllo. Dato lo stesso
sistema, per applicazioni diversi può essere di interesse focalizzarsi su diverse variabili. La proprietà di
osservabilità fa riferimento alla possibilità di aver visione di tutte, un sotto-insieme o nessuna delle variabili di
stato. Risulta evidente quindi che se le variabili di stato di interesse non sono osservabili non sarà possibile
monitorarle.
Se è di interesse modificare (un sotto insieme delle) variabili di stato ma queste non sono raggiungibili (i.e. non
sono influenzate dal segnale di controllo in ingresso), può risultare impossibile risolvere il problema di controllo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Raggiungibilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Osservabilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Questi risultati fanno riferimento esclusivamente alle coppie 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 . Per questo motivo si
parla anche di raggiungibilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e di osservabilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐶𝐶
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione raggiungibile
Per sistemi non completamente raggiungibili è possibile effettuare una trasformazione in modo da
evidenziarne le componenti raggiungibili
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝑅𝑅 𝑥𝑥 𝑡𝑡 l’equazione di
stato può esser riscritta come
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃ 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 �
𝐴𝐴̃ = 𝑎𝑎 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵𝑎𝑎
0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏 0
e
𝑛𝑛 −1
rank ℛ = 𝐵𝐵�𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎 𝐴𝐴̃2𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎 … 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑅𝑅 𝐵𝐵�𝑎𝑎 = 𝑛𝑛𝑅𝑅
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione raggiungibile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione osservabile
Per sistemi non completamente osservabili è possibile effettuare una trasformazione in modo da
evidenziarne le componenti osservabili
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝑂𝑂 𝑥𝑥 𝑡𝑡 l’equazione di
stato può esser riscritta come
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶̃ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃𝑎𝑎 0
𝐴𝐴̃ = 𝐶𝐶̃ = 𝐶𝐶̃𝑎𝑎 0
𝐴𝐴̃𝑏𝑏𝑏𝑏 𝐴𝐴̃𝑏𝑏
e
𝑇𝑇 𝑇𝑇
𝑛𝑛 −1 ̃ 𝑇𝑇 = 𝑛𝑛
rank 𝒪𝒪 = 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 𝐴𝐴̃𝑇𝑇𝑎𝑎 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 𝐴𝐴̃2𝑎𝑎 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 … 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑜𝑜 𝐶𝐶𝑎𝑎 𝑂𝑂
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione osservabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Raggiungibilità e osservabilità
Nei sistemi LTI, le due proprietà strutturali di osservabilità e raggiungibilità sono duali.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Un sistema LTI può essere né completamente osservabile né completamente raggiungibile.
Abbiamo visto come, tramite opportuni cambi di variabili di stato, sia possibile mettere in
evidenza i sottosistemi completamente raggiungibili o completamente osservabili
Nelle prossime slide si approfondirà il tema mostrando come sia possibile scomporre un sistema
in modo da metterne in evidenza quattro sotto sistemi sulla base delle proprietà strutturali
introdotte. In particolare, i blocchi in cui verrà diviso un sistema hanno le seguenti proprietà:
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Dato che la matrice dinamica
È facile verificare che la risposta all’impulso dell’uscita dipende esclusivamente dalla sua parte
raggiungibile e osservabile, infatti si ha
𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶̃𝑏𝑏 𝑒𝑒 𝐴𝐴�𝑏𝑏 𝑡𝑡 𝐵𝐵�𝑏𝑏
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s2
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Esercizio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s2
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Esercizi
Si discutano le proprietà strutturali dei modelli nello spazio per i circuiti RL, RC, RLC
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s3
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Domande aperte
Dare la definizione di sistema raggiungibile e osservabile
Rappresentare graficamente le relazioni che sussistono tra i sotto sistemi identificati tramite la
scomposizione canonica
In quali condizioni si può affermare che la risposta all’impulso dell’uscita rappresenta un modello
ingresso-uscita? E cosa si intende con tale affermazione?
Cosa si intende per sistema in forma minima? Di quali proprietà gode tale classe di sistemi?
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Definizione e proprietà
Trasformata di Laplace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esistenza
L’integrale che definisce la trasformata di Laplace non è detto che esista i.e. la trasformata di
Laplace di una generica funzione può non esser definita.
Una condizione sufficiente affinché la trasformata di Laplace esista è che ci sia un valore reale e
positivo 𝜎𝜎� per cui
∞
� 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝜎𝜎�𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 < ∞
0
Se questa condizione vale, allora si può concludere che la trasformata 𝐹𝐹 𝑠𝑠 è ben definita per
ogni 𝑠𝑠 la cui parte reale è maggiore o uguale a tale valore (i.e. 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑠𝑠 ≥ 𝜎𝜎�)
I segnali che sono fisicamente realizzabili possiedono sempre una trasformata di Laplace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Trasformate di Laplace
Nella seguente tabella sono riportate le trasformate di Laplace delle funzioni più comuni
𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒔𝒔 𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒔𝒔
Proprietà
La trasformata di Laplace gode delle seguenti proprietà:
Linearità:
ℒ 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎 𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏 𝑔𝑔 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Integrazione: 1
ℒ � 𝑓𝑓 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡
0 𝑠𝑠
ℒ 𝑓𝑓 ∗ 𝑔𝑔 = ℒ 𝑓𝑓 ℒ 𝑔𝑔
Prodotto di convoluzione:
Anti-trasformata
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Si consideri il circuito RLC in figura. Come noto, le leggi 𝑅𝑅 𝐿𝐿
che governano i diversi componenti sono le seguenti:
𝑑𝑑𝑖𝑖 𝑡𝑡 1 𝑡𝑡 𝐶𝐶
𝑣𝑣𝐿𝐿 𝑡𝑡 = 𝐿𝐿 𝑣𝑣𝑅𝑅 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑡𝑡 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 = � 𝑖𝑖 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡0
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝐶𝐶 0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
Si assuma che al tempo 𝑡𝑡0 = 0 l’interruttore venga
chiuso e che il generatore fornisca una tensione
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
costante pari a 𝐸𝐸
Esempio
Dalle relazioni che sussistono tra i vari componenti si 𝑅𝑅 𝐿𝐿
ottiene la seguente espressione:
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 1 𝑡𝑡 𝑡𝑡0 𝐶𝐶
𝐸𝐸 = 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑡𝑡 + 𝐿𝐿 + � 𝑖𝑖 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐶𝐶 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
Per ottenere l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 si deve
risolvere la precedente equazione
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
In alternativa, si può sfruttare la trasformata di Laplace
arrivando all’espressione
𝐸𝐸
𝐸𝐸 1
= 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝐼𝐼 𝑠𝑠 𝑡𝑡
𝑠𝑠 𝑠𝑠𝐶𝐶
da cui
𝐸𝐸 𝑠𝑠𝑠𝑠
𝐼𝐼 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶𝐶𝐶𝐶𝐶 + 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑠𝑠 2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − > 0 il denominatore avrà due radici reali distinte a parte reale negativa:
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 𝑅𝑅2 1 − 𝑟𝑟1
𝑟𝑟1,2 =− ± − = A ± B = �
2𝐿𝐿 4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶 − 𝑟𝑟2
1 1
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 − 𝑟𝑟1 𝑡𝑡 + 𝑒𝑒 − 𝑟𝑟2 𝑡𝑡
𝑟𝑟2 − 𝑟𝑟1 𝑟𝑟1 − 𝑟𝑟2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − = 0 Le radici del denominatore sono reali coincidenti
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅
𝑟𝑟1,2 = −
2𝐿𝐿
L’espressione della corrente può esser quindi riscritta come
𝑅𝑅
1 1 𝑠𝑠 +
−1
𝐼𝐼 𝑠𝑠 = 𝐸𝐸𝐸𝐸 = 𝐸𝐸𝐸𝐸 − 2𝐿𝐿
𝑅𝑅 2 𝑅𝑅 𝑅𝑅 2
𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 +
2𝐿𝐿 2𝐿𝐿 2𝐿𝐿
L’espressione della corrente nel dominio del tempo si può ottenere guardando la tabella
con le trasformate di Laplace più comuni:
𝑅𝑅 𝑅𝑅 𝑅𝑅
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾1 𝑒𝑒 −2𝐿𝐿𝑡𝑡 − 𝐾𝐾2 𝑡𝑡𝑒𝑒 −2𝐿𝐿 = 𝐾𝐾1 − 𝐾𝐾2 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −2𝐿𝐿
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − < 0 Le radici del denominatore sono complesse coniugate
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 𝑅𝑅2 1
𝑟𝑟1,2 = − ± − = A ± jB
2𝐿𝐿 4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝐾𝐾1 𝐾𝐾2
𝐼𝐼 𝑠𝑠 = +
𝑠𝑠 + −𝐴𝐴 − 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑠𝑠 + −𝐴𝐴 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
L’espressione della corrente nel dominio del tempo si può ottenere guardando la tabella
con le trasformate di Laplace più comuni:
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾1 𝑒𝑒 − −𝐴𝐴−𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡 − 𝐾𝐾2 𝑒𝑒 − −𝐴𝐴+𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S2
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Esercizi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S2
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esercizio
𝑅𝑅
ESERCIZIO #1. Si consideri il circuito in figura: determinare
l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 assumendo che al tempo 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0
l’interruttore si chiuda, le condizioni iniziali siano nulle (i.e. 𝑡𝑡0 𝐿𝐿
𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑖𝑖𝐿𝐿 0 = 0) e 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
0 𝑡𝑡 < 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 = �
𝐸𝐸 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
Esercizio
𝑅𝑅
ESERCIZIO #2. Si consideri il circuito in figura: determinare
l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 assumendo che al tempo 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0
𝐶𝐶
l’interruttore si chiuda, le condizioni iniziali siano nulle (i.e. 𝑡𝑡0
𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑖𝑖𝐿𝐿 0 = 0) e 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
0 𝑡𝑡 < 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 = �
𝐸𝐸 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Domande aperte
Dare la definizione di trasformata di Laplace
Dare una condizione necessaria affinché la trasformata di Laplace di una funzione reale 𝑓𝑓 𝑡𝑡
esista
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
� 𝑠𝑠
𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑝𝑝 𝑠𝑠 +
� 𝑠𝑠
𝐷𝐷
Si può dimostrare che il polinomio può essere una trasformata di Laplace se e solo se si riduce a
una costante. In tal caso, l’anti-trasformata di Laplace è una funzione impulsiva
Per semplicità, affronteremo prima il caso in cui le radici del denominatore siano distinte e reali;
successivamente estenderemo lo studio al caso di radici distinte ma complesse; infine
affronteremo il caso di radici multiple.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
I termini 𝑃𝑃𝑖𝑖 sono detti residui della funzione 𝐹𝐹 𝑠𝑠 nei poli 𝑝𝑝𝑖𝑖
Una volta calcolati tutti i residui è possibile calcolare l’anti-trasformata di Laplace (per 𝑡𝑡 ≥ 0):
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑃𝑃𝑖𝑖
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ −1 � = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑝𝑝𝑖𝑖𝑡𝑡
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 =� ,
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℝ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 =� ,
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℝ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖
Abbiamo visto che è possibile scrivere la trasformata razionale 𝐹𝐹 𝑠𝑠 in funzione dei residui:
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =� ,
𝐷𝐷 𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℂ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛
2
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =�
𝐷𝐷 𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝�𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
A questo punto moltiplicando ambo i membri per ∏𝑛𝑛𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 si può ottenere un sistema di
𝑛𝑛 equazioni in 𝑛𝑛 incognite valutando la precedente espressione in 𝑛𝑛 valori arbitrari di 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Si consideri lo sviluppo della funzione 𝐹𝐹 𝑠𝑠 appena derivato:
𝜇𝜇 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = ��
∏𝜇𝜇𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑛𝑛𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑛𝑛𝑖𝑖
Moltiplicando ambo i membri per 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 si ottiene
𝜇𝜇 𝑛𝑛𝑗𝑗 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑃𝑃𝑗𝑗,𝑘𝑘 𝑛𝑛𝑖𝑖 −𝑘𝑘
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛𝑗𝑗 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 �� 𝑘𝑘
+ � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑘𝑘 (1)
∏𝜇𝜇𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗 𝑗𝑗=1 𝑘𝑘=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗 𝑘𝑘=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖 𝑗𝑗≠𝑖𝑖
𝑑𝑑 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑛𝑛𝑖𝑖 −1 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 �
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑠𝑠=𝑝𝑝𝑖𝑖
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Esempio
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 3 + 6𝑠𝑠 2 + 11𝑠𝑠 + 6
I poli della funzione (le radici del denominatore) sono
𝑝𝑝1 = −1, 𝑝𝑝2 = −2, 𝑝𝑝3 = −3
Una volta calcolati i coefficienti 𝑃𝑃𝑖𝑖 dello sviluppo (i.e. i residui) è possibile calcolare l’anti-
trasformata secondo la relazione (valida per 𝑡𝑡 ≥ 0)
𝑛𝑛 3
𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑃𝑃1 𝑃𝑃2 𝑃𝑃3
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ −1 � = ℒ −1 + ℒ −1 + ℒ −1 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑝𝑝𝑖𝑖𝑡𝑡
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
Per il calcolo dei residui 𝑅𝑅𝑖𝑖 si può utilizzare la formula 𝑃𝑃𝑖𝑖 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑠𝑠=𝑝𝑝𝑖𝑖 :
𝑠𝑠 + 10 9 𝑠𝑠 + 10 𝑠𝑠 + 10 7
𝑅𝑅1 = � = 𝑅𝑅2 = � = −8 𝑅𝑅3 = � =
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠=−1 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠=−2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠=−3 2
L’anti-trasformata è quindi
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
I poli della funzione (le radici del denominatore) sono 𝑝𝑝1 = −1, 𝑝𝑝2,3 = −1 ± 𝑗𝑗
Ovvero la trasformata 𝐹𝐹 𝑠𝑠 ha tutti poli distinti, uno reale e due complessi coniugati
𝑠𝑠 + 10 𝑅𝑅1 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = +
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑅𝑅1 + 𝛼𝛼 = 0 𝑅𝑅1 = 9
�2𝑅𝑅1 + 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 = 1 ⇒ �𝛼𝛼 = −9
2𝑅𝑅1 + 𝛽𝛽 = 10 𝛽𝛽 = −8
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 −9𝑠𝑠 − 8 𝑠𝑠 + 1 1
= = −9 +
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12
L’anti-trasformata è
𝑅𝑅1 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 1 𝑠𝑠 + 1 1
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 + ℒ −1 = 9ℒ −1 − 9ℒ −1 + ℒ −1
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12
= 9𝑒𝑒 −𝑡𝑡 − 9𝑒𝑒 −𝑡𝑡 cos 𝑡𝑡 + 𝑒𝑒 −𝑡𝑡 sin 𝑡𝑡
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Esercizi
Esercizi
Calcolare l’anti-trasformata delle seguenti trasformate razionali:
2𝑠𝑠 + 3
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠 + 5
𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠 + 4
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 9
2𝑠𝑠 + 3
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 2 𝑠𝑠 + 3 3
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s3
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Domande aperte
Domande aperte
Dare la definizione di anti-trasformata di Laplace
Per quale motivo è conveniente usare lo sviluppo di Heaviside per riscrivere una funzione
razionale nella variabile complessa 𝑠𝑠?
Descrivere i passaggi fondamentali dei tre metodi visti per anti-trasformare una funzione razionale
nel caso di poli distinti
Descrivere i passaggi fondamentali dei metodi visti per anti-trasformare una funzione razionale
nel caso di poli multipli
Provare a generalizzare tutti e tre i metodi visti nel caso di poli reali distinti al caso più generale di
poli multipli ed eventualmente complessi
Preparare uno schema riassuntivo che descriva i metodi per anti-trasformare funzioni complesse
in tutti gli scenari visti
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Definizione e proprietà
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
In questa lezione si descriverà una rappresentazione dei sistemi dinamici a tempo continuo, detta
Funzione di Trasferimento, che consente di mettere in relazione le trasformate di Laplace
delle variabili di ingresso e di uscita.
Si consideri un generico sistema LTI e una sua rappresentazione con lo spazio di stato
L’ultimo sistema di equazioni è costituito dalla trasformata di Laplace dei movimenti dello
stato e dell’uscita
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Definendo la matrice
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Si osservi come ancora una volta il movimento dell’uscita è dato dalla somma della risposta
forzata e della risposta libera
La matrice 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 −1
𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 è detta funzione di trasferimento del sistema descritto
dalla rappresentazione nello spazio di stato identificato dalle matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
In presenza di condizioni iniziali nulle, il movimento forzato dell’uscita si ottiene semplicemente
moltiplicando la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 per il segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 :
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Da quanto detto segue che, nota la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 e la trasformata di Laplace del
segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile calcolare il movimento forzato dell’uscita 𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 tramite
l’espressione
𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Un sistema dinamico lineare può quindi essere descritto sia tramite un modello nello spazio di
stato che attraverso la funzione di trasferimento
La rappresentazione con lo spazio di stato fornisce anche una descrizione della dinamica
interna del sistema
Sistemi SISO
Nel caso particolare di sistemi SISO, si possono effettuare le seguenti semplificazioni:
La funzione di trasferimento può esser vista come la trasformata di Laplace della risposta
all’impulso: infatti, posto 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = imp 𝑡𝑡 , si ha che 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 1 e quindi 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento è una funzione razionale in 𝑠𝑠 data dal rapporto di due polinomi
e quindi esprimibile come 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁(𝑠𝑠)/𝐷𝐷(𝑠𝑠)
Le radici del polinomio a numeratore 𝑁𝑁 𝑠𝑠 sono dette zeri del sistema mentre le radici del
polinomio a denominatore 𝐷𝐷 𝑠𝑠 sono dette poli del sistema.
Per sistemi MIMO, i poli sono definiti come i valori di 𝑠𝑠 in corrispondenza di cui il
denominatore di almeno una delle funzioni razionali che compongono la funzione di
trasferimento si annulla
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Per sistemi SISO, quindi, la funzione di trasferimento è una funzione razionale ed è possibile
dimostrare la validità delle seguenti osservazioni:
−1
Per costruzione, la matrice 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 ha dimensione 𝑛𝑛 × 𝑛𝑛
Tutti i suoi elementi sono funzioni razionali in 𝑠𝑠 con denominatore di grado 𝑛𝑛 (che
coincide con il polinomio caratteristico del sistema) e numeratore al più di grado 𝑛𝑛 − 1
−1
Ne segue che la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵, con 𝐷𝐷 = 0, è anch’essa
una funzione razionale con denominatore di grado 𝑛𝑛 e numeratore di grado al più pari a
𝑛𝑛 − 1
Funzione di trasferimento
La funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 può esser scritta in funzione dei suoi poli e zeri:
−1
∏𝑚𝑚
𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 = 𝑛𝑛
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛. La differenza tra il grado del denominatore e il grado del numeratore è detto grado
relativo della funzione di trasferimento: 𝑟𝑟 = 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚
𝑑𝑑 𝑛𝑛 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑 𝑛𝑛−1 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑦𝑦 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 + 𝛼𝛼0 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝛽𝛽0 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛−1 𝑑𝑑𝑡𝑡
Per ottenere la funzione di trasferimento di questo sistema non è necessario derivare un modello
−1
nello spazio e poi calcolare 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵. Infatti,
𝑑𝑑 𝑖𝑖 𝑦𝑦 0
Assumendo condizioni iniziali nulle: 𝑦𝑦 0 = 0 e = 0 per 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑛𝑛 − 1
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑖𝑖
𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
In presenza di cancellazioni, alcune parti del sistema non sono rappresentate dalla funzione di trasferimento
Dato che le cancellazioni possono coinvolgere sia poli stabili che instabili, la sola conoscenza della
funzione di trasferimento non consente di trarre conclusioni sulla stabilità del sistema
In altre parole, quando il denominatore della funzione di trasferimento non coincide con il polinomio caratteristico
(i.e. quando il grado del polinomio a denominatore della funzione di trasferimento non è pari all’ordine del
sistema) non è possibile trarre conclusioni sulla stabilità o meno del sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
I poli della funzione di trasferimento coincidono con gli autovalori della parte raggiungibili e
osservabile del sistema
Il grado del polinomio a denominatore della funzione di trasferimento coincide con l’ordine
della parte raggiungibile e osservabile del sistema
In altre parole, i poli di un sistema SISO coincidono con gli autovalori della sua parte
raggiungibile e osservabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Ritardo di tempo
In molte applicazioni è necessario dover considerare ritardi di tempo. Ad esempio, l’uscita di un
sistema potrebbe essere disponibile dopo un certo intervallo di tempo
Dato che la funzione di trasferimento è impropria, non ha senso parlare di poli e zeri.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Sistemi impropri
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s2
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Esercizi
Si consideri un sistema la cui rappresentazione nello spazio di stato è caratterizzata dalle seguenti
matrici:
1 2 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 2 1 𝐷𝐷 = 0
0 −1 1
1 5 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 1 0 𝐷𝐷 = 2
2 −2 1
Calcolare
Il polinomio caratteristico
La funzione di trasferimento
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Descrivere quale relazione sussiste tra il polinomio a denominatore della funzione di trasferimento
e gli autovalori della matrice dinamica del sistema
Quando è possibile studiare la stabilità di un sistema a partire dalla sua funzione di trasferimento?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi lineari
In questo nucleo tematico è stata introdotta una classe di sistemi dinamici molto importante: i
sistemi lineari stazionari (LTI) a tempo continuo la cui rappresentazione nello spazio di stato è
Da un lato, in virtù della proprietà di linearità è possibile derivare diversi risultati generali in
modo relativamente semplice
Dall’altro lato, i sistemi LTI possono essere usati per descrivere in modo approssimato anche
sistemi più complessi e quindi è possibile generalizzare i risultati derivati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Movimenti
A partire dalla descrizione nello spazio di stato sono state derivate le espressione dei movimenti
dello stato e dell’uscita
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
ed abbiamo visto che è possibile identificare due componenti: i movimenti liberi e i movimenti forzati
Per poter calcolare l’evoluzione (libera e forzata) del sistema è necessario saper calcolare
l’esponenziale della matrice dinamica: a tal fine sono stati introdotti i concetti di autovalori,
autovettori e diagonalizzabilità di una matrice
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Autovettori e autovalori
Una matrice quadrata 𝐴𝐴 è detta diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale ossia se
esiste una matrice 𝑃𝑃 invertibile per cui valga
𝜆𝜆1
−1 ⋱
𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴 = ⇒ 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛
Scrivendo la matrice 𝑃𝑃 in termini di vettori colonna 𝑃𝑃 = 𝑃𝑃1 … 𝑃𝑃𝑛𝑛 , la precedente espressione
può esser scritta come un sistema di 𝑛𝑛 equazioni:
𝐴𝐴𝑃𝑃1 = 𝜆𝜆1 𝑃𝑃1
𝜆𝜆𝑖𝑖 ∈ ℝ scalare
𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃 ⇒ � ⋮ = ⋮ con ⇒ 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝑖𝑖 𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑖𝑖 = 0, 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑛𝑛
𝐴𝐴𝑃𝑃2 = 𝜆𝜆𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑖𝑖 ∈ ℝ𝑛𝑛 vettore colonna
I vettori 𝑃𝑃𝑖𝑖 per cui valgono tali relazioni sono detti autovettori della matrice 𝐴𝐴
I valori 𝜆𝜆𝑖𝑖 sono detti autovalori della matrice 𝐴𝐴. Gli autovalori sono le radici del polinomio
l’esponenziale di una matrice diagonalizzabile può quindi esser calcolato nel seguente
modo:
𝑒𝑒 𝜆𝜆1 𝑡𝑡
𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑃𝑃−1 ∙𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙𝑃𝑃 𝑡𝑡 −1
𝑒𝑒 = 𝑒𝑒 = 𝑃𝑃 ⋱ 𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛 𝑡𝑡
𝑒𝑒
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Se 𝐴𝐴 non è diagonalizzabile, è possibile ricondursi ad una forma quasi diagonale (forma canonica
di Jordan) del tipo
𝐽𝐽1
𝐽𝐽 = ⋱
𝐽𝐽𝑛𝑛
in cui la struttura dei blocchi 𝐽𝐽𝑖𝑖 dipende dal tipo e dalla molteplicità dei vari autovalori
L’importanza di questo risultato è dovuta al fatto che è possibile dimostrare che l’esponenziale
preserva la struttura a blocchi di tale matrice
È stato quindi possibile concludere che i movimenti dello stato e dell’uscita sono descritti da
termini di tipo esponenziale, detti modi naturali, i quali caratterizzano il comportamento del
sistema
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 Autovalore reale nell’origine
𝜆𝜆 = 0
𝐼𝐼𝐼𝐼
Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente positiva
𝜆𝜆1,2 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente positivo
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝑅𝑅𝑅𝑅
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi
coniugati con parte reale nulla
𝜆𝜆1,2 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi coniugati con
parte reale strettamente negativa
𝜆𝜆1,2 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente negativo 𝑡𝑡 𝑡𝑡
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 Autovalore reale nell’origine
𝜆𝜆 = 0
𝐼𝐼𝐼𝐼 Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente positiva
𝜆𝜆1,2 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente positivo
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝑅𝑅𝑅𝑅
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi
coniugati con parte reale nulla
𝜆𝜆1,2 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente negativa
𝜆𝜆1,2 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Autovalore reale strettamente negativo
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
Per la classe dei sistemi LTI è possibile ricavare utili strumenti di analisi in riferimento alla
proprietà di stabilità: in particolare, sulla base degli autovalori del sistema, è possibile derivare
Questi risultati sono dovuti al fatto che le proprietà di stabilità di un sistema LTI dipendono
esclusivamente dai movimenti liberi del sistema
Nota: quando si parla di stabilità, come già accennato, sono di interesse solo i movimenti
dello stato e quindi il plurale si riferisce ai movimenti delle varie componenti dello stato (non
si intende movimento dello stato e dell’uscita)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità di un movimento
Il movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 si dice
stabile se esistono due costanti positive 𝜖𝜖, 𝛿𝛿 ∈ ℝ per cui valgano le seguenti relazioni:
se è stabile e
𝑥𝑥 ′′ 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
Si ha che lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 =0
𝑡𝑡→∞
instabile
Se non è stabile
Si noti che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 rappresenta il movimento dello stato che si origina da uno stato
iniziale sufficientemente vicino a 𝑥𝑥0 e in presenza dello stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità di un sistema
Le condizioni di stabilità/instabilità ricavate non dipendono esplicitamente dal generico movimento
𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : questo aspetto si traduce nel fatto che l’analisi della stabilità di un qualunque movimento
può esser condotta sul sistema di equazioni
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Stabilità di un sistema
Come detto, lo studio della stabilità di un sistema si può ricondurre allo studio della stabilità dei
movimenti liberi del sistema
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Movimento stabile ( 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖), si può affermare che un sistema LTI è stabile se e solo
se la norma dei movimenti liberi dello stato è minore di un valore 𝜖𝜖 fissato (i.e. se e solo se
sono limitati), almeno per stati iniziali la cui norma è sufficientemente piccola ( 𝛿𝛿𝑥𝑥0 ≤ 𝛿𝛿)
Movimento asintoticamente stabile ( lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 = 0), si può affermare che un sistema LTI
𝑡𝑡→∞
è asintoticamente stabile se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato (sono limitati) e
tendono ad esaurirsi
Un sistema LTI è quindi (asintoticamente) stabile se e solo se tutti i suoi movimenti liberi sono
limitati (e tendono a zero)
Mettendo insieme questi due risultati si ha che per verificare la stabilità di un sistema si deve
verificare che tutti i modi naturali del sistema siano limitati. In altre parole, è necessario che tutti
gli esponenziali 𝑒𝑒 𝜎𝜎𝑖𝑖 𝑡𝑡 siano non crescenti i.e. che 𝜎𝜎𝑖𝑖 ≤ 0, ∀𝑖𝑖
Un sistema LTI è asintoticamente stabile se e solo se tutti i suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖
hanno parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0)
Un sistema LTI è instabile se almeno uno dei suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 ha parte reale
positiva (𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
A partire dai coefficienti del polinomio caratteristico, si costruisce una tabella seguendo certe
regole (riassunte nella prossima slide): se gli elementi della prima colonna di tale tabella
sono tutti dello stesso segno allora si può concludere che il sistema ha tutti autovalori a
parte reale negativa.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Raggiungibilità
È stata inoltre introdotto il concetto di raggiungibilità che fa riferimento alla possibilità del
segnale di controllo di avere effetto sulle componenti dello stato. In virtù di queste considerazioni,
la proprietà di raggiungibilità è definita in funzione della risposta forzata del sistema:
Uno stato 𝑥𝑥� è detto raggiungibile se esistono un istante di tempo 𝑡𝑡̃ e un ingresso 𝑢𝑢� t ,
definito per 𝑡𝑡 ∈ [𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡̃] , per cui il movimento forzato 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑡𝑡 generato dall’applicazione
dell’ingresso 𝑢𝑢� al sistema, al tempo 𝑡𝑡̃, sia pari allo stato 𝑥𝑥� i.e. se risulta 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑡𝑡̃ = 𝑥𝑥�
Se tutti gli stati del sistema sono raggiungibili, si parla di sistema (completamente)
raggiungibile
Osservabilità
Un secondo concetto introdotto è l’osservabilità che fa riferimento alla possibilità di osservare
l’evoluzione delle varie componenti dello stato. In virtù di queste considerazioni, la proprietà di
raggiungibilità è definita in funzione della risposta libera dell’uscita:
Uno stato 𝑥𝑥� ≠ 0 è detto non osservabile se il movimento libero da esso generato risulta
identicamente nullo. In altre parole, fissato un istante 𝑡𝑡̃ > 0 e detto 𝑦𝑦�𝑙𝑙 𝑡𝑡 il movimento libero
generato da 𝑥𝑥� per 𝑡𝑡 ≥ 0, risulta 𝑦𝑦�𝑙𝑙 𝑡𝑡 = 0 per 0 ≤ 𝑡𝑡 ≤ 𝑡𝑡̃
𝐶𝐶
𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑇𝑇 𝑇𝑇
ℛ = 𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴2 𝐵𝐵 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐵𝐵 , 𝒪𝒪 = 𝐶𝐶𝐴𝐴2 = 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴2 𝐶𝐶 𝑇𝑇 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐶𝐶 𝑇𝑇
⋮
𝐶𝐶𝐴𝐴𝑛𝑛−1
Questi risultati fanno riferimento esclusivamente alle coppie 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 . Per questo motivo si
parla anche di raggiungibilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e di osservabilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐶𝐶
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Scomposizione canonica
Visto che un sistema LTI può essere né completamente osservabile né completamente
raggiungibile, è stata introdotta la scomposizione canonica che consente di mettere in luce le
diverse componenti (non) raggiungibili e/o (non) osservabili:
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝐾𝐾 𝑥𝑥 𝑡𝑡 è possibile
riscrivere il sistema nel seguente modo
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶̃ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎
0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏 0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏𝑏𝑏 �
𝐴𝐴̃ = 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵𝑏𝑏 𝐶𝐶̃ = 0 𝐶𝐶̃𝑏𝑏 0 𝐶𝐶̃𝑑𝑑
0 0 𝐴𝐴̃𝑐𝑐 𝐴𝐴̃𝑐𝑐𝑐𝑐 0
0 0 0 𝐴𝐴̃𝑑𝑑 0
L’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑎𝑎 costituisce la parte raggiungibile e non osservabile del sistema;
l’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑏𝑏 costituisce la parte raggiungibile e osservabile del sistema;
l’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑐𝑐 costituisce la parte non raggiungibile e non osservabile; l’equazione di
stato 𝑥𝑥�̇𝑑𝑑 costituisce la parte osservabile e non raggiungibile del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Sistema linearizzato
I risultati ottenuti per i sistemi LTI sono poi stati generalizzati al caso di sistemi non lineari
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
nell’intorno di un suo punto di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� può esser descritto dal sistema lineare
con
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
𝐴𝐴 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐵𝐵 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐶𝐶 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐷𝐷 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝜕𝜕𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
La validità del sistema linearizzato è limitata a piccole variazioni del segnale di ingresso Δ𝑢𝑢 e dello
stato iniziale Δ𝑥𝑥 e fintanto che i movimenti dello stato Δ𝑥𝑥 𝑡𝑡 e dell’uscita Δ𝑦𝑦 𝑡𝑡 rimangono limitati
in norma
Una volta linearizzato un sistema, ci si può chiedere quale relazione sussista tra le proprietà di
stabilità del sistema linearizzato e quelle del sistema non lineare. Per rispondere a questa
domanda si enunciano i seguenti teoremi: lo stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 del sistema non lineare,
corrispondente all’ingresso costante 𝑢𝑢�, è
asintoticamente stabile se tutti gli autovalori del sistema linearizzato hanno parte reale
negativa
instabile se almeno uno degli autovalori del sistema linearizzato ha parte reale positiva.
Rispetto al caso lineare, quindi, la condizione di stabilità asintotica non è più necessaria e
sufficiente (è solo sufficiente).
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
Per quanto detto, dato un sistema non lineare, per studiarne le proprietà di stabilità si deve
trovare il sistema linearizzato e calcolarne gli autovalori con gli strumenti introdotti
precedentemente:
Se tutti gli autovalori hanno parte reale negativa ⇒ il sistema non lineare è asintoticamente
stabile
Se c’è un autovalore a parte reale positiva ⇒ il sistema non lineare è instabile
Se tutti gli autovalori sono a parte reale negativa e nulla non si può concludere nulla
(nemmeno per quanto riguarda la stabilità asintotica)
I risultati enunciati sono noti come il primo criterio di stabilità di Lyapunov (o metodo
indiretto di Lyapunov): SECONDO CRITERIO – (Funzioni di Lyapunov). Si cerca
PRIMO CRITERIO – (Linearizzazione). Si una funzione di Lyapunov definita positiva in un intorno dello
linearizza il sistema in tale stato di equilibrio e, stato di equilibrio: il criterio
in base agli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 del sistema Fornisce condizioni sufficienti di stabilità semplice se
linearizzato, il criterio 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 ≤ 0; In questo caso, il teorema di LaSalle può
Fornisce condizioni sufficienti di stabilità esser utilizzato per provare la stabilità asintotica
asintotica se 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 < 0, ∀𝑖𝑖 Fornisce condizioni sufficienti stabilità asintotica se
Fornisce condizioni sufficienti di instabilità 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 < 0
se ∃𝑖𝑖: 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 > 0 Fornisce condizioni sufficienti di instabilità se 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 > 0
Non consente di stabilire niente se Non consente di stabilire niente se non si riesce a
𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 ≤ 0 trovare una tale funzione di Lyapunov
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Condizione sugli autovalori della matrice dinamica: un sistema LTI è asintoticamente stabile
se e solo se tutti gli autovalori della matrice dinamica hanno parte reale strettamente
negativa
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Trasformata di Laplace
Nella seconda parte del nucleo tematico è stato introdotto un importante operatore matematico,
la trasformata di Laplace, che consente di associare ad una funzione in una variabile reale (ad
esempio il tempo), una funzione nella variabile complessa 𝑠𝑠.
La trasformata (unilatera) di Laplace di una generica funzione complessa della variabile reale 𝑡𝑡
definita come 𝑓𝑓: 0; ∞ → ℂ , è data dalla seguente espressione:
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
L’operatore matematico che consente di passare dal dominio della variabile complessa 𝑠𝑠 al
dominio dei reali – detto Anti-trasformata di Laplace ed indicato con ℒ −1 ∙ – è definito come
1 𝜎𝜎+𝑗𝑗𝑗
segue: 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ∫ 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑒𝑒 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋𝜋𝜋 𝜎𝜎−𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Anti-trasformata
Nella pratica per ottenere la trasformata inversa di Laplace non si dovrà applicare questa formula:
nelle prossime lezioni vedremo diversi metodi che semplificano tale calcolo. Un modo di aggirare
il calcolo del precedente integrale è trovare una funzione 𝑓𝑓 𝑡𝑡 tale per cui valga
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Proprietà
La trasformata di Laplace gode delle seguenti proprietà:
Linearità:
ℒ 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎 𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏 𝑔𝑔 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Integrazione: 1
ℒ � 𝑓𝑓 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡
0 𝑠𝑠
Prodotto di ℒ 𝑓𝑓 ∗ 𝑔𝑔 = ℒ 𝑓𝑓 ℒ 𝑔𝑔
convoluzione:
Funzione di trasferimento
Sfruttando le proprietà della trasformata di Laplace siamo stati in grado di definire una seconda
rappresentazione dei sistemi dinamici a tempo continuo, detta Funzione di Trasferimento, che
consente di mettere in relazione le trasformate di Laplace delle variabili di ingresso e di uscita.
Si osservi come ancora una volta il movimento dell’uscita è dato dalla somma della risposta
forzata e della risposta libera
La matrice 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 −1
𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 è detta funzione di trasferimento del sistema descritto
dalla rappresentazione nello spazio di stato identificato dalle matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Funzione di trasferimento
In presenza di condizioni iniziali nulle, il movimento forzato dell’uscita si ottiene semplicemente
moltiplicando la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 per il segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 :
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Da quanto detto segue che, nota la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 e la trasformata di Laplace del
segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile calcolare il movimento forzato dell’uscita 𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 tramite
l’espressione
𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Funzione di trasferimento
Per sistemi SISO, quindi, la funzione di trasferimento è una funzione razionale ed è possibile
dimostrare la validità delle seguenti osservazioni:
−1
Per costruzione, la matrice 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 ha dimensione 𝑛𝑛 × 𝑛𝑛
Tutti i suoi elementi sono funzioni razionali in 𝑠𝑠 con denominatore di grado 𝑛𝑛 (che
coincide con il polinomio caratteristico del sistema) e numeratore al più di grado 𝑛𝑛 − 1
−1
Ne segue che la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵, con 𝐷𝐷 = 0, è anch’essa
una funzione razionale con denominatore di grado 𝑛𝑛 e numeratore di grado al più pari a
𝑛𝑛 − 1
𝑑𝑑 𝑛𝑛 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑 𝑛𝑛−1 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑦𝑦 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 + 𝛼𝛼0 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝛽𝛽0 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛−1 𝑑𝑑𝑡𝑡
Tramite alcune ipotesi semplificative è infatti possibile ottenere la funzione di trasferimento
nel seguente modo:
𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Quando questo accade, il grado dei polinomi a numeratore e denominatore della funzione di
trasferimento è 𝜈𝜈 < 𝑛𝑛:
Essendo la funzione di trasferimento una rappresentazione esterna del sistema, è lecito ipotizzare
che gli autovalori (i.e. i poli) del sistema che non compaiono nella funzione di trasferimento siano
associati ad una componente non osservabile e/o non raggiungibile del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
In presenza di cancellazioni, alcune parti del sistema non sono rappresentate dalla funzione
di trasferimento
Dato che le cancellazioni possono coinvolgere sia poli stabili che instabili, la sola
conoscenza della funzione di trasferimento non consente di trarre conclusioni sulla
stabilità del sistema
In altre parole, quando il denominatore della funzione di trasferimento non coincide con il
polinomio caratteristico (i.e. quando il grado del polinomio a denominatore della funzione di
trasferimento non è pari all’ordine del sistema) non è possibile trarre conclusioni sulla stabilità o
meno del sistema.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S2
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Discutere la natura (necessarie e/o sufficienti) delle condizioni di stabilità asintotica introdotte nel
contesto dei sistemi lineari e non lineari
Spiegare per quale motivo, nei sistemi LTI, è possibile passare dallo studio della stabilità dei
singoli movimenti alla stabilità dell’intero sistema
Elencare le proprietà dei sistemi asintoticamente stabili: per quale motivo questa proprietà riveste
un ruolo così importante?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S3
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 16).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzione di trasferimento
Dato un sistema SISO descritto dal sistema di equazioni
abbiamo visto che è possibile calcolarne una rappresentazione esterna, detta funzione di
−1
trasferimento, nel seguente modo: 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Inoltre, si è visto che tale rappresentazione assume la forma di una funzione razionale propria
(strettamente propria se 𝐷𝐷 = 0): 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁(𝑠𝑠)/𝐷𝐷 𝑠𝑠
Le radici del polinomio a numeratore sono stati definiti come gli zeri della funzione di
trasferimento
Le radici del polinomio a denominatore sono stati definiti come i poli del sistema; in assenza
di cancellazioni tra numeratore e denominatore (i.e. se l’intersezione dei valori assunti dagli
zeri e dai poli è vuota), l’insieme dei poli coincide con gli autovalori della matrice dinamica
del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Per studiare un sistema può esser conveniente riscrivere la funzione di trasferimento in una delle
sue forme fattorizzate:
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
In corrispondenza di radici reali nella funzione di trasferimento compaiono termini del tipo
±1
𝑠𝑠 + 𝑟𝑟𝑖𝑖
dove
Moltiplicare 𝐾𝐾 per gli zeri reali e il quadrato delle pulsazioni naturali dei fattori a numeratore
e dividere per i poli reali e il quadrato delle pulsazioni naturali dei fattori a denominatore:
′
∏𝑖𝑖 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐾𝐾 = 𝐾𝐾
∏𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
±1
1 ±1
1 + 𝑠𝑠 = 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠
𝑟𝑟𝑖𝑖
±1
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1 2
1+ 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 2𝑖𝑖
con
Per calcolare il guadagno di trasferimento a partire dal guadagno di Bode è sufficiente effettuare
il procedimento inverso:
′
∏𝑖𝑖 𝜏𝜏𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 2
∏𝑖𝑖 𝜏𝜏𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Date le rappresentazioni equivalenti
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ℎ 2
, 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
si definiscono
𝐾𝐾 ≔ guadagno di trasferimento
𝐾𝐾 ′ ≔ guadagno di Bode
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Abbiamo visto che la funzione di trasferimento è una funzione razionale propria e che può esser
scritta come produttoria di fattori elementari
𝟐𝟐𝝃𝝃𝒊𝒊 𝟏𝟏
∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝝉𝝉𝒊𝒊 𝒔𝒔 ∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝒔𝒔 + 𝟐𝟐 𝒔𝒔𝟐𝟐
∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝒛𝒛𝒊𝒊 ∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝟐𝟐𝝃𝝃𝒊𝒊 𝜶𝜶𝑵𝑵𝒊𝒊 + 𝜶𝜶𝟐𝟐𝑵𝑵𝒊𝒊
𝟐𝟐 𝜶𝜶𝑵𝑵𝒊𝒊 𝜶𝜶𝑵𝑵
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑲𝑲 𝒉𝒉 = 𝑲𝑲′ 𝒊𝒊
𝐾𝐾 ′ ≔ guadagno di Bode
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Guadagno
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata di Bode:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑲𝑲′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Assumendo che il sistema sia asintoticamente stabile (i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 > 0 e 𝜁𝜁𝑖𝑖 > 0) e che ℎ = 0
𝑢𝑢� −1
𝑦𝑦� = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢� = lim 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢� = −𝐶𝐶𝐴𝐴−1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢� = 𝐹𝐹 0 𝑢𝑢�
𝑡𝑡→∞ 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0
Guadagno
Si è appena visto che il guadagno di Bode per un sistema asintoticamente stabile è pari alla
funzione di trasferimento calcolata in 𝑠𝑠 = 0:
𝐾𝐾 ′ = 𝐹𝐹 0 = −𝐶𝐶𝐴𝐴−1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Quanto detto può essere generalizzato al caso di sistemi non asintoticamente stabili di tipo 0 (un
sistema è detto di tipo zero se ℎ = 0):
Anche in questo caso, infatti, si ha che il valore a regime dell’uscita è pari a 𝑦𝑦� = 𝐾𝐾 ′ 𝑢𝑢� con
𝐾𝐾 ′ = 𝐹𝐹 0
Rimuovendo l’assunzione ℎ = 0, il parametro 𝐾𝐾 ′ risulta essere ben definito. In questo caso viene
detto guadagno generalizzato e può essere calcolato come
𝐾𝐾 ′ = lim 𝑠𝑠 ℎ 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑠𝑠→0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Monomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 𝒉𝒉 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
Con ragionamenti analoghi, è facile verificare che un fattore del tipo 𝑠𝑠 −ℎ esercita
un’azione integrativa sull’ingresso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Binomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝝉𝝉𝒊𝒊 𝒔𝒔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
2
∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝒛𝒛𝒊𝒊 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
1 1
Il legame tra i poli/zeri e le costanti di tempo è 𝜏𝜏𝑖𝑖 = 𝑧𝑧 , 𝜏𝜏𝑖𝑖 =
𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖
L’effetto dei parametri 𝜏𝜏𝑖𝑖 può esser messo in relazione con lo studio dei modi naturali fatto nel
precedente nucleo tematico e riassunto in figura
𝐼𝐼𝐼𝐼
𝜏𝜏 > 0
Autovalore reale strettamente
positivo
𝑡𝑡
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 < 0
𝑅𝑅𝑅𝑅 Autovalore reale strettamente 𝜏𝜏 < 0
negativo
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 > 0 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Trinomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ℎ 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
L’effetto dei parametri 𝜁𝜁𝑖𝑖 , 𝜉𝜉𝑖𝑖 e 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 , 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 può esser messo in
relazione allo studio dei modi naturali effettuato nel precedente
nucleo tematico e riassunti in figura:
𝑅𝑅𝑅𝑅
Trinomio
In particolare, per comprendere l’effetto dei singoli parametri, si consideri una coppia di poli
complessi coniugati:
1
2
𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑁𝑁
Le radici sono complesse coniugate per ipotesi e in particolare 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝑝𝑝1,2 = −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜃𝜃
−𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Ricordando le proprietà dei numeri complessi, si ha che
2
𝑝𝑝1,2 = −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 2 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Date le funzioni di trasferimento
𝑠𝑠 2 − 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 3 + 7𝑠𝑠 2 + 12𝑠𝑠
𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑠𝑠 − 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
17
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 +
2
Determinare le forme fattorizzate in poli e zeri e in forma di Bode
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Scrivere la forma generale della forma fattorizzata in zeri e poli della funzione di trasferimento
Descrivere nel dettaglio i parametri che compaiono nelle forme fattorizzate viste e il loro effetto
qualitativo sulla risposta forzata del sistema
In riferimento ad una coppia di poli complessi coniugati cosa rappresenta la pulsazione naturale
sul piano complesso?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Consente di mettere in relazione l’effetto dei parametri della funzione di trasferimento sul
comportamento del sistema complessivo
Permette di capire come cambia, al variare della struttura della funzione di trasferimento, la
risposta del sistema
Considerazioni generali
Si consideri un sistema asintoticamente stabile con funzione di trasferimento:
𝛽𝛽𝑚𝑚 𝑠𝑠 𝑚𝑚 + 𝛽𝛽𝑚𝑚−1 𝑠𝑠 𝑚𝑚−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 2 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 ℎ
𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 2
𝑖𝑖
2𝜉𝜉 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
con 𝑚𝑚 ≤ 𝑛𝑛. Nel caso di sistemi asintoticamente stabili si possono effettuare le seguenti osservazioni:
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 si può calcolare tramite il teorema del valore finale:
𝑡𝑡→∞
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore iniziale 𝑦𝑦 0 della risposta al gradino si può calcolare con il teorema del valore
iniziale:
0 se 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
𝑦𝑦 0 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = �
𝑠𝑠→∞ 𝛽𝛽𝑚𝑚 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Per confrontare il comportamento di diversi sistemi è necessario identificare alcuni parametri della
risposta al gradino. Ad esempio, negli esempi in figura risulta evidente che uno dei due sistemi
impiega molto più tempo per raggiungere il suo valore a regime
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ : è il valore assunto a regime ossia una volta che il transitorio si è
esaurito; dal teorema del valore finale si ha che
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore massimo della risposta 𝑦𝑦max : in molte applicazioni è necessario assicurarsi che la
risposta del sistema non raggiunga valori eccessivamente alti nella fase transitoria
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 ×
𝑦𝑦∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il tempo di salita 𝑇𝑇𝑠𝑠 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta passi per la
prima volta dal 10% al 90% del valore a regime
Il tempo di ritardo 𝑇𝑇𝑟𝑟 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta superi per la
prima volta il valore di 0.5 × 𝑦𝑦∞
Il periodo dell’oscillazione 𝑇𝑇𝑝𝑝 : è l’intervallo di tempo tra i primi due valori massimi dell’uscita
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
𝑦𝑦max
𝑦𝑦∞
0.5𝑦𝑦∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1 1 −
1
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = ℒ −1 𝐾𝐾 − = 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏 , 𝑡𝑡 ≥ 0
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
𝜏𝜏
È facile verificare che se 𝜏𝜏 > 0 (i.e. se 𝑝𝑝 < 0 ⇒ il sistema è asintoticamente stabile) si ha
Dato l’andamento esponenziale, ne segue che 𝑦𝑦max = 𝑦𝑦∞ e quindi non c’è sovra-
elongazione: 𝑑𝑑𝑑𝑑 0 𝐾𝐾
=
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞ 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜏𝜏
𝑆𝑆% = 100 × =0 𝑦𝑦∞ ≡ 𝑦𝑦max ≡ 𝐾𝐾
𝑦𝑦∞
La derivata della risposta al gradino per 𝑡𝑡 = 0 è
𝜏𝜏
𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑑𝑑 0 𝑑𝑑 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏 � 𝐾𝐾
= =
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡=0 𝜏𝜏
𝑡𝑡
𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏 ≤ 𝐾𝐾 + 0.01𝜖𝜖 verificata ∀𝑡𝑡 (ritorna il fatto che 𝑆𝑆% = 0)
da cui � 𝑡𝑡
0.01𝜖𝜖 0.01𝜖𝜖
−
𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏 ≥ 𝐾𝐾 − 0.01𝜖𝜖 verificata per 𝑡𝑡 ≥ −𝜏𝜏 ln ⇒ 𝑇𝑇𝑎𝑎𝑎𝑎 = −𝜏𝜏 ln
𝐾𝐾 𝐾𝐾
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il transitorio si può
ritenere esaurito per
𝑡𝑡 ≅ 4𝜏𝜏
Per 𝑡𝑡 = 𝜏𝜏 la risposta
allo scalino vale
𝑦𝑦 𝜏𝜏 = 0.63𝑦𝑦∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Anti-trasformando si ottiene
1 𝜏𝜏1 1 𝜏𝜏2 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = ℒ −1 𝐾𝐾 − ∙ + ∙
𝑠𝑠 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝑠𝑠 + 1 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝑠𝑠 + 1
𝜏𝜏1 𝜏𝜏2
𝜏𝜏1 1 𝜏𝜏2 1
− 𝑡𝑡 − 𝑡𝑡
= 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏1 + 𝑒𝑒 𝜏𝜏2 , 𝑡𝑡 ≥ 0
𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2
È facile verificare che se 𝜏𝜏1 , 𝜏𝜏2 > 0 (i.e. se 𝑝𝑝𝑖𝑖 < 0 ⇒ il sistema è asintoticamente stabile) si ha
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
𝑠𝑠→0
𝑦𝑦 0 lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 0
𝑠𝑠→∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Dato l’andamento esponenziale, ne segue che 𝑦𝑦max = 𝑦𝑦∞ e quindi non c’è sovra-
elongazione:
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 × =0
𝑦𝑦∞
Si noti che
1
− 𝑡𝑡
Se 𝜏𝜏1 ≫ 𝜏𝜏2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 ≅ 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏1 i.e. il sistema diventa di fatto di primo ordine
1
− 𝑡𝑡
Se 𝜏𝜏1 ≪ 𝜏𝜏2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 ≅ 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏2 i.e. il sistema diventa di fatto di primo ordine
Se 𝜏𝜏1 = 𝜏𝜏2 = 𝜏𝜏𝑝𝑝 , l’andamento di 𝑦𝑦 𝑡𝑡 è qualitativamente simile al caso generale e si ha
1 −
𝑡𝑡 𝑡𝑡 −𝑡𝑡
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒
𝜏𝜏 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝 𝑠𝑠 𝜏𝜏
Nota: per 𝜏𝜏1 ≫ 𝜏𝜏2 (oppure 𝜏𝜏2 ≫ 𝜏𝜏1 ) si dice che il polo 𝑝𝑝1 (oppure 𝑝𝑝2 ) è dominante nel sistema i.e.
ne caratterizza la dinamica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Se 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2 la risposta allo scalino presenta una
sovra-elongazione tanto più pronunciata quanto più lo
zero si avvicina all’origine
𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2
In figura sono mostrate le risposte allo scalino (normalizzate)
al variare della posizione dello zero per il sistema
𝑠𝑠 − 𝑧𝑧
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Se 𝜏𝜏1 > 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏2 la risposta allo scalino risulta velocizzata rispetto al caso in cui
𝜏𝜏𝑧𝑧 = 0 (i.e. in assenza di zeri); in particolare, se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏2 si ricade nel caso
precedente
Se 𝜏𝜏1 > 𝜏𝜏2 > 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 0 la risposta allo scalino tende ad assomigliare a quella per
𝜏𝜏𝑧𝑧 = 0 (i.e. in assenza di zeri) per 𝜏𝜏𝑧𝑧 → 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
2
𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2 2
𝑠𝑠 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑁𝑁
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
al variare del valore dello smorzamento 𝜁𝜁 (i.e. fissati il guadagno 𝐾𝐾 = 1 e la pulsazione naturale
𝜔𝜔𝑁𝑁 = 1)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 � 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2 + arccos 𝜁𝜁
1 − 𝜁𝜁 2
𝜔𝜔𝑛𝑛
− 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡 cos 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2 + arccos 𝜁𝜁 � = 𝐾𝐾 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2
1− 𝜁𝜁 2
I punti di massimo e minimo si hanno quindi per
𝑘𝑘𝑘𝑘
𝑡𝑡̅ = , 𝑘𝑘 ∈ ℕ
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Per valori di 𝑘𝑘 dispari i punti sono di massimo, viceversa di minimo
𝜋𝜋
𝑇𝑇𝑀𝑀 =
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Il periodo dell’oscillazione è
𝜋𝜋
𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
La sovra-elongazione massima percentuale è
𝜁𝜁𝜁𝜁
𝑆𝑆% = 100𝑒𝑒 1−𝜁𝜁 2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
In figura sono riportate le risposte scalino (normalizzate) di un sistema con poli complessi al
variare dello smorzamento. Risulta evidente che anche il tempo di salita e di ritardo dipendono da
tale parametro
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Infatti, i valori limite della risposta normalizzata (𝑦𝑦/𝐾𝐾) che caratterizzano tale parametro
sono
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 1 ± 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡
È possibile calcolare il primo istante di tempo per cui la risposta sorpassa queste soglie
imponendo 𝑦𝑦� 𝑡𝑡𝜖𝜖 = 1 ± 0.01𝜖𝜖:
1 + 0.01𝜖𝜖 = 1 + 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡𝜖𝜖 1
⇒ 𝑡𝑡𝜖𝜖 = − ln 0.01𝜖𝜖
1 − 0.01𝜖𝜖 = 1 − 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡𝜖𝜖 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
sono
Sovra-elongazione
Valore a Tempo di massima Periodo delle Tempo di
massima
regime sovra-elongazione oscillazioni assestamento (stima)
percentuale
𝜁𝜁𝜁𝜁 𝜋𝜋 𝜋𝜋 1
𝑦𝑦∞ = 𝐾𝐾 −
1−𝜁𝜁 2
𝑇𝑇𝑀𝑀 = 𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2 𝑇𝑇𝐴𝐴𝐴𝐴 = − ln 0.01𝜖𝜖
𝑆𝑆𝑆 = 100𝑒𝑒 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Per quanto riguarda l’andamento per 𝑡𝑡 > 𝜏𝜏 valgono considerazioni analoghe a quelle appena
fatte: se 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 è del primo o del secondo ordine la risposta al gradino del sistema con ritardo
è quella del sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 traslato in avanti di 𝜏𝜏
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
si è visto che se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 il sistema può essere approssimato dalla funzione
1
𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Per approssimazione si intende il fatto che le caratteristiche della risposta al gradino del
sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 sono praticamente uguali a quelle del sistema 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Se è possibile individuare un sotto-insieme di poli che sono nettamente più vicini all’origine
degli altri, è possibile approssimare il comportamento del sistema solo in funzione di questi
poli (detti dominanti)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Poli dominanti
In altre parole la risposta allo scalino di un sistema con poli dominanti può essere
approssimata con quella di un sistema con funzione di trasferimento avente unicamente i poli
dominanti e stesso guadagno della funzione di partenza
In figura sono rappresentati due sistemi con poli dominanti (con le croci si identificano i poli
mentre con i pallini gli zeri
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si consideri un sistema del primo ordine asintoticamente stabile. In figura è riportata la risposta
allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento della costante di tempo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 18/S2
Titolo: Risposta Allo Scalino
Attività n°: 1
Domande aperte
Si consideri un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile con due poli reali e uno zero.
Descrivere qualitativamente l’andamento della risposta allo scalino al variare della posizione dello
zero rispetto alla posizione dei poli.
In figura è riportata la risposta allo scalino al variare della posizione dello zero per due poli reali
fissati.
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del valore dello zero
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 18/S2
Titolo: Risposta Allo Scalino
Attività n°: 1
Domande aperte
Si consideri un sistema con due poli complessi coniugati asintoticamente stabile. In figura è
riportata la risposta allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del fattore di smorzamento
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si consideri un sistema del primo ordine asintoticamente stabile. In figura è riportata la risposta
allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento della costante di tempo
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Si consideri un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile con due poli reali e uno zero.
Descrivere qualitativamente l’andamento della risposta allo scalino al variare della posizione dello
zero rispetto alla posizione dei poli.
In figura è riportata la risposta allo scalino al variare della posizione dello zero per due poli reali
fissati.
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del valore dello zero
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Si consideri un sistema con due poli complessi coniugati asintoticamente stabile. In figura è
riportata la risposta allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del fattore di smorzamento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
È lecito domandarsi se è possibile effettuare il procedimento inverso ossia se, a partire da una
funzione di trasferimento, sia possibile ottenere una rappresentazione del sistema nello spazio di
stato. Questo problema è noto come il problema della realizzazione
Tale problema verrà descritto considerando sistemi SISO, descritti da una generica funzione di
trasferimento nella forma
Forme canoniche
Come già discusso, ad un sistema non è associata un’unica rappresentazione con lo stato. È infatti
possibile, tramite un opportuno cambio di variabili, descrivere lo stesso sistema attraverso diverse
quadruple 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 . Il legame tra le varie rappresentazioni è dato dalla legge di
trasformazione.
Ne segue che il problema della realizzazione ammette infinite soluzioni, ognuna caratterizzate da
diverse quadruple 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
si costruiscono le matrici 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 utilizzando i termini 𝛼𝛼𝑖𝑖 e 𝛽𝛽𝑖𝑖 . In particolare, nelle forme canoniche
solo 2𝑛𝑛 + 1 elementi dipenderanno dai coefficienti della funzione di trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
Per realizzare tale sistema è possibile utilizzare la forma canonica di raggiungibilità, descritta
dalle seguenti matrici:
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑚𝑚 0 … 0 𝐷𝐷 = 0
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
In tale rappresentazione, dunque, solo 2𝑛𝑛 + 1 parametri sono liberi: i rimanenti possono
assumere solo i valori di zero e uno.
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
è chiamata in questo modo perché, indipendentemente dal valore dei parametri 𝛼𝛼𝑖𝑖 (e ovviamente
𝛽𝛽𝑖𝑖 ), il sistema descritto dalla quadrupla 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è sempre raggiungibile
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
Per realizzare tale sistema è possibile utilizzare la forma canonica di osservabilità, descritta
dalle seguenti matrici:
𝛽𝛽0
0 … 0 −𝛼𝛼0 ⋮
1 ⋮ 𝛽𝛽
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝑚𝑚 𝐶𝐶 = 0 … 0 1 𝐷𝐷 = 0
⋱ ⋮ 0
1 −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 ⋮
0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
Anche per questa forma canonica solo 2𝑛𝑛 + 1 parametri sono liberi e valgono considerazioni
analoghe a quelle fatte per la forma canonica di raggiungibilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
è chiamata in questo modo perché il sistema descritto dalla quadrupla 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è sempre
osservabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Rappresentazioni equivalenti
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19/S1
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
Rappresentazioni equivalenti
Prima di proseguire oltre, è utile ricordare le diverse rappresentazioni introdotte per i sistemi LTI
SISO. Infatti, abbiamo visto che un sistema LTI SISO può essere descritto tramite
Le variabili di stato
La risposta all’impulso
𝑡𝑡
𝑥𝑥𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 0
𝑡𝑡
𝑦𝑦𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 imp 𝑡𝑡
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 0
Rappresentazioni equivalenti
La funzione di trasferimento
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Rappresentazioni equivalenti
Un’equazione differenziale
Con un’opportuna scelta delle variabili di stato si può passare alla rappresentazione
nello spazio di stato
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19/S1
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
Rappresentazioni equivalenti
In figura sono riassunte le relazioni che intercorrono tra le varie rappresentazioni viste:
ℒ ∙
Scelta delle Equazione differenziale
variabili di stato ℒ −1 ∙
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Funzione di
Variabili di stato trasferimento
Realizzazione 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 (eventualmente tramite forme canoniche)
ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si considerino le seguenti funzioni di trasferimento
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 3
2𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 1
𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 2
2𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 4
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 2
𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 − 1
Determinare le realizzazioni canoniche in forma raggiungibile e osservabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Cosa si intende con realizzazione? Descrivere il problema della realizzazione
Per quale motivo è utile realizzare un sistema in una delle forme canoniche?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Schemi a blocchi
Nello studio di sistemi di controllo, e in generale di sistemi complessi, è utile scomporre il sistema
in sottosistemi in modo da metterne in luce le interdipendenze
A tal fine è utile usare una rappresentazione grafica, detta schema a blocchi, il cui studio sarà
l’oggetto della presente lezione
Consente di mettere in luce quali variabili agiscono su quali componenti del sistema
Rende agevole il calcolo della funzione di trasferimento del sistema complessivo (o di una
sua porzione)
Permette di modulare il livello di dettaglio della descrizione del sistema in funzione degli
aspetti di interesse
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Le variabili, rappresentate tramite frecce etichettate con il nome della variabile stessa
𝑢𝑢 𝑠𝑠 𝑦𝑦 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Una variabile è la combinazione lineare di altre variabili; a tal fine si utilizza il sommatore ⊕
specificando il segno con cui devono essere considerate le variabili
Una stessa variabile agisce su più sistemi; è sufficiente rappresentare la diramazione della
freccia corrispondente alla variabile
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
− = 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 − 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 + 𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Schema a blocchi
Nel seguito si assumerà che tutte le variabili che compaiono in uno schema a blocchi siano scalari
e che quindi i sistemi rappresentati nei blocchi siano SISO. Ad ogni modo è comunque possibile
utilizzare gli schemi a blocchi anche per rappresentare sistemi MIMO. Infatti, si consideri un
sistema MIMO definito dalla relazione 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 con
𝐹𝐹12 𝑠𝑠 +
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
È possibile rappresentare
graficamente il sistema nel 𝐹𝐹21 𝑠𝑠 +
𝑌𝑌2 𝑠𝑠
seguente modo: 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹22 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Composizione di sistemi
Come anticipato, gli schemi a blocchi consentono di calcolare in modo agevole la funzione di
trasferimento di un insieme di sistemi.
Sistemi in serie
In particolare, vedremo come calcolare la
funzione di trasferimento di sistemi 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
In serie
In parallelo
In controreazione Sistemi in
Sistemi in parallelo controreazione
+ 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ −
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in serie
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni:
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
Imponendo le condizioni 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ,
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
si ottiene il sistema
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠
= 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Sistemi in parallelo
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni:
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
Imponendo le condizioni 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 ,
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
si ottiene il sistema
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è 𝐹𝐹 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in controreazione
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni: 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
= 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹𝐶𝐶 =
1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in controreazione
Se la controre azione è positiva, i.e. se 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 con argomenti simili si arriva a
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
𝐹𝐹1
𝐹𝐹𝐶𝐶 =
1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Semplificazioni
Le regole di calcolo appena descritte possono essere usate per ridurre, accorpare e semplificare
uno schema a blocchi. Si riportano schemi a blocchi equivalenti ottenuti sfruttando le regole
descritte
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 +
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
Spostamento di una variabile
a monte di un sistema
Spostamento di una variabile
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
a valle di un sistema
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + +
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Esercizi
Si considerino i seguenti schemi a blocchi
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹4 𝑠𝑠
+ + −
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
−
+ 𝐹𝐹3 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹4 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠
Determinare la funzione di trasferimento 𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S2
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Esercizi
Si considerino gli schemi a blocchi in figura
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + +
+ + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠
+ +
1
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S3
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Domande aperte
Qual è la formula per calcolare la funzione di trasferimento di due sistemi in serie?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Stabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
Si consideri un sistema composto dalla serie di due sottosistemi 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 . Come noto, la
funzione di trasferimento del sistema complessivo è data dal prodotto
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Se non ci sono cancellazioni tra i vari polinomi a numeratore e denominatore si può
concludere che il sistema è asintoticamente stabile se lo sono i sottosistemi di partenza
Se avvengono delle cancellazioni dalla funzione di trasferimento non si avrà visione di una
parte nascosta del sistema: Se le cancellazioni riguardano poli instabili, il sistema
complessivo non è asintoticamente stabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Raggiungibilità e osservabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
Cancellazioni
Come già osservato, applicando le regole di composizione descritte è possibile che l’ordine del
sistema finale sia inferiore alla somma degli ordini dei sottosistemi.
Quando ciò accade vuol dire che si sono verificate delle cancellazioni tra le varie funzioni di
trasferimento. Tale fenomeno corrisponde alla presenza di parti nascoste del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in serie è
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Le cancellazioni possono quindi avvenire tra i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 e 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠
Se la cancellazione avviene trai i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 la parte nascosta che si genera
è non raggiungibile e osservabile
Se la cancellazione avviene tra i polinomi 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 si genera una parte nascosta che
è raggiungibile e non osservabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in parallelo è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in retroazione è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S2
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si considerino due processi descritti dalle funzione di trasferimento
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
Calcolare la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due processi sono
connessi in serie (𝑌𝑌1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ), in parallelo (𝑈𝑈 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 e 𝑌𝑌 𝑠𝑠 ≡ 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 ) e
in retroazione (𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 e 𝑌𝑌 𝑠𝑠 ≡ 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 e 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 )
Dallo studio delle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 , cosa si può concludere sulla
stabilità asintotica del sistema?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si considerino due sistemi descritti dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Domande aperte
Per quanto riguarda lo studio della stabilità asintotica, quale criticità pongono i sistemi connessi in
retroazione?
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in serie:
discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le proprietà
(non osservabili e/o non raggiungibili)
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in
parallelo: discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le
proprietà (non osservabili e/o non raggiungibili)
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in
retroazione: discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le
proprietà (non osservabili e/o non raggiungibili)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Introduzione
Nelle precedenti lezioni è stato mostrato un metodo per rappresentare graficamente le relazioni
tra le variabili di ingresso e di uscita di un sistema complesso (schemi a blocchi)
Quando la complessità delle relazioni cresce, risulta però difficile utilizzare tale metodo e, in
particolare, la manipolazione degli schemi a blocchi può diventare estremamente onerosa
Il vantaggio di tale rappresentazione è che esiste una formula per calcolare il guadagno del
grafo in modo da ottenere il legame tra le variabili del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
La somma di tutti i segnali che escono da un nodo rappresenta il valore 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Se due anelli non hanno nessun nodo in comune si dice che i due anelli non si toccano
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Grafi di flusso
Come anticipato, un grafo di flusso consente di rappresentare graficamente un sistema di
equazioni algebriche (ossia un insieme di legami tra variabili)
Si considerino le variabili 𝑌𝑌, 𝑈𝑈 ∈ ℝ2 e si assuma che siano legate da una relazione del tipo
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile scrivere
Questo sistema di equazioni può esser rappresentato dal grafo di flusso in figura:
Esempio
Si consideri il sistema di equazioni
𝑎𝑎11 𝑥𝑥1 + 𝑎𝑎12 𝑥𝑥2 + 𝑟𝑟1 = 𝑥𝑥1
𝑎𝑎21 𝑥𝑥1 + 𝑎𝑎22 𝑥𝑥2 + 𝑟𝑟2 = 𝑥𝑥2
dove 𝑢𝑢1 e 𝑢𝑢2 sono le variabili di ingresso e 𝑦𝑦1 e 𝑦𝑦2 le variabili di uscita
𝑎𝑎11
𝑢𝑢1 1 Anello:
𝑥𝑥1 𝐿𝐿1 = 𝑎𝑎11
Gli anelli 𝐿𝐿1 , 𝐿𝐿2 non si
𝑎𝑎21 𝑎𝑎12 Anello:
𝑥𝑥2 𝐿𝐿3 𝑎𝑎21 𝑎𝑎12 toccano
1 Anello: Gli anelli 𝐿𝐿1 , 𝐿𝐿3 e 𝐿𝐿2 , 𝐿𝐿3 si
𝑢𝑢2
𝑎𝑎22 𝐿𝐿2 = 𝑎𝑎22
toccano
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Esempio
Tramite semplici passaggi, il precedente sistema di equazioni può esser riscritto come
Determinante di un grafo
Generalizzando quando appena visto, è possibile dimostrare che il determinante di un grafo di
flusso è dato dalla seguente espressione
𝐾𝐾
Δ=1−
(somma delle trasferenze di tutti gli anelli) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 2 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 3 anelli che non si toccano) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 4 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 5 anelli che non si toccano) +
…
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Formula di Mason
La formula di Mason consente di calcolare la trasferenza lineare 𝑇𝑇𝑖𝑖𝑖𝑖 tra una variabile indipendente
𝑥𝑥𝑖𝑖 (di solito detta ingresso) e una variabile dipendente 𝑥𝑥𝑗𝑗 :
dove la somma va estesa a tutti i possibili cammini 𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 e in particolare
𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il guadagno (o trasferenza) del 𝑘𝑘-esimo cammino dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 ,
calcolato come il prodotto dei guadagni (trasferenze) di tutti i rami del cammino
Δ𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il cofattore del cammino 𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 , calcolato come il determinante del grafo trascurando
tutti gli anelli che toccano il 𝑘𝑘-esimo cammino
Grafi di flusso
Come anticipato, i grafi di flusso sono particolarmente utili nella rappresentazione di un sistema
complesso in quanto, grazie alla formula di Mason appena descritta, è possibile calcolare la
funzione di trasferimento tra due variabili 𝑥𝑥𝑖𝑖 e 𝑥𝑥𝑗𝑗
Il procedimento per effettuare tale calcolo, consiste nei seguenti passi: a partire da un grafo di
flusso
2. Considerare tutti i 𝑘𝑘 possibili cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗
4. Determinare i cofattori Δ𝑘𝑘 dei cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 (è sufficiente porre uguale a zero le trasferenze
degli anelli che toccano il cammino 𝑃𝑃𝑘𝑘 )
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Regole di riduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S1
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Regole di riduzione
È possibile ridurre un grafo di flusso mediante regole di riduzione simili a quelle viste per gli
schemi a blocchi
Per due sistemi in serie 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari al
𝑌𝑌 𝑠𝑠
prodotto delle funzioni di trasferimento: 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Regole di riduzione
Per due sistemi in parallelo 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari
alla somma delle funzioni di trasferimento:
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 Esistono due cammini 𝑃𝑃1 e 𝑃𝑃2 con
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 guadagno pari a 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Regole di riduzione
Per due sistemi in controreazione 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento
totale è pari a:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐹𝐹1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 1 ∓ 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Dato che
Esempio
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
Si consideri il grafo di flusso in figura e si supponga di
voler trovare la funzione di trasferimento 𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
Si ricorda che la procedura per il calcolo della trasferenza 𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
4. Determinare i cofattori Δ𝑘𝑘 dei cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 (è sufficiente porre uguale a zero le trasferenze degli
anelli che toccano il cammino 𝑃𝑃𝑘𝑘 )
𝐹𝐹11 s 𝐹𝐹12 s
4. I cofattori Δ1 e Δ2 dei cammini 𝑃𝑃1 e 𝑃𝑃2 si calcolano dalla precedente equazione ponendo, nel
primo caso, 𝐿𝐿1 = 𝐿𝐿2 = 0 mentre nel secondo caso 𝐿𝐿3 = 𝐿𝐿4 = 0:
Δ1 = 1 − 𝐿𝐿3 − 𝐿𝐿4 , Δ2 = 1 − 𝐿𝐿1 − 𝐿𝐿2
𝑌𝑌 𝑠𝑠 ∑𝐾𝐾
𝑘𝑘=1 𝑃𝑃𝑘𝑘 Δ𝑘𝑘 𝑃𝑃1 Δ1 + 𝑃𝑃2 Δ2 𝐹𝐹1 𝐹𝐹2 𝐹𝐹3 𝐹𝐹4 1 − 𝐿𝐿3 − 𝐿𝐿4 + 𝐹𝐹5 𝐹𝐹6 𝐹𝐹7 𝐹𝐹8 1 − 𝐿𝐿1 − 𝐿𝐿2
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = = =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 Δ Δ 1 − 𝐿𝐿1 + 𝐿𝐿2 + 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿4 + 𝐿𝐿1 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿1 𝐿𝐿4 + 𝐿𝐿2 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿2 𝐿𝐿4
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S1
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Esempio
In figura sono riportati lo schema a blocchi e il grafo di flusso corrispondente al sistema in esame:
è evidente che nel secondo caso il calcolo della funzione di trasferimento è molto più agevole
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
𝐹𝐹11 s 𝐹𝐹12 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s 𝐹𝐹4 s
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
Esempio
Lo schema a blocchi può esser ridotto attraverso i seguenti passaggi:
𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
1 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹9 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹3 𝑠𝑠 𝐹𝐹10 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
1 − 𝐹𝐹6 𝑠𝑠 𝐹𝐹11 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹7 𝑠𝑠 𝐹𝐹12 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Forme canoniche
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati introdotti gli schemi a blocchi e i grafi di flusso: strumenti
grafici utili per rappresentare le relazioni tra le variabili
Come già osservato, la scelta delle variabili di stato non è unica e quindi lo stesso sistema può
esser rappresentato da diversi schemi a blocchi o grafi di flusso
In questa lezione vedremo come rappresentare con uno schema a blocchi e con un grafo di
flusso
Forme canoniche
Si consideri una generica funzione di trasferimento
∑𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑃𝑃𝑖𝑖 Δ𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
Δ
è possibile identificare
Forme canoniche
In particolare, quando tutti gli anelli di controreazione si toccano e quando tutti i cammini
diretti toccano gli anelli di controreazione la formula di Mason si semplifica in
∑𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑃𝑃𝑖𝑖 Δ𝑖𝑖 somma dei fattori dei cammini diretti
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =
Δ 1 − somma dei fattori degli anelli di reazione
Sulla base di questo risultato, è immediato trovare una rappresentazione grafica della
funzione di trasferimento
Nelle slide successive verranno presentate due configurazioni di grafi di flusso basate sulla
formula di Mason
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
−𝑎𝑎1
−𝑎𝑎0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
𝑏𝑏𝑚𝑚−1
𝑏𝑏1
𝑏𝑏0 1� 1� 1� 1� 1� 𝑋𝑋1 𝑠𝑠
𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 1
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑋𝑋𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑋𝑋𝑛𝑛−2 𝑠𝑠 𝑋𝑋3 𝑠𝑠 𝑋𝑋2 𝑠𝑠
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1
−𝑎𝑎𝑛𝑛−2
−𝑎𝑎1
−𝑎𝑎0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Esercizio
Si consideri lo schema a blocchi in figura
𝐹𝐹5 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + − 𝑌𝑌 𝑠𝑠
+ +
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹3 𝑠𝑠 𝐹𝐹4 𝑠𝑠
− +
𝐹𝐹6 𝑠𝑠
𝐹𝐹7 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
In questa lezione vedremo come effettuare le principali operazioni per definire e simulare gli
oggetti introdotti
B =
Per determinare la funzione di trasferimento di tale u1
x1 1
sistema è possibile usare la funzione tf: F=tf(SYS) x2 1
x3 1
>> F=tf(SYS)
C =
x1 x2 x3
F =
y1 2 1 3
6 s^2 - 16 s + 10
D =
---------------------
u1
s^3 - 6 s^2 + 9 s - 4
y1 0
Continuous-time transfer function.
Continuous-time state-space model.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑚𝑚
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 𝑛𝑛
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
Fzpk =
5 (s+1) (s+2)
----------------------
s (s+5) (s^2 + 2s + 2)
per mettere in forma fattorizzata in zeri e poli una funzione di trasferimento in forma
>> num=[1 2 3 2 1 0 2];
polinomiale >> den=[1 3 2 4 0 2 0 2 0];
>> Fpol=tf(num,den)
Per determinare la forma
Fpol =
fattorizzata in zeri e poli a
s^6 + 2 s^5 + 3 s^4 + 2 s^3 + s^2 + 2
partire da un sistema -----------------------------------------
s^8 + 3 s^7 + 2 s^6 + 4 s^5 + 2 s^3 + 2 s
descritto nello spazio di
Continuous-time transfer function.
stato
>> zpk(Fpol)
>> A=[[1 0 0];[2 1 0];[0 1 4]];
>> B=[1; 1; 1]; >> C=[2 1 3]; ans =
>> SYS=ss(A,B,C,0);
>> zpk(SYS) (s^2 - 0.9971s + 0.5976) (s^2 + 2.217s + 1.763)
(s^2 + 0.7801s + 1.899)
ans = -------------------------------------------------------
----------------------------
6 (s-1) (s-1.667) s (s+2.828) (s^2 - 1.143s + 0.6366) (s^2 + 1.106s +
----------------- 0.8648) (s^2 + 0.2083s + 1.285)
(s-4) (s-1)^2
zero/pole/gain model. Continuous-time zero/pole/gain model.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
D = D =
u1 u1
y1 0 y1 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
>> K=5;
>> zeros=[-1 -2];
>> poles=[0 -5 -1-i -1+i];
>> Fzpk=zpk(zeros,poles,K)
Fzpk =
6 (s-1) (s-1.667)
-----------------
(s-4) (s-1)^2
>> tf(Fzpk)
ans =
6 s^2 - 16 s + 10
---------------------
s^3 - 6 s^2 + 9 s - 4
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Risposta al gradino
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Per simulare la risposta al gradino di un sistema è possibile simulare il sistema in SIMULINK®
Il primo passo consiste ovviamente nel creare il sistema e per far ciò diverse soluzioni sono
possibili: è possibile definire un blocco che rappresenta
Risposta al gradino
Si consideri il sistema nello spazio di stato
Risposta al gradino
Si consideri la funzione di trasferimento in forma
polinomiale
Risposta al gradino
Si consideri la funzione di trasferimento in forma
fattorizzata in zeri e poli
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑚𝑚
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 𝑛𝑛
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑠𝑠 + 1
=
𝑠𝑠 + 5 𝑠𝑠 + 3 − 𝑗𝑗4 𝑠𝑠 + 3 + 𝑗𝑗4
Selezionando 𝑠𝑠 + 1
= il blocco2“Zero-Pole” è possibile
𝑠𝑠 + 5 𝑠𝑠 + 6𝑠𝑠 + 25
specificare poli, zeri e guadagno della funzione di
trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Una volta creato il sistema, è possibile usare il blocco step per applicare un gradino al sistema:
«Step» block
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
In alternativa, è possibile lavorare direttamente in MATLAB®
La funzione step consente di disegnare il grafico della risposta al gradino di un dato sistema
F =
(s+1)
---------------------
(s+5) (s^2 + 6s + 25)
>> step(F)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Premendo con il tasto destro del mouse sulla figura è possibile selezionare diverse opzioni
Peak Response
Settling time
Rise Time
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta all’impulso
Utilizzando la funzione impulse è possibile tracciare in modo agevole la risposta del sistema
all’impulso:
>> F=zpk([-1],[-5 -3+4j -3-4*j],1)
>> impulse(F)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Interconnessione di sistemi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
La risposta allo scalino per i due sistemi è identica ed infatti nel grafico si osserva solo una
risposta
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
>> sys1=zpk([],[-5],1)
>> sys2=zpk([-1],[(-3-4*j) (-3+4*j)],1)
>> SYS=series(sys1,sys2)
SYS =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
(s+1)
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 ---------------------
(s+5) (s^2 + 6s + 25)
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
>> sys1=zpk([],[-5],1)
>> sys2=zpk([-1],[(-3-4*j) (-3+4*j)],1)
>> SYS=parallel(sys1,sys2)
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 SYS =
+
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 2(s^2 + 6s + 15)
---------------------
+ (s+5) (s^2 + 6s + 25)
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Continuous-time zero/pole/gain model.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
ans =
-3.0000 - 4.0000i
-3.0000 + 4.0000i
-5.0000 + 0.0000i
>> eig(parallel(sys1,sys2))
ans =
-5.0000 + 0.0000i
-3.0000 - 4.0000i
-3.0000 + 4.0000i
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
ans =
-4.8025 + 0.0000i
-3.0988 + 4.0785i
-3.0988 - 4.0785i In questo caso la proprietà di stabilità
>> eig(feedback(sys1,sys2,+1)) asintotica si è preservata ma questo
ans = risultato non vale in generale!
-5.2015 + 0.0000i
-2.8992 + 3.9286i
-2.8992 - 3.9286i
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 − 2
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2
È facile verificare che la funzione di trasferimento del sistema dato dall’interconnessione
in retroazione negativa non è asintoticamente stabile: > eig(sys3)
>> sys3=zpk([1],[-1],1);
>> sys4=zpk([2],[-2],1); ans =
>> feedback(sys3,sys4)
-1
ans =
>> eig(sys4)
0.5 (s+2) (s-1)
--------------- ans =
(s^2 + 2)
-2
Continuous-time zero/pole/gain
model.
>> eig(feedback(sys3,sys4))
ans =
0.0000 + 1.4142i
0.0000 - 1.4142i
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 − 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Approfondimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S3
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Approfondimento
Aprire MATLAB® e SIMULINK ® e implementare i comandi illustrati nelle precedenti sessioni di
studio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
𝐾𝐾 ≔ guadagno di trasferimento
Funzione di trasferimento
È stato inoltre studiato il contributo di ognuno dei termini che compaiono nelle espressioni della
funzione di trasferimento riportate:
N el caso di sistemi non asintoticamente stabili di tipo 0 (un sistema è detto di tipo zero
Trinomio: l’effetto dei parametri 𝜁𝜁𝑖𝑖 , 𝜉𝜉𝑖𝑖 e 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 , 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 può esser messo in relazione allo studio dei
modi naturali effettuato nel precedente nucleo tematico
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il valore della risposta al gradino a regime 𝑦𝑦∞ = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 si può calcolare tramite il teorema
𝑡𝑡→∞
del valore finale:
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore 𝑦𝑦 0 per 𝑡𝑡 = 0 della risposta al gradino si può calcolare con il teorema del valore
iniziale:
0 se 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
𝑦𝑦 0 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = �
𝑠𝑠→∞ 𝛽𝛽𝑚𝑚 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ : è il valore assunto a regime ossia una volta che il transitorio si è
esaurito; dal teorema del valore finale si ha che
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore massimo della risposta 𝑦𝑦max : in molte applicazioni è necessario assicurarsi che la
risposta del sistema non raggiunga valori eccessivamente alti nella fase transitoria
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 ×
𝑦𝑦∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il tempo di salita 𝑇𝑇𝑠𝑠 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta passi per la
prima volta dal 10% al 90% del valore a regime
Il tempo di ritardo 𝑇𝑇𝑟𝑟 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta superi per la
prima volta il valore di 0.5 × 𝑦𝑦∞
Il periodo dell’oscillazione 𝑇𝑇𝑝𝑝 : è l’intervallo di tempo tra i primi due valori massimi
dell’uscita
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑦𝑦max
𝑦𝑦∞
0.5𝑦𝑦∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
Risposta al gradino di un sistema del primo ordine asintoticamente stabile
Il transitorio si
può ritenere
esaurito per
𝑡𝑡 ≅ 4𝜏𝜏
Risposta al gradino
Risposta allo scalino di un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile al variare della
posizione dello zero
𝜏𝜏𝑧𝑧 < 0 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
Risposta al gradino di un sistema del secondo ordine con poli complessi coniugati
asintoticamente stabile del secondo ordine al variare al variare del valore dello smorzamento 𝜁𝜁
(i.e. fissati il guadagno 𝐾𝐾 = 1 e la pulsazione naturale 𝜔𝜔𝑁𝑁 = 1)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
I parametri caratteristici della risposta allo scalino di un sistema del secondo ordine del tipo
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
sono
Sovra-
Tempo di Tempo di
Valore a elongazione Periodo delle
massima sovra- assestamento
regime massima oscillazioni
elongazione (stima)
percentuale
𝜁𝜁𝜁𝜁 𝜋𝜋 𝜋𝜋 1
𝑦𝑦∞ = 𝐾𝐾 −
1−𝜁𝜁 2
𝑇𝑇𝑀𝑀 = 𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2 𝑇𝑇𝐴𝐴𝐴𝐴 = − ln 0.01𝜖𝜖
𝑆𝑆𝑆 = 100𝑒𝑒 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
si è visto che se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 il sistema può essere approssimato dalla funzione
1
𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Per approssimazione si intende il fatto che le caratteristiche della risposta al gradino del
sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 sono praticamente uguali a quelle del sistema 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Generalizzando, se è possibile individuare un sotto-insieme di poli che sono nettamente più vicini
all’origine degli altri, è possibile approssimare il comportamento del sistema solo in funzione di
questi poli (detti poli dominanti)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi in
Schemi a blocchi controreazione
Sistemi in serie
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Se avvengono delle cancellazioni dalla funzione di trasferimento non si avrà visione di una
parte nascosta del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 𝑁𝑁1 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
1+ 1
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
In questo caso, in assenza di cancellazioni, il denominatore della funzione di trasferimento
del sistema complessivo è dato dalla somma dei prodotti tra i numeratori e denominatori dei
due sottosistemi.
Cancellazioni
Come già osservato, applicando le regole di composizione descritte è possibile che l’ordine del
sistema finale sia inferiore alla somma degli ordini dei sottosistemi.
Quando ciò accade vuol dire che si sono verificate delle cancellazioni tra le varie funzioni di
trasferimento. Tale fenomeno corrisponde alla presenza di parti nascoste del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in serie è
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Le cancellazioni possono quindi avvenire tra i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 e 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠
Se la cancellazione avviene trai i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 la parte nascosta che si genera
è non raggiungibile e osservabile
Se la cancellazione avviene tra i polinomi 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 si genera una parte nascosta che
è raggiungibile e non osservabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in parallelo è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in retroazione è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Grafi di flusso
Un metodo alternativo allo schema a blocchi è rappresentato dai grafi di flusso:
Il vantaggio di tale rappresentazione è che esiste una formula per calcolare il guadagno del
grafo in modo da ottenere il legame tra le variabili del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
La somma di tutti i segnali che escono da un nodo rappresenta il valore 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
della variabile associata al nodo stesso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Determinante di un grafo
Il determinante di un grafo di flusso è dato dalla seguente espressione
𝐾𝐾
Δ=1−
(somma delle trasferenze di tutti gli anelli) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 2 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 3 anelli che non si toccano) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 4 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 5 anelli che non si toccano) +
…
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Formula di Mason
La formula di Mason consente di calcolare la trasferenza lineare 𝑇𝑇𝑖𝑖𝑖𝑖 tra una variabile indipendente
𝑥𝑥𝑖𝑖 (di solito detta ingresso) e una variabile dipendente 𝑥𝑥𝑗𝑗 :
dove la somma va estesa a tutti i possibili cammini 𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 e in particolare
𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il guadagno (o trasferenza) del 𝑘𝑘-esimo cammino dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 ,
calcolato come il prodotto dei guadagni (trasferenze) di tutti i rami del cammino
Δ𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il cofattore del cammino 𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 , calcolato come il determinante del grafo trascurando
tutti gli anelli che toccano il 𝑘𝑘-esimo cammino
Grafi di flusso
I grafi di flusso sono particolarmente utili nella rappresentazione di un sistema complesso in
quanto, grazie alla formula di Mason appena descritta, è possibile calcolare la funzione di
trasferimento tra due variabili 𝑥𝑥𝑖𝑖 e 𝑥𝑥𝑗𝑗
Il procedimento per effettuare tale calcolo, consiste nei seguenti passi: a partire da un grafo di
flusso
2. Considerare tutti i 𝑘𝑘 possibili cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗
4. Determinare i cofattori Δ𝑘𝑘 dei cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 (è sufficiente porre uguale a zero le trasferenze
degli anelli che toccano il cammino 𝑃𝑃𝑘𝑘 )
Regole di riduzione
È possibile ridurre un grafo di flusso mediante regole di riduzione simili a quelle viste per gli
schemi a blocchi
Per due sistemi in serie 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari al
prodotto delle funzioni di trasferimento:
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Dato che esiste un unico cammino con
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 guadagno (trasmittanza) pari a 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
non ci sono anelli e quindi il determinante
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 del grafo è pari a Δ = 1
Regole di riduzione
Per due sistemi in parallelo 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari
alla somma delle funzioni di trasferimento:
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Regole di riduzione
Per due sistemi in controreazione 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento
totale è pari a:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐹𝐹1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 1 ∓ 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Dato che
Forme canoniche
Si consideri una generica funzione di trasferimento
∑𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑃𝑃𝑖𝑖 Δ𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
Δ
è possibile identificare
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Evidenziare il legame che sussiste tra i parametri nelle due forme fattorizzate
Descrivere qualitativamente l’effetto dei vari fattori della funzione di trasferimento alla
risposta al gradino
Descrivere il comportamento qualitativo della risposta al gradino dei singoli fattori della funzione
di trasferimento
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 24).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Serie di Fourier
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Introduzione
Uno strumento particolarmente utile nello studio di sistemi dinamici è costituito dall’analisi in
frequenza del sistema
L’analisi in frequenza è basata sulla rappresentazione dei segnali nel dominio della frequenza
invece che nel dominio del tempo e può essere condotta in presenza di particolari classi di
ingressi:
tutte quelle funzioni che possono essere espresse come combinazione lineare di componenti
sinusoidali
Data la loro rilevanza, nel seguito verranno richiamate le nozioni di serie e trasformata di Fourier
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Funzioni 𝑻𝑻-periodiche
Si consideri una funzione complessa 𝑓𝑓 della variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ ; si dice che 𝑓𝑓 è periodica
di periodo 𝑇𝑇 (o funzione 𝑻𝑻-periodica) se
𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑇𝑇 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡 , ∀𝑡𝑡
Per una funzione 𝑇𝑇-periodica, chiaramente vale anche la relazione 𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑘𝑘𝑘𝑘 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡 ∀𝑘𝑘 ∈ ℤ
La classe delle funzioni 𝑇𝑇-periodiche e regolari a tratti si indica con 𝒞𝒞𝑇𝑇 e vale la relazione
𝒞𝒞𝑇𝑇 ⊆ ℛ 𝑇𝑇
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Polinomi trigonometrici
Una funzione 𝑓𝑓𝑛𝑛 : ℝ → ℂ del tipo
𝑛𝑛
1
𝑓𝑓𝑛𝑛 𝑡𝑡 ≔ 𝑎𝑎0 + � 𝑎𝑎𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + 𝑏𝑏𝑘𝑘 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘
2
𝑘𝑘=1
2𝜋𝜋
La pulsazione della funzione 𝑓𝑓 è 𝜔𝜔 =
𝑇𝑇
I coefficienti complessi 𝑎𝑎0 , 𝑎𝑎𝑘𝑘 , 𝑏𝑏𝑘𝑘 sono detti coefficienti del polinomio trigonometrico
Se almeno uno dei coefficienti 𝑎𝑎𝑛𝑛 e 𝑏𝑏𝑛𝑛 non è nullo, il polinomio è detto di grado 𝑛𝑛
Condizioni di ortogonalità
È facile verificare che, per ogni 𝑚𝑚, 𝑛𝑛 ∈ ℕ , valgono le seguenti relazioni (condizioni di
ortogonalità):
1 0 se 𝑚𝑚 ≠ 𝑛𝑛 1 1 0 se 𝑚𝑚 ≠ 𝑛𝑛
�sin 𝑛𝑛𝑛𝑛 sin 𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑑𝑑𝑑𝑑 = � �sin 𝑛𝑛𝑛𝑛 cos 𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 0 �cos 𝑛𝑛𝑛𝑛 cos 𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑑𝑑𝑑𝑑 = �
𝑇𝑇 𝑇𝑇 1 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛 𝑇𝑇 𝑇𝑇 𝑇𝑇 𝑇𝑇 1 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
In virtù delle proprietà di ortogonalità, ne segue che i coefficienti del polinomio
trigonometrico 𝑓𝑓𝑛𝑛 sono definiti da
1
𝑎𝑎𝑘𝑘 ≔ �𝑓𝑓𝑛𝑛 𝑡𝑡 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘 𝑑𝑑𝑑𝑑 , 𝑘𝑘 = 0,1,2, … , 𝑛𝑛
𝑇𝑇 𝑇𝑇
1
𝑏𝑏𝑘𝑘 ≔ �𝑓𝑓𝑛𝑛 𝑡𝑡 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘 𝑑𝑑𝑑𝑑 , 𝑘𝑘 = 1,2, … , 𝑛𝑛
𝑇𝑇 𝑇𝑇
1 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 0 se 𝑚𝑚 ≠ 𝑛𝑛
Le condizioni di ortogonalità in forma esponenziale sono ∫ 𝑒𝑒 𝑒𝑒 𝑑𝑑𝑑𝑑 = � e i
𝑇𝑇 𝑇𝑇 1 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
coefficienti nella forma esponenziale assumono quindi la forma
1
𝑐𝑐𝑘𝑘 ≔ �𝑓𝑓𝑛𝑛 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 , 𝑘𝑘 = −𝑛𝑛, … , 0,1, … 𝑛𝑛
𝑇𝑇 𝑇𝑇
dove con ∫𝑇𝑇 si è inteso l’integrale su qualsiasi intervallo di lunghezza 𝑇𝑇 (per quanto detto è
possibile riscrivere le precedenti relazioni sostituendo 𝑇𝑇 con 𝜋𝜋 e calcolare l’integrale tra ±𝜋𝜋)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Serie trigonometriche
Generalizzando quanto visto, ha senso definire una classe di serie, dette serie
trigonometriche, che assumono la forma
𝑁𝑁
2𝜋𝜋
𝑓𝑓𝑁𝑁 𝑡𝑡 = � 𝑎𝑎𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + 𝑏𝑏𝑘𝑘 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 , 𝜔𝜔 =
𝑇𝑇
𝑘𝑘=0
Nel seguito non si studierà il comportamento di una generica serie trigonometrica (con coefficienti
𝑎𝑎𝑘𝑘 e 𝑏𝑏𝑘𝑘 arbitrari). Piuttosto, ci si concentrerà sul problema di trovare le condizioni per cui una
funzione 𝑓𝑓 sia sviluppabile come serie trigonometrica i.e.
∞
In altre parole il problema è quello di verificare se è possibile associare alla funzione 𝑓𝑓 una
serie trigonometrica – caratterizzata dai coefficienti 𝑎𝑎𝑘𝑘 e 𝑏𝑏𝑘𝑘 – che converga ad 𝑓𝑓
Serie di Fourier
Ad ogni funzione 𝑓𝑓 ∈ ℛ 𝑇𝑇 (𝑇𝑇-periodica e integrabile su 0; 𝑇𝑇 ) è possibile associare una particolare
serie trigonometrica detta serie di Fourier della funzione stessa:
Quando i coefficienti 𝑎𝑎0 , 𝑎𝑎𝑘𝑘 , 𝑏𝑏𝑘𝑘 assumono una particolare forma, la serie trigonometrica
è detta serie di Fourier. L’espressione di tali coefficienti (detti coefficienti di Fourier della
funzione 𝑓𝑓) è
1 𝑇𝑇 2 𝑇𝑇 2 𝑇𝑇
𝑎𝑎0 ≔ � 𝑓𝑓𝑁𝑁 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑎𝑎𝑘𝑘 ≔ � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑏𝑏𝑘𝑘 ≔ � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑇𝑇 0 𝑇𝑇 0 𝑇𝑇 0
= 𝐹𝐹0 + � 𝐹𝐹𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + 𝑗𝑗 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + � 𝐹𝐹𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 − 𝑗𝑗 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘
𝑘𝑘=1 𝑘𝑘=1
∞ ∞
= 𝐹𝐹0 + 2 � Re 𝐹𝐹𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 − Im 𝐹𝐹𝑘𝑘 sin 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 = 𝐹𝐹0 + 2 � 𝐹𝐹𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + arg 𝐹𝐹𝑘𝑘
𝑘𝑘=1 𝑘𝑘=1
1 𝑇𝑇
𝐹𝐹0 ≔ � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐹𝐹𝑅𝑅𝑘𝑘 ≔ 2Re 𝐹𝐹𝑘𝑘 𝐹𝐹𝐼𝐼𝑘𝑘 ≔ −2Im 𝐹𝐹𝑘𝑘
𝑇𝑇 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Analisi armonica
Si consideri la serie di Fourier in forma esponenziale:
I segnali sviluppabili in serie di Fourier possono esser scomposti nella somma di una
costante 𝐹𝐹0 (componente a pulsazione nulla) e di un’infinità di funzioni cosinusoidali
(armoniche) con pulsazioni che sono un multiplo di 𝜔𝜔
In virtù di queste considerazioni, si usa dire che sviluppare un in serie di Fourier un segnale
equivale a effettuarne una analisi armonica (i.e. rappresentare il segnale nel dominio della
frequenza)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Serie di Fourier
Come anticipato, il problema che si vuole risolvere è il seguente: data una funzione 𝑓𝑓 𝑇𝑇-periodica
e un polinomio trigonometrico di grado 𝑁𝑁 con coefficienti 𝑐𝑐𝑘𝑘 (nella sua forma esponenziale), si
vuole determinare il grado di accuratezza dell’approssimazione di 𝑓𝑓 con il polinomio
È possibile dimostrare che la struttura del polinomio trigonometrico che meglio approssima la
funzione 𝑓𝑓 rispetto all’errore quadratico medio è definito dai cosiddetti coefficienti di Fourier della
funzione 𝑓𝑓. Inoltre, il grado di accuratezza non dipende dal grado del polinomio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Trasformata di Fourier
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S1
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Trasformata di Fourier
Si consideri una funzione 𝑓𝑓: ℝ → ℂ di variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ , se la funzione complessa della
variabile reale 𝜔𝜔
∞
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
−∞
Gli spettri di ampiezza e di fase sono continui nel senso che sono funzioni della variabile
reale 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S1
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Antitrasformata di Fourier
L’operazione definita come il procedimento inverso rispetto alla trasformata di Fourier è detta
antitrasformata di Fourier
1 ∞
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −∞
Tale operazione può essere effettuata nei punti in cui 𝑓𝑓 è continua e derivabile
Lo spettro di una funzione 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 costituisce quindi una rappresentazione alternativa di una
data funzione o, in altre parole, la trasformata di Fourier consente di mettere in relazione
biunivoca una funzione 𝑓𝑓 e il suo spettro 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
È importante osservare che due funzioni si devono considerare uguali anche nel caso in cui
differiscono in un numero infinito di punti, purché isolati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S1
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Trasformata di Fourier
Quando la funzione trasformanda è reale ossia quando 𝑓𝑓: ℝ → ℝ si ha che
𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗
1 ∞ 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 0
Per definire completamente lo spettro sono quindi sufficienti i singoli valori di 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 per
𝜔𝜔 ≥ 0
Nota: da qui in avanti, a meno che non sia esplicitamente dichiarato, si assumerà che la funzione
trasformanda sia reale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S1
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Forma trigonometrica
È possibile esprimere l’operazione di trasformazione di Fourier anche in forma trigonometrica:
1 ∞ 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 0
1 ∞
= � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝑗𝑗 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 − 𝑗𝑗 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 0
1 ∞ 1 ∞
= � Re 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 − Im 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 + arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 0 𝜋𝜋 0
I segnali sviluppabili in serie di Fourier possono quindi esser scomposti nella somma di
un’infinità di funzioni cosinusoidali (armoniche) con pulsazioni che sono un multiplo di 𝜔𝜔
Un segnale trasformabile con Fourier può quindi contenere armoniche di qualunque pulsazione
reale non negativa a differenza di un segnale periodico sviluppabile in serie di Fourier che può
contenere solo armoniche di pulsazioni multiple di quella dell’armonica fondamentale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S1
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
Proprietà
Nel trasformare secondo Fourier una funzione, le seguenti proprietà risultano molto comode:
LINEARITÀ. Date due funzioni complesse 𝑓𝑓 e 𝑔𝑔 con spettri 𝐹𝐹𝑘𝑘 e 𝐺𝐺𝑘𝑘 allora la trasformata
di Fourier ℱ di una loro combinazione lineare è ℱ 𝛼𝛼𝑓𝑓 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 = 𝛼𝛼𝛼𝛼 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑗𝑗𝑗𝑗 , con 𝛼𝛼, 𝛽𝛽 ∈ ℂ
FUNZIONI PARI E DISPARI. Lo spettro di una funzione pari è reale mentre lo spettro di
una funzione dispari è complesso
Trasformate di Fourier
Di seguito si riportano le trasformate di Fourier di segnali di particolare importanza
𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒋𝒋𝒋𝒋
imp 𝑡𝑡 1
1 2𝜋𝜋imp 𝜔𝜔
Trasformate di Fourier
Di seguito si riportano le trasformate di Fourier di segnali di particolare importanza
𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒋𝒋𝒋𝒋
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 sca 𝑡𝑡 1
, 𝜎𝜎 < 0
𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 sca −𝑡𝑡 1
− , 𝜎𝜎 < 0
𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎
sin 𝜔𝜔0 𝑡𝑡 sca 𝑡𝑡 𝜋𝜋 𝜔𝜔0
imp 𝜔𝜔 − 𝜔𝜔0 − imp 𝜔𝜔 + 𝜔𝜔0 + 2
2𝑗𝑗 𝜔𝜔0 − 𝜔𝜔 2
cos 𝜔𝜔0 𝑡𝑡 sca 𝑡𝑡 𝜋𝜋 𝑗𝑗𝜔𝜔0
imp 𝜔𝜔 − 𝜔𝜔0 − imp 𝜔𝜔 + 𝜔𝜔0 + 2
2 𝜔𝜔0 − 𝜔𝜔 2
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 sin 𝜔𝜔0 𝑡𝑡 sca 𝑡𝑡 𝜔𝜔0
, 𝜎𝜎 < 0
𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎 2 + 𝜔𝜔02
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 cos 𝜔𝜔0 𝑡𝑡 sca 𝑡𝑡 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎
, 𝜎𝜎 < 0
𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎 2 + 𝜔𝜔02
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S2
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Si consideri una funzione 𝑓𝑓: ℝ → ℂ di variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ : quando esiste, la funzione
complessa della variabile 𝑠𝑠 definita come segue è detta trasformata di Laplace della funzione
𝑓𝑓 𝑡𝑡
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
Come noto, la trasformata di Laplace richiede che la funzione sia definita almeno per 𝑡𝑡 ≥ 0.
Dato che i valori di 𝑓𝑓 𝑡𝑡 per 𝑡𝑡 < 0 non concorrono nel calcolo della trasformata spesso si
assume 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = 0 per 𝑡𝑡 < 0.
Risulta evidente che i due strumenti matematici descritti sono molto simili.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S2
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
ℱ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 �
𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗
Nota: la trasformata di Fourier 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 è stata descritta come funzione dell’unità immaginaria 𝑗𝑗 e
della variabile reale 𝜔𝜔
In realtà, la trasformata di Fourier è funzione solo della frequenza 𝜔𝜔: questa notazione è
stata adottata proprio per sottolineare la relazione appena vista
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S2
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒔𝒔 = ℒ 𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒋𝒋𝒋𝒋 = ℱ 𝒇𝒇 𝒕𝒕
imp 𝑡𝑡 1 1
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 sca 𝑡𝑡 1 1
𝑠𝑠 − 𝑎𝑎 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔 𝜔𝜔0
𝑠𝑠 + 𝑎𝑎 2 + 𝜔𝜔 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎 2 + 𝜔𝜔02
𝑒𝑒 𝜎𝜎𝜎𝜎 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑠𝑠 + 𝑎𝑎 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎
𝑠𝑠 + 𝑎𝑎 2 + 𝜔𝜔 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜎𝜎 2 + 𝜔𝜔02
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S2
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
1
La trasformata di Laplace esiste ed è ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 =
𝑠𝑠−𝑎𝑎
Ne segue che le funzioni che per 𝑡𝑡 → ∞ tendono a infinito, sono trasformabili con Laplace ma non
con Fourier
È utile osservare che quando 𝜎𝜎� ≥ 0, la trasformata di Fourier può esistere ma non si può calcolare
effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S2
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
La trasformata di Laplace può sembrare più potente in quanto applicabile a una più ampia
gamma di segnali. Questo, in realtà, non è vero:
La trasformata di Fourier consente di trattare segnali non nulli per 𝑡𝑡 < 0 (anche se è
possibile estendere la trasformata di Laplace per considerare anche questo caso)
La trasformata di Fourier può essere usate per scomporre una vasta gamma di segnali
come somma infinita di armoniche: questo aspetto è particolarmente utile in molte
applicazioni
In virtù di queste considerazioni, non ha senso discutere quali delle due trasformate sia più utile:
vanno considerate come due strumenti matematici complementari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 25/S3
Attività n°: SERIE E TRASFORMATA DI FOURIER
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Dare la definizione di funzione 𝑇𝑇-periodica continua a tratti
Domande aperte
Cos’è lo spettro di una funzione? Cosa sono lo spettro di fase e lo spettro di ampiezza?
Quali sono le condizioni per cui l’esistenza della trasformata di Laplace implica l’esistenza della
trasformata di Fourier?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
Introduzione
Nelle lezioni precedenti sono stati introdotti metodi per l’analisi di sistemi nel dominio del tempo e
nel dominio della variabile complessa 𝑠𝑠
In questa e nelle successive lezioni verrà introdotto un ulteriore metodo di analisi basato su una
descrizione dei segnali nel dominio della frequenza 𝜔𝜔
La funzione di trasferimento di un sistema espressa nel dominio della frequenza (𝜔𝜔) è detta
risposta in frequenza (o risposta armonica) del sistema
L’analisi in frequenza di un sistema può esser condotto in presenza di particolari classi di ingressi
i.e. per tutte quelle funzioni che possono essere espresse come combinazione lineare di
componenti sinusoidali
Si consideri il caso in cui il segnale di ingresso è una funzione sinusoidale definita per 𝑡𝑡 ≥ 0:
0 se 𝑡𝑡 < 0
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = �
𝑢𝑢0 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 se 𝑡𝑡 ≥ 0
Il secondo termine (e i residui 𝑄𝑄, 𝑄𝑄� ) è associato ai poli immaginari in ±𝑗𝑗𝑗𝑗 introdotti dal
segnale in ingresso
𝜔𝜔 1 1
𝑄𝑄 = 𝑠𝑠 − 𝑗𝑗𝑗𝑗 |𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 , 𝑄𝑄� = −𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0
𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 2𝑗𝑗 2𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
𝑁𝑁
𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑄𝑄 𝑄𝑄�
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ −1 � + + = 𝑦𝑦1 𝑡𝑡 + 𝑦𝑦2 𝑡𝑡
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑠𝑠 − 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑖𝑖=1
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
L’uscita del sistema, quindi, tende asintoticamente al secondo termine 𝑦𝑦2 𝑡𝑡 che può essere
scritto come
𝑦𝑦2 𝑡𝑡 = 𝑄𝑄𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝑄𝑄�𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
1 1 𝑢𝑢0
𝑦𝑦2 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 − 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝑗𝑗 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔
2𝑗𝑗 2𝑗𝑗 2𝑗𝑗
= 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Di stessa pulsazione 𝜔𝜔
Questo risultato è indipendente dalle condizioni iniziali in quanto il movimento libero, data
l’assunzione di asintotica stabilità, si esaurisce con il tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Ne segue che il modulo 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 e la fase arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 della funzione di trasferimento del
sistema sono sufficienti per calcolare, al variare della pulsazione 𝜔𝜔, la risposta asintotica del
sistema in presenza di ingressi sinusoidali
Chiaramente la velocità con cui si esaurisce il transitorio dipende dalla dinamica propria del
sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Risposta in frequenza
Dato il sistema
Per la risposta in frequenza vale quindi la seguente proprietà: 𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗
La risposta in frequenza è stata definita per sistemi SISO di grado finito ma tale definizione può
essere estesa a sistemi MIMO a dimensione infinita, purché LTI
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Segnali esponenziali
L’analisi condotta per ingressi di tipo sinusoidale può esser facilmente estesa a segnali di tipo
esponenziale. A tal fine, si consideri il sistema SISO LTI asintoticamente stabile
È possibile dimostrare che, una volta esaurito il transitorio e indipendentemente dallo stato
iniziale, l’andamento dell’uscita è
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐺𝐺 𝜆𝜆 𝑢𝑢0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆
Si osservi che se 𝜆𝜆 < 0 il movimento dell’uscita si esaurirebbe con il tempo e quindi questo
tipo di analisi non avrebbe molto senso
Segnali esponenziali
Per rimuovere l’ipotesi che il parametro 𝜆𝜆 sia diverso dagli autovalori della matrice dinamica 𝐴𝐴 si
considerino le seguenti osservazioni:
Applicando l’ingresso esponenziale 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆 la risposta del sistema esaurito il transitorio
è 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐺𝐺 𝜆𝜆 𝑢𝑢0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆
Ne segue che se 𝜆𝜆 coincide con uno zero del sistema l’uscita tende asintoticamente a zero
indipendentemente dalle condizioni iniziali
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
∞
2𝜋𝜋
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = � 𝑈𝑈𝑘𝑘 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 , 𝜔𝜔 =
𝑇𝑇
𝑘𝑘=−∞
I coefficienti complessi 𝑈𝑈𝑘𝑘 sono lo spettro del segnale di ingresso e le successioni 𝑈𝑈𝑘𝑘 e
arg 𝑈𝑈𝑘𝑘 ne rappresentano lo spettro di ampiezza e di fase rispettivamente
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = � 𝑈𝑈𝑘𝑘 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑘𝑘=−∞
si ha che, una volta esaurito il transitorio, l’andamento dell’uscita è decritto dalla seguente
relazione indipendentemente dalle condizioni iniziali
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = � 𝑌𝑌𝑘𝑘 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑘𝑘=−∞
Lo spettro dell’uscita è legato allo spettro dell’ingresso dalla relazione 𝑌𝑌𝑘𝑘 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑈𝑈𝑘𝑘
Un’armonica di pulsazione 𝜔𝜔
� > 0 può esser presente nell’uscita solo se presente nell’ingresso
1 ∞
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = � 𝑈𝑈 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −∞
Essendo l’integrale un operatore lineare, l’analisi già condotta può essere replicata e quindi è
possibile applicare il principio di sovrapposizione degli effetti
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26/S1
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
1 ∞
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = � 𝑈𝑈 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −∞
si ha che, una volta esaurito il transitorio, l’andamento dell’uscita è decritto dalla seguente
relazione indipendentemente dalle condizioni iniziali
1 ∞
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = � 𝑌𝑌 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −∞
con
𝑌𝑌 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑈𝑈 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26/S1
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Un’armonica di pulsazione 𝜔𝜔
� > 0 può esser presente nell’uscita solo se presente nell’ingresso
Sistemi instabili
Ricapitolando, si è mostrato che per sistemi LTI asintoticamente la risposta a transitorio esaurito
in presenza di
Segnali sinusoidali
Segnali esponenziali
presenta una struttura simile al segnale in ingresso indipendentemente dalle condizioni iniziali
Rimuovendo l’ipotesi di asintotica stabilità, questi risultati non sono più validi. Tuttavia, anche in
questo caso è possibile trarre delle conclusioni
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26/S1
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Sistemi instabili
Si consideri il sistema SISO non asintoticamente stabile
con un’opportuna scelta dello stato iniziale è possibile ottenere un movimento dello stato
anch’esso esponenziale ossia nella forma 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥 0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆
Per verificare tale affermazione si sostituisca l’andamento dello stato desiderato nell’equazione di
stato:
𝜆𝜆𝜆𝜆 0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆 è + 𝐵𝐵𝑢𝑢0 𝑒𝑒 𝜆𝜆𝜆𝜆
In altre parole, se 𝜆𝜆 non è un autovalore del sistema, esiste un valore dello stato iniziale per
cui il movimento dello stato presenta un andamento simile a quello dell’ingresso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 26/S1
Attività n°: RISPOSTA IN FREQUENZA
1
Sistemi instabili
Quanto detto può esser riassunto nel seguente modo:
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Spiegare per quale motivo è importante lo studio della risposta di un sistema rispetto a particolari
segnali di ingresso
Elencare e descrivere i parametri caratteristici della risposta allo scalino. Per quale motivo è utile
identificare tali parametri?
Disegnare una generica risposta allo scalino di un sistema asintoticamente stabile ed evidenziarne
i principali parametri caratteristici
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
Domande aperte
Si consideri un sistema SISO LTI descritto nello spazio di stato asintoticamente stabile. Dimostrare
che la risposta a regime in corrispondenza di un segnale esponenziale ha anch’essa un
andamento esponenziale.
Si consideri un sistema SISO LTI descritto nello spazio di stato asintoticamente stabile. Dimostrare
che la risposta a regime in corrispondenza di un segnale dotato di serie di Fourier è anch’essa
dotata di serie di Fourier.
Si consideri un sistema SISO LTI descritto nello spazio di stato asintoticamente stabile. Dimostrare
che la risposta a regime in corrispondenza di un segnale dotato di trasformata di Fourier è
anch’essa dotata di trasformata di Fourier.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Cos’è la risposta in frequenza di un sistema?
Si consideri un generico sistema SISO LTI. Mostrare come sia possibile, attraverso un’opportuna
scelta dello stato iniziale, ottenere un andamento dell’uscita a regime esponenziale in presenza di
un segnale di ingresso esponenziale.
Si consideri un sistema SISO LTI descritto nello spazio di stato asintoticamente stabile. Dimostrare
che la risposta a regime in corrispondenza di un segnale sinusoidale ha anch’essa un andamento
sinusoidale.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione e proprietà
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Diagrammi di Bode
I diagrammi di Bode, o diagrammi cartesiani, consentono di rappresentare la risposta in
frequenza 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗 arg ∠𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
Il diagramma delle fasi che descrive il comportamento della fase arg 𝐺𝐺 𝜔𝜔 = ∠𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 in
funzione della pulsazione 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Diagrammi di Bode
Per convenienza, i diagrammi di Bode sono tracciati seguendo una scala logaritmica: tipicamente
per il modulo si usano i decibel (dB) mentre la pulsazione è riportata su una scala logaritmica in
base 10
Inoltre, in virtù delle proprietà dei logaritmi, l’evoluzione della risposta armonica si ottiene come
la somma delle evoluzioni dei fattori. Esprimendo la risposta armonica come il prodotto di funzioni
elementari è quindi possibile tracciare il diagramma per i singoli fattori e poi sommarne gli effetti.
Inoltre, l’adozione di una scala logaritmica consente di tracciare il diagramma di sistemi in serie
come la somma dei diagrammi dei singoli sistemi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Diagrammi di Bode
Il decibel è un’unità logaritmica e, più formalmente, è la decima parte del bel.
È calcolato come il logaritmo in base 10 del rapporto tra due grandezze omogenee. Questo
implica il fatto che i valori calcolati in decibel sono numeri puri (ovvero adimensionali)
𝑥𝑥
log = log 𝑥𝑥 − log 𝑦𝑦
𝑦𝑦
𝑘𝑘
log 𝑥𝑥 = 𝑘𝑘 log 𝑥𝑥
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Diagrammi di Bode
Per tracciare i diagrammi di Bode risulta conveniente trasformare la funzione 𝐺𝐺 𝑠𝑠 nella forma di
Bode, ossia:
𝛿𝛿̅ 1
𝐾𝐾𝐵𝐵 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑛𝑛 𝑖𝑖
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝛿𝛿 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛
𝑖𝑖
dove
𝐾𝐾𝐵𝐵 è detto guadagno di Bode
𝜏𝜏̅𝑖𝑖 , 𝜏𝜏𝑖𝑖 ∈ ℝ>0 sono le costanti di tempo dei poli e degli zeri
𝛿𝛿i̅ , 𝛿𝛿𝑖𝑖 ∈ ℝ>0 sono i fattori di smorzamento degli zeri e dei poli complessi coniugati
�𝑁𝑁𝑖𝑖 , 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 ∈ ℝ<0 sono le pulsazioni naturali degli zeri e dei poli complessi coniugati
𝜔𝜔
𝑔𝑔 è il numero di poli o zeri nell’origine (a seconda del segno) e definisce il tipo del sistema.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Diagrammi di Bode
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene la forma di Bode della risposta in frequenza:
𝛿𝛿̅ 𝜔𝜔2
± 𝐾𝐾𝐵𝐵 ∏𝑖𝑖 1 ± 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝐺𝐺𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝛿𝛿 𝜔𝜔 2
𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 ± 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖
Tale forma è utile in quanto evidenzia come la risposta in frequenza sia data dal prodotto di
elementi la cui struttura ricade in una delle seguenti categorie:
Fattore costante
Proprietà
I diagrammi di Bode godono delle seguenti proprietà:
±1
± 𝑔𝑔 ±1
𝛿𝛿̅ 𝜔𝜔2
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ± 𝐾𝐾𝐵𝐵 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1 ± 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑖𝑖 𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Proprietà
Inoltre, essendo 𝐺𝐺 𝑠𝑠 una funzione razionale a coefficienti reali, si ha che
𝐺𝐺 −𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
da cui si ha che Il modulo e la fase della risposta in frequenza godono delle seguenti proprietà:
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐺𝐺 −𝑗𝑗𝑗𝑗
∠𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −∠𝐺𝐺 −𝑗𝑗𝑗𝑗
ovvero il modulo e la fase sono, rispettivamente, funzioni pari e dispari della frequenza.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Proprietà
Mettendo insieme queste proprietà, è possibile studiare i diagrammi di Bode solo per funzioni del
tipo
𝐾𝐾𝐵𝐵
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝐺𝐺𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝑔𝑔 𝛿𝛿 𝜔𝜔 2
𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∏ ∏
∙ 𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑖𝑖 1 + 2 𝜔𝜔 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 𝜔𝜔
𝑁𝑁 𝑁𝑁
±1
∓ 𝑔𝑔 ±1
𝛿𝛿 𝜔𝜔2
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝐺𝐺𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐾𝐾𝐵𝐵 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1 ± 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝑖𝑖 𝑖𝑖 𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Fattore costante
Fattore costante
Il contributo del fattore costante al diagramma dei moduli è una retta orizzontale la cui
ordinata è data da:
20 log ± 𝐾𝐾𝐵𝐵 = 20 log10 𝐾𝐾𝐵𝐵
Il contributo del fattore costante al diagramma delle fasi dipende dal segno:
Se 𝐾𝐾𝐵𝐵 > 0 ⇒ ∠𝐾𝐾𝐵𝐵 = 0°
Se 𝐾𝐾𝐵𝐵 < 0 ⇒ ∠𝐾𝐾𝐵𝐵 = −180°
Diagramma delle ampiezze: 𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋 𝒅𝒅𝒅𝒅
20 log10 𝐾𝐾𝐵𝐵
0° 𝐾𝐾 > 0
−180° 𝐾𝐾 < 0
Integratore
Integratore
Diagramma dei moduli: il contributo di un integratore/derivatore è una retta con pendenza
± 20 dB/decade passante per 𝜔𝜔 =1. Infatti si ha che
1
20 log = −20 log10 𝜔𝜔
𝑗𝑗𝑗𝑗
−1
Per 𝜔𝜔 = 1 si ha che 20 log 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −20 log 𝜔𝜔 = 0
In presenza di ℎ zeri nell’origine, il diagramma dei moduli è una retta con pendenza +ℎ ∙ 20
dB/decade passante per 𝜔𝜔 =1 mentre il diagramma delle fasi è una retta orizzontale di ordinata
+ ℎ ∙ 90°
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Integratore
In figura sono riportati i diagrammi delle ampiezze e delle fasi per
𝟏𝟏
un integratore 𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋 =
𝒋𝒋𝒋𝒋
+90°
−90°
1
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = = −20 log 1 + 𝜔𝜔 2 𝜏𝜏 2
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 ±20 log10 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
𝑑𝑑𝑑𝑑
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
∠ ≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 −90° 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
Im
1 + 𝑗𝑗
1 45°
Re
1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≤ 1
≅ � −3𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔𝜔𝜔 = 1 ≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 −20 log10 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔𝜔𝜔 > 1
𝑑𝑑𝑑𝑑 −20 log10 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
Per quanto riguarda il diagramma delle fasi:
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≤ 1
∠ ≅ �−45° 𝜔𝜔𝜔𝜔 = 1 ≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 −90° 𝜔𝜔𝜔𝜔 > 1
−90° 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
0°
−45°
−90°
10−2 10−1 100 101 102
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
1
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 − 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
1 − 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
Al diagramma delle fasi è una retta con pendenza −90°/decade tra 0.1𝜔𝜔𝜔𝜔 e 10𝜔𝜔𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Errori di approssimazione
È stato mostrato come sia possibile tracciare velocemente i diagrammi di Bode in modo
approssimato
È naturale adesso chiedersi quale sia l’errore massimo commesso usando tali approssimazioni
Per quanto riguarda il fattore costante e il fattore integratore/derivatore non sono state fatte
approssimazioni: i diagrammi delle ampiezze e delle fasi reali sono composti da rette.
Per quanto riguarda i fattori del primo e del secondo ordine, invece, i diagrammi sono composti
da rette curvilinee.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
In particolare, Per fattori del primo ordine si è approssimata una retta curvilinea con una spezzata
composta da una semiretta di ordinata zero e pendenza nulla per 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≤ 1 e da una semiretta che
parte da 0 dB con pendenza −20 dB/decade per 𝜔𝜔𝜔𝜔 > 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
da cui segue che per valori dello smorzamento 𝛿𝛿 ∈ 0; 0.5 il modulo ha valore positivo,
mentre per 𝛿𝛿 ∈ 0.5; 1 il modulo ha valore negativo.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
10𝑑𝑑𝑑𝑑
0𝑑𝑑𝑑𝑑
−10𝑑𝑑𝑑𝑑
𝛿𝛿 = 0.1
−20𝑑𝑑𝑑𝑑 𝛿𝛿 = 0.9
−30𝑑𝑑𝑑𝑑
Le ascisse rappresentano
la frequenza normalizzata
−40𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔
−1 0 1
10 10 10 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
2 4
𝜕𝜕 𝜔𝜔 𝜔𝜔 𝜔𝜔 𝜔𝜔𝑛𝑛2 2𝛿𝛿 2 − 1 + 𝜔𝜔𝑛𝑛2
20 log 1 + 4𝛿𝛿 2 − 2 + = 40 4 =0
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛 + 𝜔𝜔𝑛𝑛2 4𝛿𝛿 2 − 2 𝜔𝜔 2 + 𝜔𝜔 4
La soluzione 𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑅𝑅
−1
𝛿𝛿 𝜔𝜔2
∠ 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛
−1
𝛿𝛿 𝜔𝜔2 0° 𝜔𝜔 ≪ 𝜔𝜔𝑛𝑛
∠ 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2 ≅ �
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛 −180° 𝜔𝜔 ≫ 𝜔𝜔𝑛𝑛
−1
𝛿𝛿 𝜔𝜔2 −1
∠ 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2 = ∠ 2𝛿𝛿𝛿𝛿 = −90°
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
0𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔 ≪ 𝜔𝜔𝑁𝑁
2 −1 0𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝛿𝛿 𝜔𝜔 −20 log10 2𝛿𝛿 𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2 ≅ � ≅ � dB
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁 dB −40 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁
−40 𝜔𝜔 ≫ 𝜔𝜔𝑁𝑁 decade
decade
𝛿𝛿 𝜔𝜔2
−1 0° 𝜔𝜔 ≪ 𝜔𝜔𝑁𝑁
0° 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑁𝑁
∠ 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2 ≅ � −90° 𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 ≅ �
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁 −180° 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁
−180° 𝜔𝜔 ≫ 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
20𝑑𝑑𝑑𝑑
0𝑑𝑑𝑑𝑑
−20𝑑𝑑𝑑𝑑
−40𝑑𝑑𝑑𝑑
−60𝑑𝑑𝑑𝑑
−80𝑑𝑑𝑑𝑑
10−2 10−1 100 101 102
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1 1
= −𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 , ∠ = −∠𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐺𝐺 −𝑗𝑗𝑗𝑗 , ∠𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −∠𝐺𝐺 −𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
L’errore di approssimazione che si commette dipende dal valore della parte reale in
relazione a quello della parte immaginaria. In generale valgono le seguenti relazioni:
Re 𝑝𝑝1,2 ≅ Im 𝑝𝑝1,2 . Il diagramma del modulo presenta un errore trascurabile mentre il
diagramma delle fasi tende ad assomigliare all’approssimazione con retta obliqua di
pendenza −40 dB/decade per 0.1𝜔𝜔𝑁𝑁 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 10𝜔𝜔𝑁𝑁
Re 𝑝𝑝1,2 ≪ Im 𝑝𝑝1,2 . Il diagramma delle fasi tende ad assomigliare ad un andamento di
tipo a gradino mentre il diagramma delle ampiezze presenta un errore massimo (anche
significativo) in corrispondenza del polo
Re 𝑝𝑝1,2 ≅ Im 𝑝𝑝1,2 . Il diagramma delle ampiezze presenta un errore massimo
(contenuto) in corrispondenza dei poli mentre il diagramma delle fasi tende ad
assomigliare all’approssimazione con retta obliqua di pendenza −40 dB/decade per
0.1𝜔𝜔𝑁𝑁 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 10𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
𝛿𝛿 → 0
Re 𝑝𝑝1,2 → 0, Im 𝑝𝑝1,2 → 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝛿𝛿 → 1
Re 𝑝𝑝1,2 → 𝜔𝜔𝑁𝑁 , Im 𝑝𝑝1,2 → 0
Ovvero più lo smorzamento ha un valore basso, più la parte immaginaria è maggiore della parte
reale, più l’errore del modulo in corrispondenza dei poli sarà maggiore e più la fase avrà un
andamento di tipo a gradino.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
A cosa servono i diagrammi di Bode?
Quali sono le proprietà dei diagrammi di Bode che consentono di ridurre lo studio a soli quattro
fattori?
Qual è l’effetto di poli e zeri instabili (con parte reale non negativa) sul diagramma delle ampiezze
e delle fasi?
Qual è l’errore massimo che si commette nell’approssimare con una spezzata il contributo dei
fattori di primo e secondo grado? In corrispondenza di quale frequenza si ha tale massimo?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S3
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Domande aperte
Spiegare l’effetto dei parametri 𝜔𝜔𝑁𝑁 e 𝛿𝛿 (pulsazione naturale e fattore di smorzamento) anche in
riferimento agli errori di approssimazione.
Quando conviene approssimare il comportamento della fase con un andamento di tipo a gradino?
Perché?
𝜔𝜔2 2𝛿𝛿
1+
2 + 𝑗𝑗 𝜔𝜔 𝜔𝜔
1 − 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑁𝑁
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 , 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 2
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝜔𝜔 2𝛿𝛿
1 − 2 + 𝑗𝑗 𝜔𝜔
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 27/S3
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (1 DI 2)
1
Domande aperte
Si consideri il diagramma delle
ampiezze in figura.
20𝑑𝑑𝑑𝑑
Qual è la struttura della risposta
in frequenza?
−40𝑑𝑑𝑑𝑑/dec
Qual è il valore del guadagno 0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐾𝐾𝐵𝐵 ?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Esercizio 1. Tracciare i diagrammi di Bode della seguente funzione:
2 𝑠𝑠 + 100
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 10
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Esercizio 1. Tracciare i diagrammi di Bode della seguente funzione
2 𝑠𝑠 + 100
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 10
Soluzione 1.
Per prima cosa è necessario condurre la funzione 𝐺𝐺 𝑠𝑠 in forma di Bode, ossia espressa come
produttoria di termini elementari.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Quando si ha una funzione del tipo
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑖𝑖
𝐺𝐺 ′ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽𝑖𝑖
Esempio
Applicando questa procedura si ha
1 1
𝐾𝐾𝐵𝐵 = 𝐾𝐾 ′ ∗ 𝛼𝛼1 ∗ = 2 ∗ 100 ∗ = 20
𝛽𝛽1 ∗ 𝛽𝛽2 1 ∗ 10
1
1+ 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 20 100
1
𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 1+ 𝑠𝑠
10
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene la forma di Bode della risposta in frequenza:
1
1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝜏𝜏̅1 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 20 100 = 𝐾𝐾𝐵𝐵
1 1 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑔𝑔 1 + 𝜏𝜏1 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝜏𝜏2 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗
10
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Data la funzione
1
1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝜏𝜏̅1 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 20 100 = 𝐾𝐾𝐵𝐵
1 1 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑔𝑔 1 + 𝜏𝜏1 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝜏𝜏2 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑗𝑗𝑗𝑗 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗
10
si può osservare che
Esempio
Per tracciare i diagrammi di Bode, risulta comodo riportare le frequenze di taglio al di sotto dei
diagrammi: per convenzione con i cerchi si indicano gli zeri mentre con le croci (o stelle) si
indicano i poli.
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Il primo termine che si considera è il guadagno di Bode. Il contributo al diagramma delle
ampiezze è una retta orizzontale di ordinata 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 20 log10 𝐾𝐾𝐵𝐵 ≅ 26 dB
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Dato che 𝐾𝐾𝐵𝐵 > 0, il contributo al diagramma delle fasi è una retta orizzontale di ordinata 0°
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
−1
Per quanto riguarda il fattore 𝑗𝑗𝑗𝑗 , il contributo al diagramma delle ampiezze è una retta
2
passante per 𝜔𝜔𝑐𝑐 = 1 con pendenza −20 dB/decade (essendo il sistema di tipo 1)
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
−1
Per quanto riguarda il fattore 𝑗𝑗𝑗𝑗 , il contributo al diagramma delle fasi è una retta orizzontale
di ordinata −90° (essendo il sistema di tipo 1)
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Per quanto riguarda il fattore 1 + 𝜏𝜏̅1 𝑗𝑗𝑗𝑗 , il contributo al diagramma delle ampiezze può essere
1
approssimato con una semiretta orizzontale di ordinata 0 per 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑐𝑐 e poi con una semiretta di
pendenza +20 dB/decade
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Per quanto riguarda il fattore 1 + 𝜏𝜏̅1 𝑗𝑗𝑗𝑗 , il contributo al diagramma delle fasi può essere
1
approssimato con una spezzata che parte da 0° e in corrispondenza di 𝜔𝜔𝑐𝑐 sale di 90°
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
−1
Per quanto riguarda il fattore 1 + 𝜏𝜏1 𝑗𝑗𝑗𝑗 , i contributi ai diagrammi delle ampiezze e delle fasi si
ottengono in modo analogo (ricordandosi che i diagrammi dell’inverso cambiano di segno e che la
3
frequenza di taglio è 𝜔𝜔𝑐𝑐 )
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
−1
Con argomenti analoghi, si possono tracciare i diagrammi di Bode per il fattore 1 + 𝜏𝜏2 𝑗𝑗𝑗𝑗
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
2 1
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
4 𝜔𝜔𝑐𝑐
3
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Sommando i contributi dei vari termini, si ottiene il diagramma delle ampiezze del sistema
40 −20 dB/decade
0 −40
dB/decade
𝒅𝒅𝒅𝒅
−20 −60
dB/decade
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−40
−80
−100
Esempio
Sommando i contributi dei vari termini, si ottiene il diagramma delle fasi del sistema
−45° 0 °/decade
−180°
−225°
−270°
Esempio
In figura sono riportati i
diagrammi di Bode esatti
num=[2 200];
den=[1 11 10 0];
G=tf(num,den);
bode(G);
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Dal confronto tra i
diagrammi approssimati e i
diagrammi esatti si evince
che l’approssimazione per il
diagramma della ampiezze
da un errore praticamente
nullo mentre per il
diagramma delle fasi
l’errore è visibile ma
trascurabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Esercizio 1. Tracciare i diagrammi di Bode della seguente funzione:
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 2 2
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 20𝑠𝑠 + 101
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Esercizio 1. Tracciare i diagrammi di Bode della seguente funzione:
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 2 2
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 20𝑠𝑠 + 101
Soluzione 1.
Il sistema è caratterizzato da
Esempio
Per prima cosa occorre riscrivere la funzione 𝐺𝐺 𝑠𝑠 in forma di Bode:
1
2 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 1 + 𝑠𝑠 + 0.5𝑠𝑠 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 2 ≅ 0.02 2
101 𝑠𝑠 2 1 + 20 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 1 + 0.2𝑠𝑠 + 0.01𝑠𝑠 2
101 101
2𝛿𝛿1 1
1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁 1
= 𝐾𝐾𝐵𝐵
2𝛿𝛿2 1 2𝛿𝛿3 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2 1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁2 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁3 𝜔𝜔𝑁𝑁
2 3
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene la risposta in frequenza in forma di Bode:
2𝛿𝛿1 𝜔𝜔2
1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 0.5𝜔𝜔2 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁 1
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 0.02 = 𝐾𝐾𝐵𝐵
𝑗𝑗𝑗𝑗 2 1 + 0.2𝑗𝑗𝑗𝑗 − 0.01𝜔𝜔 2 𝑔𝑔 2𝛿𝛿2 𝜔𝜔
𝑗𝑗𝑗𝑗 1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2
𝜔𝜔𝑁𝑁2 𝜔𝜔𝑁𝑁
2
Esempio
Per una generica coppia di radici complesse e coniugate vale la seguente formula
Si possono quindi calcolare le pulsazioni naturali 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 , 𝜔𝜔𝑁𝑁2 e i fattori di smorzamento 𝛿𝛿1 , 𝛿𝛿2 dei
termini di secondo grado:
Esempio
Per tracciare i diagrammi di Bode, risulta comodo riportare le frequenze di taglio al di sotto dei
diagrammi: per convenzione con i cerchi si indicano gli zeri mentre con le croci (o stelle) si
indicano i poli.
−2 1,2
La frequenza di taglio per i due poli nell’origine 𝑗𝑗𝑗𝑗 è 𝜔𝜔𝑐𝑐 = 1 = 100
La frequenza di taglio per i due zeri complessi coniugati è la pulsazione naturale 𝜔𝜔𝑁𝑁1 =
1.41 ≅ 100
La frequenza di taglio per i due poli complessi coniugati è la pulsazione naturale 𝜔𝜔𝑁𝑁2 =
10.1 ≅ 101
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
I contributi ai diagrammi di Bode del guadagno 𝐾𝐾𝐵𝐵 = 0.02 > 0 sono
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
−2
I contributi ai diagrammi di Bode del fattore 𝑗𝑗𝑗𝑗 sono
−2
𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = −40 log10 𝜔𝜔
−1 −1
∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 + ∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −180°
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Il contributo al diagramma delle ampiezze dei due zeri complessi coniugati può esser
approssimato da una spezzata di ordinata 0 per 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑁𝑁1 e con pendenza 40 dB/decade per
𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁1
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Per approssimare il contributo al diagramma delle fasi dei due zeri complessi coniugati due
soluzioni sono possibili: tracciare un incremento di 180° in corrispondenza di 𝜔𝜔𝑁𝑁1 oppure tracciare
un segmento di pendenza 90° tra 0.1𝜔𝜔𝑁𝑁1 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 10𝜔𝜔𝑁𝑁1
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
I contributi ai diagrammi di Bode dei due poli complessi coniugati possono esser calcolati in
maniera analoga
40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
10−1 100 101 102 103
180°
90°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
0°
−90°
−180°
1,2
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Sommando i contributi dei vari termini, si ottiene il diagramma delle ampiezze del sistema
0 dB/decade
−20
−40
dB/decade
−40
𝒅𝒅𝒅𝒅
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−80
−100
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Sommando i contributi dei vari termini, si ottiene il diagramma delle fasi del sistema
(nell’approssimazione a gradino)
0°
0° +180°
−90° −180°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−180°
−270°
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Sommando i contributi dei vari termini, si ottiene il diagramma delle fasi del sistema
(nell’approssimazione a rampa)
0 °/decade
0° +90 °/decade
−180°
−270°
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
In figura sono riportati gli andamenti approssimati delle fasi del sistema secondo le due
approssimazioni viste
0 °/decade
0° +90 °/decade
−180°
−270°
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
In figura sono riportati i diagrammi di Bode esatti
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Per quanto riguarda le ampiezze si può osservare che l’errore dei diagrammi approssimati è
contenuto e costante per 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S1
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
Esempio
Per quanto riguarda le fasi, si può osservare che con l’approssimazione a gradino si commette un
errore significativo in corrispondenza delle pulsazioni naturali 𝜔𝜔𝑁𝑁1 , 𝜔𝜔𝑁𝑁2 mentre con
l’approssimazione a rampa (tratteggiato) l’errore è più contenuto.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S2
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio
Tracciare i diagrammi approssimati di Bode della seguente funzione:
20 1 + 10𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 2𝑠𝑠 1 + 0.2𝑠𝑠
Discutere l’errore di approssimazione e dare una stima qualitativa dei diagrammi reali.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 28/S3
Attività n°: DIAGRAMMI CARTESIANI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio
Si consideri la seguente funzione:
40𝑠𝑠 1 − 10𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 10𝑠𝑠 1 + 0.1𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠
Discutere l’errore di approssimazione e dare una stima qualitativa dei diagrammi reali.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
I diagrammi polari, o diagrammi di Nyquist, sono uno strumento per rappresentare la funzione
di trasferimento 𝐺𝐺 𝑠𝑠 di un sistema.
Mostrano come varia nel piano complesso di Gauss il numero complesso 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 al variare della
pulsazione 𝜔𝜔 nell’intervallo −∞; ∞
I diagrammi polari possono esser tracciati in modo approssimato oppure esatto con l’ausilio di un
calcolatore.
Diagrammi polari
I diagrammi polari consentono di rappresentare il comportamento di un sistema per 𝜔𝜔 ∈ −∞; ∞
Tracciare il diagramma per punti studiando il comportamento del numero complesso 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
nell’intorno di punti particolari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Forma polinomiale:
′
𝑠𝑠 𝑚𝑚 + 𝑏𝑏𝑚𝑚−1 𝑠𝑠 𝑚𝑚−1 + ⋯ + 𝑏𝑏1 𝑠𝑠 + 𝑏𝑏0
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
𝑠𝑠 𝑔𝑔 𝑠𝑠 𝑛𝑛−𝑔𝑔 + 𝑎𝑎𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 + ⋯ + 𝑎𝑎1 𝑠𝑠 + 𝑎𝑎0
Forma fattorizzata in zeri e poli:
𝑠𝑠 − 𝑧𝑧1 ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑚𝑚
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′
𝑠𝑠 𝑔𝑔 (𝑠𝑠 − 𝑝𝑝1 ) ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑛𝑛−𝑔𝑔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
2𝛿𝛿1̅ 1 2 2𝛿𝛿𝑚𝑚̅ 1
1 + 𝜏𝜏̅1 𝑠𝑠 ∙ ⋯ ∙ 1 + 𝜏𝜏̅𝑚𝑚1 1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 ∙ ⋯ ∙ 1 + 2
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔
�𝑁𝑁1 𝜔𝜔
�𝑁𝑁 𝜔𝜔
� 𝑁𝑁𝑚𝑚2 𝜔𝜔
�𝑁𝑁
1 𝑚𝑚2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
2𝛿𝛿1 1 2𝛿𝛿𝑛𝑛2 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 1 + 𝜏𝜏1 𝑠𝑠 ∙ ⋯ ∙ 1 + 𝜏𝜏𝑛𝑛1 𝑠𝑠 1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2 ∙ ⋯ ∙ 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁1 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑁𝑁
1 𝑛𝑛2
dove 𝑚𝑚1 , 𝑚𝑚2 e 𝑛𝑛1 , 𝑛𝑛2 sono il numero di zeri e poli reali e complessi coniugati.
Per quanto riguarda la forma fattorizzata in costanti di tempo, nel seguito si indicherà con 𝜏𝜏𝑧𝑧 e 𝜏𝜏𝑝𝑝 ,
rispettivamente, le costanti di tempo degli zeri e dei poli.
−1
In corrispondenza di poli reali si ha 𝜏𝜏𝑝𝑝𝑖𝑖 = 𝜏𝜏𝑖𝑖 , per poli complessi coniugati 𝜏𝜏𝑝𝑝𝑖𝑖,𝑖𝑖+1 = 2𝛿𝛿𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
In corrispondenza di poli zeri si ha 𝜏𝜏𝑧𝑧𝑖𝑖 = 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 , per poli complessi coniugati 𝜏𝜏𝑧𝑧𝑖𝑖,𝑖𝑖+1 = 2𝛿𝛿𝑖𝑖̅ 𝜔𝜔
�𝑁𝑁−1
𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝑚𝑚 𝑚𝑚
𝑏𝑏1 1
= −� = � 𝜏𝜏𝑧𝑧
𝑏𝑏⏟0 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
forma forma fattorizzata forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri in costanti di tempo
𝑛𝑛−𝑔𝑔 𝑛𝑛
𝑎𝑎1 1
= −� = − � 𝜏𝜏𝑝𝑝
𝑎𝑎
�0 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
forma forma fattorizzata forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝑏𝑏0
𝐾𝐾′
⏟ = 𝐾𝐾′
⏟ = 𝐾𝐾 ′
𝑎𝑎0
forma forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri forma fattorizzata
in costanti di tempo
𝑛𝑛 𝑛𝑛
1
𝑎𝑎𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 = − � 𝑝𝑝𝑖𝑖 = �
𝜏𝜏𝑝𝑝
Forma polinomiale 𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Forma fattorizzata Forma fattorizzata
in poli e zeri in costanti di tempo
𝑚𝑚 𝑚𝑚
𝑏𝑏𝑚𝑚−1 1
= − � 𝑧𝑧𝑖𝑖 = �
𝑏𝑏𝑚𝑚 𝜏𝜏𝑧𝑧
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Forma polinomiale Forma fattorizzata Forma fattorizzata
in poli e zeri in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzioni approssimanti
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Per tracciare i diagrammi polari è possibile studiare il comportamento nell’intervallo 𝜔𝜔 ∈ 0; ∞ per
𝜔𝜔 → 0+ e 𝜔𝜔 → ∞ e in particolare
Le funzioni che approssimano il comportamento per i valori limite della frequenza sono
Diagrammi polari
La funzione approssimante 𝑮𝑮𝟎𝟎 𝒔𝒔 si ottiene da 𝐺𝐺 𝑠𝑠 per 𝑠𝑠 → 0 ovvero trascurando in termini in
𝑠𝑠 lasciando solo gli integratori 𝑠𝑠 −𝑔𝑔 :
𝑏𝑏0 1
′ ′
∏𝑚𝑚
𝑖𝑖=1 −𝑧𝑧𝑖𝑖 1 1
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = lim 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ∙ 𝑔𝑔 = 𝐾𝐾 ∙ 𝑛𝑛 ∙ 𝑔𝑔 = 𝐾𝐾 ∙ 𝑔𝑔
𝑠𝑠→0 𝑎𝑎0 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖=1 −𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 𝑠𝑠
forma forma fattorizzata forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri in costanti di tempo
1
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = ± 𝑘𝑘 ∙
𝑠𝑠 𝑔𝑔
con 𝑘𝑘 generico guadagno. Data questa struttura, è facile calcolarne il modulo 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 e la fase
∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = 𝜙𝜙0 .
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Infatti si ha
Per il modulo:
𝑘𝑘 𝑘𝑘 𝑔𝑔 = 0
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = lim+ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = lim+ ⇒ �
𝜔𝜔→0 𝜔𝜔→0 𝜔𝜔 𝑔𝑔 ∞ 𝑔𝑔 ≥ 1
Per la fase:
𝑘𝑘 𝑔𝑔
𝜋𝜋
∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = ∠ 𝑔𝑔
= ∠𝑘𝑘 − ∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ∠𝑘𝑘 − 𝑔𝑔∠𝑗𝑗𝑗𝑗 = ∠𝑘𝑘 − 𝑔𝑔
𝑗𝑗𝜔𝜔 2
Se 𝑔𝑔 = 0 il diagramma parte dall’asse reale nel punto di ascissa 𝑘𝑘 con fase iniziale 𝜙𝜙0 = ∠𝑘𝑘
𝜋𝜋
Se 𝑔𝑔 ≥ 1 il diagramma parte dall’infinito con fase iniziale 𝜙𝜙0 = ∠𝑘𝑘 − 𝑔𝑔
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
La convenzione per il segno −270° +90° In senso orario gli
degli angoli è la seguente: angoli hanno segno
negativo (ritardo di
fase)
+180° −360°
−180° +360°
Im
Pertanto: In senso antiorario gli
𝑔𝑔 = 3 +270° −90° angoli hanno segno
𝑔𝑔 = 2 𝑘𝑘 > 0 positivo (anticipo di fase)
𝑘𝑘 > 0
Per capire se partire parallelamente ai semiassi, o in
Re
caso da quale lato, è necessario capire se il fattore
Diagrammi polari
Il ritardo o anticipo di fase del fattore approssimante 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 può essere stabilito in base al segno
del parametro Δ𝜙𝜙0 definito nel seguente modo:
𝑚𝑚 𝑛𝑛−𝑔𝑔 𝑚𝑚 𝑛𝑛
𝑏𝑏1 𝑎𝑎1 1 1
Δ𝜙𝜙0 = − = −� + � = � 𝜏𝜏𝑧𝑧 − � 𝜏𝜏𝑝𝑝
𝑏𝑏0 𝑎𝑎0 𝑧𝑧𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
forma forma fattorizzata forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
A titolo di esempio, si consideri la seguente funzione di trasferimento:
1 1
𝑠𝑠 2 + 8𝑠𝑠 − 20 𝑠𝑠 − 2 𝑠𝑠 + 10 1 − 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 4 = = −10 2 10
3 2 2
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 + 4𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 2 1
𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 1 + 𝑠𝑠
2
I parametri della forma
Polinomiale sono:
𝑏𝑏2 = 1, 𝑏𝑏1 = 8, 𝑏𝑏0 = −20, 𝑎𝑎3 = 3, 𝑎𝑎2 = 4, 𝑎𝑎1 = 4, 𝑎𝑎0 = 2
1 1 2𝛿𝛿
𝜏𝜏𝑧𝑧1 = − , 𝜏𝜏𝑧𝑧2 = , 𝜏𝜏𝑝𝑝1 = 0, , 𝜏𝜏𝑝𝑝2 = 1, 𝜏𝜏𝑝𝑝3,4 = =1
2 10 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Applicando la formula precedente si ha:
1 1
𝑠𝑠 2 + 8𝑠𝑠 − 20 𝑠𝑠 − 2 𝑠𝑠 + 10 1 − 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 4 = = −10 2 10
3 2 2
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 + 4𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 2 1
𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 1 + 𝑠𝑠
2
Forma fattorizzata in poli e zeri: (𝑧𝑧1 = 2, 𝑧𝑧2 = −10, , 𝑝𝑝1 = 0, 𝑝𝑝2 = −1, 𝑝𝑝3,4 = −1 ± 𝑗𝑗)
𝑚𝑚 𝑛𝑛−𝑔𝑔
1 1 1 1 1 1 2 𝟏𝟏𝟏𝟏
𝚫𝚫𝝓𝝓𝟎𝟎 = − � + � = − − + −1 − − =− −2=− < 𝟎𝟎
𝑧𝑧𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 2 10 1 − 𝑗𝑗 1 + 𝑗𝑗 5 𝟓𝟓
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
1 1 2𝛿𝛿
Forma fattorizzata in costanti di tempo: (𝜏𝜏𝑧𝑧1 = − , 𝜏𝜏𝑧𝑧2 = , 𝜏𝜏𝑝𝑝1 = 0, , 𝜏𝜏𝑝𝑝2 = 1, 𝜏𝜏𝑝𝑝3,4 =
2 10 𝜔𝜔𝑁𝑁
= 1)
𝑚𝑚 𝑛𝑛−𝑔𝑔
1 1 𝟏𝟏𝟏𝟏
𝚫𝚫𝝓𝝓𝟎𝟎 = � 𝜏𝜏𝑧𝑧𝑖𝑖 − � 𝜏𝜏𝑝𝑝𝑖𝑖 = − + − 1+1 = − < 𝟎𝟎
2 10 𝟓𝟓
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Essendo Δ𝜙𝜙0 < 0 si ha che il fattore approssimante 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 è in ritardo di fase e quindi
Im
1 𝐺𝐺0 𝑠𝑠
=∞ 𝐺𝐺0 𝑗𝑗0+
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −10 ∙ ⇒ � 𝜋𝜋 3 3
𝑠𝑠 ∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋 − 1 ∙ = − 𝜋𝜋 − 𝜋𝜋
2 2 2
Re
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
In generale si ha Im
𝛥𝛥𝜙𝜙0 = 0
Diagrammi polari
Per quanto riguarda il comportamento per 𝜔𝜔 → ∞ si può far riferimento alla funzione
approssimante 𝑮𝑮∞ 𝒔𝒔 definita nel seguente modo:
𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = lim 𝐺𝐺 𝑠𝑠
𝑠𝑠→∞
Per ottenere tale funzione si considerano, per ogni fattore, solo i termini in 𝑠𝑠 di grado maggiore:
1
∏𝑚𝑚 𝑚𝑚2
𝑖𝑖=1 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖=1
1
2
′
𝑠𝑠 𝑚𝑚 ′
𝑠𝑠 𝑚𝑚 𝑠𝑠 𝑚𝑚 𝜔𝜔
�𝑁𝑁 𝑖𝑖
1
𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 𝑔𝑔 𝑛𝑛−𝑔𝑔 = 𝐾𝐾 𝑔𝑔 𝑛𝑛−𝑔𝑔 = 𝐾𝐾 ∙ 𝑔𝑔 𝑛𝑛−𝑔𝑔 ∙ = ± 𝑘𝑘 𝑛𝑛−𝑚𝑚
𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑛𝑛2 1 𝑠𝑠
∏𝑛𝑛𝑖𝑖=1
1
𝜏𝜏𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖=1 2
Forma Forma fattorizzata 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
Polinomiale in zeri e poli
Forma fattorizzata
in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Data la struttura generica di 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 , con 𝑘𝑘 generica costante, è facile calcolarne il modulo e la
fase. Infatti si ha
Per il modulo:
𝑘𝑘 𝑘𝑘 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 = 0
𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = lim 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = lim ⇒ �
𝜔𝜔→∞ 𝜔𝜔→∞ 𝜔𝜔 𝑛𝑛−𝑚𝑚 0 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 ≥ 1
Per la fase:
𝑘𝑘 𝜋𝜋
∠𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = ∠ 𝑛𝑛−𝑚𝑚
= ∠𝑘𝑘 − 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚
𝑗𝑗𝑗𝑗 2
Diagrammi polari
Per quanto riguarda la fase del fattore approssimante 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 è importante osservare che la fase di
uno zero a parte reale positiva è negativa e viceversa per i poli
1 − 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 − 2𝑠𝑠 1 + 2𝑠𝑠
con 𝑧𝑧1 = 1, 𝑧𝑧2 = −1, 𝑝𝑝1 = 0, 𝑝𝑝2 = 0.5 e 𝑝𝑝3 = 0.5, la funzione approssimante 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 è
da cui
1 𝜋𝜋
∠𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = ∠ + ∠ −𝑗𝑗𝑗𝑗 + ∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 − ∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 − ∠ −𝑗𝑗𝑗𝑗 − ∠ 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −
4 2
𝑧𝑧=+1 𝑝𝑝=+0.5
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
In conclusione, indicando con
+ −
𝑝𝑝 e 𝑝𝑝 , rispettivamente, il numero di poli a parte reale positiva e minore o uguale a zero
+ −
𝑧𝑧 e 𝑧𝑧 , rispettivamente, il numero di poli a parte reale positiva e minore o uguale a zero
Diagrammi polari
Anche per la funzione approssimante 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 è opportuno determinare se la fase è in ritardo o in
anticipo
𝑚𝑚 𝑛𝑛 𝑛𝑛 𝑚𝑚
𝑏𝑏𝑚𝑚−1 1 1
Δ𝜙𝜙∞ = 𝑎𝑎𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 − = � 𝑧𝑧𝑖𝑖 − � 𝑝𝑝𝑖𝑖 = � −�
𝑏𝑏𝑚𝑚 𝜏𝜏𝑝𝑝 𝜏𝜏𝑧𝑧
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Forma polinomiale Forma fattorizzata Forma fattorizzata
in poli e zeri in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Si consideri la funzione
1
𝑠𝑠 − 2 𝑠𝑠 − 2 1 − 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 3 = =− 2
2
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 + 4𝑠𝑠 + 2 2
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 2 1
1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 1 + 𝑠𝑠
2
∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −1 ⇒ Δ𝜙𝜙0 < 0
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −1
1 ∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = ⇒ Δ𝜙𝜙∞ > 0
𝑠𝑠 2 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Pertanto il diagramma polare è il seguente:
Im
Il diagramma va
in questa
direzione perché
Δ𝜙𝜙0 < 0 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = 0
∠𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋 Re
𝜔𝜔 = ∞
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = 1 𝜔𝜔 = 0+
∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
Il diagramma va
in questa
direzione perché
Δ𝜙𝜙∞ < 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagrammi polari
Come si può osservare dal confronto con il diagramma reale, il diagramma polare ricavato è molto
simile a quello reale ossia ne descrive bene il comportamento da un punto di vista qualitativo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Diagrammi completi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Diagramma Im
polare per
𝜔𝜔 ∈ 0; ∞
𝜔𝜔 = 0+ 𝜔𝜔 ≅ −∞ Re
𝜔𝜔 = 0− 𝜔𝜔 ≅ +∞
Diagramma
polare per
𝜔𝜔 ∈ −∞; 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
′
𝑠𝑠 𝑚𝑚 + 𝑏𝑏𝑚𝑚−1 𝑠𝑠 𝑚𝑚−1 + ⋯ + 𝑏𝑏1 𝑠𝑠 + 𝑏𝑏0 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧1 ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑚𝑚
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 ′
𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑛𝑛−𝑔𝑔 + 𝑎𝑎𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−𝑔𝑔−1 + ⋯ + 𝑎𝑎1 𝑠𝑠 + 𝑎𝑎0 𝑠𝑠(𝑠𝑠 − 𝑝𝑝1 ) ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑛𝑛−𝑔𝑔
2𝛿𝛿𝑖𝑖̅ 1
1 + 𝜏𝜏̅1 𝑠𝑠 ∙ ⋯ ∙ 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2 ∙ ⋯
𝜔𝜔
�𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑁𝑁 𝑖𝑖
= 𝐾𝐾
2𝛿𝛿𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 1 + 𝜏𝜏1 𝑠𝑠 ∙ ⋯ ∙ 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2 ∙ ⋯
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Per questi sistemi, infatti, il diagramma polare presenta un asintoto che è sempre verticale la cui
ascissa 𝜎𝜎𝐴𝐴 è data dalla formula
𝑏𝑏0
𝜎𝜎𝐴𝐴 = 𝐾𝐾′Δ𝜙𝜙0 = 𝐾𝐾′Δ𝜙𝜙0 = 𝐾𝐾 ′ Δ𝜙𝜙0
𝑎𝑎0
forma forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri forma fattorizzata
in costanti di tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝜋𝜋
11 ∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = − 1 1 81
𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = ⇒ 2 Δ𝜙𝜙0 = −1− =− <0
2 𝑠𝑠 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 =∞ 5 100 100
Il punto di arrivo è
10 ∠𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 = ⇒ Δ𝜙𝜙∞ > 0
𝑠𝑠 2 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = 0
1 81
𝜎𝜎𝐴𝐴 = 𝐾𝐾 ′ Δ𝜙𝜙0 = − = −0.405
2 100
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝜔𝜔 = 0− Im
Diagramma
polare per
𝜔𝜔 ≅ −∞ Re
𝜔𝜔 ∈ −∞; 0 𝜎𝜎𝐴𝐴
Diagramma 𝜔𝜔 ≅ +∞
polare per
𝜔𝜔 ∈ 0; ∞
𝜙𝜙0
𝜔𝜔 = 0+ Δ𝜙𝜙0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Per convenzione si usa chiudere il diagramma tracciando una semi-circonferenza in senso orario
da 𝜔𝜔 = 0− a 𝜔𝜔 = 0+ come in figura 𝜔𝜔 = 0− Im
Diagramma
polare per
𝜔𝜔 ≅ −∞ Re
𝜔𝜔 ∈ −∞; 0 𝜎𝜎𝐴𝐴
Diagramma 𝜔𝜔 ≅ +∞
polare per
𝜔𝜔 ∈ 0; ∞
𝜔𝜔 = 0+
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Caso generale
La regola di chiusura all’infinito dei diagrammi polari può essere estesa al caso generale di sistemi
di tipo 𝑔𝑔: si tracciano 𝑔𝑔 semi-circonferenze da 𝜔𝜔 = 0− a 𝜔𝜔 = 0+ in senso orario
𝜔𝜔 = 0+
Re
𝜔𝜔 ≅ +∞
𝜔𝜔 ≅ −∞
𝜔𝜔 = 0−
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Per quanto riguarda la fase, è sufficiente osservare il comportamento del diagramma della fasi
Per quanto riguarda il modulo, si può osservare che valgono le seguenti relazioni
Per passare dal modulo in scala logaritmica al modulo espresso in scala lineare
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 20 log10 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗
Per passare dal modulo in scala lineare al modulo espresso in scala logaritmica
1
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 20
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 10
da cui
Nel diagramma di Bode delle ampiezze è presente una retta di inclinazione −20𝑔𝑔 dB/decade
passante per il punto di ordinata zero e ascissa 𝜔𝜔 = 1. In altre parole
𝜔𝜔 → −∞ ⇒ 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 =∞
Inoltre, se la differenza tra il grado del denominatore e del numeratore è maggiore o uguale a 1,
il diagramma di Bode delle ampiezze termina con pendenza negativa pari a −20 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚
dB/decade ossia
𝜔𝜔 → +∞ ⇒ 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = −∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
se 𝑛𝑛 > 𝑚𝑚
𝜔𝜔 → +∞ ⇒ 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =0
Questi risultati sono in perfetta armonia con le regole viste per il tracciamento dei diagrammi
polari
Pendenza
40 iniziale: −40
𝒅𝒅𝒅𝒅
20 dB/decade
0
𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−20
−40
Pendenza finale:
− 40 dB/decade
𝑖𝑖
Dato che la pendenza iniziale, per 𝜔𝜔 ≪ min 𝜔𝜔𝑐𝑐 , è negativa: 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 =∞
𝑖𝑖
Dato che la pendenza finale, per 𝜔𝜔 ≫ max 𝜔𝜔𝑐𝑐 , è negativa: 𝐺𝐺∞ 𝑠𝑠 =0
−180°
∠𝑮𝑮 𝒋𝒋𝒋𝒋
−270°
−360°
Infatti:
10 1 − 0.2𝑠𝑠
𝐺𝐺 =
𝑠𝑠 2 1 + 0.01𝑠𝑠 2
Re
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
∙ =∞
∠ ∙= 𝜋𝜋 ↑
Im
+
0
Re
𝜔𝜔 ≅ +∞
∙ =0
𝜋𝜋 ↓
∠ ∙=
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Im
+
0
𝜔𝜔 ≅ −∞ Re
𝜔𝜔 ≅ +∞
0−
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Per completezza, nel seguito si mostrerà una procedura più accurata e al tempo stesso più
onerosa da un punto di vista computazionale, che consente di ottenere diagrammi polari più
fedeli a quelli reali
Tale procedura consiste nel calcolare i punti di intersezione con gli assi reale e immaginario in
modo tale da catturare aumenti o decrementi locali di fase
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Esempi
3𝑠𝑠 + 2 −2𝑠𝑠 2 + 𝑠𝑠 − 4
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 3
3𝑠𝑠 3 + 9𝑠𝑠 2 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 1
𝜔𝜔2 2𝛿𝛿𝑧𝑧𝑗𝑗
… ∙ 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝜏𝜏𝑧𝑧𝑖𝑖 ∙ ⋯ ∙ 1− 2 + 𝑗𝑗 𝜔𝜔 ∙⋯
𝜔𝜔𝑛𝑛𝑧𝑧 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑧𝑧
𝑗𝑗 𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐾𝐾
𝜔𝜔 2 2𝛿𝛿𝑝𝑝𝑗𝑗
… ∙ 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝜏𝜏𝑝𝑝𝑖𝑖 ∙ ⋯ ∙ 1− + 𝑗𝑗 𝜔𝜔 ∙⋯
2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑝𝑝
𝑝𝑝 𝑗𝑗 𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Per determinare le intersezioni con l’asse reale è sufficiente trovare i valori che annullano la
parte immaginaria e sostituirli nella parte reale: i valori così ottenuti rappresentano i punti di
ordinata zero sull’asse reale per cui passa il diagramma polare
Per determinare le intersezioni con l’asse immaginario è sufficiente trovare i valori che
annullano la parte reale e sostituirli nella parte immaginaria: i valori così ottenuti
rappresentano i punti di ascissa zero sull’asse immaginario per cui passa il diagramma polare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝑠𝑠 + 𝛼𝛼 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽 𝑠𝑠 2 + 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝛼𝛼
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = =
𝑠𝑠 3 𝑠𝑠 + 𝛾𝛾 𝑠𝑠 4 + 𝛾𝛾𝑠𝑠 3
2
𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝛼𝛼𝛼𝛼 −𝜔𝜔2 + 𝑗𝑗 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 𝜔𝜔 + 𝛼𝛼𝛼𝛼 𝛼𝛼𝛼𝛼 − 𝜔𝜔2 + 𝑗𝑗 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 𝜔𝜔
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = = =
𝑗𝑗𝑗𝑗 4 + 𝛾𝛾 𝑗𝑗𝑗𝑗 3 𝜔𝜔 4 − 𝑗𝑗𝑗𝑗𝜔𝜔 3 𝜔𝜔 4 − 𝑗𝑗𝑗𝑗𝜔𝜔 3
Razionalizzando si ottiene
− Numeratore Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =0
− Denominatore Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =∞
Se non ci sono valori di 𝜔𝜔 tali da soddisfare queste equazioni allora non ci sono intersezioni con
l’asse reale. In caso contrario si sostituiscono i valori di 𝜔𝜔 trovati in Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 e si trovano le
ascisse dei punti di ordinata zero.
Per ottenere le intersezioni con l’asse immaginario si deve imporre Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 , ossia
− Numeratore Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =0
− Denominatore Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 =∞
Se non ci sono valori di 𝜔𝜔 tali da soddisfare queste equazioni allora non ci sono intersezioni con
l’asse reale. In caso contrario si sostituiscono i valori di 𝜔𝜔 trovati in Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 e si trovano le
ordinate dei punti di ascissa zero.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
𝑁𝑁Re 𝑁𝑁
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = + 𝑗𝑗 Im
𝐷𝐷Re 𝐷𝐷Im
3. Trovare le intersezioni con l’asse immaginario determinando i valori
1 𝑘𝑘
𝜔𝜔Re = 𝜔𝜔Re , … , 𝜔𝜔Re1
𝑖𝑖
Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔Re per 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑘𝑘1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 0 e calcolare
𝑖𝑖
Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔Im per 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑘𝑘2
𝑘𝑘1 e 𝑘𝑘2 rappresentano il numero di intersezioni del diagramma polare – per 𝜔𝜔 ∈ −∞; ∞ – con
l’asse immaginario e quello reale, rispettivamente
𝑖𝑖
se dal punto (3) si ottiene 𝜔𝜔Re = 𝑘𝑘 , necessariamente si deve ottenere un secondo valore uguale
𝑗𝑗
a 𝜔𝜔Re = − 𝑘𝑘 .
Noti i punti di attraversamento è possibile calcolare la fase facendo tendere 𝜔𝜔 ai valori trovati e
studiare la fase. In genere questo passaggio è trascurato in quanto le informazioni necessarie si
hanno già o sono intuitive.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 29/S3
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
A cosa servono i diagrammi polari?
Cosa descrivono e che effetto hanno sui diagrammi polari i parametri Δ𝜙𝜙0 e Δ𝜙𝜙∞ ?
In riferimento alle varie forme in cui può esser scritta la funzione di trasferimento 𝐺𝐺 𝑠𝑠 , quali sono
i parametri utili al fine di tracciare i diagrammi polari? Quali relazioni sussistono tra di essi?
Descrivere quali sono le condizioni per cui il diagramma polare parte dall’infinito o dall’asse dei
reali. Dimostrare tali affermazioni.
Quando accade che i diagrammi polari hanno un asintoto? Di che natura e come si calcola tale
asintoto?
Descrivere la procedura per il calcolo delle intersezioni dei diagrammi polari con gli assi reale e
immaginario.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esempio
Si consideri la funzione di trasferimento
1 1
8𝑠𝑠 2 + 8𝑠𝑠 + 120 8 𝑠𝑠 2 + 𝑠𝑠 + 15 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 3 ≅ ≅ 15 15
2
𝑠𝑠 + 9𝑠𝑠 + 15𝑠𝑠 + 120 2
𝑠𝑠 + 8.84 𝑠𝑠 + 0.16𝑠𝑠 + 13.58 1 + 0.11𝑠𝑠 1 + 0.01𝑠𝑠 + 0.07𝑠𝑠 2
lim 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 𝐺𝐺0 𝑠𝑠 = 1
𝑠𝑠→0
Pertanto, il diagramma polare parte dall’asse reale nel punto di ascissa 1 (𝜙𝜙0 = 0) e arriva
nell’origine con fase 𝜙𝜙∞ = −90°
Per determinare se le fasi 𝜙𝜙0 e 𝜙𝜙∞ sono in anticipo o in ritardo si calcolano i parametri
𝑏𝑏1 𝑎𝑎1 8 15 9
Δ𝜙𝜙0 = − = − =− <0 ⇒ il diagramma parte in ritardo di fase
𝑏𝑏0 𝑎𝑎0 120 120 120
𝑏𝑏𝑚𝑚−1
Δ𝜙𝜙∞ = 𝑎𝑎𝑛𝑛−ℎ−1 − = 9 − 1 = 8 > 0 ⇒ il diagramma termina in anticipo di fase
𝑏𝑏𝑚𝑚
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Im
𝜔𝜔 ≅ −∞ 𝜔𝜔 = 0− 1 Re
𝜔𝜔 ≅ +∞ 𝜔𝜔 = 0+
Δ𝜙𝜙∞ > 0
Δ𝜙𝜙0 < 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Razionalizzando si ottiene
1) Trovare i valori di 𝜔𝜔 per cui si annulla la parte immaginaria, ossia per cui
𝜔𝜔1 = 0
− 4 2
8𝜔𝜔 −𝜔𝜔 + 21𝜔𝜔 − 105 = 0 ⇒ 𝜔𝜔3,4 ≅ ±2.87
𝜔𝜔5,6 ≅ ±3.58
− 𝜔𝜔6 + 51𝜔𝜔4 − 1935𝜔𝜔2 + 14400 = ∞ ⇒ 𝜔𝜔2 = ∞
2) Sostituirli nella parte reale
Sostituendo 𝜔𝜔1 = 0 e 𝜔𝜔2 = ∞ si trova che il diagramma polare interseca l’asse dei reali
nei punti
Re[𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔1 = Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗0 =1
Re[𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔2 ) = Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗∞ =0
Ossia ritroviamo il fatto che per 𝜔𝜔 → 0 il diagramma parte dall’asse dei reali nel punto di
ascissa 1 mentre per 𝜔𝜔 → ∞ il diagramma termina nell’origine.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Sostituendo 𝜔𝜔3,4 ≅ ±2.87 si trova che il diagramma polare interseca l’asse dei reali nel
punto
Re[𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔2,3 = Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗0 ≅ 1.18
Sostituendo 𝜔𝜔5,6 ≅ ±3.58 si trova che il diagramma polare interseca l’asse dei reali nel
punto
Re[𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔5,6 = Re 𝐺𝐺 𝑗𝑗0 ≅ 3.62
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
1) Trovare i valori di 𝜔𝜔 per cui si annulla la parte reale, ossia per cui
Sostituendo 𝜔𝜔1 = ∞ si trova che il diagramma polare interseca l’asse immaginario nel
punto
Im[𝐺𝐺 𝑗𝑗𝜔𝜔1 ) = Im 𝐺𝐺 𝑗𝑗∞ =0
Esempio
In base ai calcoli effettuati, il diagramma polare della funzione in considerazione è il seguente:
Im
+2.066
𝜔𝜔 ≅ −∞ 1 1.18 3.62 Re
𝜔𝜔 ≅ +∞
−2.066
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esempio
Confrontando con i diagrammi polari reali, i diagrammi ottenuti tramite funzione approssimanti e
per punti si può apprezzare la maggiore accuratezza del secondo metodo
Im
Re
Im
Re
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esercizio
Si consideri il seguente sistema:
𝑠𝑠 + 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
3𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 0.1
Esercizio svolto
Esercizio. Si consideri il seguente sistema:
𝑠𝑠 + 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
3𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 0.1
Soluzione. La funzione in esame può esser riscritta nelle seguenti forme equivalenti:
1
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 2 1 + 𝑠𝑠
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 3 = 10 2
3𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 0.1 2
3𝑠𝑠 + 5.3𝑠𝑠 + 2.5𝑠𝑠 + 0.2 3
1 + 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 1 + 10𝑠𝑠
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
Per quanto riguarda i diagrammi di Bode:
1
Il contributo del fattore del primo ordine al numeratore 1 + 𝑠𝑠
2
Esercizio svolto
Per quanto riguarda i fattori del primo ordine al denominatore si ha
2
0 𝜔𝜔 ≤ 0° 𝜔𝜔 ≤ 0.07
3 3
1 + 𝑠𝑠 ⇒ 𝑑𝑑𝑑𝑑 = � ∠ = �−45 °/decade 0.07 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 7
2 2
−20 dB/decade 𝜔𝜔 > −90 °\decade 𝜔𝜔 ≥ 7
3
0° 𝜔𝜔 ≤ 0.1
0 𝜔𝜔 ≤ 1
1 + 𝑠𝑠 ⇒ 𝑑𝑑𝑑𝑑 = �−20 dB/decade 𝜔𝜔 > 1 ∠ = �−45 °/decade 0.1 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 10
−90 °\decade 𝜔𝜔 ≥ 10
0° 𝜔𝜔 ≤ 0.01
0 𝜔𝜔 ≤ 0.1
1 + 10𝑠𝑠 ⇒ 𝑑𝑑𝑑𝑑 =� ∠ = �−45 °/decade 0.01 ≤ 𝜔𝜔 ≤ 1
−20 dB/decade 𝜔𝜔 > 0.1
−90 °\decade 𝜔𝜔 ≥ 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
Sommando i vari contributi si ottengono i diagrammi di Bode
20𝑑𝑑𝑑𝑑
0𝑑𝑑𝑑𝑑
0°
−90°
−180°
1 2 3 4
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐 𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
Dai diagrammi di Bode segue che
20
+
Per 𝜔𝜔 → 0 il modulo vale 𝑀𝑀0 = 10 20 = 10 e la fase 𝜙𝜙0 = 0
𝜔𝜔 ≅ +∞ Re
𝜔𝜔 ≅ −∞ 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S1
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
Calcolo delle intersezioni
𝑠𝑠 + 2 2 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � =
3𝑠𝑠 3 + 5.3𝑠𝑠 2 + 2.5𝑠𝑠 + 0.2 𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗 0.2 − 5.3𝜔𝜔 2 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 2.5 − 3𝜔𝜔 2
Esercizio svolto
Calcolo delle intersezioni
𝑠𝑠 + 2 2 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐺𝐺 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � =
3𝑠𝑠 3 + 5.3𝑠𝑠 2 + 2.5𝑠𝑠 + 0.2 𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗 0.2 − 5.3𝜔𝜔 2 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 2.5 − 3𝜔𝜔 2
Esercizio svolto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S2
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio
Si consideri il seguente sistema:
1
−2 𝑠𝑠 2 − 𝑠𝑠 + 2
𝐺𝐺 𝑠𝑠 = 2
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 − 2
Unendo le informazioni ottenute nei punti precedenti, modificare (se necessario) i diagrammi
polari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 30/S3
Attività n°: DIAGRAMMI POLARI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio
Si consideri il seguente sistema:
(𝑠𝑠 − 1)
𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 101
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Filtri passa-basso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Se il segnale di uscita ha un’ampiezza maggiore del segnale in ingresso il filtro è detto attivo,
viceversa si parla di filtri passivi. Un filtro attivo amplifica il segnale in ingresso mentre un
filtro passivo lo attenua
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Banda del segnale l’intervallo di pulsazioni compreso tra la pulsazione minima 𝑘𝑘min 𝜔𝜔 e la
massima 𝑘𝑘max 𝜔𝜔
Se 𝑘𝑘max < ∞ , il segnale è detto a banda limitata con larghezza di banda
𝑘𝑘max − 𝑘𝑘min 𝜔𝜔
Se 𝑘𝑘max = ∞, il segnale è detto a banda illimitata
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Si definisce
Se 𝜔𝜔max < ∞, il segnale è detto a banda limitata con larghezza di banda 𝜔𝜔max
− 𝜔𝜔min
Filtri passa-basso
Un filtro passa-basso è un particolare sistema dinamico che lascia passare inalterate, o al più
amplificate di un fattore costante, solo le armoniche del segnale in ingresso caratterizzate da una
pulsazione 𝜔𝜔 inferiore o uguale ad un certo valore 𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔
�
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtri passa-basso
Un filtro passa-basso ideale è irrealizzabile: nella pratica si considerano filtri passa-basso sistemi
la cui risposta in frequenza 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 soddisfa le seguenti caratteristiche:
In genere, si usa definire filtro passa-basso un sistema la cui risposta in frequenza soddisfa le
relazioni
1 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
≤ ≤ 2 per 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔
� −3𝑑𝑑𝑑𝑑 ≤ ≤ 3𝑑𝑑𝑑𝑑 per 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔
�
2 𝐹𝐹 𝑗𝑗0 𝐹𝐹 𝑗𝑗0 𝑑𝑑𝑑𝑑
⇒
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
< per 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
� < −3𝑑𝑑𝑑𝑑 per 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 2 𝐹𝐹 𝑗𝑗0 𝑑𝑑𝑑𝑑
+3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗0
−3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-basso
realizzabile
𝜔𝜔
�
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtri passa-basso
� è detto banda passante del filtro
L’intervallo di frequenze 0; 𝜔𝜔
Dal diagramma di Bode risulta evidente che un filtro passa-basso è un sistema di tipo zero (i.e.
non ci sono né poli né zeri nell’origine)
La risposta in frequenza di un filtro passa-basso è stata caratterizzata solo in funzione del modulo
+3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗0
−3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-basso
realizzabile
𝜔𝜔
�
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro di Butterworth
Molte applicazioni richiedono l’utilizzo di filtri passa-basso per rimuovere le componenti ad alta
frequenza di un segnale
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝐵𝐵𝑛𝑛 𝑠𝑠
𝐵𝐵𝑛𝑛 𝑠𝑠 è un polinomio di grado 𝑛𝑛 che risulta univocamente identificato una volta specificati
I filtri di Butterworth sono caratterizzati da poli collocati sulla semicirconferenza sinistra di raggio
� centrata nell’origine
𝜔𝜔
Al crescere dell’ordine del filtro, l’azione filtrante è sempre più simile a quella di un filtro passa-
basso ideale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro di Butterworth
In tabella sono riportati i polinomi di un filtro di Butterworth di ordine 1,2,3 e 4 in cui si è usato la
variabile complessa normalizzata 𝑠𝑠̅ = 𝑠𝑠⁄𝜔𝜔
�
FILTRI DI BUTTERWORTH
2 𝑠𝑠̅ 2 + 1.414𝑠𝑠̅ + 1
Filtro di Butterworth
In figura sono riportati i diagrammi di Bode di un filtro di Butterworth al variare dell’ordine del
filtro
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro di Butterworth
Le caratteristiche di un filtro di Butterworth sono le seguenti:
Risulta identificato da due parametri: l’ordine del filtro e la frequenza di taglio (𝜔𝜔𝑐𝑐 )
Risposta in frequenza massimamente piatta (come si evince dal diagramma di Bode delle
ampiezze)
Filtro di Chebyschev
Il filtro di Butterworth ha una funzione guadagno che è monotona discendente sia in banda
passante che in quella proibita, quindi
Approssima bene il filtro ideale all’inizio della banda passante e alla fine di quella proibita
Approssima male quindi alla fine della banda passante e all’inizio di quella oscura.
Filtro di Chebyschev
Un filtro di Chebyshev è descritto dalla funzione di trasferimento
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝐶𝐶𝑛𝑛 𝑠𝑠
con 𝐶𝐶𝑁𝑁 𝜔𝜔 polinomio di Chebyshev di ordine 𝑛𝑛 . Il polinomio di Chebyshev può esser definito
ricorsivamente come
1 se 𝑁𝑁 = 0
𝐶𝐶𝑁𝑁 𝑠𝑠 = � 𝑠𝑠 se 𝑁𝑁 = 1
2𝑠𝑠𝐶𝐶𝑁𝑁−1 𝑠𝑠 − 𝐶𝐶𝑁𝑁−2 𝑠𝑠 se 𝑁𝑁 > 1
In tabella sono riportati i polinomi di un filtro di Chebyshev FILTRI DI CHEBYSHEV
di ordine 0,1,2,3,4 e 5 0 1
1 𝑠𝑠
2 2𝑠𝑠 2 − 1
3 4𝑠𝑠 3 − 3𝑠𝑠
4 8𝑠𝑠 4 − 8𝑠𝑠 2 + 1
5 16𝑠𝑠 5 − 20𝑠𝑠 3 + 5𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro di Chebyschev
In figura è rappresentato l’andamento del modulo della risposta in frequenza di un filtro di
Chebyshev al variare dell’ordine del polinomio a denominatore
N =8
N =2
N =1
1 2 3 4 ω
ωc
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
In altre parole, l’approssimazione a poli dominanti consente di conservare la parte più lenta
della dinamica del sistema
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Filtri passa-alto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtri passa-alto
Un filtro passa-alto è un particolare sistema dinamico che lascia passare inalterate, o al più
amplificandole di un fattore costante, solo le armoniche del segnale in ingresso caratterizzate da
una pulsazione 𝜔𝜔 superiore o uguale ad un certo valore 𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗0
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔
�
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtri passa-alto
Anche in questo caso, dato che Un filtro passa-alto ideale è irrealizzabile, si considerano come
filtri passa-alto sistemi la cui risposta in frequenza approssima il comportamento ideale e, in
� e quasi
particolare, sistemi per cui il diagramma di Bode delle ampiezze sia crescente per 𝜔𝜔 < 𝜔𝜔
costante per alte frequenze (𝜔𝜔 ≥ 𝜔𝜔
�)
In genere, si usa definire filtro passa-basso un sistema la cui risposta in frequenza soddisfa le
relazioni
1 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
≤ ≤ 2 per 𝜔𝜔 ≥ 𝜔𝜔
� −3𝑑𝑑𝑑𝑑 ≤ ≤ 3𝑑𝑑𝑑𝑑 per 𝜔𝜔 ≥ 𝜔𝜔
�
2 𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ 𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ 𝑑𝑑𝑑𝑑
⇒
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
< per 𝜔𝜔 < 𝜔𝜔
� < −3𝑑𝑑𝑑𝑑 per 𝜔𝜔 < 𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ 2 𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-alto
𝜔𝜔
� realizzabile
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtri passa-alto
La banda passante di un filtro passa-alto è definita dall’intervallo 𝜔𝜔
�; +∞ i.e. un filtro passa-
alto ha banda illimitata ossia lascia passare quasi inalterate le armoniche con pulsazione 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
�
mentre blocca le armoniche con pulsazione 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔
�
Si può osservare che un filtro passa-alto deve essere necessariamente un sistema non
strettamente proprio in quanto 𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ ≠ 0 per definizione
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞ + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗∞
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-alto
𝜔𝜔
� realizzabile
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Esempio
Si consideri un sistema descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
con 𝜏𝜏 > 0. I diagrammi di Bode, per 𝐾𝐾 ′ = 1 e al variare di 𝜏𝜏, della risposta in frequenza 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 sono
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro passa-banda
Un filtro passa-banda ideale lascia passare tutte e sole le armoniche la cui pulsazione è in un
dato intervallo 𝜔𝜔1 ; 𝜔𝜔2
Le armoniche con pulsazione al di fuori della banda passante, definita dall’intervallo 𝜔𝜔1 ; 𝜔𝜔2 ,
vengono invece filtrate
Al contrario del filtro passa-banda, un filtro arresta-banda lascia passare le armoniche le cui
pulsazioni sono al di fuori di un dato intervallo 𝜔𝜔1 ; 𝜔𝜔2
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗0
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-banda
𝜔𝜔1 𝜔𝜔2 realizzabile
𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 31/S1
Attività n°: AZIONE FILTRANTE DEI SISTEMI DINAMICI
1
Filtro a spillo
Un particolare tipo di filtro arresta-banda (o elimina banda), è il filtro a spillo (in inglese notch-
filter)
dove 𝜔𝜔
� è un valore dato
Questo particolare tipo di filtri viene utilizzato per amplificare il segnale rimuovendo al tempo
�) non volute
stesso armoniche (di pulsazione 𝜔𝜔
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗0
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-banda
𝜔𝜔
� realizzabile
𝜔𝜔
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 31/S2
Titolo: Azione Filtrante Dei Sistemi Dinamici
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
Domande aperte
Cos’è la risposta in frequenza di un sistema?
Si consideri un generico sistema SISO LTI. Mostrare come sia possibile, attraverso un’opportuna
scelta dello stato iniziale, ottenere un andamento dell’uscita a regime esponenziale in presenza di
un segnale di ingresso esponenziale.
Si consideri un sistema SISO LTI descritto nello spazio di stato asintoticamente stabile. Dimostrare
che la risposta a regime in corrispondenza di un segnale sinusoidale ha anch’essa un andamento
sinusoidale.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Elencare le caratteristiche di un filtro di Butterworth
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Analisi in frequenza
In questo nucleo tematico è stato introdotto il concetto di risposta in frequenza la cui analisi
risulta molto utile nello studio dei sistemi dinamici
L’analisi in frequenza è basata sulla rappresentazione dei segnali nel dominio della frequenza
invece che nel dominio del tempo e può essere condotta in presenza di particolari classi di
ingressi:
tutte quelle funzioni che possono essere espresse come combinazione lineare di componenti
sinusoidali
Serie di Fourier
Vista la rilevanza del problema, abbiamo affrontato il problema di come sviluppare una funzione 𝑓𝑓
come serie trigonometrica i.e.
∞
In altre parole il problema è quello di verificare se è possibile associare alla funzione 𝑓𝑓 una
serie trigonometrica – caratterizzata dai coefficienti 𝑎𝑎𝑘𝑘 e 𝑏𝑏𝑘𝑘 – che converga ad 𝑓𝑓
Quando i coefficienti 𝑎𝑎0 , 𝑎𝑎𝑘𝑘 , 𝑏𝑏𝑘𝑘 assumono una particolare forma, una generica serie
trigonometrica 𝑓𝑓𝑁𝑁 𝑡𝑡 è detta serie di Fourier.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Serie di Fourier
La serie di Fourier in forma esponenziale è
∞ ∞
𝑠𝑠𝑓𝑓 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 + � 𝐹𝐹𝑘𝑘 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹0 + 2 � 𝐹𝐹𝑘𝑘 cos 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘𝑘 + arg 𝐹𝐹𝑘𝑘
𝑘𝑘=1 𝑘𝑘=1
Serie di Fourier
Si usa dire che sviluppare un in serie di Fourier un segnale equivale a effettuarne una analisi
armonica (i.e. rappresentare il segnale nel dominio della frequenza)
È possibile dimostrare che la struttura del polinomio trigonometrico che meglio approssima
la funzione 𝑓𝑓 rispetto all’errore quadratico medio è definito dai cosiddetti coefficienti di
Fourier della funzione 𝑓𝑓
Trasformata di Fourier
Si consideri una funzione 𝑓𝑓: ℝ → ℂ di variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ , se la funzione complessa della
variabile reale 𝜔𝜔
∞
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
−∞
Gli spettri di ampiezza e di fase sono continui nel senso che sono funzioni della variabile
reale 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Antitrasformata di Fourier
L’operazione definita come il procedimento inverso rispetto alla trasformata di Fourier è detta
antitrasformata di Fourier
1 ∞
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −∞
Tale operazione può essere effettuata nei punti in cui 𝑓𝑓 è continua e derivabile
Lo spettro di una funzione 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 costituisce quindi una rappresentazione alternativa di una
data funzione o, in altre parole, la trasformata di Fourier consente di mettere in relazione
biunivoca una funzione 𝑓𝑓 e il suo spettro 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
È importante osservare che due funzioni si devono considerare uguali anche nel caso in cui
differiscono in un numero infinito di punti, purché isolati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Trasformata di Fourier
Quando la funzione trasformanda è reale ossia quando 𝑓𝑓: ℝ → ℝ si ha che
𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗
1 ∞ 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 0
Per definire completamente lo spettro sono quindi sufficienti i singoli valori di 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 per
𝜔𝜔 ≥ 0
Nota: da qui in avanti, a meno che non sia esplicitamente dichiarato, si assumerà che la funzione
trasformanda sia reale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Si consideri una funzione 𝑓𝑓: ℝ → ℂ di variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ : quando esiste, la funzione
complessa della variabile 𝑠𝑠 definita come segue è detta trasformata di Laplace della funzione
𝑓𝑓 𝑡𝑡
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
Come noto, la trasformata di Laplace richiede che la funzione sia definita almeno per 𝑡𝑡 ≥ 0.
Dato che i valori di 𝑓𝑓 𝑡𝑡 per 𝑡𝑡 < 0 non concorrono nel calcolo della trasformata spesso si
assume 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = 0 per 𝑡𝑡 < 0.
Risulta evidente che i due strumenti matematici descritti sono molto simili.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
ℱ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 �
𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗
Nota: la trasformata di Fourier 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 è stata descritta come funzione dell’unità immaginaria 𝑗𝑗 e
della variabile reale 𝜔𝜔
In realtà, la trasformata di Fourier è funzione solo della frequenza 𝜔𝜔: questa notazione è
stata adottata proprio per sottolineare la relazione appena vista
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
La trasformata di Laplace può sembrare più potente in quanto applicabile a una più ampia
gamma di segnali. Questo, in realtà, non è vero:
La trasformata di Fourier consente di trattare segnali non nulli per 𝑡𝑡 < 0 (anche se è
possibile estendere la trasformata di Laplace per considerare anche questo caso)
La trasformata di Fourier può essere usate per scomporre una vasta gamma di segnali
come somma infinita di armoniche: questo aspetto è particolarmente utile in molte
applicazioni
In virtù di queste considerazioni, non ha senso discutere quali delle due trasformate sia più utile:
vanno considerate come due strumenti matematici complementari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Risposta in frequenza
Avendo introdotto il concetto di risposta armonica di un sistema, è possibile fornire un ulteriore
strumento di analisi rispetto ai metodi introdotti per l’analisi di sistemi nel dominio del tempo e
nel dominio della variabile complessa 𝑠𝑠
Di stessa pulsazione 𝜔𝜔
Questo risultato è indipendente dalle condizioni iniziali in quanto il movimento libero, data
l’assunzione di asintotica stabilità, si esaurisce con il tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Ne segue che il modulo 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 e la fase arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 della funzione di trasferimento del
sistema sono sufficienti per calcolare, al variare della pulsazione 𝜔𝜔, la risposta asintotica del
sistema in presenza di ingressi sinusoidali
Chiaramente la velocità con cui si esaurisce il transitorio dipende dalla dinamica propria del
sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Risposta in frequenza
Dato il sistema
Per la risposta in frequenza vale quindi la seguente proprietà: 𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹� 𝑗𝑗𝑗𝑗
La risposta in frequenza è stata definita per sistemi SISO di grado finito ma tale definizione può
essere estesa a sistemi MIMO a dimensione infinita, purché LTI
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Diagrammi cartesiani
I diagrammi di Bode, o diagrammi cartesiani, consentono di rappresentare la risposta in
frequenza 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗 arg ∠𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
e si compongono di due diagrammi:
Il diagramma delle fasi che descrive il comportamento della fase arg 𝐹𝐹 𝜔𝜔 = ∠𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 in
funzione della pulsazione 𝜔𝜔
Per convenienza, i diagrammi di Bode sono tracciati seguendo una scala logaritmica: tipicamente
per il modulo si usano i decibel (dB) mentre la pulsazione è riportata su una scala logaritmica in
base 10Uno dei vantaggi dell’utilizzo di una scala logaritmica è che l’evoluzione della risposta
armonica si ottiene come la somma delle evoluzioni dei fattori.
Diagrammi di Bode
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene la forma di Bode della risposta in frequenza:
𝛿𝛿̅ 𝜔𝜔2
± 𝐾𝐾𝐵𝐵 ∏𝑖𝑖 1 ± 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝐹𝐹𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝛿𝛿 𝜔𝜔 2
𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 ± 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∏𝑖𝑖 1 + 2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖
Tale forma è utile in quanto evidenzia come la risposta in frequenza sia data dal prodotto di
elementi la cui struttura ricade in una delle seguenti categorie:
Fattore costante
Proprietà
I diagrammi di Bode godono delle seguenti proprietà:
±1
∓ 𝑔𝑔 ±1
𝛿𝛿̅ 𝜔𝜔2
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ± 𝐾𝐾𝐵𝐵 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1 ± 𝜏𝜏̅𝑖𝑖 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ � 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∓ 2
𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔
�𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑖𝑖 𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Fattore costante
Fattore costante
Il contributo del fattore costante al diagramma dei moduli è una retta orizzontale la cui
ordinata è data da: 20 log ± 𝐾𝐾𝐵𝐵 = 20 log10 𝐾𝐾𝐵𝐵
Il contributo del fattore costante al diagramma delle fasi dipende dal segno:
Integratore
Per sistemi di tipo 𝑔𝑔, il diagramma dei moduli è una retta con pendenza −𝑔𝑔 ∙ 20 dB/decade
passante per 𝜔𝜔 =1 mentre il diagramma delle fasi è una retta orizzontale di ordinata
− 𝑔𝑔 ∙ 90°
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≤ 1
≅ � −3𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔𝜔𝜔 = 1 ≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 −20 log10 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔𝜔𝜔 > 1
𝑑𝑑𝑑𝑑 −20 log10 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
Il contributo al diagramma delle fasi è
1 0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≪ 1
0 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≤ 1
∠ ≅ �−45° 𝜔𝜔𝜔𝜔 = 1 ≅ �
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏𝜏 −90° 𝜔𝜔𝜔𝜔 > 1
−90° 𝜔𝜔𝜔𝜔 ≫ 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
0𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔 ≪ 𝜔𝜔𝑁𝑁
2 −1 0𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝛿𝛿 𝜔𝜔 −20 log10 2𝛿𝛿 𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2 ≅ � ≅ � dB
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁 dB −40 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁
−40 𝜔𝜔 ≫ 𝜔𝜔𝑁𝑁 decade
decade
Il modulo di un fattore del secondo ordine è
−1 0° 𝜔𝜔 ≪ 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝛿𝛿 𝜔𝜔2 0° 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝑁𝑁
∠ 1+2 𝑗𝑗𝑗𝑗 − ≅ � −90° 𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 ≅ �
𝜔𝜔𝑁𝑁 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 −180° 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝑁𝑁
−180° 𝜔𝜔 ≫ 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
10𝑑𝑑𝑑𝑑
0𝑑𝑑𝑑𝑑
−10𝑑𝑑𝑑𝑑
𝛿𝛿 = 0.1
−20𝑑𝑑𝑑𝑑 𝛿𝛿 = 0.9
−30𝑑𝑑𝑑𝑑
Le ascisse rappresentano
la frequenza normalizzata
−40𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔
10−1 100 101 𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
1 1
= −𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 , ∠ = −∠𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗 , ∠𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −∠𝐹𝐹 −𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Errori di approssimazione
È stato mostrato come sia possibile tracciare velocemente i diagrammi di Bode in modo
approssimato è quindi naturale chiedersi quale sia l’errore massimo commesso usando tali
approssimazioni
Per quanto riguarda il fattore costante e il fattore integratore/derivatore non sono state fatte
approssimazioni: i diagrammi delle ampiezze e delle fasi reali sono composti da rette.
L’errore di approssimazione che si commette dipende dal valore della parte reale in
relazione a quello della parte immaginaria.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Diagrammi polari
I diagrammi polari, o diagrammi di Nyquist, sono uno strumento per rappresentare la funzione
di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 di un sistema.
Mostrano come varia nel piano complesso di Gauss il numero complesso 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 al variare
della pulsazione 𝜔𝜔 nell’intervallo −∞; ∞
I diagrammi polari possono esser tracciati in modo approssimato oppure esatto con l’ausilio
di un calcolatore.
Diagrammi polari
Per tracciare i diagrammi polari si calcolano le funzioni approssimanti
1
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ± 𝑘𝑘 ∙
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑔𝑔
Se 𝑔𝑔 = 0 il diagramma parte dall’asse reale nel punto di ascissa 𝑘𝑘 con fase iniziale
𝜋𝜋
𝜙𝜙0 = ∠𝑘𝑘, se 𝑔𝑔 ≥ 1 il diagramma parte dall’infinito con fase iniziale 𝜙𝜙0 = ∠𝑘𝑘 − 𝑔𝑔
2
1
𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ± 𝑘𝑘
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠 𝑛𝑛−𝑚𝑚
Se 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 = 0, ovvero se il grado del denominatore e del numeratore sono uguali,
il diagramma termina termina sull’asse reale con fase finale 𝜙𝜙∞ = ∠𝑘𝑘, se 𝑛𝑛 > 𝑚𝑚 il
diagramma termina nell’origine con fase
𝜋𝜋 (+) − (+) (−)
finale∠𝑘𝑘 + 𝑝𝑝 − 𝑝𝑝 − 𝑧𝑧 − 𝑧𝑧
2
Si calcolano i parametri Δ𝜙𝜙0 e Δ𝜙𝜙∞ per determinare se le fasi delle funzioni approssimanti
sono in anticipo o ritardo
Il comportamento nel piano di Gauss può quindi essere ottenuto in modo approssimato
unendo il punto iniziale ( 𝜔𝜔 = 0+ ) e il punto finale ( 𝜔𝜔 = +∞ ) e poi tracciando il
comportamento per 𝜔𝜔 ∈ −∞; 0 per simmetria con l’asse reale oppure è possibile calcolare
le intersezioni con gli assi per ottenere un grafico più rappresentativo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
Per questi sistemi, infatti, il diagramma polare presenta un asintoto che è sempre verticale la
cui ascissa 𝜎𝜎𝐴𝐴 , il cui segno deve essere coerente con Δ𝜙𝜙0 , è data dalla formula
𝜔𝜔 = 0− Im
𝜎𝜎𝐴𝐴 = 𝐾𝐾′Δ𝜙𝜙0 = 𝐾𝐾′Δ𝜙𝜙0
forma forma fattorizzata
polinomiale in poli e zeri
=
𝑏𝑏0
𝐾𝐾 ′ Δ𝜙𝜙0
Diagramma
𝑎𝑎0 polare per
forma fattorizzata 𝜔𝜔 ≅ −∞ Re
𝜔𝜔 ∈ −∞; 0 𝜎𝜎𝐴𝐴
in costanti di tempo
Diagramma 𝜔𝜔 ≅ +∞
Per convenzione si usa polare per
chiudere il diagramma 𝜔𝜔 ∈ 0; ∞
tracciando una semi-
circonferenza in senso orario
da 𝜔𝜔 = 0− a 𝜔𝜔 = 0+ come in
figura 𝜔𝜔 = 0+
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 32/S2
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (4)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 32).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA ZETA
Definizione e proprietà
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Segnali discreti
Un sistema LTI discreto è un sistema lineare stazionario che ha in ingresso un segnale discreto
I segnali discreti non sono funzione della variabile continua 𝑡 ma, bensì, sono definiti per un
insieme di valori di 𝑡. In altre parole, un segnale discreto è una sequenza di valori definiti per
valori discreti della variabile indipendente 𝑡
Nell’analisi dei sistemi LTI a tempo discreto, è utile definire i segnali canonici discreti:
1
0 , 𝑘<0
sca 𝑘 = 𝑘
1 , 𝑘≥0 −2 −1 1 2
ram 𝑘
Segnale rampa 3
2
0 , 𝑘<0
ram 𝑘 = 1
𝑘 , 𝑘≥0
𝑘
−1 1 2 3
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Segnali discreti
Nell’analisi dei sistemi LTI a tempo discreto, è utile definire i segnali canonici discreti:
par 𝑘
Segnale parabola 3
2
0 , 𝑘<0 1
par 𝑘 = 𝑘 𝑘 − 1 𝑘
, 𝑘≥0 −1 1 2 3
2
imp 𝑘
Segnale impulso
1
0 , 𝑘≠0 𝑘
imp 𝑘 = −2 −1 1 2
1 , 𝑘=0
Trasformata Zeta
Definizione della trasformata zeta di un segnale discreto: Si consideri
𝑧 = 𝜌𝑒
𝛽
Una funzione complessa 𝑓 della variabile intera 𝑘 (𝑓: ℝ → ℂ) 𝜌
Una variabile complessa 𝑧 = 𝜌𝑒 𝜃
𝛼
La funzione
𝐹 𝑧 = 𝑓 𝑘 𝑧
La funzione trasformanda 𝑓 𝑘 deve essere definita almeno per 𝑘 ≥ 0: se fosse definita anche per
𝑘 < 0 i corrispondenti valori non contribuirebbero al calcolo della trasformata 𝑍
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Trasformata Zeta
La condizione di esistenza della trasformata 𝑍 si traduce nel richiedere che la serie
𝑓 𝑘 𝑧
Si supponga che la serie converga per qualche valore di 𝑧 e che 𝜌̅ sia l’estremo inferiore dei
moduli di tali valori di 𝑧
Nel seguito, la convergenza della serie non verrà discussa e si assumerà che esistano tutte le
trasformate oggetto di studio
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Trasformate razionali
Si consideri la trasformata razionale
𝑁 𝑧
𝐹 𝑧 =
𝐷 𝑧
Analogamente a quanto già affermato, i valori di 𝑧 per cui si ha 𝑁 𝑧 = 0 sono detti zeri mentre i
valori per cui 𝐷 𝑧 = 0 sono detti poli
1
𝑓 𝑘 = 𝐹 𝑧 𝑧 𝑑𝑧
2𝜋𝑗
È quindi possibile affermare che esiste una corrispondenza biunivoca tra una funzione del
tempo trasformabile 𝑓 𝑘 e la sua trasformata di variabile complessa 𝐹 𝑧
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempi
0 , 𝑘≠0
Si consideri la funzione imp 𝑘 = . La trasformata 𝑍 di tale segnale è
1 , 𝑘=0
𝐹 𝑧 = imp 𝑖 𝑧 =⏟ imp 0 𝑧 = 1
per 𝑘
imp
0 , 𝑘<0
Si consideri la funzione sca 𝑘 = . La trasformata 𝑍 di tale segnale è
1 , 𝑘≥0
1 1 𝑧
𝐹 𝑧 = sca 𝑖 𝑧 = 𝑧 = =
⏟ =
𝑧 1 𝑧−1
∀ : 1−
𝑧
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Proprietà
La trasformata 𝑍 gode di molte proprietà
𝑓 0 = lim 𝐹 𝑧
→
lim 𝑓 𝑘 = lim 𝑧 − 1 𝐹 𝑧
→ →
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Proprietà
La trasformata 𝑍 gode di molte proprietà
RITARDO: ritardare nel dominio della variabile complessa consiste nel dividere per 𝑧 la
trasformata 𝑍 del segnale di partenza. Si consideri la funzione 𝑓 𝑘 = 𝑓 𝑘 − 1 , assumendo
𝑓 𝑘 nulla per 𝑘 < 0, è facile verificare che
1
𝒵𝑓 𝑘 =𝒵 𝑓 𝑘−1 = 𝐹 𝑧
𝑧
ANTICIPO: anticipare nel dominio della variabile complessa consiste nel moltiplicare per 𝑧
la trasformata 𝑍 del segnale di partenza. Si consideri la funzione 𝑓 𝑘 = 𝑓 𝑘 + 1 , è facile
verificare che
𝒵𝑓 𝑘 =𝒵 𝑓 𝑘+1 = 𝑧𝐹 𝑧 − 𝑧 𝑓 0
Generalizzando al caso 𝑓 𝑘 = 𝑓 𝑘 + 𝑚 con 𝑚 > 1 si può dimostrare che
𝒵𝑓 𝑘 =𝒵 𝑓 𝑘+1 =𝑧 𝐹 𝑧 −𝑧 𝑓 𝑘 𝑧
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Proprietà
La trasformata 𝑍 gode di molte proprietà
𝑑𝐹 𝑧
𝒵 𝑘𝑓 𝑘 = −𝑧
𝑑𝑧
CONVOLUZIONE NEL DOMINIO DEL TEMPO. Una proprietà molto utile è rappresentata
dal fatto che la trasformata di un prodotto di convoluzione è dato dal prodotto delle
trasformate dei singoli segnali. Si considerino due segnali 𝑓 𝑘 e 𝑓 𝑘 , se per 𝑘 < 0 sono
entrambi nulli allora si ha che
𝒵 𝑓 𝑘 ∗𝑓 𝑘 =𝐹 𝑧 𝐹 𝑧
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Trasformate notevoli
Nel seguito si riportano alcune utili trasformate 𝑍
𝒇 𝒌 𝑭 𝒛 𝒇 𝒌 𝑭 𝒛
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA ZETA
Sviluppo di Heaviside
Come già osservato, l’operazione inversa della trasformata 𝑍 può esser calcolata usando la
formula
1
𝑓 𝑘 = 𝐹 𝑧 𝑧 𝑑𝑧
2𝜋𝑗
I poli e gli zeri possono essere reali oppure coppie di complessi coniugati
Sviluppo di Heaviside 𝒇 𝒌 𝑭 𝒛
Sca 𝑘 𝑧
Nel seguito si assumerà che la trasformata 𝐹 𝑧 𝑧−1
abbia tutti poli distinti e diversi da zero. Nello Ram 𝑘 𝑧
sviluppo della trasformata possono essere adottate 𝑧−1
due strade: 𝑧
Par 𝑘
𝑧−1
Considerare la funzione 𝐹 𝑧 e sviluppare la 𝑧
𝑎 sca 𝑘
trasformata in termini del tipo
𝑧−𝑎
𝑅 1 𝑧
𝐹 𝑧 = = 𝑅 𝑎 ram 𝑘 𝑎𝑧
𝑧+𝑝 𝑧 𝑧+𝑝
𝑧−𝑎
L’anti-trasformata può quindi esser calcolata
sin 𝜃𝑘 sca 𝑘 𝑧 sin 𝜃
sfruttando la proprietà del ritardo:
𝑧 𝑧 − 2 cos 𝜃 𝑧 + 1
𝑓 𝑘−1 =𝒵 𝑅
𝑧+𝑝 cos 𝜃𝑘 sca 𝑘 𝑧 𝑧 − cos 𝜃
Come si può osservare dalla tabella a destra, 𝑧 − 2 cos 𝜃 𝑧 + 1
tutte le trasformate hanno un fattore 𝑧 al 𝜌 sin 𝜃𝑘 sca 𝑘 𝑧𝜌 sin 𝜃
numeratore. È quindi possibile considerare 𝑧 − 2 𝜌cos 𝜃 𝑧 + 𝜌
direttamente la funzione invece di 𝐹 𝑧
𝜌 cos 𝜃𝑘 sca 𝑘 𝑧 𝑧 − 𝜌 cos 𝜃
𝑧 − 2𝜌 cos 𝜃 𝑧 + 𝜌
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Sviluppo di Heaviside
In riferimento al secondo metodo, si considera la funzione
𝐹 𝑧 𝑁 𝑧 𝑁 𝑧 𝑅
= = =
𝑧 𝑧𝐷 𝑧 𝑧∏ 𝑧−𝑝 𝑧−𝑝
Valutando in 𝑧 = 𝑝 si ha
𝐹 𝑧
𝑅 = 𝑧−𝑝
𝑧
I termini 𝑅 così ottenuti sono quindi i residui della funzione 𝐹 𝑧 𝑧 associati ai poli 𝑝
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Sviluppo di Heaviside
Una volta calcolati i residui, si può osservare che
𝐹 𝑧 𝑅 𝑧
= ⇒ 𝐹 𝑧 = 𝑅
𝑧 𝑧−𝑝 𝑧−𝑝
È possibile scrivere
𝑧 𝑧 𝑧
𝑓 𝑘 =𝒵 𝐹 𝑧 =𝒵 𝑅 =𝒵 𝑅 +𝑅 + ⋯+ 𝑅
𝑧−𝑝 𝑧−𝑝 𝑧−𝑝
𝑧 𝑧
=𝒵 𝑅 +𝒵 𝑅 + ⋯+ 𝒵 𝑅 = 𝑅 imp 𝑘 + 𝑅 𝑝 sca 𝑘
𝑧−𝑝 𝑧−𝑝
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
𝑓 𝑘 = 𝐹𝑒
𝐹 𝑒 = 𝑓 𝑘 𝑒
Gli spettri di ampiezza e di fase sono continui nel senso che sono funzioni della variabile
reale 𝜔
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Antitrasformata di Fourier
L’operazione definita come il procedimento inverso rispetto alla trasformata di Fourier è detta
antitrasformata di Fourier. La funzione trasformanda di Fourier può esser ricavata tramite la
formula
1
𝑓 𝑘 = 𝐹 𝑒 𝑒 𝑑𝜔
2𝜋
1
𝑓 𝑘 = 𝐹 𝑒 cos 𝜔𝑘 + arg 𝐹 𝑒 𝑑𝜔
𝜋
In altre parole, i segnali discreti trasformabili con Fourier sono scomponibili in un’infinità non
numerabile di componenti cosinusoidali dette armoniche
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
𝐹 𝑧 = 𝑓 𝑘 𝑧 , 𝐹 𝑒 = 𝑓 𝑘 𝑒
Per segnali 𝑓 𝑘 nulli per 𝑘 < 0 dotati di trasformata Zeta con raggio di convergenza 𝜌̅ < 1
vale la relazione
ℱ∗ 𝑓 𝑘 =𝒵 𝑓 𝑘
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Riepilogo trasformate
TRASFORMATA DI LAPLACE 𝐹 𝑠 =ℒ 𝑓 𝑡 = 𝑓 𝑡 𝑒 𝑑𝑡
𝑓 𝑡 funzione complessa
della variabile reale 𝑡 TRASFORMATA DI FOURIER
𝐹 𝑗𝜔 = ℱ 𝑓 𝑡 = 𝑓 𝑡 𝑒 𝑑𝑡
CONTINUA
TRASFORMATA ZETA 𝐹 𝑧 =𝒵 𝑓 𝑘 = 𝑓 𝑘 𝑧
𝑓 𝑘 funzione complessa
della variabile intera 𝑘
TRASFORMATA DI FOURIER
𝐹 𝑒 = ℱ∗ 𝑓 𝑘 = 𝑓 𝑘 𝑒
DISCRETA
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA ZETA
Esempio
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
In questo esempio verrà mostrato il procedimento per il calcolo dell’anti-trasformata zeta.
Verranno mostrati entrambi i metodi visti nelle lezioni precedenti. Si consideri la trasformata
𝑧−2
𝐹 𝑧 =
𝑧+1 𝑧+2
𝐹 𝑧 𝑧−2
=
𝑧 𝑧 𝑧+1 𝑧+2
𝐹 𝑧 𝑅 𝑅 𝑅
= + +
𝑧 𝑧 𝑧+1 𝑧+2
Per poi calcolare
𝐹 𝑧 𝑧 𝑧 𝑧 𝑧
𝑓 𝑘 =𝒵 𝑧 =𝒵 𝑅 +𝑅 +𝑅 =𝒵 𝑅 +𝒵 𝑅 +𝒵 𝑅
𝑧 𝑧+1 𝑧+2 𝑧+1 𝑧+2
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
Per il calcolo dei residui si può utilizzare la formula
𝐹 𝑧
𝑅 = 𝑧−𝑝
𝑧
𝐹 𝑧 1 1 1
=− +3 −2
𝑧 𝑧 𝑧+1 𝑧+2
da cui 𝐹 𝑧 = −1 + 3 −2
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
È quindi facile verificare che la funzione trasformanda è
𝑓 𝑘
𝑧 𝑧 𝑧 𝑧
=𝒵 𝐹 𝑧 =𝒵 −1 + 3 −2 = −𝒵 1 + 3𝒵 − 2𝒵
𝑧+1 𝑧+2 𝑧+1 𝑧+2
= −imp 𝑘 + 3 −1 − 2 −2 sca 𝑘
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
In questo esempio verrà mostrato il procedimento per il calcolo dell’anti-trasformata zeta.
Verranno mostrati entrambi i metodi visti nelle lezioni precedenti. Si consideri la trasformata
𝑧−2
𝐹 𝑧 =
𝑧+1 𝑧+2
𝑧−2
𝐹 𝑧 =
𝑧 𝑧+1 𝑧+2
𝑅 𝑅
𝐹 𝑧 = +
𝑧+1 𝑧+2
Per poi calcolare
𝑧 𝑧 𝑧 𝑧
𝑓 𝑘 =𝒵 𝐹 𝑧 =𝒵 𝑅 +𝑅 =𝒵 𝑅 +𝒵 𝑅
𝑧+1 𝑧+2 𝑧+1 𝑧+2
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
La trasformata 𝐹 𝑧 può essere sviluppata nel seguente modo:
𝑧−2 𝑅 𝑅 𝑅 + 𝑅 𝑧 + 2𝑅 + 𝑅
𝐹 𝑧 = = + =
𝑧 𝑧+1 𝑧+2 𝑧+1 𝑧+2 𝑧+1 𝑧+2
𝑅 1 1 1 𝑧 𝑧
𝐹 𝑧 = = −3 +4 = −3 +4
𝑧−𝑝 𝑧+1 𝑧+2 𝑧 𝑧+1 𝑧+2
1 𝑧 𝑧
𝑓 𝑘−1 =𝒵 −3 +4 = −3 −1 + 4 −2 sca 𝑘 − 1
𝑧 𝑧+1 𝑧+2
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esempio
Riassumendo, è stata trovata l’anti-trasformata della funzione
𝑧−2
𝐹 𝑧 =
𝑧+1 𝑧+2
𝑓 𝑘 = −imp 𝑘 + 3 −1 − 2 −2 sca 𝑘
𝑓 𝑘−1 = −3 −1 + 4 −2 sca 𝑘 − 1
È facile verificare che le due funzioni trovate assumono lo stesso valore al variare di 𝑘, infatti:
𝑘 =0 : 𝑓 = −1 + 3 − 2 1 = 0 𝑓 = −3 − 2 0 = 0
𝑘 =1 : 𝑓 = 0 + −3 + 4 1 = 1 𝑓 = −3 + 4 1 = 1
𝑘 =2 : 𝑓 = 0 + 3 − 8 1 = −5 𝑓 = 3 − 8 1 = −5
𝑘 =3 : 𝑓 = 0 + −3 + 16 1 = 13 𝑓 = −3 + 16 1 = 13
𝑘 =4 : 𝑓 = 0 + 3 − 32 1 = −29 𝑓 = 3 − 32 1 = −29
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA ZETA
Esercizi
Calcolare, applicando la definizione, la trasformata Zeta del seguente segnale:
0 , 𝑘<0
ram 𝑘 =
𝑘 , 𝑘≥0
0 , 𝑘<0
par 𝑘 = 𝑘 𝑘 − 1
, 𝑘≥0
2
Calcolare l’anti-trasformata della funzione razionale
𝑧−7
𝐹 𝑧 =
𝑧+2 𝑧+5
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Dare la definizione della trasformata Zeta
Mostrare il procedimento per sviluppare una funzione nella variabile complessa 𝑧 come somma di
termini elementari (si assumano poli distinti)
Nel caso in cui la funzione trasformanda sia reale, qual è l’espressione della trasformata di Fourier
discreta?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati presi in considerazione sistemi del tipo
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡
�
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡
In questo nucleo tematico verranno presi in considerazione sistemi dinamici, detti sistemi dinamici
discreti (o a tempo discreto), in cui la variabile tempo assume valori interi
Questa classe di sistemi presenta delle caratteristiche molto simili ai sistemi a tempo continuo già
analizzati
I sistemi dinamici a tempo discreto non consentono di rappresentare fedelmente fenomeni fisici in
cui l’evoluzione delle variabili di interesse variano in tempo continuo. Tuttavia, questi modelli si
prestano alla descrizione di fenomeni in ambito economico, gestionale sociologico, etc.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 equazione di stato
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 trasformazione d′uscita
L’equazione di stato è un’equazione alle differenze che mette in relazione l’ingresso 𝑢𝑢 𝑘𝑘 con
le variabili di stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 che caratterizzano la situazione interna del sistema
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Per poter determinare l’evoluzione dello stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 ad ogni istante 𝑘𝑘 è necessario disporre di
La terna < 𝑘𝑘0 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑥𝑥𝑘𝑘0 > è quindi sufficiente a determinare il movimento dello stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 per
𝑘𝑘 ≥ 𝑘𝑘0 . Infatti si ha che
𝑥𝑥 𝑘𝑘0 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘0 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘0 , 𝑘𝑘0 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥𝑘𝑘0 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘0 , 𝑘𝑘0
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Per poter determinare l’evoluzione dell’uscita 𝑦𝑦 𝑘𝑘 ad ogni istante 𝑘𝑘 > 𝑘𝑘0 è necessario
disporre
Classificazione
I sistemi a tempo discreto descritti dal sistema di equazioni
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Sistemi SISO. Quando il sistema presenta un solo ingresso è una sola uscita il sistema è
detto mono variabile (Single Input Single Output, SISO)
Sistemi MIMO. Se il sistema presente più di un ingresso e/o più di un’uscita è detto multi
variabile (Multiple Input Multiple Output, MIMO)
Classificazione
I sistemi a tempo discreto descritti dal sistema di equazioni
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Sistemi non dinamici. Quando la funzione di trasformazione dell’uscita non dipende dal
movimento dello stato (i.e. il legame ingresso-uscita è istantaneo) il sistema è detto statico
(o non dinamico)
Classificazione
I sistemi a tempo discreto descritti dal sistema di equazioni
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Sistemi lineari e non lineari. Quando le funzioni 𝑓𝑓 ∙ e 𝑔𝑔 ∙ sono lineari nello stato e
nell’ingresso i.e. quanto possono essere espresse come combinazione lineare di 𝑥𝑥 𝑘𝑘 e 𝑢𝑢 𝑘𝑘 :
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴 𝑘𝑘 𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵 𝑘𝑘 𝑢𝑢 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶 𝑘𝑘 𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷 𝑘𝑘 𝑢𝑢(𝑘𝑘
il sistema è detto lineare, altrimenti è detto non lineare. Le matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 generalmente
dipendono dal tempo 𝑘𝑘 e assumono valori complessi se lo stato è definito in campo complesso.
La matrice 𝐴𝐴 𝑘𝑘 è detta matrice dinamica del sistema.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Classificazione
I sistemi a tempo discreto descritti dal sistema di equazioni
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘
Sistemi LTI. Un caso di particolare interesse è costituito dai sistemi lineari a tempo
invariante (Linear Time Invariant, LTI)
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷(𝑘𝑘
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se ∀𝜖𝜖 > 0 ∃𝛿𝛿 > 0 tale che per tutti gli stati
iniziali 𝑥𝑥0 che soddisfano la relazione 𝑥𝑥0 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝛿𝛿 (i.e. ∀𝑥𝑥0 sufficientemente vicini al
punto di equilibrio) risulti ∀𝑘𝑘 ≥ 0 𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘
Si consideri l’ingresso costante 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑢𝑢� e sia 𝑥𝑥̅ il corrispondente stato di equilibrio (i.e. 𝑥𝑥̅
è tale che 𝑓𝑓 𝑥𝑥̅ , 𝑢𝑢� = 0). Sia 𝑥𝑥 𝑘𝑘 un movimento perturbato generato sempre a partire dallo
stesso ingresso costante 𝑢𝑢� ma da uno stato iniziale 𝑥𝑥0 diverso (𝑥𝑥0 ≠ 𝑥𝑥̅ ). È possibile dare le
seguenti definizioni:
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto asintoticamente stabile se è stabile e inoltre risulti
A tal fine, si consideri un generico movimento dello stato 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 originato dallo stato iniziale 𝑥𝑥�0 : un
movimento 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 è detto
Stabile se ∀𝜖𝜖 > 0 ∃𝛿𝛿 > 0 tale che per tutti gli stati iniziali 𝑥𝑥0 che soddisfano la relazione
𝑥𝑥0 − 𝑥𝑥�0 ≤ 𝛿𝛿 (i.e. ∀𝑥𝑥0 sufficientemente vicini allo stato iniziale del movimento nominale)
risulti ∀𝑘𝑘 ≥ 0
𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 ≤ 𝜖𝜖
lim 𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 =0
𝑘𝑘→+∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Un sistema LTI a tempo discreto può essere rappresentato nello spazio di stato dal seguente
modello:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
con
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Dato un ingresso 𝑢𝑢 𝑘𝑘 definito per 𝑘𝑘 ≥ 𝑘𝑘0 e lo stato iniziale 𝑥𝑥 𝑘𝑘0 = 𝑥𝑥𝑘𝑘0 , il movimento
dello stato è definito dall’equazione
𝑘𝑘−1
𝑘𝑘−1
Per verificare queste affermazioni è sufficiente sostituire queste espressioni nel modello.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
una componente che dipende esclusivamente dallo stato iniziale (movimento libero) e
In virtù della proprietà di linearità del sistema, è possibile generalizzare quanto detto:
1 2
Si considerino due coppie stato iniziale – ingresso: < 𝑥𝑥𝑘𝑘0 ; 𝑢𝑢 1
𝑘𝑘 > e < 𝑥𝑥𝑘𝑘0 ; 𝑢𝑢 2
𝑘𝑘 >
1
Si supponga che a partire da esse si originino due distinti movimenti dello stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 e
2 1 2
𝑥𝑥 𝑘𝑘 e delle uscite 𝑦𝑦 𝑘𝑘 e 𝑦𝑦 𝑘𝑘
< 𝑥𝑥𝑘𝑘10 ; 𝑢𝑢 1 𝑘𝑘 > < 𝑥𝑥𝑘𝑘20 ; 𝑢𝑢 2 𝑘𝑘 >
⇓ ⇓
𝑘𝑘−1 𝑘𝑘−1
𝑥𝑥 1
𝑘𝑘 = 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘10 + � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝑢𝑢 1
𝑖𝑖 𝑥𝑥 2
𝑘𝑘 = 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘20 + � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝑢𝑢 2
𝑖𝑖
𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑖𝑖=𝑘𝑘0
𝑘𝑘−1 𝑘𝑘−1
𝑦𝑦 1
𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘10 + 𝐶𝐶 � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝑢𝑢 1
𝑖𝑖 + 𝐷𝐷𝑢𝑢 1
𝑘𝑘 𝑦𝑦 2
𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘20 + 𝐶𝐶 � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝑢𝑢 2
𝑖𝑖 + 𝐷𝐷𝑢𝑢 2
𝑘𝑘
𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑖𝑖=𝑘𝑘0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
È facile verificare che i movimenti dello stato e dell’uscita originati dal segnale di ingresso
3 3
𝑢𝑢 𝑘𝑘 a partire dallo stato iniziale 𝑥𝑥𝑘𝑘0 sono dati dalla combinazione lineare dei movimenti
1 1 2 2
𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑦𝑦 𝑘𝑘 e 𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑦𝑦 𝑘𝑘 :
3 3𝑘𝑘−1 𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + ∑𝑖𝑖=𝑘𝑘0
𝐴𝐴 𝐵𝐵𝑢𝑢 3
𝑖𝑖
1 2
= 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝛼𝛼𝑥𝑥𝑘𝑘0 + 𝛽𝛽𝑥𝑥𝑘𝑘0 + ∑𝑘𝑘−1
𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝐴𝐴
𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝐵𝐵 𝛼𝛼𝑢𝑢 1
𝑖𝑖 + 𝛽𝛽𝑢𝑢 2
𝑖𝑖 = 𝛼𝛼𝑥𝑥 1
𝑘𝑘 + 𝛽𝛽𝑥𝑥 2
𝑘𝑘
3 1 2
𝑦𝑦 3
𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + 𝐶𝐶 ∑𝑘𝑘−1
𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝐴𝐴
𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝐵𝐵𝑢𝑢 3
𝑖𝑖 + 𝐷𝐷𝑢𝑢 3
𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑘𝑘0 𝛼𝛼𝑥𝑥𝑘𝑘0 + 𝛽𝛽𝑥𝑥𝑘𝑘0
+ 𝐶𝐶 ∑𝑘𝑘−1
𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝐴𝐴
𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝐵𝐵 𝛼𝛼𝑢𝑢 1
𝑖𝑖 + 𝛽𝛽𝑢𝑢 2
𝑖𝑖 + 𝐷𝐷 𝛼𝛼𝑢𝑢 1
𝑘𝑘 + 𝛽𝛽𝑢𝑢 2
𝑘𝑘 = 𝛼𝛼𝑦𝑦 1
𝑘𝑘 + 𝛽𝛽𝑦𝑦 2
𝑘𝑘
Rappresentazioni equivalenti
Si consideri il sistema:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
sono equivalenti. In altre parole il comportamento nelle variabili 𝑥𝑥 𝑘𝑘 si può ricavare dal
comportamento di 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 semplicemente usando la relazione 𝑥𝑥 𝑘𝑘 = 𝑇𝑇 −1 𝑥𝑥� 𝑘𝑘
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Nel caso di sistemi a tempo continuo, si è visto che il calcolo dei movimenti passa attraverso il
calcolo dell’esponenziale della matrice dinamica 𝐴𝐴
Assumendo che la matrice dinamica sia diagonalizzabile, i movimenti dello stato possono
esser descritti (a meno di un cambio di coordinate) da
𝑒𝑒 𝜆𝜆1 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝜆𝜆1
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = ⋱ 𝑥𝑥0 + � ⋱ 𝑏𝑏𝑏𝑏( 𝜏𝜏)𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜆𝜆𝑛𝑛 𝑡𝑡0 𝜆𝜆𝑛𝑛
𝑒𝑒 𝑒𝑒
dove 𝜆𝜆𝑖𝑖 sono gli autovalori della matrice dinamica.
I movimenti del sistema sono quindi una combinazione lineare di funzioni esponenziali: se la
costante di tempo di tali movimenti esponenziali è negativa i movimenti tendono ad esaurirsi
nel tempo
Nel caso di sistemi a tempo discreto, il calcolo dei movimenti passa attraverso il calcolo di
potenze della matrice dinamica 𝐴𝐴
𝑘𝑘−1
Nel caso di sistemi a tempo discreto, il calcolo dei movimenti passa attraverso il calcolo di
potenze della matrice dinamica 𝐴𝐴
𝑘𝑘−1
𝑘𝑘−𝑘𝑘0
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = 𝐴𝐴 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑖𝑖=𝑘𝑘0
𝑧𝑧1𝑘𝑘 𝑘𝑘−1
𝑧𝑧1𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = ⋱ 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � ⋱ 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘 𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
dove 𝑧𝑧𝑖𝑖 sono gli autovalori della matrice dinamica.
I movimenti del sistema sono quindi una combinazione lineare di funzioni potenza: se la
base della potenza (i.e. gli autovalori della matrice dinamica) sono in modulo minori di uno i
movimenti tendono ad esaurirsi nel tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 < 1 Autovalore reale
Autovalori complessi nell’origine
coniugati con parte reale 𝐼𝐼𝐼𝐼 𝜆𝜆 = 0 𝑡𝑡
negativa
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 Nota: autovalori reali danno origine a modi
𝑡𝑡 naturali di tipo oscillatorio ad eccezione di
autovalori nell’origine che danno origine a
𝑅𝑅𝑅𝑅 movimenti nulli per 𝑘𝑘 ≥ 1
Autovalore reale
strettamente negativo Autovalore reale
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 strettamente
positivo
𝑡𝑡 𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
Autovalori complessi
Autovalori complessi coniugati con parte reale
coniugati con parte positiva 𝑡𝑡
reale nulla 𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡 𝜆𝜆 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 = 1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 > 1
Autovalori complessi Autovalore reale strettamente
coniugati con parte reale 𝐼𝐼𝐼𝐼 positivo
negativa 𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡
𝑅𝑅𝑅𝑅
Autovalore reale
strettamente negativo Autovalori complessi
coniugati con parte reale 𝑡𝑡
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
positiva
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡
Autovalori complessi coniugati con 𝑡𝑡
parte reale nulla
𝜆𝜆 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Risposta all’impulso
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
� , 𝑥𝑥 𝑘𝑘𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥𝑘𝑘0
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Equilibrio
Si consideri il sistema LTI a tempo discreto
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
ammette un’unica soluzione. In tale contesto, il sistema può esser descritto dal sistema di equazioni
𝑥𝑥̅ = 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵𝑢𝑢�
𝑦𝑦� = 𝐶𝐶 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢�
−1
dove 𝐶𝐶 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 rappresenta il guadagno statico del sistema.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Nel seguito, si studierà la proprietà di stabilità per un generico movimento dello stato 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 che
non necessariamente è uno stato di equilibrio; le definizioni date possono quindi poi esser
particolarizzate al caso di stati di equilibrio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Si vuole ora determinare se tale movimento (o equilibrio) sia stabile o meno. A tal fine si
consideri il movimento perturbato 𝑥𝑥 ′ 𝑘𝑘 originato dallo stesso segnale di ingresso 𝑢𝑢� 𝑘𝑘 ma a
partire dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′ = 𝑥𝑥�0 + 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Ne segue che il movimento 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 è stabile se per ogni 𝜖𝜖 > 0 ∃𝛿𝛿 > 0 tale che
∀𝛿𝛿𝑥𝑥0 : 𝛿𝛿𝑥𝑥0 ≤ 𝛿𝛿 si ha che
𝛿𝛿𝑥𝑥 ′ 𝑘𝑘 ≤ 𝜖𝜖
Si vuole ora determinare se tale movimento (o equilibrio) sia stabile o meno. A tal fine si
consideri il movimento perturbato 𝑥𝑥 ′ 𝑘𝑘 originato dallo stesso segnale di ingresso 𝑢𝑢� 𝑘𝑘 ma a
partire dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′ = 𝑥𝑥�0 + 𝛿𝛿𝑥𝑥0
lim ‖𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑘𝑘 ‖ = 0
𝑘𝑘→+∞
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
La proprietà di stabilità sussiste se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato sono limitati;
la proprietà di stabilità asintotica sussiste se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato
tendono a zero per 𝑘𝑘 → ∞; se almeno un movimento libero dello stato on è limitato allora il
sistema è instabile
Le osservazioni appena fatte consentono di mettere in luce l’importanza della matrice dinamica
del sistema 𝐴𝐴: le proprietà di stabilità del sistema dipendono esclusivamente dalle proprietà della
matrice stessa
Stabilità e autovalori
Si consideri nuovamente l’espressione dei movimenti dello stato nel caso in cui la matrice
dinamica del sistema 𝐴𝐴 sia diagonalizzabile: se la matrice 𝐴𝐴 è diagonalizzabile, i movimenti
possono essere descritti (a meno di un cambio di coordinate) da
𝑧𝑧1𝑘𝑘 𝑘𝑘−1
𝑧𝑧1𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐼𝐼𝐼𝐼
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = ⋱ 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � ⋱ 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘 𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 1
dove 𝑧𝑧𝑖𝑖 sono gli autovalori della matrice dinamica.
𝑅𝑅𝑅𝑅
Abbiamo visto che il sistema LTI 1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘 Regione di
stabilità asintotica
è asintoticamente stabile se e solo se tutti i movimenti dello stato sono asintoticamente stabili.
Osservando l’espressione dei movimenti dello stato sopra riportata, ne segue che un sistema LTI
a tempo discreto è asintoticamente stabile se e solo se tutti gli autovalori del sistema hanno
modulo minore di 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Stabilità e autovalori
Si consideri nuovamente l’espressione dei movimenti dello stato nel caso in cui la matrice
dinamica del sistema 𝐴𝐴 sia diagonalizzabile: se la matrice 𝐴𝐴 è diagonalizzabile, i movimenti
possono essere descritti (a meno di un cambio di coordinate) da
𝑧𝑧1𝑘𝑘 𝑘𝑘−1
𝑧𝑧1𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐼𝐼𝐼𝐼
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = ⋱ 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � ⋱ 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘 𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 1
dove 𝑧𝑧𝑖𝑖 sono gli autovalori della matrice dinamica.
𝑅𝑅𝑅𝑅
Se, invece, almeno un autovalore ha modulo maggiore di 1 il sistema 1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘 Regione di
stabilità asintotica
è instabile
Quando ci sono autovalori con modulo unitario, il sistema sicuramente non è asintoticamente
stabile; per decidere tra l’instabilità del sistema e la stabilità semplice è necessario verificare
la presenza di poli multipli sulla circonferenza di raggio unitario
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Stabilità e autovalori
Quanto detto può esser riassunto nel seguente modo:
Non ci sono poli multipli sulla circonferenza di raggio unitario, il sistema è stabile
1 1 1 1
Sistema
asintoticamente Sistema instabile Sistema stabile Sistema instabile
stabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
In analogia con quanto fatto con i sistemi LTI a tempo continuo, è possibile verificare tali
proprietà studiando il polinomio caratteristico del sistema in esame
che, per essere risolta, richiede l’utilizzo di metodi numerici iterativi (a meno di condizioni
particolari).
Esistono alcuni risultati che consentono di verificare se le radici del polinomio caratteristico
abbiano o meno modulo minore di 1 e, quindi, di decidere sulla stabilità (asintotica) o meno
del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
Effettuando la sostituzione
1 + 𝑠𝑠
𝑧𝑧 =
1 − 𝑠𝑠
si ottiene un polinomio nella variabile complessa 𝑠𝑠:
𝑛𝑛 𝑛𝑛−1 𝑛𝑛−1 𝑛𝑛
𝜙𝜙 𝑠𝑠 = 𝜙𝜙0 1 + 𝑠𝑠 + 𝜙𝜙1 1 + 𝑠𝑠 1 − 𝑠𝑠 + ⋯ + 𝜙𝜙𝑛𝑛−1 1 + 𝑠𝑠 1 − 𝑠𝑠 + 𝜙𝜙𝑛𝑛 1 − 𝑠𝑠
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Il rapporto tra il modulo dei coefficienti dei termini associati alle due potenze maggiori è
minore dell’ordine del sistema:
𝜙𝜙1
< 𝑛𝑛
𝜙𝜙0
Il segno del polinomio caratteristico valutato in -1 è concorde al segno del coefficiente 𝜙𝜙𝑜𝑜 se
l’ordine del sistema è pari, discorde altrimenti
−1 𝑛𝑛 𝜙𝜙0 𝜙𝜙 −1 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Il modulo del coefficiente associato alla potenza maggiore sia maggiore di tutti gli altri
𝑛𝑛
Il criterio di Jury consente di derivare condizioni necessarie e sufficienti per la stabilità asintotica.
Come per il criterio di Routh, è necessario costruire una tabella nel seguente modo:
La tabella ha 𝑛𝑛 + 1 righe: il numero di elementi su ogni riga decresce di uno ad ogni
iterazione
La prima riga è costituita dai coefficienti 𝜙𝜙0 , 𝜙𝜙1 , …, 𝜙𝜙𝑛𝑛 del polinomio caratteristico:
|𝜙𝜙0 𝜙𝜙1 … 𝜙𝜙𝑛𝑛
Per la costruzione della seconda riga, si procede nel seguente modo: detto 𝑘𝑘 il numero di
elementi della prima riga (in questo caso, essendo la prima riga, 𝑘𝑘 = 𝑛𝑛) si ha che
1 𝜙𝜙0 𝜙𝜙𝑘𝑘−1+1
Il primo elemento è 𝑏𝑏1 = det 𝜙𝜙 𝜙𝜙1 … 𝜙𝜙𝑛𝑛
𝜙𝜙0 𝜙𝜙𝑘𝑘 𝜙𝜙0
� 0
1 𝜙𝜙0 𝜙𝜙𝑘𝑘−2+1 𝑏𝑏1 𝑏𝑏2 …
Il secondo elemento è 𝑏𝑏2 = det
𝜙𝜙0 𝜙𝜙𝑘𝑘 𝜙𝜙1
…
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 34/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Scrivere il modello nello spazio di stato di un generico sistema LTI a tempo discreto
Mostrare che, dato un sistema LTI a tempo discreto descritto nello spazio di stato, per
determinare il movimento dello stato è sufficiente avere a disposizione la terna < 𝑘𝑘0 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑥𝑥𝑘𝑘0 >
Dare la definizione di sistema stabile, asintoticamente stabile e instabile nel contesto dei sistemi a
tempo discreto
Fornire l’espressione dei movimenti dello stato e dell’uscita di un sistema LTI a tempo discreto
Quale relazione sussiste tra i movimenti e gli autovalori del sistema? Fare un confronto tra il caso
dei sistemi LTI a tempo continuo e a tempo discreto.
Dato un sistema LTI a tempo discreto, quali sono le condizioni di stabilità in riferimento alla
matrice dinamica del sistema?
Elencare i criteri che possono essere utilizzati per verificare la stabilità asintotica di un sistema a
tempo discreto a partire dal polinomio caratteristico
Enunciare il criterio di Jury. Per quale motivo si usa tale criterio? Di che natura sono le condizioni
che consente di derivare?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Al fine di generalizzare quanto visto nel dominio del tempo continuo al dominio del tempo
discreto, si consideri un generico sistema non lineare a tempo discreto:
𝑥𝑥(𝑘𝑘 + 1) = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘
In presenza di un ingresso costante 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� le espressioni dello stato e dell’uscita di
equilibrio (valori nominali) sono
𝑥𝑥̅ = 𝑓𝑓 𝑥𝑥̅ , 𝑢𝑢�
𝑦𝑦� = 𝑔𝑔 𝑥𝑥̅ , 𝑢𝑢�
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑢𝑢� + 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑘𝑘
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = 𝑥𝑥̅ + 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑘𝑘
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑦𝑦� + 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑘𝑘
𝑥𝑥𝑘𝑘0 = 𝑥𝑥̅ + 𝛿𝛿𝑥𝑥𝑘𝑘0
Andando a sostituire queste espressioni nel modello non lineare di partenza si ottiene
Gli elementi
Il modello ottenuto descrive il comportamento del sistema non lineare nell’intorno delle
particolari condizioni operative scelte
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Stabilità dell’equilibrio
Dallo studio del modello linearizzato
di un sistema non lineare è possibile trarre conclusioni circa le proprietà dello stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ del
sistema non lineare. Valgono i seguenti risultati:
Lo stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ corrispondente all’ingresso costante 𝑢𝑢� è instabile se almeno uno degli
autovalori del sistema linearizzato ha modulo maggiore di 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Considerazioni finali
I risultati ottenuti consentono di trarre conclusioni circa le proprietà di stabilità dei punti di
equilibrio di un sistema non lineare a partire dallo studio del sistema linearizzato
L’utilità di tale processo è dovuto al fatto che è possibile utilizzare gli strumenti introdotti per
i sistemi lineari per dedurre proprietà degli stati di equilibrio del sistema non lineare
Si osservi che la condizione di stabilità asintotica derivata per i sistemi lineari, quando applicata
nel contesto del sistema linearizzato, è solo necessaria (e non necessaria e sufficiente) quando
riferita al sistema non lineare
Le proprietà di stabilità degli stati di equilibrio del sistema non lineare hanno validità locale e per
condizioni operative sufficientemente vicine a quelle considerate nel processo di linearizzazione
(i.e. per perturbazioni contenute)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Considerazioni finali
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Un metodo alternativo è rappresentato dal Metodo di Lyapunov (già introdotto per i sistemi a
tempo continuo). Il metodo di Lyapunov
si basa sulla verifica di determinate proprietà di una funzione (detta funzione di Lyapunov)
che va definita caso per caso
a tal proposito, si ricorda che se non si è in grado di trovare una funzione che soddisfi
le proprietà cercate, non è possibile concludere niente riguardo la stabilità del sistema
In questa lezione vedremo prima come applicare il metodo di Lyapunov a sistemi non lineari e,
successivamente, si mostrerà come i risultati ottenuti possano esser particolarizzati al caso dei
sistemi lineari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
𝑥𝑥(𝑘𝑘 + 1) = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢�
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢�
Senza perdita di generalità, si assuma che lo stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ corrispondente all’ingresso
costante 𝑢𝑢� sia 𝑥𝑥̅ = 0
Adesso abbiamo tutti gli strumenti per fornire i criteri di Lyapunov per la stabilità semplice,
asintotica e globale di uno stato di equilibrio di un sistema non lineare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Criterio di stabilità di Lyapunov. Se esiste una funzione 𝑉𝑉 𝑥𝑥 definita positiva e tale che
Δ𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 𝑉𝑉 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢� − 𝑉𝑉 𝑥𝑥 sia semi-definita negativa, allora lo stato 𝑥𝑥̅ = 0 è uno stato di
equilibrio stabile del sistema.
Il criterio di stabilità globale consente di derivare condizioni necessarie per la verifica della
stabilità globale di un sistema: con il metodo della linearizzazione precedentemente discusso
la verifica di questa proprietà non era possibile
Nel caso in cui si riesca a verificare che il sistema è stabile nello stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ = 0, è
possibile utilizzare il criterio Krasowskii – LaSalle per la verifica della proprietà di stabilità
asintotica; in altre parole, per la verifica della proprietà della stabilità asintotica si possono
applicare due metodi:
Al fine di decidere sulla stabilità asintotica del sistema, è possibile utilizzare il criterio di
stabilità di Lyapunov in combinazione con il criterio di Krasowskii – LaSalle:
Si consideri una funzione 𝑉𝑉 𝑥𝑥 definita positiva e tale che Δ𝑉𝑉 𝑥𝑥 sia semi-definita
negativa. Se ∃ un intorno 𝑆𝑆 dello stato di equilibrio 𝑥𝑥 = 0 tale che l’insieme dei valori di
𝑥𝑥 ∈ 𝑆𝑆 per cui Δ𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 0 non contiene traiettorie del sistema tranne quella
identicamente nulla, allora lo stato di equilibrio è asintoticamente stabile.
Per i sistemi LTI, le proprietà di uno stato di equilibrio sono ereditate dall’intero sistema
Quali criteri è possibile adottare per la verifica della stabilità asintotica del sistema?
(risposta nella slide successiva, provare a rispondere!)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Per i sistemi LTI, le proprietà di uno stato di equilibrio sono ereditate dall’intero sistema
Per lo studio della stabilità asintotica del sistema sono stati introdotti diversi metodi:
Nella slide successiva si fornirà un ulteriore metodo per la verifica della stabilità
asintotica di un sistema LTI a tempo discreto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S1
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Il sistema è asintoticamente stabile se e solo se per una qualsiasi matrice 𝑄𝑄, simmetrica e
definita positiva, l’equazione
𝐴𝐴𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃 − 𝑃𝑃 = −𝑄𝑄
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Proprietà strutturali
Per i sistemi a tempo continuo sono state discusse le proprietà di osservabilità e raggiungibilità. A
tal proposito
Sono state introdotte le scomposizioni canoniche che consentono di mettere in luce le varie
componenti del sistema in funzione delle proprietà menzionate
Queste considerazioni possono essere estese al dominio discreto. Nel seguito si considererà un
sistema LTI a tempo discreto nella forma:
Raggiungibilità
Si consideri il sistema LTI a tempo discreto:
tali per cui, detto 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑘𝑘 il movimento forzato generato dall’ingresso 𝑢𝑢�, risulti 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑘𝑘� = 𝑥𝑥�
La proprietà di raggiungibilità di uno stato 𝑥𝑥� fa quindi riferimento alla possibilità di portare lo stato
del sistema in 𝑥𝑥� con un’opportuna scelta del segnale di ingresso in un tempo finito
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Raggiungibilità
La definizione data di raggiungibilità si basa solo sull’equazione di stato e in particolare fa
riferimento ai movimenti dello stato forzati. L’espressione di un generico movimento forzato dello
stato è
𝑘𝑘−1
𝑥𝑥𝑓𝑓 1 = � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖 = 𝐴𝐴0 𝐵𝐵𝐵𝐵 0 + 𝐴𝐴1 𝐵𝐵𝐵𝐵 1 = 𝐵𝐵𝐵𝐵 0 + 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 1 Combinazioni lineari
𝑖𝑖=0 delle colonne della
gli stati raggiungibili al tempo 𝑘𝑘 = 3 sono matrice
𝑘𝑘−1
𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 0 1 2
𝐵𝐵2 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴2 𝐵𝐵
𝑥𝑥𝑓𝑓 1 = � 𝐴𝐴 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖 = 𝐴𝐴 𝐵𝐵𝐵𝐵 0 + 𝐴𝐴 𝐵𝐵𝐵𝐵 1 + 𝐴𝐴 𝐵𝐵𝐵𝐵 2 = 𝐵𝐵𝐵𝐵 0 + 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 1 + 𝐴𝐴 𝐵𝐵𝐵𝐵 2
𝑖𝑖=0
…
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Raggiungibilità
Generalizzando, al tempo 𝑘𝑘�, gli stati raggiungibili del sistema si ottengono come combinazione
lineare delle colonne della matrice
�
𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴2 𝐵𝐵 … 𝐴𝐴𝑘𝑘−1 𝐵𝐵
Sfruttando un noto teorema (il teorema di Caley-Hamilton) è possibile affermare che se uno stato
è raggiungibile, allora è possibile raggiungerlo in al più 𝑛𝑛 passi (dove 𝑛𝑛 è l’ordine del sistema)
Raggiungibilità
Si consideri il sistema
Nelle nuove variabili l’equazione di stato del sistema diventa 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑘𝑘
con
𝐴𝐴̃ 𝐴𝐴̃12 �
𝐴𝐴̃ = 11 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑛𝑛𝑅𝑅 e 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵1 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑚𝑚
0 𝐴𝐴̃22 0
Si può osservare che la matrice di raggiungibilità per il sistema nelle nuove variabili è
2 𝑛𝑛 −1
ℛ = 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 … 𝐴𝐴̃11 𝑅𝑅 𝐵𝐵�1
Scegliendo opportunamente l’operatore 𝑇𝑇ℛ è possibile garantire che il rango della matrice
ℛ sia pari a 𝑛𝑛𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Raggiungibilità
Si consideri il sistema un sistema LTI a tempo discreto e si assuma che 𝜌𝜌 ℛ = 𝑛𝑛𝑅𝑅 < 𝑛𝑛 i.e. il
sistema non è completamente raggiungibile.
Nelle nuove variabili l’equazione di stato del sistema diventa 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑘𝑘
con
𝐴𝐴̃ 𝐴𝐴̃12 �
𝐴𝐴̃ = 11 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑛𝑛𝑅𝑅 e 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵1 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑚𝑚
0 𝐴𝐴̃22 0
Si può osservare che la matrice di raggiungibilità per il sistema nelle nuove variabili è
2 𝑛𝑛 −1
ℛ� = 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 … 𝐴𝐴̃11 𝑅𝑅 𝐵𝐵�1
Scegliendo opportunamente l’operatore 𝑇𝑇ℛ è possibile garantire che il rango della matrice
ℛ� sia pari a 𝑛𝑛𝑅𝑅 ; questo risultato si può ottenere nel seguente modo:
Le prime 𝑛𝑛𝑅𝑅 colonne della matrice 𝑇𝑇ℛ−1 sono 𝑛𝑛𝑅𝑅 colonne linearmente indipendenti di ℛ
Le successive 𝑛𝑛 − 𝑛𝑛𝑅𝑅 vengono scelte in modo arbitrario purché risulti det 𝑇𝑇ℛ−1 ≠ 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Raggiungibilità
Partizionando il vettore di stato, l’equazione di stato nelle nuove coordinate può essere
scritta come
Osservabilità
Si consideri il sistema LTI a tempo discreto:
detto 𝑦𝑦�𝑙𝑙 𝑘𝑘 il movimento libero dell’uscita generato da 𝑥𝑥� definito per 𝑘𝑘 > 0
La proprietà di osservabilità di uno stato 𝑥𝑥� fa quindi riferimento alla possibilità di distinguere tra il
movimento libero da esso generato e quello generato dal vettore 𝑥𝑥 = 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Osservabilità
La definizione data di osservabilità si basa solo sull’espressione dei movimenti liberi dell’uscita.
L’espressione di un generico movimento libero dell’uscita è
𝑘𝑘−1
𝑦𝑦𝑙𝑙 𝑘𝑘 = � 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝑥𝑥 0
𝑖𝑖=0
Ne segue che
gli stati non osservabili al tempo 𝑘𝑘 = 1 generano il movimento libero
𝑘𝑘−1
Osservabilità
Generalizzando, al tempo 𝑘𝑘�, gli stati non osservabili del sistema soddisfano la relazione
𝐶𝐶
𝐶𝐶𝐶𝐶
𝐶𝐶𝐴𝐴2 𝑥𝑥 0 = 0
⋮
�
𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−1
Sfruttando un noto teorema (il teorema di Caley-Hamilton) è possibile affermare che se uno stato
genera un’uscita non nulla, è allora possibile osservare un valore diverso da zero di tale
movimento libero dell’uscita in un tempo 𝑘𝑘 < 𝑛𝑛
Osservabilità
Si consideri il sistema
Nelle nuove variabili l’equazione di stato del sistema diventa 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑘𝑘
con
𝐴𝐴̃ 𝐴𝐴̃12 �
𝐴𝐴̃ = 11 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑛𝑛𝑅𝑅 e 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵1 ∈ ℳ 𝑛𝑛𝑅𝑅 × 𝑚𝑚
0 𝐴𝐴̃22 0
Si può osservare che la matrice di raggiungibilità per il sistema nelle nuove variabili è
2 𝑛𝑛 −1
ℛ = 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 𝐴𝐴̃11 𝐵𝐵�1 … 𝐴𝐴̃11 𝑅𝑅 𝐵𝐵�1
Scegliendo opportunamente l’operatore 𝑇𝑇ℛ è possibile garantire che il rango della matrice
ℛ sia pari a 𝑛𝑛𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Osservabilità
Si consideri il sistema un sistema LTI a tempo discreto e si assuma che 𝜌𝜌 𝒪𝒪 = 𝑛𝑛𝑂𝑂 < 𝑛𝑛 i.e. il
sistema non è completamente raggiungibile.
𝒪𝒪� = 𝐶𝐶̃1𝑇𝑇 𝑇𝑇 2 ̃ 𝑇𝑇 𝑛𝑛 −1
𝐴𝐴̃11
𝑇𝑇 ̃ 𝑇𝑇
𝐶𝐶1 𝐴𝐴̃11 𝐶𝐶1 … 𝐴𝐴̃11 𝑂𝑂 𝐶𝐶̃1𝑇𝑇
Scegliendo opportunamente l’operatore 𝑇𝑇𝒪𝒪� è possibile garantire che il rango della matrice 𝒪𝒪�
sia pari a 𝑛𝑛𝑂𝑂 ; questo risultato si può ottenere nel seguente modo:
che 𝒪𝒪�𝑇𝑇 𝜁𝜁𝑖𝑖 = 0 ; le successive 𝑛𝑛𝑂𝑂 vengono scelte in modo arbitrario purché risulti
det 𝑇𝑇𝒪𝒪−1
� ≠0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Osservabilità
Partizionando il vettore di stato, il sistema nelle nuove coordinate può essere scritta come
Nota: la proprietà di non osservabilità implica la proprietà di non ricostruibilità; per i sistemi a
tempo discreto, tuttavia, le due proprietà non coincidono.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S2
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Raggiungibile e osservabile
𝑥𝑥�1 (𝑘𝑘 + 1) = 𝐴𝐴̃11 𝑥𝑥�1 𝑘𝑘 + 𝐴𝐴̃12 𝑥𝑥�2 𝑘𝑘 + 𝐴𝐴̃13 𝑥𝑥�3 𝑘𝑘 + 𝐴𝐴̃14 𝑥𝑥�4 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵�1 𝑢𝑢 𝑘𝑘 Raggiungibile e non osservabile
𝑥𝑥�2 (𝑘𝑘 + 1) = 𝐴𝐴̃22 𝑥𝑥�2 𝑘𝑘 + 𝐴𝐴̃24 𝑥𝑥�4 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵�2 𝑢𝑢 𝑘𝑘 Raggiungibile e osservabile
𝑥𝑥�3 (𝑘𝑘 + 1) = 𝐴𝐴̃33 𝑥𝑥�3 𝑘𝑘 + 𝐴𝐴̃34 𝑥𝑥�4 𝑘𝑘 Non raggiungibile e non osservabile
𝑥𝑥�4 (𝑘𝑘 + 1) = 𝐴𝐴̃44 𝑥𝑥�4 𝑘𝑘 Non raggiungibile e osservabile
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶̃2 𝑥𝑥�2 𝑘𝑘 + 𝐶𝐶̃4 𝑘𝑘
Il movimento forzato dell’uscita 𝑦𝑦𝑓𝑓 𝑘𝑘 del sistema dipende chiaramente solo dalla parte raggiungibile e
osservabile del sistema:
𝑘𝑘−1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
In cosa consiste il processo di linearizzazione? Descrivere le motivazioni per cui si effettua tale
processo
Fare un parallelo tra i sistemi a tempo continuo e a tempo discreto in riferimento alle condizioni di
stabilità trovate
Enunciare i criteri di stabilità di Lyapunov nel caso dei sistemi a tempo discreto
Elencare i metodi introdotti per la verifica della stabilità asintotica dei sistemi a tempo discreto
discriminando tra le condizioni sufficienti e le condizioni necessarie e sufficienti
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 35/S3
Attività n°: SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 DI 2)
1
Domande aperte
Dato un sistema LTI a tempo discreto, dare la definizione di stato raggiungibile, stato non
osservabile, sistema completamente raggiungibile, sistema completamente osservabile
Per quale motivo sono state introdotte le forme canoniche? Elencare e descrivere le forme
canoniche introdotte
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 di 2)
Funzione di trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
Funzione di trasferimento
In questa lezione il concetto di Funzione di Trasferimento verrà esteso a sistemi a tempo discreto
descritti nello spazio di stato dal seguente sistema di equazioni:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦(𝑘𝑘) = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Funzione di trasferimento
Applicando la trasformata 𝒵𝒵 al sistema di equazioni
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦(𝑘𝑘) = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
si ottiene
Funzione di trasferimento
È possibile mettere a confronto le espressioni ottenute per i movimenti dello stato e dell’uscita
applicando la trasformata di Laplace (sistemi a tempo continuo) e la trasformata Zeta (sistemi
a tempo discreto):
Funzione di trasferimento
Si consideri la trasformata Zeta del movimento dell’uscita
−1 −1
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐶𝐶 𝑧𝑧𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝑧𝑧𝐶𝐶 𝑧𝑧𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝑥𝑥 0
−1
La matrice 𝐹𝐹 𝑧𝑧 ≔ 𝐶𝐶 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 che appare in tale espressione è definita funzione di
trasferimento del sistema
𝐷𝐷 𝑘𝑘 = 0
𝑔𝑔𝑦𝑦 𝑘𝑘 = �
𝐶𝐶𝐴𝐴𝑘𝑘−1 𝑘𝑘 > 1
del sistema
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦(𝑘𝑘) = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
Nel caso di sistemi non dinamici, la funzione di trasferimento non dipende dalla variabile 𝑧𝑧 e
risulta pari a 𝐷𝐷
Nel caso di sistemi strettamente propri (𝐷𝐷 = 0), la funzione di trasferimento è 𝐹𝐹 𝑧𝑧 è una
funzione razionale con denominatore di grado 𝑛𝑛 e numeratore di grado, al più, pari a 𝑛𝑛 − 1
con 𝑚𝑚 ≤ 𝑛𝑛
Le radici del polinomio a numeratore sono dette zeri della funzione di trasferimento
Le radici del polinomio a denominatore sono dette poli della funzione di trasferimento
Cancellazioni e stabilità
Ai fini dello studio della stabilità asintotica di un sistema, a partire dalla conoscenza della funzione
di trasferimento, è necessario effettuare alcune considerazioni. Infatti, ci si può trovare in uno dei
seguenti scenari:
Se non sono presenti cancellazioni tra fattori comuni al numeratore 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 e al denominatore
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 , è possibile decidere sulla stabilità asintotica del
sistema
Se sono presenti cancellazioni ed è noto che esse coinvolgono autovalori con modulo minore
di 1, è possibile decidere sulla stabilità asintotica del sistema studiando le proprietà dei poli
della funzione di trasferimento
Se sono presenti cancellazioni e non sono noti gli autovalori coinvolti, non è possibile
decidere sulla stabilità del sistema
Per via di queste considerazioni, quando si chiederà di studiare la stabilità di un sistema a partire
dalla sua funzione di trasferimento si assumerà sempre di trovarsi nel primo scenario
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
Cancellazioni e stabilità
È opportuno sottolineare il fatto che gli autovalori di un sistema che non compaiono nella
funzione di trasferimento sono associati a parti nascoste del sistema i.e. non ne influenzano il
legame ingresso-uscita. Più in dettaglio
I poli della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 coincidono con gli autovalori della parte
raggiungibile e osservabile del sistema espresso nello spazio di stato
Il grado del polinomio a denominatore della funzione di trasferimento è uguale all’ordine del
sottosistema raggiungibile e osservabile del sistema descritto nello spazio di stato
Gli autovalori del sistema che non sono anche poli della funzione di trasferimento sono
associati ai sottosistemi non raggiungibili e/o non osservabili del sistema stesso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
𝜙𝜙𝑖𝑖 , 𝜌𝜌𝑖𝑖 > 0 ≔ moduli delle coppie di zeri e poli complessi coniugati
Il valore a regime 𝑦𝑦� cui tende l’uscita, per il teorema del valore finale, è
𝑧𝑧
𝑦𝑦� = lim 𝑦𝑦 𝑘𝑘 = lim 𝑧𝑧 − 1 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑢𝑢� = 𝐹𝐹 1 𝑢𝑢� = 𝐶𝐶 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢�
𝑘𝑘→∞ 𝑧𝑧→1 𝑧𝑧 − 1
�
𝒵𝒵 𝑢𝑢 guadagno del sistema
Nel caso di sistemi non asintoticamente stabili, il guadagno assume la stessa espressione purché
ℎ=0
lim 𝑧𝑧 − 1 ℎ 𝐹𝐹 𝑧𝑧
𝑧𝑧→1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
𝑧𝑧 − 1
𝐹𝐹 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧
Una possibile rappresentazione nello stato è la seguente
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑢𝑢 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = −𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 𝑢𝑢 𝑘𝑘
I valori dell’uscita si ottengono quindi come differenza tra il valore dell’ingresso al tempo 𝑘𝑘 e
al tempo 𝑘𝑘 − 1:
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑢𝑢 𝑘𝑘 − 𝑢𝑢 𝑘𝑘 − 1
Si consideri un ingresso a gradino di ampiezza costante, ne segue che il valore
dell’uscita a regime 𝑦𝑦� è nullo 𝑦𝑦� = 0
Si può quindi concludere che il sistema esercita sull’ingresso un’azione di derivazione a
tempo discreto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 𝑢𝑢 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 𝑢𝑢 𝑘𝑘
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 di 2)
SISO
asintoticamente stabile
e si studierà la risposta del sistema ad un ingresso a gradino di ampiezza unitaria la cui trasformata
Zeta è
𝑧𝑧
𝑈𝑈 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 − 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = = 𝐾𝐾
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 2 − 2𝜌𝜌𝑖𝑖 cos 𝜃𝜃𝑖𝑖 𝑧𝑧 + 𝜌𝜌𝑖𝑖2
in cui per semplicità si assume che i poli siano distinti
Applicando lo sviluppo di Heaviside (già introdotto nell’analisi dei sistemi a tempo continuo)
si ottiene
𝑛𝑛ℝ 𝑛𝑛ℂ
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑁𝑁𝐹𝐹 1 ℝ ℂ ℂ
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = →
⏟ 𝑦𝑦 𝑘𝑘 = + � 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖𝑘𝑘 + � 2 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝜌𝜌𝑖𝑖𝑘𝑘 cos 𝜃𝜃𝑖𝑖 𝑘𝑘 + arg 𝑅𝑅𝑖𝑖
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 𝒵𝒵 −1 ∙
𝐷𝐷𝐹𝐹 1
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
poli reali poli complessi
dove
ℝ 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑝𝑝𝑖𝑖 ℂ 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝜌𝜌𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃𝑖𝑖
𝑅𝑅𝑖𝑖 = , 𝑅𝑅𝑖𝑖 =
𝑑𝑑 𝑑𝑑
𝑝𝑝𝑖𝑖 − 1 𝐷𝐷 𝑧𝑧 𝜌𝜌𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃𝑖𝑖 − 1 𝐷𝐷 𝑧𝑧
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐹𝐹 �𝑧𝑧=𝑝𝑝 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐹𝐹 �𝑧𝑧=𝜌𝜌 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃𝑖𝑖
𝑖𝑖 𝑖𝑖
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
1 − 𝑝𝑝 𝑅𝑅0 = 𝑧𝑧 − 1 ∙ 𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝑧𝑧=1
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝐾𝐾
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝 𝐾𝐾 1 − 𝑝𝑝
= 𝑧𝑧 = 𝐾𝐾
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝 𝑧𝑧=1
con e 𝑝𝑝 ∈ ℝ, 𝑝𝑝 ≠ 0, la risposta allo scalino del sistema è
𝑧𝑧 𝐾𝐾 1 − 𝑝𝑝 𝑅𝑅0 𝑅𝑅1
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 −1 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 −1 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 −1 = 𝒵𝒵 −1 + = 𝑅𝑅0 + 𝑅𝑅1 𝑝𝑝𝑘𝑘−1
𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝
1
𝒵𝒵 𝑓𝑓 𝑘𝑘 − 1 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧
𝑧𝑧 𝑅𝑅1 = 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝 ∙ 𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝑧𝑧=𝑝𝑝
1 𝑧𝑧
𝒵𝒵 −1 𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝑓𝑓 𝑘𝑘 − 1 = 𝐾𝐾 1 − 𝑝𝑝
𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧=𝑝𝑝
= −𝐾𝐾𝐾𝐾
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
1 − 𝑝𝑝
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝐾𝐾
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝
𝑝𝑝
decreasing
𝑝𝑝
increasing
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
1
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝐾𝐾 1 − 𝑝𝑝1 1 − 𝑝𝑝2
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝1 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝2
con e 𝑝𝑝1 , 𝑝𝑝2 ∈ ℝ, 𝑝𝑝1 , 𝑝𝑝2 ≠ 0, la risposta allo scalino del sistema è
Se 𝑝𝑝1 > 0, 𝑝𝑝2 < 0, 𝑝𝑝1 > 𝑝𝑝2 , le oscillazioni sono poco visibili
Se 𝑝𝑝1 > 0, 𝑝𝑝2 < 0, 𝑝𝑝1 < 𝑝𝑝2 , si possono osservare oscillazioni
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
con e 𝑝𝑝1 , 𝑝𝑝2 , 𝑧𝑧1 ∈ ℝ, 𝑝𝑝1 , 𝑝𝑝2 ≠ 0, 𝑧𝑧1 ≠ 1, la risposta allo scalino del sistema è
Sistemi FIR
I sistemi FIR (Finite Impulse Response) sono dei particolari sistemi caratterizzati da una risposta
impulsiva di durata limitata
Tali sistemi hanno tutti gli autovalori in 𝑧𝑧 = 0 e perciò sono descritti da una funzione di
trasferimento del tipo
𝑚𝑚
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝛽𝛽𝑚𝑚 𝑧𝑧 𝑚𝑚 + 𝛽𝛽 𝑚𝑚−1 𝑧𝑧 𝑚𝑚−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽0 𝑖𝑖−𝑛𝑛 ∞
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = = = � 𝛽𝛽𝑖𝑖 𝑧𝑧
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑛𝑛 𝐹𝐹 𝑧𝑧 = � 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘
𝑖𝑖=0
𝛽𝛽𝑖𝑖 ≠ 0 se 0 < 𝑖𝑖 ≤ 𝑚𝑚 𝑘𝑘=0
La risposta allo scalino di questi sistemi è
𝑚𝑚 ∞ 𝑘𝑘
𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 −1 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 −1 𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 −1 � 𝛽𝛽𝑖𝑖 𝑧𝑧 𝑖𝑖−𝑛𝑛 = 𝒵𝒵 −1 � 𝛽𝛽𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑛𝑛−𝑖𝑖 = � 𝛽𝛽𝑛𝑛−𝑖𝑖
𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 1
𝑖𝑖=0 𝑖𝑖=0 𝑖𝑖=0
La risposta allo scalino di sistemi FIR si esaurisce quindi nel tempo e si assesta sul valore del
guadagno del sistema 𝐹𝐹 1 = ∑𝑚𝑚
𝑖𝑖=0 𝛽𝛽𝑖𝑖 dopo un numero di passi pari a 𝑛𝑛
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
6
2 0.48𝑧𝑧 4 + 3.22𝑧𝑧 3 + 2.29𝑧𝑧 2 + 1.61𝑧𝑧 + 1.13
𝐺𝐺� 𝑧𝑧 = � 𝑔𝑔𝑦𝑦 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘
=
8.73 𝑧𝑧 6
𝑘𝑘=0
Supponendo di poter trascurare i valori per 𝑘𝑘 > 8 = 𝑀𝑀, il modello FIR approssimante è
8
2 0.48𝑧𝑧 6 + 3.22𝑧𝑧 5 + 2.29𝑧𝑧 4 + 1.61𝑧𝑧 3 + 1.13𝑧𝑧 2 + 0.79𝑧𝑧 + 0.55
𝐺𝐺� 𝑧𝑧 = � 𝑔𝑔𝑦𝑦 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘 =
10.07 𝑧𝑧 8
𝑘𝑘=0
E così via
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
Poli dominanti
Si considerino due sistemi SISO Σ1 e Σ2 , asintoticamente stabili, descritti tramite le seguenti
funzioni di trasferimento:
𝑧𝑧 − 0.5
𝐹𝐹1 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 − 0.1 𝑧𝑧 − 0.2 𝑧𝑧 − 0.3 𝑧𝑧 2 − 0.95 cos 0.4 𝑧𝑧 + 0.9025
1
𝐹𝐹2 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 2 𝑧𝑧 2 − 0.95 cos 0.4 𝑧𝑧 + 0.9025 Σ1
Le due funzioni di trasferimento hanno le seguenti caratteristiche:
Poli dominanti
La risposta al gradino dei due sistemi è riportata in figura
Σ1
Σ2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 36/S1
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (1 DI 2)
1
Poli dominanti
Si può quindi concludere che in presenza di poli dominanti, la risposta del sistema è simile a
quella di un sistema approssimante con le seguenti caratteristiche:
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 di 2)
Discutere i limiti di validità dello studio della stabilità asintotica di un sistema a partire dalla sua
funzione di trasferimento
Che relazione sussiste tra gli autovalori di un sistema in spazio di stato e i poli della funzione di
trasferimento
Scrivere una generica funzione di trasferimento di un sistema a tempo discreto nella forma
fattorizzata in zeri e poli, evidenziando i singoli fattori
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (1 di 2)
Domande aperte
Da un punto di vista qualitativo, descrivere la risposta al gradino di un sistema di primo ordine al
variare dei poli e degli zeri
Descrivere il procedimento per derivare un modello FIR approssimante di un sistema di cui siano
noti i valori della risposta all’impulso
In cosa consiste e come è possibile sfruttare il concetto di poli dominanti ai fini dell’analisi di un
sistema a tempo discreto?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 di 2)
Risposta in frequenza
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 37
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (2 DI 2)
1
Risposta in frequenza
Si consideri un sistema LTI a tempo discreto descritto nello spazio di stato:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
Risposta in frequenza
La trasformata Zeta della risposta di un sistema LTI a tempo discreto, asintoticamente stabile, ad
un ingresso sinusoidale è
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃 𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃
� sin 𝜃𝜃𝜃𝜃
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝒵𝒵 𝑈𝑈 �
= 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 �
𝑈𝑈
𝑧𝑧 2 + 2 cos 𝜃𝜃 𝑧𝑧 + 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
Assumendo per semplicità che la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 abbia solo poli reali distinti,
la trasformata Zeta dell’uscita del sistema può esser sviluppata nel seguente modo:
𝑛𝑛
𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑅𝑅𝑛𝑛+1 𝑅𝑅𝑛𝑛+1
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = � + +
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑖𝑖=0
Risposta in frequenza
La trasformata Zeta della risposta di un sistema LTI a tempo discreto, asintoticamente stabile, ad
un ingresso sinusoidale è
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃 𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃
� sin 𝜃𝜃𝜃𝜃
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝒵𝒵 𝑈𝑈 �
= 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 �
𝑈𝑈
𝑧𝑧 2 + 2 cos 𝜃𝜃 𝑧𝑧 + 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑛𝑛
𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑅𝑅𝑛𝑛+1 𝑅𝑅𝑛𝑛+1
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 −1 � + + = 𝒵𝒵 −1 𝑌𝑌1 𝑧𝑧 + 𝑌𝑌2 𝑧𝑧 = 𝑦𝑦1 𝑘𝑘 + 𝑦𝑦2 𝑘𝑘
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑖𝑖=0𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝑌𝑌2 𝑧𝑧
1
� −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑈𝑈𝑒𝑒
𝑅𝑅𝑛𝑛+1 =−
2𝑗𝑗
Risposta in frequenza
La trasformata Zeta della risposta di un sistema LTI a tempo discreto, asintoticamente stabile, ad
un ingresso sinusoidale è
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃 𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃
� sin 𝜃𝜃𝜃𝜃
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝒵𝒵 𝑈𝑈 �
= 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 �
𝑈𝑈
𝑧𝑧 2 + 2 cos 𝜃𝜃 𝑧𝑧 + 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑛𝑛
𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑅𝑅𝑛𝑛+1 𝑅𝑅𝑛𝑛+1
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 −1 � + + = 𝒵𝒵 −1 𝑌𝑌1 𝑧𝑧 + 𝑌𝑌2 𝑧𝑧 = 𝑦𝑦1 𝑘𝑘 + 𝑦𝑦2 𝑘𝑘
𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑖𝑖=0
Risposta in frequenza
Teorema: applicando un ingresso sinusoidale 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑈𝑈 ̅ ad un sistema lineare
� sin 𝜃𝜃𝑘𝑘
asintoticamente stabile con funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 l’uscita a regime è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 =
� � ̅ + arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 (indipendentemente dallo stato iniziale).
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈 sin 𝜃𝜃𝑘𝑘
Dimostrazione:
Risposta in frequenza
Teorema: applicando un ingresso sinusoidale 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑈𝑈 ̅ ad un sistema lineare
� sin 𝜃𝜃𝑘𝑘
asintoticamente stabile con funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 l’uscita a regime è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 =
� � ̅ + arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 (indipendentemente dallo stato iniziale).
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈 sin 𝜃𝜃𝑘𝑘
Risposta in frequenza
In base al teorema appena introdotto, la risposta a regime di un sistema asintoticamente stabile
� � ̅ + arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗
in presenza di un segnale sinusoidale in ingresso è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 = 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈 sin 𝜃𝜃𝑘𝑘
L’uscita converge verso una sinusoide con stessa pulsazione della sinusoide in ingresso,
� �
sfasata di un fattore arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 e con ampiezza 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈
Tale risultato è indipendente dalle condizioni iniziali vista l’assunzione di stabilità asintotica
�
La risposta a regime 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 si annulla se e solo se 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 = 0 i.e. se la funzione di
trasferimento del sistema ha due zeri complessi coniugati in 𝑒𝑒 ±𝑗𝑗𝑗𝑗 (proprietà bloccante degli
zeri)
−1
La funzione complessa 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐶𝐶 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 è detta risposta in frequenza del
sistema ed è definita per valori di 𝜃𝜃 compresi nell’intervallo 0, 𝜋𝜋 e tali per cui 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 non sia
un polo della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 37
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (2 DI 2)
1
Risposta in frequenza
È possibile estendere i risultati derivati per sistemi SISO asintoticamente stabili in presenza di
ingressi sinusoidali a
In questo caso, se 𝜆𝜆 non coincide con nessun polo del sistema, si può dimostrare che la
� 𝑘𝑘
risposta a regime 𝑦𝑦∞ è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 = 𝐺𝐺 𝜆𝜆 𝑈𝑈𝜆𝜆
Se la funzione di trasferimento del sistema ha uno zero in 𝜆𝜆, la risposta del sistema
tende ad annullarsi asintoticamente (proprietà bloccante degli zeri)
In questo caso, la risposta a regime non tende ad una sinusoide (o esponenziale) simile
a quello in ingresso dato che 𝑦𝑦1 𝑘𝑘 non tende a zero
Tuttavia, è possibile dimostrare che per un’opportuna scelta dello stato iniziale 𝑥𝑥 0
esiste un movimento che bilanci 𝑦𝑦1 𝑘𝑘
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 37
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (2 DI 2)
1
Risposta in frequenza
È possibile estendere i risultati derivati per sistemi SISO asintoticamente stabili in presenza di
ingressi sinusoidali a sistemi SISO non asintoticamente stabili in presenza di ingressi di tipo
esponenziale 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑈𝑈𝜆𝜆 � 𝑘𝑘
Il valore 𝑥𝑥 0 dello stato iniziale per cui l’uscita del sistema in presenza di un
ingresso esponenziale è simile alla funzione in ingresso è unico e pari a (𝜆𝜆𝜆𝜆 −
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 37
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (2 DI 2)
1
Tuttavia, per quanto riguarda i diagrammi cartesiani, non è possibile determinare (neanche
in modo qualitativo) il contributo dei singoli fattori (i.e. dei vari poli e zeri) è quindi non è
possibile tracciare i diagrammi approssimati o asintotici
I diagrammi polari possono esser tracciati per punti (calcolando i valori di 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 per un
numero sufficientemente elevato di valori di 𝜃𝜃) o tramite costruzioni grafiche; in entrambi i
casi il tracciamento a mano risulta laborioso
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 37
Attività n°: ANALISI IN FREQUENZA (2 DI 2)
1
Nel caso dei sistemi a tempo discreto, i diagrammi di Bode della funzione 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗
non sono facili da tracciare in quanto non è possibile determinare (neanche in modo
qualitativo) il contributo dei singoli fattori (i.e. dei vari poli e zeri)
Per questo motivo, nel caso di sistemi a tempo discreto i diagrammi di Bode non sono molto
usati
Nel caso dei sistemi a tempo discreto, i diagrammi di Bode della funzione 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗
Possono esser tracciati per punti: si calcolano i valori di 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 per un numero
sufficientemente elevato di valori di 𝜃𝜃
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO
ammette sempre soluzione nel senso che esistono infiniti sistemi dinamici
𝛽𝛽𝜈𝜈 𝑧𝑧 𝜈𝜈 + 𝛽𝛽𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 𝜈𝜈−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽0 𝛽𝛽𝜈𝜈 + 𝛽𝛽𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 −1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑧𝑧 −𝜈𝜈+1 + 𝛽𝛽0 𝑧𝑧 −𝜈𝜈
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝜈𝜈 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝑈𝑈 𝑧𝑧
𝑧𝑧 + 𝛼𝛼𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 𝜈𝜈−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑧𝑧 + 𝛼𝛼0 1 + 𝛼𝛼𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 −1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑧𝑧 −𝜈𝜈+1 + 𝛼𝛼0 𝑧𝑧 −𝜈𝜈
da cui
𝑌𝑌 𝑧𝑧 + 𝛼𝛼𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 −1 𝑌𝑌 𝑧𝑧 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑧𝑧 −𝜈𝜈+1 𝑌𝑌 𝑧𝑧 + 𝛼𝛼0 𝑧𝑧 −𝜈𝜈 𝑌𝑌 𝑧𝑧
= 𝛽𝛽𝜈𝜈 𝑧𝑧 𝜈𝜈 𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽𝜈𝜈−1 𝑧𝑧 𝜈𝜈−1 𝑈𝑈 𝑧𝑧 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑧𝑧𝑧𝑧 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽0 𝑈𝑈 𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 37/S1
Titolo: Analisi In Frequenza (2 Di 2)
Attività n°: 1
𝑧𝑧 −𝑖𝑖 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 𝑦𝑦 𝑘𝑘 − 𝑖𝑖
𝑧𝑧 −𝑖𝑖 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 𝑈𝑈 𝑘𝑘 − 𝑖𝑖
Schemi a blocchi
Anche nel caso di sistemi a tempo discreto, è possibile ricorrere ad una rappresentazione grafica
per la visualizzazione delle interconnessioni tra vari i sotto-sistemi SISO che compongono il
sistema complessivo
Il calcolo della funzione di trasferimento dato dall’interconnessione tra due sotto-sistemi segue le
stesse regole già introdotte per i sistemi a tempo continuo:
𝑈𝑈 𝑧𝑧 𝑌𝑌 𝑧𝑧
𝐹𝐹1 𝑧𝑧
𝐹𝐹1 𝑧𝑧 𝐹𝐹2 𝑧𝑧 +
𝑈𝑈 𝑧𝑧 𝑌𝑌 𝑧𝑧
+
𝐹𝐹2 𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 37/S1
Titolo: Analisi In Frequenza (2 Di 2)
Attività n°: 1
Schemi a blocchi
Anche nel caso di sistemi a tempo discreto, è possibile ricorrere ad una rappresentazione grafica
per la visualizzazione delle interconnessioni tra vari i sotto-sistemi SISO che compongono il
sistema complessivo
Il calcolo della funzione di trasferimento dato dall’interconnessione tra due sotto-sistemi segue le
stesse regole già introdotte per i sistemi a tempo continuo:
Connessione in retroazione negativa: Connessione in retroazione positiva:
Sistemi in Sistemi in
controreazione: controreazione:
𝐹𝐹1 𝑧𝑧 𝐹𝐹1 𝑧𝑧
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 =
1 + 𝐹𝐹1 𝑧𝑧 𝐹𝐹2 𝑧𝑧 1 − 𝐹𝐹1 𝑧𝑧 𝐹𝐹2 𝑧𝑧
+ 𝑌𝑌 𝑧𝑧 + 𝑌𝑌 𝑧𝑧
𝑈𝑈 𝑧𝑧 𝐹𝐹1 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 𝐹𝐹1 𝑧𝑧
− +
𝐹𝐹2 𝑧𝑧 𝐹𝐹2 𝑧𝑧
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
ANALISI IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO (2 di 2)
Videolezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Video lezione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 37/S3
Titolo: Analisi In Frequenza (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
RISPOSTA IN FREQUENZA
DI SISTEMI A TEMPO DISCRETO
Domande aperte
Cosa si può dire sulla risposta a regime permanente di un sistema LTI non asintoticamente stabile
in presenza di ingressi esponenziali o sinusoidali?
Per quale motivo i diagrammi cartesiani non sono molto usati nel caso di sistemi a tempo
discreto?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Un sistema dinamico a tempo discreto può esser descritto nello spazio di stato nel seguente
modo:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 equazione di stato
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 trasformazione d′uscita
L’equazione di stato è un’equazione alle differenze che mette in relazione l’ingresso 𝑢𝑢 𝑘𝑘 con
le variabili di stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 che caratterizzano la situazione interna del sistema
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se ∀𝜖𝜖 > 0 ∃𝛿𝛿 > 0 tale che per tutti gli stati
iniziali 𝑥𝑥0 che soddisfano la relazione 𝑥𝑥0 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝛿𝛿 (i.e. ∀𝑥𝑥0 sufficientemente vicini al
punto di equilibrio) risulti ∀𝑘𝑘 ≥ 0 𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto asintoticamente stabile se è stabile e inoltre risulti
Stabile se ∀𝜖𝜖 > 0 ∃𝛿𝛿 > 0 tale che per tutti gli stati iniziali 𝑥𝑥0 che soddisfano la relazione
𝑥𝑥0 − 𝑥𝑥�0 ≤ 𝛿𝛿 (i.e. ∀𝑥𝑥0 sufficientemente vicini allo stato iniziale del movimento nominale)
risulti ∀𝑘𝑘 ≥ 0 𝑥𝑥 𝑘𝑘 − 𝑥𝑥� 𝑘𝑘 ≤ 𝜖𝜖
Un sistema LTI a tempo discreto può essere rappresentato nello spazio di stato dal seguente
modello:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
con
Nel caso di sistemi a tempo discreto, il calcolo dei movimenti passa attraverso il calcolo di
potenze della matrice dinamica 𝐴𝐴
𝑘𝑘−1
𝑘𝑘−𝑘𝑘0
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = 𝐴𝐴 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � 𝐴𝐴𝑘𝑘−𝑖𝑖−1 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑖𝑖=𝑘𝑘0
𝑧𝑧1𝑘𝑘 𝑘𝑘−1
𝑧𝑧1𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
𝑥𝑥 𝑘𝑘 = ⋱ 𝑥𝑥𝑘𝑘0 + � ⋱ 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑖𝑖
𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘 𝑖𝑖=𝑘𝑘0 𝑧𝑧𝑛𝑛𝑘𝑘−𝑖𝑖−1
dove 𝑧𝑧𝑖𝑖 sono gli autovalori della matrice dinamica.
I movimenti del sistema sono quindi una combinazione lineare di funzioni potenza: se la
base della potenza (i.e. gli autovalori della matrice dinamica) sono in modulo minori di uno i
movimenti tendono ad esaurirsi nel tempo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 < 1 Autovalore reale
Autovalori complessi nell’origine
coniugati con parte reale 𝐼𝐼𝐼𝐼 𝜆𝜆 = 0 𝑡𝑡
negativa
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 Nota: autovalori reali danno origine a modi
𝑡𝑡 naturali di tipo oscillatorio ad eccezione di
autovalori nell’origine che danno origine a
𝑅𝑅𝑅𝑅 movimenti nulli per 𝑘𝑘 ≥ 1
Autovalore reale
strettamente negativo Autovalore reale
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 strettamente
positivo
𝑡𝑡
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
Autovalori complessi
Autovalori complessi coniugati con parte reale
coniugati con parte positiva 𝑡𝑡
reale nulla 𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡 𝜆𝜆 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 = 1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝑧𝑧𝑖𝑖 , assumendo 𝑧𝑧𝑖𝑖 > 1
Autovalori complessi Autovalore reale strettamente
coniugati con parte reale 𝐼𝐼𝐼𝐼 positivo
negativa 𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡
𝑅𝑅𝑅𝑅
Autovalore reale
strettamente negativo Autovalori complessi
coniugati con parte reale 𝑡𝑡
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
positiva
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡
Autovalori complessi coniugati con
parte reale nulla 𝑡𝑡
𝜆𝜆 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Stabilità e autovalori
La stabilità di un sistema a tempo discreto può esser caratterizzata in funzione dei suoi autovalori
Non ci sono poli multipli sulla circonferenza di raggio unitario, il sistema è stabile
1 1 1 1
Trasformata Zeta
La trasformata Zeta è un operatore matematico che, nell’analisi di sistemi a tempo discreto,
svolge una funzione analoga della trasformata di Laplace nel dominio continuo
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = � 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘
𝑘𝑘=0
1
𝑓𝑓 𝑘𝑘 = � 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑘𝑘−1 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋𝜋𝜋
𝑛𝑛
𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑁𝑁 𝑧𝑧 𝑁𝑁 𝑧𝑧 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑧𝑧
= = 𝑛𝑛 =� , 𝑅𝑅𝑖𝑖 = 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑧𝑧 𝑧𝑧𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧 ∏𝑖𝑖=1 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 𝑧𝑧=𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
∞
𝑓𝑓 𝑘𝑘 funzione complessa
TRASFORMATA ZETA 𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 𝑓𝑓 𝑘𝑘 = � 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘
della variabile intera 𝑘𝑘
𝑘𝑘=0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Funzione di trasferimento
Il concetto di funzione di trasferimento è stato esteso ai sistemi a tempo discreto:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘 𝑋𝑋 𝑧𝑧 = 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝑧𝑧 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝑥𝑥 0
� 𝒵𝒵 ∙ �
𝑦𝑦(𝑘𝑘) = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐶𝐶 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝑧𝑧𝑧𝑧 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝑥𝑥 0
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 2 − 2𝜙𝜙𝑖𝑖 cos 𝜁𝜁𝑖𝑖 𝑧𝑧 + 𝜙𝜙𝑖𝑖2 Forma fattorizzata
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = = 𝐾𝐾
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 ℎ ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 2 − 2𝜌𝜌𝑖𝑖 cos 𝜃𝜃𝑖𝑖 𝑧𝑧 + 𝜌𝜌𝑖𝑖2 in zeri e poli
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Risposta al gradino
Abbiamo poi studiato la risposta al gradino di sistemi SISO asintoticamente stabili a tempo a
discreto e abbiamo osservato che
Il valore a regime dell’uscita a regime 𝑦𝑦∞ è nullo, in presenza di azioni derivative (i.e. ℎ < 0)
oppure pari al guadagno 𝐹𝐹 1 , altrimenti
Il numero 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 dei primi valori nulli della risposta allo scalino è detto tempo di latenza e
coincide con il grado relative della funzione di trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Poli dominanti
Anche nel caso dei sistemi a tempo discreto è
possibile effettuare semplificare un sistema
sfruttando l’approssimazione a poli dominanti: in
presenza di poli dominanti, la risposta del
sistema è simile a quella di un sistema
approssimante con le seguenti caratteristiche:
Stesso guadagno
Nessuno zero
Risposta in frequenza
Abbiamo poi studiato la risposta di un sistema LTI asintoticamente stabile ad ingressi di tipo
sinusoidale ed abbiamo dimostrato il seguente teorema:
� sin 𝜃𝜃̅𝑘𝑘
Teorema: applicando un ingresso sinusoidale 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑈𝑈 ad un sistema lineare
asintoticamente stabile con funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 l’uscita a regime è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 =
� �
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈 sin 𝜃𝜃̅𝑘𝑘 + arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 (indipendentemente dallo stato iniziale).
−1
La funzione complessa 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐶𝐶 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 , definita per valori di 𝜃𝜃 compresi
nell’intervallo 0, 𝜋𝜋 e tali per cui 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 non sia un polo della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 , è
stata risposta in frequenza del sistema
Questo risultato è poi stato esteso al caso di ingressi esponenziali e al caso di sistemi non
asintoticamente stabili
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38/S1
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio
Si consideri un sistema a tempo discreto descritto dalla seguente funzione di trasferimento:
𝑧𝑧 + 𝛼𝛼 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 + 𝛾𝛾 𝑧𝑧 + 𝛿𝛿
Determinare i parametri 𝛼𝛼, 𝛽𝛽, 𝛾𝛾, 𝛿𝛿 affinché il sistema abbia grado relativo nullo, sia
asintoticamente stabile e tale che la risposta a regime permanente al segnale di ingresso
𝑢𝑢 𝑘𝑘 = sin 𝜃𝜃𝜃𝜃 sia nulla
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio svolto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38/S2
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Esercizio svolto
Si consideri un sistema a tempo discreto descritto dalla seguente funzione di trasferimento:
𝑧𝑧 + 𝛼𝛼 𝑧𝑧 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 + 𝛾𝛾 𝑧𝑧 + 𝛿𝛿
Determinare i parametri 𝛼𝛼, 𝛽𝛽, 𝛾𝛾, 𝛿𝛿 affinché il sistema abbia grado relativo nullo, sia
asintoticamente stabile e tale che la risposta a regime permanente al segnale di ingresso
𝑢𝑢 𝑘𝑘 = sin 𝜃𝜃𝜃𝜃 sia nulla
Esercizio svolto
Preliminarmente, si possono fare le seguenti osservazioni:
Affinché il sistema abbia grado relativo nullo non ci devono essere cancellazioni tra gli zeri e
i poli del sistema
Affinché il sistema sia asintoticamente stabile è necessario che i poli del sistema abbiano
modulo minore di 1
Esercizio svolto
Con tali scelte, il sistema ha due poli in 𝑝𝑝1 = 0.1 e 𝑝𝑝2 = 0.2
Possiamo quindi già osservare che la risposta al gradino di tale sistema è monotona
crescente e si assesta al guadagno del sistema 𝐹𝐹 1 per 𝜃𝜃 fissato
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃
𝑈𝑈 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 2 − 2 cos 𝜃𝜃 𝑧𝑧 + 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38/S2
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Esercizio svolto
Si consideri la risposta del sistema all’ingresso sinusoidale: è immediato verificare la proprietà
bloccante degli zeri in 𝑒𝑒 ±𝑗𝑗𝑗𝑗 :
2
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃 𝑅𝑅𝑖𝑖
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = =�
𝑧𝑧 − 0.1 𝑧𝑧 − 0.2 𝑧𝑧 + 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑧𝑧 sin 𝜃𝜃
𝑅𝑅1 = 𝑧𝑧 − 0.1 = − sin 𝜃𝜃 , 𝑅𝑅2 = 0.2 sin 𝜃𝜃
𝑧𝑧 − 0.1 𝑧𝑧 − 0.2 𝑧𝑧=0.1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38/S2
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
Esercizio svolto
Ne segue che l’espressione dell’uscita 𝑦𝑦 𝑘𝑘 è
2
𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 −1 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 −1 � = 𝒵𝒵 −1 + = 𝑅𝑅1 0.1 𝑘𝑘−1
+ 𝑅𝑅2 0.2 𝑘𝑘−1
𝑧𝑧 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 0.1 𝑧𝑧 − 0.2
𝑖𝑖=1
𝑘𝑘−1 𝑘𝑘−1 𝑘𝑘 𝑘𝑘
= − 0.1 sin 𝜃𝜃 + 0.2 0.2 sin 𝜃𝜃 = −10 0.1 sin 𝜃𝜃 + 0.2 sin 𝜃𝜃
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 38/S3
Attività n°: VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (5)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 38).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Con questa lezione e la prossima si conclude il primo macro blocco tematico dedicato alla teoria dei
sistemi
Prima di proseguire nel corso, è quindi opportuno verificare di aver appreso le nozioni presentate in modo
da poter seguire agevolmente la seconda parte del corso
In questa lezione verranno riassunti gli argomenti chiave di questa prima parte del corso
Gli argomenti trattati verranno presentati in modo discorsivo e organico, senza eccedere in formule,
in modo tale che lo studente possa cogliere il filo logico che collega tutte le nozioni presentate
Le slide di questa lezione possono quindi esser utilizzate, a fine corso, per ripassare in vista
dell’esame (chiaramente non tutti gli argomenti verranno qui affrontati)
Se alcuni dei punti trattati in questa lezione non dovessero essere chiari, lo studente è caldamente
invitato a ripassare le relative lezioni prima di proseguire (vedere prossima slide)
Nella prossima lezione, invece, verranno proposti esercizi e domande aperte la cui risoluzione
richiede l’applicazione di concetti appresi in tutte le precedenti lezioni
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Introduzione
Le lezioni della prima parte del corso hanno riguardato i seguenti argomenti:
L’equazione di stato (o funzione di trasformazione dello stato) descrive come, in funzione delle
variabili di ingresso e delle condizioni iniziali, lo stato del sistema varia
Classificazione di sistemi
Abbiamo poi particolarizzato tale descrizione in funzione di specifiche proprietà dei sistemi:
sistemi SISO, dall’inglese single-input-single-output, sono caratterizzati da una sola variabile di
ingresso e una sola variabile di uscita
sistemi MIMO, dall’inglese multi-input-multi-output, sono caratterizzati da una più variabili di
ingresso e di uscita
sistemi propri , caratterizzati da un legame diretto tra ingresso e uscita
sistemi puramente dinamici (o anche strettamente propri), caratterizzati dall’assenza di un
legame diretto tra ingresso e uscita
sistemi istantanei (o non dinamici), tali per cui l’andamento temporale delle variabili di
interesse può esser determinato in modo diretto a partire dalla conoscenza dell’ingresso
sistemi a tempo invariante (o di sistemi stazionari), caratterizzati dalla non dipendenza
diretta delle funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita dal tempo
sistemi lineari per cui le funzioni di trasformazione possono esser espresse come combinazione
lineare delle variabili di ingresso e di stato (ovvero se sono lineari in tali variabili)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Sistemi LTI
Abbiamo concentrato la nostra attenzione su un particolare tipo di sistemi: i sistemi LTI
(dall’inglese Linear Time-Invariant) che possono esser descritti nello spazio di stato nel seguente
modo
Stabilità di un sistema
È stato poi introdotto il concetto di stati di equilibrio ed abbiamo osservato che è possibile
caratterizzare tali stati in funzione di una proprietà fondamentale: la stabilità (asintotica,
semplice, globale, instabilità)
Dallo studio della stabilità di uno stato di equilibrio, siamo passati allo studio della stabilità
di un movimento (dello stato) e successivamente allo studio della stabilità di un sistema
(LTI)
Sviluppando le funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita, ci siamo accorti che la struttura
dei movimenti del sistema è data dalla somma di funzioni esponenziali (detti modi naturali) la
cui costante di tempo è legata alla parte reale degli autovalori del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Stabilità di un sistema
In virtù del precedente risultato, abbiamo quindi trovato un modo sistematico per verificare la proprietà
di stabilità di un sistema:
Stabilità: Tutti i movimenti dello stato (tutti i modi naturali) devono essere limitati ≡ il sistema ha
autovalori a parte reale strettamente negativa e autovalori semplici con parte reale nulla
Stabilità asintotica: Tutti i movimenti dello stato (tutti i modi naturali) devono tendere a 0 per
𝑡𝑡 → ∞ ≡ tutti gli autovalori del sistema devono avere parte reale strettamente negativa
Instabilità: Almeno uno dei movimenti dello stato (almeno un modo naturale) è illimitato ≡
almeno un autovalore del sistema ha parte reale positiva oppure il sistema presenta autovalori a
parte reale strettamente negativa e autovalori multipli con parte reale nulla
Avendo caratterizzato la proprietà di stabilità asintotica e instabilità in funzione degli autovalori del
sistema, è stato possibile introdurre il criterio di Routh per la verifica di tali proprietà
A partire dalla conoscenza dei coefficienti del polinomio caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 , il criterio
di Routh consente di stabilire il segno degli autovalori del sistema (e quindi consente di decidere
sulla stabilità asintotica o instabilità di un sistema) senza doverli calcolare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Stabilità di un sistema
Per quanto riguarda la stabilità di un sistema non lineare, sono stati introdotti i metodi di Lyapunov:
Primo criterio di Lyapunov (o metodo indiretto): si linearizza il sistema nell’intorno di uno stato
di equilibrio e, in base agli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 del sistema linearizzato, il criterio
Fornisce condizioni sufficienti di stabilità asintotica se 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 < 0, ∀𝑖𝑖
Fornisce condizioni sufficienti di instabilità se ∃𝑖𝑖: 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 > 0
Non consente di stabilire niente se 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 ≤ 0
Secondo criterio di Lyapunov (o metodo diretto): si cerca una funzione di Lyapunov definita
positiva in un intorno dello stato di equilibrio: il criterio
Fornisce condizioni sufficienti di stabilità semplice se 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 ≤ 0
Fornisce condizioni sufficienti stabilità asintotica se 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 < 0
Fornisce condizioni sufficienti di instabilità se 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 > 0
Non consente di stabilire niente se non si riesce a trovare una tale funzione di Lyapunov
L’applicazione del secondo criterio di Lyapunov ai sistemi LTI consente di derivare il seguente risultato:
il sistema LTI è globalmente asintoticamente stabile se e solo se per una qualsiasi matrice 𝑄𝑄 simmetrica
definita positiva l’equazione di Lyapunov 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 = −𝑄𝑄 ammette una soluzione 𝑃𝑃, simmetrica e
definita positiva
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
La stabilità semplice è una situazione al limite che implica la presenza di movimenti dello
stato che non si esauriscono con il tempo in assenza di ingressi nulli (il che, anche in
relazione ad argomentazioni di tipo energetico, non è auspicabile)
Il comportamento a regime (𝑡𝑡 → ∞) del sistema non dipende dallo stato iniziale
I movimenti del sistema in risposta ad ingressi limitati nel tempo tendono ad annullarsi
Raggiungibilità e Osservabilità
Dopo aver trattato le proprietà di stabilità, ci siamo concentrati su altre due proprietà strutturali:
Per la verifica di tali proprietà sono state definite la matrice di raggiungibilità ℛ e la matrice di
𝑇𝑇 𝑇𝑇
osservabilità 𝒪𝒪 : ℛ = 𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴2 𝐵𝐵 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐵𝐵 , 𝒪𝒪 = 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴2 𝐶𝐶 𝑇𝑇 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐶𝐶 𝑇𝑇 . È
possibile affermare che il sistema definito dalle matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Per prima cosa abbiamo definito una nuova rappresentazione di un sistema LTI, la funzione
di trasferimento, e ci siamo concentrati sull’analisi delle sue principali proprietà
Funzione di trasferimento
Sfruttando le proprietà della trasformata di Laplace siamo stati in grado di definire una seconda
rappresentazione dei sistemi dinamici a tempo continuo, detta Funzione di Trasferimento, che
consente di mettere in relazione le trasformate di Laplace delle variabili di ingresso e di uscita
La funzione di trasferimento di un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è
definita dalla matrice
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Si definiscono
𝐾𝐾 ≔ guadagno di trasferimento
𝐾𝐾 ′ ≔ guadagno di Bode
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
definito da 𝐾𝐾 ′ = lim 𝑠𝑠 ℎ 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑠𝑠→0
Tipo del sistema (ℎ). Se ℎ < 0, il monomio 𝑠𝑠 ℎ si trova al numeratore ed esercita un’azione
derivativa, se ℎ > 0, si trova al denominatore ed esercita un’azione integrativa
Fattore del primo ordine 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 . L’effetto dei parametri 𝜏𝜏𝑖𝑖 può esser messo in relazione con
lo studio dei modi naturali
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
Fattore del secondo ordine 1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2 . L’effetto dei parametri 𝜁𝜁𝑖𝑖 e 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 può esser
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝑖𝑖
Lo studio della risposta al gradino consente di mettere in relazione l’effetto dei parametri
della funzione di trasferimento sul comportamento del sistema complessivo
Lo studio effettuato ci ha permesso di capire come cambia, al variare della struttura della
funzione di trasferimento, la risposta del sistema
Come primo risultato abbiamo trovato che nel caso di sistemi asintoticamente stabili, il
valore della risposta al gradino al tempo 𝑡𝑡 = 0 e a regime sono
0 se 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛 0 se ℎ < 0
𝑦𝑦 0 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � , 𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→∞ 𝛽𝛽𝑚𝑚 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Abbiamo poi introdotto i parametri caratteristici della risposta al gradino e mostrato come
i parametri della funzione di trasferimento ne influenzino il valore
Risposta in frequenza
Dallo studio della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 siamo poi passati allo studio della risposta in
frequenza (o risposta armonica) 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 |𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗 di un sistema in presenza di particolari
classi di ingressi (funzioni che possono essere espresse come combinazione lineare di componenti
sinusoidali)
Il primo risultato importante che abbiamo derivato è stato che la risposta a transitorio finito
di un sistema LTI asintoticamente stabile in presenza di un ingresso sinusoidale di ampiezza
𝑢𝑢0 e pulsazione 𝜔𝜔 è ancora un segnale sinusoidale con stessa frequenza, ampiezza
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑢𝑢0 e con uno sfasamento arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 , indipendentemente dalle condizioni iniziali. Se il
sistema presenta una coppia di zeri immaginari in ±𝑗𝑗𝑗𝑗 si avrebbe 𝑦𝑦∞ 𝑡𝑡 = 0
Ne segue che il modulo 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 e la fase arg 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 della funzione di trasferimento del
sistema sono sufficienti per calcolare, al variare della pulsazione 𝜔𝜔, la risposta asintotica del
sistema in presenza di ingressi sinusoidali
Questi risultati sono poi stati estesi al caso di sistemi non asintoticamente stabili e al caso di
ingressi esponenziali
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Diagrammi cartesiani. Consentono di tracciare l’evoluzione del modulo e della fase della
funzione 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 per 𝜔𝜔 ∈ 0; ∞
In virtù di questo risultato abbiamo classificato i sistemi dinamici in base alle caratteristiche di
quest’azione filtrante: tra i vari sistemi (filtri) che abbiamo introdotto ci sono
i filtri attivi e filtri passivi: definiti in funzione dell’amplificazione del segnale in ingresso. I
filtri attivi amplificano il segnale in ingresso mentre i filtri passivi lo attenuano
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
passa-basso realizzabile
𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗 + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-alto realizzabile
𝜔𝜔
�
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
passa-banda realizzabile
𝜔𝜔1 𝜔𝜔2
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 + 3𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑗𝑗0 − 3𝑑𝑑𝑑𝑑
Filtro
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗
arresta-banda
𝜔𝜔
� realizzabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Poli dominanti
Infine, è stata fatta un’utile osservazione che in molti casi consente di semplificare l’analisi di un
sistema
Se è possibile individuare un sotto-insieme di poli che sono nettamente più vicini all’origine
degli altri, è possibile approssimare il comportamento del sistema solo in funzione di questi
poli (detti dominanti)
In altre parole la risposta di un sistema con poli dominanti può essere approssimata con
quella di un sistema con funzione di trasferimento avente unicamente i poli dominanti e
stesso guadagno della funzione di partenza
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S2
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 equazione di stato
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑘𝑘 , 𝑢𝑢 𝑘𝑘 , 𝑘𝑘 trasformazione d′uscita
L’equazione di stato è un’equazione alle differenze che mette in relazione l’ingresso 𝑢𝑢 𝑘𝑘 con
le variabili di stato 𝑥𝑥 𝑘𝑘 che caratterizzano la situazione interna del sistema
Un sistema LTI a tempo discreto può essere rappresentato nello spazio di stato dal seguente
modello:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘
�
𝑦𝑦 𝑘𝑘 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘
con
Stabilità
Le nozioni di stati di equilibrio, le relative proprietà di stabilità nonché le proprietà di stabilità dei
movimenti dello stato sono state facilmente estese al caso di sistemi a tempo discreto
Le condizioni di stabilità (semplice, asintotica, instabilità) in funzione degli autovalori del sistema,
nel caso discreto, sono diverse: abbiamo infatti visto che nel caso discreto la struttura dei
movimenti del sistema è data dalla somma di funzioni di tipo potenza (detti modi naturali) la cui
base è legata al modulo degli autovalori del sistema. Ne segue che:
Se tutti gli autovalori hanno modulo minore di 1, il sistema è asintoticamente stabile
Se almeno un autovalore ha modulo maggiore di 1, il sistema è instabile
Se il sistema ha tutti autovalori con modulo minore o uguale a 1 e
Non ci sono poli multipli sulla circonferenza di raggio unitario, il sistema è stabile
Ci sono autovalori multipli sulla circonferenza di raggio unitario, il sistema è
instabile
Dopo aver caratterizzato la proprietà di stabilità asintotica e instabilità in funzione degli autovalori
del sistema, abbiamo introdotto il criterio di Jury (estensione al tempo discreto del criterio di
Routh)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S2
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Funzione di trasferimento
Il concetto di funzione di trasferimento è stato esteso ai sistemi a tempo discreto:
𝑥𝑥 𝑘𝑘 + 1 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑘𝑘 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑘𝑘 𝑋𝑋 𝑧𝑧 = 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝑧𝑧 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝑥𝑥 0
� 𝒵𝒵 ∙ �
𝑦𝑦(𝑘𝑘) = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑘𝑘 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑘𝑘 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐶𝐶 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑈𝑈 𝑧𝑧 + 𝑧𝑧𝑧𝑧 𝑧𝑧𝑧𝑧 − 𝐴𝐴 −1 𝑥𝑥 0
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑧𝑧 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 2 − 2𝜙𝜙𝑖𝑖 cos 𝜁𝜁𝑖𝑖 𝑧𝑧 + 𝜙𝜙𝑖𝑖2 Forma fattorizzata
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = = 𝐾𝐾
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 ℎ ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑧𝑧 2 − 2𝜌𝜌𝑖𝑖 cos 𝜃𝜃𝑖𝑖 𝑧𝑧 + 𝜌𝜌𝑖𝑖2 in zeri e poli
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S2
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Risposta al gradino
Abbiamo poi studiato la risposta al gradino di sistemi SISO asintoticamente stabili a tempo a
discreto e abbiamo osservato che
Il valore a regime dell’uscita a regime 𝑦𝑦∞ è nullo, in presenza di azioni derivative (i.e. ℎ < 0)
oppure pari al guadagno 𝐹𝐹 1 , altrimenti
Il numero 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 dei primi valori nulli della risposta allo scalino è detto tempo di latenza e
coincide con il grado relativo della funzione di trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S2
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Risposta in frequenza
Abbiamo poi studiato la risposta di un sistema LTI asintoticamente stabile ad ingressi di tipo
sinusoidale ed abbiamo dimostrato il seguente teorema:
� sin 𝜃𝜃̅𝑘𝑘
Teorema: applicando un ingresso sinusoidale 𝑢𝑢 𝑘𝑘 = 𝑈𝑈 ad un sistema lineare
asintoticamente stabile con funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 l’uscita a regime è 𝑦𝑦∞ 𝑘𝑘 =
� �
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃 𝑈𝑈 sin 𝜃𝜃̅𝑘𝑘 + arg 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 (indipendentemente dallo stato iniziale).
−1
La funzione complessa 𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐶𝐶 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐼𝐼 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 , definita per valori di 𝜃𝜃 compresi
nell’intervallo 0, 𝜋𝜋 e tali per cui 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 non sia un polo della funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 , è
stata risposta in frequenza del sistema
Questo risultato è poi stato esteso al caso di ingressi esponenziali e al caso di sistemi non
asintoticamente stabili
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S2
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Poli dominanti
Anche nel caso dei sistemi a tempo discreto è
possibile semplificare un sistema sfruttando
l’approssimazione a poli dominanti: in
presenza di poli dominanti, la risposta del
sistema è simile a quella di un sistema
approssimante con le seguenti caratteristiche:
Stesso guadagno
Nessuno zero
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Operatori matematici
Abbiamo introdotto diversi operatori matematici utili nel semplificare l’analisi dei sistemi:
Il terzo operatore che abbiamo introdotto è stato la Trasformata Zeta che ci ha consentito
di passare dal dominio del tempo discreto al dominio della variabile complessa 𝑧𝑧
Trasformata di Laplace
La trasformata di Laplace è un operatore matematico che consente di associare ad una
funzione in una variabile reale (ad esempio il tempo), una funzione nella variabile complessa 𝑠𝑠.
L’utilità di questo strumento è dovuta al fatto che consente di trasformare sistemi di equazioni
differenziali lineari a coefficienti costanti in equazioni algebriche lineari.
La trasformata (unilatera) di Laplace di una generica funzione complessa della variabile reale 𝑡𝑡
∞
definita come 𝑓𝑓: 0; ∞ → ℂ , è data dalla seguente espressione: 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ∫0 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
dove
Notazione: in generale lettere maiuscole si riferiscono alla trasformata di Laplace (si usa 𝐹𝐹
≡ ℒ 𝑓𝑓 )
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Trasformata di Fourier
Si consideri una funzione 𝑓𝑓: ℝ → ℂ di variabile reale 𝑡𝑡 ∈ −∞; ∞ , se la funzione complessa della
variabile reale 𝜔𝜔
∞
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
−∞
Gli spettri di ampiezza e di fase sono continui nel senso che sono funzioni della variabile
reale 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Trasformata Zeta
La trasformata Zeta è un operatore matematico che consente di associare ad una funzione di
variabile intera una funzione nella variabile complessa 𝑧𝑧
Se la funzione
∞
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = � 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘
𝑘𝑘=0
La funzione trasformanda 𝑓𝑓 𝑘𝑘 deve essere definita almeno per 𝑘𝑘 ≥ 0: se fosse definita anche per
𝑘𝑘 < 0 i corrispondenti valori non contribuirebbero al calcolo della trasformata 𝑍𝑍
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
𝐹𝐹 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 = � 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑘𝑘=−∞
funzione 𝑓𝑓 𝑘𝑘
Gli spettri di ampiezza e di fase sono continui nel senso che sono funzioni della variabile
reale 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Operatori matematici
Analisi nel Analisi nel
dominio del tempo dominio della frequenza
ℒ −1 ∙
ℒ∙ Variabile complessa:
Tempo continuo: 𝑡𝑡 ∈ ℝ 𝑠𝑠 ∈ ℂ
ℱ∙
Frequenza:
ℱ −1 ∙ 𝜔𝜔 ∈ ℝ
𝒵𝒵 −1 ∙
𝒵𝒵 ∙ frequenza:
Tempo discreto: 𝑘𝑘 ∈ ℤ
𝜔𝜔 ∈ ℝ
ℱ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 �
𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗
Nota: la trasformata di Fourier 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 è stata descritta come funzione dell’unità immaginaria 𝑗𝑗 e
della variabile reale 𝜔𝜔
In realtà, la trasformata di Fourier è funzione solo della frequenza 𝜔𝜔: questa notazione è
stata adottata proprio per sottolineare la relazione appena vista
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
∞ ∞
Per segnali 𝑓𝑓 𝑘𝑘 nulli per 𝑘𝑘 < 0 dotati di trasformata Zeta con raggio di convergenza 𝜌𝜌̅ < 1
vale la relazione
ℱ ∗ 𝑓𝑓 𝑘𝑘 = 𝒵𝒵 𝑓𝑓 𝑘𝑘 𝑧𝑧=𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 39/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (1 DI 2)
1
Variabile complessa:
𝑠𝑠 ∈ ℂ
𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗
Frequenza:
𝜔𝜔 ∈ ℝ
𝑧𝑧 = 𝑒𝑒 𝑠𝑠𝑠𝑠
frequenza:
𝜔𝜔 ∈ ℝ
𝑧𝑧 = 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗
Variabile complessa:
𝑧𝑧 ∈ ℂ
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
−1 0 0 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = −2 −4 −6 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 1 𝑢𝑢 𝑡𝑡
�
0 2 2 0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 2 −1 1 𝑥𝑥 𝑡𝑡
Verificare che il sistema sia asintoticamente stabile utilizzando le condizioni di stabilità
trovate in funzione
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio svolto
Si consideri il seguente sistema LTI
−1 0 0 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = −2 −4 −6 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 1 𝑢𝑢 𝑡𝑡
�
0 2 2 0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 2 −1 1 𝑥𝑥 𝑡𝑡
Verificare che il sistema sia asintoticamente stabile utilizzando le condizioni di stabilità
trovate in funzione
Esercizio svolto
1. Verifica della stabilità
Diagrammi di cartesiani
Diagrammi polari
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
1. Verifica della stabilità
Gli autovalori del sistema coincidono con le radici del polinomio caratteristico:
𝜆𝜆 0 0 −1 0 0 𝜆𝜆 + 1 0 0
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝜆𝜆𝜆𝜆 − 𝐴𝐴 = det 0 𝜆𝜆 0 − −2 −4 −6 = det 2 𝜆𝜆 + 4 6
0 0 𝜆𝜆 0 2 2 0 −2 𝜆𝜆 − 2
= 𝜆𝜆 + 1 𝜆𝜆 + 4 𝜆𝜆 − 2 + 12 = 𝜆𝜆 + 1 𝜆𝜆2 + 2𝜆𝜆 + 4
Le radici del polinomio (i.e. gli autovalori del sistema) sono quindi
Dato che la parte reale di tutti gli autovalori è strettamente negativa, il sistema è
asintoticamente stabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
1. Verifica della stabilità
𝑇𝑇
𝑠𝑠 + 4 6 2 6 2 𝑠𝑠 + 4
+ det − det + det
−2 𝑠𝑠 − 2 0 𝑠𝑠 − 2 0 −2
1 0 0 𝑠𝑠 + 1 0 𝑠𝑠 + 1 0
= − det + det − det
𝑝𝑝 𝜆𝜆 |𝜆𝜆=𝑠𝑠 −2 𝑠𝑠 − 2 0 𝑠𝑠 − 2 0 −2
0 0 𝑠𝑠 + 1 0 𝑠𝑠 + 1 0
+ det − det + det
𝑠𝑠 + 4 6 2 6 2 𝑠𝑠 + 4
1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 4 0 0
2
= 3 −2 𝑠𝑠 − 2 𝑠𝑠 − 𝑠𝑠 − 2 −6 𝑠𝑠 + 1
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4
−4 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 4
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
1. Verifica della stabilità
1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 4 0 0 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 −1 𝐵𝐵 = 3 2 −1 1 −2 𝑠𝑠 − 2 2
𝑠𝑠 − 𝑠𝑠 − 2 −6 𝑠𝑠 + 1 1
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4
−4 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 4 0
1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 2 + 9𝑠𝑠 + 4
2
= 3 2 −1 1 −2 𝑠𝑠 − 2 + 𝑠𝑠 − 𝑠𝑠 − 2 = 3
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4
−4 + 2 𝑠𝑠 + 1
Il polinomio a denominatore della funzione di trasferimento coincide con il polinomio
caratteristico e quindi gli autovalori del sistema coincidono con i poli della funzione di
trasferimento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
2. Verifica delle proprietà strutturali
1 −1 1
ℛ = 𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 ⋯ 𝐴𝐴 𝑛𝑛−1
𝐵𝐵 = 𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴 𝐵𝐵 = 1 −6
2 14
0 2 −8
Dato che 𝜌𝜌 ℛ = 3 il sistema è completamente osservabile
2 −1 1
𝒪𝒪 = 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝑇𝑇 𝑇𝑇 𝑛𝑛−1 𝑇𝑇 𝑇𝑇 = 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝑇𝑇 𝑇𝑇 2 𝑇𝑇 𝑇𝑇 = 0 6 8
𝐴𝐴 𝐶𝐶 ⋯ 𝐴𝐴 𝐶𝐶 𝐴𝐴 𝐶𝐶 𝐴𝐴 𝐶𝐶
−12 −8 −20
Dato che 𝜌𝜌 𝒪𝒪 = 3 il sistema è completamente osservabile
Il risultato derivato è coerente con il fatto che il polinomio a denominatore della funzione di
trasferimento coincide con il polinomio caratteristico del sistema descritto nello spazio di stato
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
1 17
𝑠𝑠 2 + 9𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 1 + 2𝑠𝑠 1 + 0.125𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 3 ≅ 2 2 ≅
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 4 1 1
1 + 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2
2 4
Il sistema ha quindi le seguenti caratteristiche:
Guadagno statico: 𝐾𝐾 ′ ≅ 1
Due zeri reali distinti: 𝑧𝑧1 = −1/2 e 𝑧𝑧2 ≅ −8 con costanti di tempo 𝜏𝜏1 = 2 e 𝜏𝜏2 ≅ 0.125
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
Diagrammi di cartesiani.
Guadagno statico: 𝐾𝐾 ′ ≅ 1
Per entrambi gli zeri, il contributo al diagramma delle ampiezze è nullo fino a
𝜔𝜔𝜏𝜏𝑖𝑖 = 1
Per entrambi gli zeri, la fase passa da 0° a 90° nell’intervallo 10−1 ∗ 𝜏𝜏𝑖𝑖 ; 101 ∗ 𝜏𝜏𝑖𝑖
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
Diagrammi di cartesiani.
Polo reale: 1 + 𝑠𝑠
0.125 1 2
Poli complessi coniugati: 1 + 2 ∗ 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠
0.5 0.5 2
Per entrambi gli zeri, il contributo al diagramma delle ampiezze è nullo fino a
𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 = 0.5, e poi decresce con pendenza −40𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
1
𝜔𝜔 ∈ 0; : nessun fattore contribuisce al diagramma delle ampiezze
𝜏𝜏1
1 1
𝜔𝜔 ∈ ; : c’è l’effetto dello zero 𝑧𝑧1 e quindi il modulo cresce di +20𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏1 𝜏𝜏3
1
𝜔𝜔 ∈ ; 𝜔𝜔𝑁𝑁 : si aggiunge l’effetto del polo 𝑝𝑝1 e quindi il modulo cresce di +0𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏3
1
𝜔𝜔 ∈ 𝜔𝜔𝑁𝑁 ; : si aggiunge l’effetto dei poli 𝑝𝑝2,3 e quindi il modulo cresce di −40𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏2
1
𝜔𝜔 ∈ ; ∞ : si aggiunge l’effetto dello zero 𝑧𝑧2 e quindi il modulo cresce di −20𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
0 db/dec
0 db/dec
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
10−1
𝜔𝜔 ∈ 0; : nessun fattore contribuisce al diagramma delle fasi
𝜏𝜏1
10−1 10−1
𝜔𝜔 ∈ ; : c’è l’effetto dello zero 𝑧𝑧1 e quindi la fase cresce di +45°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏1 𝜏𝜏3
10−1
𝜔𝜔 ∈ ; 10−1 𝜔𝜔𝑁𝑁 : si aggiunge l’effetto del polo 𝑝𝑝1 e quindi la fase cresce di +0°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏3
10−1
𝜔𝜔 ∈ 10−1 𝜔𝜔𝑁𝑁 ; : si aggiunge l’effetto dei poli 𝑝𝑝2,3 e quindi la fase cresce di −90°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏2
10−1 101
𝜔𝜔 ∈ ; : si aggiunge l’effetto dello zero 𝑧𝑧1 e quindi la fase cresce di −45°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏2 𝜏𝜏1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
101 101
𝜔𝜔 ∈ ; : si esaurisce il contributo dello zero 𝑧𝑧1 e quindi la fase cresce di
𝜏𝜏1 𝜏𝜏3
− 90°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
101
𝜔𝜔 ∈ ; 10𝜔𝜔𝑁𝑁 : si esaurisce il contributo del polo 𝑝𝑝1 e quindi la fase cresce di
𝜏𝜏3
− 45°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
101
𝜔𝜔 ∈ 10𝜔𝜔𝑁𝑁 ; : si esaurisce il contributo dei poli 𝑝𝑝2,3 e quindi la fase cresce di
𝜏𝜏2
+ 45°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
101
𝜔𝜔 ∈ ( ; ∞): si esaurisce il contributo dello zero 𝑧𝑧1 e quindi la fase cresce di 0°/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜏𝜏2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
0°
−90°
10−1 𝑧𝑧1 10−1 𝑝𝑝110−1 𝜔𝜔𝑁𝑁 10−1𝑧𝑧2 10𝑧𝑧1 10𝑝𝑝1 10𝜔𝜔𝑁𝑁 10𝑧𝑧2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
Diagrammi polari. La funzione di trasferimento può essere riscritta nel seguente modo:
1 17
𝑠𝑠 2 + 9𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 1 + 2𝑠𝑠 1 + 0.125𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 3 ≅ 2 2 ≅
𝑠𝑠 + 3𝑠𝑠 2 + 6𝑠𝑠 + 4 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 4 1 1
1 + 𝑠𝑠 1 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2
2 4
La funzione approssimante per 𝜔𝜔 → 0 è
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = 1
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 1 → �
𝑠𝑠→0 ∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = 0
1 𝐹𝐹0 𝑠𝑠
=0
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = → � 𝜋𝜋
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠 ∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = −
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S1
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
Diagrammi polari
Esercizio svolto
3. Rappresentazione grafica della risposta in frequenza
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1 − 0.3
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 2
𝑧𝑧 − 0.3
Calcolare l’espressione della risposta al gradino 𝑦𝑦 𝑘𝑘 utilizzando lo sviluppo di Heaviside e
tracciarne il comportamento qualitativo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
A lezione sono stati presentati 5 metodi indiretti per la verifica della stabilità asintotica tramite
ispezione del polinomio caratteristico di un sistema LTI a tempo discreto
4 criteri forniscono condizioni necessarie mentre il quinto (il criterio di Jury) fornisce condizioni
necessarie e sufficienti.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Soluzione
1° metodo. Verificare se
𝜙𝜙1
< 𝑛𝑛
𝜙𝜙0
Soluzione
2° metodo. Verificare se
−1 𝑛𝑛 𝜙𝜙0 𝜙𝜙 −1 > 0
Dato che
𝜙𝜙0 = 8
𝑛𝑛 = 3
Soluzione
3° metodo. Verificare se
𝜙𝜙0 > 𝜙𝜙1 > ⋯ > 𝜙𝜙𝑛𝑛 > 0
È immediato verificare che tale condizione è verificata e quindi il sistema è asintoticamente stabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Soluzione
4° metodo. Verificare se
𝑛𝑛
𝑛𝑛
Soluzione
Per prima cosa è necessario costruire la tabella (la quale sarà formata da 𝑛𝑛 + 1 = 4 righe)
1 𝑓𝑓1 𝜙𝜙𝑘𝑘−𝑖𝑖+1
𝑔𝑔𝑖𝑖 = det
𝑓𝑓1 𝜙𝜙𝑘𝑘 𝑓𝑓𝑖𝑖
da cui
8 4 2 1
7.9 3.8 1.5
�
𝑔𝑔1 𝑔𝑔2
ℎ1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Dato che il modulo di tutti i poli è strettamente minore di uno, si può concludere che il
sistema è asintoticamente stabile
La risposta al gradino sarà quindi crescente monotona (in virtù delle osservazioni 2 e 3)
e si assesterà sul valore a regime di 10 (in virtù dell’osservazione 1)
1
𝐹𝐹� 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 0.9
Nella prossima slide sono messe a confronto le risposte al gradino dei due sistemi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
Le parti reali dei poli e degli zeri hanno segno opposto: mentre per la funzione di
trasferimento 𝐹𝐹 𝑧𝑧 abbiamo ipotizzato un comportamento monotono, per 𝐹𝐹� 𝑧𝑧 si avrà
un comportamento oscillante
Nella prossima slide l’andamento reale delle due funzioni sono messe a confronto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
1 − 0.3
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 2
𝑧𝑧 − 0.3
Calcolare l’espressione della risposta al gradino 𝑦𝑦 𝑘𝑘 utilizzando lo sviluppo di Heaviside e
tracciarne il comportamento qualitativo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
1 − 0.3
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 2
𝑧𝑧 − 0.3
e l’ingresso
𝑧𝑧
𝑈𝑈 𝑧𝑧 =
𝑧𝑧 − 1
si vuole calcolare l’espressione dell’uscita 𝑦𝑦 𝑘𝑘 .
1 − 0.3 𝑧𝑧
𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹 𝑧𝑧 𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 2
𝑧𝑧 − 0.3 𝑧𝑧 − 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 40/S3
Attività n°: TEORIA DEI SISTEMI (2 DI 2)
1
3
𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝑧𝑧(1 − 0.3) 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑅𝑅0 𝑅𝑅1 𝑧𝑧
=2 =� =2 + + 𝑅𝑅2
𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 0.3 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 3 𝑧𝑧 − 1
𝑖𝑖=1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (1 DI 2)
Problemi di controllo
All’inizio del corso abbiamo visto che un problema di controllo risulta identificato da
Al fine di ottenere il funzionamento desiderato, si assume di poter agire sul processo tramite alcune
variabili, dette variabili di controllo.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Problemi di controllo
FUNZIONAMENTO
DESIDERATO
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Per un sistema da controllare instabile, l’esigenza di rendere stabile il sistema controllato risulta
prioritaria rispetto alle altre prestazioni.
La prima prestazione riguarda l’attenuazione dell’effetto dei disturbi sul valore desiderato della
variabile controllata
La possibilità di rendere più flessibili le modalità di controllo al variare delle condizioni operative,
mantenendo sostanzialmente invariate le prestazioni, costituisce l’obiettivo delle modalità di controllo di
tipo evoluto.
Una volta verificata la stabilità, è capire se il sistema è correttamente dimensionato rispetto alle
specifiche, oppure se è sovradimensionato:
Gli obiettivi seguono la suddivisione gerarchica del sistema complesso da controllare. Le azioni di
controllo avranno obiettivi diversi sulla base del livello gerarchico del sistema complesso:
a livello di apparato, la finalità del controllo è quella di assicurare che le azioni di intervento
relative agli elementi singoli siano applicate in modo da garantire l’ottimizzazione del
funzionamento.
a livello di sottosistema, la finalità del controllo è quella di assicurare che le azioni di controllo
garantiscano una ottimizzazione della conduzione dell’impianto.
a livello di sistema complesso, la finalità del controllo è quella di assicurare che venga raggiunto il
risultato prestabilito con le caratteristiche desiderate e che siano rispettati i vincoli preposti che
caratterizzano il funzionamento desiderato; l’obiettivo è allora quello di ottenere l’ottimizzazione
della produzione.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
La possibilità di rendere più flessibili le modalità di controllo al variare delle condizioni operative,
mantenendo sostanzialmente invariate le prestazioni, costituisce l’obiettivo delle modalità di controllo
di tipo evoluto.
Una volta verificata la stabilità, è capire se il sistema è correttamente dimensionato rispetto alle
specifiche, oppure se è sovradimensionato:
La scelta di una modalità controllo ha un ruolo determinante nella qualità delle prestazioni del sistema
controllato.
L’obiettivo della scelta opportuna della modalità controllo è quello di realizzare sistemi controllati in cui
la qualità delle prestazioni possa essere ottimizzata riducendo il più possibile il costo di realizzazione e
quello di gestione.
Nella conduzione dei sottosistemi e nell’esercizio del sistema controllato complesso le modalità di
funzionamento condizionano la scelta delle modalità di controllo.
Per la progettazione di queste ultime occorre conoscere e sapere applicare metodologie che
esulano da quelle utilizzate nel controllo degli elementi singoli
Le modalità di controllo con queste caratteristiche sono indicate come controllo intelligente.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
La scelta e la progettazione delle modalità di controllo basate sulla conoscenza del funzionamento e del
comportamento statico e dinamico del sistema da controllare richiede una attenta valutazione che
riguarda non solo la scelta della struttura del sistema controllato, delle variabili di intervento e delle
variabili controllate, ma anche la conoscenza dell’influenza dei disturbi sull’andamento della variabile
controllata nonché delle caratteristiche funzionali della strumentazione da impiegare.
Le modalità di controllo possono essere suddivise secondo vari criteri prendendo in considerazione sia
le caratteristiche strutturali e funzionali del sistema da controllare, sia le modalità di intervento che
possono venire applicate per poter raggiungere le finalità desiderate.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Una scelta opportuna delle modalità di controllo, quindi, influenza la qualità delle prestazioni
ottenibili dal sistema controllato.
La scelta delle modalità di controllo richiede una conoscenza approfondita delle possibili modalità di
controllo che possono essere applicate.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (1 DI 2)
L’intensità dell’azione di intervento è fissata tramite attuatori di vario tipo in modo da far si
che che il valore della variabile controllata sia quello desiderato, attribuendo una marginale
importanza all’effetto dei disturbi
Per applicare una modalità di controllo a catena aperta è opportuno conoscere la caratteristica
statica dell’elemento da controllare, già collegato all’attuatore, in modo da poter determinare il
valore della variabile controllata in funzione del valore della variabile di ingresso dell’attuatore.
i disturbi prevedibili sono di entità tale da non provocare uno scostamento del valore
delle variabili controllate superiore a quello fissato dalle specifiche.
Per ottenere che tali condizioni siano soddisfatte il sistema da controllare viene per lo più
sovradimensionato oppure sottoutilizzato:
In entrambi i casi viene degradata l’efficienza e le prestazioni del sistema controllato e ciò
comporta un maggiore costo nella realizzazione e soprattutto nella gestione.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Dispositivo di SISTEMA DA
Elaborazione Operatore CONTROLLARE
Addestrato
Variabile di
Comando
In entrambi i casi, il risultato della azione di intervento può essere solo verificato solo dopo essere
stato somministrato al sistema da controllare:
Nessuna garanzia può essere data sulla possibilità di queste modalità di controllo di
soddisfare le specifiche e le prestazioni desiderate, se non in condizioni operative previste e
prevedibili.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
MISURA DELLE
VARIABILI
CONTROLLATE
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
E’ infatti sufficiente una conoscenza empirica del comportamento del sistema per realizzare
un algoritmo di controllo o per addestrare secondo procedure sistematiche un operatore al
fine di garantire il corretto funzionamento del sistema controllato.
Di contro le modalità di controllo a catena aperta non legano l’azione di intervento con l’effetto
che essa genera nel sistema controllato
L’effetto delle azioni di intervento messe in atto dalle modalità di controllo a catena aperta
possono essere solo verificate a posteriori: se la verifica va a buon fine, il sistema è in
condizioni di funzionamento normali, altrimenti il sistema non sta rispettando le specifiche o
le prestazioni di funzionamento richieste
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Se il sistema infatti evolvesse in maniera molto rapida, fuori specifica, il sistema potrebbe
non funzionare o guastarsi, compromettendo la sicurezza dell’impianto, dell’apparato o del
sottosistema in cui opera fino a minare la sicurezza fisica delle persone.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Nel controllo ad anello chiuso, si possono identificare due sotto categorie: il controllo catena chiusa e il
controllo a controreazione
In entrambi i casi, l’andamento della variabile di comando viene fissato tramite una legge di controllo
progettata in modo che l’elemento controllato possa raggiungere le finalità desiderate. Tale legge di controllo
quindi
determina il valore della variabile di ingresso dell’attuatore in funzione della differenza fra l’andamento
desiderato della variabile controllata (ovvero la variabile di controllo) e quello realmente raggiunto, valutato
in base alla misura diretta della variabile controllata.
esplica una funzione analoga a quella che potrebbe essere affidata all’operatore nel controllo a catena
aperta.
Le finalità del sistema controllato sono concretizzate fissando l’andamento desiderato della variabile controllata,
che assume pertanto il ruolo di variabile di controllo (o variabile di riferimento)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
In figura sono riportagli gli schemi generali di controllo ad anello aperto e anello chiuso
Dispositivo di
elaborazione
Variabile di
Prestazioni + controllo LEGGE DI Variabili di SISTEMA DA Variabile
Desiderate − CONTROLLO forzamento CONTROLLARE controllate
DISPOSITIVO DI
MISURA
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Quando sia l’attuatore che il dispositivo di misura sono di tipo on/off, si parla di controllo a
catena chiusa
Attuatori di tipo on/off possono essere sia analogici (interruttori, valvole, elettrovalvole, relè,
switch, etc.) sia digitali (transistor).
Attuatori di tipo continuo possono essere sia analogici (acceleratori, freni, rubinetti) che digitali
(trimmer, etc.)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
In altre parole, ha senso implementare modalità di controllo ad anello chiuso quando il sistema da
controllare è essere correttamente dimensionato: altrimenti la possibilità di influenzare con la
controreazione le dinamiche secondarie è resa vana dal sovradimensionamento.
Ne segue che è inutile (in quanto inefficace) applicare modalità di controllo ad anello chiuso nei
sistemi sovradimensionati in quanto l’incremento di prestazioni ottenibile non giustifica la
complessità di progettazione legata a tale modalità di controllo: in tali casi le modalità di controllo
a catena aperta sono più efficaci e meno impegnative.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Le modalità di controllo a catena aperta, a catena chiusa e a controreazione con attuatore di tipo on/off sono
quelle più diffuse nella realizzazione dei sistemi controllati in quanto non richiedono una particolare conoscenza né
dei metodi di analisi del comportamento dei sistemi da controllare e di quelli controllati né dei metodi di
progettazione delle leggi di controllo.
In molte applicazioni, il miglioramento della funzionalità del sistema da controllare nel passaggio dal controllo
manuale a quello automatico fa ritenere di secondario interesse il miglioramento della qualità delle prestazioni,
ottenuto applicando modalità di controllo più evolute che hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità delle
prestazioni e delle specifiche e possibilmente di adattarsi ai mutamenti delle condizioni operative e ambientali.
Per rendere operative le modalità di controllo a controreazione con attuatore di tipo continuo occorrono invece
competenze specifiche nell’applicazione di metodi e tecniche sistematiche, tipiche dell’Automatica, basate
sull’analisi del comportamento statico e dinamico sia del sistema da controllare sia del sistema controllato nonché
sulle procedure sistematiche di progettazione delle modalità di controllo. In genere, più elevata è la qualità delle
prestazioni e più approfondita deve essere la competenza degli approcci metodologici nella progettazione delle
modalità di controllo.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
La strumentazione di misura e gli attuatori, così come la modalità di controllo, a seconda della loro
realizzazione, possono avere una caratteristica funzionale ingresso/uscita di tipo on/off oppure di tipo
continuo
Quando viene applicata una modalità di controllo basata su azioni di intervento di tipo continuo, affinché
possa avere efficacia sul comportamento dinamico del sistema da controllare, è necessario che
i dispositivi di misura e gli attuatori abbiano una caratteristica funzionale ingresso/uscita di tipo
continuo
il loro comportamento dinamico risulti più rapido di quello del sistema da controllare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S1
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (1 DI 2)
Si ricorda che una legge di controllo è un algoritmo che viene elaborato dal dispositivo di calcolo
al fine di determinare il valore da assegnare alle variabili di comando degli attuatori.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
SCELTA DELLA
MODALITÀ DI CONTROLLO
SCELTA DELLA
LEGGE DI CONTROLLO
LEGGE DI LEGGE DI
CONTROLLO DI CONTROLLO DI
TIPO EMPIRICO TIPO SISTEMATICO
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Le leggi di controllo di tipo empirico sono ampiamente diffuse ed utilizzate in molti campi
applicativi dell’automazione in cui le finalità principali dei sistemi da controllare sono la corretta
funzionalità e la soddisfazione delle specifiche. Vengono invece accettate le prestazioni che si
riescono ad ottenere essendo solo parzialmente discriminanti per la buona qualità del sistema
controllato.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Tali leggi di controllo richiedono un maggior impegno progettuale, che deve prendere le mosse da
una modellazione accurata del comportamento del sistema da controllare per quanto riguarda
non solo gli aspetti dinamici dominanti ma anche quelli secondari, dal momento che questi ultimi
assumono una importanza rilevante sulla qualità delle prestazioni e sulle specifiche.
In caso di sistemi correttamente dimensionati, in cui sia importante tenere conto delle dinamiche
secondarie che agiscono in fase transitoria, è fondamentale utilizzare un modello astratto più
raffinato (meno approssimato) che permetta quindi di analizzare quei comportamenti dinamici del
sistema non osservabili con l’uso di modelli semplificati, che però incidono in maniera
determinante sulla qualità delle prestazioni ottenibili dal sistema controllato.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
SCELTA DELLA
LEGGE DI CONTROLLO
Una buona qualità delle prestazioni può essere ottenuta fin tanto che il sistema opera nel
contesto delle ipotesi che hanno portato a scegliere quella modalità di controllo. Una qualsiasi
variazione nelle condizioni operative previste potrebbero non fare raggiungere al sistema
controllato il miglioramento desiderato delle prestazioni o anche delle specifiche, fino al
malfunzionamento del sistema controllato.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
L’obiettivo delle modalità di controllo evolute è quello di individuare le azioni di controllo che
avrebbe fatto un operatore esperto nelle stesse condizioni operative e ambientali.
L’impegno del progettista di tali modalità di controllo è allora quello di trasferire al sistema
da controllare quegli aspetti dell’intelligenza umana che risultano essenziali per il
miglioramento delle prestazioni e della flessibilità di impiego attraverso opportuni programmi
basati su algoritmi e procedure di elaborazione in grado riprodurre, per gli aspetti che
interessano il controllo, le qualità di apprendimento e di intervento di un operatore umano
esperto. Tali metodologie sono indicate con il termine di soft computing.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
Qualora infine si voglia applicare un modalità di controllo in grado di valutare le migliori condizioni
operative al fine di ottimizzare gli effetti dell’uso del sistema controllato, si può ricorrere a
metodologie basate su algoritmi evolutivi.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
SCELTA DELLA
Nelle prossime lezioni LEGGE DI CONTROLLO
verranno trattate nel dettaglio
le leggi di controllo di tipo LEGGE DI CONTROLLO LEGGE DI CONTROLLO
DI TIPO EMPIRICO DI TIPO SISTEMATICO
sistematico, elementari,
evolute e consolidate
LEGGE DI CONTROLLO LEGGE DI CONTROLLO
DI TIPO ELEMENTARE DI TIPO EVOLUTO
Sulla base della conoscenza e l’affidabilità del modello matematico in grado di descrivere in
maniera astratta il comportamento statico e dinamico del sistema da controllare: solo se il
modello matematico tiene conto della dinamica secondaria e incerta è opportuno applicare
una legge di controllo di tipo evoluto.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 41/S2
Titolo: MODALITA' DI CONTROLLO (1 DI 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (1 DI 2)
Ordinare, secondo la loro rilevanza, i seguenti obiettivi che un sistema di controllo deve garantire:
Che differenza c’è tra un sistema di controllo a catena chiusa e un sistema di controllo a contro
reazione?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (2 DI 2)
Modalità di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Per applicare una modalità di controllo a catena aperta è opportuno conoscere la caratteristica
statica dell’elemento da controllare, già collegato all’attuatore, in modo da poter determinare il
valore della variabile controllata in funzione del valore della variabile di ingresso dell’attuatore.
i disturbi prevedibili sono di entità tale da non provocare uno scostamento del valore
delle variabili controllate superiore a quello fissato dalle specifiche.
Per ottenere che tali condizioni siano soddisfatte il sistema da controllare viene per lo più
sovradimensionato oppure sottoutilizzato:
In entrambi i casi viene degradata l’efficienza e le prestazioni del sistema controllato e ciò
comporta un maggiore costo nella realizzazione e soprattutto nella gestione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Variabile di ingresso
dell’attuatore Disturbi
(variabile di comando)
Finalità Dispositivo di Attuatore Sistema
desiderat elaborazione da
e programmato controllar
e
Variabile di forzamento
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
la legge di controllo può esser progettata in modo che la variabile di ingresso dell’attuatore tenga
conto anche della sua derivata, in modo da imprimere al sistema da controllare un forzamento
transitorio
La derivata è proporzionale alle variazioni nel tempo della variabile di ingresso, pertanto
addizionarla al valore della variabile di ingresso offre un forzamento transitorio con l’intento di
aumentare l’effetto dell’azione di intervento e quindi di migliorare la prontezza di risposta del
sistema controllato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Disturbi
È nota la caratteristica statica che mette in relazione l’entità del disturbo con la variazione
della variabile controllata
In tale scenario la modalità di controllo a catena aperta può essere progettata in modo da
ottenere che la variabile controllata assuma il valore desiderato nonostante la presenza del
disturbo: Disturbi
Dispositivo di
Andamento prefissato
misura del disturbo
della variabile
controllata
Le prestazioni e le specifiche che possono essere ottenute sono una diretta conseguenza di
queste scelte
La legge di controllo si concretizza in una decisione in logica binaria che consiste nell’imporre
la commutazione dell’attuatore da on ad off quando la variabile controllata supera, anche di
poco, il valore prefissato e da off a on quando deve raggiungerlo.
Tale modalità di controllo può essere resa operativa con un semplice relè elettromeccanico oppure
con una valvola idraulica o con un interruttore statico, realizzato con semiconduttori di potenza
fatti funzionare in commutazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
L’unica specifica che può essere rispettata è quella relativa alla precisione nel raggiungimento del
valore prefissato della variabile controllata, in quanto determinata dalla modalità di realizzazione
del dispositivo di misura di tipo on/off. Disturbi
Andamento desiderato della
variabile controllata Variabile di
comando Variabile di
Variabile forzamento
di errore
occorre sostituire il dispositivo di misura di tipo on/off con uno di tipo continuo
La legge di controllo consiste nell’imporre che l’attuatore commuti da on a off quando la variabile
controllata supera il valore prefissato e da off ad on quanto il valore è inferiore a quello
desiderato.
Per ridurre la frequenza delle commutazioni, la legge di controllo è progettata in modo che la
commutazione sia attivata solo quando la variabile di errore, ottenuta come differenza fra il valore
desiderato della variabile controllata e quello effettivamente raggiunto, supera una zona morta,
inserendo ad esempio una soglia oppure un ciclo di isteresi di caratteristiche opportunamente
prefissate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
1.5 1.5
variabile variabile
controllata controllata
1 1
andamento andamento
desiderato della desiderato della
.5 variabile controllata variabile controllata
.5
variabile di variabile di
forzamento forzamento
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 t (sec) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 t (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Questa modalità di controllo è molto diffusa in quanto molti sistemi da controllare, per poter
soddisfare i vincoli imposti dalle condizioni operative, devono essere sovradimensionati.
Per eliminare l’oscillazione residua sovrapposta alla variabile controllata occorre che il dispositivo
di misura e l’attuatore siano di tipo continuo. Anche la legge da controllo a controreazione deve
essere in grado di assegnare alla variabile di ingresso dell’attuatore un andamento di tipo
continuo.
Le possibilità per realizzare tale legge di controllo dipendono dalle caratteristiche statiche e
dinamiche del sistema da controllare nonché dalle prestazioni e dalle specifiche che devono
essere ottenute dal sistema controllato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Quest’ultima indica il valore della variabile controllata effettivamente raggiunto dal sistema
controllato, eventualmente rafforzato da una opportuna frazione del valore stimato della sua
derivata
Variabile controllata
Variabile di Dispositivo di misura
controreazione di tipo continuo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (2 DI 2)
Per finalizzare meglio la scelta della legge di controllo è fondamentale tener conto del comportamento dinamico del sistema
da controllare e della formulazione del suo modello matematico: è opportuno distinguere nel comportamento dinamico
globale del sistema da controllare la dinamica dominante dalla dinamica secondaria
Entrambe sono collegate all’evoluzione dell’energia immessa nel sistema da controllare e utilizzata per rendere
possibile l’evoluzione, nonché dalla modalità di realizzazione del sistema da controllare e dell’attuatore
La dinamica dominante è facilmente collegabile alle trasformazioni della energia immagazzinata nel sistema da
controllare.
La dinamica secondaria in molte applicazioni dipende dalla dinamica propria dell’attuatore e dalle modalità di
trasferimento dell’energia dalla sorgente di alimentazione primaria al sistema da controllare
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
La dinamica secondaria è sempre e comunque presente nell’insieme costituito dal sistema da controllare e dall’attuatore
in molte applicazioni l’attuatore e/o il dispositivo di misura della variabile controllata possono non essere posizionati
in modo da agire istantaneamente sul sistema da controllare e/o di misurare istante dopo istante il valore della
variabile controllata.
Quando l’attuatore è posizionato ad una certa distanza dal sistema da controllare, la variabile di forzamento non
agisce istantaneamente ma con un certo ritardo di tempo.
Analogamente, se il dispositivo di misura non è posizionato in modo da rilevare il valore istantaneo della variabile
controllata, il valore ottenuto dal dispositivo di misura è quello relativo agli istanti precedenti.
In entrambi i casi è presente un ritardo di tempo, di cui occorre tenere conto nella scelta della legge di controllo. Tale
ritardo di tempo può essere aggregato alla dinamica secondaria.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Una valutazione della rilevanza che può avere la dinamica dominante e la dinamica secondaria sul comportamento dinamico
globale del sistema da controllare può essere ottenuta osservando l’andamento dalla risposta a gradino del sistema da
controllare collegato all’attuatore
La parte iniziale della risposta a gradino è significativa per la dinamica secondaria mentre quella finale per la dinamica
dominante.
In presenza di una variabile di forzamento a gradino, l’analisi nel dominio del tempo della variabile controllata fornisce una
quadro chiaro sulle dinamiche osservabili del sistema controllato:
Dopo un ritardo di tempo il sistema inizia ad evolvere e la dinamica secondaria manifesta il suo effetto sull’andamento
della variabile controllata
Presto la dinamica secondaria esaurisce la propria energia e i fenomeni transitori sono influenzati dalla dinamica
dominante. A regime entrambe le dinamiche si estinguono.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Dinamica dominante
Ritardo di tempo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Le modalità di controllo di tipo evoluto hanno interesse quando nel sistema da controllare la dinamica
secondaria riveste un ruolo non trascurabile per il raggiungimento delle prestazioni e delle specifiche.
In tale situazione può risultare molto conveniente rafforzare il valore misurato della variabile
controllata aggiungendo parte del valore stimato della sua derivata.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Per poter fissare in termini più precisi la qualità delle prestazioni occorre fissare le condizioni
operative di riferimento
In genere, viene preso in considerazione l’andamento della variabile controllata quando il suo
valore desiderato ha un andamento di tipo a gradino e, una volta esaurito il transitorio, viene
applicato un disturbo di tipo a gradino direttamente sulla variabile controllata.
Tali condizioni operative sono significative per poter valutare le prestazioni e le specifiche ma,
nella maggioranza delle applicazioni, non rispecchiano le effettive condizioni di
funzionamento del sistema controllato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
In ordine di importanza, la prestazione sulla fedeltà e la rapidità di risposta ad un ingresso a gradino può essere
soddisfatta applicando una modalità di controllo che garantisca solo l’inseguimento di un valore desiderato di tipo
gradino della variabile controllata ed un’attenuazione dell’effetto di un disturbo di tipo a gradino, applicato
direttamente in corrispondenza della variabile controllata.
Per ottenere un tale comportamento è sufficiente che la variabile di ingresso dell’attuatore sia proporzionale alla
variabile di errore.
Variabile di
Andamento desiderato della comando Variabile di Disturbi
variabile controllata forzamento
Variabile
Misura delle variabili Variabile controllata
di errore
controllate
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Per quanto riguarda l’attenuazione dell’effetto di un disturbo di tipo a gradino, si verifica che
a règime la variabile controllata non assume il valore che aveva prima dell’applicazione del
disturbo ma se ne discosta di una entità indicata ancora come errore a règime
Tale scostamento si riduce con il procedere dell’evoluzione per effetto della controreazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
andamento desiderato
della variabile controllata
variabile di controllata
errore a
régime
tempo
disturbo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
L’entità di tale errore può essere ridotta aumentando il valore della costante di proporzionalità che collega
la variabile di ingresso dell’attuatore all’entità della variabile di errore, ma oltre un certo limite il
comportamento dinamico del sistema controllato diventa inaccettabile.
In molte applicazioni per ottenere una riduzione dell’errore a règime viene sovradimensionato il sistema
da controllare e vengono accettate tutti gli inconvenienti collegati al degrado delle prestazioni.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
La costante di proporzionalità deve essere quindi fissata in modo che, nelle condizioni operative
prevedibili, l’attuatore non vada in saturazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
La maniera più semplice consiste nell'imporre che sia ottenuta da una combinazione lineare del
valore istantaneo sia della variabile di errore sia del suo integrale:
I valori delle costanti di proporzionalità relative al valore istantaneo dell’errore e del suo integrale
devono ovviamente essere fissate in modo da evitare la saturazione dell’attuatore.
Tale modalità di controllo da una parte migliora la fedeltà di risposta nel funzionamento a règime
ma dall’altra rallenta il comportamento transitorio rispetto a quello che può essere ottenuto
applicando una variabile di ingresso dell’attuatore proporzionale alla variabile di errore.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
andamento desiderato
della variabile controllata
Legge di controllo
variabile di controllata
Proporzionale:
errore a
régime
tempo
disturbo
andamento desiderato della variabile controllata
Legge di controllo
Proporzionale e variabile controllata
Integrale:
tempo
disturbo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s1
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Per ottenere che il comportamento dinamico relativo all’andamento effettivamente raggiunto della
variabile controllata abbia caratteristiche differenti da quelle relative all’attenuazione dell’effetto dei
disturbi, occorre che la variabile di controreazione sia ottenuta come una combinazione lineare del valore
istantaneo della variabile controllata e della stima della sua derivata che può essere ottenuta in vari modi
a seconda delle caratteristiche realizzative e funzionali del sistema controllato.
Per ottenere un significativo miglioramento del comportamento dinamico del sistema controllato occorre
che la variabile di ingresso dell’attuatore sia ottenuta da una legge di controllo opportunamente
progettata per raggiungere le finalità desiderate e non solo come una combinazione degli effetti
proporzionale, integrale e derivativo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (2 DI 2)
La dinamica dominante infatti non può essere sostanzialmente modificata con l’applicazione
delle azioni di intervento.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
In genere nelle modalità di controllo di tipo empirico si accetta di penalizzare il tempo di risposta
a gradino del sistema controllato per rispettare funzionalità e specifiche di funzionamento almeno
a regime permanente.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Una modalità di controllo di tipo evoluto deve essere progettata sulla base di un modello astratto
del sistema da controllare in grado di descrivere in maniera affidabile il comportamento dinamico,
tenendo conto sia della dinamica dominante sia della dinamica secondaria.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Si tenga presente che l’entità del forzamento che può essere impresso al sistema da controllare deve essere comunque
limitata in quanto dipende dal dimensionamento dell’attuatore e dal dimensionamento dello stesso sistema da controllare.
Variabile di Variabile di
Variabile di errore forzamento
comando 𝑑𝑑 𝑡𝑡
𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Finalità Attuatore Sistema da 𝑦𝑦 𝑡𝑡
LEGGE DI CONTROLLO
desiderate controllare
Innanzitutto occorre fare una netta distinzione fra i sistemi da controllare in cui le caratteristiche
relative alla dinamica secondaria rimangono costanti da quelli in cui le caratteristiche dinamiche
relative alla dinamica secondaria sono variabili con le condizioni operative e con il tempo o
addirittura sono incerte. Ai fini della progettazione della legge di controllo tale differenza si
concretizza in una differente formulazione del modello astratto da utilizzare per la progettazione
della legge di controllo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Oltre alle caratteristiche relative alla dinamica secondaria occorre tenere conto delle prestazioni
desiderate facendo una netta distinzione fra quelle determinate solo dalla applicazione della
variabile di comando e quelle determinate dai disturbi.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
𝑑𝑑 𝑡𝑡
Andamento ∗
𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 LEGGE DI CONTROLLO 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 Attuatore e 𝑦𝑦 𝑡𝑡
desiderato della CON FORZAMENTO DEL sistema da
variabile controllata TRANSITORIO controllare
Variabile
Misura della variabile controllata controllata
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
1. Si può filtrare il rumore sovrapposto al valore ricavato dal dispositivo di misura e nello stimare la
derivata della variabile controllata.
In tale situazione i disturbi costanti vengono filtrati già in controreazione, pertanto non è
necessario che la legge di controllo sia progettata in modo da poter ottenere un forzamento
transitorio, a tutto vantaggio del dimensionamento dell’attuatore. 𝑑𝑑 𝑡𝑡
Andamento 𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 LEGGE DI CONTROLLO 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 Attuatore e 𝑦𝑦 𝑡𝑡
desiderato della CON FORZAMENTO DEL sistema da
variabile controllata TRANSITORIO controllare
Variabile
Misura della variabile controllata e controllata
stima della sua derivata
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
0 0
0 10 20 t (sec) 0 10 20 t (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Prestazioni dinamiche sostanzialmente analoghe, e per alcuni aspetti anche migliori, possono
essere ottenute con una legge di controllo che non prevede un forzamento transitorio ma
che richiede una controreazione di tipo proporzionale e derivativo.
LE PRESTAZIONI
.5 DELL’ATTUATORE DEVONO .5 VARIABILE DI
ESSERE ADEGUATE AL FORZAMENTO
VARIABILE
FORZAMENTO
0 CONTROLLATA
0
0 10 20 t (sec) 0 10 20 t (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
2. Una seconda modalità per realizzare una modalità di controllo di tipo evoluto consiste nel
rendere operative una controreazione esterna in grado di assicurare la specifica relativa alla
precisione nel funzionamento a regime permanente, quando il valore desiderato della
variabile controllata è mantenuto costante, ed una controreazione interna in grado di influire
sul comportamento dinamico del sistema da controllare.
Per raggiungere tale scopo occorre suddividere la legge di controllo in due parti, una
progettata in modo da migliore il comportamento dinamico del sistema controllato relativo
alla controreazione interna e una seconda progettata modo da fare raggiungere all’intero
sistema controllato le prestazioni e le specifiche desiderate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
d(t)
y*(t) e(t)
LEGGE DI CONTROLLO
RELATIVA ALLA
LEGGE DI CONTROLLO
RELATIVA ALLA m(t) ATTUATORE E - y(t)
SISTEMA DA
+- CONTROREAZIONE +- CONTROREAZIONE
CONTROLLARE +
ESTERNA INTERNA
MISURA DELLA
VARIABILE
INTERMEDIA
CONTROREAZIONE INTERNA
MISURA DELLA
VARIABILE
CONTROLLATA CONTROREAZIONE ESTERNA
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
.5 .5 .5
tempo di tempo di tempo di
risposta risposta risposta
0 0 0
0 5 10 15 t (sec) 0 5 10 15 t (sec) 0 5 10 15 t (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
3. Una terza modalità per realizzare una modalità di controllo di tipo evoluto consiste
nell’effettuare la misura di più variabili interne al sistema da controllare oppure effettuarne la
loro stima in base all’andamento della variabile di ingresso dell’attuatore e della variabile
controllata.
d(t)
y*(t) e(t)
LEGGE DI CONTROLLO
RELATIVA ALLA
LEGGE DI CONTROLLO
RELATIVA ALLA
m(t) ATTUATORE E - y(t)
SISTEMA DA
+- CONTROREAZIONE +- CONTROREAZIONE
CONTROLLARE +
ESTERNA INTERNA
MISURA DELLA
VARIABILE
CONTROLLATA
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
3 3
2 2
1 1
0 0
0 5 10 15 20 25 t (sec) 0 5 10 15 20 25 t (sec)
tempo di risposta tempo di risposta
3 3
2 2
1 1
0 0
0 5 10 15 20 25 t (sec) 0 5 10 15 20 25 t (sec)
tempo di risposta tempo di risposta
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s2
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
Nell’esempio mostrato in precedenze, si è considerato un andamento desiderato della variabile controllata di tipo
a gradino. Sono stati quindi comparati gli andamenti della variabile controllata e della variabile di forzamento per
uno stesso sistema da controllare, in cui sono state applicate le modalità di controllo precedentemente illustrate.
La prestazione dominante è quella di ottenere che la variabile controllata non presenti nessuna sovra elongazione
(per evitare che l’uscita del sistema possa inficiare il funzionamento di elementi posti in cascata) e che il tempo di
risposta sia ridotto al minimo (al fine di ottimizzare i tempi di messa a regime del sistema).
Nessuna delle soluzioni considerate presenta sovra elongazione, quindi hanno tutte una buona fedeltà di risposta.
Ma in termini di prontezza di risposta, si hanno i risultati migliori quando la controreazione tiene conto
dell’andamento di tutte le variabili interne.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 42/s3
Titolo: Modalita' di controllo (2 di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MODALITÀ DI CONTROLLO (2 DI 2)
Descrivere le caratteristiche delle modalità di controllo a catena aperta, catena chiusa e contro
reazione e fare un confronto
Descrivere l’impatto della dinamica dominante e secondaria nella scelta della modalità di controllo
Descrivere da un punto di vista qualitativo la differenza tra una legge di controllo di tipo
Proporzionale
proporzionale e integrale
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
REGOLATORI
Regolatori
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Dispositivo di
Andamento della elaborazione della legge Sistema
Attuatore
variabile di di controllo da
controllo controllar
e
Dispositivo di misura Variabili controllate
delle variabili controllate
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Attualmente questi dispositivi, insieme agli altri realizzati con transistori e/o circuiti integrati, sono
in disuso in quanto le leggi di controllo sono rese operative come un programma, per lo più già
predisposto, in cui occorre solamente fissare il valore numerico dei parametri.
Le prime leggi di controllo a struttura prefissata sono state progettate in modo da poter riprodurre
gli interventi che avrebbe effettuato un operatore preposto alla conduzione di un elemento
singolo, basandosi sulla conoscenza della finalità da fare raggiungere al singolo elemento
controllato nonché sulla stima o sulla misura degli effetti ottenuti sulla variabile controllata.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Per questo motivo tali dispositivi furono denominati regolatori e le leggi di controllo che
riproducono gli interventi di un operatore furono denominate come leggi di regolazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
quando il valore della variabile di errore è elevato, si agisce sulla variabile di ingresso
dell’attuatore in modo proporzionale al valore della variabile di errore in modo da ridurne
l’entità
quando il valore della variabile controllata rimane costante e prossimo a quello desiderato, si
modula l’intensità dell’azione di intervento fino ad annullare il valore della variabile di errore,
attuando pertanto un comportamento integratore
quando l’operatore, per esperienza diretta, conosce il comportamento dinamico del sistema
da controllare è in grado di imprimere anche un forzamento transitorio additivo rispetto al
contributo proporzionale, per ridurre il tempo necessario per fare raggiungere al sistema
controllato le condizioni operative desiderate. Il forzamento transitorio nasconde un principio
derivatore nelle intenzioni dell’operatore, il quale, per esperienza acquisita, conosce come
risponde l’impianto e quindi fornisce uno spunto iniziale più che proporzionale per abbattere
i tempi transitori e per portarsi più rapidamente a regime, ovvero per opporsi con maggior
intensità agli effetti di eventuali disturbi agenti sul sistema controllato.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
REGOLATORE
Struttura in parallelo
Azione
Proporzionale
𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 Variabile di
Variabile 𝑒𝑒 𝑡𝑡 Azione controllo ideale
di errore Integrale
Azione
Derivativa
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Il vantaggio di una realizzazione in serie consiste nell’attenuazione del rumore, quasi sempre
sovrapposto alla variabile di errore, per effetto dell’azione integrale.
REGOLATORE
Struttura in serie
Per impedire che l’attuatore vada in saturazione, si inserisce una non linearità del tipo a
saturazione in corrispondenza della variabile di uscita dalla combinazione lineare dei tre
contributi
Dal momento che l’intervento dell’azione integrale è indispensabile per ottenere che venga
raggiunto il valore desiderato della variabile controllata, quando ha un andamento costante,
conviene che agisca solo quando la variabile di errore è prossima al valore nullo. La non
linearità che permette di ottenere tale risultato è indicata anche come attrattore ed è
strutturata in modo che l’integrazione della variabile di errore sia attivata solo se il suo valore
risulta inferiore ad una entità predefinita.
Un’ulteriore non linearità del tipo a saturazione va posta in corrispondenza della variabile
di uscita dell’integratore in modo da limitarne il suo contributo nella combinazione lineare
con l’azione proporzionale e con l’azione derivativa.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Azione
Integrale
Azione 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡
𝑒𝑒 𝑡𝑡
Proporzionale
Azione
Derivativa
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s1
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
REGOLATORI
Per rendere operativo un regolatore PID è pertanto necessario scegliere i valori dei parametri del
regolatore: tale scelta può essere effettuata
per tentativi, basandosi sulla esperienza e su prove dirette sul sistema controllato
funzionante
Applicando solo un’azione proporzionale possono venire provocate sollecitazioni dannose per l’attuatore,
specialmente se l’andamento desiderato della variabile controllata presenta discontinuità di tipo a gradino e
se sono sovrapposti alla variabile di errore disturbi casuali di entità non trascurabile
Applicando un’azione integrale vengono evitate tali sollecitazione e viene attenuato l’effetto che avrebbero i
disturbi sull’andamento della variabile di ingresso all’attuatore. A tali vantaggi si contrappone un
rallentamento del comportamento dinamico del sistema controllato
Un parziale miglioramento può essere ottenuto diminuendo l’entità dell’azione integrale e introducendo una
azione proporzionale
La predisposizione dei parametri di un regolatore proporzionale e integrale è quella più semplice da applicare in
quanto non richiede particolari competenze nell’Automatica, e per tale motivo risulta molto diffusa.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s1
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
In tali condizioni il valore desiderato della variabile controllata non potrà essere mai
raggiunto, ma sarà sempre presente una differenza di valore finito, se il valore desiderato
della variabile controllata è destinato a rimanere costante.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s1
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Azione
Derivativa 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡
Sistema 𝑦𝑦 𝑡𝑡
𝑢𝑢 𝑡𝑡
Attuatore
Andamento 𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 Azione da
desiderato della Proporzionale controllar
variabile + − e Integrativa e
Variabili
controllata
Dispositivo di misura controllate
delle variabili controllate
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s1
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Dal momento che in molte applicazioni le condizioni operative del sistema da controllare possono
variare durante il funzionamento, per ottenere che il comportamento dinamico possa rimanere
sostanzialmente invariato vengono attivate procedure di adattamento dei parametri.
Quelle più semplici agiscono solo sul valore del guadagno, quelle più evolute anche sul
valore del tempo di azione integrale ed eventualmente dell’azione derivativa.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
REGOLATORI
Prestazioni di un regolatore P
Un regolatore solo proporzionale, dopo un transitorio di media durata, è in grado di inseguire solo
la forma dell’andamento del valore nominale desiderato, ma con un ampio margine di errore.
variabile di
forzamento
1
valore
nominale
0.5 variabile di
forzamento
variabile
controllata effetto del disturbo
prevedibile
0
tempo (sec)
0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Prestazioni di un regolatore I
Messo a confronto con un regolatore solo proporzionale, un regolatore solo integrale mostra un
transitorio più lungo.
Tuttavia, a regime il regolatore solo integrale riesce ad annullare l’errore tra l’andamento
della variabile controllata e il valore nominale desiderato, anche in presenza di un disturbo
prevedibile costante.
Pertanto il regolare solo integrale ha una bassa prontezza di risposta ma una ottima fedeltà
di risposta.
REGOLATORE REGOLATORE
DI TIPO PROPORZIONALE DI TIPO INTEGRALE
1.5 1.5
variabile di variabile di
forzamento forzamento
1 1
valore
nominale
Prestazioni di un regolatore PI
Un regolatore proporzionale-integrale eredita i pregi dei regolatori proporzionale ed integrale ma
non i loro difetti. Pertanto un regolatore PI manifesta una ottima fedeltà di risposta (errore nullo a
regime) a fronte di una buona prontezza di risposta (transitorio relativamente breve).
REGOLATORE
DI TIPO INTEGRALE REGOLATORE
DI TIPO PROPORZIONALE-INTEGRALE
1.5
1.5
variabile di
forzamento
1 variabile di
forzamento
1
1.5 1.5
variabile di variabile di
forzamento forzamento
1 1
0 0
tempo (sec) tempo (sec)
0 50 100 150 200 250 0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
1.5
1.5
variabile di variabile di
forzamento forzamento
1 1
0 0
tempo (sec) tempo (sec)
0 50 100 150 200 250 0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
GRADINO SMUSSATO
REGOLATORE
REGOLATORE
DI TIPO PROPORZIONALE-INTEGRALE
DI TIPO PROPORZIONALE-INTEGRALE
1.5
1.5
variabile di
variabile di forzamento
forzamento 1
1
variabile
controllata
effetto 0.5 valore
0.5 valore
del disturbo variabile nominale
variabile nominale di comando
controllata prevedibile
0 0
tempo (sec) tempo (sec)
0 50 100 150 200 250 0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
GRADINO SMUSSATO
REGOLATORE
DI TIPO PROPORZIONALE-INTEGRALE-DERIVATIVO
REGOLATORE
1.5 DI TIPO PROPORZIONALE-INTEGRALE-DERIVATIVO
1.5
variabile di
forzamento
variabile di
1 forzamento
1
variabile
controllata
0.5 effetto valore
0.5 valore
del disturbo variabile nominale
variabile nominale di comando
controllata prevedibile
0
tempo (sec)
0 50 100 150 200 250
0
tempo (sec)
0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
variabile di
variabile di forzamento
forzamento 1
1
variabile
controllata
0.5 effetto 0.5 valore
valore variabile
del disturbo nominale nominale
variabile di comando
controllata prevedibile
0 0
tempo (sec) tempo (sec)
0 50 100 150 200 250 0 50 100 150 200 250
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
1 1 variabile
di errore
0.5
variabile
controllata
ATTUATORE 0.5
CONTINUO variabile
controllata
0 0
5 10 15 20 tempo (sec) 5 10 15 20 tempo (sec)
portante
-0.5 -0.5 PWM
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
Fra i parametri del regolatore quello che ha maggiore influenza sul comportamento dinamico del
sistema controllato è il guadagno dell’azione proporzionale. Il più delle volte è sufficiente agire su
tale valore per ottenere il risultato desiderato.
Per agire sulla portata di liquido immesso nel serbatoio viene attivata una valvola lineare
attraverso un regolatore di tipo proporzionale. Il livello del serbatoio viene misurato con un
trasduttore di tipo continuo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
il campo di escursione del livello debba variare fra un minimo, prossimo alla condizione di
serbatoio quasi vuoto, ed un massimo, prossimo alla condizione di serbatoio quasi pieno;
entro l’intero campo di escursione le variazioni del livello, corrispondenti ad una variazione a
gradino del valore desiderato, siano caratterizzate da un andamento di tipo esponenziale
senza che si verifichi una sovra elongazione.
Facendo invece variare il guadagno dell’azione proporzionale in funzione del valore attuale
del livello, il comportamento dinamico rimane invariato entro tutto il campo di escursione.
Osservando la caratteristica statica si rileva che non è lineare: ciò è confermato anche
dall’andamento del grafico che fornisce il valore del guadagno intrinseco del sistema da
controllare in funzione del valore del livello.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s2
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
CONTROLLO DI LIVELLO D
DI UN SERBATOIO CILINDRICO
D
Vmax
V*
V (volume)
condizioni
operative Kc
nominali condizioni
operative K*
Vn anomale
dV
K= K c*
dh Kn
Kn
K*
1 1
variabile controllata
.8 in corrispondenza .8
delle condizioni
.6 operative nominali .6 variabile controllata
in corrispondenza
.4 variabile controllata .4 delle condizioni
in corrispondenza operative nominali
.2 delle condizioni ed anomale
operative anomali .2
0 0
0 5 10 15 t (sec) 0 5 10 15 t (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 43/s3
Titolo: Leggi di controllo
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
REGOLATORI
Quali sono le possibili strategie per configurare, su una base empirica, un regolatore?
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Nel caso specifico dei sistemi di controllo, la funzionalità è quella di far inseguire nel modo
migliore possibile ad un generico processo 𝐹𝐹 𝑠𝑠 , un qualsiasi segnale di riferimento 𝑅𝑅 𝑠𝑠
Il segnale di ingresso influenza la risposta del sistema: per poter stabilire se un sistema rispetta
determinate specifiche e prestazioni è fondamentale definire i segnali di ingresso (riferimento,
disturbi, errori di misura, etc.) del sistema controllato
Poiché i sistemi sono, per loro natura, dinamici, le loro specifiche e prestazioni in riferimento ad
una determinata classe di segnali di ingresso sono determinate rispetto
La risposta a regime è quella che persiste per lungo tempo mentre il segnale di ingresso è applicato al sistema.
Essa rappresenta il nuovo equilibrio energetico cui si pone il sistema a seguito della sollecitazione della variabile di
ingresso.
Scegliere tra le infinite possibilità una classe di ingressi di prova può sembrare una azione che limita le possibilità
di esprimere specifiche e prestazioni di un sistema nel dominio del tempo. Tuttavia,
l’impiego di una classe standard di segnali di riferimento permette al progettista della legge di
controllo di poter confrontare differenti soluzioni in competizione a parità di condizioni.
Inoltre, la classe di segnali di riferimento di prova saranno scelti in modo tale che le informazioni estratte
dalla risposta del sistema contengono tutte le informazioni sul comportamento dinamico del sistema e
possono quindi essere studiate ed usate per migliorare la legge di controllo fino a raggiungere gli obiettivi
desiderati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Questa classe di segnali riproducono in uscita, dopo una iniziale fase di regime transitorio,
un segnale che ha lo stesso andamento del segnale di ingresso
𝐴𝐴 𝑡𝑡 ≥ 0 𝐴𝐴 𝑡𝑡
Gradino (o scalino): 𝑟𝑟 𝑡𝑡 = � → 𝑅𝑅 𝑠𝑠 =
0 𝑡𝑡 < 0 𝑠𝑠
𝐴𝐴𝑡𝑡 𝑡𝑡 ≥ 0 𝐴𝐴
Rampa lineare: 𝑟𝑟 𝑡𝑡 = � → 𝑅𝑅 𝑠𝑠 =
0 𝑡𝑡 < 0 𝑠𝑠 2 𝑡𝑡
2
𝑟𝑟 𝑡𝑡 = �𝐴𝐴𝑡𝑡 𝑡𝑡 ≥ 0 → 𝐴𝐴
Rampa parabolica: 𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 2
0 𝑡𝑡 < 0 𝑠𝑠 3
𝑡𝑡
𝑅𝑅 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Tuttavia è possibile definire tale derivata come limite: il segnale ottenuto derivando il
segnale gradino, è detto impulso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Impulso
L’impulso rappresenta un’importante segnale di prova:
1 𝜖𝜖 𝜖𝜖
𝑟𝑟 𝑡𝑡 = �𝜖𝜖 − ≤ 𝑡𝑡 ≤
2 2
0 altrimenti
𝑟𝑟 𝑡𝑡
1
𝜖𝜖
𝑡𝑡
𝜖𝜖 𝜖𝜖
−
2 2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Impulso
𝛿𝛿 𝑡𝑡
Facendo tendere 𝜖𝜖 → 0, si ottiene il segnale impulso unitario 𝛿𝛿 𝑡𝑡 :
1 𝜖𝜖 𝜖𝜖
− ≤ 𝑡𝑡 ≤
𝛿𝛿 𝑡𝑡 = lim 𝑟𝑟 𝑡𝑡 = lim � 𝜖𝜖 2 2
𝜖𝜖→0 𝜖𝜖→0
0 altrimenti 𝑡𝑡
è un segnale ad energia finita e quindi è in grado di immettere energia nel sistema a cui
viene applicato
+∞
� 𝛿𝛿 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 1
−∞
Risposta all’impulso
Si consideri un generico sistema caratterizzato da una funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 soggetto ad
un segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 . L’espressione della trasformata di Laplace del segnale di uscita è
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑡𝑡
−1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 − 𝜏𝜏 𝑢𝑢 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
−∞
Quando il segnale di ingresso è un impulso unitario ne segue che la risposta del sistema
coincide con la funzione di trasferimento nel dominio del tempo (𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≠ 0 solo per 𝜏𝜏 = 0)
Risposta impulsiva
Risposta impulsiva
In virtù delle proprietà del segnale impulso viste, è possibile fare le seguenti osservazioni:
Un qualsiasi segnale 𝑓𝑓 𝑡𝑡 è dato dalla somma di infiniti impulsi, uno per ogni istante di
tempo, la cui ampiezza al tempo 𝑡𝑡 assume proprio il valore della funzione al tempo 𝑡𝑡
Come detto, il segnale impulsivo non può essere ricostruito nella realtà si possono invece ottenere
delle buone approssimazioni di segnali a gradino unitario
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Risposta a gradino
In base a quanto visto, la risposta a gradino contiene tutte le informazioni sulla dinamica del
sistema
Questo risultato è importantissimo per assicurare di poter avere un buon segnale sul quale
poter misurare e verificare le specifiche e le prestazioni della legge di controllo
In realtà, un qualsiasi segnale ottenuto integrando più volte l’impulso può essere usato per
valutare le specifiche e le prestazioni del sistema
Tuttavia, è chiaro che generare un segnale a gradino è di gran lunga più semplice che
realizzare, ad esempio, una perfetta rampa lineare o parabolica
Per questi motivi, nel seguito faremo sempre riferimento alle specifiche e alle prestazioni di un
sistema controllato in funzione di un segnale di ingresso a gradino.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
In questa lezione studieremo il legame tra la risposta a gradino e i poli e gli zeri della
funzione di trasferimento di un sistema
La dinamica di un sistema fisico può esser descritta nel dominio del tempo attraverso
un’equazione differenziale lineare a parametri reali
1 𝑁𝑁 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 + 𝐷𝐷 𝑠𝑠
La risposta a gradino è quindi data dal rapporto dei due polinomi della funzione di
trasferimento, più un polo nell’origine (dovuto al segnale di ingresso a gradino)
L’espressione della risposta al gradino nel dominio del tempo assume quindi la forma
𝑟𝑟 𝑐𝑐
𝑡𝑡 𝑔𝑔−1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = + � 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑒𝑒 −𝑝𝑝𝑖𝑖𝑡𝑡 + � 𝑅𝑅𝑗𝑗 𝑒𝑒 −𝜌𝜌𝑗𝑗 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑖𝑖 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃𝑗𝑗
𝑔𝑔 − 1 !
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
Affinché il sistema
sia stabile 𝑔𝑔 ≤ 1 Affinché il sistema Affinché il sistema sia stabile la
sia stabile 𝑝𝑝𝑖𝑖 < 0 parte reale di coppie di poli
complessi coniugati deve essere
negativa: 𝜌𝜌𝑗𝑗 < 0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
Dato che specifiche e prestazioni di un sistema vengono espresse in funzione della risposta a
gradino (nel regime transitorio e a regime permanente), la posizione dei poli e degli zeri
ricopre un ruolo fondamentale per la verifica delle specifiche e le prestazioni date.
Sulla base di un modello matematico accurato di un sistema è possibile prevedere gli effetti sulla
risposta a gradino (e quindi all’impulso) e modificare la posizione sul piano complesso di poli e
zeri fino a quando le specifiche e le prestazioni desiderate saranno soddisfatto
Tale modifica può esser fatta sintetizzando opportunamente un controllore (una legge di
controllo) che vada a modificare la funzione di trasferimento ad anello chiuso 𝐹𝐹𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑠𝑠
I poli del sistema dovranno esser posizionati in modo tale che i modi naturali ad essi
associati soddisfino le specifiche e le prestazioni
Gli zeri del sistema dovranno esser posizionati in modo tale da variare il peso relativo
dei modi naturali associati ai poli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
La dominanza di tale comportamento è dovuta al fatto che mentre gli altri modi naturali si
estinguono/assestano nel tempo, l’accumulo di energia persiste e quindi nella risposta a
gradino prevale rispetto agli altri modi.
Ogni sistema fisico che presenta accumulo dell’energia ha dei limiti e quindi oltre un
determinato valore critico il sistema non si comporta più linearmente e la validità del modello
matematico viene meno. 𝑦𝑦 𝑡𝑡 1 𝑦𝑦 𝑡𝑡 1
𝐹𝐹𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 2
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
La risposta a gradino di un sistema del primo ordine con un polo reale in −𝑝𝑝 ( 𝑝𝑝 > 0) è
𝑅𝑅 𝑅𝑅
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = , 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 1 − 𝑒𝑒 −𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 𝑝𝑝
Il coefficiente reale 𝑅𝑅 è il residuo associato al polo reale 𝑝𝑝 e dipende dagli zeri della
funzione di trasferimento
Fissato il valore del residuo 𝑅𝑅, al variare della posizione del polo sull’asse reale la risposta al
gradino mostra il seguente comportamento:
Se il polo è positivo, al crescere del modulo (e quindi spostandosi verso destra sull’asse
reale) la risposta al gradino diverge esponenzialmente sempre più rapidamente
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
𝑝𝑝 < 0 𝑝𝑝 > 0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°:
44/s1
Titolo:
Attività n°: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
1
𝑅𝑅 𝑅𝑅 1 𝑅𝑅𝑅𝑅 −
𝑡𝑡
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = = = → 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 𝑝𝑝 𝑠𝑠 1 + 1 𝑠𝑠 𝑠𝑠 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝑝𝑝
Il parametro 𝜏𝜏 ≔ 1/𝑝𝑝, espresso in secondi, è detto costante di tempo e caratterizza la
velocità di assestamento al valore di regime della risposta al gradino: al decrescere del suo
valore la velocità di assestamento cresce
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Poli complessi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 2 + 2𝛼𝛼 + 𝛼𝛼 2 + 𝛽𝛽 2
I coefficienti reali 𝑐𝑐 e 𝑑𝑑 sono ottenuti dai residui (complessi coniugati) associati ai poli
complessi e pertanto dipendono dagli zeri della funzione di trasferimento
La collocazione dei poli complessi 𝑝𝑝1,2 nel piano complesso della variabile 𝑠𝑠 dipende dal
valore assunto da 𝛼𝛼 e da 𝛽𝛽, ovvero dalla parte reale e dalla parte immaginaria dei poli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
È possibile riscrivere i poli 𝑝𝑝1,2 = 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 nel seguente 𝑝𝑝2 = −𝛼𝛼 − 𝑗𝑗𝛽𝛽
modo:
𝑝𝑝1,2 = 𝜌𝜌𝑒𝑒 ±𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑝𝑝1 = 𝜌𝜌𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜃𝜃
dove 𝐼𝐼𝐼𝐼
𝛽𝛽
− arctan 𝛼𝛼 ≤ 0 𝜌𝜌 𝜃𝜃
𝛼𝛼 𝑅𝑅𝑅𝑅
𝜌𝜌 = 𝛼𝛼 2 + 𝛽𝛽 2 , 𝜃𝜃 =
𝛽𝛽 𝜌𝜌 −𝜃𝜃
𝜋𝜋 − arctan 𝛼𝛼 > 0
𝛼𝛼
𝑝𝑝2 = 𝜌𝜌𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝜃𝜃
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
𝑐𝑐 𝑑𝑑
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = +
𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑛𝑛2
𝑐𝑐 𝑑𝑑 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 2 1 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Transitorio Permanente
La risposta a gradino è quindi composta da due termini:
il primo rappresenta una oscillazione smorzata che si annulla nel tempo ed è quindi la parte
transitoria
il secondo termine rappresenta una oscillazione smorzata che si assesta nel tempo ed è
quindi permanente
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
𝑐𝑐
lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = lim � 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡
𝑡𝑡→∞ 𝑡𝑡→∞ 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
𝑑𝑑 1 𝑑𝑑
+ 1 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃 �=
𝜔𝜔𝑛𝑛2 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛2
Allo stesso risultato si poteva arrivare utilizzando il teorema del valore finale:
𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑 𝑑𝑑
lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = lim =
𝑡𝑡→∞ 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠 2 − 𝑠𝑠 𝜌𝜌𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝜌𝜌𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝜌𝜌2 𝜔𝜔𝑛𝑛2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
𝑐𝑐 𝑑𝑑 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 2 1 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
La pulsazione naturale influenza la distanza dei due poli complessi coniugati dall’origine del
piano 𝑠𝑠: maggiore è la pulsazione naturale, più lontani (in modulo) saranno i poli
Il fattore di smorzamento decide la posizione dei poli rispetto all’asse immaginario del piano
𝑠𝑠: minore è lo smorzamento (ovvero più è prossimo allo zero), più i poli saranno vicini
all’asse immaginario e, in modo analogo, maggiore è lo smorzamento (ovvero più è
prossimo all’unità), più i poli saranno lontani dall’asse immaginario ed allineati all’asse reale
1
loro smorzamento.
0
oscillazioni e veloce il loro smorzamento.
0 2 4 6 8 10 12
ω nt (sec)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Risposta al gradino:
𝑐𝑐 𝑑𝑑 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 2 1 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
−𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 = 𝜔𝜔𝑛𝑛 cos 𝜃𝜃 = Re 𝑝𝑝1 = Re 𝑝𝑝2 = −𝛼𝛼 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 = 𝜔𝜔𝑛𝑛 sin 𝜃𝜃 = Im 𝑝𝑝1 = Im 𝑝𝑝2 = 𝛽𝛽
𝑝𝑝1,2 = 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝛽𝛽
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
Se 𝛼𝛼 = 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 < 0 i due poli sono nel semipiano sinistro e si parla di sistema sotto-
smorzato:
La risposta a gradino presenta un’oscillazione che si attenua esponenzialmente e quindi
il sistema è stabile
Quando i poli si allontanano dall’asse immaginario, e quindi all’aumentare in modulo
della loro parte reale, le oscillazioni si attenuano e quindi il transitorio ha durata minore
Se 𝛼𝛼 = 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 = 0 i due poli si trovano sull’asse immaginario e si parla di smorzamento
critico:
La risposta al gradino presenta un’oscillazione permanente
Se 𝛼𝛼 = 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 > 0 i due poli sono nel semipiano destro e si parla di sistema sovra-
smorzato:
La risposta al gradino presenta un’oscillazione divergente e quindi il sistema non è
stabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
Amplitude
Amplitude
0.2 0
-0.2
0
Step Response Step Response
𝛽𝛽 crescente
-0.4 3 300
-0.2
-0.6 200
2
-0.4
-0.8
100
-0.6 -1
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1
0
Time (sec) Time (sec)
Amplitude
Amplitude
0 -100
Amplitude
0
0
-0.5
-1
-0.5
-1.5
-1 -2
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Time (sec) Time (sec)
𝛼𝛼 crescente
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 44/s2
Titolo: Funzionalità, specifiche e prestazioni (1 di 2)
Attività n°: 1
I poli determinano il modo in cui l’energia immessa nel sistema o sottratta dal sistema
attraverso le variabili di ingresso viene accumulata, accumulata e dissipata o
trasformata e dissipata nel sistema
Ad ogni polo è associato un modo naturale che contribuisce alla dinamica del
sistema in evoluzione
Gli zeri sono indice di una relazione differenziale tra la variabile di ingresso e la variabile
di uscita
La variabile di uscita dipende pertanto non solo dal valore istantaneo della
variabile di ingresso, ma anche dal valore della sua derivata 𝑛𝑛-esima, dove 𝑛𝑛 è
pari al grado del polinomio a numeratore della funzione di trasferimento
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Si consideri il contributo di una coppia di poli complessi e coniugati 𝑝𝑝1,2 = 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗: mostrare la
relazione che sussiste tra i coefficienti 𝛼𝛼 e 𝛽𝛽 e lo smorzamento del fattore esponenziale e della
componente oscillatoria della risposta al gradino
𝑠𝑠 − 𝑧𝑧1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 𝛼𝛼 − 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑠𝑠 − 𝛼𝛼 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
Che relazione sussiste tra la parte reale dei poli complessi coniugati 𝑝𝑝1,2 = 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 e il
comportamento nel transitorio della risposta al gradino?
Che relazione sussiste tra la parte immaginaria dei poli complessi coniugati 𝑝𝑝1,2 = 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 e il
comportamento nel transitorio della risposta al gradino?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Errore a regime
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 45
Titolo: FUNZIONALITÀ, SPECIFICHE E PRESTAZIONI (2 DI 2)
Attività n°: 1
𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = lim
𝑠𝑠→0 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
A gradino: 𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴/𝑠𝑠
Con un’opportuna scelta del controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 è infatti possibile far si che la funzione di
anello abbia una costante di errore di posizione pari a
𝐴𝐴
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = < 𝜖𝜖
1 + 𝐿𝐿 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 45
Titolo: FUNZIONALITÀ, SPECIFICHE E PRESTAZIONI (2 DI 2)
Attività n°: 1
𝐴𝐴 𝑄𝑄
𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠
𝑠𝑠 𝐴𝐴𝑠𝑠 𝑁𝑁 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = lim = lim = =0
𝑠𝑠→0 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 𝑄𝑄
𝑠𝑠 𝑁𝑁 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗 + 𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
1 + 𝑁𝑁 𝑖𝑖=1
𝑄𝑄
𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝐴𝐴 𝑄𝑄
𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝐴𝐴𝑠𝑠 𝑁𝑁−1 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = lim = lim 𝑠𝑠 2 =
𝑠𝑠→0 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 𝑄𝑄
𝑠𝑠 𝑁𝑁 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗 + 𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
1 + 𝑁𝑁 𝑖𝑖=1
𝑄𝑄
𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
∏𝑄𝑄
𝑗𝑗=1 𝑝𝑝𝑗𝑗 𝐴𝐴
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 =
𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀
𝑖𝑖=1 𝑧𝑧𝑖𝑖 𝐾𝐾𝑣𝑣
𝐾𝐾𝑣𝑣 ≔ lim 𝑠𝑠𝐿𝐿 𝑠𝑠 è detta costante di velocità ed esiste solo per sistemi di tipo 1
𝑠𝑠→0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 45
Titolo: FUNZIONALITÀ, SPECIFICHE E PRESTAZIONI (2 DI 2)
Attività n°: 1
∏𝑄𝑄
𝑗𝑗=1 𝑝𝑝𝑗𝑗 2𝐴𝐴
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑡𝑡 = 2𝐴𝐴 =
𝐾𝐾 ∏𝑀𝑀
𝑖𝑖=1 𝑧𝑧𝑖𝑖 𝐾𝐾𝑎𝑎
Numero di integratori Ingresso a gradino: Ingresso a rampa Ingresso a rampa Ingresso a rampa:
nel guadagno di 𝒓𝒓 𝒕𝒕 = 𝑨𝑨 lineare: parabolica: 𝒓𝒓 𝒕𝒕 = 𝑨𝑨𝒕𝒕𝒏𝒏
anello 𝑳𝑳 𝒔𝒔 𝑹𝑹 𝒔𝒔 = 𝒔𝒔
𝑨𝑨 𝒓𝒓 𝒕𝒕 = 𝑨𝑨𝑨𝑨 𝒓𝒓 𝒕𝒕 = 𝑨𝑨𝒕𝒕𝟐𝟐 𝒏𝒏!𝑨𝑨
𝑹𝑹 𝒔𝒔 = 𝒔𝒔𝒏𝒏+𝟏𝟏
𝑨𝑨 𝟐𝟐𝟐𝟐
𝑹𝑹 𝒔𝒔 = 𝒔𝒔𝟐𝟐 𝑹𝑹 𝒔𝒔 = 𝒔𝒔𝟑𝟑
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
A seconda del luogo in cui si trovano le radici, il contributo avrà differenti forme: in presenza di
Poli reali non nulli (accumulo o dissipazione di energia) la componente nel tempo alla
risposta a gradino associata a tali poli sarà di tipo esponenziale
Nei sistemi sotto-smorzati che presentano oscillazioni e che quindi hanno delle sovra-
elongazioni oltre il valore di riferimento nel regime transitorio la prontezza di risposta è
misurata con:
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere per la prima volta il valore di riferimento
tempo al picco (peak time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere la massima sovra-elongazione
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per salire dal 10% al 90% del valore di riferimento
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S1
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑀𝑀
Sovra-elongazione
𝑟𝑟 + 𝜖𝜖𝑟𝑟
𝑟𝑟
𝑟𝑟 − 𝜖𝜖𝑟𝑟
𝑡𝑡
𝑇𝑇𝑅𝑅 𝑇𝑇𝑃𝑃 𝑇𝑇𝑆𝑆
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S1
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑟𝑟
𝑟𝑟 − 𝜖𝜖
0.9𝑟𝑟
0.1𝑟𝑟
𝑡𝑡
𝑇𝑇𝑅𝑅 𝑇𝑇𝑆𝑆
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S1
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Spostando nel piano complesso le radici di un sistema si possono ottenere risposte al gradino con
caratteristiche molto differenti tra loro
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Nel caso di un sistema composto da un solo polo reale, la risposta al gradino di ampiezza 𝐴𝐴
è
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏
Data una percentuale di assestamento 𝜖𝜖 da soddisfare, per determinare il tempo di
assestamento 𝑇𝑇𝑆𝑆 si deve risolvere la seguente equazione:
𝑡𝑡 𝑇𝑇𝑆𝑆
𝐴𝐴𝐴𝐴 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏 �𝑇𝑇𝑆𝑆 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 1 − 𝑒𝑒 − 𝜏𝜏 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 1 − 𝜖𝜖
𝑇𝑇𝑆𝑆
Ne segue che 𝑒𝑒 − 𝜏𝜏 = 𝜖𝜖 ossia 𝑇𝑇𝑆𝑆 = −𝜏𝜏 ln 𝜖𝜖
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Esiste quindi una relazione diretta tra la posizione del polo 𝑝𝑝 nell’asse reale e il tempo di
assestamento: per soddisfare la specifica sulla percentuale di assestamento è sufficiente
porre
ln 𝜖𝜖
𝑝𝑝 = − 𝛼𝛼 : −0 < 𝛼𝛼 ≤ −
𝑇𝑇𝑆𝑆
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
2.2
𝛼𝛼 ≥
𝑇𝑇𝑅𝑅
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
ln 𝜖𝜖
Sulla rapidità di risposta si deve porre −0 < 𝛼𝛼 ≤ −
𝑇𝑇𝑆𝑆
2.2
Sulla fedeltà di risposta si deve porre 𝛼𝛼 ≥
𝑇𝑇𝑅𝑅
Unendo questi due vincoli si ottiene la seguente diseguaglianza che chiude quindi in una forbice il
posizionamento del polo reale in un intervallo definito dell’asse reale:
2.2 ln 𝜖𝜖 ln 𝜖𝜖
≤ 𝛼𝛼 ≤ − → 𝑇𝑇𝑆𝑆 ≤ − 𝑇𝑇
𝑇𝑇𝑅𝑅 𝑇𝑇𝑆𝑆 2.2 𝑅𝑅
Quindi tempo di salita e di assestamento non possono essere scelti in maniera totalmente
indipendente l’uno dall’altro
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑐𝑐 𝑑𝑑 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 2 1 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝑡𝑡 + 𝜃𝜃
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
dove i coefficienti reali 𝑐𝑐 e 𝑑𝑑 sono ottenuti dai residui (complessi coniugati) associati ai poli complessi
𝑑𝑑 𝑑𝑑
1 − 𝜖𝜖 ≤ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 ≤ 1 + 𝜖𝜖
𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑛𝑛2
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑐𝑐 𝑑𝑑 1 𝑑𝑑
𝑦𝑦 𝑇𝑇𝑆𝑆 ≅ 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑇𝑇𝑆𝑆 + 2 1− 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑇𝑇𝑆𝑆 ≤ 2 1 − 𝜖𝜖
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛
da cui 𝑑𝑑 1 𝑑𝑑 1
𝑐𝑐 − 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑇𝑇𝑆𝑆 ≤ − 2 𝜖𝜖 𝑐𝑐𝜔𝜔𝑛𝑛 − 𝑑𝑑 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛𝑇𝑇𝑆𝑆 ≤ −𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
1 1 − 𝜁𝜁 2 1 − 𝜁𝜁 2
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 ≥ − ln −𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑇𝑇𝑆𝑆
≤ −𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑇𝑇𝑆𝑆 𝑐𝑐𝜔𝜔𝑛𝑛 − 𝑑𝑑 𝑐𝑐𝜔𝜔𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
Trascurando
il transitorio
(i.e. 𝑐𝑐 = 0)
1 1 𝛽𝛽
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 ≥ − ln 𝜖𝜖 1 − 𝜁𝜁 2 𝛼𝛼 ≥ − ln 𝜖𝜖
𝑇𝑇𝑆𝑆 𝑇𝑇𝑆𝑆 𝜔𝜔𝑛𝑛
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
ln 𝜖𝜖 1 − 𝜁𝜁 2
−𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑇𝑇𝑆𝑆
Range di validità
della
disuguaglianza
1 𝜁𝜁
−1
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Ne segue che
ln 0.02 4
𝑇𝑇𝑆𝑆 ≥ − ≅
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛
Ricordando che 𝑝𝑝1,2 = − 𝛼𝛼 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 si può affermare che la prestazione
sul tempo di assestamento al 2% della risposta al gradino pone un limite inferiore sulla parte
reale dei poli complessi coniugati:
4
𝛼𝛼 ≥
𝑇𝑇𝑆𝑆
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑝𝑝1,2 = ±10𝑗𝑗
𝑝𝑝1,2 = −1 ± 10𝑗𝑗
𝑝𝑝1,2 = −5 ± 10𝑗𝑗
10
−5 −1
−10
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝜋𝜋
𝑇𝑇𝑃𝑃 =
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Per rispettare le prestazioni su un valore dato 𝑇𝑇𝑃𝑃 (massimo) per il tempo di picco è
sufficiente porre La prestazione sul tempo al picco della risposta a
𝜋𝜋 gradino pone quindi un limite inferiore sulla parte
𝛽𝛽 = 𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2 ≥
𝑇𝑇𝑃𝑃
immaginaria dei poli complessi coniugati
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
𝑝𝑝1,2 = −1 ± 𝑗𝑗
𝑝𝑝1,2 = −1 ± 5𝑗𝑗
𝑝𝑝1,2 = −1 ± 10𝑗𝑗
10
5
1
−1 −1
−5
−10
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Il primo requisito sulla massima sovra-elongazione percentuale, pone un vincolo sul valore del
fattore di smorzamento 𝜁𝜁:
𝜁𝜁𝜁𝜁
−
1−𝜁𝜁2
Dovendo imporre 𝑆𝑆% = 100𝑒𝑒 = 5%, si ottiene 𝜁𝜁 ≥ 0.9246
Il secondo requisito sul tempo di assestamento al 2%, pone un vincolo sulla costante di tempo
dei poli, ovvero sulla loro parte reale:
4
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 = 𝛼𝛼 ≥ =1
𝑇𝑇𝑆𝑆
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Prestazioni
sulla massima 𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠) 𝐼𝐼𝐼𝐼(𝑠𝑠)
sovra-
elongazione
𝐼𝐼𝐼𝐼(𝑠𝑠) 𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
𝛼𝛼 = 1
𝛼𝛼 = 1
Prestazioni sul
massimo 𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
tempo di
assestamento
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 45/S2
Titolo: Funzionalità, Specifiche E Prestazioni (2 Di 2)
Attività N°: 1
Semplificazioni
Quanto visto può essere esteso anche al caso di funzioni di trasferimento più complesse in
presenza di poli dominanti
Un altro modo per semplificare l’analisi, è possibile sfruttare meccanismi algebrici per tentare di
rappresentare un sistema particolarmente complesso con sistemi approssimati del primo o del
secondo ordine
𝐺𝐺ℎ𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑠𝑠 𝑀𝑀 𝑠𝑠
=
𝐺𝐺𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑠𝑠 Δ 𝑠𝑠
𝑘𝑘
𝑑𝑑 𝑘𝑘 𝑀𝑀 𝑠𝑠 𝑘𝑘
𝑑𝑑 𝑘𝑘 Δ 𝑠𝑠
𝑀𝑀 𝑠𝑠 = , Δ 𝑠𝑠 =
𝑑𝑑𝑠𝑠 𝑘𝑘 𝑑𝑑𝑠𝑠 𝑘𝑘
I coefficienti 𝑐𝑐𝑖𝑖 e 𝑑𝑑𝑖𝑖 della funzione di trasferimento approssimata si determinano nel
seguente modo: si calcolano, per ogni 𝑞𝑞 = 0,1,2, …
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Mostrare come le misure quantitative descritte nella precedente domanda possono esser tradotte
in condizioni sulla posizione dei poli della funzione di trasferimento del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CRITERIO DI NYQUIST
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = =
1 + 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
La stabilità del sistema controllato dipende quindi dalle radici del polinomio 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
+ +
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠
− −
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
Diagrammi di Nyquist
Di seguito si riportano alcune nozioni già introdotte relative ai diagrammi di Nyquist:
Le funzioni che approssimano il comportamento per i valori limite della frequenza sono
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = lim+ 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹0 𝑠𝑠 𝑒𝑒 𝑗𝑗∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠
𝑠𝑠→0
𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 𝑗𝑗∠𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠
𝑠𝑠→∞
𝑠𝑠 − 𝑧𝑧1 ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑚𝑚
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′
𝑠𝑠 𝑔𝑔 (𝑠𝑠 − 𝑝𝑝1 ) ∙ ⋯ ∙ 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑛𝑛−𝑔𝑔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
Diagrammi di Nyquist
Il modulo 𝐹𝐹0 𝑠𝑠 e la fase ∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠 della funzione approssimante per ω → 0+ sono
𝐾𝐾 ′ 𝑔𝑔 = 0 𝜋𝜋
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = � , ∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠 = ∠𝐾𝐾 ′ − 𝑔𝑔
∞ 𝑔𝑔 ≥ 1 2
Per determinare se la fase iniziale ∠𝐹𝐹0 𝑠𝑠 è in anticipo o in ritardo si calcola
𝑚𝑚 𝑛𝑛−𝑔𝑔
1 1 Δ𝜙𝜙 > 0 anticipo di fase
Δ𝜙𝜙0 = − � + � → � 0
𝑧𝑧𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 Δ𝜙𝜙0 < 0 ritardo di fase
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
𝐾𝐾 ′ 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 = 0 𝜋𝜋
𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 =� , ∠𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 = ∠𝐾𝐾 ′ − 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚
0 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚 ≥ 1 2
Per determinare se la fase finale ∠𝐹𝐹∞ 𝑠𝑠 è in anticipo o in ritardo si calcola
𝑚𝑚 𝑛𝑛
Δ𝜙𝜙 > 0 anticipo di fase
Δ𝜙𝜙∞ = � 𝑧𝑧𝑖𝑖 − � 𝑝𝑝𝑖𝑖 → � ∞
Δ𝜙𝜙∞ < 0 ritardo di fase
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
Criterio di Nyquist
Il criterio di Nyquist fornice una condizione necessaria e sufficiente per la stabilità di un
sistema controllato che risulta molto utile nella progettazione di sistemi di controllo
Premesse:
Sia 𝑃𝑃 il numero di poli della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 con parte reale maggiore di zero
Sia 𝑁𝑁 il numero di giri compiuti dal diagramma di Nyquist della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 intorno
al punto −1; 𝑗𝑗0 - conteggiati positivamente se compiuti in senso antiorario e
negativamente se in senso orario
Se il diagramma passa per il punto −1; 𝑗𝑗0 il valore di 𝑁𝑁 risulta non ben definito
TESI:
Condizione necessaria e sufficiente perché il sistema sia asintoticamente stabile è che 𝑁𝑁 sia
ben definito e risulti 𝑁𝑁 = 𝑃𝑃
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
Criterio di Nyquist
È possibile fare le seguenti osservazioni:
Se 𝑁𝑁 non è ben definito, il sistema retro azionato può essere stabile semplicemente oppure
instabile
Se 𝑁𝑁 è ben definito e 𝑁𝑁 ≠ 𝑃𝑃 il sistema è sicuramente instabile
Nota: il criterio di Nyquist è stato definito per sistemi di controllo come in figura sotto
Nota: nella prima parte del corso abbiamo visto che la connessione in contro reazione di due
sistemi non preserva la stabilità
Due sistemi instabili connessi in contro reazione possono originare un sistema instabile e
viceversa
Il criterio di Nyquist quindi fornisce condizioni per determinare la stabilità asintotica del
sistema controllato
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
𝑠𝑠 − 1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
𝑠𝑠 + 1 2
𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 − 1
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = = = 𝐾𝐾 2
= 𝐾𝐾
1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝐾𝐾 𝑠𝑠 − 1 + 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 𝐾𝐾 − 2 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 + 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
𝐾𝐾 − 2 > 0
� → 𝐾𝐾 > 2 +
𝐾𝐾 + 1 > 0 𝑠𝑠 + 1
𝐾𝐾
− 𝑠𝑠 − 1 2
Verifichiamo tale condizione con il criterio di Nyquist
È necessario adesso verificare che il numero 𝑁𝑁 di giri del diagramma di Nyquist sia pari a
2
1 − 3𝜔𝜔2 𝜔𝜔 3 − 𝜔𝜔2
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐿𝐿 𝑠𝑠 � = 𝐾𝐾 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑠𝑠=𝑗𝑗𝑗𝑗 1 − 𝜔𝜔 2 2 + 4𝜔𝜔 2 1 − 𝜔𝜔 2 2 + 4𝜔𝜔 2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
𝐾𝐾 − 2 > 0
� → 𝐾𝐾 > 2 +
𝐾𝐾 + 1 > 0 𝑠𝑠 + 1
𝐾𝐾
− 𝑠𝑠 − 1 2
Verifichiamo tale condizione con il criterio di Nyquist
È necessario adesso verificare che il numero 𝑁𝑁 di giri del diagramma di Nyquist sia pari a
2
𝐾𝐾
𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 , 𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 = + 𝑠𝑠 + 1
𝑠𝑠 𝐾𝐾
− 𝑠𝑠 − 1 2
0 𝐾𝐾 > 0
𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 , ∠𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = � , Δ𝜙𝜙0 > 0
−𝜋𝜋 𝐾𝐾 < 0
Mentre per 𝜔𝜔 = +∞
𝜋𝜋
− 𝐾𝐾 > 0
2
𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 =0 , ∠𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 = � 3 , Δ𝜙𝜙∞ < 0
− 𝜋𝜋 𝐾𝐾 < 0
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
𝐾𝐾 > 0 𝐾𝐾 < 0
+ 𝑠𝑠 + 1
𝐾𝐾
− 𝑠𝑠 − 1 2
1 − 3𝜔𝜔2 𝜔𝜔 3 − 𝜔𝜔2
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = + 𝑗𝑗
1 − 𝜔𝜔 2 2 + 4𝜔𝜔 2 1 − 𝜔𝜔 2 2 + 4𝜔𝜔 2
si annulla per 𝜔𝜔 ∈ 0, ± 3, ±∞
𝐾𝐾
𝐿𝐿 𝑗𝑗 3 =
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
Se 𝐾𝐾 < 2, 𝑁𝑁 = 1 e il sistema
+ 𝑠𝑠 + 1
non è asintoticamente stabile 𝐾𝐾
− 𝑠𝑠 − 1 2
Se 𝐾𝐾 > 2, 𝑁𝑁 = 𝑃𝑃 = 2 e il
sistema è asintoticamente
stabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 46
Titolo: CRITERIO DI NYQUIST
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CRITERIO DI NYQUIST
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CRITERIO DI NYQUIST
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
Il sistema
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
1
𝐾𝐾 𝐾𝐾
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = =
1 𝐾𝐾 + 𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
1 + 𝐾𝐾
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
Applicando il criterio di Routh si può affermare che il sistema controllato è
asintoticamente stabile se e solo se 𝐾𝐾 = 3
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 46/S2
Titolo: Criterio Di Nyquist
Attività N°: 1
1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 3
1 𝜔𝜔2 + 3 2𝜔𝜔
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐿𝐿 𝑠𝑠 � = 𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 − + 𝑗𝑗
𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 1 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 3 𝜔𝜔 4 + 10𝜔𝜔 2 + 9 𝜔𝜔 4 + 10𝜔𝜔 2 + 9
Per 𝜔𝜔 = 0 si ha
1 𝜔𝜔2 + 3 2𝜔𝜔
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐿𝐿 𝑠𝑠 � = 𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 − 4 + 𝑗𝑗
𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 1 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 3 𝜔𝜔 + 10𝜔𝜔 2 + 9 𝜔𝜔 4 + 10𝜔𝜔 2 + 9
Per 𝜔𝜔 = 0 si ha
Ne segue che per 𝐾𝐾 < 0 il diagramma di Nyquist parte dal semiasse positivo dei
reali e termina nell’origine senza intersecare ulteriormente l’asse dei reali
Per 𝜔𝜔 = 0 si ha
Per 𝐾𝐾 > 0 il diagramma di Nyquist parte dal semiasse negativo dei reali e termina
nell’origine senza intersecare ulteriormente l’asse dei reali
𝐾𝐾 > 0
� 𝐾𝐾 → 𝐾𝐾 > 3
− < −1
3
Per tracciare il diagramma di Nyquist consideriamo le funzioni approssimanti per
𝜔𝜔 → 0+ e 𝜔𝜔 → +∞:
𝐾𝐾
𝐾𝐾 𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = −
𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = − → 3 , Δ𝜙𝜙0 > 0
3
∠𝐿𝐿0 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
𝐾𝐾 𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 = 0
𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 = → , Δ𝜙𝜙∞ < 0
𝑠𝑠 2 ∠𝐿𝐿∞ 𝑠𝑠 = −𝜋𝜋
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 46/S2
Titolo: Criterio Di Nyquist
Attività N°: 1
𝐾𝐾 = 2 → 𝑁𝑁 = 0 ≠ 1 = 𝑃𝑃
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 46/S3
Titolo: Criterio Di Nyquist
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CRITERIO DI NYQUIST
Fornire due esempi in cui sfruttando il criterio di Nyquist è possibile decidere, in un caso, sulla
stabilità asintotica e, nell’altro caso, sull’instabilità del sistema controllato
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
In questa lezione
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = = 𝐿𝐿 𝑠𝑠
1 − 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 1 − 𝐿𝐿 𝑠𝑠 +
Questa condizione è soddisfatta se ∠𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 < 180°: in questo caso, infatti, il diagramma
non intersecherà mai l’asse dei reali. Ne segue che:
Vediamo ora come estendere tale analisi a sistemi controllati in contro reazione caratterizzati
da funzioni di trasferimento d’anello del tipo
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 𝐿𝐿′ 𝑠𝑠
Dove 𝐿𝐿′ 𝑠𝑠 è razionale e 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 modella il ritardo di tempo del sistema 𝐿𝐿′ 𝑠𝑠
nell’applicazione dell’ingresso o nella rilevazione dell’uscita
La presenza del ritardo introduce uno sfasamento negativo che cresce con l’aumentare
di 𝜏𝜏
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
1
𝐿𝐿� 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
1 + 𝑠𝑠
Effettuando la sostituzione 𝑗𝑗𝑗𝑗 → 𝑠𝑠 si ottiene
𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐿𝐿� 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐾𝐾
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
L’introduzione del ritardo introduce uno sfasamento negativo la cui entità dipende in modo
direttamente proporzionale dalla costante 𝜏𝜏
Il valore limite 𝜏𝜏max per cui il sistema diventa instabile dipende anche dal guadagno 𝐾𝐾
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Tali strumenti sono stati introdotti nell’assunzione di trovarsi in condizioni nominali ovvero
assumendo che la funzione di guadagno d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 fosse esatta
Nell’ultima lezione abbiamo visto che un sistema controllato con funzione di guadagno
d’anello
1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 2 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
1 + 𝑠𝑠
È asintoticamente stabile per 𝜏𝜏 = 1 e instabile per 𝜏𝜏 = 2
Una variazione minima nei parametri della funzione di guadagno d’anello può quindi
avere conseguenze importanti sulla proprietà di stabilità asintotica
Stabilità robusta
Si consideri un sistema che, in condizioni nominali, è asintoticamente stabile
Quando un tale sistema rimane stabile anche in presenza di una certa variabilità (o
incertezza) delle condizioni operative si parla di stabilità robusta
Tale proprietà può esser caratterizzata in funzione di alcuni indicatori, detti indicatori di
robustezza:
Gli indicatori di robustezza forniscono una misura quantitativa del grado di incertezza
sul modello del sistema in presenza di cui il sistema mantiene la proprietà di stabilità
Criterio di Nyquist. Sia 𝑃𝑃 il numero di poli della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 con parte reale
maggiore di zero e sia 𝑁𝑁 il numero di giri compiuti dal diagramma di Nyquist della funzione
d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 intorno al punto −1; 𝑗𝑗0 - conteggiati positivamente se compiuti in senso
antiorario e negativamente se in senso orario: condizione necessaria e sufficiente perché
il sistema sia asintoticamente stabile è che 𝑁𝑁 sia ben definito e risulti 𝑁𝑁 = 𝑃𝑃
Per il calcolo esatto di tale indicatore è necessario tracciare in modo esatto il diagramma di
Nyquist (compito non facile in assenza di un calcolatore)
−1; 𝑗𝑗0
Δ𝑚𝑚
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Margine di guadagno
Si consideri un sistema che, in condizioni nominali, è asintoticamente stabile in virtù del criterio di
Nyquist e che, per semplicità, sia tale che
Il diagramma di Nyquist della funzione di guadagno d’anello attraversi l’asse dei reali una
sola volta
Sia 𝐴𝐴 = 𝑥𝑥𝐴𝐴 ; 𝑗𝑗0 tale punto: una misura del grado di stabilità del sistema è data dalla
distanza di tale punto dall’origine
1 1
𝑘𝑘𝑚𝑚 ≔
All’aumentare in modulo del valore 𝑥𝑥𝐴𝐴 𝑥𝑥𝐴𝐴il margine di −1; 𝑗𝑗𝑗 𝑘𝑘𝑚𝑚
Margine di guadagno
Detta 𝜔𝜔
� la frequenza corrispondente al punto 𝐴𝐴, si ha
1
𝑘𝑘𝑚𝑚 = , ∠𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔
� = −180°
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔
�
Il valore del margine di guadagno può quindi esser ricavato direttamente dai diagrammi
di Bode seguendo la seguente procedura:
Individuare la frequenza 𝜔𝜔
� per cui ∠𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔
� = −180°
Margine di guadagno
Si consideri la funzione di guadagno d’anello
1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 3
1 + 𝑠𝑠
Il margine di guadagno, in dB, risulta pari a 𝑘𝑘𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑 = 18.1𝑑𝑑𝑑𝑑
1
𝑘𝑘𝑚𝑚
𝜔𝜔
�
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Margine di guadagno
Si consideri il sistema della precedente slide e si faccia riferimento al sistema di controllo in figura
È facile osservare che per valori di 𝐾𝐾 inferiori a 𝑘𝑘𝑚𝑚 il diagramma di Nyquist non attraversa il
punto critico
Ne segue che il margine di guadagno 𝑘𝑘𝑚𝑚 fornisce una misura del grado di incertezza sul
guadagno d’anello 𝐾𝐾 che il sistema può sopportare senza perdere la proprietà di stabilità
asintotica
+
𝐾𝐾 𝐿𝐿 𝑠𝑠
−
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Margine di fase
Si consideri un sistema che, in condizioni nominali, è asintoticamente stabile in virtù del criterio di
Nyquist e che, per semplicità, sia tale che
Sia 𝐶𝐶 = 𝑥𝑥𝐶𝐶 ; 𝑦𝑦𝐶𝐶 tale punto: una misura del grado di stabilità del sistema è data dalla
distanza di tale punto dal punto critico −1; 𝑗𝑗0
𝑥𝑥𝐶𝐶 ; 𝑦𝑦𝐶𝐶
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Margine di fase
Detta 𝜔𝜔𝑐𝑐 la pulsazione critica, le grandezze rilevanti per il calcolo del margine di fase sono
𝜙𝜙𝑚𝑚 = 180° − 𝜙𝜙𝑐𝑐 , 𝜙𝜙𝑐𝑐 = ∠𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 , 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 =1
La valutazione del margine di fase può quindi esser effettuata agevolmente guardando i
diagrammi di Bode seguendo la seguente procedura:
𝜙𝜙𝑐𝑐
𝜙𝜙𝑚𝑚
𝑥𝑥𝐶𝐶 ; 𝑦𝑦𝐶𝐶
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S1
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Margine di fase
Si consideri la funzione di guadagno d’anello
𝑠𝑠 + 10
𝐿𝐿 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2
Il margine di fase risulta parti a 𝜙𝜙𝑚𝑚 = 70.5°
𝜙𝜙𝑚𝑚
𝜔𝜔𝑐𝑐
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S2
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Stabilità robusta
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S2
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
È facilmente immaginabile situazioni in cui si hanno alti valori del margine di guadagno
associati a valori critici del margine di fase
Nel caso in cui il diagramma di Nyquist della funzione di anello attraversa in più punti l’asse
dei reali, il punto da prendere in considerazione al fine di definire il margine di guadagno è
quello più vicino al punto critico −1; 𝑗𝑗0
Nel caso in cui il diagramma di Nyquist della funzione di anello attraversa in più punti la
circonferenza di raggio unitario centrata nell’origine, il punto da prendere in considerazione
al fine di definire il margine di fase è quello più vicino al punto critico −1; 𝑗𝑗0
Nel caso in cui il diagramma di Nyquist della funzione di anello non attraversa l’asse dei reali,
è lecito assumere che il margine di guadagno sia infinito
Nel caso in cui il diagramma di Nyquist della funzione di anello non interseca la circonferenza
di raggio unitario centrata nell’origine, è lecito assumere che il margine di fase sia infinito
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S2
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
𝜙𝜙𝑚𝑚 = ∞
𝜙𝜙𝑚𝑚 = ∞
𝑘𝑘𝑚𝑚 = ∞ 𝑘𝑘𝑚𝑚 = ∞
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S2
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
Criterio di Bode
Quando la funzione di guadagno d’anello non presenta poli a parte reale positiva, è possibile
utilizzare un criterio alternativo a quello di Nyquist
Premesse:
Sia 𝑃𝑃 = 0 il numero di poli della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 con parte reale maggiore di zero
Si supponga che il diagramma di Bode della funzione d’anello attraversi una sola volta l’asse a
0dB
TESI:
Sono state introdotte estensioni del criterio in modo da coprire un’ampia casistica
Stabilità robusta
Gli indicatori di robustezza introdotti consentono di caratterizzare l’ampiezza delle perturbazioni
che un sistema può sopportare senza perdere la proprietà di stabilità asintotica
Esistono alcuni risultati più generali, detti criteri di stabilità asintotica, che consentono di
decidere sulla stabilità asintotica in presenza di perturbazioni di entità arbitraria
Si parlerà più nel dettaglio di stabilità robusta nel prosieguo del corso
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 47/S3
Titolo: Stabilita' Di Sistemi Controllati
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizio. Per il sistema controllato in contro reazione negativa con funzione di guadagno
d’anello
𝑠𝑠 + 10
𝐿𝐿 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 2 𝑠𝑠 + 4
Il criterio di Nyquist
Il criterio di Bode
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Regolatori (ripasso)
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Sono stati introdotti diversi criteri per la verifica della stabilità di un sistema controllato
Una volta verificato che il sistema sia asintoticamente stabile, è possibile concentrarsi sulle
prestazioni del sistema controllato
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
La prima prestazione riguarda l’attenuazione dell’effetto dei disturbi sul valore desiderato della
variabile controllata
Quando tutte le precedenti prestazioni sono soddisfatte, l’ulteriore miglioramento riguarda la robustezza
di comportamento quando si verificano variazioni limitate del comportamento dinamico del sistema da
controllare rispetto alle condizioni nominali di funzionamento.
Funzionalità
Prestazioni qualità Stabilizzazione
Specifiche
Sovradimensionato Applicazione Di Modalità Di Controllo Di
In condizioni nominali, l’effetto dei Tipo Empirico O Convenzionale;
disturbi prevedibili non altera il Efficienza E Costo Del Sistema Controllato
soddisfacimento delle specifiche Degradati.
Finalità e prestazioni assicurati dal
Correttamente dimensionato
dimensionamento del sistema da controllare;
In funzione delle prestazioni
Specifiche dipendenti dalla scelta della
Senza tener conto dei disturbi
modalità di controllo.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
SCELTA DELLA
LEGGE DI CONTROLLO
LEGGE DI LEGGE DI
CONTROLLO DI TIPO CONTROLLO DI TIPO
EMPIRICO SISTEMATICO
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Le modalità di controllo ad anello aperto vengono anche applicate ai singoli elementi che
realizzano un apparato o un sottosistema quando tale modalità di controllo assicura il rispetto
delle finalità, delle prestazioni e delle specifiche dell’intero sistema controllato; in tutti gli altri casi
le modalità di controllo ad anello chiuso sono da preferirsi.
Per ognuna delle due modalità di controllo sono stati presentate diverse implementazioni e le
relative prestazioni sono state discusse
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
La maniera più semplice consiste nell'imporre che sia ottenuta da una combinazione lineare del
valore istantaneo sia della variabile di errore sia del suo integrale:
I valori delle costanti di proporzionalità relative al valore istantaneo dell’errore e del suo integrale
devono ovviamente essere fissate in modo da evitare la saturazione dell’attuatore.
Tale modalità di controllo da una parte migliora la fedeltà di risposta nel funzionamento a règime
ma dall’altra rallenta il comportamento transitorio rispetto a quello che può essere ottenuto
applicando una variabile di ingresso dell’attuatore proporzionale alla variabile di errore.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Per ottenere che il comportamento dinamico relativo all’andamento effettivamente raggiunto della
variabile controllata abbia caratteristiche differenti da quelle relative all’attenuazione dell’effetto dei
disturbi, occorre che la variabile di controreazione sia ottenuta come una combinazione lineare del valore
istantaneo della variabile controllata e della stima della sua derivata che può essere ottenuta in vari modi
a seconda delle caratteristiche realizzative e funzionali del sistema controllato.
Per ottenere un significativo miglioramento del comportamento dinamico del sistema controllato
occorre che la variabile di ingresso dell’attuatore sia ottenuta da una legge di controllo
opportunamente progettata per raggiungere le finalità desiderate e non solo come una
combinazione degli effetti proporzionale, integrale e derivativo.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
In molte applicazioni, il miglioramento della funzionalità del sistema da controllare nel passaggio
dal controllo manuale a quello automatico fa ritenere di secondario interesse il miglioramento
della qualità delle prestazioni, ottenuto applicando modalità di controllo più evolute che hanno
come obiettivo quello di migliorare la qualità delle prestazioni e delle specifiche e possibilmente di
adattarsi ai mutamenti delle condizioni operative e ambientali.
Per rendere operative le modalità di controllo a controreazione con attuatore di tipo continuo
occorrono invece competenze specifiche nell’applicazione di metodi e tecniche sistematiche,
tipiche dell’Automatica, basate sull’analisi del comportamento statico e dinamico sia del sistema
da controllare sia del sistema controllato nonché sulle procedure sistematiche di progettazione
delle modalità di controllo. In genere, più elevata è la qualità delle prestazioni e più approfondita
deve essere la competenza degli approcci metodologici nella progettazione delle modalità di
controllo.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Le prime leggi di controllo a struttura prefissata sono state progettate in modo da poter
riprodurre gli interventi che avrebbe effettuato un operatore preposto alla conduzione di un
elemento singolo, basandosi sulla conoscenza della finalità da fare raggiungere al singolo
elemento controllato nonché sulla stima o sulla misura degli effetti ottenuti sulla variabile
controllata.
Per questo motivo tali dispositivi furono denominati regolatori e le leggi di controllo che
riproducono gli interventi di un operatore furono denominate come leggi di regolazione.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
quando il valore della variabile di errore è elevato, si agisce sulla variabile di ingresso
dell’attuatore in modo proporzionale al valore della variabile di errore in modo da ridurne
l’entità
quando il valore della variabile controllata rimane costante e prossimo a quello desiderato, si
modula l’intensità dell’azione di intervento fino ad annullare il valore della variabile di errore,
attuando pertanto un comportamento integratore
quando l’operatore, per esperienza diretta, conosce il comportamento dinamico del sistema
da controllare è in grado di imprimere anche un forzamento transitorio additivo rispetto al
contributo proporzionale, per ridurre il tempo necessario per fare raggiungere al sistema
controllato le condizioni operative desiderate. Il forzamento transitorio nasconde un principio
derivatore nelle intenzioni dell’operatore, il quale, per esperienza acquisita, conosce come
risponde l’impianto e quindi fornisce uno spunto iniziale più che proporzionale per abbattere
i tempi transitori e per portarsi più rapidamente a regime, ovvero per opporsi con maggior
intensità agli effetti di eventuali disturbi agenti sul sistema controllato.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
La derivata viene valutata per lo più come rapporto incrementale sulla base dell’andamento
della variabile di errore in rapporto al comportamento dinamico del sistema da controllare e
non al valore della derivata numerica del valore istantaneo della variabile di errore
I coefficienti della combinazione lineare sono i parametri di tale legge di controllo e sono indicati
come:
guadagno dell’azione proporzionale: garantisce l’inseguimento dell’andamento
desiderato della variabile controllata da parte della variabile controllata
guadagno dell’azione integrale: garantisce l’attenuazione dell’effetto dei disturbi nel
comportamento a regime
guadagno dell’azione derivativa : garantisce migliori prestazioni nell’inseguimento
dell’andamento desiderato della variabile controllata da parte della variabile controllata;
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Invece del guadagno dell’azione proporzionale viene indicato come parametro il suo inverso
con la denominazione di banda proporzionale.
Invece del guadagno dell’azione integrale viene indicato come parametro il valore
dell’intervallo di tempo necessario affinché l’effetto dell’azione integrale eguagli quello
dell’azione proporzionale se la variabile di errore ha un andamento di tipo costante. Tale
parametro è denominato tempo dell’azione integrale.
Invece del guadagno dell’azione derivativa viene indicato come parametro il valore
dell’intervallo di tempo necessario affinché l’effetto dell’azione proporzionale eguagli quello
dell’azione derivativa se la variabile di errore ha un andamento linearmente crescente nel
tempo. Tale parametro è denominato tempo dell’azione derivativa.
I valori di tali parametri hanno un campo di escursione limitato che va scelto in funzione del
comportamento dinamico del sistema da controllare (ad eccezione della banda proporzionale)
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
REGOLATORE
Struttura in parallelo
Azione
Proporzionale
𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 Variabile di
Variabile 𝑒𝑒 𝑡𝑡 Azione controllo ideale
di errore Integrale
Azione
Derivativa
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Il vantaggio di una realizzazione in serie consiste nell’attenuazione del rumore, quasi sempre
sovrapposto alla variabile di errore, per effetto dell’azione integrale.
REGOLATORE
Struttura in serie
Per impedire che l’attuatore vada in saturazione, si inserisce una non linearità del tipo a
saturazione in corrispondenza della variabile di uscita dalla combinazione lineare dei tre
contributi
Dal momento che l’intervento dell’azione integrale è indispensabile per ottenere che venga
raggiunto il valore desiderato della variabile controllata, quando ha un andamento costante,
conviene che agisca solo quando la variabile di errore è prossima al valore nullo. La non
linearità che permette di ottenere tale risultato è indicata anche come attrattore ed è
strutturata in modo che l’integrazione della variabile di errore sia attivata solo se il suo valore
risulta inferiore ad una entità predefinita.
Un’ulteriore non linearità del tipo a saturazione va posta in corrispondenza della variabile
di uscita dell’integratore in modo da limitarne il suo contributo nella combinazione lineare
con l’azione proporzionale e con l’azione derivativa.
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Azione
Integrale
Azione 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡
𝑒𝑒 𝑡𝑡
Proporzionale
Azione
Derivativa
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S1
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
A tal proposito, sono state introdotte delle classi particolari di ingressi che possono esser sfruttati
per definire le prestazioni di un sistema
Il segnale di ingresso, infatti, influenza la risposta del sistema: per poter stabilire se un sistema
rispetta determinate specifiche e prestazioni è fondamentale definire i segnali di ingresso
(riferimento, disturbi, errori di misura, etc.) del sistema controllato
Poiché i sistemi sono, per loro natura, dinamici, le loro specifiche e prestazioni in riferimento ad
una determinata classe di segnali di ingresso sono determinate rispetto
Questa classe di segnali riproducono in uscita, dopo una iniziale fase di regime transitorio,
un segnale che ha lo stesso andamento del segnale di ingresso
𝑝𝑝 < 0 𝑝𝑝 > 0
Abbiamo inoltre studiato come variano le prestazioni di un sistema al variare della costante di tempo:
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S1
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
Amplitude
Amplitude
0.2 0
-0.2
0
Step Response Step Response
𝛽𝛽 crescente
-0.4 3 300
-0.2
-0.6 200
2
-0.4
-0.8
100
-0.6 -1
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1
0
Time (sec) Time (sec)
Amplitude
Amplitude
0 -100
Amplitude
0
0
-0.5
-1
-0.5
-1.5
-1 -2
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Time (sec) Time (sec)
𝛼𝛼 crescente
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S1
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Nei sistemi sotto-smorzati che presentano oscillazioni e che quindi hanno delle sovra-
elongazioni oltre il valore di riferimento nel regime transitorio la prontezza di risposta è
misurata con:
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere per la prima volta il valore di riferimento
tempo al picco (peak time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere la massima sovra-elongazione
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per salire dal 10% al 90% del valore di riferimento
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S1
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Spostando nel piano complesso le radici di un sistema si possono ottenere risposte al gradino con
caratteristiche molto differenti tra loro
Per questo motivo, è stato introdotto il criterio di Nyquist per la verifica di un sistema controllato:
Criterio di Nyquist. Sia 𝑃𝑃 il numero di poli della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 con parte reale
maggiore di zero e sia 𝑁𝑁 il numero di giri compiuti dal diagramma di Nyquist della funzione
d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 intorno al punto −1; 𝑗𝑗0 - conteggiati positivamente se compiuti in senso
antiorario e negativamente se in senso orario. Condizione necessaria e sufficiente perché
il sistema sia asintoticamente stabile è che 𝑁𝑁 sia ben definito e risulti 𝑁𝑁 = 𝑃𝑃
1
−1; 𝑗𝑗𝑗 −1; 𝑗𝑗𝑗 𝑘𝑘𝑚𝑚 −1; 𝑗𝑗𝑗
Δ𝑚𝑚 𝜙𝜙𝑐𝑐
𝜙𝜙𝑚𝑚
𝑥𝑥𝐴𝐴
𝑥𝑥𝐶𝐶 ; 𝑦𝑦𝐶𝐶
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S2
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1+ 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛
Si definiscano il fattore di smorzamento 𝜁𝜁 e la pulsazione naturale affinché
Utilizzando il criterio di Nyquist, verificare che il sistema controllato in contro reazione sia
asintoticamente stabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Corso Di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 48/S3
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (6)
Attività N°: 1
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 48).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzioni di sensitività
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
In questo nucleo l’attenzione sarà concentrata sulle prestazioni dei sistemi controllati e, in
particolare, verranno affrontati i seguenti temi:
Per caratterizzare tali proprietà verranno introdotto delle funzioni di sensitività che consentono di
mettere in luce l’effetto dei segnali esogeni (esterni) rispetto alle variabili di interesse
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Uno dei primi obiettivi di uno schema di controllo è far si che l’errore a regime tra la
variabile di riferimento e il valore misurato sia quanto più contenuto
L’errore a regime viene calcolato per valori fissati degli input esogeni (esterni) i.e. del
segnale di riferimento e dei disturbi
Funzioni di sensitività
Si consideri lo schema di controllo in figura. In virtù di quanto detto, è utile investigare l’effetto
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑦𝑦 = 𝑟𝑟 − 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
1 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑒𝑒 = 𝑟𝑟 + 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑛𝑛 𝑑𝑑
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + − CONTROLL 𝑢𝑢 PROCESS + + 𝑦𝑦
− ORE O
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
Funzione di Sensitività 𝑆𝑆 𝑠𝑠
1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 1
= =− =
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒆𝒆 1 𝒆𝒆 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒆𝒆 1
= = =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
risulta evidente il ruolo delle seguenti funzioni di trasferimento
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 1
= =− =
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒆𝒆 1 𝒆𝒆 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒆𝒆 1
= = =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
risulta evidente il ruolo delle seguenti funzioni di trasferimento
Funzioni di sensitività
È utile, inoltre, investigare l’effetto degli ingressi esogeni (i.e. dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di
riferimento 𝑟𝑟) sul segnale di controllo 𝑢𝑢
𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑢𝑢 = 𝑟𝑟 − 𝑑𝑑 − 𝑛𝑛
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠
= =− =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
È utile, inoltre, investigare l’effetto degli ingressi esogeni (i.e. dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di
riferimento 𝑟𝑟) sul segnale di controllo 𝑢𝑢
𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑢𝑢 = 𝑟𝑟 − 𝑑𝑑 − 𝑛𝑛
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑢𝑢 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢 1
= =− =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
Ricordando che le prestazioni dinamiche in condizioni nominali sono tipicamente riguardano
La risposta ai disturbi e
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 𝐷𝐷 𝑠𝑠
𝐸𝐸 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠
È facile verificare che tra le funzioni di sensitività sussistono le seguenti relazioni:
𝑄𝑄 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 , 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 + 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
Come facilmente osservabile, la trasformata di Laplace del segnale di uscita è
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠 + 𝑆𝑆 𝑠𝑠 𝐷𝐷 𝑠𝑠 − 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
Si considerino i requisiti ideali
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 1 e 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 0
discussi
1 1
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim =0 lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = lim =1
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim =0
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Di contro, se 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 0
Essendo
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
𝐾𝐾 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑡𝑡𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑛𝑛
𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
𝐾𝐾 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑡𝑡𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖
1+
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑖𝑖
Per 𝑠𝑠 → 0 si ha
𝐾𝐾 0 𝑔𝑔 < 0
𝑠𝑠 𝑔𝑔 𝐾𝐾 𝐾𝐾
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim = lim 𝑔𝑔 =� 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
1 + 𝑔𝑔
𝑠𝑠 1 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
0 𝑔𝑔 < 0
𝐴𝐴 𝐾𝐾 𝐾𝐾
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑔𝑔 = �𝐴𝐴 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
𝐴𝐴 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la fedeltà della risposta a regime è
perfetta (il guadagno statico è unitario)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
0 𝑔𝑔 < 0
𝑁𝑁 𝐾𝐾 𝐾𝐾
𝑒𝑒∞ = lim 𝑠𝑠𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁 lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁 lim 𝑔𝑔 = �𝑁𝑁 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
𝑁𝑁 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 < 𝟎𝟎, l’effetto del disturbo (costante) sul segnale di errore a regime è nullo
Per 𝑔𝑔 = 0, l’attenuazione del disturbo non è buona e si ha solo per valori molto
piccoli di 𝐾𝐾
In altre parole
Per avere un’ottima fedeltà della risposta a regime è necessario avere 𝑔𝑔 > 0
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzioni di sensitività
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
In questo nucleo l’attenzione sarà concentrata sulle prestazioni dei sistemi controllati e, in
particolare, verranno affrontati i seguenti temi:
Per caratterizzare tali proprietà verranno introdotto delle funzioni di sensitività che consentono di
mettere in luce l’effetto dei segnali esogeni (esterni) rispetto alle variabili di interesse
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Uno dei primi obiettivi di uno schema di controllo è far si che l’errore a regime tra la
variabile di riferimento e il valore misurato sia quanto più contenuto
L’errore a regime viene calcolato per valori fissati degli input esogeni (esterni) i.e. del
segnale di riferimento e dei disturbi
Funzioni di sensitività
Si consideri lo schema di controllo in figura. In virtù di quanto detto, è utile investigare l’effetto
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑦𝑦 = 𝑟𝑟 − 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
1 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑒𝑒 = 𝑟𝑟 + 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑛𝑛 𝑑𝑑
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + − CONTROLL 𝑢𝑢 PROCESS + + 𝑦𝑦
− ORE O
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
Funzione di Sensitività 𝑆𝑆 𝑠𝑠
1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 1
= =− =
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒆𝒆 1 𝒆𝒆 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒆𝒆 1
= = =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
risulta evidente il ruolo delle seguenti funzioni di trasferimento
Funzioni di sensitività
È utile investigare l’effetto
𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒚𝒚 1
= =− =
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒆𝒆 1 𝒆𝒆 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝒆𝒆 1
= = =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
risulta evidente il ruolo delle seguenti funzioni di trasferimento
Funzioni di sensitività
È utile, inoltre, investigare l’effetto degli ingressi esogeni (i.e. dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di
riferimento 𝑟𝑟) sul segnale di controllo 𝑢𝑢
𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑢𝑢 = 𝑟𝑟 − 𝑑𝑑 − 𝑛𝑛
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝒖𝒖 𝐶𝐶 𝑠𝑠
= =− =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
È utile, inoltre, investigare l’effetto degli ingressi esogeni (i.e. dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di
riferimento 𝑟𝑟) sul segnale di controllo 𝑢𝑢
𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑢𝑢 = 𝑟𝑟 − 𝑑𝑑 − 𝑛𝑛
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑢𝑢 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢 1
= =− =−
𝑟𝑟 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑛𝑛 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑑𝑑 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
Ricordando che le prestazioni dinamiche in condizioni nominali sono tipicamente riguardano
La risposta ai disturbi e
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 𝐷𝐷 𝑠𝑠
𝐸𝐸 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠
È facile verificare che tra le funzioni di sensitività sussistono le seguenti relazioni:
𝑄𝑄 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 , 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 + 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Funzioni di sensitività
Come facilmente osservabile, la trasformata di Laplace del segnale di uscita è
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠 + 𝑆𝑆 𝑠𝑠 𝐷𝐷 𝑠𝑠 − 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠
Funzioni di sensitività
Si considerino i requisiti ideali
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 1 e 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 0
discussi
1 1
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim =0 lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = lim =1
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim =0
𝑠𝑠→∞ 𝑠𝑠→∞ 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Di contro, se 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 0
Essendo
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
𝐾𝐾 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑡𝑡𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑛𝑛
𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
𝐾𝐾 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑡𝑡𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖
1+
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑖𝑖
Per 𝑠𝑠 → 0 si ha
𝐾𝐾 0 𝑔𝑔 < 0
𝑠𝑠 𝑔𝑔 𝐾𝐾 𝐾𝐾
lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = lim = lim 𝑔𝑔 =� 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
1 + 𝑔𝑔
𝑠𝑠 1 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
0 𝑔𝑔 < 0
𝐴𝐴 𝐾𝐾 𝐾𝐾
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑔𝑔 = �𝐴𝐴 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
𝐴𝐴 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la fedeltà della risposta a regime è
perfetta (il guadagno statico è unitario)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
0 𝑔𝑔 < 0
𝑁𝑁 𝐾𝐾 𝐾𝐾
𝑒𝑒∞ = lim 𝑠𝑠𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁 lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁 lim 𝑔𝑔 = �𝑁𝑁 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
𝑁𝑁 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 < 𝟎𝟎, l’effetto del disturbo (costante) sul segnale di errore a regime è nullo
Per 𝑔𝑔 = 0, l’attenuazione del disturbo non è buona e si ha solo per valori molto
piccoli di 𝐾𝐾
In altre parole
Per avere un’ottima fedeltà della risposta a regime è necessario avere 𝑔𝑔 > 0
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Essendo
𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
1 + 𝐿𝐿
𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠
Si può affermare che
Gli zeri della funzione di sensitività complementare coincidono con quelli della
funzione di guadagno d’anello
Essendo
𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
1 + 𝐿𝐿
𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠
Si può affermare che
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Avendo assunto che la funzione di guadagno d’anello sia asintoticamente stabile, il modulo
della funzione 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 è approssimabile con
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ≅�
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Secondo tale approssimazione, la funzione di sensitività complementare si comporta
come un filtro passa-basso con guadagno unitario; il valore della pulsazione critica 𝜔𝜔𝐶𝐶
fornisce una stima dell’estremo superiore della banda passante di tale filtro
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
Tipicamente le specifiche sulla fedeltà di risposta sono relative alle basse frequenze e che il
segnale di disturbo agisce alle alte frequenze
Il segnale viene riprodotto fedelmente nella banda 0; 𝜔𝜔𝐶𝐶 , dove tale specifica ha senso
complementare in corrispondenza
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝐶𝐶 1 1 1
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝜔𝜔𝐶𝐶 = = = =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝐶𝐶 1 + 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜙𝜙𝐶𝐶 1 + cos 𝜙𝜙𝐶𝐶 + 𝑗𝑗 sin 𝜙𝜙𝐶𝐶 1 + cos 𝜙𝜙𝐶𝐶 2 + sin2 𝜙𝜙𝐶𝐶
Fase critica
1 1
= =
1 + 2 cos 𝜙𝜙𝐶𝐶 + cos 2 𝜙𝜙𝐶𝐶 + sin2 𝜙𝜙𝐶𝐶 1 + 2 cos 𝜙𝜙𝐶𝐶 + cos2 𝜙𝜙𝐶𝐶 + 1 − cos 2 𝜙𝜙𝐶𝐶
1 1 1 1
= = = =
2 1 + cos 𝜙𝜙𝐶𝐶 2 1 + cos 180° − 𝜙𝜙𝑀𝑀 2 1 − cos 𝜙𝜙𝑀𝑀 𝜙𝜙𝑀𝑀
2 1 − cos 2
2
𝜙𝜙𝑀𝑀 ≔ 180° − 𝜙𝜙𝐶𝐶 margine di fase
1 1 1
= = =
𝜙𝜙𝑀𝑀 𝜙𝜙 𝜙𝜙𝑀𝑀 𝜙𝜙𝑀𝑀
2 1 − cos 2 + sin2 𝑀𝑀 4 sin2 2 sin
2 2 2 2
Formule di duplicazione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
1
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
2𝜁𝜁 𝜔𝜔 2
1+ 𝑗𝑗𝑗𝑗 − 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑛𝑛
In corrispondenza della pulsazione critica si avrebbe 𝜔𝜔𝑛𝑛 = 𝜔𝜔𝐶𝐶 = 𝜔𝜔 da cui
1 1
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 = =
𝑗𝑗 2𝜁𝜁 2𝜁𝜁
𝜙𝜙𝑀𝑀
𝜁𝜁 = sin
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
𝜙𝜙𝑀𝑀
𝜁𝜁 = sin
2
Viste le diverse assunzioni fatte (𝜔𝜔𝑛𝑛 = 𝜔𝜔𝐶𝐶 , sistema controllato asintoticamente stabile
senza zeri e con una coppia di poli complessi coniugati, …) è necessario tenere a mente
che tale espressione è solo un’indicazione
Tale indicazione lega un importante parametro (lo smorzamento 𝜁𝜁) con una quantità
facilmente identificabile tracciando i diagrammi di Bode della funzione di guadagno di
anello
𝜙𝜙𝑀𝑀
𝜁𝜁 = sin
2
Tale espressione può esser considerata valida (pur con le dovute attenzioni già
menzionate) per valori del margine di fase inferiore ai 75°
Per 𝜙𝜙𝑀𝑀 > 75° è lecito ipotizzare che la funzione di sensitività complementare
possieda un polo dominante reale
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sull’errore a regime
Discutere in che modo è possibile legare le prestazioni dinamiche del sistema controllato alla
struttura della funzione di sensitività complementare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 49/S3
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sull’errore a regime
Discutere in che modo è possibile legare le prestazioni dinamiche del sistema controllato alla
struttura della funzione di sensitività complementare
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzione di Sensitività 𝑆𝑆 𝑠𝑠
1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
1 1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 ≔ =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Abbiamo già visto che tale situazione ideale è irrealizzabile: essendo una funzione
strettamente propria per 𝑠𝑠 → ∞ si ha 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 1
Quello che si può invece ottenere è una limitazione del modulo della funzione di sensitività in
corrispondenza delle frequenze in cui si suppone che i disturbi agiscano
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Essendo
1 1 1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
𝐾𝐾 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑡𝑡𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑛𝑛 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑛𝑛
𝑖𝑖
1+
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑛𝑛𝑖𝑖
Per 𝑠𝑠 → 0 si ha
1 𝑔𝑔 < 0
𝑔𝑔
1 𝑠𝑠 1
lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = lim = lim 𝑔𝑔 =� 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
1 + 𝑔𝑔
𝑠𝑠 0 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Essendo
1 𝑔𝑔 < 0
1
lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = � 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 1 + 𝐾𝐾
0 𝑔𝑔 > 0
Si ha che
𝐴𝐴 𝑔𝑔 < 0
𝑔𝑔
𝐴𝐴 𝑠𝑠 1
𝑒𝑒∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑔𝑔 = �𝐴𝐴 𝑔𝑔 = 0
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 1 + 𝐾𝐾
0 𝑔𝑔 > 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Ne segue che
𝐴𝐴
𝑒𝑒∞ = : scegliendo 𝐾𝐾 > 0 sufficientemente grande è possibile rendere l′errore piccolo a piacere
1 + 𝐾𝐾
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la precisione statica a regime è
perfetta in quanto risulta 𝑒𝑒∞ = 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
𝐴𝐴
𝑅𝑅 𝑠𝑠 = , 𝑖𝑖 ∈ {1,2, … , 𝑁𝑁}
𝑠𝑠 𝑖𝑖
In questo caso l’errore a regime vale
∞ 𝑔𝑔 < 𝑖𝑖 − 1
𝑔𝑔−𝑖𝑖+1
𝐴𝐴 𝑠𝑠 𝐴𝐴
𝑒𝑒∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑖𝑖 = 𝐴𝐴 lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑔𝑔 =� 𝑔𝑔 = 𝑖𝑖 − 1
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 𝐾𝐾
0 𝑔𝑔 > 𝑖𝑖 − 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Quanto detto è riassunto nella seguente tabella in cui sono riportati i valori
dell’errore a regime 𝑒𝑒∞ in relazione a diversi tipi di segnali canonici e funzioni di
diverso tipo: Scalino Rampa Parabola
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 0 ∞ ∞
1 + 𝐾𝐾
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 1 0 ∞
𝐾𝐾
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 2 0 0
𝐾𝐾
𝑔𝑔 = 3 0 0 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Essendo
1 1 1 𝐷𝐷𝐿𝐿
𝑆𝑆 𝑠𝑠 = = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
1 + 𝐿𝐿
𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠
Si può affermare che
Gli zeri della funzione di sensitività coincidono con i della funzione di guadagno
d’anello
1
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Avendo assunto che la funzione di guadagno d’anello sia asintoticamente stabile, il modulo
della funzione 𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 è approssimabile con
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Secondo tale approssimazione, la funzione di sensitività si comporta come un filtro
passa-alto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔𝐶𝐶
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔𝐶𝐶
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Oltre alle considerazioni già fatte, è possibile considerare dei casi in cui la struttura della
funzione di sensitività pone degli ulteriori limiti alle prestazioni
Attenuazione 0𝑑𝑑𝑑𝑑
del disturbo
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzione di Sensitività 𝑆𝑆 𝑠𝑠
1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 ≔
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
In questa lezione la stessa analisi verrà presentata per la funzione di sensitività del controllo 𝑄𝑄 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Come già discusso, in corrispondenza del requisito ideale (e non realizzabile) 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 1, si
avrebbe 𝑄𝑄 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠
L’obiettivo che si vuole raggiungere in riferimento alla funzione di sensitività del controllo è
quello di far si che il modulo della funzione complessa 𝑄𝑄 𝑗𝑗𝑗𝑗 sia il più piccolo possibile,
almeno in corrispondenza delle frequenze in cui il segnale di controllo presenti componenti
significative
Questo al fine di ridurre le sollecitazioni a cui è sottoposta la variabile di controllo 𝑢𝑢 (e
quindi, di riflesso, le sollecitazioni al sistema da controllore)
Nel condurre l’analisi delle funzioni di sensitività e di sensitività complementari, si è
osservato come il disturbo di misura 𝑛𝑛 sia concentrato ad alte frequenze mentre il segnale di
riferimento 𝑟𝑟 e il disturbo 𝑑𝑑 abbiano componenti prevalentemente nelle basse frequenze
Sfruttando queste osservazioni si è visto come sia possibile limitare in una certa banda i
requisiti ideali sulla struttura delle funzioni menzionate
Per quanto riguarda la funzione di sensitività del controllo 𝑄𝑄 𝑠𝑠 , e l’obiettivo di moderare la
variabile di controllo in ogni condizione di funzionamento, è necessario garantire che la
condizione ottimale menzionata sia valida per tutte le frequenze 𝜔𝜔
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S1
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
lim 𝑄𝑄 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0
𝐾𝐾𝐶𝐶
= lim 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0 1 + 𝐾𝐾
𝐾𝐾
= lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0 (1 + 𝐾𝐾)𝐾𝐾𝐹𝐹
Essendo
𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑄𝑄 𝑠𝑠 = = = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
1 + 𝐶𝐶
𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠
Si può affermare che
Gli zeri della funzione di sensitività coincidono con gli zeri del controllore e i poli
del processo: la risposta del al gradino del sistema controllato può quindi
presentare delle significative sovra elongazioni a seconda del posizionamento
delle radici dei polinomi 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 e 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 rispetto a quello delle radici del polinomio
𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑄𝑄 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Da un lato, per processi complessi, può non essere facile capire tutte le dinamiche in
gioco
Inoltre, è possibile che sul sistema agiscano dei disturbi non preventivabili
Per gestire queste incognite, è possibile prendere in considerazione delle classi di problemi
più generali di quelle considerate fino a questo momento:
Regolazione robusta a zero dell’errore
Reiezione robusta dei disturbi
Attenuazione robusta dei disturbi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Perturbazione
Modello nominale
𝑛𝑛 𝑑𝑑
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + − CONTROLL 𝑢𝑢 PROCESS + + 𝑦𝑦
− ORE O
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹𝑎𝑎 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
𝐴𝐴
𝑅𝑅 𝑠𝑠 = , 𝑖𝑖 ∈ {1,2, … , 𝑁𝑁}
𝑠𝑠 𝑖𝑖
vale
∞ 𝑔𝑔 < 𝑖𝑖 − 1
𝑔𝑔−𝑖𝑖+1
𝐴𝐴 𝑠𝑠 𝐴𝐴
𝑒𝑒∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑖𝑖 = 𝐴𝐴 lim 𝑆𝑆 𝑠𝑠 = 𝐴𝐴 lim 𝑔𝑔 =� 𝑔𝑔 = 𝑖𝑖 − 1
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾 𝐾𝐾
0 𝑔𝑔 > 𝑖𝑖 − 1
Abbiamo quindi concluso che inserendo un certo numero di integratori nel controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 è
possibile ottenere un errore a regime nullo in corrispondenza di determinati segnali di
riferimento anche in presenza di incertezze sulla funzione 𝐹𝐹 𝑠𝑠 (se tali incertezze non
compromettono la stabilità asintotica del sistema)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
In particolare, concentrando l’attenzione sulla reiezione del disturbo 𝑑𝑑, tale analisi è valida solo
per disturbi con trasformata di Laplace nella forma
𝐴𝐴
𝑅𝑅 𝑠𝑠 = , 𝑖𝑖 ∈ {1,2, … , 𝑁𝑁}
𝑠𝑠 𝑖𝑖
Se il disturbo 𝑑𝑑 è sinusoidale
𝑑𝑑 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 sin 𝜔𝜔
�𝑡𝑡
𝜔𝜔
�
𝐷𝐷 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 2 + 𝜔𝜔
�2
è necessario approfondire l’analisi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
Affinché l’effetto del disturbo 𝑑𝑑 sull’errore a regime sia nullo è necessario che risulti
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝜔𝜔
� =0
A tal fine, è necessario che la funzione di sensitività abbia due poli in ±𝑗𝑗𝜔𝜔
�
𝑛𝑛 𝑑𝑑
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + − CONTROLL 𝑢𝑢 PROCESS + + 𝑦𝑦
− ORE O
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹𝑎𝑎 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S2
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
1 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠
𝑆𝑆 𝑠𝑠 = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 + 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠
Essendo 𝐷𝐷𝐿𝐿 𝑠𝑠 = 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 , per raggiungere l’obiettivo desiderato è quindi possibile
definire un controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 con una coppia di poli in ±𝑗𝑗𝜔𝜔
�
Il risultato ottenuto, essendo indipendente dal modello del processo 𝐹𝐹 𝑠𝑠 , a validità di carattere
generale e quindi si può parlare di reiezione robusta di disturbi sinusoidali
La robustezza dell’azione di reiezione del disturbo è definita rispetto a incertezze sul modello
del processo: niente si può dire rispetto a incertezze della frequenza del segnale di disturbo!
L’introduzione di una coppia di poli complessi coniugati con smorzamento nullo può avere
effetti significativi sulla stabilità asintotica del sistema controllato (ipotesi cardine di tutti i
ragionamenti effettuati)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 50/S3
Attività n°: PRESTAZIONI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1 1
𝑆𝑆 𝑠𝑠 = =
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Come conviene strutturare il controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 al fine di avere una perfetta precisione statica a
regime (i.e. un errore nullo tra il segnale di riferimento 𝑟𝑟 e l’uscita 𝑦𝑦)?
Quali considerazioni è possibile effettuare in merito alla stabilità del sistema controllato con
l’adozione di tale controllore?
Quale relazione sussiste tra il guadagno del processo da controllare e funzione di sensitività del
controllo? In che modo tale relazione influisce sulle prestazioni del sistema controllato?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Margine di fase
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
sia possibile legare prontezza e fedeltà di risposta ai parametri dinamici del sistema nel piano 𝑠𝑠 che
caratterizzano la posizione nel piano 𝑠𝑠 dei due poli complessi coniugati:
𝜋𝜋
tempo al picco 𝜔𝜔 ≥
𝑇𝑇𝑃𝑃
4
tempo di assestamento 𝛼𝛼 ≥
𝑇𝑇𝑆𝑆
𝜁𝜁𝜁𝜁
Sovra elongazione −
𝑆𝑆% = 100𝑒𝑒 1−𝜁𝜁 2
percentuale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Per quanto riguarda le specifiche nel dominio del tempo, abbiamo visto che dato un sistema ad
anello aperto 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 di tipo 𝑁𝑁 (con 𝑁𝑁 > 0) il corrispondente sistema ad anello chiuso 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 , ha
un errore di precisione statica nullo per qualsiasi ingresso polinomiale di grado minore di 𝑁𝑁
Se in ingresso è posto un segnale polinomiale di grado 𝑁𝑁, detto 𝐴𝐴 il coefficiente del termine
di grado 𝑁𝑁, allora l’errore di precisione statica sarà:
𝑁𝑁! 𝐴𝐴
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 =
𝐾𝐾
dove 𝐾𝐾 è il guadagno a bassa frequenza di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Abbiamo quindi definito il concetto di grado di stabilità di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 in funzione del margine di
guadagno e del margine di fase di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Vedremo ora come legare le prestazioni del dominio del tempo di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 al margine di fase
di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 , in un sistema a controreazione dominato da due poli complessi coniugati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Margine di fase
Consideriamo un sistema a controreazione dominato da una coppia di poli complessi coniugati
rappresentato in figura
𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑛𝑛2
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = 2
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑠𝑠 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑛𝑛2
In altre parole, è necessario trovare la pulsazione 𝜔𝜔𝑐𝑐 per cui si abbia 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 = 1:
𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑛𝑛2
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 = = =1
𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 −𝜔𝜔𝑐𝑐2 + 𝑗𝑗2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 𝜔𝜔𝑐𝑐
Margine di fase
Dalla precedente espressione si ottiene
2
𝜔𝜔𝑐𝑐4 𝜔𝜔
2 𝑐𝑐
𝜔𝜔𝑐𝑐2 2
𝜔𝜔𝑐𝑐2
+ 4𝜁𝜁 =1 ⇒ + 4𝜁𝜁 2 − 1 = 0
𝜔𝜔𝑛𝑛4 𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑛𝑛2 𝜔𝜔𝑛𝑛
Risolvendo per 𝜔𝜔𝑐𝑐2 /𝜔𝜔𝑛𝑛2 si ottiene
𝜔𝜔𝑐𝑐2 16𝜁𝜁 4 + 4
= −2𝜁𝜁 2 ± = −2𝜁𝜁 2 ± 4𝜁𝜁 4 + 1
𝜔𝜔𝑛𝑛2 1,2
2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Margine di fase
Dato che
𝜔𝜔𝑐𝑐 2
Ricordando che si sta risolvendo per l’unica soluzione reale si ottiene considerando 𝑠𝑠1
𝜔𝜔𝑛𝑛
da cui
𝜔𝜔𝑐𝑐
= −2𝜁𝜁 2 + 4𝜁𝜁 4 + 1 ⇒ 𝜔𝜔𝑐𝑐 = 𝜔𝜔𝑛𝑛 −2𝜁𝜁 2 + 4𝜁𝜁 4 + 1
𝜔𝜔𝑛𝑛
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Margine di fase
Sostituendo la pulsazione di attraversamento 𝜔𝜔𝑐𝑐 nella espressione della fase di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene
pertanto il margine di fase:
𝜔𝜔𝑛𝑛2
𝜙𝜙𝑚𝑚 = arg 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 − −180° = 180° + arg 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 = 180° + arg
𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛
𝜔𝜔𝑐𝑐
= 180° + arg 𝜔𝜔𝑛𝑛2 − arg 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 − arg 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛 = 90° − arctan
2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑛𝑛
−2𝜁𝜁 2 + 4𝜁𝜁 4 + 1
= 90° − arctan
2𝜁𝜁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Margine di fase
Esprimendo graficamente il margine di fase in funzione del coefficiente di smorzamento si nota
che per 𝜁𝜁 < 0.7 vale l’approssimazione 𝜙𝜙𝑚𝑚 = 100𝜁𝜁 in cui il margine di fase è espresso in gradi
90
Approssimazione lineare
del legame tra il margine
80
di fase 𝜙𝜙𝑚𝑚 e il coefficiente
70 di smorzamento 𝜁𝜁
60
50
40
30
20
Margine di fase 𝜙𝜙𝑚𝑚 in funzione
del coefficiente di smorzamento 𝜁𝜁
10
0
0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9
𝜁𝜁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Fissato pertanto un valore 𝑀𝑀 per il 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 vediamo come esso si rappresenta nel piano di
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Per fare ciò esprimiamo 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 in funzione della sua parte reale e della sua parte
immaginaria:
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = Re 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝑗𝑗Im 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝑢𝑢 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
2
𝑢𝑢2 + 𝑣𝑣 2
𝑀𝑀 =
1 + 2𝑢𝑢 + 𝑢𝑢2 + 𝑣𝑣 2
𝑀𝑀2 1 + 2𝑢𝑢 + 𝑢𝑢2 + 𝑣𝑣 2 = 𝑢𝑢2 + 𝑣𝑣 2
𝑢𝑢2 𝑀𝑀2 − 1 + 𝑣𝑣 2 𝑀𝑀2 − 1 + 2𝑢𝑢𝑀𝑀2 = −𝑀𝑀2
2 2
2
2𝑢𝑢𝑀𝑀2
2
𝑀𝑀2 𝑀𝑀2 𝑀𝑀2
𝑢𝑢 + 𝑣𝑣 + 2 + =− 2 +
𝑀𝑀 − 1 𝑀𝑀2 − 1 𝑀𝑀 − 1 𝑀𝑀2 − 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
𝑀𝑀2
𝑘𝑘 = 2
𝑀𝑀 − 1
si può riscrivere la precedente equazione come
𝑢𝑢2 + 𝑣𝑣 2 + 𝑢𝑢2𝑘𝑘 + 𝑘𝑘 2 = −𝑘𝑘 + 𝑘𝑘 2
da cui
2
𝑢𝑢 + 𝑘𝑘 + 𝑣𝑣 2 = 𝑘𝑘 𝑘𝑘 − 1
2 2
2 2
𝑀𝑀2 𝑀𝑀2 𝑀𝑀2 𝑀𝑀
𝑢𝑢� + 𝑣𝑣 = 𝑘𝑘 𝑘𝑘 − 1 = −1 = =
𝑀𝑀2 − 1 2 𝑀𝑀2 − 1 𝑀𝑀2 − 1 2 𝑀𝑀2 − 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
𝑀𝑀
𝑟𝑟 =
𝑀𝑀2 − 1
e centrata nel punto 𝑢𝑢�; 𝑣𝑣 = 0; 0
Ne segue che
𝑀𝑀2
𝑢𝑢 = −𝑘𝑘 =
1 − 𝑀𝑀2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Fissato 𝑀𝑀 , tutti i punti 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 del cerchio associato a tale 𝑀𝑀 corrispondono a valori di
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 aventi 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝑀𝑀
𝑣𝑣 = Im 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑀𝑀 = 1.1
𝑢𝑢 = Re 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑀𝑀 = 1.5 𝑀𝑀 = 0.1
𝑀𝑀 = 0.3
𝑀𝑀 = 1.3 𝑀𝑀 = 0.5
1
𝑢𝑢 = −
𝑀𝑀 > 1 2 0 < 𝑀𝑀 < 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Tracciando nel piano di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 il cerchio relativo a 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝜔𝜔 = 𝑀𝑀𝑃𝑃𝑃𝑃 è possibile individuare le
intersezioni con il diagramma di Nyquist
Se il diagramma si trova alla destra del cerchio, sicuramente il picco di risonanza del sistema
in contro reazione è minore del valore fissato 𝑀𝑀𝑃𝑃𝑃𝑃 e quindi la condizione prestazionale è
soddisfatta
Se invece il diagramma interseca il cerchio in due punti non coincidenti, la condizione sul
picco alla risonanza non è soddisfatta
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S1
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
𝑣𝑣 = Im 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑀𝑀𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝜔𝜔 = 𝑀𝑀
𝑢𝑢 = Re 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔1 𝜔𝜔2 𝜔𝜔𝑅𝑅
𝜔𝜔2
𝑀𝑀𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜔𝜔𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Carte di Nichols
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Analogamente a quanto fatto per il modulo, si può fare per la fase di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗
Fissata una fase 𝜙𝜙 per 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 , verifichiamo come si mappa nel piano 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
1 1
𝑢𝑢 = 𝑢𝑢′ − , 𝑣𝑣 = 𝑣𝑣 ′ +
2 2𝑘𝑘
si ottiene
2 2
′
1 1 1 1 ′ 1
𝑢𝑢 − + 𝑢𝑢 − + 𝑣𝑣 ′ +
′
− 𝑣𝑣 + =0
2 2 2𝑘𝑘 𝑘𝑘 2𝑘𝑘
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
′1
1
′ ′
1 ′2
𝑣𝑣 ′ 1 𝑣𝑣 ′ 1
𝑢𝑢 − 𝑢𝑢 + + 𝑢𝑢 − + 𝑣𝑣 + + 2 − − 2 = 0
4 2 𝑘𝑘 4𝑘𝑘 𝑘𝑘 2𝑘𝑘
1 1
𝑢𝑢′2 + 𝑣𝑣 ′2 − − 2 = 0
4 4𝑘𝑘
2
1 1 𝑘𝑘 2 + 1 𝑘𝑘 2 + 1
𝑢𝑢′2 + 𝑣𝑣 ′2 = + 2= = = 𝑟𝑟 2
4 4𝑘𝑘 4𝑘𝑘 2 2𝑘𝑘
Ne segue che il luogo dei punti a fase costante di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 nel piano 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 è un cerchio con le
seguenti caratteristiche:
1 1
centro 𝐶𝐶 = − ;
2 2𝑘𝑘
𝑘𝑘 2 + 1
raggio 𝑟𝑟 =
2𝑘𝑘
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Carta di Nichols
Abbiamo visto che sul piano 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 dove si rappresenta il diagramma di Nyquist della 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 si
possono rappresentare i luoghi a modulo di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 costante e fase di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 costante
Tracciando al variare di 𝜔𝜔 i punti del diagramma di Nyquist di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 si possono individuare i cerchi
di modulo e di fase a cui quel punto appartiene, ricostruendo pertanto la 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 a partire dalla
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Tuttavia la rappresentazione dei cerchi a modulo e fase costanti, non è la più intuitiva, in quanto
richiede di lavorare con il diagramma di Nyquist
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Carta di Nichols
Ci si potrebbe chiedere se fosse possibile stabilire una relazione tra i valori assunti da 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 per
una data pulsazione 𝜔𝜔 e 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 in termini di modulo e fase, senza dover necessariamente
calcolare esplicitamente 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗
Avendo i diagrammi di Bode di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 , e quindi modulo in decibel e fase in gradi, si può ricorrere
alla carta di Nichols.
La carta di Nichols riporta sull’asse delle ascisse i gradi della fase di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 e sulle ordinate i
decibel del modulo di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Su tale carta sono tracciati i luoghi dei punti a modulo (in 𝑑𝑑𝑑𝑑) costante e a fase (in gradi)
costante di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Carta di Nichols
A partire dai diagrammi di Bode di
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 si può tracciare la 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 sulla
carta di Nichols, infatti prendendo un
insieme di valori per la pulsazione 𝜔𝜔, si
riportano modulo e fase dei diagrammi
di Bode in un punto della carta di
Nichols.
Carta di Nichols
Calcolare il margine di guadagno di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 Fase a -180°
sulla carta di Nichols è immediato, infatti
esso rappresenta la distanza in decibel
dall’asse a 0 𝑑𝑑𝑑𝑑 del tracciato in
corrispondenza di una fase pari a −180°
Margine di
Modulo 0dB guadagno
Carta di Nichols
Calcolare il margine di fase di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 sulla Fase a -180°
carta di Nichols è altrettanto immediato,
infatti esso rappresenta la distanza in gradi
dall’asse a −180° del tracciato in
corrispondenza di un modulo pari a 0𝑑𝑑𝑑𝑑 Margine di
fase
Modulo 0dB
Carta di Nichols
La carta di Nichols risulta molto utile per
visualizzare immediatamente il margine
di fase e il margine di guadagno di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Area di
e il modulo al picco di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 in un unico modulo L(iω) originale
diagramma al picco
di +3dB
Tutte le operazioni sul guadagno 𝐾𝐾 della
funzione ad anello aperto, sono
visualizzabili in Nichols: un
aumento/diminuzione di 𝐾𝐾𝑑𝑑𝑑𝑑 si traduce
nello sposta in alto o in basso di 𝐾𝐾𝑑𝑑𝑑𝑑
decibel il diagramma, senza apportare
nessun’altra modifica alla forma del
tracciato L(iω) abbassata di -2dB
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 51/S2
Attività n°: OBIETTIVI DEL DOMINIO DEL TEMPO NEL DOMIINIO DELLA FREQUENZA
1
Carta di Nichols
Quindi facendo riferimento al tracciato di
esempio, per soddisfare, ad esempio, un
modulo al picco di +3𝑑𝑑𝑑𝑑 è necessario
Area di
spostare in basso il tracciato di circa modulo L(iω) originale
− 2𝑑𝑑𝑑𝑑 fino a far si che il tracciato sia al picco
tangente all’area relativo al modulo al di +3dB
picco di +3𝑑𝑑𝑑𝑑
Banda passante
Esiste un legame, empirico, tra la pulsazione di attraversamento 𝜔𝜔𝑐𝑐 della funzione ad anello
aperto 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 e la banda passante 𝜔𝜔𝐵𝐵 della funzione ad anello chiuso 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔𝐵𝐵 = 1.6𝜔𝜔𝑐𝑐 , 0.2 < 𝜁𝜁 < 0.8
Per usare questa relazione è fondamentale ricordare che la banda passante è riferita a
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 mentre la pulsazione di attraversamento è riferita a 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Questa relazione è valida, ovviamente, solo quando il sistema contro reazionato è dominato
da due poli complessi coniugati
𝜔𝜔𝐵𝐵 = 1.6𝜔𝜔𝑐𝑐
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Come si traduce un vincolo prestazionale del dominio del tempo sul picco di risonanza?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzioni compensatrici
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
A tal fine sono state introdotte le principali modalità di controllo (a catena aperta, a
catena chiusa e a controreazione) che permetto di attuare le modalità di intervento previste.
Le modalità di intervento agiscono in base ad una legge di controllo che determina il valore
istantaneo delle variabili di comando che, attraverso gli attuatori imprimono un forzamento che
permette al sistema controllato di soddisfare le specifiche e le prestazioni richieste
La legge di controllo ovviamente deve essere progettata in funzione dei vincoli imposti dal
problema
SENSORE
𝐻𝐻 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Abbiamo visto che la posizione dei poli della funzione di trasferimento del sistema controllato nel
piano 𝑠𝑠 influenza la stabilità e le prestazioni nel dominio del tempo, a regime transitorio della
risposta a gradino.
Nei sistemi a controreazione abbiamo visto come la presenza di poli nell’origine garantisca la
possibilità di attenuare l’effetto di disturbi
Pertanto poter agire sul controllore, significa poter agire sulla presenza di poli nell’origine e
sulla posizione dei poli della funzione di trasferimento dell’intero sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Talvolta non è possibile soddisfare tutti i requisiti per il semplice fatto che essi conducono a
soluzioni incompatibili: è compito del progettista mediare un giusto compromesso,
individuando una soluzione che massimizzi la soddisfazione dei singoli requisiti
∏𝑍𝑍𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐶𝐶 𝑁𝑁−𝑔𝑔
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
I metodi di progettazione del controllore sono pertanto degli strumenti che con l’esperienza
possono essere usati in maniera estremamente efficiente ed efficace.
Tenendo a mente che ogni polo di un sistema corrisponde ad una variabile di stato e che
ogni variabile di stato rappresenta un’accumulazione di una forma di energia, un controllore
composto da molti poli è in generale più complesso e costoso di un controllore caratterizzato
da una funzione di trasferimento di grado inferiore
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
∏𝑍𝑍𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐶𝐶 𝑁𝑁−𝑔𝑔
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑗𝑗
partendo dalla struttura più semplice , possibilmente di grado 1, con un polo ed uno zero.
Rete anticipatrice
Una rete anticipatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑝𝑝 < 𝑧𝑧 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete ritardatrice
Una rete ritardatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑧𝑧 < 𝑝𝑝 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝑅𝑅
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Funzioni compensatrici
Nelle prossime sessioni queste funzioni compensatrici elementari verranno discusse nel dettaglio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Rete anticipatrice
Una rete anticipatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑝𝑝 < 𝑧𝑧 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete anticipatrice
Si può riformulare la funzione di trasferimento della rete anticipatrice esprimendo il polo reale
negativo in funzione dello zero reale negativo, ovvero data l’espressione:
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑝𝑝 < 𝑧𝑧 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Possiamo esprimere il polo con la propria costante di tempo 𝜏𝜏 e lo zero in funzione del polo,
ricordando che 𝑧𝑧 < 𝑝𝑝:
1 𝑝𝑝
𝑝𝑝 = 𝑧𝑧 =
𝜏𝜏 𝛼𝛼
Sostituendo nella funzione 𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 abbiamo:
1
𝑠𝑠 +
𝜏𝜏
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 𝛼𝛼 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
1 𝛼𝛼 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝑠𝑠 +
𝜏𝜏
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete anticipatrice
La rete anticipatrice
𝐾𝐾𝐴𝐴 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
𝛼𝛼 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
ha tre gradi di liberta:
il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴
il coefficiente 𝛼𝛼 che determina la costante di tempo 𝛼𝛼𝛼𝛼 dello zero reale negativo
In caso negativo si può decidere di utilizzare una rete anticipatrice, al fine di garantire
stabilità, reiezione degli errori, attenuazione dell’errore di misura e prestazioni nel transitorio
in caso di sistema non sovradimensionato
1 1
𝑉𝑉2 𝑠𝑠 𝑅𝑅2 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝑠𝑠 + 𝑅𝑅2 𝑠𝑠 +
𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝑅𝑅1 𝐶𝐶
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = = = = =
𝑉𝑉1 𝑠𝑠 𝑅𝑅1 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝑠𝑠 + 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝑠𝑠 + 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 1 𝑅𝑅 + 𝑅𝑅2
𝐶𝐶𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
𝑅𝑅2 + 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶
1
𝑅𝑅1 +
𝐶𝐶𝑠𝑠
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
=
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
1 1 𝑅𝑅1 𝑅𝑅2
𝑧𝑧 = 𝜏𝜏 = 𝜏𝜏 =
𝑅𝑅1 𝐶𝐶 𝑝𝑝 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 1 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2
𝑝𝑝 = 𝛼𝛼 = 𝛼𝛼 =
𝑅𝑅1 𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝜏𝜏𝜏𝜏 𝑅𝑅2
𝐾𝐾 = 1 𝐾𝐾 = 1
𝐾𝐾 = 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
a guadagno unitario
dove 𝜏𝜏 e 𝛼𝛼 possono essere variate a piacere in funzione delle due resistenze (che fissano il
valore di α) e della capacità del condensatore (che fissa il valore di 𝜏𝜏)
Quindi, sia lo zero che il polo possono essere variati a piacere, in funzione delle
compensazioni necessarie da applicare al sistema da controllare.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧 𝑠𝑠 𝑧𝑧
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧 + 𝐾𝐾𝐴𝐴
𝑝𝑝 𝑝𝑝 𝑝𝑝
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 𝑠𝑠 ≅ 𝑠𝑠
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 +1 𝑝𝑝
𝑝𝑝 𝑝𝑝
Il comportamento della rete anticipatrice pertanto è assimilabile a quello di un derivatore.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete ritardatrice
Una rete ritardatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑧𝑧 < 𝑝𝑝 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝑅𝑅
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete ritardatrice
Si può riformulare la funzione di trasferimento della rete ritardatrice esprimendo il polo reale
negativo in funzione dello zero reale negativo, ovvero data l’espressione:
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑧𝑧 < 𝑝𝑝 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Possiamo esprimere lo zero con la propria costante di tempo 𝜏𝜏, il polo in funzione dello zero,
e il guadagno in funzione del rapporto polo-zero, ricordando che 𝑝𝑝 > 𝑧𝑧:
1 𝑧𝑧 𝐾𝐾𝑅𝑅
𝑧𝑧 = 𝑝𝑝 = �=
𝐾𝐾
𝜏𝜏 𝛼𝛼 𝛼𝛼
con 𝜏𝜏 > 0 e 𝛼𝛼 > 1
1
𝐾𝐾𝑅𝑅 𝑠𝑠 + 𝜏𝜏 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = �
= 𝐾𝐾
𝛼𝛼 𝑠𝑠 + 1 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
𝛼𝛼𝛼𝛼
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Rete ritardatrice
La rete ritardatrice
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
�
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
ha tre gradi di liberta:
il guadagno 𝐾𝐾𝑅𝑅
il coefficiente 𝛼𝛼 che determina la costante di tempo 𝛼𝛼𝛼𝛼 del polo reale negativo
In caso negativo si può decidere di utilizzare una rete ritardatrice, al fine di garantire
stabilità, reiezione degli errori, attenuazione dell’errore di misura e prestazioni nel transitorio
in caso di sistema non sovradimensionato
Dato lo schema della rete ritardatrice in figura, la funzione di trasferimento assume la forma
1
𝑉𝑉2 𝑠𝑠 𝑅𝑅2 + 1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = = 𝐶𝐶𝐶𝐶 = 𝑅𝑅1
𝑉𝑉1 𝑠𝑠 1 1 + 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 + + +
𝐶𝐶𝐶𝐶 𝐶𝐶
𝑉𝑉1 𝑠𝑠 𝑉𝑉2 𝑠𝑠
− −
𝑅𝑅2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
1 1
1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑠𝑠 + 𝑅𝑅2 𝑠𝑠 +
𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝑅𝑅2 𝐶𝐶
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶𝐶𝐶 1 𝑅𝑅 + 𝑅𝑅2 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 1
+ 1 𝑠𝑠 𝑠𝑠 +
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶
𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝑅𝑅2
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
�
= 𝐾𝐾
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
1 1 𝜏𝜏 = 𝑅𝑅2 𝐶𝐶 > 0
𝑧𝑧 = 𝜏𝜏 =
𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝑧𝑧 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2
1 1 𝛼𝛼 = >1
𝛼𝛼 = 𝑅𝑅2
𝑝𝑝 = 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝐶𝐶 𝐾𝐾 = 1
𝐾𝐾 = 1
𝐾𝐾𝑅𝑅 𝑅𝑅2
�=
𝐾𝐾 =
𝛼𝛼 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
� inversamente proporzionale ad 𝛼𝛼
a guadagno 𝐾𝐾
dove 𝜏𝜏 e 𝛼𝛼 possono essere variate a piacere in funzione delle due resistenze (che fissano il
valore di α) e della capacità del condensatore (che fissa il valore di τ)
Quindi sia lo zero che il polo possono essere variati a piacere, in funzione delle
compensazioni necessarie da applicare al sistema da controllare.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧 𝑠𝑠
�
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧 𝐾𝐾 � + 1 𝐾𝐾
𝐾𝐾 � 1 𝐾𝐾 � 𝑧𝑧 1
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 = 𝑧𝑧 = 𝑧𝑧 ≅ =
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 𝛼𝛼 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 𝛼𝛼 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝 𝛼𝛼 𝑠𝑠 𝛼𝛼 𝑠𝑠
𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧
Il comportamento della rete ritardatrice pertanto è assimilabile a quello di un integratore.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
le reti compensatrici introducono nel ramo diretto un polo, uno zero ed un guadagno
Pertanto una rete anticipatrice può essere utilizzata quando è necessario migliorare la
dinamica secondaria, ovvero la risposta in transitorio del sistema.
Pertanto la sua presenza influisce sulla dinamica principale, a regime permanente, del
sistema controllato.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝2
Il sistema è quindi caratterizzato da 3 poli reali, due a parte reale negativa ed uno
nell’origine
Si supponga, inoltre, di voler garantire Supponiamo di dover garantire una risposta al gradino tale
che:
max
La sovra elongazione percentuale sia inferiore a 𝑆𝑆%
𝑅𝑅𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Poli attuali
𝑅𝑅𝑅𝑅
Poli desiderati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
𝑅𝑅𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 52/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (1 di 2)
1
Un altro limite di questo metodo è che la relazione tra le prestazioni richieste nel dominio del
tempo e la posizione dei poli nel piano complesso, vale solo quando il sistema è dominato da una
coppia di poli complessi. Questa ipotesi ovviamente è una approssimazione e deve essere verifica
attentamente al calcolatore su un modello completo del sistema controllato.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
L’analisi di tali reti è stata condotta nel dominio della variabile 𝑠𝑠: in questa lezione la
trattazione verrà estesa al dominio della frequenza
In particolare, si mostrerà come utilizzare tali reti per raggiungere determinati indici
prestazionali
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
𝐾𝐾 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
𝛼𝛼 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene
𝐾𝐾 1 + 𝑗𝑗𝛼𝛼𝛼𝛼𝜔𝜔
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝛼𝛼 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
Ne segue che nell’asse delle frequenze lo zero si presenta prima del polo, con il
risultato che al crescere delle frequenze la fase inizia ad anticipare sotto l’effetto dello
zero, salvo poi riportarsi a zero per effetto opposto del polo
Il guadagno invece inizia a salire di 20𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 nelle frequenze influenzate dallo zero,
salvo poi appiattirsi nuovamente a seguito dell’intervento del polo.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
20 log10 K
-4
α=2
-6
Magnitude (dB)
-8
α=3
-10
-12
α=4
-14
α=5
-16
-18
-20
α=10
60
α=10
α=5
α=4
Phase (deg)
30
ZERO α=3 POLO
α=2
0
10 3
−-3
τ 1 ατ
-2 -1 0
10 10−102 τ 1010−1 τ 110τ 1010τ
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Tale vantaggio è bilanciato dal fatto che una rete anticipatrice attenua tutte le frequenze a
sinistra della frequenza di spezzamento dello zero
Tanto più si cerca di ottenere un margine di fase maggiore (e quindi si aumenta 𝛼𝛼),
tanto più il guadagno alle basse frequenze è attenuato
Si supponga di avere un processo 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 in cui il margine di fase è inferiore a quanto richiesto
dalla specifica sulla sovra elongazione della dinamica dominante nel regime transitorio
𝜙𝜙𝑚𝑚 = 100𝜁𝜁, 𝜁𝜁 < 0.7
Applicando una rete anticipatrice centrata in 𝜔𝜔𝐶𝐶 si ottiene il massimo margine di fase in
corrispondenza di tale pulsazione a fronte di una attenuazione alle basse frequenze
Il massimo si ottiene nella pulsazione posta a metà (nella scala logaritmica) tra il polo (1/𝜏𝜏)
e lo zero (1/𝛼𝛼𝛼𝛼):
1
𝜔𝜔𝑚𝑚 =
𝜏𝜏 𝛼𝛼
In corrispondenza𝛼𝛼 −di1 tale pulsazione si ha il massimo angolo di anticipo di fase che vale
sin 𝜙𝜙𝑚𝑚 =
𝛼𝛼 + 1
Il legame tra 𝜙𝜙𝑚𝑚 (espresso in gradi)
e α è rappresentato in figura.
𝜙𝜙𝑚𝑚
𝛼𝛼
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Ne segue che se si desidera un modulo unitario (cioè pari a zero decibel) in prossimità della
pulsazione 𝜔𝜔𝑚𝑚 è sufficiente scegliere il guadagno 𝐾𝐾 in modo tale che risulti
𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐾𝐾𝑑𝑑𝑑𝑑 =
2
Con questa scelta del guadagno si ha che la pulsazione 𝜔𝜔𝑚𝑚 la rete anticipatrice può fornire
un aumento di fase pari a 𝜔𝜔𝑚𝑚 gradi a fronte di un guadagno nullo in decibel, ovvero senza
alcuna attenuazione
Si supponga di avere un sistema lineare a contro reazione e dominato da due poli complessi
coniugati
È possibile legare la sovra elongazione (ovvero una indice prestazionale nel dominio del
tempo della risposta a gradino) al margine di fase della funzione di trasferimento in catena
diretta 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 il quale rappresenta un parametro nel dominio della frequenza
Supponiamo che il margine di fase effettivo della 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 – ovvero la fase della 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 calcolato
nella pulsazione di attraversamento 𝜔𝜔𝑐𝑐 in cui 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑐𝑐 = 0 – sia inferiore a quello richiesto:
eff < 𝜙𝜙 = 100𝜁𝜁
𝜙𝜙𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑝𝑝𝑝𝑝
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐾𝐾𝑅𝑅
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
Ne segue che nell’asse delle frequenze il polo si presenta prima dello zero, con il risultato
che al crescere delle frequenze la fase inizia ad ritardare sotto l’effetto del polo, salvo poi
riportarsi a zero per l’effetto opposto dello zero
Il guadagno invece inizia a scendere di 20 dB per decade nelle frequenze influenzate dal
polo, salvo poi appiattirsi nuovamente a seguito dell’intervento dello zero.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
-2
-4
-6
α=2
α=3
Magnitude (dB)
-8
𝐾𝐾𝑑𝑑𝑑𝑑 − 𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑
-10
-12
α=4
-14
α=5
-16
-18
-20
α=10
0
α=2
α=3
Phase (deg)
-30
α=4
α=5
POLO ZERO
-60 α=10
1010−2
-2
τ 10 −
-1
1
10
τ 1 ατ 1100τ τ1
10 10
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Una attenuazione del guadagno alle alte frequenze comporta una minore pulsazione di
attraversamento
Ovviamente c’è un prezzo da pagare: una rete ritardatrice aggiunge un ritardo di fase proprio
nell’intervallo delle frequenze dal polo allo zero
Tanto più si cerca di ottenere una bassa pulsazione di attraversamento, tanto più si aumenta
𝛼𝛼, tanto più la fase alle frequenze comprese tra il polo e lo zero è ritardata, impattando
potenzialmente sul margine di fase e quindi sulla stabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Il secondo effetto è che il margine di fase è attenuato dalla rete compensatrice soprattutto
nelle frequenze comprese tra il polo e lo zero. Pertanto quando si applica una rete
ritardatrice si devono verificare i risultati ottenuti considerando entrambi gli effetti.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1. � scelto al fine di
Valutare il margine di fase della rete non compensata con il guadagno 𝐾𝐾
soddisfare le condizioni sull’errore a regime con un buon margine di manovra
6. Se il guadagno complessivo
𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐾𝐾𝑑𝑑𝑑𝑑 −
2
non soddisfa più le condizioni sull’errore a regime, ripetere i passi precedenti aumentando il
�
guadagno 𝐾𝐾
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
2. Se il margine di fase così ottenuto non soddisfa i requisiti, individuare l’angolo 𝜙𝜙𝑚𝑚 mancante
necessario a soddisfare il vincolo.
Aumentare ulteriormente il valore di 𝜙𝜙𝑚𝑚 per avere ancora maggior margine di sicurezza.
5. Valutare per quale pulsazione 𝜔𝜔𝑚𝑚 il modulo del sistema non compensato 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 assume il
valore di
−𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑 /2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
6. Fissare polo e zero della rete anticipatrice così che in 𝜔𝜔𝑚𝑚 la rete anticipatrice abbia modulo
pari a a
𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑 /2
e fase pari a 𝜙𝜙𝑚𝑚 . Ciò coincide a fissare polo e zero tali che:
1 1
𝜔𝜔𝑚𝑚 = 𝑧𝑧𝑧𝑧 = → 𝜏𝜏 =
𝜏𝜏 𝛼𝛼 𝜔𝜔𝑚𝑚 𝛼𝛼
1 𝜔𝜔𝑚𝑚 1
−𝑧𝑧 = − =− , −𝑝𝑝 = − = −𝜔𝜔𝑚𝑚 𝛼𝛼
𝛼𝛼𝛼𝛼 𝛼𝛼 𝜏𝜏
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
8. Il margine di fase risulta quindi assicurato. Tuttavia, il guadagno statico della funzione ad
anello aperto compensata è cambiato ed è sceso a
𝛼𝛼𝑑𝑑𝑑𝑑
�𝑑𝑑𝑑𝑑 −
𝐾𝐾
2
Avendo garantito il massimo margine di fase possibile, si può aumentare leggermente il
� senza modificare la rete anticipatrice. Facendo ciò la frequenza di attraversamento
guadagno 𝐾𝐾
tende ad aumentare e il margine di fase a diminuire: avendo scelto un buon margine di fase si
può riuscire a soddisfare entrambe i requisiti (quello sul margine di fase e quello sulla precisione
statica)
9. Se ciò non è possibile bisogna ripartire da capo aumentando ancora il margine di fase al
punto 2.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
con il guadagno 𝐾𝐾 scelto al fine di soddisfare le condizioni sull’errore a regime con un buon
margine di manovra.
2. Individuare sul diagramma di Bode del modulo di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 la pulsazione 𝜔𝜔𝐶𝐶′ desiderata, ovvero
tale da soddisfare il margine di fase, con un ulteriore margine di 5° per compensare l’effetto
della rete ritardatrice e considerare la attenuazione 𝐴𝐴𝑑𝑑𝑑𝑑 necessaria in decibel per far si che
sia 𝜔𝜔𝐶𝐶′ la nuova pulsazione di attraversamento;
𝜔𝜔𝐶𝐶′ 10
, 𝜏𝜏 =
10 𝜔𝜔𝐶𝐶′
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S1
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
4. Fissato τ, porre α pari all’attenuazione di cui al punto 2, ovvero αdb = Adb, così che
l’attenuazione della rete anticipatrice nella pulsazione ω’c sia circa pari a Adb. In tale
pulsazione la rete ritardatrice attenua il margine di fase di 5° ma tale effetto è compensato
dall’accorgimento preso al passo 3;
5. In generale nella rete ritardatrice K=1 ma, se necessario, fissare il guadagno K al fine di
correggere eventuali margini di imprecisione introdotti nel punto 4.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐻𝐻 𝑠𝑠 = 1
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 2
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 1
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = = = 𝐾𝐾 2
𝑅𝑅 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 𝐾𝐾
Nelle prossime slide analizzeremo le prestazioni di tale sistema nel regime transitorio e nel
regime permanente.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Segnale di riferimento
K=1
Si nota che all’aumentare del guadagno il tempo
0.8
Amplitude
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Time (sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
2.5
1.5
K=1
1
K=0.5
0.5
0
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5
Time (sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Esempio – i requisiti
Supponiamo che i requisiti nel dominio del tempo impongano i seguenti limiti:
Esempio – i requisiti
Essendo in presenza di un sistema di tipo 1, il secondo requisito impone un limite inferiore al
guadagno della funzione di anello 𝐾𝐾:
𝐴𝐴 𝐾𝐾 𝐾𝐾
0.05𝐴𝐴 ≥ 𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 = , 𝐾𝐾𝑣𝑣 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = =
𝐾𝐾𝑣𝑣 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 + 2 2
Ne segue che
2
0.05 ≥ 𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 = , 𝐾𝐾 ≥ 40
𝐾𝐾
Si può quindi fissare il guadagno a 40 e poi tracciare i diagrammi di Bode per controllare il
margine di fase
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
40
30
20
O db
Magnitude (dB)
10
-10
-20
-30
-40
-50
-90
-120
Phase (deg)
-150
Ai fini del regime permanente la rete ritardatrice non influenza la precisione statica, pertanto
la scelta del guadagno 𝐾𝐾 = 40 garantisce la soddisfazione del requisito sulla precisione di
risposta a regime permanente ad ingressi a rampa lineare.
Il margine di fase del sistema non compensato è circa 20°, molto lontano dal 45° richiesto
Aumentando il margine di altri 5° per essere sicuri di bilanciare il ritardo imposta dalla
rete ritardatrice è necessario garantire un margine di fase di 50°.
Torniamo pertanto sul diagramma di Bode a cercare la pulsazione di attraversamento
desiderata per tale margine di fase e la corrispondente attenuazione in decibel necessaria.
40
30
20
20 dB
O db
Magnitude (dB)
10
-10
-20
-30
-120
Phase (deg)
-180
-1 0 1 2
10 10 10 10
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Per quanto riguarda il polo, è necessario fissare il valore di 𝛼𝛼 in modo tale che alla frequenza
𝜔𝜔𝑐𝑐′ = 1.6 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟/𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 si abbia una attenuazione di 20 𝑑𝑑𝑑𝑑
Osservando i diagrammi di bode della rete anticipatrice al variare di 𝑎𝑎, si nota che alla pulsazione
𝜔𝜔𝑐𝑐′ = 10/𝜏𝜏 si ha una attenuazione di 20 𝑑𝑑𝑑𝑑 quando 𝛼𝛼 = 10
Alternativamente si può calcolare algebricamente il valore di 𝛼𝛼 in modo tale che, in 𝑑𝑑𝑑𝑑, sia
pari a 20
Avendo fissato tutti i valori delle rete ritardatrice il controllore risulta definito:
80
60
40
Magnitude (dB)
20
0
O db
-20
-40
-60
-80
-100
-90
Phase (deg)
-135
φm ≅ 50°
-180
-3 -2 -1 0 1 2
10 10 10 10 10 10
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Step Response
1.8
1
Amplitude
0.8
Risposta NON compensata
Presenta una sovra elongazione (60%) fuori specifica e una forte
0.6
oscillazione transitoria.
0.4
0.2
0
0 5 10 15
Time (sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Si consideri il controllore in figura in cui una rete anticipatrice è stata aggiunta in cascata al
controllore
Ai fini del regime permanente la rete anticipatrice influenza la precisione statica, pertanto
scegliere 𝐾𝐾 = 40 non è sufficiente
𝛼𝛼 − 1 sin 32° + 1
sin 𝜙𝜙𝑚𝑚 = , 𝛼𝛼 = = 3.26
𝛼𝛼 + 1 1 − sin 32°
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
𝐾𝐾 80
= = 24.6 < 40
𝛼𝛼 3.26
Ne segue che il valore del guadagno inizialmente ipotizzato è troppo piccolo
Provando per tentativi con altri valori del guadagno si può determinare una coppia < 𝐾𝐾, 𝛼𝛼 >
ammissibile
𝐾𝐾 160
= = 41.6 > 40
𝛼𝛼 3.84
Questi valori di 𝐾𝐾 e 𝛼𝛼 sono ammissibili
L’ultimo parametro da fissare è 𝜏𝜏 che può esser individuato a partire dalla pulsazione di
attraversamento
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
50
40
30
Magnitude (dB)
20
10 O db
0
-10
-20
-135
φm =9°
-180
-1 0 1 2
10 10 10 10
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
1
𝜏𝜏 = = 0.04 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠
𝜔𝜔𝑐𝑐 𝛼𝛼
Per verificare che il sistema così ottenuto soddisfi anche il requisito sulla sovra elongazione si
possono tracciare i diagrammi di Bode
40
20
Magnitude (dB)
-20
-40
-60
-80
-90
-120
Phase (deg)
-150 φm ≅ 42°
-180
-1 0 1 2 3
10 10 10 10 10
Frequency (rad/sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
1.2
1
Amplitude
Segnale di riferimento
0.8
0.6
Risposta compensata con rete ritardatrice
Presenta una sovra-elongazione (25%) e una bassa frequenza di
0.4 oscillazione. Non si registrano invece sensibili miglioramenti sulla
prontezza di risposta
0.2
0
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5
Time (sec)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
Tali migliori prestazioni nel regime transitorio sono giustificate dalla maggior banda passante
garantita dall’uso della rete anticipatrice.
Una maggiore banda passante significa una migliore prontezza di risposta a variazioni rapide
del segnale di riferimento, come, ad esempio, il passaggio da 0 ad 1 di un segnale di
ingresso a gradino.
Bode Diagram
20
10
-3 dB
0
-50
-60
Banda passante del sistema con rete anticipatrice
-70
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
𝑅𝑅1
+ +
𝑉𝑉1 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑉𝑉2 𝑠𝑠
− −
𝑅𝑅2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S2
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
𝐶𝐶
+ 𝑅𝑅1 +
𝑉𝑉1 𝑠𝑠 𝑅𝑅2 𝑉𝑉2 𝑠𝑠
− −
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 53/S3
Attività n°: PROCEDURE DI SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (2 di 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Quali sono le caratteristiche, dal punto di vista delle prestazioni di un sistema controllato, di una
rete ritardatrice?
Quali sono i passi fondamentali da seguire per progettare una rete anticipatrice nel dominio della
frequenza?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Definizione e proprietà
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni è stato più volte evidenziato la relazione diretta che sussiste tra
Per quanto riguarda la proprietà di stabilità asintotica, è necessario (e sufficiente) garantire che
tutte le radici del polinomio caratteristico abbiano parte reale strettamente negativa
Per quanto riguarda le prestazioni, invece, è necessario che le radici si trovino su determinate
aree del semipiano sinistro del dominio 𝑠𝑠
Facendo variare un parametro per volta, mantenendo costanti gli altri, le singole radici tracciano
delle traiettorie nel piano 𝑠𝑠, spostandosi man mano che il parametro assume valori differenti
Tali traiettorie costituiscono un luogo nel piano 𝑠𝑠 detto luogo delle radici
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Introduzione
La variazione parametrica della posizione delle radici nel piano 𝑠𝑠 può essere sfruttata a nostro
favore:
Tale metodologia di controllo è detta appunto metodo del luogo delle radici
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Se il polinomio caratteristico dipende da più parametri, allora il metodo del luogo delle radici può
essere applicato quando il polinomio caratteristico è esprimibile nella forma:
Per comprendere il perché, si consideri un sistema controllato a catena chiusa, con funzioni
di trasferimento dell’attuatore e del sensore unitarie:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐿𝐿 𝑠𝑠 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠
= =
𝑅𝑅 𝑠𝑠 1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠 1 + 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠
In altre parole, si stanno cercando quelle radici s per cui la funzione complessa 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠
coincida con il punto (−1,0) del piano complesso.
Dal punto di vista delle coordinate polari ciò coincide nel richiedere di trovare quelle 𝑠𝑠
per cui il valore complesso 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠 abbia modulo unitario e fase pari ad un angolo di
180° (±𝑛𝑛360° con 𝑛𝑛 = 1,2, …)
𝐾𝐾𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 1
𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠 = −1 + 𝑗𝑗0 → �
𝜙𝜙 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠 = 𝜋𝜋 ± 2𝜋𝜋𝜋𝜋, 𝑛𝑛 = 1,2, …
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
𝐾𝐾 ∏𝑍𝑍𝑖𝑖=0 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
−1 + 𝑗𝑗0 = 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁−𝑔𝑔
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖
dove
𝐾𝐾 è il guadagno
𝑁𝑁−𝑔𝑔 𝑍𝑍
È facile verificare che se il guadagno del controllore 𝐾𝐾 tende a zero, il luogo delle radici della
funzione di trasferimento del sistema controllato tende ai poli della funzione di trasferimento
del sistema da controllare:
𝑁𝑁−𝑔𝑔 𝑍𝑍
Se invece il guadagno del controllore 𝐾𝐾 tende ad infinito, il luogo delle radici della funzione
di trasferimento del sistema controllato tende ai poli della funzione di trasferimento del
sistema da controllare: dividendo infatti tutto per 𝐾𝐾 e facendolo tendere ad infinito si ottiene
𝑍𝑍 𝑁𝑁−𝑔𝑔
1
� 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 = lim − 𝑠𝑠 𝑔𝑔 � 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 = 0
𝐾𝐾→∞ 𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Il luogo delle radici è quindi composto da un numero di traiettorie, dette rami del luogo
delle radici, pari al numero di poli della funzione di trasferimento del sistema da controllare
Il luogo delle radici è simmetrico rispetto all’asse reale: le uniche soluzioni possibili sono
nulle, reali o coppie complesse coniugate
Essendo il numero di poli maggiore o uguale al numero degli zeri della funzione di
trasferimento del sistema da controllare, alcuni rami non convergeranno negli zeri
all’aumentare di 𝐾𝐾, ma si allontaneranno asintoticamente
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
1
Imaginary Axis
-1
Area di ammissibilità
dovuta alla stabilità e -2
ai vincoli prestazionali
-3
su tempo di
assestamento al 2% e -4
massima
sovraelongazione -5
-6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5
Real Axis
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Abbiamo tutti gli strumenti per sintetizzare una legge di controllo di un sistema a controreazione
che permetta al sistema di garantire funzionalità, specifiche e prestazioni:
Per garantire stabilità del sistema controllato e prestazioni nel regime transitorio è sufficiente
dimensionare il fattore di guadagno 𝐾𝐾 applicando il metodo del luogo delle radici.
Attraverso questo metodo di sintesi diretta nel piano 𝑠𝑠, si può fare la sintesi di un controllore
estremamente semplice in grado, entro certi limiti, di garantire la funzionalità, le specifiche e le
prestazioni.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Da cui si ricava
𝑍𝑍 𝑁𝑁−𝑔𝑔
𝐾𝐾 � 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 + 𝑠𝑠 𝑔𝑔 � 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 = 0
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Successivamente si riportano nel piano complesso i poli (indicandoli con una X) e gli zeri
(indicandoli con un cerchio O)
Quando 𝐾𝐾 = 0 i rami partono dai poli mentre quando 𝐾𝐾 tende ad infinito, alcuni rami
convergono negli zeri, altri si allontanano asintoticamente.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
E’ possibile dimostrare che appartengono al luogo delle radici tutti i tratti dell’asse
reale a sinistra di un numero dispari di singolarità (poli o zeri) disposti sull’asse
reale.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Quando il numero di poli 𝑁𝑁 è maggiore del numero degli zeri 𝑍𝑍 ovviamente alcuni rami
dovranno asintoticamente tendere all’infinito, ovvero a degli zeri all’infinito
La caratteristica interessante degli 𝑁𝑁 − 𝑍𝑍 asintoti è che sono tutte semirette centrate nel
punto reale 𝜎𝜎𝐴𝐴 ; 0 , chiamato centro stella, la cui ascissa si calcola nel seguente modo
∑𝑁𝑁 𝑍𝑍
𝑖𝑖=1 −𝑝𝑝𝑖𝑖 − ∑𝑖𝑖=1 −𝑧𝑧𝑖𝑖
𝜎𝜎𝐴𝐴 =
𝑁𝑁 − 𝑀𝑀
Rispetto all’asse reale, gli asintoti hanno un angolo dato da:
2𝑘𝑘 + 1
𝜙𝜙𝐴𝐴 = 180°, 𝑘𝑘 = 0,1,2, … 𝑁𝑁 − 𝑍𝑍 − 1
𝑁𝑁 − 𝑍𝑍
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Ciò coincide nel richiedere che il valore del parametro 𝐾𝐾 sia scelto in maniera tale che le
radici siano tutte collocate nel semipiano sinistro.
Sulla base dei passi 1, 2 e 3 è facile comprendere se il luogo delle radici intersecherà per qualche
valore di 𝐾𝐾 l’asse immaginario
In caso affermativo si può utilizzare il criterio di Routh-Hurwitz per calcolare il valore esatto
di 𝐾𝐾 per cui il sistema è asintoticamente stabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Quando i rami che vanno all’infinito partono da poli reali, esiste un valore di 𝐾𝐾 a partire dal
quale le soluzioni reali diverranno immaginarie e tenderanno ad accostarsi agli asintoti
Tale valore di 𝐾𝐾 determina quindi un punto di diramazione (breakway point) dei rami,
oltre il quale i rami smettono di percorrere l’asse reale e si portano verso gli asintoti.
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑠𝑠
= =0
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑
Le tangenti al luogo nel punto di uscita sono egualmente spaziate sui 360°: se sono 2 i rami a
lasciare l’asse reale, le tangenti saranno ortogonali all’asse reale, se i rami sono 4 saranno spaziati
tra di loro di 90° e così via
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
L’angolo di uscita di un ramo del luogo da un polo è la differenza tra l’angolo dovuto a tutti
gli altri poli e zeri e il secondo membro della condizione di fase (180° ± n360° con n =
1,2,3,…).
Analogamente l’angolo di ingresso di un ramo del luogo in uno zero è la differenza tra
l’angolo dovuto a tutti gli altri poli e zeri e il secondo membro della condizione di fase (180°
± n360° con n = 1,2,3,…).
Ovvero considerato un polo o uno zero, si calcolano gli angoli (rispetto all’asse reale) delle
semirette orientate che partono da uno qualsiasi degli altri poli e/o zeri e passino per il polo
o lo zero considerato. Si somma tali angoli e gli si sottrae (180° ± n360° con n = 1,2,3,…)
Ciò determina una retta la quale è la tangente al luogo nel punto (polo o zero) considerato
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S1
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Individuate in base alla stabilità (semipiano sinistro) e alle prestazioni nel regime transitorio le
aree del piano s in cui si desidera avere le radici, si confronteranno tali aree con il luogo delle
radici, se il luogo attraversa le aree, allora è possibile individuare i valori di 𝐾𝐾 per cui il sistema
controllato a catena chiusa soddisfa le condizioni di stabilità e le prestazioni.
Questo dimostra la validità e l’utilità dell’utilizzo del metodo del luogo delle radici per ottenere gli
obiettivi richiesti da un sistema controllato, utilizzando una modalità di controllo a catena chiusa,
variando semplicemente il valore del guadagno del controllore.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio di utilizzo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
𝐾𝐾 ∏𝑍𝑍𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁−𝑔𝑔
𝑠𝑠 𝑔𝑔 ∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖
È già stato discusso che un tale sistema, di tipo 𝑔𝑔, se controllato attraverso una modalità di
controllo a controreazione unitaria è in grado di inseguire con errore nullo segnali di ingresso
polinomiali di grado inferiore o uguale a 𝑔𝑔 − 1.
In presenza di ingressi di grado maggiore o uguale a 𝑔𝑔, invece, sarà presente un errore a
regime permanente 𝐾𝐾𝑔𝑔 pari a
2. Tracciare il luogo delle radici del sistema da controllare, non compensato, e verificare per
quale valore del guadagno il sistema è dominato da una coppia di poli complessi coniugati
dominanti che soddisfino le prestazioni nel regime transitorio
4. In caso la costante di errore non compensata sia troppo bassa, identificare il coefficiente
moltiplicativo 𝛼𝛼 necessario per soddisfare il requisito
5. Ottenuto quindi il rapporto tra lo zero −𝑧𝑧 e il polo −𝑝𝑝, collocare il polo e lo zero in modo da
non modificare il tracciato del luogo delle radici complessivo, in maniera tale che il luogo
passi ancora per i poli dominanti identificati al punto 2. Conviene a tal fine collocare il polo e
lo zero prossimi all’origine e con un angolo (rispetto ad una delle due radici dominanti)
inferiore ai 2°
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Imaginary Axis
quale valore di 𝐾𝐾 il luogo intercetta la condizione
0 K=5
-0.5
𝜁𝜁 = 0.45
-1
-2.5
in quanto 𝜁𝜁 = 0.45 -2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5
Real Axis
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
5𝑠𝑠 5 5
𝐾𝐾𝑣𝑣 = lim = < 20 , 𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 2 2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 2
Pertanto dobbiamo individuare un polo – 𝑝𝑝 (con 𝑝𝑝 > 0) e uno zero – 𝑧𝑧 (con 𝑧𝑧 > 0) tali che
𝑧𝑧 = 8𝑝𝑝
1 1
𝑝𝑝 = , 𝑧𝑧 =
80 10
si ha che L’angolo tra i vettori 𝑃𝑃1𝑝𝑝 e 𝑃𝑃1𝑧𝑧 è inferiore a 2°
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
2 ξ=0,45
P1=(-1;2)
1.5
0.5
Imaginary Axis
-0.5 z p
-1
-1.5
-2
P2=(-1;-2)
ξ=0,45
-2.5
-2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5
Real Axis
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S2
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
Un altro limite di questo metodo è che per validare nel piano complesso 𝑠𝑠 le prestazioni richieste
nel dominio del tempo, è necessario ipotizzare che il sistema sia dominato da una coppia di poli
complessi.
Date pertanto le specifiche e le prestazioni nel dominio del tempo, si riportano nel piano 𝑠𝑠 e si
verificano prima sul sistema senza compensazione. Se non è possibile individuare un guadagno
che soddisfi specifiche e prestazioni allora:
Se il sistema da controllare pecca nelle prestazioni a regime transitorio, si utilizza una rete
anticipatrice (ovvero assimilabile ad un derivatore).
Utilizzando il luogo delle radici si possono determinare, per tentativi, i parametri di configurazione
delle reti compensatrici che devono essere sempre validati sul modello completo del sistema da
controllare (e non quindi su quello approssimato tenente conto solo della dinamica dominante).
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 54/S3
Attività n°: METODO DEL LUOGO DELLE RADICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Qual è l’utilità del metodo del luogo delle radici? In che modo può essere utilizzato nella
progettazione di un controllore?
Quale tipo di legge di controllo consente di progettare il metodo del luogo delle radici?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati visti metodi di sintesi di controllori nel dominio delle
trasformate del sistema da controllare
In questa lezione verrà presentato un metodo di sintesi basato sulla descrizione dello spazio di
stato
Si consideri
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a coefficienti
reali
un insieme arbitrario di numeri complessi (reali o complessi coniugati) Λ0 = 𝜆𝜆10 , 𝜆𝜆02 , … , 𝜆𝜆0𝑛𝑛
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐾𝐾 tale che gli autovalori della
matrice 𝐹𝐹 = 𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 > sia completamente
raggiungibile
𝑟𝑟 + 𝑢𝑢 𝑦𝑦
Processo
+
𝑥𝑥 Stato
𝐾𝐾 del
process
o
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
In virtù di tale ipotesi, è possibile trovare un cambio di coordinate per riscrivere il sistema in
forma canonica di raggiungibilità
Si assuma quindi che il sistema sia in tale forma canonica ossia che le matrici 𝐴𝐴 e 𝐵𝐵 abbiano
la seguente struttura:
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = , 𝐵𝐵 =
0 1 0
−𝛼𝛼0 −𝛼𝛼1 … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
È facilmente verificabile che la matrice 𝐹𝐹 = 𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 mantiene la struttura della matrice 𝐴𝐴:
0 1
⋮ ⋱
𝐹𝐹 =
0 1
−𝛼𝛼0 + 𝑘𝑘0 −𝛼𝛼1 + 𝑘𝑘1 … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + 𝑘𝑘𝑛𝑛−1
Ne segue che il polinomio caratteristico della matrice dinamica 𝐹𝐹 del sistema controllato è
𝑝𝑝𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 − 𝑘𝑘𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 − 𝑘𝑘1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 − 𝑘𝑘0
Tramite un’opportuna scelta degli 𝑛𝑛 parametri liberi 𝑘𝑘𝑖𝑖 è possibile far coincidere il polinomio
caratteristico 𝑝𝑝𝐹𝐹 𝑠𝑠 con un qualunque polinomio di grado 𝑛𝑛 avente coefficiente del fattore di
grado 𝑛𝑛 unitario
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
𝑥𝑥 Stato
𝐾𝐾 del
process
o
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Nella precedente lezione si è mostrato come sia possibile assegnare ad arbitrio gli autovalori di un
sistema controllato nelle ipotesi
Relativamente all’ultima ipotesi, in applicazioni reali, può risultare utopico pensare di poter
disporre di una misura completa e accurata dello stato del sistema
In questa lezione vedremo come sia possibile determinare un’approssimazione dello stato di un
sistema a partire dalla sola conoscenza delle variabili di ingresso e di uscita
𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
𝑥𝑥
−
Osservatore 𝑒𝑒 𝑡𝑡 ≔ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥 𝑡𝑡
+
𝑥𝑥�
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Avendo a disposizione una stima dello stato iniziale 𝑥𝑥�0 e conoscendo le matrici 𝐴𝐴 e 𝐵𝐵 il
problema dell’osservazione è facilmente risolvibile
La soluzione descritta richiede ipotesi molto stringenti (conoscenza delle matrici del sistema
e di una stima dello stato iniziale)
Nel seguito vedremo una formulazione più generale del problema in grado di risolvere una
classe più ampia di problemi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
𝑥𝑥
Osservatore −
𝑒𝑒 𝑡𝑡 ≔ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥 𝑡𝑡
+
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑡𝑡 + 𝐻𝐻 𝑦𝑦� 𝑡𝑡 − 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑥𝑥�
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
da cui
𝑒𝑒̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 𝑒𝑒 𝑡𝑡 , 𝑒𝑒 0 = 𝑥𝑥�0 − 𝑥𝑥0
In questo caso, quindi, la dinamica dell’errore di stima dipende dalle matrici 𝐴𝐴 e 𝐶𝐶 e dalla
matrice guadagno dell’osservatore
La matrice 𝐻𝐻 va quindi scelta in modo tale che la matrice 𝑁𝑁 ≔ 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 sia asintoticamente
stabile in modo che l’errore converga a zero
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Gli autovalori di una matrice coincidono con quelli della sua trasposta
𝑇𝑇
In virtù di note proprietà delle matrici, risulta 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 = 𝐴𝐴𝑇𝑇 + 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐻𝐻𝑇𝑇
In virtù di queste considerazioni, è possibile derivare un risultato relativo alle condizioni per
cui il problema dell’osservazione abbia soluzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Si consideri
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a coefficienti
reali
un insieme arbitrario di numeri complessi (reali o complessi coniugati) Λ0 = 𝜆𝜆10 , 𝜆𝜆02 , … , 𝜆𝜆0𝑛𝑛
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐻𝐻 tale che gli autovalori della
matrice 𝑁𝑁 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 > sia completamente
osservabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Ne segue che, se le ipotesi del teorema sono verificate, è possibile non solo ricostruire lo
stato ma anche fissare la velocità di convergenza del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
In virtù di tale ipotesi, è possibile trovare un cambio di coordinate per riscrivere il sistema in
forma canonica di osservabilità
Si assuma quindi che il sistema sia in tale forma canonica ossia che le matrici 𝐴𝐴 e 𝐶𝐶 abbiano
la seguente struttura:
0 … 0 −𝛼𝛼0
1 −𝛼𝛼1
𝐴𝐴 = , 𝐶𝐶 = 0 … 0 1
⋱ ⋮
1 −𝛼𝛼𝑛𝑛−1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
È facilmente verificabile che la matrice 𝑁𝑁 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 mantiene la struttura della matrice 𝐴𝐴:
0 … 0 −𝛼𝛼0 + 𝑔𝑔0
1 −𝛼𝛼1 + 𝑔𝑔1
𝑁𝑁 =
⋱ ⋮
1 −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + 𝑔𝑔𝑛𝑛−1
Ne segue che il polinomio caratteristico della matrice dinamica 𝑁𝑁 del sistema controllato è
𝑝𝑝𝑁𝑁 𝑠𝑠 = 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 − 𝑔𝑔𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 − 𝑔𝑔1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 − 𝑔𝑔0
Tramite un’opportuna scelta degli 𝑛𝑛 parametri liberi 𝑔𝑔𝑖𝑖 è possibile far coincidere il polinomio
caratteristico 𝑝𝑝𝑁𝑁 𝑠𝑠 con un qualunque polinomio di grado 𝑛𝑛 avente coefficiente del fattore di
grado 𝑛𝑛 unitario
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
𝑥𝑥
Osservatore −
𝑒𝑒 𝑡𝑡 ≔ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥 𝑡𝑡
+
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑡𝑡 + 𝐻𝐻 𝑦𝑦� 𝑡𝑡 − 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑥𝑥�
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S1
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Rimuovendo tale ipotesi, il problema della ricostruzione dello stato è fortemente limitato
Se la parte non osservabile del sistema è asintoticamente stabile, l’errore di stima può
convergere a zero con un’opportuna scelta della matrice di guadagno dell’osservatore
È possibile dimostrare che, sotto l’ipotesi di completa osservabilità, per ricostruire lo stato
necessario stimare un vettore di ordine 𝑛𝑛
In particolare, dato un sistema di ordine 𝑛𝑛 con 𝑝𝑝 uscite, per ricostruire lo stato è possibile
costruire un osservatore dello stato di ordine 𝑛𝑛 − 𝑝𝑝
Questo risultato è dovuto al fatto che ogni componente del vettore 𝑦𝑦 − 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡 è una
combinazione lineare delle variabili di stato
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati descritti i seguenti problemi:
È stato mostrato come la completa raggiungibilità del sistema sia condizione necessaria e
sufficiente affinché tale problema abbia soluzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S2
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Introduzione
Il problema della ricostruzione dello stato fa riferimento alla stima dello stato di un sistema
a partire dalla conoscenza del segnale di ingresso e del segnale di uscita
È stato mostrato come la completa osservabilità del sistema sia condizione necessaria e
sufficiente affinché tale problema abbia soluzione
In particolare, il problema della ricostruzione dello stato può esser formulato come un
problema di assegnamento degli autovalori
Introduzione
In questa lezione verrà discusso il problema dell’assegnamento degli autovalori rimuovendo
l’ipotesi della conoscenza completa dello stato del sistema
Costruendo un osservatore asintotico dello stato è possibile ottenere una stima dello stato
del sistema 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 assegnando ad arbitrio la dinamica dell’errore di stima
Sulla base di tale stima dello stato, è possibile assegnare ad arbitrio gli autovalori del
sistema controllato tramite una retro azione dello stato 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑡𝑡 + 𝑟𝑟 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S2
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
Si vogliono studiare le proprietà del sistema controllato quando si applica una legge di
controllo del tipo
𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝑟𝑟 𝑡𝑡
𝑟𝑟 + 𝑢𝑢
Processo 𝑦𝑦
+
𝑥𝑥�
𝐾𝐾 Osservatore
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S2
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
𝑥𝑥(𝑡𝑡)
𝑧𝑧 𝑡𝑡 =
𝑒𝑒 𝑡𝑡
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 55/S2
Attività n°: ASSEGNAMENTO DEGLI AUTOVALORI E OSSERVATORI
1
𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝐵𝐵
𝑧𝑧̇ 𝑡𝑡 = 𝑧𝑧 𝑡𝑡 + 𝑟𝑟 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̅𝑧𝑧 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑟𝑟 𝑡𝑡
0 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 0
Si può osservare che
La matrice dinamica del sistema 𝐴𝐴̅ è triangolare a blocchi: gli autovalori del sistema
sono quindi quelli della matrice 𝐹𝐹 = 𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 e della matrice 𝑁𝑁 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻
La stima dello stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 è calcolata grazie ad un osservatore asintotico dello stato; la
matrice di guadagno 𝐻𝐻 dell’osservatore rappresenta uno dei gradi di libertà del
progettista ed è usata per assegnare la dinamica dell’errore di stima
Per risolvere il problema dell’assegnamento degli autovalori quando lo stato non è misurabile
è quindi necessario
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
In cosa consiste il problema della ricostruzione dello stato? Disegnare e commentare lo schema di
a blocchi di riferimento
Quali sono i passi che il progettista deve effettuare per assegnare ad arbitrio gli autovalori di un
sistema controllato quando lo stato non è misurabile? Quali sono le ipotesi iniziali da fare?
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Ripasso
In questo nucleo tematico è stato affrontato in maggior dettaglio i problemi legati alla sintesi di
controllori. In particolare
sono state descritte le prestazioni di un sistema di controllo sulla base di cui è possibile
valutare e comparare diversi controllori
Sono stati descritti gli obiettivi di un sistema controllato sia nel dominio del tempo che nel
dominio della frequenza
Funzioni di sensitività
Sono state introdotte diverse funzioni di sensitività al fine di mettere in luce l’effetto dei segnali
esogeni (esterni) rispetto alle variabili di interesse
Abbiamo studiato l’effetto dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di riferimento 𝑟𝑟 sui segnali di
errore 𝑒𝑒 e di uscita 𝑦𝑦:
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑦𝑦 = 𝑟𝑟 − 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
1 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑒𝑒 = 𝑟𝑟 + 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑛𝑛 𝑑𝑑
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + − CONTROLL 𝑢𝑢 PROCESS + + 𝑦𝑦
− ORE O
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Funzioni di sensitività
Analizzando le espressioni dei segnali di uscita e di errore ci siamo resi conto dell’importanza
delle seguenti funzioni:
Funzioni di sensitività
Analizzando le espressioni dei segnali di uscita e di errore ci siamo resi conto dell’importanza
delle seguenti funzioni:
Funzioni di sensitività
Quanto visto può esser scritto in forma sintetica nel seguente modo:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 −𝑄𝑄 𝑠𝑠 𝐷𝐷 𝑠𝑠
𝐸𝐸 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 −𝑆𝑆 𝑠𝑠 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠
Abbiamo poi studiato quali sono i requisiti ideali per tali funzioni e, in particolare
Successivamente è stato approfondito lo studio delle tre funzioni di sensitività ed è stato discusso
come ottenere le prestazioni volute in applicazioni pratiche
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Sono poi state analizzate le prestazioni statiche e dinamiche al fine di derivare le condizioni da
soddisfare per raggiungere determinati indici prestazionali
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la fedeltà della risposta a regime è
perfetta (il guadagno statico è unitario)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Ne segue che
Per 𝒈𝒈 < 𝟎𝟎, l’effetto del disturbo (costante) sul segnale di errore a regime è nullo
Per 𝑔𝑔 = 0, l’attenuazione del disturbo non è buona e si ha solo per valori molto
piccoli di 𝐾𝐾
In altre parole
Per avere un’ottima fedeltà della risposta a regime è necessario avere 𝑔𝑔 > 0
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ≅�
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Tipicamente le specifiche sulla fedeltà di risposta sono relative alle basse frequenze e che il
segnale di disturbo agisce alle alte frequenze
Il segnale viene riprodotto fedelmente nella banda 0; 𝜔𝜔𝐶𝐶 , dove tale specifica ha senso
pendenza in corrispondenza di
𝜔𝜔 = 𝜔𝜔𝐶𝐶
Ne segue che i poli dominanti della
Specifiche sulla Specifiche funzione di sensitività
fedeltà di risposta sull’attenuazione del complementare in corrispondenza
disturbo 𝑛𝑛 della pulsazione critica 𝜔𝜔𝐶𝐶 sono i
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 0 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶 poli dominanti
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ≅�
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶 Tuttavia, nulla è possibile dire
sulla natura di tali poli
dominanti (se reali o complessi
coniugati)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Ne segue che
𝐴𝐴
𝑒𝑒∞ = : scegliendo 𝐾𝐾 > 0 sufficientemente grande è possibile rendere l′errore piccolo a piacere
1 + 𝐾𝐾
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la precisione statica a regime è
perfetta in quanto risulta 𝑒𝑒∞ = 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Quanto detto è riassunto nella seguente tabella in cui sono riportati i valori
dell’errore a regime 𝑒𝑒∞ in relazione a diversi tipi di segnali canonici e funzioni di
diverso tipo: Scalino Rampa Parabola
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 0 ∞ ∞
1 + 𝐾𝐾
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 1 0 ∞
𝐾𝐾
𝐴𝐴
𝑔𝑔 = 2 0 0
𝐾𝐾
𝑔𝑔 = 3 0 0 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
1
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Avendo assunto che la funzione di guadagno d’anello sia asintoticamente stabile, il modulo
della funzione 𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 è approssimabile con
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Secondo tale approssimazione, la funzione di sensitività si comporta come un filtro
passa-alto
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔𝐶𝐶
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
lim 𝑄𝑄 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0
𝐾𝐾𝐶𝐶
= lim 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑆𝑆 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0 1 + 𝐾𝐾
𝐾𝐾
= lim 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠→0 (1 + 𝐾𝐾)𝐾𝐾𝐹𝐹
𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑄𝑄 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
sia possibile legare prontezza e fedeltà di risposta ai parametri dinamici del sistema nel piano 𝑠𝑠 che
caratterizzano la posizione nel piano 𝑠𝑠 dei due poli complessi coniugati:
𝜋𝜋
tempo al picco 𝜔𝜔 ≥
𝑇𝑇𝑃𝑃
4
tempo di assestamento 𝛼𝛼 ≥
𝑇𝑇𝑆𝑆
𝜁𝜁𝜁𝜁
Sovra elongazione −
𝑆𝑆% = 100𝑒𝑒 1−𝜁𝜁 2
percentuale
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Per quanto riguarda le specifiche nel dominio del tempo, abbiamo visto che dato un sistema ad
anello aperto 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 di tipo 𝑁𝑁 (con 𝑁𝑁 > 0) il corrispondente sistema ad anello chiuso 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 , ha
un errore di precisione statica nullo per qualsiasi ingresso polinomiale di grado minore di 𝑁𝑁
Se in ingresso è posto un segnale polinomiale di grado 𝑁𝑁, detto 𝐴𝐴 il coefficiente del termine
di grado 𝑁𝑁, allora l’errore di precisione statica sarà:
𝑁𝑁! 𝐴𝐴
𝑒𝑒𝑠𝑠𝑠𝑠 =
𝐾𝐾
dove 𝐾𝐾 è il guadagno a bassa frequenza di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Abbiamo quindi definito il concetto di grado di stabilità di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 in funzione del margine di
guadagno e del margine di fase di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
Vedremo ora come legare le prestazioni del dominio del tempo di 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 al margine di fase
di 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 , in un sistema a controreazione dominato da due poli complessi coniugati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
−2𝜁𝜁 2 + 4𝜁𝜁 4 + 1
𝜙𝜙𝑚𝑚 = 90° − arctan
2𝜁𝜁
È stato inoltre caratterizzato il modulo al picco alla risonanza 𝑀𝑀𝑃𝑃𝑃𝑃 di un sistema ad anello chiuso
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 dominato da due poli complessi coniugati
𝑀𝑀𝑃𝑃𝑃𝑃 = 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑅𝑅
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
𝑣𝑣 = Im 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑀𝑀 = 1.1
𝑢𝑢 = Re 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑀𝑀 = 1.5 𝑀𝑀 = 0.1
𝑀𝑀 = 0.3
𝑀𝑀 = 1.3 𝑀𝑀 = 0.5
1
𝑢𝑢 = −
𝑀𝑀 > 1 2 0 < 𝑀𝑀 < 1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Ripasso
In questo nucleo tematico sono state affrontate diversi problematiche relative alla sintesi di
controllori e sono stati introdotti alcuni metodi per risolvere tale problema
Reti compensatrici
Rete anticipatrice
Una rete anticipatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑝𝑝 < 𝑧𝑧 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Rete anticipatrice
La rete anticipatrice
𝐾𝐾𝐴𝐴 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
𝛼𝛼 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
ha tre gradi di liberta:
il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴
il coefficiente 𝛼𝛼 che determina la costante di tempo 𝛼𝛼𝛼𝛼 dello zero reale negativo
In caso negativo si può decidere di utilizzare una rete anticipatrice, al fine di garantire
stabilità, reiezione degli errori, attenuazione dell’errore di misura e prestazioni nel transitorio
in caso di sistema non sovradimensionato
Rete ritardatrice
Una rete ritardatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑧𝑧 < 𝑝𝑝 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Il guadagno 𝐾𝐾𝑅𝑅
𝑅𝑅𝑅𝑅(𝑠𝑠)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Rete ritardatrice
La rete ritardatrice
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
�
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
ha tre gradi di liberta:
il guadagno 𝐾𝐾𝑅𝑅
il coefficiente 𝛼𝛼 che determina la costante di tempo 𝛼𝛼𝛼𝛼 del polo reale negativo
In caso negativo si può decidere di utilizzare una rete ritardatrice, al fine di garantire
stabilità, reiezione degli errori, attenuazione dell’errore di misura e prestazioni nel transitorio
in caso di sistema non sovradimensionato
𝐾𝐾 1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
𝛼𝛼 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene
𝐾𝐾 1 + 𝑗𝑗𝛼𝛼𝛼𝛼𝜔𝜔
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝛼𝛼 1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
Ne segue che nell’asse delle frequenze lo zero si presenta prima del polo, con il
risultato che al crescere delle frequenze la fase inizia ad anticipare sotto l’effetto dello
zero, salvo poi riportarsi a zero per effetto opposto del polo
Il guadagno invece inizia a salire di 20𝑑𝑑𝑑𝑑/𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 nelle frequenze influenzate dallo zero,
salvo poi appiattirsi nuovamente a seguito dell’intervento del polo.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Tale vantaggio è bilanciato dal fatto che una rete anticipatrice attenua tutte le frequenze a
sinistra della frequenza di spezzamento dello zero
Tanto più si cerca di ottenere un margine di fase maggiore (e quindi si aumenta 𝛼𝛼),
tanto più il guadagno alle basse frequenze è attenuato
Si supponga di avere un processo 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 in cui il margine di fase è inferiore a quanto richiesto
dalla specifica sulla sovra elongazione della dinamica dominante nel regime transitorio
𝜙𝜙𝑚𝑚 = 100𝜁𝜁, 𝜁𝜁 < 0.7
Applicando una rete anticipatrice centrata in 𝜔𝜔𝐶𝐶 si ottiene il massimo margine di fase in
corrispondenza di tale pulsazione a fronte di una attenuazione alle basse frequenze
1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑅𝑅 , 𝜏𝜏 > 0, 𝛼𝛼 > 1
1 + 𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼𝛼
Effettuando la sostituzione 𝑠𝑠 = 𝑗𝑗𝑗𝑗 si ottiene
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝐶𝐶𝑅𝑅 𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝐾𝐾𝑅𝑅
1 + 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
Ne segue che nell’asse delle frequenze il polo si presenta prima dello zero, con il risultato
che al crescere delle frequenze la fase inizia ad ritardare sotto l’effetto del polo, salvo poi
riportarsi a zero per l’effetto opposto dello zero
Il guadagno invece inizia a scendere di 20 dB per decade nelle frequenze influenzate dal
polo, salvo poi appiattirsi nuovamente a seguito dell’intervento dello zero.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Una attenuazione del guadagno alle alte frequenze comporta una minore pulsazione di
attraversamento
Ovviamente c’è un prezzo da pagare: una rete ritardatrice aggiunge un ritardo di fase proprio
nell’intervallo delle frequenze dal polo allo zero
Tanto più si cerca di ottenere una bassa pulsazione di attraversamento, tanto più si aumenta
𝛼𝛼, tanto più la fase alle frequenze comprese tra il polo e lo zero è ritardata, impattando
potenzialmente sul margine di fase e quindi sulla stabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Il secondo effetto è che il margine di fase è attenuato dalla rete compensatrice soprattutto
nelle frequenze comprese tra il polo e lo zero. Pertanto quando si applica una rete
ritardatrice si devono verificare i risultati ottenuti considerando entrambi gli effetti.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Per quanto riguarda le prestazioni, invece, è necessario che le radici si trovino su determinate
aree del semipiano sinistro del dominio 𝑠𝑠
Facendo variare un parametro per volta, mantenendo costanti gli altri, le singole radici tracciano
delle traiettorie nel piano 𝑠𝑠, spostandosi man mano che il parametro assume valori differenti
Tali traiettorie costituiscono un luogo nel piano 𝑠𝑠 detto luogo delle radici
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Tale metodologia di controllo è detta appunto metodo del luogo delle radici
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Abbiamo tutti gli strumenti per sintetizzare una legge di controllo di un sistema a controreazione
che permetta al sistema di garantire funzionalità, specifiche e prestazioni:
Per garantire stabilità del sistema controllato e prestazioni nel regime transitorio è sufficiente
dimensionare il fattore di guadagno 𝐾𝐾 applicando il metodo del luogo delle radici.
Attraverso questo metodo di sintesi diretta nel piano 𝑠𝑠, si può fare la sintesi di un controllore
estremamente semplice in grado, entro certi limiti, di garantire la funzionalità, le specifiche e le
prestazioni.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a
coefficienti reali
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐾𝐾 tale che gli autovalori della
matrice 𝐹𝐹 = 𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 > sia
completamente raggiungibile 𝑟𝑟 + 𝑢𝑢 𝑦𝑦
Processo
+
𝑥𝑥 Stato del
𝐾𝐾 processo
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a
coefficienti reali
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐻𝐻 tale che gli autovalori della
matrice 𝑁𝑁 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 > sia
completamente osservabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
𝑥𝑥
𝑟𝑟 + 𝑢𝑢
Processo 𝑦𝑦
+
𝑥𝑥�
𝐾𝐾 Osservatore
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝐵𝐵
𝑧𝑧̇ 𝑡𝑡 = 𝑧𝑧 𝑡𝑡 + 𝑟𝑟 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̅𝑧𝑧 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑟𝑟 𝑡𝑡
0 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 0
La stima dello stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 è calcolata grazie ad un osservatore asintotico dello stato; la
matrice di guadagno 𝐻𝐻 dell’osservatore rappresenta uno dei gradi di libertà del
progettista ed è usata per assegnare la dinamica dell’errore di stima
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Il circuito si comporta come una rete anticipatrice o come una rete ritardatrice?
Pregi e difetti
Limiti di applicazione
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 56/S3
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (7)
1
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 56).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Nelle precedenti lezioni abbiamo visto come il metodo del luogo delle radici nel dominio 𝑠𝑠 e l’uso
dei diagrammi di Bode, Nyquist e Nichols nel dominio della frequenza consentono di fissare i
parametri di un controllore, al fine di garantire stabilità e prestazioni richieste
A tal proposito, sono state descritte due tipologie di controllori a struttura prefissata:
la rete anticipatrice e
la rete ritardatrice
Controllori PID
PID è un acronimo
𝐾𝐾𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑠𝑠
Il controllore agisce in controreazione sull’errore attraverso
In effetti il controllore PID integra in un unico schema gli effetti della rete anticipatrice e della rete
ritardatrice
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Schema a blocchi
In figura è mostrato uno schema di controllo in controreazione con un controllore di tipo PID
La nonlinearità di tipo saturazione è dovuta alla limitata escursione della variabile di uscita
dall’attuatore e alla limitata possibilità di sovraccaricare il sistema da controllare senza
danneggiarlo.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Condizioni operative
Le condizioni operative standard per la verifica delle prestazioni e delle specifiche riguardano il
segnale di riferimento (l’uscita desidereata 𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 ) e i segnali di disturbo
La progettazione della modalità di controllo deve tener conto di tali condizioni operative
𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑑𝑑 𝑡𝑡
𝑑𝑑 𝑡𝑡
𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 𝑚𝑚 𝑡𝑡 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡 − 𝑦𝑦 𝑡𝑡
Controllore Sistema da +
+ Attuatore
PID Controllare
− +
+
Trasduttore 𝑟𝑟 𝑡𝑡
+
Rumore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Lo schema di tipo serie è utilizzato per realizzare dispositivi di elaborazione con tecnologie
elettroniche, ancora in uso per applicazioni autocontenute di limitata complessità.
Attualmente una modalità di controllo di tipo proporzionale, integrale e derivativo viene resa
operativa su un dispositivo di elaborazione a microprocessore in cui è inserito un opportuno
algoritmo.
L’azione proporzionale e integrale precede quella proporzionale e derivativa per ottenere che
l’azione integrale effettui una parziale attenuazione del rumore collegato al dispositivo di misura e
alla digitalizzazione delle variabili coinvolte nell’azione di controllo a controreazione.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Una modalità di controllo del tipo PID ha una struttura predeterminata e tre parametri liberi: 𝐾𝐾𝑝𝑝 ,
𝐾𝐾𝑖𝑖 e 𝐾𝐾𝑑𝑑
Tali parametri devono essere fissati dal progettista della modalità di controllo per ottenere le
prestazioni desiderate dall’elemento controllato tenendo conto delle prestazioni dell’attuatore
(si veda la slide successiva)
Nel progettare l’algoritmo che rende operativa tale modalità di controllo occorre introdurre
altri parametri che assicurano la corretta applicazione all’elemento da controllare
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Se l’attuatore è una valvola di regolazione non può essere trascurata:
la saturazione, dovuta alla realizzazione del corpo della valvole e dell’otturatore;
il comportamento dinamico del dispositivo che fissa la posizione dell’otturatore, determinata
dal valore della variabile di uscita dal dispositivo di elaborazione della modalità di controllo.
Se l’attuatore è un azionamento occorre tenere conto:
del valore massimo che può raggiungere la variabile di forzamento nel funzionamento a
regime permanente;
del massimo valore che la variabile di forzamento può raggiungere per intervalli di tempo di
durata limitata. Tale forzamento transitorio è quello che influenza la rapidità di risposta
dell’elemento controllato. Il comportamento dinamico è di entità molto inferiore al
comportamento dinamico del carico.
Nella progettazione della modalità di controllo occorre tenere conto anche della massima rapidità
di variazione della variabile di forzamento che può essere ottenuta dall’attuatore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati introdotti i controllori PID e, in particolare
Le nonlinearità che si devono inserire per tener conto dei limiti imposti dagli attuatori
Massima escursione
Rapidità di variazione
Sovraccarico transitorio
In questa lezione verrà approfondito quest’ultimo aspetto e verrà introdotto il problema della stima
della derivata, azione necessaria nell’implementare un controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S1
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Dall’accuratezza del modello dipende la possibilità di applicare una strategia di controllo che
consenta di raggiungere le prestazioni desiderate con le specifiche desiderate: più accurato è il
modello del sistema da controllare, più elevata è la qualità delle prestazioni che possono essere
ottenute.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S1
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Applicando una modalità di controllo di tipo PID si riescono a soddisfare le prestazioni relative al
comportamento a regime permanente dell’elemento controllato
Tale prestazione può essere ottenuta anche senza conoscere la formulazione analitica del
modello dinamico applicando una modalità di controllo di tipo proporzionale e integrale e
fissando in modo empirico il valore dei parametri liberi, ossia del guadagno dell’azione
proporzionale e dell’azione integrale.
Il modello nella dinamica dominante consente di passare da una modalità empirica per
fissare il valore dei parametri ad una procedura di tipo sistematico
Controllori PID
Il soddisfacimento della specifica sul valore dell’errore nullo a regime permanente richiede
l’inserimento dell’azione integrale che determina però un rallentamento del transitorio rispetto a
quello che aveva l’elemento in esame nel controllo a catena aperta
Controllori PID
A causa dell’inevitabile presenza di rumore, sovrapposto all’andamento della variabile di errore, il
calcolo della derivata deve essere effettuato in modo da attenuare il più possibile il rumore
sovrapposto e non come rapporto incrementale
Prima quindi di applicare l’azione derivativa occorre approfondire la modalità secondo cui è
ricavato il valore della derivata
Nelle applicazioni correnti, il più delle volte, è sufficiente ottenere una stima del valore della
derivata piuttosto che il valore esatto.
Dal momento che allo stato attuale della tecnologia, la modalità di controllo è elaborata da
dispositivi a microprocessore, è opportuno tenere presente le diverse possibilità per ottenere una
stima della derivata che possa realmente contribuire al miglioramento del comportamento
dinamico dell’elemento controllato.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S1
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Come detto, è opportuno tenere presente le diverse possibilità per ottenere una stima della
derivata che possa realmente contribuire al miglioramento del comportamento dinamico
dell’elemento controllato.
È illusorio pensare di migliore la stima della derivata continuando a calcolarla come rapporto
incrementale ma rendendo più fitto il passo di campionamento
Il risultato può essere peggiore invece che migliore, come si può desumere dalla seguente figura.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S1
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
La posizione del polo e dello zero va scelta in modo che sia compresa entro l’intervallo di
frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato con le azione
proporzionale e integrale
Ha quindi uno scarso effetto sulla attenuazione delle componenti a frequenza elevata del
rumore
In corrispondenza del limite inferiore della banda entro cui viene stimata la derivata,
presenta una attenuazione che riduce il guadagno e quindi la possibilità di raggiungere le
prestazioni desiderate nel comportamento a regime permanente.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S1
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Dal suo andamento si rileva che la risposta al gradino presenta una discontinuità in
corrispondenza dell’istante iniziale
Ciò sta a confermare che le componenti a frequenza più elevata non sono attenuate.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S2
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI
DI AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione è stato introdotto il problema della stima della derivata
È stato mostrato come effettuare tale operazione con un filtro del primo ordine
In questa lezione verrà mostrato come ottenere una stima più accurata: a tal fine è possibile
usare un filtro del secondo ordine
I risultati ottenuti verranno poi inseriti nel contesto generale dello schema funzionale di un
controllore PID mostrando come tali filtri, e le nonlinearità da inserire per l’azione integrale,
sono posizionati all’interno di un controllore PID.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S2
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
La posizione dei poli e dello zero va scelta in modo che sia compresa entro l’intervallo di
frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato con le azione
proporzionale e integrale
Si noti che il segnale filtrato presenta un ritardo finito rispetto al segnale di ingresso
Nella scelta dei parametri fondamentali della modalità di controllo occorrerà tenerne conto.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S2
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Conviene inoltre inserire una nonlinearità del tipo a saturazione dopo l’integratore per evitare
che l’azione integrale raggiunga valore che degraderebbero il comportamento del sistema
controllato invece che miglioralo
Tali valori assumo il ruolo di parametri secondari da mettere a punto nella progettazione di
tale modalità di controllo.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S2
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Nelle precedenti lezioni abbiamo visto come il metodo del luogo delle radici nel dominio 𝑠𝑠 e l’uso
dei diagrammi di Bode, Nyquist e Nichols nel dominio della frequenza consentono di fissare i
parametri di un controllore, al fine di garantire stabilità e prestazioni richieste
A tal proposito, sono state descritte due tipologie di controllori a struttura prefissata:
la rete anticipatrice e
la rete ritardatrice
Controllori PID
PID è un acronimo
𝐾𝐾𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑠𝑠
Il controllore agisce in controreazione sull’errore attraverso
In effetti il controllore PID integra in un unico schema gli effetti della rete anticipatrice e della rete
ritardatrice
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Schema a blocchi
In figura è mostrato uno schema di controllo in controreazione con un controllore di tipo PID
La nonlinearità di tipo saturazione è dovuta alla limitata escursione della variabile di uscita
dall’attuatore e alla limitata possibilità di sovraccaricare il sistema da controllare senza
danneggiarlo Disturbi 𝑑𝑑 𝑡𝑡
𝑦𝑦 ∗ 𝑡𝑡 𝑒𝑒 𝑡𝑡 𝑚𝑚 𝑡𝑡 𝑢𝑢∗ 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡 𝑦𝑦 𝑡𝑡
Controllore Sistema da
+ Attuatore
PID Controllare
− +
Trasduttore
Rumore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Condizioni operative
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Lo schema di tipo serie è utilizzato per realizzare dispositivi di elaborazione con tecnologie
elettroniche, ancora in uso per applicazioni autocontenute di limitata complessità.
Attualmente una modalità di controllo di tipo proporzionale, integrale e derivativo viene resa
operativa su un dispositivo di elaborazione a microprocessore in cui è inserito un opportuno
algoritmo.
L’azione proporzionale e integrale precede quella proporzionale e derivativa per ottenere che
l’azione integrale effettui una parziale attenuazione del rumore collegato al dispositivo di misura e
alla digitalizzazione delle variabili coinvolte nell’azione di controllo a controreazione.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Una modalità di controllo del tipo PID ha una struttura predeterminata e tre parametri liberi: 𝐾𝐾𝑝𝑝 ,
𝐾𝐾𝑖𝑖 e 𝐾𝐾𝑑𝑑
Tali parametri devono essere fissati dal progettista della modalità di controllo per ottenere le
prestazioni desiderate dall’elemento controllato tenendo conto delle prestazioni dell’attuatore
(si veda la slide successiva)
Nel progettare l’algoritmo che rende operativa tale modalità di controllo occorre introdurre
altri parametri che assicurano la corretta applicazione all’elemento da controllare
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Se l’attuatore è una valvola di regolazione non può essere trascurata:
la saturazione, dovuta alla realizzazione del corpo della valvole e dell’otturatore;
il comportamento dinamico del dispositivo che fissa la posizione dell’otturatore, determinata
dal valore della variabile di uscita dal dispositivo di elaborazione della modalità di controllo.
Se l’attuatore è un azionamento occorre tenere conto:
del valore massimo che può raggiungere la variabile di forzamento nel funzionamento a
regime permanente;
del massimo valore che la variabile di forzamento può raggiungere per intervalli di tempo di
durata limitata. Tale forzamento transitorio è quello che influenza la rapidità di risposta
dell’elemento controllato. Il comportamento dinamico è di entità molto inferiore al
comportamento dinamico del carico.
Nella progettazione della modalità di controllo occorre tenere conto anche della massima rapidità
di variazione della variabile di forzamento che può essere ottenuta dall’attuatore.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati introdotti i controllori PID e, in particolare
Le nonlinearità che si devono inserire per tener conto dei limiti imposti dagli attuatori
Massima escursione
Rapidità di variazione
Sovraccarico transitorio
In questa lezione verrà approfondito quest’ultimo aspetto e verrà introdotto il problema della stima
della derivata, azione necessaria nell’implementare un controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Dall’accuratezza del modello dipende la possibilità di applicare una strategia di controllo che
consenta di raggiungere le prestazioni desiderate con le specifiche desiderate: più accurato è il
modello del sistema da controllare, più elevata è la qualità delle prestazioni che possono essere
ottenute.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Applicando una modalità di controllo di tipo PID si riescono a soddisfare le prestazioni relative al
comportamento a regime permanente dell’elemento controllato
Tale prestazione può essere ottenuta anche senza conoscere la formulazione analitica del
modello dinamico applicando una modalità di controllo di tipo proporzionale e integrale e
fissando in modo empirico il valore dei parametri liberi, ossia del guadagno dell’azione
proporzionale e dell’azione integrale.
Il modello nella dinamica dominante consente di passare da una modalità empirica per
fissare il valore dei parametri ad una procedura di tipo sistematico
Controllori PID
Il soddisfacimento della specifica sul valore dell’errore nullo a regime permanente richiede
l’inserimento dell’azione integrale che determina però un rallentamento del transitorio rispetto a
quello che aveva l’elemento in esame nel controllo a catena aperta
Controllori PID
A causa dell’inevitabile presenza di rumore, sovrapposto all’andamento della variabile di errore, il
calcolo della derivata deve essere effettuato in modo da attenuare il più possibile il rumore
sovrapposto e non come rapporto incrementale
Prima quindi di applicare l’azione derivativa occorre approfondire la modalità secondo cui è
ricavato il valore della derivata
Nelle applicazioni correnti, il più delle volte, è sufficiente ottenere una stima del valore della
derivata piuttosto che il valore esatto.
Dal momento che allo stato attuale della tecnologia, la modalità di controllo è elaborata da
dispositivi a microprocessore, è opportuno tenere presente le diverse possibilità per ottenere una
stima della derivata che possa realmente contribuire al miglioramento del comportamento
dinamico dell’elemento controllato.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Come detto, è opportuno tenere presente le diverse possibilità per ottenere una stima della
derivata che possa realmente contribuire al miglioramento del comportamento dinamico
dell’elemento controllato.
È illusorio pensare di migliore la stima della derivata continuando a calcolarla come rapporto
incrementale ma rendendo più fitto il passo di campionamento
Il risultato può essere peggiore invece che migliore, come si può desumere dalla seguente figura.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
La posizione del polo e dello zero va scelta in modo che sia compresa entro l’intervallo di
frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato con le azione
proporzionale e integrale
Ha quindi uno scarso effetto sulla attenuazione delle componenti a frequenza elevata del
rumore
In corrispondenza del limite inferiore della banda entro cui viene stimata la derivata,
presenta una attenuazione che riduce il guadagno e quindi la possibilità di raggiungere le
prestazioni desiderate nel comportamento a regime permanente.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Dal suo andamento si rileva che la risposta al gradino presenta una discontinuità in
corrispondenza dell’istante iniziale
Ciò sta a confermare che le componenti a frequenza più elevata non sono attenuate.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione è stato introdotto il problema della stima della derivata
È stato mostrato come effettuare tale operazione con un filtro del primo ordine
In questa lezione verrà mostrato come ottenere una stima più accurata: a tal fine è possibile
usare un filtro del secondo ordine
I risultati ottenuti verranno poi inseriti nel contesto generale dello schema funzionale di un
controllore PID mostrando come tali filtri, e le nonlinearità da inserire per l’azione integrale,
sono posizionati all’interno di un controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
La posizione dei poli e dello zero va scelta in modo che sia compresa entro l’intervallo di
frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato con le azione
proporzionale e integrale
Si noti che il segnale filtrato presenta un ritardo finito rispetto al segnale di ingresso
Nella scelta dei parametri fondamentali della modalità di controllo occorrerà tenerne conto.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Conviene inoltre inserire una nonlinearità del tipo a saturazione dopo l’integratore per evitare
che l’azione integrale raggiunga valore che degraderebbero il comportamento del sistema
controllato invece che miglioralo
Tali valori assumo il ruolo di parametri secondari da mettere a punto nella progettazione di
tale modalità di controllo.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (1 DI 4)
Descrivere il problema della stima della derivata: quali soluzioni sono state mostrate? Quali sono
le differenze tra esse?
Descrivere le nonlinearità discusse: per quale motivo è necessario introdurle? Elencare tutti i
blocchi funzionali nonlineari e descriverne l’utilità
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati introdotti i controllori PID e sono stati discussi
In questa lezione verranno descritti nel dettaglio i parametri di un controllore PID (che
costituiscono i gradi di libertà del progettista) e i contributi delle azioni proporzionale, integrale e
derivativa
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
𝑚𝑚 𝑠𝑠 1
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + 𝐾𝐾𝑖𝑖 + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑒𝑒 𝑠𝑠 𝑠𝑠
𝐾𝐾𝑖𝑖 1 𝐾𝐾𝑑𝑑 1 11
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 1 + + 𝑠𝑠 = 1+ + 𝑇𝑇𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑠𝑠 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐵𝐵𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠
dove
Controllori PID
Come già visto, i controllori PID sono caratterizzati da una funzione di trasferimento del tipo:
Gli zeri 𝑧𝑧1,2 sono reali se 𝐾𝐾𝑝𝑝2 − 4𝐾𝐾𝑑𝑑 𝐾𝐾𝑖𝑖 ≥ 0 ossia se 𝐾𝐾𝑝𝑝 ≥ 2 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝐾𝐾𝑖𝑖
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura sono rappresentati gli andamenti nel tempo e sul diagramma di Bode (delle ampiezze)
delle diverse azioni (proporzionale, integrale e derivativa)
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
Come evidenziato in figura, con un’azione di tipo solo proporzionale può risultare difficile
raggiungere le specifiche; un’azione integrale, invece, consente di agire in modo dinamico
sull’errore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Nel seguito verranno mostrati alcuni esempi in modo da confrontare le prestazioni di un
controllore PI (azione proporzionale e integrale) con quelle di un controllore PID.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati descritti i contributi delle varie azioni (proporzionale, integrale
e derivativa) implementate da un controllore PID
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Esempio
Si consideri uno schema di controllo in contro reazione caratterizzato da
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠
Un attuatore con dinamica del primo ordine
1
𝐹𝐹𝐴𝐴 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1
Un controllore PI con funzione di trasferimento
1
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 1 +
𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Esempio
In figura è mostrata la risposta al gradino del sistema controllato tramite un controllore PI
Sistema controllato
con controllore PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Esempio
In figura è mostrato il luogo delle radici del sistema controllato con un controllore PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura è mostrata la risposta al gradino del sistema controllato con un controllore PID
(considerando anche l’azione derivativa).
Sistema controllato
con controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura è mostrato il luogo delle radici del sistema controllato con un controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura sono messe a confronto le risposte al gradino del sistema controllato con un controllore
PI e con un PID.
Sistema controllato
con controllore PI
1
Sistema controllato
con controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
Introduzione
Nelle precedenti lezioni i vari parametri (gradi di libertà per il progettista) dei controllori PID sono
stati introdotti e descritti
In questa e nelle successive lezioni vedremo i criteri da seguire per la predisposizione di tali
parametri.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
In questa lezione vedremo alcune varianti di tale schema che possono essere implementate
a seconda delle peculiarità del problema da risolvere.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Prima variante
In figura è mostrata una prima variante dello schema di base di un sistema controllato tramite un
PID
Il segnale di riferimento è riportato a valle del controllore
L’azione derivativa è fatta rispetto al segnale di riferimento (e non al segnale di errore) in
modo da prendere in considerazioni la direzione della variazione di tale segnale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Seconda variante
In figura è mostrata una seconda variante dello schema di base di un sistema controllato tramite
un PID
La dinamica dominante:
La dinamica secondaria:
Ad errori di modellazione
Dinamica
dominante
Dinamica
globale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Definizione della strategia per l’implementazione dell’azione derivativa (e.g. calcolo come
rapporto incrementale o adozione di un filtro di stima)
Criteri sistematici:
Nelle prossime slide sono riportati due esempi di predisposizione dei parametri di un controllore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
Modello approssimato
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Modelli approssimati
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Nelle figure riportate i tre criteri menzionati nella slide precedente sono mappati sui diagrammi di
Bode e di Nyquist
83
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾
𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 1 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 1
𝑇𝑇𝑖𝑖
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑠𝑠 = =
𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏𝑠𝑠 3 + 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 2 + 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾
𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 1 + 𝑠𝑠 2 1 + 𝜏𝜏𝜏𝜏
𝑇𝑇𝑖𝑖
Nel dominio della frequenza si ha
𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2
𝜔𝜔 + 2 2
2
𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝑇𝑇𝑖𝑖2 − 2𝐾𝐾𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 4 𝐾𝐾 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝑇𝑇𝑖𝑖2 − 2𝐾𝐾𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2
𝜔𝜔 6 + 𝜔𝜔 + 𝜔𝜔 + 2 2
𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏
La struttura della funzione di trasferimento del sistema controllato per ottenere che
l’attenuazione sia minima entro la banda passante è
𝐵𝐵𝜔𝜔2 + 𝐴𝐴2
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐∗ 𝑗𝑗𝑗𝑗 2
= 6
𝜔𝜔 + 𝐴𝐴2
ossia
1
𝐾𝐾𝑝𝑝 = , 𝑇𝑇𝑖𝑖 = 4𝜏𝜏
2𝐾𝐾𝐾𝐾
che corrispondono ai valori iniziali indicati.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
In cosa consiste il metodo degli integrali multipli nel contesto dell’approssimazione del modello di
un sistema dinamico?
Quali sono i criteri secondo cui è possibile predisporre i parametri di un controllore PID?
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Vincoli operativi
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono state mostrati criteri e le tecniche per la predisposizione dei
parametri di un controllore PID
Vincoli operativi
I vincoli operativi possono riguardare
La variabile di forzamento 𝑢𝑢 𝑡𝑡 :
𝑈𝑈min < 𝑢𝑢 𝑡𝑡 < 𝑈𝑈max ≔ Escursione compresa tra un valore minimo 𝑈𝑈min e un valore massimo 𝑈𝑈max
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
< Δ𝑈𝑈 ≔ Rapidità di variazione inferiore ad un valore prefissato Δ𝑈𝑈
𝑑𝑑𝑑𝑑
La misura della variabile controllata 𝑦𝑦𝑚𝑚 𝑡𝑡
A limitazioni nell’azione dinamica di controllo causate dalla rigidità della struttura del
controllore
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Strategie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati descritti i controllori PID e, in particolare, sono stati discussi i
seguenti argomenti
Strategie di controllo
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Sistema da controllare: dimensionato in modo che l’effetto dei disturbi prevedibili porta le
prestazioni del sistema al di fuori delle specifiche
Attuatore: dimensionato in funzione del valore massimo dei disturbi prevedibili e delle
prestazioni dinamiche
Strategie di controllo
In tabella sono riportate le strategie di controllo ottimali in riferimento a determinati scenari
Se l’errore continua a crescere, l’azione integrale del controllore crescerà a sua volta
Questo fenomeno è noto come carica integrale (in inglese integral wind-up)
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Tecniche di predisposizione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
In questa lezione verranno presentate delle strategie per la predisposizione di controllori in
relazione a diversi scenari
Tecniche di predisposizione
Le tecniche di predisposizione di controllori che prenderemo in considerazione si dividono in
tre grandi famiglie:
Tecniche manuali
Tecniche manuali
Tecniche off-line
Tecniche on-line
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Esempi di predisposizione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 57/S3
Titolo: Controllori PID (1 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Descrivere i vincoli operativi che bisogna rispettare quando si configura un regolatore PID.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati introdotti i controllori PID e sono stati discussi
In questa lezione verranno descritti nel dettaglio i parametri di un controllore PID (che
costituiscono i gradi di libertà del progettista) e i contributi delle azioni proporzionale, integrale e
derivativa.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
𝑚𝑚 𝑠𝑠 1
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + 𝐾𝐾𝑖𝑖 + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑒𝑒 𝑠𝑠 𝑠𝑠
𝐾𝐾𝑖𝑖 1 𝐾𝐾𝑑𝑑 1 11
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 1 + + 𝑠𝑠 = 1+ + 𝑇𝑇𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑠𝑠 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐵𝐵𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠
dove
Controllori PID
Come già visto, i controllori PID sono caratterizzati da una funzione di trasferimento del tipo:
Gli zeri 𝑧𝑧1,2 sono reali se 𝐾𝐾𝑝𝑝2 − 4𝐾𝐾𝑑𝑑 𝐾𝐾𝑖𝑖 ≥ 0 ossia se 𝐾𝐾𝑝𝑝 ≥ 2 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝐾𝐾𝑖𝑖
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Nel seguito verranno mostrati alcuni esempi in modo da confrontare le prestazioni di un
controllore PI (azione proporzionale e integrale) con quelle di un controllore PID.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Introduzione
Nella precedente lezione sono stati descritti i contributi delle varie azioni (proporzionale, integrale
e derivativa) implementate da un controllore PID
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
SISTEMA CONTROLLATO
CON CONTROLLORE PI
1
.8
.6 SISTEMA DA CONTROLLARE
.4
.2
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
t (sec)
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S1
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S2
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Esempio
In figura è mostrata la risposta al gradino del sistema controllato tramite un controllore PI
Sistema controllato
con controllore PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S2
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Esempio
In figura è mostrato il luogo delle radici del sistema controllato con un controllore PI
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S2
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura è mostrata la risposta al gradino del sistema controllato con un controllore PID
(considerando anche l’azione derivativa)
Sistema controllato
con controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S2
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura è mostrato il luogo delle radici del sistema controllato con un controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S2
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
Controllori PID
In figura sono messe a confronto le risposte al gradino del sistema controllato con un controllore
PI e con un PID
Sistema controllato
con controllore PI
1
Sistema controllato
con controllore PID
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 58/S3
Titolo: Controllori PID (2 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (2 DI 4)
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
Introduzione
Nelle precedenti lezioni i vari parametri (gradi di libertà per il progettista) dei controllori PID sono
stati introdotti e descritti
In questa e nelle successive lezioni vedremo i criteri da seguire per la predisposizione di tali
parametri
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
In questa lezione vedremo alcune varianti di tale schema che possono essere implementate
a seconda delle peculiarità del problema da risolvere
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
Prima variante
In figura è mostrata una prima variante dello schema di base di un sistema controllato tramite un
PID
Il segnale di riferimento è riportato a valle del controllore
L’azione derivativa è fatta rispetto al segnale di riferimento (e non al segnale di errore) in
modo da prendere in considerazioni la direzione della variazione di tale segnale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
Seconda variante
In figura è mostrata una seconda variante dello schema di base di un sistema controllato tramite
un PID
La dinamica dominante:
La dinamica secondaria:
Ad errori di modellazione
Dinamica
dominante
Dinamica
globale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
Definizione della strategia per l’implementazione dell’azione derivativa (e.g. calcolo come
rapporto incrementale o adozione di un filtro di stima)
Criteri sistematici:
Nelle prossime slide sono riportati due esempi di predisposizione dei parametri di un controllore
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
Modello approssimato
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59/S1
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
Modelli approssimati
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59/S1
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
Infatti, ponendo
𝑇𝑇𝑖𝑖 = 𝜏𝜏2
𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾 𝐾𝐾𝑝𝑝 𝐾𝐾 1
𝐿𝐿 𝑠𝑠 = =
𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏1 𝑠𝑠 2 + 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝑠𝑠 1 + 𝜏𝜏1 𝑠𝑠
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 59/S2
Titolo: Controllori PID (3 Di 4)
Attività N°: 1
𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2
𝜔𝜔 + 2 2
2
𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑗𝑗𝑗𝑗 =
𝑇𝑇𝑖𝑖2 − 2𝐾𝐾𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 4 𝐾𝐾 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝑇𝑇𝑖𝑖2 − 2𝐾𝐾𝐾𝐾𝑝𝑝 𝑇𝑇𝑖𝑖 2 𝐾𝐾𝑝𝑝2 𝐾𝐾 2
𝜔𝜔 6 + 𝜔𝜔 + 𝜔𝜔 + 2 2
𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖2 𝜏𝜏 2 𝑇𝑇𝑖𝑖 𝜏𝜏
La struttura della funzione di trasferimento del sistema controllato per ottenere che
l’attenuazione sia minima entro la banda passante è
𝐵𝐵𝜔𝜔2 + 𝐴𝐴2
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐∗ 𝑗𝑗𝑗𝑗 2
= 6
𝜔𝜔 + 𝐴𝐴2
ossia
1
𝐾𝐾𝑝𝑝 = , 𝑇𝑇𝑖𝑖 = 4𝜏𝜏
2𝐾𝐾𝐾𝐾
che corrispondono ai valori iniziali indicati.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (3 DI 4)
In cosa consiste il metodo degli integrali multipli nel contesto dell’approssimazione del modello di
un sistema dinamico?
Quali sono i criteri secondo cui è possibile predisporre i parametri di un controllore PID?
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Vincoli operativi
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono state mostrati criteri e le tecniche per la predisposizione dei
parametri di un controllore PID
Vincoli operativi
I vincoli operativi possono riguardare
La variabile di forzamento 𝑢𝑢 𝑡𝑡 :
𝑈𝑈min < 𝑢𝑢 𝑡𝑡 < 𝑈𝑈max ≔ Escursione compresa tra un valore minimo 𝑈𝑈min e un valore massimo 𝑈𝑈max
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
< Δ𝑈𝑈 ≔ Rapidità di variazione inferiore ad un valore prefissato Δ𝑈𝑈
𝑑𝑑𝑑𝑑
La misura della variabile controllata 𝑦𝑦𝑚𝑚 𝑡𝑡
A limitazioni nell’azione dinamica di controllo causate dalla rigidità della struttura del
controllore
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Strategie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati descritti i controllori PID e, in particolare, sono stati discussi i
seguenti argomenti
Strategie di controllo
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Sistema da controllare: dimensionato in modo che l’effetto dei disturbi prevedibili porta le
prestazioni del sistema al di fuori delle specifiche
Attuatore: dimensionato in funzione del valore massimo dei disturbi prevedibili e delle
prestazioni dinamiche
Strategie di controllo
In tabella sono riportate le strategie di controllo ottimali in riferimento a determinati scenari
Se l’errore continua a crescere, l’azione integrale del controllore crescerà a sua volta
Questo fenomeno è noto come carica integrale (in inglese integral wind-up)
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Tecniche di predisposizione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Introduzione
In questa lezione verranno presentate delle strategie per la predisposizione di controllori in
relazione a diversi scenari
Tecniche di predisposizione
Le tecniche di predisposizione di controllori che prenderemo in considerazione si dividono in
tre grandi famiglie:
Esempi di predisposizione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S2
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
Tipologie di controllo
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 60/S3
Titolo: Controllori PID (4 Di 4)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLORI PID (4 DI 4)
Descrivere i vincoli operativi che bisogna rispettare quando si configura un regolatore PID.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi digitali
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Nei sistemi di controllo digitale le variabili dipendono sempre dal tempo, ma in maniera
discretizzata:
la linea del tempo viene divisa in intervalli discreti contigui, caratterizzati tutti dalla stessa
durata di tempo 𝑇𝑇
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Tale stringa finita di bit è detta parola e il numero finito di bit è costante e rappresenta la
lunghezza della parola.
Dato un segnale continuo nel dominio del tempo, al fine di essere correttamente valutato da un
sistema di controllo digitale, esso deve essere periodicamente convertito in una parola. Tale
processo si divide in due fasi distinte:
la quantizzazione, che dipende dalla lunghezza della parola caratteristica del sistema
digitale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Il limite superiore è dato dalla velocità di processamento delle informazioni del sistema digitale
Ogni micro-istruzione è eseguita in un colpo di clock: per processare una parola possono
essere necessari pertanto una o più istruzioni e quindi uno o più colpi di clock
Un singolo processore può lavorare a frequenze nell’ordine dei Ghz, pari pertanto da un
intervallo di campionamento teorico pari a 10−9 nanosecondi
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Architetture di calcolo parallelo possono diminuire ulteriormente, entro certi limiti, tale
vincolo
Nella maggior parte delle applicazioni dell’automazione, i segnali vengono campionati con
frequenze molto inferiori al Ghz, permettendo quindi di applicare le opportune leggi di
controllo con apparecchiature digitali dotate di prestazioni velocistiche e quindi di costo
contenuti
Il secondo limite è un limite inferiore dato dalla banda passante dei segnali da campionare
Un segnale che evolve molto velocemente, è caratterizzato da una grande banda passante e
quindi per raccogliere tutta l’informazione sulla sua evoluzione è necessario campionarlo
molto frequentemente
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
15
10
-5
-10
-15
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Errore di campionamento
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Campionando a 100 ℎ𝑧𝑧 si ha un errore massimo di 1.3, pari circa al 10% del campo di
escursione del segnale originale
Campionando a 5 ℎ𝑧𝑧 si ha un errore massimo di 15, pari al 100% del campo di escursione
del segnale originale
Tali considerazioni sono confermata dalla figura riportata nella slide successiva
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Mentre un valore campionato ha una precisione teoricamente infinita, una parola è formata
da un numero finito di bit e pertanto può rappresentare solo un numero finito di valori
Pertanto, ogni valore campionato, per essere processato da un sistema digitale, deve essere
quantizzato in uno dei possibili valori assumibili dalla parola
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
È evidente che tanto maggiore è 𝑁𝑁, tanto più precisa è la quantizzazione e pertanto è
minore l’errore dovuto all’approssimazione della quantizzazione
Il limite della dimensione della parola è essenzialmente fissato dal processore che opera nel
sistema digitale che normalmente può essere a 8, 16, 32 e 64 bit
Un processore a 8 bit può anche processare dati a 16 bit o più bit, ma la sua velocità di
esecuzione sarà ovviamente minore, in quanto mentre le operazioni sui dati ad 8 bit sono
implementate spesso in hardware, le operazioni su dati a 16 o più bit devono essere
implementate con del codice macchina che richiede più cicli di processamento per essere
portate a termine
Tale errore aumenta al diminuire del numero di bit usati per quantizzare i valori continui
provenienti dal campionatore in valori digitali
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Il segnale così ottenuto è costituito da una sequenza di valori che vivono nel dominio del
tempo discreto e che non sono direttamente legati al dominio del tempo continuo.
Solo stabilendo un tempo iniziale 𝑡𝑡0 e un intervallo di tempo 𝑇𝑇 il segnale digitale può essere
rappresentato nel mondo del tempo continuo, in cui suoi valori digitali (a precisione infinita)
rappresentano in ogni istante di tempo 𝑡𝑡0 + 𝑘𝑘𝑘𝑘 esattamente il valore assunto dal segnale
analogico originale
Trasformata Z
Avendo introdotto la possibilità di rappresentare un segnale digitale tempo discreto come un
segnale digitale tempo continuo, ovvero nel dominio del tempo e dotato di energia,
possiamo applicare la trasformata di Laplace a tale segnale digitale:
∞ ∞ ∞
Trasformata Z
Si definisce trasformata z di un segnale analogico 𝑥𝑥𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 la seguente trasformazione:
∞ ∞
Nella prima parte del corso la trasformata Zeta e le sue analogie con la trasformata di
Laplace sono state trattate nel dettaglio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Sistemi campionati
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
Sistemi campionati
Quando applichiamo un campionatore ad un segnale analogico tempo continuo, possiamo
passare dal dominio del tempo al dominio della variabile complessa 𝑧𝑧:
∞ ∞
il mondo analogico (che trasporta energia) con il mondo digitale (che trasporta
informazione)
il dominio del tempo continuo con il mondo del tempo discreto (attraverso il periodo di
campionamento 𝑇𝑇)
Per ulteriori approfondimenti sulla trasformata Zeta, il lettore può far riferimento alle lezioni sui
sistemi digitali presentate nella prima parte del corso
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 61/S3
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (1 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Quali sono i due limiti da tenere in conto quando si sceglie la frequenza di campionamento?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Gli effetti del forzamento devono essere misurati con dei sensori (che non tolgono energia al
sistema) che forniscono dei dati analogici
Tali dati devono essere convertiti in digitale (ADC) per essere elaborati dal calcolare
1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠
𝐹𝐹0 =
𝑠𝑠
Un tale sistema è chiamato Zero-Order Holder e, fondamentalmente, trasforma sequenze di
valori discreti in funzioni continue a tratti
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐹𝐹0 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠
𝑠𝑠 𝑠𝑠
Passando nel dominio della variabile complessa 𝑧𝑧 si ha
𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝐹𝐹 𝑠𝑠
= 1 − 𝑧𝑧 −1 𝒵𝒵 = 𝐹𝐹� 𝑧𝑧
𝑈𝑈 𝑧𝑧 𝑠𝑠
Si può notare che il termine a destra richiede il calcolo della trasformata 𝒵𝒵 della trasformata
di Laplace della risposta a gradino unitario del sistema da controllare
È necessario calcolare la trasformata 𝒵𝒵 del segnale 𝑢𝑢(𝑘𝑘) e moltiplicarla per 𝐹𝐹� 𝑧𝑧 , ottenendo
così la 𝑌𝑌(𝑧𝑧)
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
Dato che la trasformata di un segnale impulsivo è l’unità si ha che
𝑈𝑈 𝑧𝑧 = 1, 𝑌𝑌 𝑧𝑧 = 𝐹𝐹� 𝑧𝑧
dove si è posto 𝑇𝑇 = 1
Tale funzione di trasferimento è scomponibile nel seguente modo: 𝐹𝐹� 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹�1 𝑠𝑠 𝐹𝐹� 𝑠𝑠 con
1
𝐹𝐹�1 𝑠𝑠 = 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠 , 𝐹𝐹�2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 + 1
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
È possibile riscrivere la funzione di trasferimento 𝐹𝐹�2 𝑠𝑠 come
𝐴𝐴 𝐵𝐵 𝐶𝐶
𝐹𝐹�2 𝑠𝑠 = + +
𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
Imponendo l’identità tra i due polinomi si ricava
1 1 1
𝐹𝐹�2 𝑠𝑠 = − +
𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
La funzione 𝐹𝐹� 𝑠𝑠 è quindi esprimibile nella seguente forma
1 1 1
𝐹𝐹� 𝑠𝑠 = 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠 − +
𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
La 𝐹𝐹� 𝑠𝑠 così scomposta può essere facilmente trasformata, componente per componente:
1 1 1 𝑧𝑧 𝑧𝑧 𝑧𝑧
𝐹𝐹� 𝑧𝑧 = 𝒵𝒵 𝐹𝐹� 𝑠𝑠 = 𝒵𝒵 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠 − + = 1 − 𝑧𝑧 −1 − +
𝑠𝑠 2 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1 𝑧𝑧 − 1 2 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1
1 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1 − 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1 + 𝑧𝑧 − 1 2
= 1−
𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 2 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1
𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1 − 𝑧𝑧 − 1 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1 + 𝑧𝑧 − 1 2
=
𝑧𝑧 𝑧𝑧 − 1 2 𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1
𝑧𝑧 − 𝑒𝑒 −1 − 𝑧𝑧 2 + 𝑧𝑧 1 + 𝑒𝑒 −1 − 𝑒𝑒 −1 + 𝑧𝑧 2 − 2𝑧𝑧 + 1 𝑧𝑧 1 + 1 + 𝑒𝑒 −1 − 2 + 1 − 2𝑒𝑒 −1
= =
𝑧𝑧 2 − 𝑧𝑧 1 + 𝑒𝑒 −1 + 𝑒𝑒 −1 𝑧𝑧 2 − 𝑧𝑧 1 + 𝑒𝑒 −1 + 𝑒𝑒 −1
Esempio
Avendo calcolato la funzione di trasferimento 𝐹𝐹� 𝑧𝑧 l’obiettivo è di scomporla al fine di ottenere la
sequenza di valori 𝑓𝑓 ̅ 0 , 𝑓𝑓 ̅ 1 , …
∞
𝑧𝑧𝑒𝑒 −1 + 1 − 2𝑒𝑒 −1 𝑓𝑓 ̅ 1 𝑓𝑓 ̅ 𝑘𝑘
�
𝐹𝐹 𝑧𝑧 = 2 , 𝐹𝐹� 𝑧𝑧 = � 𝑓𝑓 ̅ 𝑘𝑘 𝑧𝑧 −𝑘𝑘 = 𝑓𝑓 ̅ 0 + + ⋯ + 𝑘𝑘 + ⋯
𝑧𝑧 − 𝑧𝑧 1 + 𝑒𝑒 −1 + 𝑒𝑒 −1 𝑧𝑧 𝑧𝑧
𝑘𝑘=0
Fattorizzare la funzione, anti trasformare ogni fattore 𝑓𝑓 ̅ 𝑡𝑡 e poi calcolare gli istanti 𝑓𝑓 ̅ 𝑘𝑘
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 1
Esempio
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 62/S3
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (2 Di 3)
Attività N°: 2
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Descrivere qualitativamente il processo analitico per calcolare i valori discreti del segnale di uscita
in funzione di un ingresso impulsivo.
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Ad anello aperto e
Ad anello chiuso
Con l’avvento dei processori digitali il controllore non è più realizzato con componenti analogici,
ma digitali
In questa lezione vedremo come definire degli schemi di controllo in digitale per controllare
processi di tipo analogico
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
Anello aperto
Anello chiuso
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
𝑌𝑌 𝑧𝑧 𝐶𝐶 𝑧𝑧 𝐹𝐹� 𝑧𝑧
𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑧𝑧 = =
𝑅𝑅 𝑧𝑧 1 + 𝐶𝐶 𝑧𝑧 𝐹𝐹� 𝑧𝑧
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Prestazioni
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
Essendo la banda passante 1 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟/sec , trasformata in hertz essa diviene 1/2𝑝𝑝 ℎ𝑧𝑧, ovvero
0.16 ℎ𝑧𝑧
In realtà, tale conclusione non è ovvia: tutto dipende dagli obiettivi che si vogliono
perseguire con il sistema controllato
Quando la banda passante dei sistemi da controllare inizia a crescere, è necessario utilizzare
ADC estremamente rapidi
Esistono differenti tipologie di ADC, che possono raggiungere frequenza di campionamento che
superano i Ghz, ma a scapito della precisione (spesso limitata ad 8 bit)
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S1
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
Una regola valida in generale è quella di prendere come riferimento della frequenza di
campionamento un valore pari a 10 volte quello dalla banda passante del sistema analogico ad
anello chiuso
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Stabilità
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
Abbiamo inoltre visto che passando dall’analogico al digitale, si passa dalla trasformata di Laplace
alla trasformata 𝒵𝒵, attraverso una trasformazione dal piano della variabile complessa 𝑠𝑠, al piano
della variabile complessa 𝑧𝑧, data da:
𝑧𝑧 = 𝑒𝑒 𝑠𝑠𝑠𝑠 = 𝑒𝑒 𝜎𝜎+𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑇𝑇
= 𝑒𝑒 𝜎𝜎 𝑒𝑒 𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖
Pertanto tutti i poli della funzione di trasferimento di un sistema analogico, lineare ad anello
chiuso, stabile avranno parte reale 𝜎𝜎 negativa
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
Possiamo pertanto stabilire che un sistema campionato è stabile se e solo se tutti i poli della
funzione di trasferimento ad anello chiuso 𝐹𝐹𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑧𝑧 giacciono all’interno del cerchio unitario nel
piano 𝑧𝑧
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 63/S2
Titolo: Elementi Di Controllo Digitale (3 Di 3)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Mostrare come gli schemi di controllo a controreazione nel dominio del tempo continuo devono
essere modificati per il tempo discreto.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Il presente nucleo tematico si è articolato su due argomenti principali
Controllori PID
Controllori digitali
𝐾𝐾𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑠𝑠
dove i parametri 𝐾𝐾𝑝𝑝 , 𝐾𝐾𝑖𝑖 e 𝐾𝐾𝑑𝑑 sono gradi di libertà per il progettista
Varianti
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
Modelli approssimati
Un ulteriore aspetto discusso è stato il derivare un modello semplificato al fine di poter sintetizzare
un controllore e ne è stata discussa la validità sia in funzione delle prestazioni che della stabilità.
Modelli parametrici: Risposta impulsiva, risposta a gradino, risposta armonica. (Diagrammi di
Bode/Nyquist)
Modelli parametrici:
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sulla base del valore massimo della banda passante 𝜔𝜔∗ del sistema controllato in contro
reazione
Vincoli operativi
Dopo aver descritto come predisporre i parametri del controllore per soddisfare specifiche
prestazionali, è stato discusso come prendere in considerazione vincoli operativi su
La misura della variabile controllata 𝑦𝑦𝑚𝑚 𝑡𝑡 , relativi alla caratteristica lineare e alla rapidità di
variazione
Strategie di controllo
Un ultimo aspetto trattato è stata la definizione delle strategie di controllo in relazione a
diversi scenari
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Attuatore: dimensionato in funzione del valore dei disturbi casuali e della dinamica della
variabile di riferimento
Dispositivo di misura: lineare nell’intorno delle variazioni della variabile controllata con
dinamica molto più rapida di quella del sistema controllato
Strategie di controllo
Strategie di controllo
Si considerino le seguenti caratteristiche del precedente sistema controllato:
Sistema da controllare: dimensionato in modo che l’effetto dei disturbi prevedibili porta le
prestazioni del sistema al di fuori delle specifiche
Attuatore: dimensionato in funzione del valore massimo dei disturbi prevedibili e delle
prestazioni dinamiche
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Nei sistemi di controllo digitale le variabili dipendono sempre dal tempo, ma in maniera
discretizzata: la linea del tempo viene divisa in intervalli discreti contigui, caratterizzati tutti dalla
stessa durata di tempo 𝑇𝑇
Abbiamo visto che il processo di conversione di un segnale analogico in un segnale digitale passa
attraverso due fasi:
la quantizzazione, che dipende dalla lunghezza della parola caratteristica del sistema
digitale
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64/S2
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
Tale stringa finita di bit è detta parola e il numero finito di bit è costante e rappresenta la
lunghezza della parola.
Dato un segnale continuo nel dominio del tempo, al fine di essere correttamente valutato da un
sistema di controllo digitale, esso deve essere periodicamente convertito in una parola. Tale
processo si divide in due fasi distinte:
la quantizzazione, che dipende dalla lunghezza della parola caratteristica del sistema
digitale
Ci siamo poi concentrati sui limiti imposti da tali operazioni e sugli errori che comportano
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64/S2
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
un limite superiore che è dato dalla velocità di processamento delle informazioni del sistema
digitale
Un limite inferiore che è dato dalla banda passante dei segnali da campionare
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64/S2
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠
𝐹𝐹0 =
𝑠𝑠
il cui effetto va sempre preso in considerazione quando si inserisce un DAC
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64/S2
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Corso Di Laurea: Ingegn. Inform. E Dell'automaz. Curr. Sist. Di Elaboraz. E Cont…
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione N°: 64/S3
Titolo: Ripasso E Verifica Dell'apprendimento (8)
Attività N°: 1
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 64).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Tuttavia, l’utilizzo di elementi in anello aperto presenta dei vantaggi che, in determinate
condizioni, possono portare ad un miglioramento delle prestazioni del sistema controllato
In tal caso, si può impiegare un compensatore o un regolatore in anello aperto che filtri
il segnale di riferimento prima che questo venga inviato allo schema di controllo in retro
azione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Il segnale di uscita 𝑌𝑌 𝑠𝑠 è
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹
Sistema di controllo in
anello aperto Sistema controllato in retroazione
Il segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 è
𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠 = 𝑄𝑄 𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑅𝑅 𝑠𝑠
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹
Sistema di controllo in
anello aperto Sistema controllato in retroazione
Compensazione statica
Un primo problema che può essere risolto dal compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 è la compensazione statica
dell’errore a regime
Quando il segnale di riferimento è uno scalino affinché si abbia una perfetta fedeltà della
risposta è necessario che la funzione di trasferimento tra il segnale di uscita 𝑌𝑌 𝑠𝑠 e il segnale
di riferimento 𝑅𝑅 𝑠𝑠 abbia guadagno unitario
1
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐹𝐹 =
𝑆𝑆𝐶𝐶 0
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Compensazione statica
Un primo problema che può essere risolto dal compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 è la compensazione statica
dell’errore a regime
Abbiamo visto che la presenza di azioni integrali nella funzione 𝐿𝐿 𝑠𝑠 garantisce una
regolazione robusta dell’errore anche in presenza di variazioni nei parametri del processo
𝐹𝐹 𝑠𝑠 o di incertezze sul modello (entro certi limiti)
Si rende necessaria una modifica continua del guadagno del compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Filtraggio passa-basso
Un’applicazione dello schema di controllo in figura è far si che il segnale 𝑟𝑟𝑓𝑓 abbia una dinamica
sufficientemente lenta per non sollecitare eccessivamente il sistema controllato in retroazione
In altre parole, a fronte di variazioni a gradino del segnale di riferimento 𝑟𝑟 si vuol definire un
compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 in modo tale che il segnale 𝑟𝑟𝑓𝑓 abbia una dinamica meno veloce e,
tipicamente, di tipo esponenziale 𝑟𝑟 Compensatore 𝑟𝑟𝑓𝑓
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
Sistema di controllo in
anello aperto Sistema controllato in retroazione
Filtraggio passa-basso
Tale operazione consiste nell’indurre un comportamento di tipo passa-basso nel
compensatore
Essendo
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
= 𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝑅𝑅 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹
se l’estremo superiore della banda passante della funzione di trasferimento 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 è inferiore
alla pulsazione critica associata alla funzione di guadagno d’anello la risposta dell’uscita al
segnale di riferimento risulta rallentata
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Filtraggio passa-alto
Un’ulteriore applicazione dello schema di controllo in figura è rendere più veloce la risposta del
sistema a variazioni del segnale di riferimento (problema opposto al precedente)
In presenza di incertezze sui valori della risposta armonica 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 per frequenze 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
�: in
questo caso è possibile progettare una il compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 come una rete anticipatrice
� e il polo in 𝜔𝜔
con lo zero in 𝜔𝜔 � in modo tale che 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 garantisca una attenuazione
� > 𝜔𝜔
sufficiente per 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
�
Filtraggio passa-alto
Un’ulteriore applicazione dello schema di controllo in figura è rendere più veloce la risposta del
sistema a variazioni del segnale di riferimento (problema opposto al precedente)
In presenza di vincoli sulla banda passante imposti dal controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 : in questo caso è
possibile progettare il compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 come una rete anticipatrice con lo zero in
corrispondenza della pulsazione critica e il polo ad una frequenza maggiore
L’obiettivo di tale schema è quello di rendere unitaria la risposta in frequenza del sistema
controllato in una banda passante più ampia possibile
Sistema di controllo in
anello aperto
Compensatore 𝑟𝑟𝑓𝑓
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑒𝑒 Controllore Processo 𝑦𝑦
𝑟𝑟
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 + 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
=
𝑅𝑅 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
affinché la risposta in frequenza del sistema controllato sia unitaria deve risultare
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠
Queste limitazioni possono esser superate definendo un compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 che sia proprio,
asintoticamente stabile e con funzione di trasferimento quanto più simile possibile a 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Anche in presenza di una non perfetta coincidenza tra le due funzioni di trasferimento è
possibile ottenere sensibili miglioramenti delle prestazioni del sistema controllato
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
𝐻𝐻 𝑠𝑠
𝑒𝑒 Controllore Processo 𝑦𝑦
𝑟𝑟
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
𝐻𝐻 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 =
1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Ne segue che, ponendo 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 = −𝐻𝐻 𝑠𝑠 𝐹𝐹 −1 𝑠𝑠 , l’effetto del disturbo sull’uscita è nullo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Il processo non ha ritardi di tempo o zeri nel semipiano destro (ipotesi di stabilità)
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Predittore di Smith
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S1
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Introduzione
Nei precedenti nuclei tematici è stato discusso come la presenza di un ritardo di tempo ponga un
forte limite sulle prestazioni di un sistema controllato con un classico schema in retroazione
In particolare, il ritardo pone un forte vincolo sul valore della pulsazione critica: all’aumentare
della pulsazione critica il margine di fase si riduce e la stabilità asintotica del sistema controllato
può venir meno
In questa lezione verrà presentato uno schema di controllo in grado di mitigare tali limitazioni
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S1
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Si consideri un processo SISO asintoticamente stabile descritto dalla funzione di trasferimento
𝑁𝑁 𝑠𝑠 −𝜏𝜏𝜏𝜏
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 = 𝑒𝑒
𝐷𝐷 𝑠𝑠
Si consideri lo schema di controllo in figura dove nel blocco arancione è stato evidenziato il
controllore complessivo
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
+
+
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S1
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Il controllore è quindi composto da due blocchi con le seguenti funzioni di trasferimento
𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 = , 𝑃𝑃 𝑠𝑠 = 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠
𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠
Ne segue che il progetto del controllore 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 può esser condotto facendo riferimento al
sotto processo 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 che è privo di ritardo
Predittore di Smith
La trasformata di Laplace del segnale 𝑧𝑧 è
𝑍𝑍 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 + 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 + 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
= 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑒𝑒 𝜏𝜏𝜏𝜏 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑒𝑒 𝜏𝜏𝜏𝜏 𝑌𝑌 𝑠𝑠
In altre parole, il segnale 𝑧𝑧 rappresenta il l’effettiva uscita del sistema al tempo 𝑡𝑡 + 𝜏𝜏 ossia 𝑧𝑧
rappresenta una predizione dell’uscita 𝑦𝑦 (da qui il nome di predittore)
Predittore di Smith
In figura è rappresentata una configurazione alternativa del predittore di Smith
𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠
′
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝑃𝑃 𝑠𝑠 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 − 𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑁𝑁𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
1 + 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐹𝐹
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐷𝐷𝐶𝐶 𝑠𝑠
Controllore
complessivo
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− − 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S1
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Gli zeri di tale funzione di trasferimento sono quindi dati dall’unione degli zeri del controllore
𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 e dai poli del processo da cui segue l’ipotesi di asintotica stabilità del processo
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑃𝑃 𝑠𝑠 � = 1 − 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 � =0
𝑠𝑠=0 𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑠𝑠=0
Ne segue che a fronte di segnali di riferimento a scalino, per avere un errore a regime
nullo è necessario che nel controllore 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 ci sia almeno un’azione integrale
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S1
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Predittore di Smith
La funzione di trasferimento tra il riferimento 𝑟𝑟 e l’uscita 𝑦𝑦 dello schema di controllo in
considerazione è
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
= =
𝑅𝑅 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝑃𝑃 𝑠𝑠 + 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 − 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 + 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠
= ′ ′
𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Considerazioni finali
Il predittore di Smith prevede l’utilizzo di un modello del processo
Ne segue che il predittore di Smith non è applicabile quando il modello del processo non è
noto
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Approssimanti di Padé
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Introduzione
Nella precedente lezione è stato descritto uno schema di controllo che, sotto opportune ipotesi,
consente di controllare un sistema con ritardo di tempo mantenendo buone prestazioni (predittore
di Smith)
Quando si ha a che fare con ritardi di tempo, può convenire approssimare il ritardo con una
funzione razionale nella variabile complessa 𝑠𝑠
Approssimanti di Padé
Le funzioni approssimanti di Padé (approssimante di Padé) sono utilizzate per approssimare una
funzione analitica con una funzione razionale
Abbiamo già avuto modo di utilizzare lo sviluppo in serie di Taylor: l’approssimante di Padé
può esser visto come un estensione di tale sviluppo
Come anticipato, l’obiettivo è quello di ricavare una funzione razionale che approssimi un ritardo
di tempo
Approssimanti di Padé
Per risolvere tale problema è necessario fissare i 𝑝𝑝 + 𝑞𝑞 parametri liberi della funzione 𝑃𝑃 𝑠𝑠
Come detto, la struttura della funzione approssimante 𝑃𝑃 𝑠𝑠 è stata definita come una funzione
razionale
Il secondo passo è definire un valore 𝑠𝑠̅ della variabile complessa 𝑠𝑠 per cui si vuole ottenere
l’approssimante
𝑥𝑥
𝑥𝑥 2 𝑥𝑥 𝑛𝑛
𝑒𝑒 = 1 + 𝑥𝑥 + + ⋯ + +⋯
2 𝑛𝑛!
Andando a sostituire l’esponente 𝑥𝑥 = −𝜏𝜏𝜏𝜏 si ottiene
−𝜏𝜏𝜏𝜏
𝜏𝜏 2 𝑠𝑠 2 −𝜏𝜏𝜏𝜏 𝑛𝑛
𝑒𝑒 = 1 − 𝜏𝜏𝜏𝜏 + + ⋯+ +⋯
2 𝑛𝑛!
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Approssimanti di Padé
Quando si usa un approssimante con 𝑝𝑝 = 𝑞𝑞 = 𝑛𝑛, si parla di approssimazione di ordine 𝑛𝑛
1
1 + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠
𝑃𝑃 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠
1 + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠
𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 + 𝐾𝐾 𝛽𝛽1 − 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑏𝑏 − 𝑎𝑎 𝑠𝑠 2 + ⋯
1 + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
𝜏𝜏 2
𝐾𝐾 = 1 𝛽𝛽1 − 𝛼𝛼1 = 𝜏𝜏 𝛼𝛼1 𝛼𝛼1 − 𝛽𝛽1 =
2
2
Considerando lo sviluppo del secondo ordine delle funzioni 𝑃𝑃 𝑠𝑠 e 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 e andando a
imporre l’uguaglianza dei coefficienti si ottiene
𝜏𝜏 2 𝜏𝜏 2
𝐾𝐾 = 1 𝛽𝛽1 = −0.5𝜏𝜏 𝛽𝛽2 = 𝛼𝛼1 = 0.5𝜏𝜏 𝛼𝛼2 =
12 12
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Approssimanti di Padé
In figura sono mostrati i diagrammi di Bode del ritardo 𝑒𝑒 −𝜏𝜏𝜏𝜏 , dell’approssimante di Padé di ordine
1 e di ordine 2
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Approssimanti di Padé
Si può facilmente osservare come il limite di validità dell’approssimante di Padé di secondo
ordine è maggiore rispetto a quello dell’approssimante di primo ordine
Aumento di validità
dell’approssimazione di
ordine 2
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 65/S2
Titolo: Schemi Di Controllo Avanzati
Attività n°: 1
Approssimanti di Pade
In figura sono mostrate le risposte a gradino di un sistema controllato
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Mostrare gli schemi di controllo che si possono adottare per compensare staticamente l’errore a
regime permanente
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi nonlineari
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Abbiamo visto che un generico sistema può essere analizzato a partire dalla definizione degli
obiettivi che deve raggiungere, dalla sua struttura statica e dal comportamento dinamico in
funzione di precisi ingressi canonici.
Molti dei risultati di analisi e di controllo dei sistemi sono basati su una ipotesi molto restrittiva
sulla natura del sistema: esso deve essere regolato da relazioni lineari tra le variabili di ingresso,
di disturbo, di stato e di uscita.
I risultati teorici e pratici associati all’analisi e al controllo di sistemi lineari sono talmente
consolidati che molti sistemi non lineari vengono linearizzati in prossimità delle condizioni
operative a regime permanente.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Il controllo viene quindi progettato sul sistema linearizzato e ha validità solo quando le condizioni
operative rimangono circoscritte in un intervallo di variazione sufficientemente piccolo.
La linearizzazione di un sistema non lineare non è l’unico modo con cui si può analizzare e
controllare un sistema non lineare.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Abbiamo visto che un sistema lineare può essere descritto attraverso una relazione ingresso-
uscita di tipo differenziale
Per un sistema nonlineare, invece, la funzione di trasferimento non è un semplice rapporto tra
polinomi a coefficienti reali, bensì una generica funzione complessa 𝐹𝐹(𝑠𝑠) del tipo:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑢𝑢 𝑡𝑡 Sistema 𝑦𝑦 𝑡𝑡
fisico
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Abbiamo visto che un sistema lineare può essere descritto attraverso una rappresentazione con le
variabili di stato:
Per un sistema nonlineare, invece, la relazione tra ingresso, stato ed uscita è espressa da un
coppia di funzioni non lineari 𝑓𝑓 e 𝑔𝑔 del tipo:
Esempio di nonlinearità
Nella realtà di tutti i giorni si manifestano fenomeni non lineari. Ad esempio, in un serbatoio
la variabile di controllo può essere quella del rubinetto che introduce nel serbatoio un fluido
con un flusso costante dipendente in maniera proporzionale con la variabile di controllo 𝑢𝑢(𝑡𝑡)
La variabile controllata 𝑦𝑦(𝑡𝑡) può essere il livello raggiunto dal fluido a partire dal fondo del
serbatoio
𝑢𝑢 𝑡𝑡
Sistema fisico lineare
𝑢𝑢 𝑡𝑡 Sistema fisico 𝑦𝑦 𝑡𝑡
lineare
𝑦𝑦 𝑡𝑡
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Esempio di nonlinearità
La relazione tra la derivata della variabile controllata e la variabile di controllo è di tipo lineare
Tuttavia tale relazione rimane valida fin tanto che la variabile controllata rimane
sufficientemente minore dell’altezza massima del serbatoio
Quindi, la relazione lineare è valida solo entro un opportuno intervallo di valori della variabile
controllata
Per continuare ad ipotizzare valido il sistema, è necessario introdurre una nonlinearità che
tenga conto della saturazione della variabile controllata
Abbiamo già avuto modo di osservare come, per prendere in considerazione il comportamento
fisico reale di alcuni dispositivi, l’introduzione di nonlinearità sia necessaria
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Esempio di nonlinearità
Nell’esempio del serbatoio, la nonlinearità è di tipo istantaneo:
Ad un preciso valore della variabile di ingresso alla nonlinearità corrisponde un solo valore
della variabile di uscita dalla nonlinearità
In natura esistono delle nonlinearità non istantanee, in cui ad un valore di ingresso della non
linearità possono corrispondere più valori di uscita a seconda dello stato della nonlinerità
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
Durante il corso sono state introdotte diverse nonlinearità necessarie per modellare fenomeni reali
complessi
Mentre in una prima approssimazione risulta utile semplificare il modello del sistema da
controllare, in una seconda fase è necessario essere in grado di catturare fenomeni rilevanti
che, spesso, sono nonlineari
Attrattore: posta a monte dell’azione integrale al fine di limitare l’azione integrale quando
l’errore è ampio
Saturazione: posta a valle dell’azione integrale per evitare che l’azione integrale raggiunga
valore che degraderebbero il comportamento del sistema controllato invece che miglioralo
𝐾𝐾𝑝𝑝
Attrattore Saturazione Saturazione
+
𝑒𝑒 𝑡𝑡 + 𝑚𝑚 𝑡𝑡
𝐾𝐾𝑖𝑖 � 𝑒𝑒 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
+
𝑑𝑑
𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑒𝑒 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑑𝑑
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Le nonlinearità istantanee non dipendono dal tempo e quindi non sono descritte da
equazioni differenziali, bensì da semplici funzioni ingresso-uscita non lineari.
Le non linearità dovute alle isteresi coinvolgono differenti tipologie di sistemi, afferenti al
dominio della fisica (magnetismo, ferromagnetismo, elasticità) nonché al dominio della
biologia e financo della economia
Mentre le nonlinearità istantanee sono caratterizzate da una linea singola, le isteresi sono
caratterizzate da una curva chiusa che, in base al verso di percorrenza, restituiscono il valore
attuale della variabile di uscita, dato un valore di ingresso
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Ciclo di isteresi
In figura è rappresentata la caratteristica di una nonlinearità di tipo isteresi
Curva caratteristica
Consideriamo una nonlinearità istantanea, essa è descrivibile attraverso una relazione ingresso-
uscita istantanea, ovvero che non dipende dal tempo come mostrato in figura
In tali sistemi nonlineari istantanei, la funzione 𝑓𝑓 può essere espressa in forma analitica o in
forma grafica e prende il nome di curva caratteristica (o caratteristica) del sistema non
lineare
I sistemi non lineari di tipo istantaneo sono presenti praticamente in tutti i sistemi da
controllare, semplicemente perché l’energia e le potenze in gioco non sono infinite
A volte i sistemi di controllo nonlineari rappresentano una valida scelta dal punto di vista
economico, si pensi ad esempio ai sistemi controllati con relè elettromeccanici
Nonlinearità istantanea
Nonlinearità
𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑦𝑦 𝑡𝑡
istantanea
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Se in ingresso a tale non linearità si impone un segnale di ingresso sinusoidale del tipo:
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔
in uscita si avrà
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔
Essendo la non linearità istantanea, il segnale di uscita sarà periodico di periodo 𝑇𝑇 = 2𝜋𝜋/𝜔𝜔
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
A valor medio nullo in quanto sia il segnale di ingresso 𝑥𝑥(𝑡𝑡) sinusoidale, che la non
linearità attraverso cui è passato il segnale di ingresso sono simmetrici
Integrabile: è una ipotesi ragionevole se si considera la natura reale del segnale, che,
per ovvi motivi energetici, sarà limitato e quindi la sua area sarà limitata
Un segnale periodico e integrabile può essere espresso come una serie matematica, usando
la serie di Fourier
Serie di Fourier
Dato un segnale 𝑦𝑦 𝑡𝑡
dove
1 𝜋𝜋
𝐵𝐵0 = � 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
Serie di Fourier
I coefficienti 𝐴𝐴𝑛𝑛 sono calcolabili nel seguente modo
1 𝜋𝜋
𝐴𝐴𝑛𝑛 = � 𝑦𝑦 𝑡𝑡 sin 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
1 𝜋𝜋
𝐵𝐵𝑛𝑛 = � 𝑦𝑦 𝑡𝑡 cos 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
1 𝜔𝜔 𝜔𝜔 3 𝜔𝜔 𝑛𝑛 𝜔𝜔
𝑓𝑓1 = 𝑓𝑓2 = 𝑓𝑓3 = … 𝑓𝑓𝑛𝑛 = …
2 𝜋𝜋 𝜋𝜋 2 𝜋𝜋 2 𝜋𝜋
Sappiamo che i sistemi reali funzionano come dei naturali filtri passa-basso ossia presentano
Una banda passante per cui oltre una certa frequenza dei segnali di ingresso, il sistema non
presenta dinamiche significative
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
È possibile considerare solo le frequenze che rientrano nella banda passante dei sistemi
a valle del segnale 𝑦𝑦 𝑡𝑡
Questa approssimazione può essere accettata quando l’ampiezza di ogni armonica trascurata
è inferiore al 10% di quella della prima armonica
In tali condizioni pertanto è possibile approssimare il segnale 𝑦𝑦(𝑡𝑡) di uscita dalla non
linearità come la somma di due segnali armonici
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
con 𝐵𝐵0 = 0 e
1 𝜋𝜋
𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
1 𝜋𝜋
𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Sfruttando le formule di Eulero
𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝜔𝜔𝜔𝜔 − 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐵𝐵1 − 𝑗𝑗𝐴𝐴1 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 𝐵𝐵1 + 𝑗𝑗𝐴𝐴1 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 𝐵𝐵1 − 𝑗𝑗𝐴𝐴1 = 𝑒𝑒 + 𝑒𝑒
2 2 2 2
Essendo
𝐴𝐴1
𝑌𝑌 = 𝐴𝐴12 + 𝐵𝐵12 , 𝜃𝜃 = arctan
𝐵𝐵1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
𝑌𝑌 𝑌𝑌 𝑌𝑌 𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗 𝜔𝜔𝜔𝜔−𝜃𝜃
+ 𝑒𝑒 −𝑗𝑗 𝜔𝜔𝜔𝜔−𝜃𝜃
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 + 𝑒𝑒 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑒𝑒 −𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗𝑗 = 𝑒𝑒 𝜔𝜔𝜔𝜔−𝜃𝜃
+ 𝑒𝑒 𝑗𝑗 𝜃𝜃−𝜔𝜔𝜔𝜔
= 𝑌𝑌
2 2 2 2
Essendo
𝑒𝑒 𝑗𝑗 𝜔𝜔𝜔𝜔−𝜃𝜃
+ 𝑒𝑒 −𝑗𝑗 𝜔𝜔𝜔𝜔−𝜃𝜃
cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 − 𝜃𝜃 =
2
si ottiene
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 𝑌𝑌 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 − 𝜃𝜃
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
dove
1 𝜋𝜋
𝑌𝑌 = 𝐴𝐴12 + 𝐵𝐵12 𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
𝐴𝐴1 1 𝜋𝜋
𝜃𝜃 = arctan 𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐵𝐵1 𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 66/S3
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineare
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Dal punto di vista matematico come varia il modello di un sistema dinamico lineare rispetto ad un
sistema dinamico non lineare?
Data una non linearità istantanea e simmetrica, se in ingresso a tale non linearità imponiamo un
segnale di ingresso sinusoidale, approssimativamente che tipo di segnale immaginiamo di avere
in uscita?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzione descrittiva
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
Come abbiamo visto, un sistema controllato, nel suo insieme, può presentare dei sottosistemi che
non sono lineari
Funzione Descrittiva
Per applicare il metodo della funzione descrittiva
Questa approssimazione è giustificabile quando a valle della non linearità vi è un elemento con
caratteristiche di filtro passa-basso:
In tal caso, infatti, le armoniche secondarie vengono filtrate e quindi le distorsioni trascurate
in prima istanza diventano in effetti non rilevanti da un punto di vista di sistema
Si noti che la presenza di elementi di tipo passa-basso è ampiamente diffusa nei sistemi di
controllo a controreazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
Data una non linearità istantanea e simmetrica 𝑦𝑦 = 𝑓𝑓(𝑥𝑥), definiamo Funzione Descrittiva come
il rapporto delle espressioni simboliche dell’uscita approssimata e dell’ingresso sinusoidale:
1 𝜋𝜋
𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
1 𝜋𝜋
𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
𝑌𝑌 = 𝐴𝐴12 + 𝐵𝐵12
𝐵𝐵1
𝜙𝜙 = arctan
𝐴𝐴1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
𝑦𝑦 𝑥𝑥 ≥ 0
𝑦𝑦 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 = � 1
−𝑦𝑦1 𝑥𝑥 < 0
𝑦𝑦
𝑦𝑦1
−𝜋𝜋 𝜋𝜋
𝜔𝜔𝜔𝜔
−𝑦𝑦1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
1 𝜋𝜋 1 𝜋𝜋 1 0
𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 = � 𝑦𝑦1 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 + � −𝑦𝑦1 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋 𝜋𝜋 0 𝜋𝜋 −𝜋𝜋
1 𝜋𝜋 1 𝜋𝜋 1 0
𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 = � 𝑦𝑦1 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 + � −𝑦𝑦1 cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋 𝜋𝜋 0 𝜋𝜋 −𝜋𝜋
𝑦𝑦1 𝜋𝜋 𝑦𝑦1 0
= � cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 − � cos 𝜔𝜔𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 = 0
𝜋𝜋 0 𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
D(X)
X/y1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Funzione descrittiva
Nel seguito vedremo come applicare il metodo della funzione descrittiva per non linearità del tipo
𝑚𝑚 𝑋𝑋 ≤ 𝑋𝑋1
𝐷𝐷 𝑋𝑋 = �
𝑚𝑚𝐷𝐷𝑆𝑆 𝑋𝑋 𝑋𝑋 > 𝑋𝑋1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
𝑦𝑦
𝑚𝑚 𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1 𝑥𝑥 > 𝑥𝑥2
𝑚𝑚 𝑥𝑥 − 𝑥𝑥1 𝑥𝑥1 < 𝑥𝑥 ≤ 𝑥𝑥2
𝑦𝑦 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 = 0 𝑥𝑥 ≤ 𝑥𝑥1 𝑥𝑥1 𝑥𝑥2 𝑥𝑥
𝑚𝑚 𝑥𝑥 + 𝑥𝑥1 −𝑥𝑥2 < 𝑥𝑥 ≤ −𝑥𝑥1
𝑚𝑚 𝑥𝑥2 + 𝑥𝑥1 𝑥𝑥 < −𝑥𝑥2
La funzione descrittiva 𝐷𝐷 𝑋𝑋 è
0 𝑋𝑋 ≤ 𝑋𝑋1
𝑚𝑚 1 − 𝐷𝐷𝑆𝑆 𝑋𝑋 𝑋𝑋1 < 𝑋𝑋 ≤ 𝑋𝑋2
𝐷𝐷 𝑋𝑋 =
𝑋𝑋 𝑋𝑋
𝑚𝑚 𝐷𝐷𝑆𝑆 − 𝐷𝐷𝑆𝑆 𝑋𝑋 > 𝑋𝑋2
𝑋𝑋2 𝑋𝑋1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
𝑚𝑚1 𝑋𝑋 ≤ 𝑋𝑋1
𝐷𝐷 𝑋𝑋 = � 𝑋𝑋
𝑚𝑚1 − 𝑚𝑚2 𝐷𝐷𝑆𝑆 𝑋𝑋 > 𝑋𝑋1
𝑋𝑋1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
La funzione descrittiva 𝐷𝐷 𝑋𝑋 è
0 𝑋𝑋 ≤ 𝑋𝑋1
𝐷𝐷 𝑋𝑋 = �4𝑦𝑦1 𝑋𝑋12
1− 2 𝑋𝑋 > 𝑋𝑋1
𝜋𝜋𝜋𝜋 𝑋𝑋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S1
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Ciclo limite
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Il limite di stabilità si ha quando il sistema presenta uno o più poli sull’asse immaginario. In
particolare
Se invece il sistema presenta una coppia di poli complessi coniugati puramente immaginari,
indice di una continua trasformazione senza dissipazione di energia da una forza ad un’altra,
il modo naturale si presenterà in uscita come una sinusoide.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
La presenza di non linearità rende più complesso identificare il margine e il limite di stabilità. In
particolare la classe di sistemi non lineari che stiamo esaminando presentano alcune
caratteristiche differenti rispetto ai sistemi lineari.
Ad esempio la presenza di saturazioni limita l’ampiezza delle oscillazioni, per cui un sistema non
lineare instabile può assestarsi su oscillazioni periodiche ma non sinusoidali, di ampiezza costante
e talora indipendente dalle condizioni iniziali. Tale fenomeno prende il nome di ciclo limite.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Ciclo limite
Per scoprire se un sistema non lineare ammette cicli limite in evoluzione libera, si consideri il
sistema in figura
𝑟𝑟 𝑡𝑡 = 0 + 𝑒𝑒 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑢𝑢 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑦𝑦 𝑡𝑡
NON LINEARE LINEARE
−
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Ciclo limite
Il segnale 𝑢𝑢(𝑡𝑡) in uscita dal sistema non lineare, andrà in ingresso al sistema lineare, il quale,
essendo un sistema lineare reale, applicherà una azione filtrante dovuta alla sua banda passante,
pertanto il segnale 𝑦𝑦(𝑡𝑡) in uscita dal blocco lineare sarà sinusoidale
Tale segnale, cambiato di segno dal sommatore, entra nel sistema non lineare, passa nel
sistema lineare ed esce uguale a sé stesso
𝑟𝑟 𝑡𝑡 = 0 + 𝑒𝑒 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑢𝑢 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑦𝑦 𝑡𝑡
NON LINEARE LINEARE
− 𝐷𝐷 𝑋𝑋 𝐹𝐹 𝑖𝑖𝑖𝑖
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Ciclo limite
Pertanto la funzione di trasferimento complessiva è unitaria, ovvero si può impostare la relazione:
1 − 𝐷𝐷 𝑋𝑋 𝐹𝐹 𝑖𝑖𝑖𝑖
𝑟𝑟 𝑡𝑡 = 0 + 𝑒𝑒 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑢𝑢 𝑡𝑡 SISTEMA 𝑦𝑦 𝑡𝑡
NON LINEARE LINEARE
− 𝐷𝐷 𝑋𝑋 𝐹𝐹 𝑖𝑖𝑖𝑖
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Ciclo limite
Ricordando che la funzione descrittiva è una caratterizzazione approssimata del comportamento
di una non linearità istantanea e simmetrica, si può comunque procedere nell’analisi del
comportamento del sistema retro-azionato per studiare la stabilità. Ponendo:
1
𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 = −
𝐷𝐷 𝑋𝑋
Si ottiene una scrittura cui si può dare un’immediata interpretazione grafica: l’esistenza di un ciclo
limite corrisponde sul piano di Nyquist all’intersezione tra le curve che rappresentano la 𝐹𝐹(𝑗𝑗𝑗𝑗) e
l’inverso della 𝐷𝐷(𝑋𝑋) cambiato di segno.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S2
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
Ciclo limite
L’ampiezza della prima armonica del ciclo limite, detta per brevità ampiezza del ciclo limite, è il
valore di 𝑋𝑋 per cui si ha l’intersezione e si legge su quest’ultima curva; la pulsazione del ciclo
limite è il valore di w per cui si ha l’intersezione e si legge sul grafico della 𝐹𝐹.
Le due curve sono chiamate, per evidenti motivi, luogo delle ampiezze e luogo delle frequenze.
un ciclo limite è presente se il luogo delle ampiezze interseca il luogo delle frequenze.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 67/S3
Titolo: Sistemi Di Controllo Nonlineari (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione
In questo nucleo tematico sono stati affrontati due argomenti principali:
Schemi di controllo avanzati in grado di rimuovere ipotesi restrittive fatte nei precedenti
nuclei
Sistemi nonlineari
In questa lezione verranno riassunte le tematiche affrontate rispetto al primo argomento mentre
nella prossima lezione le tematiche affrontate rispetto al secondo argomento
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Gli schemi di controllo avanzati introdotti, infatti, sono discussi per risolvere i seguenti problemi:
In tal senso, abbiamo visto che sotto opportune ipotesi l’errore a regime può essere
eliminato ponendo
1
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐹𝐹 =
𝑆𝑆𝐶𝐶 0
In tale contesto abbiamo visto che, in funzione delle esigenze, si può rendere
necessario rallentare la dinamica di tale segnale oppure aumentare la velocità di
risposta del sistema
Nel primo caso, è sufficiente imporre che l’estremo superiore della banda
passante della funzione di trasferimento 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 sia inferiore alla pulsazione critica
associata alla funzione di guadagno d’anello: in questo modo la risposta
dell’uscita al segnale di riferimento risulta rallentata
Nel secondo caso, il problema si pone in presenza di incertezze sui valori della
risposta armonica 𝐹𝐹 𝑗𝑗𝑗𝑗 per frequenze 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔
� oppure in presenza di vincoli sulla
banda passante imposti dal controllore 𝐶𝐶 𝑠𝑠 : in questo caso è possibile progettare
il compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 come una rete anticipatrice con lo zero in corrispondenza
della pulsazione critica e il polo ad una frequenza maggiore
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Abbiamo visto come, con tale schema di controllo, sia possibile rendere unitaria la risposta in
frequenza del sistema controllato in una banda passante più ampia
In particolare, è stato osservato che la struttura ideale non è realizzabile e abbiamo studiato
come nella pratica sia sufficiente definire un compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 che sia proprio,
asintoticamente stabile e con funzione di trasferimento quanto più simile possibile a quella
ideale
Compensatore 𝑟𝑟𝑓𝑓
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑒𝑒 Controllore Processo 𝑦𝑦
𝑟𝑟
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Abbiamo visto che tramite tale schema è possibile risolvere la seconda classe di problemi: la
compensazione dei disturbi misurabili
𝑑𝑑
Compensatore
𝑑𝑑𝑓𝑓 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐻𝐻 𝑠𝑠
𝑒𝑒 Controllore Processo 𝑦𝑦
𝑟𝑟
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Tuttavia, tale struttura ideale non è sempre realizzabile: in tal caso abbiamo visto come sia
comunque possibile implementare un compensatore con funzione di trasferimento
realizzabile e asintoticamente stabile quanto più simile a quella ideale
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Un quarto schema di controllo avanzato discusso è quello riportato in figura: abbiamo visto che
tale sistema, detto predittore di Smith, consente di controllare un sistema con ritardo di tempo
mantenendo buone prestazioni
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− − 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
+
+
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Le limitazioni di tale schema di controllo sono la sensibilità agli errori e la necessità di avere
un modello del processo
Abbiamo poi visto come approssimare il ritardo con un polinomio grazie alle funzioni
approssimanti di Padé e abbiamo confrontato le prestazioni dei diversi schemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi nonlineari
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Il secondo tema affrontato in questo nucleo tematico sono stati i sistemi nonlineari e, in
particolare, i diversi tipi di nonlinearità
La rilevanza di tale argomento è dovuta al fatto che nella realtà dei fatti i fenomeni da
controllare sono per lo più nonlineari
I modelli matematici introdotti per i sistemi lineari sono stati estesi al caso nonlineare:
Sistemi nonlineari
Alcune nonlinearità erano già state introdotte nello studio dei controllori PID in particolare per
rendere efficace l’azione integrale e per prendere in considerazione le limitazioni imposte dagli
attuatori
Controllore PID
𝐾𝐾𝑝𝑝
Attrattore Saturazione Saturazione
+
𝑒𝑒 𝑡𝑡 + 𝑚𝑚 𝑡𝑡
𝐾𝐾𝑖𝑖 � 𝑒𝑒 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
+
𝑑𝑑
𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑒𝑒 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑑𝑑
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
Sono poi stati introdotti dei criteri per classificare le nonlinearità:
Le nonlinearità istantanee non dipendono dal tempo e quindi non sono descritte da
equazioni differenziali, bensì da semplici funzioni ingresso-uscita non lineari
Sistemi nonlineari
Sono poi state introdotte le nonlinearità più comuni:
Sistemi nonlineari
Soglia con pendenza 𝒎𝒎 e saturazione netta, definita da
𝑦𝑦
𝑚𝑚 𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1 𝑥𝑥 > 𝑥𝑥2
𝑚𝑚 𝑥𝑥 − 𝑥𝑥1 𝑥𝑥1 < 𝑥𝑥 ≤ 𝑥𝑥2 𝑥𝑥1 𝑥𝑥2 𝑥𝑥
𝑦𝑦 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 = 0 𝑥𝑥 ≤ 𝑥𝑥1
𝑚𝑚 𝑥𝑥 + 𝑥𝑥1 −𝑥𝑥2 < 𝑥𝑥 ≤ −𝑥𝑥1
𝑚𝑚 𝑥𝑥2 + 𝑥𝑥1 𝑥𝑥 < −𝑥𝑥2
Saturazione non netta, definita da 𝑦𝑦
−𝑥𝑥1
𝑚𝑚1 𝑥𝑥1 + 𝑚𝑚2 𝑥𝑥 𝑥𝑥 > 𝑥𝑥1 𝑥𝑥1 𝑥𝑥
𝑦𝑦 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 = � 𝑚𝑚1 𝑥𝑥 𝑥𝑥 ≤ 𝑥𝑥1
−𝑚𝑚1 𝑥𝑥1 − 𝑚𝑚2 𝑥𝑥 𝑥𝑥 < −𝑥𝑥1
𝑦𝑦
Relè ideale, definita da 𝑦𝑦1
𝑦𝑦 𝑥𝑥 ≥ 0 𝑥𝑥
𝑦𝑦 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 = � 1 −𝑦𝑦1
−𝑦𝑦1 𝑥𝑥 < 0
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Data una nonlinearità istantanea e simmetrica 𝑦𝑦 = 𝑓𝑓(𝑥𝑥), se in ingresso a tale non linearità
imponiamo un segnale di ingresso sinusoidale del tipo
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔
dove
1 𝜋𝜋
𝑌𝑌 = 𝐴𝐴12 + 𝐵𝐵12 𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
𝐴𝐴1 1 𝜋𝜋
𝜃𝜃 = arctan 𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝐵𝐵1 𝜋𝜋 −𝜋𝜋
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
È stato poi introdotto il metodo della Funzione Descrittiva utile per approssimare il
comportamento delle nonlinearità (istantanee e simmetriche) introdotte
Per applicare tale metodo si considera come ingresso della non linearità un segnale
sinusoidale e si approssima il segnale di uscita come una sinusoide di ampiezza e fase
opportune ovvero si trascurano le distorsioni introdotte dalla non linearità
Abbiamo visto che questa approssimazione è giustificabile quando a valle della non linearità
vi è un elemento con caratteristiche di filtro passa-basso: in tal caso, infatti, le armoniche
secondarie vengono filtrate e quindi le distorsioni trascurate in prima istanza diventano in
effetti non rilevanti da un punto di vista di sistema
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S1
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
In particolare, abbiamo visto che data una non linearità istantanea e simmetrica 𝑦𝑦 = 𝑓𝑓(𝑥𝑥), tale
funzione descrittiva può esser definita come il rapporto delle espressioni simboliche dell’uscita
approssimata e dell’ingresso sinusoidale:
1 𝜋𝜋
𝐴𝐴1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 sin 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
1 𝜋𝜋
𝐵𝐵1 = � 𝑓𝑓 𝑋𝑋 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 cos 𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜋𝜋 −𝜋𝜋
𝑌𝑌 = 𝐴𝐴12 + 𝐵𝐵12
𝐵𝐵1
𝜙𝜙 = arctan
𝐴𝐴1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S2
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 68/S3
Titolo: Verifica Dell’apprendimento (Ix)
Attività n°: 1
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 68).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (1 DI 2)
Controlli automatici
Il corso di Fondamenti di Automatica si è articolato su due blocchi tematici:
In questa e nella prossima lezione verranno riassunti i principali argomenti del secondo blocco
tematico fornendo una chiave di lettura per mettere insieme tutti i concetti presentati
Le ultime due lezioni del corso, invece, saranno dedicate ad un ripasso generale di tutto il corso
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
È stato discusso come la proprietà di stabilità asintotica sia una caratteristica imprescindibile
di un sistema controllato
Una volta verificato che il sistema sia asintoticamente stabile, è possibile concentrarsi
sulle prestazioni del sistema controllato
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
In particolare, abbiamo visto che generalmente esiste una gerarchia tra le prestazioni da
soddisfare:
1. Attenuazione dell’effetto dei disturbi sul valore desiderato della variabile controllata
Per ognuna delle due modalità di controllo sono stati presentate diverse implementazioni e le
relative prestazioni sono state discusse
Nel controllo ad anello chiuso l’andamento della variabile di comando viene fissato tramite una
legge di controllo che tiene conto dell’effetto dell’azione di controllo mentre essa viene
applicata. Ciò invece non avviene nel controllo ad anello aperto.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
Amplitude
Amplitude
0.2 0
-0.2
0
Step Response Step Response
𝛽𝛽 crescente
-0.4 3 300
-0.2
-0.6 200
2
-0.4
-0.8
100
-0.6 -1
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1
0
Time (sec) Time (sec)
Amplitude
Amplitude
0 -100
Amplitude
0
0
-0.5
-1
-0.5
-1.5
-1 -2
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Time (sec) Time (sec)
𝛼𝛼 crescente
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Nei sistemi sotto-smorzati che presentano oscillazioni e che quindi hanno delle sovra-
elongazioni oltre il valore di riferimento nel regime transitorio la prontezza di risposta è
misurata con:
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere per la prima volta il valore di riferimento
tempo al picco (peak time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per raggiungere la massima sovra-elongazione
In sistemi sovra-smorzati (esponenziali), la risposta a gradino non supera mai il valore di
riferimento e quindi la prontezza di risposta è misurata con:
tempo di salita (rise time) 𝑇𝑇𝑅𝑅 è il tempo in secondi impiegato dalla risposta a gradino
per salire dal 10% al 90% del valore di riferimento
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Spostando nel piano complesso le radici di un sistema si possono ottenere risposte al gradino con
caratteristiche molto differenti tra loro
Per questo motivo, è stato introdotto il criterio di Nyquist per la verifica di un sistema controllato:
Criterio di Nyquist. Sia 𝑃𝑃 il numero di poli della funzione d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 con parte reale
maggiore di zero e sia 𝑁𝑁 il numero di giri compiuti dal diagramma di Nyquist della funzione
d’anello 𝐿𝐿 𝑠𝑠 intorno al punto −1; 𝑗𝑗0 - conteggiati positivamente se compiuti in senso
antiorario e negativamente se in senso orario. Condizione necessaria e sufficiente perché
il sistema sia asintoticamente stabile è che 𝑁𝑁 sia ben definito e risulti 𝑁𝑁 = 𝑃𝑃
1
−1; 𝑗𝑗𝑗 −1; 𝑗𝑗𝑗 𝑘𝑘𝑚𝑚 −1; 𝑗𝑗𝑗
Δ𝑚𝑚 𝜙𝜙𝑐𝑐
𝜙𝜙𝑚𝑚
𝑥𝑥𝐴𝐴
𝑥𝑥𝐶𝐶 ; 𝑦𝑦𝐶𝐶
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (1 DI 2)
A tal fine, sono state introdotte le funzioni di sensitività: si è visto che imponendo certi
requisiti su tali funzioni il sistema controllato gode di determinate proprietà
Tali funzioni sono state derivate studiando l’effetto dei disturbi 𝑑𝑑 e 𝑛𝑛 e del segnale di
riferimento 𝑟𝑟 sui segnali di errore 𝑒𝑒 e di uscita 𝑦𝑦:
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑦𝑦 = 𝑟𝑟 − 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
1 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1
𝑒𝑒 = 𝑟𝑟 + 𝑛𝑛 − 𝑑𝑑
1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la fedeltà della risposta a regime è perfetta (il
guadagno statico è unitario)
per 𝒈𝒈 < 𝟎𝟎, l’effetto del disturbo (costante) sul segnale di errore a regime è nullo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆𝐶𝐶 𝑗𝑗𝑗𝑗
Per 𝒈𝒈 > 𝟎𝟎, ovvero in presenza di integratori, la precisione statica in risposta ad un segnale a
gradino a regime è perfetta in quanto risulta 𝑒𝑒∞ = 0
Tale analisi è stata poi estesa ad altri segnali canonici: l’andamento dell’errore a regime 𝑒𝑒∞
in relazione a diversi tipi di segnali canonici è riportata nella tabella
0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝜔𝜔𝐶𝐶
1
1 𝜔𝜔 ≤ 𝜔𝜔𝐶𝐶
𝑆𝑆 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ≅ � 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝜔𝜔 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 + 𝐿𝐿 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝜔𝜔 > 𝜔𝜔𝐶𝐶
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
In particolare,
È stato studiato quando e come è possibile assegnare tutti gli autovalori del sistema
controllato ad arbitrio
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Rete anticipatrice
Una rete anticipatrice è un compensatore elementare descritto dalla funzione di trasferimento
𝑠𝑠 + 𝑧𝑧
𝐶𝐶𝐴𝐴 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐴𝐴 , 𝑧𝑧, 𝑝𝑝 ∈ ℝ− , 𝑝𝑝 < 𝑧𝑧 < 0
𝑠𝑠 + 𝑝𝑝
Una rete anticipatrice è quindi caratterizzata da tre gradi libertà: il guadagno 𝐾𝐾𝐴𝐴 , il polo reale
𝑝𝑝 < 0 e lo zero reale 𝑧𝑧 < 0
In caso negativo si può decidere di utilizzare una rete anticipatrice, al fine di garantire
stabilità, reiezione degli errori, attenuazione dell’errore di misura e prestazioni nel
transitorio in caso di sistema non sovradimensionato
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Rete ritardatrice
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Tanto più si cerca di ottenere una bassa pulsazione di attraversamento, tanto più si aumenta
𝛼𝛼, tanto più la fase alle frequenze comprese tra il polo e lo zero è ritardata, impattando
potenzialmente sul margine di fase e quindi sulla stabilità
La scelta quindi di utilizzare una rete ritardatrice deve essere ponderata in funzione del duplice
effetto che essa produce
Il secondo effetto è che il margine di fase è attenuato dalla rete compensatrice soprattutto
nelle frequenze comprese tra il polo e lo zero. Pertanto quando si applica una rete
ritardatrice si devono verificare i risultati ottenuti considerando entrambi gli effetti.
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Per quanto riguarda le prestazioni, invece, è necessario che le radici si trovino su determinate
aree del semipiano sinistro del dominio 𝑠𝑠
Facendo variare un parametro per volta, mantenendo costanti gli altri, le singole radici tracciano
delle traiettorie nel piano 𝑠𝑠, spostandosi man mano che il parametro assume valori differenti
Tali traiettorie costituiscono un luogo nel piano 𝑠𝑠 detto luogo delle radici
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a
coefficienti reali
un insieme arbitrario di numeri complessi (reali o complessi coniugati) Λ0 = 𝜆𝜆10 , 𝜆𝜆02 , … , 𝜆𝜆0𝑛𝑛
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐾𝐾 tale che gli autovalori della
matrice 𝐹𝐹 = 𝐴𝐴 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 > sia
completamente raggiungibile
𝑟𝑟 + 𝑢𝑢 𝑦𝑦
Processo
+
𝑥𝑥 Stato
𝐾𝐾 del
process
o
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
un sistema descritto nello spazio di stato dalla quaterna di matrici < 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 > a
coefficienti reali
Condizione necessaria e sufficiente affinché esista una matrice 𝐻𝐻 tale che gli autovalori della
matrice 𝑁𝑁 = 𝐴𝐴 + 𝐻𝐻𝐻𝐻 coincidano con gli elementi di Λ0 è che la coppia < 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 > sia
completamente osservabile
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
𝑥𝑥
𝑟𝑟 + 𝑢𝑢
Processo 𝑦𝑦
+
𝑥𝑥�
𝐾𝐾 Osservatore
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S1
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (1 DI 2)
Controllori PID
Dopo aver descritto le funzioni compensatrici e metodi per la sintesi di controllori a tempo
continuo, abbiamo focalizzato l’attenzione su una tipologia di controllori molto utilizzata: i
controllori PID
𝐾𝐾𝑖𝑖
𝐶𝐶 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝑝𝑝 + + 𝐾𝐾𝑑𝑑 𝑠𝑠
𝑠𝑠
dove i parametri 𝐾𝐾𝑝𝑝 , 𝐾𝐾𝑖𝑖 e 𝐾𝐾𝑑𝑑 sono gradi di libertà per il progettista
A tal proposito, sonno stati presentati diversi schemi di controllo basati su controllori PID
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Controllori PID
Variante dello schema di controllo base
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Controllori PID
Variante dello schema di controllo base
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Controllori PID
Variante dello schema di controllo di base per prendere in considerazione i vincoli imposti dagli
attuatori (mitigazione del fenomeno di wind-up)
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Controllori PID
I vincoli imposti dagli attuatori sono dovuti a limitazioni sulla massima rapidità di variazione,
massima escursione e al sovraccarico del transitorio
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Controllori PID
Un aspetto affrontato nel dettaglio è stato la definizione di strategie per la predisposizione dei
parametri di un controllore PID. A tal proposito sono stati presentati diversi criteri:
Sulla base del valore massimo della banda passante 𝜔𝜔∗ del sistema controllato in contro
reazione
Sulla base dell’attenuazione minima entro la banda passante
Sulla base dell’attenuazione massima oltre la banda passante
Diagramma di Bode del sistema Valore massimo della Diagramma di Nyquist del sistema
controllato a controreazione banda passante 𝜔𝜔∗ da controllare e del controllore
𝑀𝑀 = 0𝑑𝑑𝑑𝑑
𝜔𝜔∗ del sistema
controllato in contro
−1
reazione
𝜔𝜔∗
−3𝑑𝑑𝑑𝑑 Margine di
Attenuazione guadagno
Attenuazione minima massima oltre
entro la banda la banda
passante passante 𝑀𝑀 = −3𝑑𝑑𝑑𝑑
9
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Sistemi digitali
I risultati ottenuti nel dominio del tempo continuo sono poi stati estesi al dominio del tempo
discreto e, in particolare, sono stati descritti i sistemi di controllo digitale
Abbiamo visto che tali sistemi prevedono un processo di conversione del segnale analogico in un
segnale digitale
la quantizzazione, che dipende dalla lunghezza della parola caratteristica del sistema
digitale
l’errore di quantizzazione cresce al diminuire dei bit usati per la rappresentazione del segnale
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Sistemi digitali
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S2
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Sistemi digitali
Un aspetto discusso è stato la perdita di prestazioni quando si passa al dominio discreto:
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (1 DI 2)
Introduzione
L’ultima parte del secondo blocco tematico ha affrontato tematiche di controllo avanzate e, in
particolare, sono stati descritti
Sistemi nonlineari
In riferimento al primo argomento, sono stati introdotti i seguenti schemi di controllo avanzati:
Nel primo caso, è sufficiente imporre che l’estremo superiore della banda passante della
funzione di trasferimento 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 sia inferiore alla pulsazione critica associata alla funzione di
guadagno d’anello
Nel secondo caso, è possibile progettare il compensatore 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 come una rete anticipatrice
con lo zero in corrispondenza della pulsazione critica e il polo ad una frequenza maggiore
In tal senso, abbiamo visto che sotto opportune ipotesi l’errore a regime può essere
eliminato ponendo
1
𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾𝐹𝐹 =
𝑆𝑆𝐶𝐶 0
Abbiamo visto che tramite tale schema è possibile risolvere la seconda classe di problemi: la
compensazione dei disturbi misurabili
Sistema di
controllo in anello
aperto 𝑑𝑑
Compensatore
Sistema
𝑑𝑑𝑓𝑓 𝐶𝐶𝐹𝐹 𝑠𝑠
controllato in
retroazione
𝐻𝐻 𝑠𝑠
𝑒𝑒 Controllore Processo 𝑦𝑦
𝑟𝑟
𝐶𝐶 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Un quarto schema di controllo avanzato discusso è quello riportato in figura
Abbiamo visto che tale sistema, detto predittore di Smith, consente di controllare un sistema
con ritardo di tempo mantenendo buone prestazioni
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 + Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− − 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
𝑟𝑟 + 𝑒𝑒 Controllore 𝑢𝑢 Processo 𝑦𝑦
− 𝐶𝐶 ′ 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
+
+
𝑃𝑃 𝑠𝑠
𝑧𝑧
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Predittore di Smith
Le limitazioni di tale schema di controllo sono la sensibilità agli errori e la necessità di avere
un modello del processo
Abbiamo poi visto come approssimare il ritardo con un polinomio grazie alle funzioni
approssimanti di Padé e abbiamo confrontato le prestazioni dei diversi schemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Sistemi nonlineari
In riferimento al secondo argomento, ossia i sistemi nonlineari, è stata discussa la
generalizzazione dei modelli usati per i sistemi lineari al caso nonlineare:
Sistemi nonlineari
Sono poi stati introdotti dei criteri per classificare le nonlinearità:
Le nonlinearità istantanee non dipendono dal tempo e quindi non sono descritte da
equazioni differenziali, bensì da semplici funzioni ingresso-uscita non lineari
Le nonlinearità non istantanee, come ad esempio i cicli di isteresi, per cui la curva
caratteristica dipende esplicitamente dal tempo
Nonlinearità non istantanea
Ciclo di isteresi
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
È stato poi introdotto il metodo della Funzione Descrittiva utile per approssimare il
comportamento delle nonlinearità (istantanee e simmetriche) introdotte
Per applicare tale metodo si considera come ingresso della non linearità un segnale
sinusoidale e si approssima il segnale di uscita come una sinusoide di ampiezza e fase
opportune ovvero si trascurano le distorsioni introdotte dalla non linearità
Abbiamo visto che questa approssimazione è giustificabile quando a valle della non linearità
vi è un elemento con caratteristiche di filtro passa-basso: in tal caso, infatti, le armoniche
secondarie vengono filtrate e quindi le distorsioni trascurate in prima istanza diventano in
effetti non rilevanti da un punto di vista di sistema
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 69/S3
Titolo: Controlli Automatici (1 Di 2)
Attività n°: 1
Funzione Descrittiva
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 70
Titolo: Controlli Automatici (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (2 DI 2)
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 2 𝑠𝑠 + 3 (𝑠𝑠 − 1)
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (2 DI 2)
dove
−1 0 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 1 1 𝐷𝐷 = 0
1 1 1
Verificare se è possibile assegnare ad arbitrio tutti gli autovalori del sistema controllato con
retroazione dello stato −1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (2 DI 2)
dove
−1 0 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 1 1 𝐷𝐷 = 0
1 1 1
Si supponga che lo stato del sistema non sia misurabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONTROLLI AUTOMATICI (2 DI 2)
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = , 𝛼𝛼 > 0
𝑠𝑠 − 𝛼𝛼
Si costruisca un controllore in modo tale che
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (1 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
In cosa consiste l’Analisi dei Sistemi?
Domande di riepilogo
Quali sono gli obiettivi richiesti ad un sistema da controllare? Cosa significano finalità,
funzionalità, prestazioni e specifiche?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (1 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S1
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S1
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Cosa significa che un sistema è intrinsecamente stabile o intrinsecamente instabile?
Quali sono le variabili che interessa prendere in considerazione in un sistema da controllare ai fini
della progettazione di un sistema controllato?
Come formulare un modello astratto nel dominio del tempo di un generico sistema dinamico in
funzione solo delle variabili di ingresso e delle variabili di uscita?
Domande di riepilogo
Quali tipi di non linearità istantanee può presentare un modello di un sistema?
Cosa caratterizza il comportamento dinamico del sistema nel dominio della variabile complessa?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (1 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S2
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S2
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Perché interessa conoscere la risposta impulsiva?
Quali sono i parametri statici e i parametri dinamici di un sistema nel dominio del tempo?
Domande di riepilogo
Cosa rappresentano i poli e gli zeri di una funzione di trasferimento?
Quale significato deve essere attribuito ai poli e agli zeri di un generico sistema?
Come influisce la strumentazione nella scelta della modalità di controllo? Come influiscono gli
attuatori nella scelta della modalità di controllo?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (1 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Perché è importante scegliere una modalità di controllo opportuna in base all’analisi effettuata sul
sistema da controllare?
Nella scelta di una modalità di controllo, con quale ordine di importanza devono essere
considerati gli obiettivi da raggiungere?
Nel contesto delle modalità di controllo a catena aperta, quali strategie possono essere attuate
per migliorare le prestazioni?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 71/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (1 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
In cosa consiste una modalità di controllo a controreazione di tipo on-off , di tipo ibrido e di tipo
continuo?
Quali sono i parametri della risposta al gradino che possono esser legati alla fedeltà e alla rapidità
di risposta?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (2 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
Cosa è un regolatore? Quali sono gli effetti dovuti all’azione proporzionale, all’azione integrale e
all’azione derivativa di un regolatore?
Attraverso quali parametri vengono configurati nella pratica gli effetti dell’azione proporzionale,
dell’azione integrale e dell’azione derivativa?
Quali sono le tre principali nonlinearità presenti nello schema di un controllore PID?
Quale è lo schema di riferimento di una modalità di controllo di tipo evoluto con stima della
derivata della variabile di controreazione?
Quale è lo schema di riferimento di una modalità di controllo di tipo evoluto con controreazione
interna ed esterna?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
Quale è lo schema di riferimento di una schema di controllo basato sull’osservatore asintotico
dello stato?
Come si linearizza un modello matematico non lineare e quali sono i limiti della sua validità?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S1
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (2 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S1
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S1
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
In un sistema a controreazione, cosa rappresenta la funzione guadagno di anello?
In un sistema a controreazione quali caratteristiche deve avere la funzione guadagno di anello per
garantire
A fronte dei vantaggi associati all’uso di una modalità di controllo a controreazione, quali
svantaggi comporta il suo utilizzo?
Domande
Perché si usano i segnali di prova per verificare il raggiungimento della finalità, della funzionalità,
delle prestazioni e delle relative specifiche da parte di un sistema controllato?
Quale contributo fornisce alla risposta una coppia di poli complessi coniugati?
Dato un sistema dominato da due poli complessi coniugati, come varierà l’andamento della
variabile controllata in funzione della posizione nel piano complesso dei poli?
Come si caratterizzano in termini qualitativi e quantitativi gli obiettivi che deve raggiungere un
sistema controllato?
Perché il metodo del luogo delle radici è utile per verificare se un sistema soddisfa gli obiettivi?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S2
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (2 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S2
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S2
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
In un sistema controllato con modalità di controllo a controreazione, che cosa determina il tipo
del sistema?
Come si relaziona il tipo del sistema all’errore a regime permanente relativo a segnali di ingresso
canonici?
Quali sono i parametri del dominio del tempo che caratterizzano il regime transitorio della risposta
a gradino?
Che tipo di relazione esiste tra il tempo di salita e parte reale dei poli complessi coniugati?
Domande
Dato un sistema dominato da una coppia di poli complessi coniugati, quali regioni del piano
complesso sono ammissibili quando vengono fornite delle specifiche in termini di tempo di salita e
di sovra elongazione percentuale?
Qual è la condizione di stabilità asintotica per gli autovalori quando si considera un sistema a
tempo discreto?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI AUTOMATICA (2 DI 2)
Domande di riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande di riepilogo
Lo scopo di questa lezione è quello di fornire allo studente un criterio oggettivo di verifica della
propria preparazione
È consigliabile appuntarsi le domande a cui non si è riusciti a fornire una risposta dettagliata
e puntuale
Tutti i concetti non chiari possono essere quindi studiati con maggior attenzione usando il
materiale didattico fornito nelle precedenti lezioni
Le domande sono state organizzate al fine di investigare tutti i concetti di base del corso e
costituiscono uno strumento di autovalutazione importantissimo della propria preparazione
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
Che cosa è la risposta armonica?
Quali sono le principali rappresentazioni grafiche di una funzione di trasferimento espressa nel
dominio della frequenza, ovvero nella variabile reale 𝜔𝜔?
Che vincolo impone sulla pulsazione di risonanza e sull’ampiezza alla risonanza di un sistema
dominato da una coppia di poli complessi coniugati una specifica sulla sovra elongazione
percentuale?
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 72/S3
Titolo: Fondamenti Di Automatica (2 Di 2)
Attività n°: 1
Domande
Cosa rappresenta la banda passante di un sistema?
Che vincolo impone sulla banda passante una specifica sullo smorzamento caratteristico?
Come deve essere in generale il valore dell’ampiezza alla risonanza e il valore della banda
passante per avere buone prestazioni?
Che prestazioni può offrire in termini di errore a regime permanente un sistema dominato da due
poli complessi coniugati?
Quali sono i due indicatori che possono fornire una valutazione oggettiva sul grado di stabilità di
un sistema?
Cosa è una rete ritardatrice? Quando conviene usare una rete ritardatrice? Quali svantaggi
comporta l’uso di una rete ritardatrice?