FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PRESENTAZIONE DEL CORSO
Informazioni generali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Informazioni Generali
Facoltà INGEGNERIA
Contatti andrea.tortorelli@uniecampus.it
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
La scheda docente contiene tutte le informazioni necessarie allo studente per contattare ed
interagire con il docente titolare dell'insegnamento, tra cui l’orario di ricevimento, l’elenco degli
insegnamenti e le FAQ
Obiettivi formativi
Il corso si propone di esporre allo studente metodologie sistematiche per l’analisi e la
progettazione delle modalità di controllo di un sistema da automatizzare, al fine di
raggiungere le funzionalità, le specifiche e le prestazioni desiderate.
Con riferimento alla conoscenza e capacità di comprensione, al termine del corso lo studente
dovrà dimostrare di
Conoscere gli strumenti di base per l’analisi di sistemi complessi e le modalità attraverso cui è
possibile modificare il comportamento di un sistema dinamico.
Obiettivi formativi
Con riferimento alla conoscenza e capacità di comprensione applicate, al termine del corso lo
studente dovrà dimostrare di
saper applicare in modo consapevole i concetti appresi per l’analisi di un sistema dinamico
(evoluzione e proprietà strutturali)
Il regolamento per lo svolgimento degli esami di profitto aggiornato può esser consultato al
seguente link
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Lezione n°: 1
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Attività n°: 1
le risposte alle domande aperte sono valutate su scala 0-3 punti, secondo i seguenti criteri:
0/30 – 17/30: prevalenza di argomentazioni non corrette e/o incomplete e scarsa capacità
espositiva; carenza su argomenti cardine del corso;
27/30 – 30/30 e lode: conoscenza approfondita della materia ed elevata capacità espositiva,
di approfondimento e di rielaborazione.
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Lezione n°: 1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
la capacità di comprendere i problemi fondamentali che possono essere gestiti tramite sistemi di
supervisione diagnostica,
Organizzazione
Il corso è composto da 72 lezioni, ognuna delle quali richiede 2 ore da parte dello studente per
essere seguita
Ogni lezione è divisa in quattro sessioni (della durata di circa 30 minuti, la somma
delle quattro sessioni è sempre 2 ore). In genere, l’ultima sessione contiene
Le risposte possono essere caricate nell’ePortfolio per ottenere la soluzione e/o una
valutazione sommaria
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Lezione n°: 1/s1
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Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Nuclei tematici
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Lezione n°: 1/s1
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Attività n°: 1
Organizzazione
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Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
Macro tematiche Nuclei tematici Gruppi di lezioni
INTRODUZIONE I
SISTEMI DINAMICI A TEMPO CONTINUO I
SISTEMI LTI II
Nuclei tematici
Il corso è articolato su due macro blocchi tematici:
TEORIA DEI SISTEMI. In questa prima parte del corso, verranno introdotti le nozioni e gli
strumenti di base utili al fine di analizzare sistemi complessi, studiarne le proprietà strutturali
e modellarne il comportamento.
Nuclei tematici
La Teoria dei Sistemi è una branca della matematica applicata che si occupa dell’analisi dei
sistemi complessi e delle loro proprietà. Gli argomenti trattati nel corso afferenti a questa
disciplina sono:
Modelli dinamici
Funzione di trasferimento
Risposta in frequenza
Nuclei tematici
La Teoria del Controllo si occupa della definizione di strategie atte a modificare il
comportamento di un sistema attraverso la manipolazione dei segnali in ingresso. Gli argomenti
trattati nel corso afferenti a questa disciplina sono:
Controllori PID
Controllo digitale
Nuclei tematici
INTRODUZIONE (Lezioni 1-8)
Saranno inoltre introdotti degli strumenti di calcolo utili per la simulazione e l’analisi
dell’evoluzione dei sistemi di cui ci occuperemo
Infine, verrà studiata una classe molto generale di sistemi, gli oscillatori, che saranno
poi ripresi più avanti nel corso
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Lezione n°: 1/s1
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Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI LINEARI A TEMPO CONTINUO (Lezioni 9-16)
Per questa classe di sistemi verranno introdotti degli strumenti di analisi che saranno
poi generalizzati ad altre classi di sistemi più avanti nel corso
Infine, sarà introdotto uno strumento matematico molto utile nell’analisi dei sistemi a
tempo continuo: la trasformata di Laplace
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Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO (Lezioni 17-24)
Saranno introdotti ulteriori strumenti per l’analisi dei sistemi con particolare attenzione
alla proprietà di stabilità asintotica e a quei parametri che influenzano le prestazioni del
sistema
Verranno inoltre presentati degli utili strumenti grafici per semplificare l’analisi dei
sistemi
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Lezione n°: 1/s1
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Attività n°: 1
Nuclei tematici
RISPOSTA IN FREQUENZA (Lezioni 25-32)
L’analisi dei sistemi, in questo gruppo di lezioni, sarà effettuata nel dominio della
frequenza e non del tempo
Saranno infine introdotti due strumenti grafici (i diagrammi cartesiani e polari) utili a
tracciare il comportamento qualitativo della risposta di sistemi dinamici
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Lezione n°: 1/s1
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Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI A TEMPO DISCRETO (Lezioni 33-40)
I concetti introdotti e i risultati derivati nelle lezioni 1-32 per i sistemi a tempo continuo
saranno discussi nel contesto di sistemi a tempo discreto
In particolare, si mostrerà come la trattazione fatta nel dominio continuo può esser
facilmente estesa al dominio discreto
A tal proposito, si introdurrà uno strumento matematico (la trasformata Zeta) che, nel
tempo discreto, ha la stessa funzione della trasformata di Laplace a tempo continuo
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Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO (Lezioni 41-48)
Questo gruppo di lezioni è il primo afferente al secondo macro nucleo tematico affrontato
nel corso: la teoria del controllo
Nuclei tematici
SINTESI DI SISTEMI DI CONTROLLO (Lezioni 49-56)
Saranno inoltre introdotti strumenti per la verifica del raggiungimento delle prestazioni
desiderate dal sistema controllato
In questo contesto, saranno discussi problemi tipici della teoria del controllo come la
reiezione dei disturbi, la regolazione dell’errore e il controllo robusto
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Lezione n°: 1/s1
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO DIGITALE (Lezioni 57-64)
Nuclei tematici
SISTEMI DI CONTROLLO AVANZATI (Lezioni 65-72)
Saranno introdotte nozioni avanzate con il duplice obiettivo di fornire una panoramica
sugli argomenti trattati in corsi avanzati di teoria del controllo e mostrare come gli
strumenti di analisi introdotti possano esser generalizzati ai casi più complicati
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Lezione n°: 1/s2
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Materiale didattico
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Lezione n°: 1/s2
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Bibliografia
Tutto il materiale reso disponibile si intende necessario ai fini del superamento dell’esame. Il
materiale messo a disposizione dello studente è da considerarsi auto-contenuto, al suo interno
sono infatti trattati tutti gli argomenti che possono essere chiesti in sede di esame.
Per completezza, tuttavia, si riportano i testi dai quali il materiale è stato tratto: lo studente
interessato ad approfondire e/o che preferisce affrontare lo studio in maniera indipendente è
invitato a prenderne visione.
Salvatore Monaco: «Sistemi Lineari. Elementi di analisi», II edizione. Esculapio. ISBN: 978-
88-748-8469-8
Bibliografia
Bibliografia
Bibliografia
Salvatore Monaco: «Sistemi Lineari. Elementi di analisi», II edizione. Esculapio. ISBN: 978-88-
748-8469-8
Bibliografia
Alberto Isidori: «Sistemi di Controllo, II edizione». Siderrea.
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Introduzione all’automatica
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Lezione n°: 1/s3
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Introduzione all’Automatica
Introduzione all’Automatica
I maggiori contributi a questa disciplina sono dovuti alla teoria dei sistemi e alla teoria del
controllo.
La Teoria dei Sistemi si occupa dello studio di sistemi complessi e, in particolare, della
loro modellazione e analisi.
Introduzione all’Automatica
sfrutta metodologie proprie della teoria dei sistemi per ottenere un modello di un
sistema e studiarne le proprietà (stabilità, controllabilità, prestazioni)
Ingegneria dell’Automazione
Ingegneria dell’Automazione
Scelta della strumentazione di misura, degli attuatori, dei componenti della rete di
comunicazione, della modalità di controllo e di conduzione dell’impianto
Gestione del sistema controllato, dei singoli sottosistemi, della manutenzione ordinaria,
delle emergenze
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Lezione n°: 1/s3
Titolo: Presentazione del corso
Attività n°: 1
Ingegneria dell’Automazione
Le professionalità richieste nel settore dell’Ingegneria dell’Automazione comprendono
Conduttore di impianto
Ingegnere di processo
Ingegneria dell’Automazione
Esempi:
Settore del trasporto: progettazione e sviluppo di veicoli e algoritmi per la guida autonoma
e/o per l’assistenza ai piloti
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Con analisi si intende la «Scomposizione di un tutto, concreto o astratto, nelle parti che lo
costituiscono, soprattutto a scopo di studio». L’analisi può essere
Con sistema si intende «qualsiasi oggetto di studio che, pur essendo costituito da diversi
elementi reciprocamente interconnessi e interagenti tra loro o con l’ambiente esterno, reagisce o
evolve come un tutto, con proprie leggi generali»
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Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Cenni storici
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Per queste ed altre ragioni, l’approccio sistemistico è stato presto adottato nel campo
dell’ingegneria.
Lo studio del comportamento dei singoli componenti e del sistema globale in assenza di
stimoli esterni o in presenza di particolari ingressi
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Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Risulta chiaro che un aspetto di fondamentale importanza è proprio quello della modellazione di
un sistema.
Con modellazione, si intende «lo studio di fenomeni considerati nei loro aspetti essenziali, in
modo da consentirne la traduzione in termini matematici; è così possibile, tramite lo stabilirsi di
relazioni causa-effetto, descrivere il comportamento di sistemi anche molto complessi in risposta
a perturbazioni di varia natura»
In riferimento alla seconda parte del corso che si concentra sulla teoria del controllo, la
disponibilità di un modello matematico di un sistema è fondamentale per l’identificazione delle
grandezze su cui agire in modo da ottenere il comportamento voluto.
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Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi lineari
Una parte fondamentale della teoria dei sistemi riguarda i sistemi lineari e in particolare i sistemi
a tempo invariante.
Per i sistemi lineari si ha che vale il principio di sovrapposizione degli effetti ovvero «ogni
qualvolta un certo effetto dipende linearmente da più cause tra loro indipendenti, esso risulta
come somma degli effetti singolarmente prodotti da ciascuna causa.»
L’interesse verso questi sistemi è dovuto quindi alla possibilità di studiare il comportamento dei
sottosistemi che lo compongono al fine di derivare il comportamento complessivo come la somma
delle parti
Un secondo motivo per cui i sistemi lineari sono di particolare interesse è che possono essere
usati per descrivere una grande varietà di processi. Inoltre, è possibile usare sistemi lineari per
descrivere – in modo approssimato – anche sistemi più complessi.
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Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Definizioni di base
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi ed elementi
già presenti in natura: le interazioni sono in genere quelle che si stabiliscono naturalmente
per proprietà legate a fenomeni fisici, chimici, etc.
realizzati dall’uomo: le interazioni sono quelle che devono essere attivate affinché il sistema
possa raggiungere le finalità desiderate.
Un elemento ed una interazione è parte del sistema se e solo se concorre alla sua finalità.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Classificazione
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Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Evoluzione e attuatori
Gli attuatori sono attivati secondo opportune modalità di intervento applicate da operatori
esperti del comportamento del sistema da controllare oppure ottenute da dispositivi di
elaborazione programmati per rendere operative le modalità di controllo prescelte.
Le modalità di intervento hanno come scopo quello di provocare l’evoluzione degli elementi, e
quindi del sistema, a cui sono applicate. Le modalità di intervento trasmettono, attraverso
opportune azioni di intervento, l’energia necessaria per l’evoluzione degli elementi, e quindi del
sistema, a cui sono applicate.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Gli apparati, che una volta aggregati presentano una propria identità funzionale,
costituiscono un sottosistema.
I sistemi complessi possono quindi esser studiati sfruttando questa struttura gerarchica.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
In termini molto generici, la finalità dominante è quella di progettare modalità di controllo che
consentano di ottimizzare il comportamento del sistema controllato complesso.
In base alla conoscenza della struttura fisica del sistema da controllare complesso e delle finalità
che devono essere raggiunte sono fissate le modalità di gestione e le condizioni operative
che dovranno essere imposte al sistema controllato.
È così possibile individuare il valore delle variabili di comando per mezzo delle quali sono attivate
le modalità di controllo dei singoli apparati.
In funzione del valore assegnato alle variabili di comando e delle modalità di controllo dei singoli
apparati vengono determinate le variabili di controllo.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Sistemi complessi
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Esempio di automazione
In questa lezione vedremo un esempio di automazione al fine di mettere in luce il significato di
funzionamento desiderato e gli elementi che compongono un architettura di controllo
Le finalità di un sistema controllato indicano gli obiettivi che devono essere raggiunti dalla
applicazione del sistema di controllo al sistema da controllare. Tali obiettivi si dividono in
Funzionalità, Specifiche e Prestazioni
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Segway
Il segway è un dispositivo di trasporto personale che sfrutta un'innovativa
Meccanica;
Elettronica;
Informatica.
Nell’esempio del Segway, le specifiche possono riguardare la velocità massima, il peso massimo
dell’operatore che può essere trasportato, etc:
Pesare meno di 40 kg
Le specifiche riguardano i risultati attesi a regime dal sistema controllato e dipendono dalla
modalità di intervento;
Le prestazioni riguardano il modo in cui sono raggiunti i risultati attesi nel transitorio. Le
prestazioni dipendono dalla modalità di controllo.
Sistema di controllo
Il segway è equipaggiato con
un motore elettrico in grado di imprimere una coppia alle due ruote motrici;
delle batterie in grado di erogare una quantità di corrente variabile al motore elettrico,
permettendo così di attuare l’azione di controllo;
Interfaccia uomo-macchina
Sul manubrio il segway riporta alcune informazioni aggregate che forniscono informazioni sulle
condizioni operative del segway:
Velocità;
Sistema controllato
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
La guida di un veicolo:
Il guidatore decide un percorso da seguire; In base alla posizione e velocità attuali del veicolo,
decide quali azioni implementare; Ad esempio potrà sterzare, accelerare, frenare etc.
La gestione di un patrimonio:
Riferimento. Nel caso della regolazione della temperatura, il riferimento era la temperatura desiderata; nel
secondo esempio, la traiettoria (non solo il percorso!) decisa dal guidatore; nel terzo esempio, l’obiettivo da
raggiungere (ad esempio l’accumulo di una somma di denaro entro un certo periodo)
Sensori. Nel primo esempio la presenza e funzione dei sensori era esplicita. Nel caso del guidatore, è
necessario monitorare l’ambiente circostante per non finire fuori strada o non superare i limiti di velocità: in
questo caso quindi gli occhi fungono da sensore. (Domanda: e nel terzo esempio?)
Attuatori. Gli attuatori sono quei dispositivi che permettono di implementare le azioni: nel caso della guida
possono quindi essere i piedi sui pedali o le mani sul volante. Nel caso della gestione del patrimonio
possono essere, ad esempio, strumenti finanziari che automaticamente mettono da parte le cifre stabilite.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s1
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Unità decisionale. Sulla base dei dati raccolti dai sensori (se presenti) e del riferimento,
un’unità decisionale decide quali sono le azioni di controllo da implementare. Tale decisione può
esser presa sulla base di una equazione precisa: ad esempio se la differenza tra la temperatura
desiderata e attuale è maggiore di 10°, aumentare al massimo il gettito di aria (fredda o calda);
se compresa tra 10° e 3° usare metà della potenza disponibile; se minore di 3° usare il minimo
della potenza disponibile.
Nel caso del guidatore, l’unità decisionale è il cervello: in base agli stimoli esterni l’uomo decide
quali azioni fare. Nel terzo caso invece la situazione è un po’ diversa: la strategia di controllo
viene stabilita sulla base degli obiettivi e dello stato attuale del conto: eventuali errori nella
strategia o presenza di disturbi (come ad esempio un prelievo inatteso) non vengono gestiti.
Gradi di libertà
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Problemi e di Controllo
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Affinché un problema di controllo possa avere soluzione, è necessario che le variabili di processo
in funzione delle quali è espresso il comportamento desiderato siano legate alle variabili di
controllo
Legami interni ed esterni al processo (il comportamento di una variabile di interesse può
dipendere da altre variabili non di interesse)
Problemi di controllo
Dato che le variabili di interesse possono dipendere da fattori diversi dalle variabili di controllo e,
talvolta, non prevedibili, risulta chiaro che i problemi di controllo possono esser caratterizzati da
un certo grado di incertezza. Alcuni fattori che contribuiscono a tale incertezza sono:
Una non accurata conoscenza del processo da controllare (per sistemi complessi, quali
impianti industriali, può esser complesso conoscere esattamente il comportamento di tutti i
componenti ed estrapolare quali sono precisamente le variabili su cui dover agire)
Quando il comportamento del processo da controllare e dei fenomeni ad esso legati è del tutto
simile al comportamento immaginato, si dice che il processo (o anche una variabile) si trova in
condizioni nominali. Viceversa, si parla di condizioni perturbate.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Problemi di controllo
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
In altre parole, si vuole avere una descrizione formale dei vari elementi in gioco e delle
relazioni che sussistono tra di essi. La branca della matematica che si occupa di definire una
rappresentazione formale di un sistema è detta Teoria dei Sistemi
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Risulta quindi evidente l’importanza che la teoria dei sistemi riveste nei problemi di controllo
Si noti che una fedele rappresentazione del sistema consente di implementare algoritmi di
controllo efficaci
A partire dai modelli matematici dei vari sistemi, è necessario rappresentare le relazioni che
sussistono tra essi. Queste relazioni possono esser descritte tramite sistemi di equazioni
algebriche, differenziali o alle differenze
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Aspetti realizzativi
Sulla base di quanto detto, i passi necessari per definire e risolvere un problema di controllo sono
i seguenti:
Descrizione in termini matematici del funzionamento desiderato, del processo da controllare
e di tutti gli elementi del sistema di controllo
Definizione del modello matematico del controllore
Realizzazione del controllore
Nel corso delle lezioni vedremo che esistono alcune classi standard di controllori e se ne
descriveranno vantaggi e svantaggi
È importante sottolineare che nella definizione dell’architettura di controllo diversi sono gli aspetti
da prendere in considerazione. Per quanto riguarda la sintesi di un controllore è necessario
disporre di
Un modello del processo
Un modello della strumentazione
Una descrizione formale del funzionamento desiderato
Informazioni sufficientemente dettagliate delle variabili e dei parametri in gioco
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Uno strumento utile in tal senso è rappresentato dalla possibilità di simulare il comportamento di
un sistema attraverso un modello computazionale
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Sistemi di controllo
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Specifiche
Per poter valutare l’efficacia dell’azione di controllo si definisce il segnale di errore come
𝑒𝑒𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 ≔ 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 − 𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
In fase di progettazione è necessario tener conto di diversi aspetti quali: la presenza di disturbi,
errori di modellazione, errori di misura
Nel seguito vedremo due strutture di controllo base: ad anello aperto e ad anello chiuso.
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Errori di misura
In aggiunta a questi aspetti, è necessario tener conto che l’implementazione di qualsiasi azione è
soggetta ad errore (dovuta ad esempio a fenomeni meccanici non modellati) e che lo stesso
discorso vale per il processo di misura di un segnale. In altre parole:
Per poter reagire prontamente a fenomeni inaspettati è necessario poter misurare alcuni
aspetti del processo
Si deve tener conto che le informazioni ottenute in questo modo sono soggette ad errori
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Attuatori e trasduttori
Per poter misurare l’andamento o il valore delle variabili del processo o, in generale, di segnali, è
necessario utilizzare dei dispositivi di misura. Tali dispositivi sono detti trasduttori (o sensori,
anche se il significato non è equivalente) e consentono di trasformare una grandezza fisica in
un’altra.
Uno schema di controllo in anello chiuso che tiene conto di tutti questi aspetti è rappresentato
nella figura che segue.
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Lezione n°: 2/s2
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
INTRODUZIONE
Domande di verifica
Quali differenze ci sono tra i sistemi aperti e chiusi?
Descrivere la struttura gerarchica di un sistema complesso e specificare in che modo tale struttura impatta la
progettazione delle modalità di controllo.
Discutere le differenze che ci sono tra uno schema di controllo a catena aperte ed uno a catena chiusa
Quali sono le informazioni disponibili per il controllore in uno schema di controllo ad anello aperto?
Quali sono le informazioni disponibili per il controllore in uno schema di controllo ad anello chiuso
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 2/s3
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Domande di verifica
In che modo è possibile tener in considerazione l’effetto di un disturbo sul processo noto e
costante? Disegnare lo schema a blocchi del relativo sistema di controllo
Quali sono i gradi di libertà dell’ingegnere dell’automazione? Cosa viene specificato dal
committente e quali elementi sono invece assegnati in genere?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Variabili di un sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Un sistema è un insieme di elementi interconnessi che può interagire (sistema aperto) o meno
(sistema chiuso) con l’esterno. Tali elementi possono esser a loro volta studiati come sistemi.
Dato un sistema, è possibile identificare un insieme di grandezze – dette variabili del sistema –
che variano nel tempo. La variabile tempo, indicata con 𝑡𝑡, è una varabile indipendente e si
assume che il campo di escursione (i valori che può assumere) sia l’insieme dei numeri reali.
Con il termine segnale, si intende una funzione che descrive l’andamento del tempo di una data
variabile
Una variabile indipendente non è funzione di altre variabili. Quando sussistono relazioni tra
diverse variabili si parla di variabili dipendenti. Si consideri un sistema in movimento:
l’andamento temporale della variabile posizione dipende dall’andamento della variabile velocità
che a sua volta dipende dall’accelerazione.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Una variabile su cui è possibile agire – ossia è possibile modificarne l’andamento temporale – si definisce variabile
manipolabile. Le variabili non manipolabili sono associate a fenomeni casuali (non prevedibili e quindi non
controllabili) oppure ad elementi il cui andamento temporale risulta esser fissato a priori o anche modificabile ad arbitrio
da un entità esterna.
Le cause con le variabili di ingresso (associabili ad un’immissione o sottrazione di energia dal sistema)
In altre parole, tra le variabili di ingresso e di uscita esiste un nesso causale: l’andamento delle variabili di uscita descrive
l’effetto che le variabili di ingresso (e i disturbi) hanno sul sistema.
Disturbi
Disturbi prevedibili quelli di cui si conosce l’origine, il campo di escursione e a volte anche
l’andamento
ricollegabili alle interazioni tra le variabili di forzamento non previste nel modello del sistema
In alcuni sistemi, l’evoluzione è dovuta essenzialmente alle azioni di intervento, in altri quasi
esclusivamente ai disturbi. In genere, l’evoluzione è dovuta alla azione combinata delle azioni di
intervento e dei disturbi
In molti sistemi le azioni di intervento sono collegate alle interazioni dominanti e i disturbi alle
interazioni secondarie
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Esempio 1
Si consideri il circuito in figura. Come variabile di ingresso risulta immediato identificare la
tensione del generatore i.e. 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
Supponendo che sia di interesse la tensione sui morsetti della resistenza 𝑅𝑅2 è possibile individuare
la relazione di causa-effetto che sussiste tra la tensione in ingresso e la tensione di uscita
L’espressione della tensione di interesse è 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 − 𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡
In base alla legge di Ohm si ha che 𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅1 𝑖𝑖 𝑡𝑡 e 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅2 𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑅𝑅2
Sostituendo tale espressione nella prima equazione si ha 𝑣𝑣𝑅𝑅2 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑅𝑅1 +𝑅𝑅2
Con calcoli analoghi si arriva all’espressione
della tensione sulla resistenza 𝑅𝑅1 : 𝑣𝑣𝑅𝑅1
𝑅𝑅1 + −
𝑣𝑣𝑅𝑅1 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣 𝑡𝑡
𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑖𝑖 𝑡𝑡 +
+
In questo esempio, dunque, l’andamento delle variabili di interesse 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 𝑣𝑣𝑅𝑅2
−
(𝑣𝑣𝑅𝑅1 /𝑣𝑣𝑅𝑅2 ) è funzione solamente della variabile di ingresso 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 −
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Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Esempio 2
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
Per caratterizzare l’andamento delle variabili di un sistema è necessario introdurre un ulteriore
insieme di variabili in grado di catturare lo stato interno del sistema
Più avanti nel corso vedremo uno strumento matematico che consente di risolvere equazioni
algebriche invece di sistemi di equazioni differenziali. Le soluzioni di tale equazione specificano
l’evoluzione interna del sistema e sono dette traiettorie interne o moti dello stato.
Variabili di stato
La necessità di dover definire delle variabili di stato è dovuta alla presenza di elementi e/o
fenomeni dinamici (o con memoria) a cui sono associati accumuli di energia, quantità di moto o
massa.
Per quanto riguarda i sistemi meccanici, è opportuno concentrarsi sugli accumuli di energia
cinetica e potenziale e quantità di moto e, quindi, una scelta opportuna delle variabili di stato è
rappresentata dalle posizioni e velocità degli elementi responsabili di tali accumuli.
Abbiamo visto che in un circuito RC è opportuno scegliere come variabile di stato la tensione ai
morsetti del condensatore: l’energia elettrica, infatti, dipende dalla carica accumulata in essi.
Analogamente, in presenza di induttori è opportuno scegliere come variabile di stato la corrente
che li attraversa in quanto da essa dipende l’energia magnetica immagazzinata.
Nel prossimo esempio vedremo come derivare una rappresentazione con lo spazio di stato in
presenza di più elementi dinamici
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Circuito RLC
Si consideri il circuito RLC in figura. Gli elementi Circuito RLC
𝑣𝑣𝑅𝑅 𝑣𝑣𝐿𝐿 −
dinamici presenti nel sistema sono + − +
𝑖𝑖 𝑡𝑡 +
L’induttore: responsabile per l’accumulo di 𝐿𝐿
+ 𝐶𝐶
energia magnetica del circuito 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
− 𝑣𝑣𝐶𝐶
Il condensatore: responsabile per l’accumulo −
dell’energia elettrica del circuito
Circuito RLC
Con 𝑥𝑥1 = 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 , 𝑥𝑥2 𝑡𝑡 = 𝑖𝑖 𝑡𝑡 la precedente espressione può esser riscritta come
𝑢𝑢 = 𝑅𝑅𝑥𝑥2 + 𝐿𝐿𝑥𝑥̇ 2 + 𝑥𝑥1
Essendo
1 1
𝑥𝑥1 = 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 ⇒ 𝑥𝑥̇ 1 = 𝑣𝑣̇ 𝐶𝐶 𝑡𝑡 = 𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥2
𝐶𝐶 𝐶𝐶
1
𝑥𝑥̇ 2 = 𝑢𝑢 − 𝑅𝑅𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1
𝐿𝐿
1 1
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥 0 0
� 𝐶𝐶 2 ⇒ 𝑥𝑥̇ = 𝐶𝐶 𝑥𝑥 + 1 𝑢𝑢
1 1 𝑅𝑅
𝑥𝑥̇ 2 = 𝑢𝑢 − 𝑅𝑅2 𝑥𝑥2 − 𝑥𝑥1 − − 𝐿𝐿
𝐿𝐿 𝐿𝐿 𝐿𝐿
Il sistema è quindi di ordine 2: l’andamento delle variabili del sistema dipendono dall’accumulo di
energia elettrica e magnetica nel circuito.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
I commenti fatti sulla scelta delle variabili di stato non ha validità generale:
Rappresentano un’indicazione: con tali scelte le equazioni di stato possono esser scritte
rapidamente e possono esser messe in diretta relazione con i fenomeni fisici
Il numero delle variabili di stato non dipende dal numero di elementi dinamici né dal
numero di fenomeni di accumulo di energia. A seconda del livello di dettaglio che si
sceglie per descrivere il sistema (i.e. delle dinamiche che si vogliono prendere in
considerazione) lo stesso sistema fisico può esser descritto da rappresentazioni nello spazio
di stato di ordine diverso.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Variabili di stato
A titolo di esempio, il comportamento di un circuito elettrico dipende anche dalla temperatura dei
componenti: per poter determinare l’andamento temporale delle variabili sarebbe necessario
avere memoria dell’andamento della temperatura del circuito e/o dei singoli elementi.
Per semplificare il modello, si può assumere a priori che la temperatura del circuito rimane entro
centro valori standard tali per cui il suo effetto sulle dinamiche del circuito è trascurabile. Tale
condizione operativa è detta punto di lavoro: quando ci si discosta da tali valori il modello
derivato non sarà più accurato e si commetterà un errore tanto maggiore quanto le condizioni
operative si allontanano dal punto di lavoro assunto. Queste problematiche verranno affrontate
in modo più dettagliato più avanti nel corso.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Le variabili di uscita dagli attuatori sono dette variabili di forzamento e rappresentano l’entità
dell’energia trasferita tramite l’attuatore dalla sorgente principale all’elemento da controllare per
ottenerne l’evoluzione. Le variabili di forzamento sono anche variabili di ingresso del sistema da
controllare.
Rumore di
misura
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Criteri di classificazione
I sistemi dinamici descritti dalle equazioni nello spazio di stato
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Possono esser classificati in base a diversi criteri:
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
si parla di sistemi a tempo invariante (o di sistemi stazionari). Per questa classe di
problemi il l’andamento temporale dello stato e dell’uscita non dipende dall’istante di applicazione
del segnale di ingresso e, quindi, si può fissare arbitrariamente 𝑡𝑡0 (tipicamente 𝑡𝑡0 = 0)
Nel caso generale in cui le funzioni di trasformazione dipendono esplicitamente dal tempo, si
parla di sistemi a tempo variante. Per questa classe di problemi la stessa sollecitazione
applicata in due istanti temporali diversi può generare due risposte differenti del sistema in
quanto il legame ingresso-uscita dipende dal tempo.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Nel caso generale in cui almeno una delle due funzioni di trasformazione non gode di tale
proprietà, si parla di sistemi non lineari.
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Ossia sistemi la cui dinamica è lineare nella variabile di controllo ma non in quella di stato.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Nello studio dei sistemi dinamici le proprietà di linearità e stazionarietà sono particolarmente utili
in quanto ne semplificano l’analisi. Sistemi che sono al tempo stesso lineari e stazionari sono detti
sistemi LTI (dall’inglese Linear Time-Invariant) e possono esser descritti nel seguente modo
i.e. le funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita sono lineari e a coefficienti costanti.
Le semplificazioni che i sistemi LTI consentono di applicare nello studio di sistemi dinamici fanno
si che anche in presenza di sistemi a tempo variante e/o non lineari si cerca di ricondursi in tale
forma.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Ricondursi ad un sistema LTI a partire da sistemi a tempo variante e/o non lineari implica
Considerare costanti alcuni parametri che in realtà variano nel tempo (ad esempio la
costante elastica di una molla può variare con il tempo) – ad esempio se si analizza un
sistema per un breve intervallo di tempo è lecito assumere che alcuni parametri restano
costanti
Ritardo di tempo
La rappresentazione con lo spazio di stato introdotta non consente di modellare una classe di
sistemi che si possono incontrare in applicazioni ingegneristiche.
Si noti che l’uscita del sistema, per 𝑡𝑡 ≤ 𝜏𝜏 non è definita. In assenza di ritardi, per
ovviare a questa situazione si era definito un vettore di 𝑛𝑛 componenti 𝑥𝑥0 per
caratterizzare lo stato del sistema per 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0 . In questo caso sarebbe invece necessario
definire una nuova funzione per caratterizzare il comportamento del sistema prima che
questo reagisca all’input.
Si noti anche che il ritardo nella risposta è una caratteristica della maggior parte dei
sistemi dinamici in cui non è possibile assumere una risposta istantanea agli stimoli
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Qualitativa (ad esempio: al di sopra della norma, nella media, sopra la norma)
Quando si sceglie una rappresentazione si deve scegliere anche il campo di escursione ossia
l’insieme di valori che la variabile può assumere nella rappresentazione scelta.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
4
0111
norma norma norma Valore della variabile al tempo 𝑡𝑡 ∗
Sotto Nella Sopra
Positivo
variabile al tempo
0110
Valore della
Valori reali
𝑡𝑡 0100 Analogica: 2,3
𝑡𝑡 ∗ 0011
0010 Negativo Logica: positivo
0001
0000 Digitale: 0110
−4
Qualitativa: sopra la media
Valori non rappresentabili
(al di fuori del campo di escursione)
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 3/s1
Titolo: Rappresentazione nello spazio di stato
Attività n°: 1
Le variabili espresse in forma logica binaria, ossia come vero o falso oppure on/off, sono
in grado di descrivere il comportamento di un sistema a stati finiti ovvero la sequenza delle
decisioni che condizionano l’applicazione di un evento e quindi l’evoluzione di un sistema.
In un sistema di tipo continuo, in cui sono previste limitate escursioni nell’intorno di una
condizione di equilibrio, la rappresentazione delle variabili in forma qualitativa è più
immediata ed efficace di una rappresentazione analogica e/o decimale.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Videolezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Video lezione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Cosa rappresentano le variabili di un sistema?
Nella rappresentazione nello spazio di stato, il legame funzionale causa-effetto è descritto da quali
funzioni?
Descrivere quali sono le linee guida per la scelta delle variabili di stato per
Circuiti elettrici
Sistemi meccanici
Sotto quali condizioni è possibile approssimare un sistema a tempo variante con un sistema
stazionario?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esercizi
Esercizio #1. Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del circuito RL in figura #1
Esercizio #2 Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del sistema in Figura #2
Esercizio #3. Determinare una rappresentazione nello spazio di stato del sistema in Figura #3
Figura #1. Circuito RL Figura #2. Sistema Massa–Molla Figura #3. Sistema Massa–Molla–
Smorzatore
𝑣
+ −
+
𝐹 𝐹
𝑖 𝑡
+ 𝐹 𝐹
𝑣 𝑡 𝑣 𝐿 𝑀 𝑀
−
𝑥 𝑥 𝐴
−
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Concetto di equilibrio
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Un sistema in uno stato di equilibrio, quindi, permane in tale stato indefinitamente purché le
sollecitazioni a cui sia sottoposto rimangono costanti.
Intuitivamente, esistono diversi tipi di equilibrio: si consideri un sistema in uno stato di equilibrio
𝑥𝑥𝑒𝑒 soggetto ad una perturbazione di lieve entità. Una caratteristica che tipicamente si vuole avere
è la capacità di tornare nello stato di equilibrio in presenza di perturbazioni.
Questo aspetto è dovuto al fatto che, in genere, gli stati di equilibrio sono associati a condizioni
operative desiderate in cui il comportamento del sistema coincide con il funzionamento
desiderato.
Risulta evidente che, dopo essersi assicurati che il valore delle variabili di interesse sia quello
desiderato, si vuole che anche in presenza di perturbazioni tali valori siano mantenuti (o, più in
generale, che il sistema reagisca alle perturbazioni e dopo un certo intervallo di tempo torni nelle
condizioni desiderate).
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri un corpo puntiforme su una superficie in assenza di in forzamento e soggetto alla
forza di gravità. Le seguenti considerazioni risultano ovvie:
Nel caso 5 il sistema è soggetto ad un ingresso non costante (la forza di reazione del piano
non bilancia la forza di gravità) e il corpo tenderà a scivolare verso il punto 4 - i.e.
cambierà stato.
Per quanto riguarda il caso 1 , se il corpo è fermo e non agiscono altre forze oltre alla forza
di gravità e di reazione del piano (ovvero se gli ingressi rimangono costanti), il corpo rimarrà
indefinitamente nel suo stato. Per quanto riguarda i casi 2 e 3 e 4 valgono le stesse
considerazioni. Tuttavia, esistono delle differenze.
𝑔𝑔
1 5
3
2
4
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Nel caso 3 , in presenza di perturbazioni minime il corpo tenderà a muoversi verso il
punto 2 o 4 .
Se il corpo si trova nel punto 4 avrà maggiori probabilità di ritornarci una volta
esaurite eventuali perturbazioni rispetto al punto 2 e, in particolare, l’entità massima
della perturbazione per cui una volta nel punto 4 il corpo vi ritorni è sicuramente
maggiore di quella per cui il corpo, una volta nel punto 2 vi rimanga
Queste considerazioni mettono in luce il fatto che esistono diverse tipologie di stati di equilibrio.
Intuitivamente, si può affermare che alcuni punti di equilibrio godono di una maggiore resilienza
rispetto alle perturbazioni.
𝑔𝑔
1 5
3
2
4
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri un corpo puntiforme che si muove su una superficie piana di moto uniformemente
accelerato. Come noto le equazioni che ne governano il moto sono:
1
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥0 + 𝑣𝑣0 𝑡𝑡 + 𝑎𝑎𝑡𝑡 2 𝑥𝑥1
2 𝑥𝑥 𝑥𝑥̇ = 𝑥𝑥2
. Ponendo 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 = si ottiene � 1
𝑣𝑣 𝑡𝑡 = 𝑣𝑣0 + 𝑎𝑎𝑎𝑎 2 𝑣𝑣 𝑥𝑥̇ 2 = 𝑎𝑎
𝑎𝑎 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎
Gli stati di equilibrio si ottengono risolvendo il sistema
𝑥𝑥̇ = 0 = 𝑥𝑥2
� 1
𝑥𝑥̇ 2 = 0 = 𝑎𝑎
Ovvero si arriva al risultato intuitivo per cui il corpo si trova in uno stato di equilibrio se e solo se
non è soggetto ad accelerazione, indipendentemente dal valore della posizione:
qualsiasi
𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
𝑥𝑥
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Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri il sistema massa-molla in figura. In assenza di forzamento e di
forze di attrito il sistema è descritto dall’equazione
𝑀𝑀𝑥𝑥̈ = 𝑃𝑃 − 𝐹𝐹𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑀𝑀𝑀𝑀 − 𝑘𝑘𝑘𝑘 𝐾𝐾
Come abbiamo già visto, una scelta opportune delle variabili di stato per i
sistemi meccanici sono le posizioni e le velocità dei vari elementi. In questo 𝑀𝑀
caso conviene quindi scegliere come variabili di stato
𝑥𝑥1 = 𝑥𝑥
𝑃𝑃⃗
𝐹𝐹⃗
𝑥𝑥2 = 𝑥𝑥̇
da cui
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2
� 𝑘𝑘
𝑥𝑥̇ 2 = +𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1
𝑀𝑀
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Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Il punto di equilibrio si ottiene ponendo 𝑥𝑥̇ = 0:
𝑥𝑥2 = 0 𝐾𝐾
𝑓𝑓 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� = � 𝑘𝑘
+𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 = 0
𝑀𝑀
Dalla prima equazione si evince che, ovviamente, condizione necessaria 𝑀𝑀
per avere equilibrio è 𝑥𝑥2 = 0 ossia che la velocità angolare sia nulla.
𝑃𝑃⃗
Dalla seconda equazione si ricavano invece le condizioni affinché
𝐹𝐹⃗
l’accelerazione sia nulla:
𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑥𝑥1 =
𝐾𝐾
La condizione trovata corrisponde al bilanciamento della forza peso e elastica 𝐹𝐹⃗𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑃𝑃⃗: il valore
di 𝑥𝑥1 trovato rappresenta quindi l’estensione della molla in una condizione di equilibrio in cui le
due forze si bilanciano. Lo stato di equilibrio è quindi
𝑇𝑇
𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑥𝑥𝑒𝑒 = 0
𝐾𝐾
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Si consideri ora il caso in cui sia presente dell’attrito e si assuma che sia
direttamente proporzionale alla velocità con costante 𝑏𝑏.
Esempio
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2 𝑀𝑀
� 𝑘𝑘 𝑏𝑏 1
𝑥𝑥̇ 2 = +𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢
𝑀𝑀 𝑀𝑀 𝑀𝑀
𝑃𝑃⃗
Gli stati di equilibrio si ottengono come soluzione di 𝑥𝑥̇ = 0:
𝐹𝐹⃗
𝑥𝑥2 = 0
𝑓𝑓 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� = � 𝑘𝑘 𝑏𝑏
+𝑔𝑔 − 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢 = 0
𝑀𝑀 𝑀𝑀
qualsiasi
che esistono infiniti stati di equilibrio: 𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
qualsiasi
che esistono infiniti stati di equilibrio: 𝑥𝑥𝑒𝑒 =
0
�+𝑀𝑀𝑀𝑀
𝑢𝑢
Nel caso generale, per 𝑢𝑢 = 𝑢𝑢� costante, si ha 𝑥𝑥𝑒𝑒 = 𝐾𝐾
0
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
STABILITÀ
Stabilità dell’equilibrio
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esempio
Pendolo
forzato
𝜃𝜃 𝑙𝑙
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
𝑃𝑃⃗
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Concetto di stabilità
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Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se tutti i movimenti dello stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 che si generano da
stati iniziali 𝑥𝑥0 𝑖𝑖 sufficientemente vicini a 𝑥𝑥̅ rimangono in suo intorno i.e. se ∃𝛿𝛿, 𝜖𝜖 > 0: ∀𝑖𝑖
𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
lim 𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅
𝑡𝑡→∞
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Equilibrio stabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Eventi
Nei sistemi in cui gli elementi sono rappresentativi di una realtà fisica, gli eventi sono collegabili in modo diretto o
indiretto alla energia immessa o prelevata dal sistema. Nei sistemi in cui gli elementi non sono rappresentativi di
una realtà fisica (realtà virtuale), gli eventi sono per lo più costituiti da dati
Un sistema chiuso può presentare un’evoluzione solo se sottoposto ad eventi casuali. In un sistema aperto il
comportamento dinamico è sempre collegato ad un evento che può essere intenzionale o casuale
Le condizioni di funzionamento in cui si viene a trovare un sistema sono genericamente indicate come stato del
sistema. Gli eventi sono le cause che alterano lo stato del sistema e quindi provocano l’evoluzione
Come visto nei precedenti esempi, un sistema in una stato di equilibrio instabile può spostarsi da tale posizione in
presenza di una perturbazione. Una perturbazione, o un evento, è quindi in grado di modificare il comportamento
di un sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Un sistema stabile è in grado di tornare nel suo stato di equilibrio a seguito di tali eventi sotto
certe ipotesi. Intuitivamente, esistono diversi tipi di stabilità a seconda di quanto deve essere
intensa una perturbazione affinché il sistema si sposti dal suo stato di equilibrio
Inoltre, la stabilità può esser analizzata in funzione del tempo in base a quanto ci mette un
sistema per tornare nel suo stato di equilibrio a seguito di una perturbazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s1
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Gli eventi intenzionali e predeterminati, in grado di provocare una significativa evoluzione forzata,
sono indicati come azioni di intervento. Le azioni di intervento sono in genere strettamente
collegate alle finalità che devono essere raggiunte dal sistema a seguito della loro applicazione.
Per raggiungere le finalità desiderate i sistemi devono essere posti in condizione di funzionamento
ben definite e devono rimanere in tali condizioni per intervalli di tempo prestabiliti. Ognuna di tale
condizione di funzionamento corrisponde ad uno stato.
Il passaggio da uno stato ad un altro avviene a seguito di una azione di intervento, ossia di un
evento intenzionale.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s2
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Esercizio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 4/s2
Titolo: Concetto di equilibrio
Attività n°: 1
Esercizio
Si consideri un ecosistema in cui convivono solo due specie animali: prede e predatori. Si assuma
che
la variazione della popolazione delle prede sia pari al numero di individui della popolazione
per un fattore che dipende dalla differenza del numero di nascite meno il numero di morti
La variazione della popolazione dei predatori sia pari al numero di individui della popolazione
per un fattore che dipende dalla differenza tra le nascite e le morti
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
CONCETTO DI EQUILIBRIO
Domande aperte
Dare la definizione di stato e uscita di equilibrio.
Scrivere l’equazione dinamica di un sistema per cui, a seconda del valore dell’ingresso di
controllo, o si hanno infiniti stati di equilibrio oppure non se ne ha nessuno.
Si consideri un sistema caratterizzato da due stati di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 1 e 𝑥𝑥𝑒𝑒2 . Si assuma che il sistema,
una volta nello stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒2 sia in grado di rimanerci in presenza di perturbazioni di
entità arbitraria. Ipotizzare qualitativamente l’andamento dello stato nel caso in cui: 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥𝑒𝑒1 e
al tempo 𝑡𝑡1 > 𝑡𝑡0 il sistema sia soggetto ad una perturbazione.
Esercizi
Si consideri il modello matematico del sistema preda-predatore:
Esercizi
Figura #1.
Esercizio #1: Pendolo forzato
Si consideri il pendolo semplice (trascurare la forza 𝐹𝐹) in Figura #1
e si assuma che il corpo abbia massa 𝑀𝑀 e che la corda sia
inestensibile, di massa trascurabile e di lunghezza 𝑙𝑙. Determinare
una rappresentazione nello spazio di stato del sistema e
determinare tutti i punti di equilibrio del sistema
Esercizio #2: 𝜃𝜃 𝑙𝑙
Risolvere l’Esercizio #1 prendendo in considerazione una forza di
attrito viscoso proporzionale alla velocità angolare del pendolo di
intensità 𝑘𝑘
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
Esercizio #3:
Risolvere l’Esercizio #1 prendendo in considerazione una forza di 𝑃𝑃⃗
attrito viscoso proporzionale alla velocità angolare del pendolo di
intensità 𝑘𝑘 e un forzamento.
Esercizio #4:
Commentare le proprietà dei punti di equilibrio trovati nei
precedenti punti
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Introduzione
MATLAB è un linguaggio di alto livello e un ambiente interattivo per il calcolo numerico, la
visualizzazione e la programmazione prodotto dalla Mathworks.
Introduzione
Caratteristiche chiave:
Interfaccia grafica
CURRENT FOLDER
COMMAND WINDOW
Qui si possono definire variabili e chiamare funzioni.
I comandi si inseriscono nella linea di comando, indicata da prompt >>
WORKSPACE
Qui si possono
vedere le variabili
definite e i rispettivi
valori
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
[VARIABLE] [ENVIRONMENT]
È possibile creare/ aprire/ salvare/ Consente di gestire
importare variabili Preferenze
Clear Workspace: consente di Aggiungere cartelle all’interno del
pulire le variabili e le funzioni quale MATLAB può cercare file
definite Cambiare l’aspetto dell’interfaccia
Save Workspace: consente di grafica
salvare le variabili definite e i
relativi valori
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Comandi
All'avvio di MATLAB, nella sezione di inserimento dei comandi (i.e. la Command Window), appare
il prompt “>>“ all’interno della quale eseguire i comandi. Vi sono due tipi di comandi:
Comandi
Notare che
Se un’espressione non termina con il punto e virgola il risultato della sua valutazione viene
mostrato anche sullo schermo.
E’ possibile richiamare comandi mediante le frecce direzionali, su linea vuota oppure dopo
aver specificato l’iniziale del comando.
Vettori
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Matrici
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
>> A = [1,2,3;4,5,6];
>> size(A)
ans =
2 3
>> A(3,3)
Index exceeds matrix dimensions.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Workspace
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Stringhe di caratteri
Una stringa di caratteri è una qualunque sequenza di caratteri racchiusa tra apici: si può
assegnare una stringa ad una variabile.
s=
Hello, World
Una variabile contenente una stringa è sempre un array in MATALB, la cui classe (o tipo di
dato) è char (abbreviazione di character).
Per tradurre valori numerici in stringhe è possibile avvalersi delle funzioni integrate di
MATLAB, quale ad esempio num2str.
Chiamare le funzioni
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Per disegnare z è prima necessario definire il set di punti (x,y) del dominio della funzione con
meshgrid (analogamente a come si definisce in due dimensioni il dominio della funzione con un
vettore riga); poi si definisce z in funzione di (x,y) e si usa la funzione surf.
Programmazione e script
L’esempio più semplice di programma MATLAB è detto script: uno script è un file con estensione
.m che contiene linee multiple e sequenziali di comandi e chiamate a funzione MATLAB.
Si può eseguire uno script digitando il suo nome nella linea di comando oppure posizionandosi su
di esso con il cursore del mouse all’interno della directory corrente e cliccando esegui (o “F9” da
tastiera).
Ogni volta che si scrive codice in MATLAB è buona pratica aggiungere commenti che descrivano il
codice: il simbolo che denota i commenti in MATLAB è il %.
All’interno di uno script è possibile eseguire cicli di codice avvalendosi delle espressioni
condizionali for, while, if e switch.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Programmazione e script
Affinché MATLAB possa eseguire uno script è necessario che esso si trovi nella directory corrente,
oppure all’interno del percorso di ricerca che è modificabile dall’utente.
Di default la directory di installazione di MATLAB è inserita nel percorso di ricerca: per utilizzare
programmi installati in altre directory e aggiungerle al percorso è sufficiente selezionare la cartella
di interesse, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare Add to Path.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Help e documentazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Documentazione completa
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s1
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Documentazione completa
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s2
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Approfondimento
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s2
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
Approfondimento
Consultare la documentazione relativa ai comandi e alle funzioni viste a lezione all’interno
dell’help del MATLAB (tasto “F1” oppure prima riga della finestra Help)
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 5/s3
Titolo: Matlab
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
MATLAB
Domande aperte
Che cos’è MATLAB e a cosa serve?
Quali sono le due tipologie di comandi principali che è possibile impartire in MATLAB?
Esercizi
Consultare la documentazione relativa ai comandi e alle funzioni viste a lezione all’interno
dell’help del MATLAB (tasto “F1” oppure prima riga della finestra Help).
𝜋𝜋 𝜋𝜋
Disegnare il grafico di tan 𝑥𝑥 nell’intervallo − ;
2 2
Creare la legenda
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Introduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Introduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Introduzione
Le sue caratteristiche fondamentali sono:
librerie predefinite per la modellazione di sistemi sia a tempo continuo sia a tempo discreto;
I modelli generati sono gerarchici: facendo doppio click su un blocco di livello superiore si
accede al blocco (o ai blocchi) di livello inferiore, fino ad arrivare al livello più basso.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
I risultati della simulazione possono essere sempre salvati, comunque, nello spazio di lavoro
MATLAB per un’analisi successiva.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Aprire SIMULINK
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Interfaccia grafica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Interfaccia grafica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Ottenere informazioni di riepilogo di un blocco Selezionare View > Show Block Descriptions e poi
selezionare il blocco corrispondente.
Ottenere informazioni dettagliate di un blocco Selezionare il blocco e poi Help > Help for the
Selected Block. L’Help browser si apre sulla pagina di
riferimento per il blocco selezionato.
Visualizzare i parametri di un blocco Tasto destro su un blocco, poi selezionare Block
parameters.
Copia un blocco dal Library Browser su di un modello Tastro sinistro, poi trascinare il blocco dal Library
Browser al Simulink Editor.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Il modello si costruisce quindi posizionando i blocchi all’interno del Simulink Editor, connettendoli
logicamente tra loro con le linee di segnale e impostando i parametri di simulazione per ciascuno
dei blocchi.
salvare il modello;
Model Browser
(esploratore di
modello)
Model Window
(finestra di modello)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: Fondamenti DI AUTOMATICA
Titolo: 6
Attività n°: SIMULINK
1
Documentazione ed esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s1
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Approfondimento
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s1
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
Approfondimento
Consultare la documentazione relativa ai blocchi presenti all’interno della libreria “Simulink –
Commonly Used Blocks”.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
Esempio
Creare un modello capace di calcolare l’integrale di un segnale sinusoidale e visualizzarne
l’andamento insieme al segnale stesso.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
drag & …
…&
drop
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 6/s2
Titolo: Simulink
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULINK
Domande di riepilogo
Che cos’è Simulink e quali funzionalità possiede?
Quali sono le librerie di blocchi standard del Simulink? Cosa è possibile fare se non esiste un
blocco adatto alla funzione che si vorrebbe eseguire?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Oscillatori liberi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Introduzione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
𝛼𝛼 4𝛽𝛽−𝛼𝛼2
Infatti, posto 𝑟𝑟1,2 = 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗 con 𝜎𝜎 = − e 𝜔𝜔 = si ha che
2 2
Nel terzo caso, la soluzione dell’equazione differenziale si può scrivere nella forma
𝛼𝛼
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙
𝑡𝑡
𝐴𝐴0 sin 𝜙𝜙
−𝐴𝐴0
𝛼𝛼
−𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Nel secondo caso, quando 𝛼𝛼 2 > 4𝛽𝛽 ossia quando la soluzione può essere espressa nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = −𝐾𝐾𝑒𝑒 −𝑟𝑟1𝑡𝑡 + 𝐾𝐾𝑒𝑒 −𝑟𝑟2𝑡𝑡 , si parla di sistema sovra-smorzato: il sistema non presenta oscillazioni
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Oscillatori forzati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Introduzione
Si consideri adesso il caso degli oscillatori forzati in
figura
𝜃𝜃 𝑙𝑙
Come abbiamo visto, questi sistemi possono esser descritti
da un equazione differenziale del secondo ordine nella
forma
𝐹𝐹⃗ 𝑀𝑀
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 𝑃𝑃⃗
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
1 𝐹𝐹𝐸𝐸𝐸𝐸
Nel caso del sistema massa molla smorzatore 𝛾𝛾 = 𝐹𝐹
𝑀𝑀 𝑘𝑘 𝑀𝑀
Nel caso dell’oscillatore 𝛾𝛾 =
1
𝑥𝑥 𝐴𝐴
𝑙𝑙𝑙𝑙
Oscillatori forzati
Si consideri l’equazione differenziale a coefficienti costanti del secondo ordine
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con
Nella precedente lezione abbiamo visto che la prima componente assume la forma
𝛼𝛼
𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 = 𝑐𝑐1 𝑒𝑒 −𝑟𝑟1𝑡𝑡 + 𝑐𝑐2 𝑒𝑒 −𝑟𝑟2𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙
𝛼𝛼2 >4𝛽𝛽 𝛼𝛼2 <4𝛽𝛽
Oscillatori forzati
Si consideri un forzamento di tipo sinusoidale:
𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
2
Per semplificare i calcoli, si ponga 𝛼𝛼 = 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 e 𝛽𝛽 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 dove 𝜔𝜔𝑁𝑁 è la frequenza naturale del
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 2
+ 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
Si può dimostrare che la soluzione di questa equazione differenziale è nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 + 𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Infatti,
Dato che
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
I valori delle costanti 𝐾𝐾1 e 𝐾𝐾2 si ottengono uguagliando i coefficienti dell’ultima equaglianza.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
In particolare, si ha che
𝛼𝛼𝜔𝜔𝐹𝐹 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝐹𝐹
𝐾𝐾1 = −𝐹𝐹0 = −𝐹𝐹0
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2
𝐾𝐾2 = 𝐹𝐹0 = 𝐹𝐹0 2
𝛽𝛽 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2
Con argomenti simili a quelli usati nel caso degli oscillatori non forzati si può concludere che
𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 + 𝛿𝛿
dove
Oscillatori forzati
Dunque, un oscillatore forzato con un segnale sinusoidale di frequenza 𝜔𝜔𝐹𝐹 è caratterizzato da un
andamento temporale del tipo:
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Il risultato ottenuto, quindi, è che forzando un oscillatore con una forza di tipo sinusoidale, a
regime, si ottiene un comportamento oscillatorio con
Un’ampiezza che dipende dall’ampiezza del segnale di forzamento e dai coefficienti del
sistema
Uno sfasamento 𝛿𝛿 che dipende dalla frequenza di forzamento e dai coefficienti del sistema
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
In figura è riassunto quanto detto nella precedente slide:
𝑥𝑥 𝑡𝑡
𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐴𝐴0
Dopo il transitorio, il sistema oscilla alla
frequenza del segnale di forzamento, con un
𝑡𝑡 ampiezza che dipende dai parametri: 𝜔𝜔𝑁𝑁 , 𝜔𝜔𝐹𝐹 , 𝜁𝜁.
𝑥𝑥 𝑡𝑡
Oscillatori semplici
Abbiamo visto che in presenza di un forzamento di tipo sinusoidale l’ampiezza della componente a
regime dipende dai coefficienti del sistema e dalla frequenza di forzamento. In particolare, si
consideri il caso in cui non ci sia un fattore di smorzamento ( 𝛼𝛼 = 0 ) i.e. si consideri un
oscillatore semplice:
𝑑𝑑2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 2
+ 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 2
L’espressione dell’ampiezza diventa:
1
𝐴𝐴 = 𝐹𝐹0 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2
Si possono verificare tre casi:
Risonanza armonica
Quando si forza un oscillatore con un segnale che ha la stessa frequenza del sistema (𝜔𝜔𝑁𝑁 = 𝜔𝜔𝐹𝐹 )
si ha quindi un incremento anche notevole dell’ampiezza della risposta. In assenza di
smorzamento tale incremento porta al valore ∞.
Nel caso generale (reale), in cui sia presente una forza di smorzamento, l’ampiezza per 𝜔𝜔𝐹𝐹 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
è
1 𝐹𝐹0
𝐴𝐴 = 𝐹𝐹0 =
2
𝜔𝜔𝑁𝑁 − 𝜔𝜔𝐹𝐹2 2 + 𝛼𝛼 2 𝜔𝜔𝐹𝐹2 𝛼𝛼𝜔𝜔𝑁𝑁
L’interpretazione fisica di questo risultato è che se un sistema viene sollecitato da un segnale che
ha la stessa frequenza del sistema, in assenza di un opportuno valore dello smorzamento, il
sistema tende ad esplodere.
La risonanza (armonica), dunque, è un fenomeno che si presenta in sistemi dinamici che hanno
movimenti oscillatori e che sono forzati con un segnale la cui frequenza è pari a quella del
sistema in condizioni libere (senza forzamento)
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Esempio
Un classico esempio degli effetti che può provocare il fenomeno della risonanza in ambito
ingegneristico è rappresentato dal crollo del ponte di Tacoma nel 1940: le condizioni che hanno
portato a tale evento possono esser riassunte nel seguente modo
2. Per effetto di fenomeni aereodinamici, il vento, passando attraverso il ponte, generava dei
vortici
3. L’effetto di tali vortici sulla struttura era l’applicazione di forze torcenti con una certa
frequenza: 𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
4. Il caso ha voluto che tale frequenza fosse uguale alla frequenza torsionale del ponte stesso:
𝜔𝜔𝐹𝐹 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 .
In altre parole, in relazione al movimento torsionale, il ponte era in condizioni di risonanza: per
via di un basso coefficiente di smorzamento 𝛼𝛼 l’ampiezza del movimento di torsione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 del
ponte è cresciuto fino al punto di rottura (ci volle circa un’ora).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 7/s1
Titolo: Moto armonico
Attività n°: 1
Commenti
L’esempio fatto mette in luce la necessità di disporre di elementi di analisi e di progettazione in
grado di mettere in luce le proprietà dinamiche del sistema di interesse.
Si noti che quando un sistema è in risonanza, l’ampiezza della risposta del sistema è massima.
Questa caratteristica, che come abbiamo visto può portare a conseguenze non desiderabili, può
comunque rappresentare un utile informazione. Infatti, può essere di interesse capire qual è
l’ampiezza massima della risposta di un dato sistema.
Nei prossimi nuclei tematici verranno forniti gli strumenti di analisi che consentono di capire le
proprietà strutturali e il comportamento di un sistema. Verranno inoltre introdotte le metodologie
di progettazione di controllori al fine di indurre comportamenti desiderati in un sistema dato.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Videolezione
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Insegnamento: #insegnamento#
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Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Video lezione
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Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
OSCILLATORI
Domande ed esercizi
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Cos’è il fenomeno della risonanza?
Scrivere l’equazione differenziale del secondo ordine che si può usare per descrivere sistemi
dinamici caratterizzati da movimenti oscillatori, mettondo in luce i coefficienti 𝜁 e 𝜔
Si consideri un oscillatore libero smorzato: riportare i possibili andamenti dello stato in funzione
dei valori che possono assumere i parametri 𝜔 e 𝜁
Si consideri un oscillatore forzato: descrivere come l’ampiezza del segnale a regime varia in
funzione della frequenza del segnale di forzamento
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Esercizio
Esercizio #1.
Dare un interpretazione fisica di cosa accade nel circuito in tali condizioni operative
Circuito RLC
𝑣 𝑣
− + −
+
𝑖 𝑡 +
+ 𝐿
𝐶
𝑣 𝑡
− 𝑣
−
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Approfondimento
Cercare in rete (si trova anche su Youtube) il video del crollo del ponte di Tacoma.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Introduzione all’Automatica
L’Automatica si occupa dunque delle metodologie con cui è possibile indurre un comportamento
desiderato in un determinato sistema in maniera autonoma.
I maggiori contributi a questa disciplina sono dovuti alla teoria dei sistemi e alla teoria del controllo.
La Teoria dei Sistemi si occupa dello studio di sistemi complessi e, in particolare, della loro
modellazione e analisi.
La Teoria del Controllo (o Controlli Automatici) riguarda lo sviluppo di metodologie al fine di
indurre un determinato comportamento o far raggiungere determinate prestazioni ad un sistema.
L’Ingegneria dell’Automazione si occupa principalmente della modellazione, della simulazione e del
controllo di sistemi più o meno complessi. È una tecnologia nascosta, ma sempre presente,
indispensabile per rendere funzionanti le realizzazioni ottenute con le altre tecnologie facilmente
riconoscibili.
L’Ingegnere dell’Automazione ha come obiettivo quello di progettare in maniera sistematica
dispositivi in grado di imporre azioni di intervento su una macchina o su un impianto utili per ottenere la
finalità, le prestazioni e le specifiche desiderate.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Problemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Sistemi di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Strutture di controllo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Un sistema è un insieme di elementi interconnessi che può interagire (sistema aperto) o meno
(sistema chiuso) con l’esterno. Tali elementi possono esser a loro volta studiati come sistemi.
Dato un sistema, è possibile identificare un insieme di grandezze – dette variabili del sistema –
che variano nel tempo. La variabile tempo, indicata con 𝑡𝑡, è una varabile indipendente e si
assume che il campo di escursione (i valori che può assumere) sia l’insieme dei numeri reali.
Con il termine segnale, si intende una funzione che descrive l’andamento del tempo di una data
variabile
Una variabile indipendente non è funzione di altre variabili. Quando sussistono relazioni tra
diverse variabili si parla di variabili dipendenti. Si consideri un sistema in movimento:
l’andamento temporale della variabile posizione dipende dall’andamento della variabile velocità
che a sua volta dipende dall’accelerazione.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di un sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Variabili di stato
Per caratterizzare l’andamento delle variabili di un sistema è necessario introdurre un ulteriore
insieme di variabili in grado di catturare lo stato interno del sistema
Variabili di stato
La necessità di dover definire delle variabili di stato è dovuta alla presenza di elementi e/o
fenomeni dinamici (o con memoria) a cui sono associati accumuli di energia, quantità di moto o
massa.
Per quanto riguarda i sistemi meccanici, è opportuno concentrarsi sugli accumuli di energia
cinetica e potenziale e quantità di moto e, quindi, una scelta opportuna delle variabili di stato è
rappresentata dalle posizioni e velocità degli elementi responsabili di tali accumuli.
Abbiamo visto che in un circuito RC è opportuno scegliere come variabile di stato la tensione ai
morsetti del condensatore: l’energia elettrica, infatti, dipende dalla carica accumulata in essi.
Analogamente, in presenza di induttori è opportuno scegliere come variabile di stato la corrente
che li attraversa in quanto da essa dipende l’energia magnetica immagazzinata.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑢𝑢 𝑡𝑡 SISTEMA DINAMICO 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑦𝑦 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Quando questo legame non esiste, ovvero quando la funzione di trasformazione d’uscita non dipende
dall’ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 si parla di sistemi strettamente propri (o anche puramente dinamici).
Quando la funzione di trasformazione d’uscita, invece, non dipende dallo stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 del sistema, si
parla di sistemi istantanei (o non dinamici). Per tali sistemi l’andamento temporale delle variabili di
interesse può esser determinato in modo diretto noto l’ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 usando esclusivamente la
funzione di trasformazione d’uscita.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
si parla di sistemi a tempo invariante (o di sistemi stazionari). Per questa classe di
problemi il l’andamento temporale dello stato e dell’uscita non dipende dall’istante di applicazione
del segnale di ingresso e, quindi, si può fissare arbitrariamente 𝑡𝑡0 (tipicamente 𝑡𝑡0 = 0)
Nel caso generale in cui le funzioni di trasformazione dipendono esplicitamente dal tempo, si
parla di sistemi a tempo variante. Per questa classe di problemi la stessa sollecitazione
applicata in due istanti temporali diversi può generare due risposte differenti del sistema in
quanto il legame ingresso-uscita dipende dal tempo.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Nel caso generale in cui almeno una delle due funzioni di trasformazione non gode di tale
proprietà, si parla di sistemi non lineari.
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴 𝑡𝑡 𝑥𝑥 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑡𝑡 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑡𝑡, 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
Ossia sistemi la cui dinamica è lineare nella variabile di controllo ma non in quella di stato.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Sistemi LTI
Nello studio dei sistemi dinamici le proprietà di linearità e stazionarietà sono particolarmente utili
in quanto ne semplificano l’analisi. Sistemi che sono al tempo stesso lineari e stazionari sono detti
sistemi LTI (dall’inglese Linear Time-Invariant) e possono esser descritti nel seguente modo
i.e. le funzioni di trasformazione dello stato e dell’uscita sono lineari e a coefficienti costanti.
Le semplificazioni che i sistemi LTI consentono di applicare nello studio di sistemi dinamici fanno
si che anche in presenza di sistemi a tempo variante e/o non lineari si cerca di ricondursi in tale
forma.
Questa operazione implica considerare costanti alcuni parametri che in realtà variano nel tempo e
più in generale approssimare il comportamento di un sistema non lineare come un sistema lineare
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Stati di equilibrio
Un sistema in uno stato di equilibrio, quindi, permane in tale stato indefinitamente purché le
sollecitazioni a cui sia sottoposto rimangono costanti.
Intuitivamente, esistono diversi tipi di equilibrio: si consideri un sistema in uno stato di equilibrio
𝑥𝑥𝑒𝑒 soggetto ad una perturbazione di lieve entità. Una caratteristica che tipicamente si vuole avere
è la capacità di tornare nello stato di equilibrio in presenza di perturbazioni.
Questo aspetto è dovuto al fatto che, in genere, gli stati di equilibrio sono associati a condizioni
operative desiderate in cui il comportamento del sistema coincide con il funzionamento
desiderato.
Risulta evidente che, dopo essersi assicurati che il valore delle variabili di interesse sia quello
desiderato, si vuole che anche in presenza di perturbazioni tali valori siano mantenuti (o, più in
generale, che il sistema reagisca alle perturbazioni e dopo un certo intervallo di tempo torni nelle
condizioni desiderate).
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Concetto di stabilità
𝑥𝑥 𝑡𝑡 Andamento temporale
dello stato in assenza di
controllo
𝑥𝑥 ∗
Perturbazione
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
� 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢�
Uno stato di equilibrio 𝑥𝑥̅ è detto stabile se tutti i movimenti dello stato 𝑥𝑥 𝑡𝑡 che si generano da
stati iniziali 𝑥𝑥0 𝑖𝑖 sufficientemente vicini a 𝑥𝑥̅ rimangono in suo intorno i.e. se ∃𝛿𝛿, 𝜖𝜖 > 0: ∀𝑖𝑖
𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅ ≤ 𝜖𝜖
lim 𝑥𝑥 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥̅
𝑡𝑡→∞
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 0
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝛼𝛼, 𝛽𝛽 ∈ ℝ≥0 . Si può dimostrare che la soluzione di tale equazione è del tipo
−𝛼𝛼 ± 𝛼𝛼 2 − 4𝛽𝛽
𝑟𝑟1,2 =
2
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Se 𝛼𝛼 2 − 4𝛽𝛽 < 0 le due radici sono complesse coniugate con parte reale non positiva
𝛼𝛼 4𝛽𝛽 − 𝛼𝛼 2
𝑟𝑟1,2 = − ± 𝑗𝑗
2 2
Nel primo caso, la soluzione dell’equazione differenziale diventa
𝛼𝛼
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑐𝑐1 + 𝑐𝑐2 𝑒𝑒 − 2 𝑡𝑡 𝑐𝑐1 + 𝑐𝑐2
Oscillatori forzati
Si consideri l’equazione differenziale a coefficienti costanti del secondo ordine
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽𝛽𝛽 𝑡𝑡 = 𝛾𝛾𝛾𝛾
𝑑𝑑𝑡𝑡 2 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝛼𝛼, 𝛽𝛽 ∈ ℝ≥0 . Si consideri un forzamento di tipo sinusoidale: 𝑢𝑢 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 con 𝐹𝐹0 e 𝜔𝜔𝐹𝐹 ,
rispettivamente, ampiezza e frequenza del segnale di forzamento
2
Per semplificare i calcoli, si ponga 𝛼𝛼 = 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 e 𝛽𝛽 = 𝜔𝜔𝑁𝑁 dove 𝜔𝜔𝑁𝑁 è la frequenza naturale del
𝑑𝑑 2 𝑥𝑥 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 2
2
+ 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐹𝐹0 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑
Si può dimostrare che la soluzione di questa equazione differenziale è nella forma
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 𝑡𝑡 + 𝑥𝑥𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Dunque, un oscillatore forzato con un segnale sinusoidale di frequenza 𝜔𝜔𝐹𝐹 è caratterizzato da un
andamento temporale del tipo:
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴0 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 sin 𝜔𝜔𝜔𝜔 + 𝜙𝜙 + 𝐹𝐹 sin 𝜔𝜔𝐹𝐹 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿
Il risultato ottenuto, quindi, è che forzando un oscillatore con una forza di tipo sinusoidale, a
regime, si ottiene un comportamento oscillatorio con
Un’ampiezza che dipende dall’ampiezza del segnale di forzamento e dai coefficienti del
sistema
Uno sfasamento 𝛿𝛿 che dipende dalla frequenza di forzamento e dai coefficienti del sistema
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori forzati
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Oscillatori semplici
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8
Titolo: Ripasso e verifica dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
Risonanza armonica
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 8/s1
Titolo: RIPASSO E VERIFICA dell'apprendimento (1)
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Esercizio #1.
Esercizi
Esercizio #3.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Esercizio #1.
𝑥𝑥̇ 𝟏𝟏 = −𝑥𝑥1 + 𝑢𝑢
�𝑥𝑥̇ 𝟐𝟐 = 2𝑥𝑥1 − 3𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢
𝒚𝒚 = 𝑥𝑥1 + 𝑥𝑥2
Definire le matrici caratteristiche del sistema in MATLAB
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 8).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Sistemi lineari
In questo nucleo tematico ci si occuperà dei sistemi lineari a tempo invariante ossia sistemi che
possono esser descritti dal sistema di equazioni nella forma
dove
𝑥𝑥 ∈ ℝ𝑛𝑛 è il vettore di stato, 𝑢𝑢 ∈ ℝ𝑚𝑚 è il vettore degli ingressi, 𝑦𝑦 ∈ ℝ𝑝𝑝 è il vettore di uscita
Come già accennato, l’importanza degli strumenti derivati per l’analisi di questa classe di sistemi è
dovuta alla possibilità
Di ricavare risultati generali sul comportamento dei sottosistemi che lo compongono al fine
di derivare il comportamento complessivo come la somma delle parti
Movimenti
si vuole determinare l’espressione dei movimenti dello stato e dell’uscita ossia l’espressione che
descrive l’evoluzione nel tempo dello stato e dell’uscita.
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
dove
Formula di Lagrange
Le espressioni dei movimenti dello stato e dell’uscita possono esser riscritte tramite la formula di
Lagrange: per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
L’esponenziale di una matrice che compare nelle precedenti espressioni è definito dalla
relazione
∞ Nota:
𝐴𝐴𝐴𝐴
1 𝑖𝑖
𝐴𝐴𝐴𝐴 2 ∞ 𝑖𝑖
𝑒𝑒 = � 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 + 𝐴𝐴𝐴𝐴 + +⋯ 𝑥𝑥
𝑖𝑖! 2! � = 𝑒𝑒 𝑥𝑥
𝑖𝑖=0 𝑖𝑖!
𝑖𝑖=1
Le formule di Lagrange possono esser riscritte come
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = Φ 𝑡𝑡 𝑥𝑥0 + Ψ 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶Φ 𝑡𝑡 𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶Ψ 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
allora alle cause 𝛼𝛼𝑥𝑥1 𝑡𝑡0 + 𝛽𝛽𝑥𝑥2 𝑡𝑡0 , 𝛼𝛼𝑢𝑢1 + 𝛼𝛼𝑢𝑢2 corrisponde l’effetto 𝛼𝛼𝑦𝑦1 + 𝛽𝛽𝑦𝑦2
In altre parole, il comportamento del sistema in risposta a diversi ingressi può esser calcolato
come somma pesata del comportamento dovuto ai singoli ingressi
è strettamente legato alla proprietà di linearità: si può definire la classe dei sistemi lineari
come tutti e soli quei sistemi per cui valga il principio di sovrapposizione degli effetti
Tornando alle formule di Lagrange, per poter calcolare l’evoluzione (libera e forzata) del sistema è
necessario saper calcolare l’esponenziale della matrice dinamica.
Nel caso semplice di sistemi con dimensione unitaria tale calcolo è banale e si riduce ad uno
scalare
𝑡𝑡
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 ⇒ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑏𝑏𝑏𝑏( 𝜏𝜏)𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑎𝑎𝑎𝑎
𝑡𝑡0
Autovettori e autovalori
Una matrice quadrata 𝐴𝐴 è detta diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale ossia se
esiste una matrice 𝑃𝑃 invertibile per cui valga
𝜆𝜆1
−1 ⋱
𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴 = ⇒ 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛
Scrivendo la matrice 𝑃𝑃 in termini di vettori colonna 𝑃𝑃 = 𝑃𝑃1 … 𝑃𝑃𝑛𝑛 , la precedente espressione
può esser scritta come un sistema di 𝑛𝑛 equazioni:
I vettori 𝑃𝑃𝑖𝑖 per cui valgono tali relazioni sono detti autovettori della matrice 𝐴𝐴
I valori 𝜆𝜆𝑖𝑖 sono detti autovalori della matrice 𝐴𝐴. Gli autovalori sono le radici del polinomio
caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆 della matrice 𝐴𝐴, definito come
e = eig(A) %% computes
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝜆𝜆 eigenvalues
of matrix A
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Autovettori e autovalori
Una volta calcolata (se esiste) la matrice 𝑃𝑃 degli autovettori, si può riscrivere la matrice dinamica
𝐴𝐴 come
𝐴𝐴 = 𝑃𝑃−1 ∙ 𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙ 𝑃𝑃
e quindi l’esponenziale di una matrice diagonalizzabile può quindi esser calcolato nel seguente
modo:
𝑒𝑒 𝜆𝜆1 𝑡𝑡
𝑃𝑃−1 ∙𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙𝑃𝑃
𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑒𝑒 𝑡𝑡
= 𝑃𝑃−1 ⋱ 𝑃𝑃
𝑒𝑒 𝜆𝜆𝑛𝑛𝑡𝑡
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Rappresentazioni equivalenti
Si consideri il sistema:
sono equivalenti. In altre parole il comportamento nelle variabili 𝑥𝑥 𝑡𝑡 si può ricavare dal
comportamento di 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 semplicemente usando la relazione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇 −1 𝑥𝑥� 𝑡𝑡
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Rappresentazioni equivalenti
Questo risultato è particolarmente utile se messo in relazione a quanto detto in merito al processo
di diagonalizzazione di una matrice:
Sfruttando questi risultati, i movimenti dello stato e dell’uscita si possono ottenere come
𝑡𝑡 𝑡𝑡
−1 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝜏𝜏 −1 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝜆𝜆𝜆𝜆 𝜏𝜏
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑃𝑃 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 𝜏𝜏 𝑑𝑑 𝜏𝜏 , 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑃𝑃 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 𝜏𝜏 𝑑𝑑 𝜏𝜏 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
0 0
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Esempi
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #1
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #2
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #3
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s1
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Esempio #4
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Modi naturali
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s2
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
Risposta all’impulso
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 9/s3
Titolo: Sistemi lti
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SISTEMI LINEARI
Domande aperte
SISTEMI LTI
Scrivere l’espressione generale dei movimenti dello stato e dell’uscita di un sistema LTI
Spiegare l’utilità del principio di sovrapposizione degli effetti ai fini dello studio di sistemi
dinamici
Domande aperte
Cos’è un autovettore?
Come si calcolano gli autovettori di una matrice nel caso di autovalori distinti?
Come si calcolano gli autovettori di una matrice nel caso di autovalori multipli?
Domande aperte
MODI NATURALI
Definire la risposta dello stato all’impulso sia nel caso dei sistemi SISO che MIMO
Definire la risposta dell’uscita all’impulso sia nel caso dei sistemi SISO che MIMO
Spiegare l’importanza che le risposte dello stato e dell’uscita ricoprono nello studio del
comportamento di sistemi controllati
Esercizi
Si considerino le matrici
1 −1
𝐴𝐴 =
1 1
1 0 0
𝐴𝐴 = 2 3 2
4 1 4
1 1
𝐴𝐴 =
0 1
Determinare
Il polinomio caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆
Una trasformazione 𝑃𝑃𝑗𝑗 e una matrice in forma canonica di Jordan 𝐴𝐴𝑗𝑗 tali che 𝐴𝐴 =
𝑃𝑃𝐴𝐴𝑗𝑗 𝑃𝑃−1
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Equilibrio
Si consideri il sistema LTI
Per abbiamo visto che per sistemi stazionari se, in presenza di ingressi costanti 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢�, risultano
essere costanti anche le evoluzioni dello stato e dell’uscita si parla di stati di equilibrio 𝒙𝒙𝒆𝒆 e
uscite di equilibrio 𝒚𝒚𝒆𝒆 . Un sistema che si trovi nello stato di equilibrio, quindi, sarà
caratterizzato da variazioni dello stato nullo.
In questa lezione particolarizzeremo i risultati ottenuti per sistemi stazionari al caso di sistemi
stazionari e lineari.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Equilibrio
Dato un ingresso costante 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢�, gli stati di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 di un sistema LETI, se presenti,
sono le soluzioni dell’equazione 𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 0 ossia
𝐴𝐴𝑥𝑥𝑒𝑒 + 𝐵𝐵𝑢𝑢� = 0
Se la matrice dinamica del sistema 𝐴𝐴 è invertibile (i.e. non ha autovalori nulli), gli stati di
equilibrio possono essere calcolati come
𝑥𝑥𝑒𝑒 = −𝐴𝐴−1 𝐵𝐵𝑢𝑢�
Guadagno statico
Nel caso di sistemi SISO il guadagno statico rappresenta il rapporto tra l’uscita e l’ingresso
quando tutte le variabili del sistema sono costanti. Infatti, considerando il sistema SISO
𝑥𝑥̇ = 𝑎𝑎𝑎𝑎 + 𝑏𝑏𝑏𝑏
�
𝑦𝑦 = 𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑𝑑𝑑
con 𝑎𝑎, 𝑏𝑏, 𝑐𝑐, 𝑑𝑑 ∈ ℝ
1
Se le variabili di stato sono costanti, necessariamente 𝑥𝑥 = − 𝑏𝑏𝑏𝑏. Il rapporto tra l’uscita e
𝑎𝑎
l’ingresso è pertanto
1
𝑦𝑦 𝑐𝑐𝑐𝑐 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐 − 𝑎𝑎 𝑏𝑏𝑏𝑏 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 1
= = = 𝑑𝑑 − 𝑐𝑐 𝑏𝑏 = 𝐺𝐺0
𝑢𝑢 𝑢𝑢 𝑢𝑢 𝑎𝑎
Questa espressione ha senso se 𝑎𝑎 ≠ 0: nel caso di sistemi MIMO questa condizione si traduce
nel richiedere che la matrice dinamica 𝐴𝐴 sia invertibile.
Se la matrice dinamica del sistema 𝐴𝐴 non è invertibile, l’espressione 𝐴𝐴𝑥𝑥𝑒𝑒 + 𝐵𝐵𝑢𝑢� = 0 può implicare
infiniti o nessuno stato di equilibrio. Indipendentemente da quale delle due opzioni, in questo
caso la nozione di guadagno statico perde senso.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Si consideri il pendolo in figura. Abbiamo visto che il sistema è descritto dall’equazione
differenziale 𝑀𝑀𝑀𝑀𝜔𝜔̇ = 𝑢𝑢 − 𝑘𝑘𝑘𝑘 − 𝑀𝑀𝑀𝑀 sin 𝜃𝜃
Nell’assunzione di piccole oscillazioni, il seno può essere approssimato come sin 𝜃𝜃 = 𝜃𝜃. In queste
condizioni, quindi, si ottiene il sistema lineare
𝑥𝑥̇ 1 = 𝑥𝑥2 0 1 0
� 𝑔𝑔 𝑘𝑘 1 , 𝑥𝑥̇ = 𝑔𝑔 𝑘𝑘 𝑥𝑥 + 1 𝑢𝑢
𝑥𝑥̇ 2 = − sin 𝑥𝑥1 − 𝑥𝑥2 + 𝑢𝑢 − −
𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙
Gli autovalori del sistema sono le soluzioni di
𝑘𝑘 𝑔𝑔 𝑘𝑘 𝑔𝑔
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = 𝜆𝜆 𝜆𝜆 + + = 𝜆𝜆2 + 𝜆𝜆 + = 0
𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑙𝑙 𝑙𝑙
Si può osservare che non ci sono autovalori nell’origine e, infatti, il
determinante di 𝐴𝐴 è diverso da zero. Posto 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� ed essendo la matrice
dinamica è invertibile, gli stati di equilibrio sono
𝐾𝐾
− −1 0 𝑙𝑙
𝑙𝑙 𝑙𝑙𝑀𝑀
−1
𝑥𝑥𝑒𝑒 = −𝐴𝐴 𝐵𝐵𝑢𝑢� = − 1 𝑢𝑢� = 𝑀𝑀𝑀𝑀 𝑢𝑢�
𝑔𝑔 𝑔𝑔
0 𝑀𝑀 0
𝑙𝑙
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità
Per la classe dei sistemi LTI è possibile ricavare utili strumenti di analisi in riferimento alla
proprietà di stabilità: in particolare, sulla base degli autovalori del sistema, è possibile derivare
Questi risultati sono dovuti al fatto che le proprietà di stabilità di un sistema LTI dipendono
esclusivamente dai movimenti liberi del sistema
Nota: quando si parla di stabilità, come già accennato, sono di interesse solo i movimenti
dello stato e quindi il plurale si riferisce ai movimenti delle varie componenti dello stato (non
si intende movimento dello stato e dell’uscita)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità
Si consideri il sistema LTI descritto dalle equazioni
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵𝐵𝐵 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝐶𝐶 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
Applicando un generico ingresso 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� 𝑡𝑡 , definito per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0 si genera il movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 da
uno stato iniziale 𝑥𝑥� 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥�0
Si consideri adesso il caso in cui lo stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡 viene applicato al sistema quando al
tempo 𝑡𝑡0 si trovi nello stato iniziale
𝑥𝑥0′′ = 𝑥𝑥�0 + 𝛿𝛿𝑥𝑥0 : il movimento generato è dato dalla somma di 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 e 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
La differenza tra il movimento originato dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′′ (movimento perturbato) e
quello originato dallo stato iniziale 𝑥𝑥0′ = 𝑥𝑥�0 (movimento nominale) è
𝑥𝑥 ′′ 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥 ′ 𝑡𝑡 = 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
È immediato verificare che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 si origina dal punto iniziale 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità di un movimento
Le stesse definizioni si possono dare per un generico movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : il movimento𝑥𝑥� 𝑡𝑡 si dice
stabile se esistono due costanti positive 𝜖𝜖, 𝛿𝛿 ∈ ℝ per cui valgano le seguenti relazioni:
Si abbia 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖
asintoticamente stabile
se è stabile e
instabile
Se non è stabile
Si noti che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 rappresenta il movimento dello stato che si origina da uno stato
iniziale sufficientemente vicino a 𝑥𝑥0 e in presenza dello stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Stabilità di un sistema
Le condizioni di stabilità/instabilità ricavate non dipendono esplicitamente dal generico movimento
𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : questo aspetto si traduce nel fatto che l’analisi della stabilità di un qualunque movimento
può esser condotta sul sistema di equazioni
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Stabilità di un sistema
Come detto, lo studio della stabilità di un sistema si può ricondurre allo studio della stabilità dei
movimenti liberi del sistema
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Movimento stabile ( 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖), si può affermare che un sistema LTIè stabilese e solo
se la norma dei movimenti liberi dello stato è minore di un valore 𝜖𝜖 fissato (i.e. se e solo se
sono limitati), almeno per stati iniziali la cui norma è sufficientemente piccola ( 𝛿𝛿𝑥𝑥0 ≤ 𝛿𝛿)
Movimento asintoticamente stabile ( lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 = 0), si può affermare che un sistema LTI
𝑡𝑡→∞
è asintoticamente stabile se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato (sono limitati) e
tendono ad esaurirsi
Movimento instabile, si può affermare che un sistema LTI è instabilese e solo se almeno
un movimento libero dello stato non è limitato
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Un sistema LTI risulta quindi (asintoticamente) stabile se e solo se tutti i suoi movimenti liberi
sono limitati (e tendono a zero)
Mettendo insieme questi due risultati si ha che per verificare la stabilità di un sistema si deve
verificare che tutti i modi naturali del sistema siano limitati. In altre parole, è necessario che tutti
gli esponenziali 𝑒𝑒 𝜎𝜎𝑖𝑖 𝑡𝑡 siano non crescenti i.e. che 𝜎𝜎𝑖𝑖 ≤ 0, ∀𝑖𝑖
Un sistema LTI è asintoticamente stabile se e solo se tutti i suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖
hanno parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0)
Un sistema LTI è instabile se almeno uno dei suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 ha parte reale
positiva (𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
siamo in grado di decidere riguardo la stabilità asintotica e l’instabilità del sistema nel caso in cui
𝜎𝜎𝑖𝑖 ≠ 0. In particolare,
Se il sistema ha tutti autovalori a parte reale negativa e uno o più autovalori a parte reale
nulla, in base al teorema precedente si può solo concludere che il sistema non è
asintoticamente stabile (potrebbe essere semplicemente stabile oppure instabile)
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Autovalori nell’origine
Per decidere riguardo la stabilità del sistema in presenza di autovalori a parte reale nulla (sull’asse
immaginario) si consideri l’espressione dei modi naturali ad esso associati.
il movimento è quindi limitato ma non tende a zero (è costante) e quindi si ha stabilità semplice
Ad una singola coppia di autovalori complessi coniugati 𝜆𝜆𝑖𝑖 = ±𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 è associato un modo
naturale nella forma
𝐾𝐾𝑒𝑒 0𝑡𝑡 cos 𝜔𝜔𝑖𝑖 𝑡𝑡 + 𝜙𝜙 = 𝐾𝐾 cos 𝜔𝜔𝑖𝑖 𝑡𝑡 + 𝜙𝜙
il movimento è quindi limitato ma non tende a zero (è periodico) e quindi si ha stabilità semplice
Quindi, se un sistema LTI ha tutti autovalori a parte reale negativa ed un solo autovalore a parte
reale negativa il sistema è stabile
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Autovalori nell’origine
Si consideri adesso il caso di autovalori reali (analoghe considerazioni valgono per autovalori
complessi) multipli nell’origine:
Ad autovalori reali 𝜆𝜆1 = ⋯ = 𝜆𝜆𝑚𝑚 = 0 sono associati modi naturali del tipo
se la molteplicità algebrica dell’autovalore è uguale alla molteplicità geometrica (in
questo caso la matrice di Jordan è diagonale):
𝑚𝑚 𝑚𝑚
Con tutti autovalori a parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0, ∀𝑖𝑖) è asintoticamente
stabile
Con almeno un autovalore a parte reale strettamente positiva (∃𝑖𝑖: 𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0) è instabile
In particolare, più che sulla stabilità semplice, ci si concentrerà sulla proprietà di stabilità
asintotica per due ragioni
È una situazione al limite: avendo a che fare con modelli necessariamente approssimati
potrebbe essere che la presenza di autovalori nell’origine del modello matematico
corrisponda ad un autovalore molto vicino all’origine ma con parte reale positiva
Implica la presenza di movimenti dello stato che non si esauriscono con il tempo in
assenza di ingressi nulli il che non è auspicabile (anche in relazione ad argomentazioni
di tipo energetico)
Le risposte all’impulso dello stato e dell’uscita tendono a zero: infatti, tali risposte sono
assimilabili a movimenti liberi generati dallo stato iniziale 𝑥𝑥0 = 𝐵𝐵
𝑥𝑥𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵, 𝑦𝑦𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡
I movimenti del sistema in risposta ad ingressi limitati nel tempo tendono ad annullarsi:
detto 𝑡𝑡̃ l’istante in cui l’ingresso si esaurisce e 𝑥𝑥� lo stato del sistema in tale istante, i
movimenti del sistema per 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡̃ sono descritti dall’espressione 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡̃ 𝑥𝑥�
Il sistema è esternamente stabile (Bounded Input Bounded Output, BIBO) ossia, in presenza
di ingressi limitati genera movimenti forzati anch’essi limitati
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Per decidere sulla stabilità asintotica di un sistema, quindi, non è necessario risolvere un sistema
di equazioni differenziali: è sufficiente trovare le radici del polinomio caratteristico del sistema
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = det 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝜆𝜆 = 𝜆𝜆𝑛𝑛 + 𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝜆𝜆𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝑎𝑎1 𝜆𝜆 + 𝑎𝑎0
Imponendo 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 < 0 si ha che i coefficienti 𝑎𝑎𝑖𝑖 sono tutti positivi
Criterio di Routh
Le condizioni appena ricavate si possono schematizzare nel seguente modo: siano 𝑎𝑎𝑖𝑖 i coefficienti
del polinomio caratteristico 𝑝𝑝 𝜆𝜆
se 𝑛𝑛 = 1,2 stabilità asintotica ⇔ 𝑎𝑎𝑖𝑖 > 0, ∀𝑖𝑖
TEOREMA. Per un sistema LTI �
se 𝑛𝑛 > 2 stabilità asintotica ⇒ 𝑎𝑎𝑖𝑖 > 0, ∀𝑖𝑖
Questo risultato è molto utile in quanto permette di decidere sulla stabilità asintotica di un
sistema guardando solo i coefficienti del polinomio caratteristico. Tuttavia, nel caso in cui 𝑛𝑛 > 2 e
almeno un coefficiente 𝑎𝑎𝑖𝑖 sia negativo il teorema non consente di affermare nulla
In questi casi si può usare il criterio di Routh: a partire dai coefficienti del polinomio caratteristico,
si costruisce una tabella seguendo certe regole (riassunte nella prossima slide): se gli elementi
della prima colonna di tale tabella sono tutti dello stesso segno allora si può concludere che il
sistema ha tutti autovalori a parte reale negativa.
Si noti come la verifica della stabilità asintotica di un sistema si sia ulteriormente semplificata:
usando questo criterio, infatti, si riduce alla costruzione di una tabella. A titolo di esempio, per un
sistema di grado 𝑛𝑛 = 5 il criterio di Routh richiede 3 operazioni.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
𝑘𝑘1,1 𝑘𝑘1,2
det
𝑘𝑘2,1 𝑘𝑘22
Si calcola l’ultimo coefficiente 𝑘𝑘 = e la costruzione della tabella si arresta.
−𝑘𝑘2,1
A questo punto si applica il criterio di Routh: ogni permanenza di segno nei coefficienti sulla
prima colonna della tabella corrisponde ad una radice negativa. In termini più formali, il criterio di
Routh permette di affermare che
Si ha stabilità asintotica se e solo se la tabella di Routh è ben definita e tutti gli elementi
sulla prima colonna hanno lo stesso segno
Nella costruzione della tabella, il valore nelle posizioni senza elementi si assume nullo
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Si consideri il polinomio
𝑝𝑝 𝜆𝜆 = 𝜆𝜆6 + 2𝜆𝜆5 + 3𝜆𝜆4 − 2𝜆𝜆3 − 𝜆𝜆2 + 𝜆𝜆 + 1
Le prime due righe della tabella sono
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 3 −1 1
�𝑎𝑎 𝑎𝑎 𝑎𝑎 0 ⇒ �
𝑛𝑛−1 𝑛𝑛−3 𝑛𝑛−5 2 −2 1 0
I coefficienti della terza riga sono:
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 1 3
det 𝑎𝑎 det
𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 2 −2 =
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 = = 4
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 1 −1
det 𝑎𝑎 det 3
𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 2 1 =
𝑏𝑏𝑛𝑛−2 = = −
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2 2
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 1
det 𝑎𝑎 0 det
𝑏𝑏𝑛𝑛−3 = 𝑛𝑛−1
= 2 0 = 1
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1 −2
La tabella diventa quindi
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 1 3 −1 1
2 −2 1 0
�𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 ⇒ � 3
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 4 − 1 0
2
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
I coefficienti della quarta riga sono:
2 −2
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 det 3
det 𝑏𝑏 4 −
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 = 𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2
= 2 = −5
−𝑏𝑏𝑛𝑛−1 −4 4
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 2 1
det 𝑏𝑏 det 1
𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 4 1 =
𝑐𝑐𝑛𝑛−3 = =
−𝑏𝑏𝑛𝑛−1 −2 2
La tabella diventa quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 3
�𝑏𝑏 ⇒ 4 − 1 0
𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 5 1
− 0 0
4 2
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
I coefficienti della quinta riga sono:
3
4 −
det 2
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 5 1
det − 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 4 2 =
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 = =
−𝑐𝑐𝑛𝑛−2 −4 10
4 1
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 det 5
det − 0
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 0 4
𝑑𝑑𝑛𝑛−4 = = = 1
−𝑐𝑐𝑛𝑛−2 −2
La tabella diventa quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
3
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
⇒ 5 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
1 0 0
10
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Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Il coefficiente della sesta riga è
5 1
−
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 det 4 2
det 𝑑𝑑 1
1
𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 10
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 = = = 12
−𝑑𝑑𝑛𝑛−3 1
−
10
La tabella diventa è quindi
1
3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2
−2 1 0
3
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
⇒ 5 1
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 0 0 1 0 0
10
12 0 0 0
Dato che è rimasta una matrice quadrata 2 × 2 (i.e. le successive colonne sono nulle) la
costruzione della tabella si arresta con il calcolo dell’ultimo coefficiente
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Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Esempio
Il coefficiente dell’ultima riga è
1
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 det 10 1
det
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 12 0 = 1
𝑓𝑓𝑛𝑛−5 = =
−𝑒𝑒𝑛𝑛−4 −12
La tabella completa è quindi
1 3 −1 1
𝑎𝑎𝑛𝑛 𝑎𝑎𝑛𝑛−2 𝑎𝑎𝑛𝑛−4 𝑎𝑎𝑛𝑛−6 2 −2 1 0
𝑎𝑎𝑛𝑛−1 𝑎𝑎𝑛𝑛−3 𝑎𝑎𝑛𝑛−5 0 3
4 − 1 0
𝑏𝑏𝑛𝑛−1 𝑏𝑏𝑛𝑛−2 𝑏𝑏𝑛𝑛−3 0 2
𝑐𝑐𝑛𝑛−2 𝑐𝑐𝑛𝑛−3 0 0 5 1
⇒ − 0 0
𝑑𝑑𝑛𝑛−3 𝑑𝑑𝑛𝑛−4 0 0 4 2
1
𝑒𝑒𝑛𝑛−4 0 0 0 1 0 0
𝑓𝑓𝑛𝑛−5 0 0 0 10
12 0 0 0
1 0 0 0
Terminata la costruzione della tabella, si può osservar che ci sono due variazioni di segno
sulla prima colonna: tra le righe 3 e 4 e 4 e 5 e quindi si può concludere che ci sono due
radici a parte reale positiva (il codice MATLAB in figura può esser usato per verificarlo) e
quindi il sistema è instabile.
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S1
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
STABILITÀ DEI SISTEMI LTI
Scrivere l’espressione degli stati di equilibrio, e delle corrispondenti uscite di equilibrio, per
sistemi LTI.
Specificare la condizione per cui le precedenti espressioni ammettono una soluzione in forma
chiusa
Come è definito e cosa rappresenta il guadagno statico di un sistema LTI?
Cosa si intende per stabilità di un sistema LTI? Cosa implica tale proprietà?
Per quale motivo i movimenti liberi rivestono un importante ruolo nell’analisi della stabilità?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
STABILITÀ IN FUNZIONE DEGLI AUTOVALORI
Quale relazione sussiste tra le radici del polinomio caratteristico e i modi naturali di un
sistema LTI?
Cosa si può concludere sulla stabilità di un sistema sapendo che i suoi movimenti dello stato
sono limitati?
Cosa si può concludere sulla stabilità di un sistema LTI sapendo che un solo movimento dello
stato è non è limitato?
Dare la condizione di stabilità asintotica in funzione del valore degli autovalori del sistema. È
una condizione sufficiente, necessaria o necessaria e sufficiente?
Dare la condizione di stabilità semplice in funzione del valore degli autovalori del sistema. È
una condizione sufficiente, necessaria o necessaria e sufficiente?
Dare la condizione di instabilità in funzione del valore degli autovalori del sistema. È una
condizione sufficiente, necessaria, o necessaria è sufficiente?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
STABILITÀ IN FUNZIONE DEGLI AUTOVALORI
Quali sono le considerazioni che permettono di trarre conclusioni sulla stabilità di un sistema
LTI semplicemente guardando al suo polinomio caratteristico?
Quali sono le proprietà dei sistemi asintoticamente stabili?
Per quale motivo non è auspicabile avere un sistema semplicemente stabile (invece che
asintoticamente)?
Si può avere stabilità asintotica in presenza di autovalori semplici sull’asse immaginario?
Si può avere stabilità semplice in presenza di autovalori multipli sull’asse immaginario?
Qual è l’espressione della risposta all’impulso per un sistema LTI asintoticamente stabile?
Corso di Laurea: ING.INF. E DELL'AUT. CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E CONTROLLO
Insegnamento: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Lezione n°: 10/S2
Titolo: STABILITA' DI SISTEMI LTI
Attività n°: 01
Domande aperte
CRITERIO DI ROUTH
In riferimento all’analisi di sistemi LTI, a cosa serve il criterio di Routh?
Enunciare il criterio di Routh per sistemi di primo e secondo ordine
Enunciare il criterio di Routh per sistemi di ordine arbitrario
Descrivere il procedimento per la costruzione della tabella di Routh
Descrivere il procedimento per la costruzione della tabella di Routh in presenza di elementi
nulli sulla prima colonna
In presenza di zeri sulla prima colonna, cosa consente di enunciare il criterio di Routh?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Decidere sulla stabilità semplice, stabilità asintotica o instabilità di sistemi LTI caratterizzati dalle
seguenti matrici dinamiche:
1 −1 1 1 1 1
𝐴= , 𝐴= , 𝐴=
1 1 2 1 2 −2
Decidere sulla stabilità semplice, stabilità asintotica o instabilità di sistemi LTI aventi il seguente
polinomio caratteristico:
𝑝 𝜆 =𝜆 −𝜆+1
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 2𝜆 + 2
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 3𝜆 + 2𝜆 − 𝜆 + 3
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 2𝜆 + 3𝜆 + 5𝜆 + 𝜆 − 3
𝑝 𝜆 = 𝜆 + 8𝜆 + 23𝜆 + 28𝜆 + 12
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Errore di approssimazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Linearizzazione
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Sistema linearizzato
Mettendo insieme quanto detto, il comportamento di un sistema non lineare
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
nell’intorno di un suo punto di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� può esser descritto dal sistema lineare
con
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
𝐴𝐴 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐵𝐵 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐶𝐶 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐷𝐷 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝜕𝜕𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥 𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥 𝑒𝑒 ,𝑢𝑢
Il sistema così ottenuto è detto sistema linearizzato del sistema (non lineare) di partenza. La
validità di tale rappresentazione è limitata a piccole variazioni del segnale di ingresso Δ𝑢𝑢 e dello
stato iniziale Δ𝑥𝑥 e fintanto che i movimenti dello stato Δ𝑥𝑥 𝑡𝑡 e dell’uscita Δ𝑦𝑦 𝑡𝑡 rimangono limitati
in norma
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Stabilità
Una volta linearizzato un sistema, ci si può chiedere quale relazione sussista tra le proprietà di
stabilità del sistema linearizzato e quelle del sistema non lineare. Per rispondere a questa
domanda si enunciano i seguenti teoremi: lo stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 del sistema non lineare,
corrispondente all’ingresso costante 𝑢𝑢�, è
asintoticamente stabile se tutti gli autovalori del sistema linearizzato hanno parte reale
negativa
instabile se almeno uno degli autovalori del sistema linearizzato ha parte reale positiva.
Rispetto al caso lineare, quindi, la condizione di stabilità asintotica non è più necessaria e
sufficiente (è solo sufficiente).
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Stabilità
Per quanto detto, dato un sistema non lineare, per studiarne le proprietà di stabilità si deve
trovare il sistema linearizzato e calcolarne gli autovalori con gli strumenti introdotti
precedentemente:
Se tutti gli autovalori hanno parte reale negativa ⇒ il sistema non lineare è asintoticamente
stabile
Se tutti gli autovalori sono a parte reale negativa e nulla non si può concludere nulla
(nemmeno per quanto riguarda la stabilità asintotica)
I risultati enunciati sono noti come il primo criterio di stabilità di Lyapunov (o metodo
indiretto di Lyapunov). Nella prossima lezione l’approccio di Lyapunov verrà descritto in termini
più generali.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Metodo diretto
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Metodo di Lyapunov
In questa lezione introdurremo l’approccio di Lyapunov per l’analisi della stabilità di un sistema. Si
consideri un sistema stazionario non lineare:
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
e si assuma che, lo stato 𝑥𝑥̅ sia uno stato di equilibrio in presenza di un ingresso costante 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = 𝑢𝑢� i.e.
𝑓𝑓 𝑥𝑥̅ , 𝑢𝑢� = 0. Per semplicità, si assuma inoltre che 𝑥𝑥̅ = 0.
Si consideri ora una funzione scalare 𝑉𝑉 𝑥𝑥 , continua e con derivata continua almeno in un intorno
di 𝑥𝑥̅ , la sua derivata temporale (𝑉𝑉̇ ) lungo le traiettorie del sistema (𝑥𝑥 𝑡𝑡 ) è definita come:
𝑛𝑛
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜕𝜕𝜕𝜕
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = � 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜕𝜕𝑥𝑥𝑖𝑖 𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Esempio
Essendo 𝑉𝑉 𝑥𝑥 > 0 e 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 per il criterio di Lyapunov si può concludere che il punto di
𝑇𝑇
equilibrio 𝑥𝑥̅ = 0 0 è stabile (non asintoticamente).
Per dimostrare l’asintotica stabilità del punto di equilibrio si consideri la funzione candidata
𝑔𝑔 1 𝑔𝑔 1
𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 1 − cos 𝑥𝑥1 + 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 − cos 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥12 + 2𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 𝑥𝑥2 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22
𝑙𝑙 2 𝑙𝑙 2
Assumendo 𝑃𝑃 simmetrica e definita positiva la funzione candidata è anch’essa definita
positiva. La derivata temporale lungo le traiettorie dello stato si ha
𝑔𝑔
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = sin 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥2 𝑥𝑥̇ 1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22 𝑥𝑥̇ 2
𝑙𝑙
𝑔𝑔 𝑔𝑔
= sin 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝11 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝12 𝑥𝑥2 𝑥𝑥2 − 𝑝𝑝12 𝑥𝑥1 + 𝑝𝑝22 𝑥𝑥22 sin 𝑥𝑥1
𝑙𝑙 𝑙𝑙
𝑔𝑔
Ponendo 𝑝𝑝22 = 1 e 𝑝𝑝11 = 0 si ottiene 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝑝𝑝12 𝑥𝑥22 − 𝑥𝑥1 sin 𝑥𝑥1
𝑙𝑙
Se 𝑝𝑝12 < 0 e 𝜋𝜋 < 𝑥𝑥1 < 2𝜋𝜋 allora 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 𝑡𝑡 e quindi l’origine è un punto di equilibrio
asintoticamente stabile.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Commenti finali
I risultati enunciati hanno validità locale ossia sono stati definiti per intorni del punto di equilibrio.
Nel caso in cui
Si noti che l’assunzione 𝑥𝑥̅ è facilmente rimovibile: tutti i risultati ottenuti sono validi anche nel
caso in cui 𝑥𝑥̅ ≠ 0.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Riepilogo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Forme quadratiche
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Forme quadratiche
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Segue il fatto che se 𝑀𝑀 è una matrice diagonale con tutti elementi strettamente positivi,
necessariamente la forma quadratica è definita positiva. Analogamente, una matrice diagonale
con tutti elementi strettamente negativi è definita negativa.
Per verificare se una matrice simmetrica è (semi) definita positiva o negativa invece di calcolarne
gli autovalori si può utilizzare il criterio di Sylvester
Una matrice quadrata simmetrica è (semi) definita positiva/negativa se e solo se tutte le sue
sottomatrici superiori sinistre hanno determinante (nullo e/o) positivo/negativo
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Equazione di Lyapunov
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Equazione di Lyapunov
Si noti che, se la matrice 𝑃𝑃 è simmetrica e definita positiva, allora la funzione di Lyapunov
𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃
è definita positiva per ogni 𝑥𝑥 (i.e. globalmente). Dal metodo di Lyapunov diretto segue che se
l’equazione di Lyapunov ha soluzione, allora il sistema è globalmente asintoticamente stabile. In altre
parole, per i sistemi LTI la proprietà di stabilità asintotica ha sempre carattere globale.
Il sistema LTI
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
Commenti
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 11/s1
Titolo: Approccio di lyapunov alla stabilita'
Attività n°: 1
Commenti
Scegliendo come candidata di Lyapunov la forma quadratica 𝑉𝑉 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑃𝑃 con 𝑃𝑃 simmetrica
e definita positiva si ha
𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 = 𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑥𝑥 + 2𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑅𝑅1 𝑥𝑥, 𝑢𝑢� = −𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑄𝑄𝑄𝑄 + 2𝑥𝑥 𝑇𝑇 𝑃𝑃𝑅𝑅1 𝑥𝑥, 𝑢𝑢�
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Descrivere il procedimento per ottenere, a partire da un sistema non lineare, il sistema
linearizzato
Descrivere il metodo indiretto di Lyapunov per lo studio della stabilità di un sistema non lineare
Descrivere il metodo diretto di Lyapunov per lo studio della stabilità di un sistema non lineare
Quale risultato descritto in questa lezione consente di stabilire una connessione tra la teoria della
stabilità sviluppata per sistemi LTI e le proprietà di stabilità di sistemi non lineari?
Spiegare per quale motivo una scelta conveniente per le funzioni di Lyapunov sono funzioni
energetiche
Come si è riuscito a dimostrare che per sistemi LTI la proprietà di stabilità asintotica ha sempre
carattere globale? Si può estendere tale risultato alla proprietà di stabilità semplice?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si usi l’approccio di Lyapunov per decidere sulla stabilità semplice, asintotica o instabilità del
sistema LTI
𝑥̇ = −𝑥 + 2𝑥
𝑥̇ = +2𝑥 − 3𝑥
Si usi l’approccio di Lyapunov per decidere sulla stabilità semplice, asintotica o instabilità del
sistema LTI
𝑥̇ = +𝑥 + 2𝑥
𝑥̇ = −2𝑥 + 3𝑥
Confrontare il risultato ottenuto con gli altri criteri noti per l’analisi del sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Raggiungibilità e Osservabilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Introduzione
Nelle lezioni precedenti ci si è concentrati su una proprietà, fondamentale, dei sistemi dinamici: la stabilità. In
questa lezione si porrà l’attenzione su due proprietà strutturali che un generico sistema può avere:
raggiungibilità e osservabilità.
Queste due proprietà fanno riferimento alla possibilità di poter forzare le varie componenti dello stato e ricostruire
l’andamento temporale delle varie componenti dello stato
Le variabili di uscita di un sistema sono scelte sulla base dell’obiettivo del problema di controllo. Dato lo stesso
sistema, per applicazioni diversi può essere di interesse focalizzarsi su diverse variabili. La proprietà di
osservabilità fa riferimento alla possibilità di aver visione di tutte, un sotto-insieme o nessuna delle variabili di
stato. Risulta evidente quindi che se le variabili di stato di interesse non sono osservabili non sarà possibile
monitorarle.
Se è di interesse modificare (un sotto insieme delle) variabili di stato ma queste non sono raggiungibili (i.e. non
sono influenzate dal segnale di controllo in ingresso), può risultare impossibile risolvere il problema di controllo.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Raggiungibilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Osservabilità
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Questi risultati fanno riferimento esclusivamente alle coppie 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 . Per questo motivo si
parla anche di raggiungibilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e di osservabilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐶𝐶
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione raggiungibile
Per sistemi non completamente raggiungibili è possibile effettuare una trasformazione in modo da
evidenziarne le componenti raggiungibili
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝑅𝑅 𝑥𝑥 𝑡𝑡 l’equazione di
stato può esser riscritta come
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃ 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 �
𝐴𝐴̃ = 𝑎𝑎 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵𝑎𝑎
0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏 0
e
𝑛𝑛 −1
rank ℛ = 𝐵𝐵�𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎 𝐴𝐴̃2𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎 … 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑅𝑅 𝐵𝐵�𝑎𝑎 = 𝑛𝑛𝑅𝑅
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione raggiungibile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione osservabile
Per sistemi non completamente osservabili è possibile effettuare una trasformazione in modo da
evidenziarne le componenti osservabili
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝑂𝑂 𝑥𝑥 𝑡𝑡 l’equazione di
stato può esser riscritta come
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶̃ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃𝑎𝑎 0
𝐴𝐴̃ = 𝐶𝐶̃ = 𝐶𝐶̃𝑎𝑎 0
𝐴𝐴̃𝑏𝑏𝑏𝑏 𝐴𝐴̃𝑏𝑏
e
𝑇𝑇 𝑇𝑇
𝑛𝑛 −1 ̃ 𝑇𝑇 = 𝑛𝑛
rank 𝒪𝒪 = 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 𝐴𝐴̃𝑇𝑇𝑎𝑎 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 𝐴𝐴̃2𝑎𝑎 𝐶𝐶̃𝑎𝑎𝑇𝑇 … 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑜𝑜 𝐶𝐶𝑎𝑎 𝑂𝑂
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione osservabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Raggiungibilità e osservabilità
Nei sistemi LTI, le due proprietà strutturali di osservabilità e raggiungibilità sono duali.
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Un sistema LTI può essere né completamente osservabile né completamente raggiungibile.
Abbiamo visto come, tramite opportuni cambi di variabili di stato, sia possibile mettere in
evidenza i sottosistemi completamente raggiungibili o completamente osservabili
Nelle prossime slide si approfondirà il tema mostrando come sia possibile scomporre un sistema
in modo da metterne in evidenza quattro sotto sistemi sulla base delle proprietà strutturali
introdotte. In particolare, i blocchi in cui verrà diviso un sistema hanno le seguenti proprietà:
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Dato che la matrice dinamica
È facile verificare che la risposta all’impulso dell’uscita dipende esclusivamente dalla sua parte
raggiungibile e osservabile, infatti si ha
𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶̃𝑏𝑏 𝑒𝑒 𝐴𝐴�𝑏𝑏 𝑡𝑡 𝐵𝐵�𝑏𝑏
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s1
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Scomposizione canonica
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s2
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Esercizio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s2
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
Esercizi
Si discutano le proprietà strutturali dei modelli nello spazio per i circuiti RL, RC, RLC
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 12/s3
Titolo: Proprieta' strutturali
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
PROPRIETÀ STRUTTURALI
Domande aperte
Dare la definizione di sistema raggiungibile e osservabile
Rappresentare graficamente le relazioni che sussistono tra i sotto sistemi identificati tramite la
scomposizione canonica
In quali condizioni si può affermare che la risposta all’impulso dell’uscita rappresenta un modello
ingresso-uscita? E cosa si intende con tale affermazione?
Cosa si intende per sistema in forma minima? Di quali proprietà gode tale classe di sistemi?
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Definizione e proprietà
Trasformata di Laplace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esistenza
L’integrale che definisce la trasformata di Laplace non è detto che esista i.e. la trasformata di
Laplace di una generica funzione può non esser definita.
Una condizione sufficiente affinché la trasformata di Laplace esista è che ci sia un valore reale e
positivo 𝜎𝜎� per cui
∞
� 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝜎𝜎�𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑 < ∞
0
Se questa condizione vale, allora si può concludere che la trasformata 𝐹𝐹 𝑠𝑠 è ben definita per
ogni 𝑠𝑠 la cui parte reale è maggiore o uguale a tale valore (i.e. 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑠𝑠 ≥ 𝜎𝜎�)
I segnali che sono fisicamente realizzabili possiedono sempre una trasformata di Laplace
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Esempi
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 13
Titolo: Trasformata di laplace
Attività n°: 1
Trasformate di Laplace
Nella seguente tabella sono riportate le trasformate di Laplace delle funzioni più comuni
𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒔𝒔 𝒇𝒇 𝒕𝒕 𝑭𝑭 𝒔𝒔
Proprietà
La trasformata di Laplace gode delle seguenti proprietà:
Linearità:
ℒ 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎 𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏 𝑔𝑔 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Integrazione: 1
ℒ � 𝑓𝑓 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡
0 𝑠𝑠
ℒ 𝑓𝑓 ∗ 𝑔𝑔 = ℒ 𝑓𝑓 ℒ 𝑔𝑔
Prodotto di convoluzione:
Anti-trasformata
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Esempio
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Si consideri il circuito RLC in figura. Come noto, le leggi 𝑅𝑅 𝐿𝐿
che governano i diversi componenti sono le seguenti:
𝑑𝑑𝑖𝑖 𝑡𝑡 1 𝑡𝑡 𝐶𝐶
𝑣𝑣𝐿𝐿 𝑡𝑡 = 𝐿𝐿 𝑣𝑣𝑅𝑅 𝑡𝑡 = 𝑅𝑅𝑖𝑖 𝑡𝑡 𝑣𝑣𝐶𝐶 𝑡𝑡 = � 𝑖𝑖 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡0
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝐶𝐶 0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
Si assuma che al tempo 𝑡𝑡0 = 0 l’interruttore venga
chiuso e che il generatore fornisca una tensione
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
costante pari a 𝐸𝐸
Esempio
Dalle relazioni che sussistono tra i vari componenti si 𝑅𝑅 𝐿𝐿
ottiene la seguente espressione:
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡 1 𝑡𝑡 𝑡𝑡0 𝐶𝐶
𝐸𝐸 = 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑡𝑡 + 𝐿𝐿 + � 𝑖𝑖 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐶𝐶 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
Per ottenere l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 si deve
risolvere la precedente equazione
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡
In alternativa, si può sfruttare la trasformata di Laplace
arrivando all’espressione
𝐸𝐸
𝐸𝐸 1
= 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝐼𝐼 𝑠𝑠 𝑡𝑡
𝑠𝑠 𝑠𝑠𝐶𝐶
da cui
𝐸𝐸 𝑠𝑠𝑠𝑠
𝐼𝐼 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 1 + 𝐶𝐶𝐶𝐶𝐶𝐶 + 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑠𝑠 2
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − > 0 il denominatore avrà due radici reali distinte a parte reale negativa:
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 𝑅𝑅2 1 − 𝑟𝑟1
𝑟𝑟1,2 =− ± − = A ± B = �
2𝐿𝐿 4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶 − 𝑟𝑟2
1 1
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝑒𝑒 − 𝑟𝑟1 𝑡𝑡 + 𝑒𝑒 − 𝑟𝑟2 𝑡𝑡
𝑟𝑟2 − 𝑟𝑟1 𝑟𝑟1 − 𝑟𝑟2
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Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − = 0 Le radici del denominatore sono reali coincidenti
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅
𝑟𝑟1,2 = −
2𝐿𝐿
L’espressione della corrente può esser quindi riscritta come
𝑅𝑅
1 1 𝑠𝑠 +
−1
𝐼𝐼 𝑠𝑠 = 𝐸𝐸𝐸𝐸 = 𝐸𝐸𝐸𝐸 − 2𝐿𝐿
𝑅𝑅 2 𝑅𝑅 𝑅𝑅 2
𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 +
2𝐿𝐿 2𝐿𝐿 2𝐿𝐿
L’espressione della corrente nel dominio del tempo si può ottenere guardando la tabella
con le trasformate di Laplace più comuni:
𝑅𝑅 𝑅𝑅 𝑅𝑅
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾1 𝑒𝑒 −2𝐿𝐿𝑡𝑡 − 𝐾𝐾2 𝑡𝑡𝑒𝑒 −2𝐿𝐿 = 𝐾𝐾1 − 𝐾𝐾2 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −2𝐿𝐿
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S1
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esempio
Il polinomio a denominatore può avere due radici reali coincidenti, distinte o complesse coniugate
𝑅𝑅 2 1
a seconda del segno di −
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 2 1
Se − < 0 Le radici del denominatore sono complesse coniugate
4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑅𝑅 𝑅𝑅2 1
𝑟𝑟1,2 = − ± − = A ± jB
2𝐿𝐿 4𝐿𝐿2 𝐶𝐶𝐶𝐶
𝐾𝐾1 𝐾𝐾2
𝐼𝐼 𝑠𝑠 = +
𝑠𝑠 + −𝐴𝐴 − 𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑠𝑠 + −𝐴𝐴 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
L’espressione della corrente nel dominio del tempo si può ottenere guardando la tabella
con le trasformate di Laplace più comuni:
𝑖𝑖 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾1 𝑒𝑒 − −𝐴𝐴−𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡 − 𝐾𝐾2 𝑒𝑒 − −𝐴𝐴+𝑗𝑗𝑗𝑗
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S2
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Esercizi
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI ELABORAZIONE E
Insegnamento: CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 13/S2
Attività n°: TRASFORMATA DI LAPLACE
1
Esercizio
𝑅𝑅
ESERCIZIO #1. Si consideri il circuito in figura: determinare
l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 assumendo che al tempo 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0
l’interruttore si chiuda, le condizioni iniziali siano nulle (i.e. 𝑡𝑡0 𝐿𝐿
𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑖𝑖𝐿𝐿 0 = 0) e 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
0 𝑡𝑡 < 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 = �
𝐸𝐸 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
Esercizio
𝑅𝑅
ESERCIZIO #2. Si consideri il circuito in figura: determinare
l’andamento della corrente 𝑖𝑖 𝑡𝑡 assumendo che al tempo 𝑡𝑡 = 𝑡𝑡0
𝐶𝐶
l’interruttore si chiuda, le condizioni iniziali siano nulle (i.e. 𝑡𝑡0
𝑖𝑖 𝑡𝑡
𝑖𝑖𝐿𝐿 0 = 0) e 𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖
0 𝑡𝑡 < 𝑡𝑡0
𝑣𝑣𝑖𝑖𝑖𝑖 𝑡𝑡 = �
𝐸𝐸 𝑡𝑡 ≥ 𝑡𝑡0
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
TRASFORMATA DI LAPLACE
Domande aperte
Dare la definizione di trasformata di Laplace
Dare una condizione necessaria affinché la trasformata di Laplace di una funzione reale 𝑓𝑓 𝑡𝑡
esista
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
� 𝑠𝑠
𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑝𝑝 𝑠𝑠 +
� 𝑠𝑠
𝐷𝐷
Si può dimostrare che il polinomio può essere una trasformata di Laplace se e solo se si riduce a
una costante. In tal caso, l’anti-trasformata di Laplace è una funzione impulsiva
Per semplicità, affronteremo prima il caso in cui le radici del denominatore siano distinte e reali;
successivamente estenderemo lo studio al caso di radici distinte ma complesse; infine
affronteremo il caso di radici multiple.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
I termini 𝑃𝑃𝑖𝑖 sono detti residui della funzione 𝐹𝐹 𝑠𝑠 nei poli 𝑝𝑝𝑖𝑖
Una volta calcolati tutti i residui è possibile calcolare l’anti-trasformata di Laplace (per 𝑡𝑡 ≥ 0):
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑃𝑃𝑖𝑖
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ −1 � = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑝𝑝𝑖𝑖𝑡𝑡
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 =� ,
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℝ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 =� ,
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℝ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛 𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖
Abbiamo visto che è possibile scrivere la trasformata razionale 𝐹𝐹 𝑠𝑠 in funzione dei residui:
𝑛𝑛
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ≠ 𝑝𝑝𝑗𝑗 if 𝑖𝑖 ≠ 𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =� ,
𝐷𝐷 𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∈ ℂ ∀𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
𝑛𝑛
2
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =�
𝐷𝐷 𝑠𝑠 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝�𝑖𝑖
𝑖𝑖=1
A questo punto moltiplicando ambo i membri per ∏𝑛𝑛𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 si può ottenere un sistema di
𝑛𝑛 equazioni in 𝑛𝑛 incognite valutando la precedente espressione in 𝑛𝑛 valori arbitrari di 𝑠𝑠
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Si consideri lo sviluppo della funzione 𝐹𝐹 𝑠𝑠 appena derivato:
𝜇𝜇 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = ��
∏𝜇𝜇𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑛𝑛𝑖𝑖 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑗𝑗
𝑖𝑖=1 𝑗𝑗=1
𝑛𝑛𝑖𝑖
Moltiplicando ambo i membri per 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 si ottiene
𝜇𝜇 𝑛𝑛𝑗𝑗 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑃𝑃𝑗𝑗,𝑘𝑘 𝑛𝑛𝑖𝑖 −𝑘𝑘
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛𝑗𝑗 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 �� 𝑘𝑘
+ � 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑘𝑘 (1)
∏𝜇𝜇𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗 𝑗𝑗=1 𝑘𝑘=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑗𝑗 𝑘𝑘=1
𝑗𝑗≠𝑖𝑖 𝑗𝑗≠𝑖𝑖
𝑑𝑑 𝑛𝑛𝑖𝑖
𝑃𝑃𝑖𝑖,𝑛𝑛𝑖𝑖 −1 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 �
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑠𝑠=𝑝𝑝𝑖𝑖
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
Poli multipli
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Esempio
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 3 + 6𝑠𝑠 2 + 11𝑠𝑠 + 6
I poli della funzione (le radici del denominatore) sono
𝑝𝑝1 = −1, 𝑝𝑝2 = −2, 𝑝𝑝3 = −3
Una volta calcolati i coefficienti 𝑃𝑃𝑖𝑖 dello sviluppo (i.e. i residui) è possibile calcolare l’anti-
trasformata secondo la relazione (valida per 𝑡𝑡 ≥ 0)
𝑛𝑛 3
𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑃𝑃1 𝑃𝑃2 𝑃𝑃3
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ −1 � = ℒ −1 + ℒ −1 + ℒ −1 = � 𝑃𝑃𝑖𝑖 𝑒𝑒 𝑝𝑝𝑖𝑖𝑡𝑡
𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
𝑖𝑖=1 𝑖𝑖=1
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
Per il calcolo dei residui 𝑅𝑅𝑖𝑖 si può utilizzare la formula 𝑃𝑃𝑖𝑖 = 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑠𝑠=𝑝𝑝𝑖𝑖 :
𝑠𝑠 + 10 9 𝑠𝑠 + 10 𝑠𝑠 + 10 7
𝑅𝑅1 = � = 𝑅𝑅2 = � = −8 𝑅𝑅3 = � =
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠=−1 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠=−2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠=−3 2
L’anti-trasformata è quindi
𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
I poli della funzione (le radici del denominatore) sono 𝑝𝑝1 = −1, 𝑝𝑝2,3 = −1 ± 𝑗𝑗
Ovvero la trasformata 𝐹𝐹 𝑠𝑠 ha tutti poli distinti, uno reale e due complessi coniugati
𝑠𝑠 + 10 𝑅𝑅1 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = +
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑅𝑅1 + 𝛼𝛼 = 0 𝑅𝑅1 = 9
�2𝑅𝑅1 + 𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 = 1 ⇒ �𝛼𝛼 = −9
2𝑅𝑅1 + 𝛽𝛽 = 10 𝛽𝛽 = −8
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 −9𝑠𝑠 − 8 𝑠𝑠 + 1 1
= = −9 +
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12
L’anti-trasformata è
𝑅𝑅1 𝛼𝛼𝛼𝛼 + 𝛽𝛽 1 𝑠𝑠 + 1 1
𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 + ℒ −1 = 9ℒ −1 − 9ℒ −1 + ℒ −1
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 1 2 + 12 𝑠𝑠 + 1 2 + 12
= 9𝑒𝑒 −𝑡𝑡 − 9𝑒𝑒 −𝑡𝑡 cos 𝑡𝑡 + 𝑒𝑒 −𝑡𝑡 sin 𝑡𝑡
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s1
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Esercizi
Esercizi
Calcolare l’anti-trasformata delle seguenti trasformate razionali:
2𝑠𝑠 + 3
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠 + 5
𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3 𝑠𝑠 + 4
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ,
𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 9
2𝑠𝑠 + 3
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 2 𝑠𝑠 + 3 3
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 14/s3
Titolo: Anti-trasformata di laplace
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI AUTOMATICA
ANTI-TRASFORMATA DI LAPLACE
Domande aperte
Domande aperte
Dare la definizione di anti-trasformata di Laplace
Per quale motivo è conveniente usare lo sviluppo di Heaviside per riscrivere una funzione
razionale nella variabile complessa 𝑠𝑠?
Descrivere i passaggi fondamentali dei tre metodi visti per anti-trasformare una funzione razionale
nel caso di poli distinti
Descrivere i passaggi fondamentali dei metodi visti per anti-trasformare una funzione razionale
nel caso di poli multipli
Provare a generalizzare tutti e tre i metodi visti nel caso di poli reali distinti al caso più generale di
poli multipli ed eventualmente complessi
Preparare uno schema riassuntivo che descriva i metodi per anti-trasformare funzioni complesse
in tutti gli scenari visti
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Definizione e proprietà
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
In questa lezione si descriverà una rappresentazione dei sistemi dinamici a tempo continuo, detta
Funzione di Trasferimento, che consente di mettere in relazione le trasformate di Laplace
delle variabili di ingresso e di uscita.
Si consideri un generico sistema LTI e una sua rappresentazione con lo spazio di stato
L’ultimo sistema di equazioni è costituito dalla trasformata di Laplace dei movimenti dello
stato e dell’uscita
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Definendo la matrice
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Si osservi come ancora una volta il movimento dell’uscita è dato dalla somma della risposta
forzata e della risposta libera
La matrice 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 −1
𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 è detta funzione di trasferimento del sistema descritto
dalla rappresentazione nello spazio di stato identificato dalle matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
In presenza di condizioni iniziali nulle, il movimento forzato dell’uscita si ottiene semplicemente
moltiplicando la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 per il segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 :
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Da quanto detto segue che, nota la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 e la trasformata di Laplace del
segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile calcolare il movimento forzato dell’uscita 𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 tramite
l’espressione
𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Un sistema dinamico lineare può quindi essere descritto sia tramite un modello nello spazio di
stato che attraverso la funzione di trasferimento
La rappresentazione con lo spazio di stato fornisce anche una descrizione della dinamica
interna del sistema
Sistemi SISO
Nel caso particolare di sistemi SISO, si possono effettuare le seguenti semplificazioni:
La funzione di trasferimento può esser vista come la trasformata di Laplace della risposta
all’impulso: infatti, posto 𝑢𝑢 𝑡𝑡 = imp 𝑡𝑡 , si ha che 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 1 e quindi 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento è una funzione razionale in 𝑠𝑠 data dal rapporto di due polinomi
e quindi esprimibile come 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁(𝑠𝑠)/𝐷𝐷(𝑠𝑠)
Le radici del polinomio a numeratore 𝑁𝑁 𝑠𝑠 sono dette zeri del sistema mentre le radici del
polinomio a denominatore 𝐷𝐷 𝑠𝑠 sono dette poli del sistema.
Per sistemi MIMO, i poli sono definiti come i valori di 𝑠𝑠 in corrispondenza di cui il
denominatore di almeno una delle funzioni razionali che compongono la funzione di
trasferimento si annulla
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Funzione di trasferimento
Per sistemi SISO, quindi, la funzione di trasferimento è una funzione razionale ed è possibile
dimostrare la validità delle seguenti osservazioni:
−1
Per costruzione, la matrice 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 ha dimensione 𝑛𝑛 × 𝑛𝑛
Tutti i suoi elementi sono funzioni razionali in 𝑠𝑠 con denominatore di grado 𝑛𝑛 (che
coincide con il polinomio caratteristico del sistema) e numeratore al più di grado 𝑛𝑛 − 1
−1
Ne segue che la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵, con 𝐷𝐷 = 0, è anch’essa
una funzione razionale con denominatore di grado 𝑛𝑛 e numeratore di grado al più pari a
𝑛𝑛 − 1
Funzione di trasferimento
La funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 può esser scritta in funzione dei suoi poli e zeri:
−1
∏𝑚𝑚
𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑗𝑗
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 = 𝑛𝑛
∏𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛. La differenza tra il grado del denominatore e il grado del numeratore è detto grado
relativo della funzione di trasferimento: 𝑟𝑟 = 𝑛𝑛 − 𝑚𝑚
𝑑𝑑 𝑛𝑛 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑 𝑛𝑛−1 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑦𝑦 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 + 𝛼𝛼0 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝛽𝛽0 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛−1 𝑑𝑑𝑡𝑡
Per ottenere la funzione di trasferimento di questo sistema non è necessario derivare un modello
−1
nello spazio e poi calcolare 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵. Infatti,
𝑑𝑑 𝑖𝑖 𝑦𝑦 0
Assumendo condizioni iniziali nulle: 𝑦𝑦 0 = 0 e = 0 per 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑛𝑛 − 1
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑖𝑖
𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
In presenza di cancellazioni, alcune parti del sistema non sono rappresentate dalla funzione di trasferimento
Dato che le cancellazioni possono coinvolgere sia poli stabili che instabili, la sola conoscenza della
funzione di trasferimento non consente di trarre conclusioni sulla stabilità del sistema
In altre parole, quando il denominatore della funzione di trasferimento non coincide con il polinomio caratteristico
(i.e. quando il grado del polinomio a denominatore della funzione di trasferimento non è pari all’ordine del
sistema) non è possibile trarre conclusioni sulla stabilità o meno del sistema.
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
I poli della funzione di trasferimento coincidono con gli autovalori della parte raggiungibili e
osservabile del sistema
Il grado del polinomio a denominatore della funzione di trasferimento coincide con l’ordine
della parte raggiungibile e osservabile del sistema
In altre parole, i poli di un sistema SISO coincidono con gli autovalori della sua parte
raggiungibile e osservabile
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Ritardo di tempo
In molte applicazioni è necessario dover considerare ritardi di tempo. Ad esempio, l’uscita di un
sistema potrebbe essere disponibile dopo un certo intervallo di tempo
Dato che la funzione di trasferimento è impropria, non ha senso parlare di poli e zeri.
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Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Esempio
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s1
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
Sistemi impropri
Corso di Laurea: Ingegneria informatica e dell'automazione curr. Sistemi di elaborazione e controllo
Insegnamento: Fondamenti di automatica
Lezione n°: 15/s2
Titolo: Funzione di trasferimento
Attività n°: 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Esercizi
Si consideri un sistema la cui rappresentazione nello spazio di stato è caratterizzata dalle seguenti
matrici:
1 2 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 2 1 𝐷𝐷 = 0
0 −1 1
1 5 0
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 1 0 𝐷𝐷 = 2
2 −2 1
Calcolare
Il polinomio caratteristico
La funzione di trasferimento
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
Descrivere quale relazione sussiste tra il polinomio a denominatore della funzione di trasferimento
e gli autovalori della matrice dinamica del sistema
Quando è possibile studiare la stabilità di un sistema a partire dalla sua funzione di trasferimento?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi lineari
In questo nucleo tematico è stata introdotta una classe di sistemi dinamici molto importante: i
sistemi lineari stazionari (LTI) a tempo continuo la cui rappresentazione nello spazio di stato è
Da un lato, in virtù della proprietà di linearità è possibile derivare diversi risultati generali in
modo relativamente semplice
Dall’altro lato, i sistemi LTI possono essere usati per descrivere in modo approssimato anche
sistemi più complessi e quindi è possibile generalizzare i risultati derivati
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Movimenti
A partire dalla descrizione nello spazio di stato sono state derivate le espressione dei movimenti
dello stato e dell’uscita
𝑡𝑡
𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥 𝑡𝑡 = 𝜙𝜙𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜙𝜙𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝑒𝑒 𝑥𝑥0 + � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑
𝑡𝑡0
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝜓𝜓𝑙𝑙 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 0 + 𝜓𝜓𝑓𝑓 𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡, 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝑡𝑡0
𝑥𝑥0 + 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
𝑡𝑡0
ed abbiamo visto che è possibile identificare due componenti: i movimenti liberi e i movimenti forzati
Per poter calcolare l’evoluzione (libera e forzata) del sistema è necessario saper calcolare
l’esponenziale della matrice dinamica: a tal fine sono stati introdotti i concetti di autovalori,
autovettori e diagonalizzabilità di una matrice
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Autovettori e autovalori
Una matrice quadrata 𝐴𝐴 è detta diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale ossia se
esiste una matrice 𝑃𝑃 invertibile per cui valga
𝜆𝜆1
−1 ⋱
𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴 = ⇒ 𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛
Scrivendo la matrice 𝑃𝑃 in termini di vettori colonna 𝑃𝑃 = 𝑃𝑃1 … 𝑃𝑃𝑛𝑛 , la precedente espressione
può esser scritta come un sistema di 𝑛𝑛 equazioni:
𝐴𝐴𝑃𝑃1 = 𝜆𝜆1 𝑃𝑃1
𝜆𝜆𝑖𝑖 ∈ ℝ scalare
𝐴𝐴𝐴𝐴 = 𝑃𝑃𝑃𝑃 ⇒ � ⋮ = ⋮ con ⇒ 𝐴𝐴 − 𝜆𝜆𝑖𝑖 𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑖𝑖 = 0, 𝑖𝑖 = 1, … , 𝑛𝑛
𝐴𝐴𝑃𝑃2 = 𝜆𝜆𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑛𝑛 𝑃𝑃𝑖𝑖 ∈ ℝ𝑛𝑛 vettore colonna
I vettori 𝑃𝑃𝑖𝑖 per cui valgono tali relazioni sono detti autovettori della matrice 𝐴𝐴
I valori 𝜆𝜆𝑖𝑖 sono detti autovalori della matrice 𝐴𝐴. Gli autovalori sono le radici del polinomio
l’esponenziale di una matrice diagonalizzabile può quindi esser calcolato nel seguente
modo:
𝑒𝑒 𝜆𝜆1 𝑡𝑡
𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑃𝑃−1 ∙𝜆𝜆𝐼𝐼𝑛𝑛×𝑛𝑛 ∙𝑃𝑃 𝑡𝑡 −1
𝑒𝑒 = 𝑒𝑒 = 𝑃𝑃 ⋱ 𝑃𝑃
𝜆𝜆𝑛𝑛 𝑡𝑡
𝑒𝑒
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Se 𝐴𝐴 non è diagonalizzabile, è possibile ricondursi ad una forma quasi diagonale (forma canonica
di Jordan) del tipo
𝐽𝐽1
𝐽𝐽 = ⋱
𝐽𝐽𝑛𝑛
in cui la struttura dei blocchi 𝐽𝐽𝑖𝑖 dipende dal tipo e dalla molteplicità dei vari autovalori
L’importanza di questo risultato è dovuta al fatto che è possibile dimostrare che l’esponenziale
preserva la struttura a blocchi di tale matrice
È stato quindi possibile concludere che i movimenti dello stato e dell’uscita sono descritti da
termini di tipo esponenziale, detti modi naturali, i quali caratterizzano il comportamento del
sistema
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 Autovalore reale nell’origine
𝜆𝜆 = 0
𝐼𝐼𝐼𝐼
Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente positiva
𝜆𝜆1,2 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente positivo
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝑅𝑅𝑅𝑅
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi
coniugati con parte reale nulla
𝜆𝜆1,2 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi coniugati con
parte reale strettamente negativa
𝜆𝜆1,2 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente negativo 𝑡𝑡 𝑡𝑡
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Modi naturali
In figura sono riportati i comportamenti (qualitativi) dei modi naturali in funzione del
posizionamento degli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 Autovalore reale nell’origine
𝜆𝜆 = 0
𝐼𝐼𝐼𝐼 Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente positiva
𝜆𝜆1,2 = + 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
Autovalore reale strettamente positivo
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎
𝑅𝑅𝑅𝑅
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi
coniugati con parte reale nulla
𝜆𝜆1,2 = ±𝑗𝑗𝑗𝑗 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Coppia di autovalori complessi coniugati
con parte reale strettamente negativa
𝜆𝜆1,2 = − 𝜎𝜎 ± 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡 𝑡𝑡
Autovalore reale strettamente negativo
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
Per la classe dei sistemi LTI è possibile ricavare utili strumenti di analisi in riferimento alla
proprietà di stabilità: in particolare, sulla base degli autovalori del sistema, è possibile derivare
Questi risultati sono dovuti al fatto che le proprietà di stabilità di un sistema LTI dipendono
esclusivamente dai movimenti liberi del sistema
Nota: quando si parla di stabilità, come già accennato, sono di interesse solo i movimenti
dello stato e quindi il plurale si riferisce ai movimenti delle varie componenti dello stato (non
si intende movimento dello stato e dell’uscita)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità di un movimento
Il movimento 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 si dice
stabile se esistono due costanti positive 𝜖𝜖, 𝛿𝛿 ∈ ℝ per cui valgano le seguenti relazioni:
se è stabile e
𝑥𝑥 ′′ 𝑡𝑡 − 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡
Si ha che lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 =0
𝑡𝑡→∞
instabile
Se non è stabile
Si noti che il movimento 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 rappresenta il movimento dello stato che si origina da uno stato
iniziale sufficientemente vicino a 𝑥𝑥0 e in presenza dello stesso ingresso 𝑢𝑢� 𝑡𝑡
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità di un sistema
Le condizioni di stabilità/instabilità ricavate non dipendono esplicitamente dal generico movimento
𝑥𝑥� 𝑡𝑡 : questo aspetto si traduce nel fatto che l’analisi della stabilità di un qualunque movimento
può esser condotta sul sistema di equazioni
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Stabilità di un sistema
Come detto, lo studio della stabilità di un sistema si può ricondurre allo studio della stabilità dei
movimenti liberi del sistema
𝛿𝛿𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑡𝑡 , 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡0 = 𝛿𝛿𝑥𝑥0
Movimento stabile ( 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 ≤ 𝜖𝜖), si può affermare che un sistema LTI è stabile se e solo
se la norma dei movimenti liberi dello stato è minore di un valore 𝜖𝜖 fissato (i.e. se e solo se
sono limitati), almeno per stati iniziali la cui norma è sufficientemente piccola ( 𝛿𝛿𝑥𝑥0 ≤ 𝛿𝛿)
Movimento asintoticamente stabile ( lim 𝛿𝛿𝛿𝛿 𝑡𝑡 = 0), si può affermare che un sistema LTI
𝑡𝑡→∞
è asintoticamente stabile se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato (sono limitati) e
tendono ad esaurirsi
Un sistema LTI è quindi (asintoticamente) stabile se e solo se tutti i suoi movimenti liberi sono
limitati (e tendono a zero)
Mettendo insieme questi due risultati si ha che per verificare la stabilità di un sistema si deve
verificare che tutti i modi naturali del sistema siano limitati. In altre parole, è necessario che tutti
gli esponenziali 𝑒𝑒 𝜎𝜎𝑖𝑖 𝑡𝑡 siano non crescenti i.e. che 𝜎𝜎𝑖𝑖 ≤ 0, ∀𝑖𝑖
Un sistema LTI è asintoticamente stabile se e solo se tutti i suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖
hanno parte reale strettamente negativa (𝜎𝜎𝑖𝑖 < 0)
Un sistema LTI è instabile se almeno uno dei suoi autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 = 𝜎𝜎𝑖𝑖 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑖𝑖 ha parte reale
positiva (𝜎𝜎𝑖𝑖 > 0)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
A partire dai coefficienti del polinomio caratteristico, si costruisce una tabella seguendo certe
regole (riassunte nella prossima slide): se gli elementi della prima colonna di tale tabella
sono tutti dello stesso segno allora si può concludere che il sistema ha tutti autovalori a
parte reale negativa.
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Raggiungibilità
È stata inoltre introdotto il concetto di raggiungibilità che fa riferimento alla possibilità del
segnale di controllo di avere effetto sulle componenti dello stato. In virtù di queste considerazioni,
la proprietà di raggiungibilità è definita in funzione della risposta forzata del sistema:
Uno stato 𝑥𝑥� è detto raggiungibile se esistono un istante di tempo 𝑡𝑡̃ e un ingresso 𝑢𝑢� t ,
definito per 𝑡𝑡 ∈ [𝑡𝑡0 , 𝑡𝑡̃] , per cui il movimento forzato 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑡𝑡 generato dall’applicazione
dell’ingresso 𝑢𝑢� al sistema, al tempo 𝑡𝑡̃, sia pari allo stato 𝑥𝑥� i.e. se risulta 𝑥𝑥�𝑓𝑓 𝑡𝑡̃ = 𝑥𝑥�
Se tutti gli stati del sistema sono raggiungibili, si parla di sistema (completamente)
raggiungibile
Osservabilità
Un secondo concetto introdotto è l’osservabilità che fa riferimento alla possibilità di osservare
l’evoluzione delle varie componenti dello stato. In virtù di queste considerazioni, la proprietà di
raggiungibilità è definita in funzione della risposta libera dell’uscita:
Uno stato 𝑥𝑥� ≠ 0 è detto non osservabile se il movimento libero da esso generato risulta
identicamente nullo. In altre parole, fissato un istante 𝑡𝑡̃ > 0 e detto 𝑦𝑦�𝑙𝑙 𝑡𝑡 il movimento libero
generato da 𝑥𝑥� per 𝑡𝑡 ≥ 0, risulta 𝑦𝑦�𝑙𝑙 𝑡𝑡 = 0 per 0 ≤ 𝑡𝑡 ≤ 𝑡𝑡̃
𝐶𝐶
𝐶𝐶𝐶𝐶
𝑇𝑇 𝑇𝑇
ℛ = 𝐵𝐵 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐴𝐴2 𝐵𝐵 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐵𝐵 , 𝒪𝒪 = 𝐶𝐶𝐴𝐴2 = 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴𝑇𝑇 𝐶𝐶 𝑇𝑇 𝐴𝐴2 𝐶𝐶 𝑇𝑇 … 𝐴𝐴𝑛𝑛−1 𝐶𝐶 𝑇𝑇
⋮
𝐶𝐶𝐴𝐴𝑛𝑛−1
Questi risultati fanno riferimento esclusivamente alle coppie 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e 𝐴𝐴, 𝐶𝐶 . Per questo motivo si
parla anche di raggiungibilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐵𝐵 e di osservabilità della coppia 𝐴𝐴, 𝐶𝐶
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Scomposizione canonica
Visto che un sistema LTI può essere né completamente osservabile né completamente
raggiungibile, è stata introdotta la scomposizione canonica che consente di mettere in luce le
diverse componenti (non) raggiungibili e/o (non) osservabili:
Mediante un opportuno (non unico) cambio di variabili di stato 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 = 𝑇𝑇𝐾𝐾 𝑥𝑥 𝑡𝑡 è possibile
riscrivere il sistema nel seguente modo
𝑥𝑥�̇ 𝑡𝑡 = 𝐴𝐴̃𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐵𝐵�𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶̃ 𝑥𝑥� 𝑡𝑡 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡
dove
𝐴𝐴̃𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐴𝐴̃𝑎𝑎𝑎𝑎 𝐵𝐵�𝑎𝑎
0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏 0 𝐴𝐴̃𝑏𝑏𝑏𝑏 �
𝐴𝐴̃ = 𝐵𝐵� = 𝐵𝐵𝑏𝑏 𝐶𝐶̃ = 0 𝐶𝐶̃𝑏𝑏 0 𝐶𝐶̃𝑑𝑑
0 0 𝐴𝐴̃𝑐𝑐 𝐴𝐴̃𝑐𝑐𝑐𝑐 0
0 0 0 𝐴𝐴̃𝑑𝑑 0
L’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑎𝑎 costituisce la parte raggiungibile e non osservabile del sistema;
l’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑏𝑏 costituisce la parte raggiungibile e osservabile del sistema;
l’equazione di stato 𝑥𝑥�̇𝑐𝑐 costituisce la parte non raggiungibile e non osservabile; l’equazione di
stato 𝑥𝑥�̇𝑑𝑑 costituisce la parte osservabile e non raggiungibile del sistema
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Sistema linearizzato
I risultati ottenuti per i sistemi LTI sono poi stati generalizzati al caso di sistemi non lineari
𝑥𝑥̇ 𝑡𝑡 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
� , 𝑥𝑥 𝑡𝑡0 = 𝑥𝑥0
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥 𝑡𝑡 , 𝑢𝑢 𝑡𝑡
nell’intorno di un suo punto di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 , 𝑢𝑢� può esser descritto dal sistema lineare
con
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
𝐴𝐴 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐵𝐵 = 𝑓𝑓 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐶𝐶 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 � 𝐷𝐷 = 𝑔𝑔 𝑥𝑥, 𝑢𝑢 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝜕𝜕𝑥𝑥 �
𝜕𝜕𝜕𝜕 �
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢 𝑥𝑥
𝑒𝑒 ,𝑢𝑢
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
La validità del sistema linearizzato è limitata a piccole variazioni del segnale di ingresso Δ𝑢𝑢 e dello
stato iniziale Δ𝑥𝑥 e fintanto che i movimenti dello stato Δ𝑥𝑥 𝑡𝑡 e dell’uscita Δ𝑦𝑦 𝑡𝑡 rimangono limitati
in norma
Una volta linearizzato un sistema, ci si può chiedere quale relazione sussista tra le proprietà di
stabilità del sistema linearizzato e quelle del sistema non lineare. Per rispondere a questa
domanda si enunciano i seguenti teoremi: lo stato di equilibrio 𝑥𝑥𝑒𝑒 del sistema non lineare,
corrispondente all’ingresso costante 𝑢𝑢�, è
asintoticamente stabile se tutti gli autovalori del sistema linearizzato hanno parte reale
negativa
instabile se almeno uno degli autovalori del sistema linearizzato ha parte reale positiva.
Rispetto al caso lineare, quindi, la condizione di stabilità asintotica non è più necessaria e
sufficiente (è solo sufficiente).
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Stabilità
Per quanto detto, dato un sistema non lineare, per studiarne le proprietà di stabilità si deve
trovare il sistema linearizzato e calcolarne gli autovalori con gli strumenti introdotti
precedentemente:
Se tutti gli autovalori hanno parte reale negativa ⇒ il sistema non lineare è asintoticamente
stabile
Se c’è un autovalore a parte reale positiva ⇒ il sistema non lineare è instabile
Se tutti gli autovalori sono a parte reale negativa e nulla non si può concludere nulla
(nemmeno per quanto riguarda la stabilità asintotica)
I risultati enunciati sono noti come il primo criterio di stabilità di Lyapunov (o metodo
indiretto di Lyapunov): SECONDO CRITERIO – (Funzioni di Lyapunov). Si cerca
PRIMO CRITERIO – (Linearizzazione). Si una funzione di Lyapunov definita positiva in un intorno dello
linearizza il sistema in tale stato di equilibrio e, stato di equilibrio: il criterio
in base agli autovalori 𝜆𝜆𝑖𝑖 del sistema Fornisce condizioni sufficienti di stabilità semplice se
linearizzato, il criterio 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 ≤ 0; In questo caso, il teorema di LaSalle può
Fornisce condizioni sufficienti di stabilità esser utilizzato per provare la stabilità asintotica
asintotica se 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 < 0, ∀𝑖𝑖 Fornisce condizioni sufficienti stabilità asintotica se
Fornisce condizioni sufficienti di instabilità 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 < 0
se ∃𝑖𝑖: 𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 > 0 Fornisce condizioni sufficienti di instabilità se 𝑉𝑉̇ 𝑥𝑥 > 0
Non consente di stabilire niente se Non consente di stabilire niente se non si riesce a
𝑅𝑅𝑅𝑅 𝜆𝜆𝑖𝑖 ≤ 0 trovare una tale funzione di Lyapunov
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Condizione sugli autovalori della matrice dinamica: un sistema LTI è asintoticamente stabile
se e solo se tutti gli autovalori della matrice dinamica hanno parte reale strettamente
negativa
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Trasformata di Laplace
Nella seconda parte del nucleo tematico è stato introdotto un importante operatore matematico,
la trasformata di Laplace, che consente di associare ad una funzione in una variabile reale (ad
esempio il tempo), una funzione nella variabile complessa 𝑠𝑠.
La trasformata (unilatera) di Laplace di una generica funzione complessa della variabile reale 𝑡𝑡
definita come 𝑓𝑓: 0; ∞ → ℂ , è data dalla seguente espressione:
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
L’operatore matematico che consente di passare dal dominio della variabile complessa 𝑠𝑠 al
dominio dei reali – detto Anti-trasformata di Laplace ed indicato con ℒ −1 ∙ – è definito come
1 𝜎𝜎+𝑗𝑗𝑗
segue: 𝑓𝑓 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = ∫ 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑒𝑒 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
2𝜋𝜋𝜋𝜋 𝜎𝜎−𝑗𝑗𝑗
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Anti-trasformata
Nella pratica per ottenere la trasformata inversa di Laplace non si dovrà applicare questa formula:
nelle prossime lezioni vedremo diversi metodi che semplificano tale calcolo. Un modo di aggirare
il calcolo del precedente integrale è trovare una funzione 𝑓𝑓 𝑡𝑡 tale per cui valga
∞
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = � 𝑓𝑓 𝑡𝑡 𝑒𝑒 −𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑑𝑑𝑑𝑑
0
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Proprietà
La trasformata di Laplace gode delle seguenti proprietà:
Linearità:
ℒ 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏𝑏 𝑡𝑡 = 𝑎𝑎𝑎 𝑓𝑓 𝑡𝑡 + 𝑏𝑏𝑏 𝑔𝑔 𝑡𝑡
𝑡𝑡
Integrazione: 1
ℒ � 𝑓𝑓 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = ℒ 𝑓𝑓 𝑡𝑡
0 𝑠𝑠
Prodotto di ℒ 𝑓𝑓 ∗ 𝑔𝑔 = ℒ 𝑓𝑓 ℒ 𝑔𝑔
convoluzione:
Funzione di trasferimento
Sfruttando le proprietà della trasformata di Laplace siamo stati in grado di definire una seconda
rappresentazione dei sistemi dinamici a tempo continuo, detta Funzione di Trasferimento, che
consente di mettere in relazione le trasformate di Laplace delle variabili di ingresso e di uscita.
Si osservi come ancora una volta il movimento dell’uscita è dato dalla somma della risposta
forzata e della risposta libera
La matrice 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 −1
𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 è detta funzione di trasferimento del sistema descritto
dalla rappresentazione nello spazio di stato identificato dalle matrici 𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Funzione di trasferimento
In presenza di condizioni iniziali nulle, il movimento forzato dell’uscita si ottiene semplicemente
moltiplicando la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 per il segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 :
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Da quanto detto segue che, nota la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 e la trasformata di Laplace del
segnale di ingresso 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile calcolare il movimento forzato dell’uscita 𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 tramite
l’espressione
𝑦𝑦𝐹𝐹 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Funzione di trasferimento
Per sistemi SISO, quindi, la funzione di trasferimento è una funzione razionale ed è possibile
dimostrare la validità delle seguenti osservazioni:
−1
Per costruzione, la matrice 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 ha dimensione 𝑛𝑛 × 𝑛𝑛
Tutti i suoi elementi sono funzioni razionali in 𝑠𝑠 con denominatore di grado 𝑛𝑛 (che
coincide con il polinomio caratteristico del sistema) e numeratore al più di grado 𝑛𝑛 − 1
−1
Ne segue che la funzione di trasferimento 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵, con 𝐷𝐷 = 0, è anch’essa
una funzione razionale con denominatore di grado 𝑛𝑛 e numeratore di grado al più pari a
𝑛𝑛 − 1
𝑑𝑑 𝑛𝑛 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑 𝑛𝑛−1 𝑦𝑦 𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑦𝑦 𝑡𝑡
+ 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 + 𝛼𝛼0 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝛽𝛽0 𝑢𝑢 𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛 𝑑𝑑𝑡𝑡 𝑛𝑛−1 𝑑𝑑𝑡𝑡
Tramite alcune ipotesi semplificative è infatti possibile ottenere la funzione di trasferimento
nel seguente modo:
𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝛽𝛽𝑛𝑛 𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑛𝑛 𝑈𝑈 𝑠𝑠 ⇒ 𝐺𝐺 𝑠𝑠 = = 𝑛𝑛
𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
Quando questo accade, il grado dei polinomi a numeratore e denominatore della funzione di
trasferimento è 𝜈𝜈 < 𝑛𝑛:
Essendo la funzione di trasferimento una rappresentazione esterna del sistema, è lecito ipotizzare
che gli autovalori (i.e. i poli) del sistema che non compaiono nella funzione di trasferimento siano
associati ad una componente non osservabile e/o non raggiungibile del sistema
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
In presenza di cancellazioni, alcune parti del sistema non sono rappresentate dalla funzione
di trasferimento
Dato che le cancellazioni possono coinvolgere sia poli stabili che instabili, la sola
conoscenza della funzione di trasferimento non consente di trarre conclusioni sulla
stabilità del sistema
In altre parole, quando il denominatore della funzione di trasferimento non coincide con il
polinomio caratteristico (i.e. quando il grado del polinomio a denominatore della funzione di
trasferimento non è pari all’ordine del sistema) non è possibile trarre conclusioni sulla stabilità o
meno del sistema.
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S2
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Discutere la natura (necessarie e/o sufficienti) delle condizioni di stabilità asintotica introdotte nel
contesto dei sistemi lineari e non lineari
Spiegare per quale motivo, nei sistemi LTI, è possibile passare dallo studio della stabilità dei
singoli movimenti alla stabilità dell’intero sistema
Elencare le proprietà dei sistemi asintoticamente stabili: per quale motivo questa proprietà riveste
un ruolo così importante?
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 16/S3
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Test di autovalutazione
Svolgere il test di autovalutazione (FONDAMENTI DI AUTOMATICA – QUIZ – LEZIONE 16).
L'esito del test e le risposte corrette potranno essere visualizzate alla fine dello stesso.
In caso di esito negativo si consiglia di approfondire lo studio del materiale già erogato prima di
proseguire oltre.
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Funzione di trasferimento
Dato un sistema SISO descritto dal sistema di equazioni
abbiamo visto che è possibile calcolarne una rappresentazione esterna, detta funzione di
−1
trasferimento, nel seguente modo: 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Inoltre, si è visto che tale rappresentazione assume la forma di una funzione razionale propria
(strettamente propria se 𝐷𝐷 = 0): 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑁𝑁(𝑠𝑠)/𝐷𝐷 𝑠𝑠
Le radici del polinomio a numeratore sono stati definiti come gli zeri della funzione di
trasferimento
Le radici del polinomio a denominatore sono stati definiti come i poli del sistema; in assenza
di cancellazioni tra numeratore e denominatore (i.e. se l’intersezione dei valori assunti dagli
zeri e dai poli è vuota), l’insieme dei poli coincide con gli autovalori della matrice dinamica
del sistema
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Per studiare un sistema può esser conveniente riscrivere la funzione di trasferimento in una delle
sue forme fattorizzate:
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
In corrispondenza di radici reali nella funzione di trasferimento compaiono termini del tipo
±1
𝑠𝑠 + 𝑟𝑟𝑖𝑖
dove
Moltiplicare 𝐾𝐾 per gli zeri reali e il quadrato delle pulsazioni naturali dei fattori a numeratore
e dividere per i poli reali e il quadrato delle pulsazioni naturali dei fattori a denominatore:
′
∏𝑖𝑖 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐾𝐾 = 𝐾𝐾
∏𝑖𝑖 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
±1
1 ±1
1 + 𝑠𝑠 = 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠
𝑟𝑟𝑖𝑖
±1
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1 2
1+ 𝑠𝑠 + 𝑠𝑠
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 2𝑖𝑖
con
Per calcolare il guadagno di trasferimento a partire dal guadagno di Bode è sufficiente effettuare
il procedimento inverso:
′
∏𝑖𝑖 𝜏𝜏𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐾𝐾 = 𝐾𝐾 2
∏𝑖𝑖 𝜏𝜏𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Date le rappresentazioni equivalenti
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ℎ 2
, 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
si definiscono
𝐾𝐾 ≔ guadagno di trasferimento
𝐾𝐾 ′ ≔ guadagno di Bode
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Rappresentazioni equivalenti
Abbiamo visto che la funzione di trasferimento è una funzione razionale propria e che può esser
scritta come produttoria di fattori elementari
𝟐𝟐𝝃𝝃𝒊𝒊 𝟏𝟏
∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝝉𝝉𝒊𝒊 𝒔𝒔 ∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝒔𝒔 + 𝟐𝟐 𝒔𝒔𝟐𝟐
∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝒛𝒛𝒊𝒊 ∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝟐𝟐𝝃𝝃𝒊𝒊 𝜶𝜶𝑵𝑵𝒊𝒊 + 𝜶𝜶𝟐𝟐𝑵𝑵𝒊𝒊
𝟐𝟐 𝜶𝜶𝑵𝑵𝒊𝒊 𝜶𝜶𝑵𝑵
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑲𝑲 𝒉𝒉 = 𝑲𝑲′ 𝒊𝒊
𝐾𝐾 ′ ≔ guadagno di Bode
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Guadagno
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata di Bode:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑲𝑲′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Assumendo che il sistema sia asintoticamente stabile (i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 > 0 e 𝜁𝜁𝑖𝑖 > 0) e che ℎ = 0
𝑢𝑢� −1
𝑦𝑦� = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = lim 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑢𝑢� = lim 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢� = −𝐶𝐶𝐴𝐴−1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 𝑢𝑢� = 𝐹𝐹 0 𝑢𝑢�
𝑡𝑡→∞ 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠 𝑠𝑠→0 𝑠𝑠→0
Guadagno
Si è appena visto che il guadagno di Bode per un sistema asintoticamente stabile è pari alla
funzione di trasferimento calcolata in 𝑠𝑠 = 0:
𝐾𝐾 ′ = 𝐹𝐹 0 = −𝐶𝐶𝐴𝐴−1 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Quanto detto può essere generalizzato al caso di sistemi non asintoticamente stabili di tipo 0 (un
sistema è detto di tipo zero se ℎ = 0):
Anche in questo caso, infatti, si ha che il valore a regime dell’uscita è pari a 𝑦𝑦� = 𝐾𝐾 ′ 𝑢𝑢� con
𝐾𝐾 ′ = 𝐹𝐹 0
Rimuovendo l’assunzione ℎ = 0, il parametro 𝐾𝐾 ′ risulta essere ben definito. In questo caso viene
detto guadagno generalizzato e può essere calcolato come
𝐾𝐾 ′ = lim 𝑠𝑠 ℎ 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑠𝑠→0
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Monomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 𝒉𝒉 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
Con ragionamenti analoghi, è facile verificare che un fattore del tipo 𝑠𝑠 −ℎ esercita
un’azione integrativa sull’ingresso
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Binomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 𝟏𝟏 + 𝝉𝝉𝒊𝒊 𝒔𝒔 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
2
∏𝑖𝑖 𝒔𝒔 + 𝒛𝒛𝒊𝒊 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
1 1
Il legame tra i poli/zeri e le costanti di tempo è 𝜏𝜏𝑖𝑖 = 𝑧𝑧 , 𝜏𝜏𝑖𝑖 =
𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑖𝑖
L’effetto dei parametri 𝜏𝜏𝑖𝑖 può esser messo in relazione con lo studio dei modi naturali fatto nel
precedente nucleo tematico e riassunto in figura
𝐼𝐼𝐼𝐼
𝜏𝜏 > 0
Autovalore reale strettamente
positivo
𝑡𝑡
𝜆𝜆 = + 𝜎𝜎 i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 < 0
𝑅𝑅𝑅𝑅 Autovalore reale strettamente 𝜏𝜏 < 0
negativo
𝜆𝜆 = − 𝜎𝜎 i.e. 𝜏𝜏𝑖𝑖 > 0 𝑡𝑡
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 17
Attività n°: PARAMETRI DINAMICI DELLA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
1
Trinomio
Si consideri una funzione di trasferimento in forma fattorizzata:
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
2 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 ℎ 2
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
L’effetto dei parametri 𝜁𝜁𝑖𝑖 , 𝜉𝜉𝑖𝑖 e 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 , 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 può esser messo in
relazione allo studio dei modi naturali effettuato nel precedente
nucleo tematico e riassunti in figura:
𝑅𝑅𝑅𝑅
Trinomio
In particolare, per comprendere l’effetto dei singoli parametri, si consideri una coppia di poli
complessi coniugati:
1
2
𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑁𝑁
Le radici sono complesse coniugate per ipotesi e in particolare 𝜔𝜔𝑁𝑁
𝑝𝑝1,2 = −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 ± 𝑗𝑗𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜃𝜃
−𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Ricordando le proprietà dei numeri complessi, si ha che
2
𝑝𝑝1,2 = −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 2 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 = 𝜔𝜔𝑁𝑁
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Date le funzioni di trasferimento
𝑠𝑠 2 − 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 3 + 7𝑠𝑠 2 + 12𝑠𝑠
𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑠𝑠 − 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
17
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 +
2
Determinare le forme fattorizzate in poli e zeri e in forma di Bode
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Scrivere la forma generale della forma fattorizzata in zeri e poli della funzione di trasferimento
Descrivere nel dettaglio i parametri che compaiono nelle forme fattorizzate viste e il loro effetto
qualitativo sulla risposta forzata del sistema
In riferimento ad una coppia di poli complessi coniugati cosa rappresenta la pulsazione naturale
sul piano complesso?
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Consente di mettere in relazione l’effetto dei parametri della funzione di trasferimento sul
comportamento del sistema complessivo
Permette di capire come cambia, al variare della struttura della funzione di trasferimento, la
risposta del sistema
Considerazioni generali
Si consideri un sistema asintoticamente stabile con funzione di trasferimento:
𝛽𝛽𝑚𝑚 𝑠𝑠 𝑚𝑚 + 𝛽𝛽𝑚𝑚−1 𝑠𝑠 𝑚𝑚−1 + ⋯ + 𝛽𝛽1 𝑠𝑠 + 𝛽𝛽0 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑧𝑧𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 2 + 2𝜉𝜉𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝛼𝛼𝑁𝑁2 𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 ℎ
𝑠𝑠 𝑛𝑛 + 𝛼𝛼𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑛𝑛−1 + ⋯ + 𝛼𝛼1 𝑠𝑠 + 𝛼𝛼0 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 𝑝𝑝𝑖𝑖 ∏𝑖𝑖 𝑠𝑠 2 + 2𝜁𝜁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 + 𝜔𝜔𝑁𝑁 2
𝑖𝑖
2𝜉𝜉 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑖𝑖 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
con 𝑚𝑚 ≤ 𝑛𝑛. Nel caso di sistemi asintoticamente stabili si possono effettuare le seguenti osservazioni:
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 si può calcolare tramite il teorema del valore finale:
𝑡𝑡→∞
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore iniziale 𝑦𝑦 0 della risposta al gradino si può calcolare con il teorema del valore
iniziale:
0 se 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
𝑦𝑦 0 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = �
𝑠𝑠→∞ 𝛽𝛽𝑚𝑚 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Per confrontare il comportamento di diversi sistemi è necessario identificare alcuni parametri della
risposta al gradino. Ad esempio, negli esempi in figura risulta evidente che uno dei due sistemi
impiega molto più tempo per raggiungere il suo valore a regime
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ : è il valore assunto a regime ossia una volta che il transitorio si è
esaurito; dal teorema del valore finale si ha che
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore massimo della risposta 𝑦𝑦max : in molte applicazioni è necessario assicurarsi che la
risposta del sistema non raggiunga valori eccessivamente alti nella fase transitoria
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 ×
𝑦𝑦∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il tempo di salita 𝑇𝑇𝑠𝑠 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta passi per la
prima volta dal 10% al 90% del valore a regime
Il tempo di ritardo 𝑇𝑇𝑟𝑟 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta superi per la
prima volta il valore di 0.5 × 𝑦𝑦∞
Il periodo dell’oscillazione 𝑇𝑇𝑝𝑝 : è l’intervallo di tempo tra i primi due valori massimi dell’uscita
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
𝑦𝑦max
𝑦𝑦∞
0.5𝑦𝑦∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
1 1 −
1
𝑡𝑡
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = ℒ −1 𝐾𝐾 − = 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏 , 𝑡𝑡 ≥ 0
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
𝜏𝜏
È facile verificare che se 𝜏𝜏 > 0 (i.e. se 𝑝𝑝 < 0 ⇒ il sistema è asintoticamente stabile) si ha
Dato l’andamento esponenziale, ne segue che 𝑦𝑦max = 𝑦𝑦∞ e quindi non c’è sovra-
elongazione: 𝑑𝑑𝑑𝑑 0 𝐾𝐾
=
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞ 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝜏𝜏
𝑆𝑆% = 100 × =0 𝑦𝑦∞ ≡ 𝑦𝑦max ≡ 𝐾𝐾
𝑦𝑦∞
La derivata della risposta al gradino per 𝑡𝑡 = 0 è
𝜏𝜏
𝑡𝑡
𝑑𝑑𝑑𝑑 0 𝑑𝑑 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏 � 𝐾𝐾
= =
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑡𝑡=0 𝜏𝜏
𝑡𝑡
𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 −𝜏𝜏 ≤ 𝐾𝐾 + 0.01𝜖𝜖 verificata ∀𝑡𝑡 (ritorna il fatto che 𝑆𝑆% = 0)
da cui � 𝑡𝑡
0.01𝜖𝜖 0.01𝜖𝜖
−
𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏 ≥ 𝐾𝐾 − 0.01𝜖𝜖 verificata per 𝑡𝑡 ≥ −𝜏𝜏 ln ⇒ 𝑇𝑇𝑎𝑎𝑎𝑎 = −𝜏𝜏 ln
𝐾𝐾 𝐾𝐾
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Il transitorio si può
ritenere esaurito per
𝑡𝑡 ≅ 4𝜏𝜏
Per 𝑡𝑡 = 𝜏𝜏 la risposta
allo scalino vale
𝑦𝑦 𝜏𝜏 = 0.63𝑦𝑦∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Anti-trasformando si ottiene
1 𝜏𝜏1 1 𝜏𝜏2 1
𝑦𝑦 𝑡𝑡 = ℒ −1 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = ℒ −1 𝐾𝐾 − ∙ + ∙
𝑠𝑠 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝑠𝑠 + 1 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝑠𝑠 + 1
𝜏𝜏1 𝜏𝜏2
𝜏𝜏1 1 𝜏𝜏2 1
− 𝑡𝑡 − 𝑡𝑡
= 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏1 + 𝑒𝑒 𝜏𝜏2 , 𝑡𝑡 ≥ 0
𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2 𝜏𝜏1 − 𝜏𝜏2
È facile verificare che se 𝜏𝜏1 , 𝜏𝜏2 > 0 (i.e. se 𝑝𝑝𝑖𝑖 < 0 ⇒ il sistema è asintoticamente stabile) si ha
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
𝑠𝑠→0
𝑦𝑦 0 lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 0
𝑠𝑠→∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Dato l’andamento esponenziale, ne segue che 𝑦𝑦max = 𝑦𝑦∞ e quindi non c’è sovra-
elongazione:
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 × =0
𝑦𝑦∞
Si noti che
1
− 𝑡𝑡
Se 𝜏𝜏1 ≫ 𝜏𝜏2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 ≅ 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏1 i.e. il sistema diventa di fatto di primo ordine
1
− 𝑡𝑡
Se 𝜏𝜏1 ≪ 𝜏𝜏2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 ≅ 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏2 i.e. il sistema diventa di fatto di primo ordine
Se 𝜏𝜏1 = 𝜏𝜏2 = 𝜏𝜏𝑝𝑝 , l’andamento di 𝑦𝑦 𝑡𝑡 è qualitativamente simile al caso generale e si ha
1 −
𝑡𝑡 𝑡𝑡 −𝑡𝑡
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2 ⇒ 𝑦𝑦 𝑡𝑡 = 𝐾𝐾 1 − 𝑒𝑒
𝜏𝜏 − 𝑒𝑒 𝜏𝜏
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝 𝑠𝑠 𝜏𝜏
Nota: per 𝜏𝜏1 ≫ 𝜏𝜏2 (oppure 𝜏𝜏2 ≫ 𝜏𝜏1 ) si dice che il polo 𝑝𝑝1 (oppure 𝑝𝑝2 ) è dominante nel sistema i.e.
ne caratterizza la dinamica
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Se 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2 la risposta allo scalino presenta una
sovra-elongazione tanto più pronunciata quanto più lo
zero si avvicina all’origine
𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2
In figura sono mostrate le risposte allo scalino (normalizzate)
al variare della posizione dello zero per il sistema
𝑠𝑠 − 𝑧𝑧
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Se 𝜏𝜏1 > 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏2 la risposta allo scalino risulta velocizzata rispetto al caso in cui
𝜏𝜏𝑧𝑧 = 0 (i.e. in assenza di zeri); in particolare, se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏2 si ricade nel caso
precedente
Se 𝜏𝜏1 > 𝜏𝜏2 > 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 0 la risposta allo scalino tende ad assomigliare a quella per
𝜏𝜏𝑧𝑧 = 0 (i.e. in assenza di zeri) per 𝜏𝜏𝑧𝑧 → 0
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
2
𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾 2 2
𝑠𝑠 + 2𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑠𝑠 + 𝜔𝜔𝑁𝑁
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
al variare del valore dello smorzamento 𝜁𝜁 (i.e. fissati il guadagno 𝐾𝐾 = 1 e la pulsazione naturale
𝜔𝜔𝑁𝑁 = 1)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 � 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2 + arccos 𝜁𝜁
1 − 𝜁𝜁 2
𝜔𝜔𝑛𝑛
− 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡 cos 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2 + arccos 𝜁𝜁 � = 𝐾𝐾 𝑒𝑒 −𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡 sin 𝜔𝜔𝑛𝑛 𝑡𝑡 1 − 𝜁𝜁 2
1− 𝜁𝜁 2
I punti di massimo e minimo si hanno quindi per
𝑘𝑘𝑘𝑘
𝑡𝑡̅ = , 𝑘𝑘 ∈ ℕ
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Per valori di 𝑘𝑘 dispari i punti sono di massimo, viceversa di minimo
𝜋𝜋
𝑇𝑇𝑀𝑀 =
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
Il periodo dell’oscillazione è
𝜋𝜋
𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2
𝜔𝜔𝑛𝑛 1 − 𝜁𝜁 2
La sovra-elongazione massima percentuale è
𝜁𝜁𝜁𝜁
𝑆𝑆% = 100𝑒𝑒 1−𝜁𝜁 2
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
In figura sono riportate le risposte scalino (normalizzate) di un sistema con poli complessi al
variare dello smorzamento. Risulta evidente che anche il tempo di salita e di ritardo dipendono da
tale parametro
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Infatti, i valori limite della risposta normalizzata (𝑦𝑦/𝐾𝐾) che caratterizzano tale parametro
sono
𝑦𝑦� 𝑡𝑡 = 1 ± 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑡𝑡
È possibile calcolare il primo istante di tempo per cui la risposta sorpassa queste soglie
imponendo 𝑦𝑦� 𝑡𝑡𝜖𝜖 = 1 ± 0.01𝜖𝜖:
1 + 0.01𝜖𝜖 = 1 + 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡𝜖𝜖 1
⇒ 𝑡𝑡𝜖𝜖 = − ln 0.01𝜖𝜖
1 − 0.01𝜖𝜖 = 1 − 𝑒𝑒 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁𝑡𝑡𝜖𝜖 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
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Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
sono
Sovra-elongazione
Valore a Tempo di massima Periodo delle Tempo di
massima
regime sovra-elongazione oscillazioni assestamento (stima)
percentuale
𝜁𝜁𝜁𝜁 𝜋𝜋 𝜋𝜋 1
𝑦𝑦∞ = 𝐾𝐾 −
1−𝜁𝜁 2
𝑇𝑇𝑀𝑀 = 𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2 𝑇𝑇𝐴𝐴𝐴𝐴 = − ln 0.01𝜖𝜖
𝑆𝑆𝑆 = 100𝑒𝑒 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Per quanto riguarda l’andamento per 𝑡𝑡 > 𝜏𝜏 valgono considerazioni analoghe a quelle appena
fatte: se 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 è del primo o del secondo ordine la risposta al gradino del sistema con ritardo
è quella del sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 traslato in avanti di 𝜏𝜏
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
si è visto che se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 il sistema può essere approssimato dalla funzione
1
𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Per approssimazione si intende il fatto che le caratteristiche della risposta al gradino del
sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 sono praticamente uguali a quelle del sistema 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Se è possibile individuare un sotto-insieme di poli che sono nettamente più vicini all’origine
degli altri, è possibile approssimare il comportamento del sistema solo in funzione di questi
poli (detti dominanti)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 18/S1
Attività n°: RISPOSTA ALLO SCALINO
1
Poli dominanti
In altre parole la risposta allo scalino di un sistema con poli dominanti può essere
approssimata con quella di un sistema con funzione di trasferimento avente unicamente i poli
dominanti e stesso guadagno della funzione di partenza
In figura sono rappresentati due sistemi con poli dominanti (con le croci si identificano i poli
mentre con i pallini gli zeri
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si consideri un sistema del primo ordine asintoticamente stabile. In figura è riportata la risposta
allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento della costante di tempo
Corso di Laurea: Ingegneria Informatica E Dell'automazione Curr. Sistemi Di Elaborazione E Controllo
Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 18/S2
Titolo: Risposta Allo Scalino
Attività n°: 1
Domande aperte
Si consideri un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile con due poli reali e uno zero.
Descrivere qualitativamente l’andamento della risposta allo scalino al variare della posizione dello
zero rispetto alla posizione dei poli.
In figura è riportata la risposta allo scalino al variare della posizione dello zero per due poli reali
fissati.
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del valore dello zero
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Insegnamento: Fondamenti Di Automatica
Lezione n°: 18/S2
Titolo: Risposta Allo Scalino
Attività n°: 1
Domande aperte
Si consideri un sistema con due poli complessi coniugati asintoticamente stabile. In figura è
riportata la risposta allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del fattore di smorzamento
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si consideri un sistema del primo ordine asintoticamente stabile. In figura è riportata la risposta
allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento della costante di tempo
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Si consideri un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile con due poli reali e uno zero.
Descrivere qualitativamente l’andamento della risposta allo scalino al variare della posizione dello
zero rispetto alla posizione dei poli.
In figura è riportata la risposta allo scalino al variare della posizione dello zero per due poli reali
fissati.
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del valore dello zero
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Domande aperte
Si consideri un sistema con due poli complessi coniugati asintoticamente stabile. In figura è
riportata la risposta allo scalino al variare della costante di tempo del polo
Indicare quali sono le curve che corrispondono ad un incremento del fattore di smorzamento
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
È lecito domandarsi se è possibile effettuare il procedimento inverso ossia se, a partire da una
funzione di trasferimento, sia possibile ottenere una rappresentazione del sistema nello spazio di
stato. Questo problema è noto come il problema della realizzazione
Tale problema verrà descritto considerando sistemi SISO, descritti da una generica funzione di
trasferimento nella forma
Forme canoniche
Come già discusso, ad un sistema non è associata un’unica rappresentazione con lo stato. È infatti
possibile, tramite un opportuno cambio di variabili, descrivere lo stesso sistema attraverso diverse
quadruple 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 . Il legame tra le varie rappresentazioni è dato dalla legge di
trasformazione.
Ne segue che il problema della realizzazione ammette infinite soluzioni, ognuna caratterizzate da
diverse quadruple 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷
si costruiscono le matrici 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 utilizzando i termini 𝛼𝛼𝑖𝑖 e 𝛽𝛽𝑖𝑖 . In particolare, nelle forme canoniche
solo 2𝑛𝑛 + 1 elementi dipenderanno dai coefficienti della funzione di trasferimento
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
Per realizzare tale sistema è possibile utilizzare la forma canonica di raggiungibilità, descritta
dalle seguenti matrici:
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑚𝑚 0 … 0 𝐷𝐷 = 0
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
In tale rappresentazione, dunque, solo 2𝑛𝑛 + 1 parametri sono liberi: i rimanenti possono
assumere solo i valori di zero e uno.
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
è chiamata in questo modo perché, indipendentemente dal valore dei parametri 𝛼𝛼𝑖𝑖 (e ovviamente
𝛽𝛽𝑖𝑖 ), il sistema descritto dalla quadrupla 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è sempre raggiungibile
con 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
Per realizzare tale sistema è possibile utilizzare la forma canonica di osservabilità, descritta
dalle seguenti matrici:
𝛽𝛽0
0 … 0 −𝛼𝛼0 ⋮
1 ⋮ 𝛽𝛽
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝑚𝑚 𝐶𝐶 = 0 … 0 1 𝐷𝐷 = 0
⋱ ⋮ 0
1 −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 ⋮
0
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
Anche per questa forma canonica solo 2𝑛𝑛 + 1 parametri sono liberi e valgono considerazioni
analoghe a quelle fatte per la forma canonica di raggiungibilità
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
0 1 0
⋮ ⋱ ⋮
𝐴𝐴 = 𝐵𝐵 = 𝐶𝐶 = 𝛽𝛽0 … 𝛽𝛽𝑛𝑛−1 𝐷𝐷 = 𝛽𝛽𝑛𝑛
0 1 0
−𝛼𝛼0 … … −𝛼𝛼𝑛𝑛−1 1
è chiamata in questo modo perché il sistema descritto dalla quadrupla 𝐴𝐴, , 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 è sempre
osservabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Rappresentazioni equivalenti
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19/S1
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
Rappresentazioni equivalenti
Prima di proseguire oltre, è utile ricordare le diverse rappresentazioni introdotte per i sistemi LTI
SISO. Infatti, abbiamo visto che un sistema LTI SISO può essere descritto tramite
Le variabili di stato
La risposta all’impulso
𝑡𝑡
𝑥𝑥𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 0
𝑡𝑡
𝑦𝑦𝑓𝑓 𝑡𝑡 � = 𝐶𝐶 � 𝑒𝑒 𝐴𝐴 𝑡𝑡−𝜏𝜏
𝐵𝐵𝐵𝐵 𝜏𝜏 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐷𝐷𝐷𝐷 𝑡𝑡 = 𝐶𝐶𝑒𝑒 𝐴𝐴𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷 imp 𝑡𝑡
𝑢𝑢=imp 𝑡𝑡 0
Rappresentazioni equivalenti
La funzione di trasferimento
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
2𝜉𝜉𝑖𝑖 1
∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 𝛼𝛼𝑁𝑁
= 𝐾𝐾 ′ 𝑖𝑖
2𝜁𝜁𝑖𝑖 1
𝑠𝑠 ℎ ∏𝑖𝑖 1 + 𝜏𝜏𝑖𝑖 𝑠𝑠 ∏𝑖𝑖 1 + 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 𝜔𝜔𝑁𝑁 𝑖𝑖
Rappresentazioni equivalenti
Un’equazione differenziale
Con un’opportuna scelta delle variabili di stato si può passare alla rappresentazione
nello spazio di stato
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 19/S1
Attività n°: PROBLEMA DELLA REALIZZAZIONE
1
Rappresentazioni equivalenti
In figura sono riassunte le relazioni che intercorrono tra le varie rappresentazioni viste:
ℒ ∙
Scelta delle Equazione differenziale
variabili di stato ℒ −1 ∙
−1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐶𝐶 𝑠𝑠𝑠𝑠 − 𝐴𝐴 𝐵𝐵 + 𝐷𝐷
Funzione di
Variabili di stato trasferimento
Realizzazione 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝐴𝐴, 𝐵𝐵, 𝐶𝐶, 𝐷𝐷 (eventualmente tramite forme canoniche)
ℒ −1 𝐹𝐹 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si considerino le seguenti funzioni di trasferimento
𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 3
2𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 1
𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 𝑠𝑠 2 + 2𝑠𝑠 + 2
𝑠𝑠 2 + 3𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 2
2𝑠𝑠 + 𝑠𝑠 + 4
𝑠𝑠 𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 2
𝑠𝑠 + 2𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 − 1
Determinare le realizzazioni canoniche in forma raggiungibile e osservabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Cosa si intende con realizzazione? Descrivere il problema della realizzazione
Per quale motivo è utile realizzare un sistema in una delle forme canoniche?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Schemi a blocchi
Nello studio di sistemi di controllo, e in generale di sistemi complessi, è utile scomporre il sistema
in sottosistemi in modo da metterne in luce le interdipendenze
A tal fine è utile usare una rappresentazione grafica, detta schema a blocchi, il cui studio sarà
l’oggetto della presente lezione
Consente di mettere in luce quali variabili agiscono su quali componenti del sistema
Rende agevole il calcolo della funzione di trasferimento del sistema complessivo (o di una
sua porzione)
Permette di modulare il livello di dettaglio della descrizione del sistema in funzione degli
aspetti di interesse
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Le variabili, rappresentate tramite frecce etichettate con il nome della variabile stessa
𝑢𝑢 𝑠𝑠 𝑦𝑦 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Una variabile è la combinazione lineare di altre variabili; a tal fine si utilizza il sommatore ⊕
specificando il segno con cui devono essere considerate le variabili
Una stessa variabile agisce su più sistemi; è sufficiente rappresentare la diramazione della
freccia corrispondente alla variabile
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
− = 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 − 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 + 𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Schema a blocchi
Nel seguito si assumerà che tutte le variabili che compaiono in uno schema a blocchi siano scalari
e che quindi i sistemi rappresentati nei blocchi siano SISO. Ad ogni modo è comunque possibile
utilizzare gli schemi a blocchi anche per rappresentare sistemi MIMO. Infatti, si consideri un
sistema MIMO definito dalla relazione 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 con
𝐹𝐹12 𝑠𝑠 +
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
È possibile rappresentare
graficamente il sistema nel 𝐹𝐹21 𝑠𝑠 +
𝑌𝑌2 𝑠𝑠
seguente modo: 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹22 𝑠𝑠
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Composizione di sistemi
Come anticipato, gli schemi a blocchi consentono di calcolare in modo agevole la funzione di
trasferimento di un insieme di sistemi.
Sistemi in serie
In particolare, vedremo come calcolare la
funzione di trasferimento di sistemi 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
In serie
In parallelo
In controreazione Sistemi in
Sistemi in parallelo controreazione
+ 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ −
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in serie
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni:
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
Imponendo le condizioni 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ,
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
si ottiene il sistema
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠
= 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Sistemi in parallelo
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni:
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
Imponendo le condizioni 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 ,
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
si ottiene il sistema
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ 𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è 𝐹𝐹 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in controreazione
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠
Si considerino due sistemi in serie descritti dalle relazioni: 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠
= 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
La funzione di trasferimento del sistema complessivo è
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹𝐶𝐶 =
1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
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Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Sistemi in controreazione
Se la controre azione è positiva, i.e. se 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 con argomenti simili si arriva a
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑌𝑌2 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
𝐹𝐹1
𝐹𝐹𝐶𝐶 =
1 + 𝐿𝐿 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
Semplificazioni
Le regole di calcolo appena descritte possono essere usate per ridurre, accorpare e semplificare
uno schema a blocchi. Si riportano schemi a blocchi equivalenti ottenuti sfruttando le regole
descritte
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 +
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
Spostamento di una variabile
a monte di un sistema
Spostamento di una variabile
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠
a valle di un sistema
1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝐹𝐹 𝑠𝑠
𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + +
+ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Esercizi
Si considerino i seguenti schemi a blocchi
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹4 𝑠𝑠
+ + −
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
−
+ 𝐹𝐹3 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
𝐹𝐹4 𝑠𝑠
𝑌𝑌 𝑠𝑠
Determinare la funzione di trasferimento 𝐺𝐺 𝑠𝑠 =
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S2
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Esercizi
Si considerino gli schemi a blocchi in figura
𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + +
+ + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
𝑈𝑈3 𝑠𝑠
𝑈𝑈2 𝑠𝑠
+ +
1
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
+
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 20/S3
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (1 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SCHEMI A BLOCCHI
Domande aperte
Qual è la formula per calcolare la funzione di trasferimento di due sistemi in serie?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Stabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
Si consideri un sistema composto dalla serie di due sottosistemi 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 . Come noto, la
funzione di trasferimento del sistema complessivo è data dal prodotto
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Se non ci sono cancellazioni tra i vari polinomi a numeratore e denominatore si può
concludere che il sistema è asintoticamente stabile se lo sono i sottosistemi di partenza
Se avvengono delle cancellazioni dalla funzione di trasferimento non si avrà visione di una
parte nascosta del sistema: Se le cancellazioni riguardano poli instabili, il sistema
complessivo non è asintoticamente stabile
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Raggiungibilità e osservabilità
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
Cancellazioni
Come già osservato, applicando le regole di composizione descritte è possibile che l’ordine del
sistema finale sia inferiore alla somma degli ordini dei sottosistemi.
Quando ciò accade vuol dire che si sono verificate delle cancellazioni tra le varie funzioni di
trasferimento. Tale fenomeno corrisponde alla presenza di parti nascoste del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in serie è
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Le cancellazioni possono quindi avvenire tra i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 e 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠
Se la cancellazione avviene trai i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 la parte nascosta che si genera
è non raggiungibile e osservabile
Se la cancellazione avviene tra i polinomi 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 si genera una parte nascosta che
è raggiungibile e non osservabile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in parallelo è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S1
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in retroazione è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 21/S2
Attività n°: SCHEMI A BLOCCHI (2 DI 2)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Esercizi
Si considerino due processi descritti dalle funzione di trasferimento
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 1
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 3
Calcolare la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due processi sono
connessi in serie (𝑌𝑌1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 ), in parallelo (𝑈𝑈 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 e 𝑌𝑌 𝑠𝑠 ≡ 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 ) e
in retroazione (𝑈𝑈1 𝑠𝑠 ≡ 𝑈𝑈 𝑠𝑠 − 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 e 𝑌𝑌 𝑠𝑠 ≡ 𝑌𝑌1 𝑠𝑠 e 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 )
Dallo studio delle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 , cosa si può concludere sulla
stabilità asintotica del sistema?
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Domande aperte
Si considerino due sistemi descritti dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Domande aperte
Per quanto riguarda lo studio della stabilità asintotica, quale criticità pongono i sistemi connessi in
retroazione?
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in serie:
discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le proprietà
(non osservabili e/o non raggiungibili)
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in
parallelo: discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le
proprietà (non osservabili e/o non raggiungibili)
Si considerino due sistemi descritta dalle funzioni di trasferimento 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 connessi in
retroazione: discutere in che modo possono emergere delle componenti nascoste e descriverne le
proprietà (non osservabili e/o non raggiungibili)
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Introduzione
Nelle precedenti lezioni è stato mostrato un metodo per rappresentare graficamente le relazioni
tra le variabili di ingresso e di uscita di un sistema complesso (schemi a blocchi)
Quando la complessità delle relazioni cresce, risulta però difficile utilizzare tale metodo e, in
particolare, la manipolazione degli schemi a blocchi può diventare estremamente onerosa
Il vantaggio di tale rappresentazione è che esiste una formula per calcolare il guadagno del
grafo in modo da ottenere il legame tra le variabili del sistema
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
La somma di tutti i segnali che escono da un nodo rappresenta il valore 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Se due anelli non hanno nessun nodo in comune si dice che i due anelli non si toccano
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Grafi di flusso
Come anticipato, un grafo di flusso consente di rappresentare graficamente un sistema di
equazioni algebriche (ossia un insieme di legami tra variabili)
Si considerino le variabili 𝑌𝑌, 𝑈𝑈 ∈ ℝ2 e si assuma che siano legate da una relazione del tipo
𝑌𝑌 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , è possibile scrivere
Questo sistema di equazioni può esser rappresentato dal grafo di flusso in figura:
Esempio
Si consideri il sistema di equazioni
𝑎𝑎11 𝑥𝑥1 + 𝑎𝑎12 𝑥𝑥2 + 𝑟𝑟1 = 𝑥𝑥1
𝑎𝑎21 𝑥𝑥1 + 𝑎𝑎22 𝑥𝑥2 + 𝑟𝑟2 = 𝑥𝑥2
dove 𝑢𝑢1 e 𝑢𝑢2 sono le variabili di ingresso e 𝑦𝑦1 e 𝑦𝑦2 le variabili di uscita
𝑎𝑎11
𝑢𝑢1 1 Anello:
𝑥𝑥1 𝐿𝐿1 = 𝑎𝑎11
Gli anelli 𝐿𝐿1 , 𝐿𝐿2 non si
𝑎𝑎21 𝑎𝑎12 Anello:
𝑥𝑥2 𝐿𝐿3 𝑎𝑎21 𝑎𝑎12 toccano
1 Anello: Gli anelli 𝐿𝐿1 , 𝐿𝐿3 e 𝐿𝐿2 , 𝐿𝐿3 si
𝑢𝑢2
𝑎𝑎22 𝐿𝐿2 = 𝑎𝑎22
toccano
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Esempio
Tramite semplici passaggi, il precedente sistema di equazioni può esser riscritto come
Determinante di un grafo
Generalizzando quando appena visto, è possibile dimostrare che il determinante di un grafo di
flusso è dato dalla seguente espressione
𝐾𝐾
Δ=1−
(somma delle trasferenze di tutti gli anelli) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 2 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 3 anelli che non si toccano) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 4 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 5 anelli che non si toccano) +
…
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Formula di Mason
La formula di Mason consente di calcolare la trasferenza lineare 𝑇𝑇𝑖𝑖𝑖𝑖 tra una variabile indipendente
𝑥𝑥𝑖𝑖 (di solito detta ingresso) e una variabile dipendente 𝑥𝑥𝑗𝑗 :
dove la somma va estesa a tutti i possibili cammini 𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 e in particolare
𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il guadagno (o trasferenza) del 𝑘𝑘-esimo cammino dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 ,
calcolato come il prodotto dei guadagni (trasferenze) di tutti i rami del cammino
Δ𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il cofattore del cammino 𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 , calcolato come il determinante del grafo trascurando
tutti gli anelli che toccano il 𝑘𝑘-esimo cammino
Grafi di flusso
Come anticipato, i grafi di flusso sono particolarmente utili nella rappresentazione di un sistema
complesso in quanto, grazie alla formula di Mason appena descritta, è possibile calcolare la
funzione di trasferimento tra due variabili 𝑥𝑥𝑖𝑖 e 𝑥𝑥𝑗𝑗
Il procedimento per effettuare tale calcolo, consiste nei seguenti passi: a partire da un grafo di
flusso
2. Considerare tutti i 𝑘𝑘 possibili cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗
4. Determinare i cofattori Δ𝑘𝑘 dei cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 (è sufficiente porre uguale a zero le trasferenze
degli anelli che toccano il cammino 𝑃𝑃𝑘𝑘 )
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Regole di riduzione
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S1
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Regole di riduzione
È possibile ridurre un grafo di flusso mediante regole di riduzione simili a quelle viste per gli
schemi a blocchi
Per due sistemi in serie 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari al
𝑌𝑌 𝑠𝑠
prodotto delle funzioni di trasferimento: 𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Regole di riduzione
Per due sistemi in parallelo 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento totale è pari
alla somma delle funzioni di trasferimento:
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
Dato che
𝑌𝑌1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 Esistono due cammini 𝑃𝑃1 e 𝑃𝑃2 con
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 guadagno pari a 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 e 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Regole di riduzione
Per due sistemi in controreazione 𝐹𝐹1 e 𝐹𝐹2 , si è visto che la funzione di trasferimento
totale è pari a:
𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝐹𝐹1
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 1 ∓ 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Dato che
Esempio
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
Si consideri il grafo di flusso in figura e si supponga di
voler trovare la funzione di trasferimento 𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
Si ricorda che la procedura per il calcolo della trasferenza 𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
4. Determinare i cofattori Δ𝑘𝑘 dei cammini 𝑃𝑃𝑘𝑘 (è sufficiente porre uguale a zero le trasferenze degli
anelli che toccano il cammino 𝑃𝑃𝑘𝑘 )
𝐹𝐹11 s 𝐹𝐹12 s
4. I cofattori Δ1 e Δ2 dei cammini 𝑃𝑃1 e 𝑃𝑃2 si calcolano dalla precedente equazione ponendo, nel
primo caso, 𝐿𝐿1 = 𝐿𝐿2 = 0 mentre nel secondo caso 𝐿𝐿3 = 𝐿𝐿4 = 0:
Δ1 = 1 − 𝐿𝐿3 − 𝐿𝐿4 , Δ2 = 1 − 𝐿𝐿1 − 𝐿𝐿2
𝑌𝑌 𝑠𝑠 ∑𝐾𝐾
𝑘𝑘=1 𝑃𝑃𝑘𝑘 Δ𝑘𝑘 𝑃𝑃1 Δ1 + 𝑃𝑃2 Δ2 𝐹𝐹1 𝐹𝐹2 𝐹𝐹3 𝐹𝐹4 1 − 𝐿𝐿3 − 𝐿𝐿4 + 𝐹𝐹5 𝐹𝐹6 𝐹𝐹7 𝐹𝐹8 1 − 𝐿𝐿1 − 𝐿𝐿2
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = = =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 Δ Δ 1 − 𝐿𝐿1 + 𝐿𝐿2 + 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿4 + 𝐿𝐿1 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿1 𝐿𝐿4 + 𝐿𝐿2 𝐿𝐿3 + 𝐿𝐿2 𝐿𝐿4
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S1
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Esempio
In figura sono riportati lo schema a blocchi e il grafo di flusso corrispondente al sistema in esame:
è evidente che nel secondo caso il calcolo della funzione di trasferimento è molto più agevole
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
𝐹𝐹11 s 𝐹𝐹12 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s 𝐹𝐹4 s
𝐹𝐹9 s 𝐹𝐹10 s
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
Esempio
Lo schema a blocchi può esser ridotto attraverso i seguenti passaggi:
𝐹𝐹2 s 𝐹𝐹3 s
𝐹𝐹1 s 𝐹𝐹4 s
1 − 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹9 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹3 𝑠𝑠 𝐹𝐹10 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹6 s 𝐹𝐹7 s
𝐹𝐹5 s 𝐹𝐹8 s
1 − 𝐹𝐹6 𝑠𝑠 𝐹𝐹11 𝑠𝑠 1 − 𝐹𝐹7 𝑠𝑠 𝐹𝐹12 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Forme canoniche
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
Introduzione
Nelle precedenti lezioni sono stati introdotti gli schemi a blocchi e i grafi di flusso: strumenti
grafici utili per rappresentare le relazioni tra le variabili
Come già osservato, la scelta delle variabili di stato non è unica e quindi lo stesso sistema può
esser rappresentato da diversi schemi a blocchi o grafi di flusso
In questa lezione vedremo come rappresentare con uno schema a blocchi e con un grafo di
flusso
Forme canoniche
Si consideri una generica funzione di trasferimento
∑𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑃𝑃𝑖𝑖 Δ𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
Δ
è possibile identificare
Forme canoniche
In particolare, quando tutti gli anelli di controreazione si toccano e quando tutti i cammini
diretti toccano gli anelli di controreazione la formula di Mason si semplifica in
∑𝐾𝐾
𝑖𝑖=1 𝑃𝑃𝑖𝑖 Δ𝑖𝑖 somma dei fattori dei cammini diretti
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = =
Δ 1 − somma dei fattori degli anelli di reazione
Sulla base di questo risultato, è immediato trovare una rappresentazione grafica della
funzione di trasferimento
Nelle slide successive verranno presentate due configurazioni di grafi di flusso basate sulla
formula di Mason
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
−𝑎𝑎1
−𝑎𝑎0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
𝑏𝑏𝑚𝑚−1
𝑏𝑏1
𝑏𝑏0 1� 1� 1� 1� 1� 𝑋𝑋1 𝑠𝑠
𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 𝑠𝑠 1
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑋𝑋𝑛𝑛−1 𝑠𝑠 𝑋𝑋𝑛𝑛−2 𝑠𝑠 𝑋𝑋3 𝑠𝑠 𝑋𝑋2 𝑠𝑠
−𝑎𝑎𝑛𝑛−1
−𝑎𝑎𝑛𝑛−2
−𝑎𝑎1
−𝑎𝑎0
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 22/S2
Attività n°: GRAFI DI FLUSSO
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
GRAFI DI FLUSSO
Esercizio
Si consideri lo schema a blocchi in figura
𝐹𝐹5 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 + − 𝑌𝑌 𝑠𝑠
+ +
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝐹𝐹3 𝑠𝑠 𝐹𝐹4 𝑠𝑠
− +
𝐹𝐹6 𝑠𝑠
𝐹𝐹7 𝑠𝑠
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
In questa lezione vedremo come effettuare le principali operazioni per definire e simulare gli
oggetti introdotti
B =
Per determinare la funzione di trasferimento di tale u1
x1 1
sistema è possibile usare la funzione tf: F=tf(SYS) x2 1
x3 1
>> F=tf(SYS)
C =
x1 x2 x3
F =
y1 2 1 3
6 s^2 - 16 s + 10
D =
---------------------
u1
s^3 - 6 s^2 + 9 s - 4
y1 0
Continuous-time transfer function.
Continuous-time state-space model.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑚𝑚
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 𝑛𝑛
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
Fzpk =
5 (s+1) (s+2)
----------------------
s (s+5) (s^2 + 2s + 2)
per mettere in forma fattorizzata in zeri e poli una funzione di trasferimento in forma
>> num=[1 2 3 2 1 0 2];
polinomiale >> den=[1 3 2 4 0 2 0 2 0];
>> Fpol=tf(num,den)
Per determinare la forma
Fpol =
fattorizzata in zeri e poli a
s^6 + 2 s^5 + 3 s^4 + 2 s^3 + s^2 + 2
partire da un sistema -----------------------------------------
s^8 + 3 s^7 + 2 s^6 + 4 s^5 + 2 s^3 + 2 s
descritto nello spazio di
Continuous-time transfer function.
stato
>> zpk(Fpol)
>> A=[[1 0 0];[2 1 0];[0 1 4]];
>> B=[1; 1; 1]; >> C=[2 1 3]; ans =
>> SYS=ss(A,B,C,0);
>> zpk(SYS) (s^2 - 0.9971s + 0.5976) (s^2 + 2.217s + 1.763)
(s^2 + 0.7801s + 1.899)
ans = -------------------------------------------------------
----------------------------
6 (s-1) (s-1.667) s (s+2.828) (s^2 - 1.143s + 0.6366) (s^2 + 1.106s +
----------------- 0.8648) (s^2 + 0.2083s + 1.285)
(s-4) (s-1)^2
zero/pole/gain model. Continuous-time zero/pole/gain model.
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
D = D =
u1 u1
y1 0 y1 0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
>> K=5;
>> zeros=[-1 -2];
>> poles=[0 -5 -1-i -1+i];
>> Fzpk=zpk(zeros,poles,K)
Fzpk =
6 (s-1) (s-1.667)
-----------------
(s-4) (s-1)^2
>> tf(Fzpk)
ans =
6 s^2 - 16 s + 10
---------------------
s^3 - 6 s^2 + 9 s - 4
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Risposta al gradino
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Per simulare la risposta al gradino di un sistema è possibile simulare il sistema in SIMULINK®
Il primo passo consiste ovviamente nel creare il sistema e per far ciò diverse soluzioni sono
possibili: è possibile definire un blocco che rappresenta
Risposta al gradino
Si consideri il sistema nello spazio di stato
Risposta al gradino
Si consideri la funzione di trasferimento in forma
polinomiale
Risposta al gradino
Si consideri la funzione di trasferimento in forma
fattorizzata in zeri e poli
𝑁𝑁𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑚𝑚
𝑖𝑖=1 𝑠𝑠 − 𝑧𝑧𝑖𝑖
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = 𝐾𝐾 𝑛𝑛
𝐷𝐷𝐹𝐹 𝑠𝑠 ∏𝑗𝑗=1 𝑠𝑠 − 𝑝𝑝𝑖𝑖
𝑠𝑠 + 1
=
𝑠𝑠 + 5 𝑠𝑠 + 3 − 𝑗𝑗4 𝑠𝑠 + 3 + 𝑗𝑗4
Selezionando 𝑠𝑠 + 1
= il blocco2“Zero-Pole” è possibile
𝑠𝑠 + 5 𝑠𝑠 + 6𝑠𝑠 + 25
specificare poli, zeri e guadagno della funzione di
trasferimento
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Una volta creato il sistema, è possibile usare il blocco step per applicare un gradino al sistema:
«Step» block
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
In alternativa, è possibile lavorare direttamente in MATLAB®
La funzione step consente di disegnare il grafico della risposta al gradino di un dato sistema
F =
(s+1)
---------------------
(s+5) (s^2 + 6s + 25)
>> step(F)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta al gradino
Premendo con il tasto destro del mouse sulla figura è possibile selezionare diverse opzioni
Peak Response
Settling time
Rise Time
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S1
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Risposta all’impulso
Utilizzando la funzione impulse è possibile tracciare in modo agevole la risposta del sistema
all’impulso:
>> F=zpk([-1],[-5 -3+4j -3-4*j],1)
>> impulse(F)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Interconnessione di sistemi
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
La risposta allo scalino per i due sistemi è identica ed infatti nel grafico si osserva solo una
risposta
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
>> sys1=zpk([],[-5],1)
>> sys2=zpk([-1],[(-3-4*j) (-3+4*j)],1)
>> SYS=series(sys1,sys2)
SYS =
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
(s+1)
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 ---------------------
(s+5) (s^2 + 6s + 25)
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
>> sys1=zpk([],[-5],1)
>> sys2=zpk([-1],[(-3-4*j) (-3+4*j)],1)
>> SYS=parallel(sys1,sys2)
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 SYS =
+
𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝑈𝑈 𝑠𝑠 2(s^2 + 6s + 15)
---------------------
+ (s+5) (s^2 + 6s + 25)
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
Continuous-time zero/pole/gain model.
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Interconnessione di sistemi
Quando si ha un sistema composto da diversi sotto-sistemi, è possibile definire questi ultimi e poi
interconnetterli
ans =
-3.0000 - 4.0000i
-3.0000 + 4.0000i
-5.0000 + 0.0000i
>> eig(parallel(sys1,sys2))
ans =
-5.0000 + 0.0000i
-3.0000 - 4.0000i
-3.0000 + 4.0000i
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
ans =
-4.8025 + 0.0000i
-3.0988 + 4.0785i
-3.0988 - 4.0785i In questo caso la proprietà di stabilità
>> eig(feedback(sys1,sys2,+1)) asintotica si è preservata ma questo
ans = risultato non vale in generale!
-5.2015 + 0.0000i
-2.8992 + 3.9286i
-2.8992 - 3.9286i
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 − 2
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2
È facile verificare che la funzione di trasferimento del sistema dato dall’interconnessione
in retroazione negativa non è asintoticamente stabile: > eig(sys3)
>> sys3=zpk([1],[-1],1);
>> sys4=zpk([2],[-2],1); ans =
>> feedback(sys3,sys4)
-1
ans =
>> eig(sys4)
0.5 (s+2) (s-1)
--------------- ans =
(s^2 + 2)
-2
Continuous-time zero/pole/gain
model.
>> eig(feedback(sys3,sys4))
ans =
0.0000 + 1.4142i
0.0000 - 1.4142i
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S2
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
𝑠𝑠 + 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 + 10
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 = , 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 =
𝑠𝑠 − 1 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 − 1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
SIMULAZIONE DI SISTEMI
Approfondimento
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 23/S3
Attività n°: SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI
1
Approfondimento
Aprire MATLAB® e SIMULINK ® e implementare i comandi illustrati nelle precedenti sessioni di
studio
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
𝐾𝐾 ≔ guadagno di trasferimento
Funzione di trasferimento
È stato inoltre studiato il contributo di ognuno dei termini che compaiono nelle espressioni della
funzione di trasferimento riportate:
N el caso di sistemi non asintoticamente stabili di tipo 0 (un sistema è detto di tipo zero
Trinomio: l’effetto dei parametri 𝜁𝜁𝑖𝑖 , 𝜉𝜉𝑖𝑖 e 𝛼𝛼𝑁𝑁𝑖𝑖 , 𝜔𝜔𝑁𝑁𝑖𝑖 può esser messo in relazione allo studio dei
modi naturali effettuato nel precedente nucleo tematico
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il valore della risposta al gradino a regime 𝑦𝑦∞ = lim 𝑦𝑦 𝑡𝑡 si può calcolare tramite il teorema
𝑡𝑡→∞
del valore finale:
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore 𝑦𝑦 0 per 𝑡𝑡 = 0 della risposta al gradino si può calcolare con il teorema del valore
iniziale:
0 se 𝑚𝑚 < 𝑛𝑛
𝑦𝑦 0 = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = �
𝑠𝑠→∞ 𝛽𝛽𝑚𝑚 se 𝑚𝑚 = 𝑛𝑛
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il valore a regime 𝑦𝑦∞ : è il valore assunto a regime ossia una volta che il transitorio si è
esaurito; dal teorema del valore finale si ha che
0 se ℎ < 0
𝑦𝑦∞ = lim 𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑠𝑠 = � ′
𝑠𝑠→0 𝐾𝐾 se ℎ ≥ 0
Il valore massimo della risposta 𝑦𝑦max : in molte applicazioni è necessario assicurarsi che la
risposta del sistema non raggiunga valori eccessivamente alti nella fase transitoria
𝑦𝑦max − 𝑦𝑦∞
𝑆𝑆% = 100 ×
𝑦𝑦∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Il tempo di salita 𝑇𝑇𝑠𝑠 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta passi per la
prima volta dal 10% al 90% del valore a regime
Il tempo di ritardo 𝑇𝑇𝑟𝑟 : è definito come il tempo necessario affinché la risposta superi per la
prima volta il valore di 0.5 × 𝑦𝑦∞
Il periodo dell’oscillazione 𝑇𝑇𝑝𝑝 : è l’intervallo di tempo tra i primi due valori massimi
dell’uscita
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑦𝑦max
𝑦𝑦∞
0.5𝑦𝑦∞
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
Risposta al gradino di un sistema del primo ordine asintoticamente stabile
Il transitorio si
può ritenere
esaurito per
𝑡𝑡 ≅ 4𝜏𝜏
Risposta al gradino
Risposta allo scalino di un sistema del secondo ordine asintoticamente stabile al variare della
posizione dello zero
𝜏𝜏𝑧𝑧 < 0 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝜏𝜏𝑧𝑧 > 𝜏𝜏𝑝𝑝1 > 𝜏𝜏𝑝𝑝2
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
Risposta al gradino di un sistema del secondo ordine con poli complessi coniugati
asintoticamente stabile del secondo ordine al variare al variare del valore dello smorzamento 𝜁𝜁
(i.e. fissati il guadagno 𝐾𝐾 = 1 e la pulsazione naturale 𝜔𝜔𝑁𝑁 = 1)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Risposta al gradino
I parametri caratteristici della risposta allo scalino di un sistema del secondo ordine del tipo
2
𝐾𝐾𝜔𝜔𝑁𝑁
𝐹𝐹 𝑠𝑠 =
2𝜁𝜁 1
1 + 2 𝑠𝑠 + 2 𝑠𝑠 2
𝜔𝜔𝑁𝑁 𝜔𝜔𝑁𝑁
sono
Sovra-
Tempo di Tempo di
Valore a elongazione Periodo delle
massima sovra- assestamento
regime massima oscillazioni
elongazione (stima)
percentuale
𝜁𝜁𝜁𝜁 𝜋𝜋 𝜋𝜋 1
𝑦𝑦∞ = 𝐾𝐾 −
1−𝜁𝜁 2
𝑇𝑇𝑀𝑀 = 𝑇𝑇𝑃𝑃 = 2 𝑇𝑇𝐴𝐴𝐴𝐴 = − ln 0.01𝜖𝜖
𝑆𝑆𝑆 = 100𝑒𝑒 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜔𝜔𝑁𝑁 1 − 𝜁𝜁 2 𝜁𝜁𝜔𝜔𝑁𝑁
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE CURR. SISTEMI DI
Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
1 + 𝜏𝜏𝑧𝑧 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝1 1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
si è visto che se 𝜏𝜏𝑧𝑧 ≅ 𝜏𝜏𝑝𝑝1 ≫ 𝜏𝜏𝑝𝑝2 il sistema può essere approssimato dalla funzione
1
𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 = 𝐾𝐾
1 + 𝜏𝜏𝑝𝑝2 𝑠𝑠
Per approssimazione si intende il fatto che le caratteristiche della risposta al gradino del
sistema 𝐹𝐹 ′ 𝑠𝑠 sono praticamente uguali a quelle del sistema 𝐹𝐹 𝑠𝑠
Generalizzando, se è possibile individuare un sotto-insieme di poli che sono nettamente più vicini
all’origine degli altri, è possibile approssimare il comportamento del sistema solo in funzione di
questi poli (detti poli dominanti)
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
FONDAMENTI DI
AUTOMATICA
Sistemi in
Schemi a blocchi controreazione
Sistemi in serie
𝐹𝐹1 𝑠𝑠
+
𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠 𝑈𝑈 𝑠𝑠 𝑌𝑌 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 +
𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 + 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Se avvengono delle cancellazioni dalla funzione di trasferimento non si avrà visione di una
parte nascosta del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠
𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 𝑁𝑁1 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = = =
1 + 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑁𝑁 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 + 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
1+ 1
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
In questo caso, in assenza di cancellazioni, il denominatore della funzione di trasferimento
del sistema complessivo è dato dalla somma dei prodotti tra i numeratori e denominatori dei
due sottosistemi.
Cancellazioni
Come già osservato, applicando le regole di composizione descritte è possibile che l’ordine del
sistema finale sia inferiore alla somma degli ordini dei sottosistemi.
Quando ciò accade vuol dire che si sono verificate delle cancellazioni tra le varie funzioni di
trasferimento. Tale fenomeno corrisponde alla presenza di parti nascoste del sistema
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in serie è
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝐹𝐹 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 =
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 𝐷𝐷2 𝑠𝑠
Le cancellazioni possono quindi avvenire tra i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 e 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠
Se la cancellazione avviene trai i polinomi 𝑁𝑁1 𝑠𝑠 − 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 la parte nascosta che si genera
è non raggiungibile e osservabile
Se la cancellazione avviene tra i polinomi 𝑁𝑁2 𝑠𝑠 𝐷𝐷1 𝑠𝑠 si genera una parte nascosta che
è raggiungibile e non osservabile
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in parallelo è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
𝑁𝑁1 𝑠𝑠 𝑁𝑁2 𝑠𝑠
𝑌𝑌1 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹1 𝑠𝑠 𝑈𝑈1 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠 , 𝑌𝑌2 𝑠𝑠 = 𝐹𝐹2 𝑠𝑠 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 = 𝑈𝑈 𝑠𝑠
𝐷𝐷1 𝑠𝑠 1 𝐷𝐷2 𝑠𝑠 2
Come noto, la funzione di trasferimento del sistema complessivo quando i due sistemi sono
connessi in retroazione è
È possibile dimostrare che in presenza di tali cancellazioni (i.e. se i due sistemi condividono
dei poli si genera una parte non osservabile e non raggiungibile
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Grafi di flusso
Un metodo alternativo allo schema a blocchi è rappresentato dai grafi di flusso:
Il vantaggio di tale rappresentazione è che esiste una formula per calcolare il guadagno del
grafo in modo da ottenere il legame tra le variabili del sistema
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
La somma di tutti i segnali che escono da un nodo rappresenta il valore 𝑈𝑈2 𝑠𝑠 𝐹𝐹2 𝑠𝑠
della variabile associata al nodo stesso
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Determinante di un grafo
Il determinante di un grafo di flusso è dato dalla seguente espressione
𝐾𝐾
Δ=1−
(somma delle trasferenze di tutti gli anelli) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 2 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 3 anelli che non si toccano) +
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 4 anelli che non si toccano) −
(somma dei prodotti delle trasferenze di tutte le combinazioni di 5 anelli che non si toccano) +
…
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Insegnamento: ELABORAZIONE E CONTROLLO
Lezione n°: FONDAMENTI DI AUTOMATICA
Titolo: 24/S1
Attività n°: RIPASSO E VERIFICA DELL'APPRENDIMENTO (3)
1
Formula di Mason
La formula di Mason consente di calcolare la trasferenza lineare 𝑇𝑇𝑖𝑖𝑖𝑖 tra una variabile indipendente
𝑥𝑥𝑖𝑖 (di solito detta ingresso) e una variabile dipendente 𝑥𝑥𝑗𝑗 :
dove la somma va estesa a tutti i possibili cammini 𝑘𝑘 dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 e in particolare
𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il guadagno (o trasferenza) del 𝑘𝑘-esimo cammino dalla variabile 𝑥𝑥𝑖𝑖 alla variabile 𝑥𝑥𝑗𝑗 ,
calcolato come il prodotto dei guadagni (trasferenze) di tutti i rami del cammino
Δ𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 è il cofattore del cammino 𝑃𝑃𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 , calcolato come il determinante del grafo trascurando
tutti gli anelli che toccano il 𝑘𝑘-esimo cammino
Grafi di flusso
I grafi di flusso sono particolarmente utili nella rappresentazione di un sistema complesso in
quanto, grazie alla formula di Mason appena descritta, è possibile calcolare la funzione di
trasferimento tra due variabili 𝑥𝑥𝑖𝑖 e 𝑥𝑥𝑗𝑗
Il procedimento per effettuare tale calcolo, consiste nei seguenti passi: a partire da un grafo di
flusso