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C apitolo 1
Analisi nel dominio del temp o
3
4 Analisi nel dominio del tempo
E ottenere il sistema 1 . 3 :
x( t) = e A( t t 0 ) x 0 + R t e A ( t ) B u( ) d
t0
R
y( t) = C e A ( t t 0 ) x 0 + t C e A ( t ) B u( ) d + D u( t)
t0
Le equazioni del nostro modello esplicito sono chiaramente composte da due parti:
( t) , ( t) sono le evoluzioni lib ere o matrici di transizio ne ( nello stato e in
uscita rispettivamente) . Q ueste sono funzione di x 0 ovvero dipendono solo dalla
variabile di stato e non dall uscita.
H( t) , W( t) sono le evoluzioni forzate o matric i de lle rispo ste impulsive ( nello
stato e in uscita rispettivamente) . Q ueste sono funzione dall ingresso u( t) .
Il problema quindi si sposta su come rendere diagonale una matrice non diagonale.
Richiami di algebra lineare.
Indipendenza lineare. I vettori v 1 v k si dicono linearme nte indipe nde nti se presa
un equazione del tipo a 1 v 1 + + a k v k = 0 con a 1 a k scalari, questa risulta verifi-
cata solo se tutti i coefficienti sono uguali a 0.
G eneratori. Un insieme finito o infinito di vettori di V si dice insie me di ge ne ratori
di V se ogni vettore di V si puo scrivere come combinazione lineare di un numero
finito di essi.
B ase. Una base di uno spazio vettoriale V `e un insieme di generatori di V linear-
mente indipendenti fra loro.
C oordinate. Fissata una base B 1 , n = ( v 1 v n ) di V, e preso un vettore w V, si ha
che w si puo scrivere in uno e un solo modo come combinazione lineare dei vettori
di B w = x 1 v 1 + + x n v n . I coefficienti x 1 x n sono detti coo rdinate del vettore w
rispetto alla base B. Possiamo anche scrivere w = B1 , n Xn , 1
C omplemento algebrico. S i chiama complemento algebrico dell elemento di
matrice ( quadrata) a i j , e si indica con A i j , il determinante della matrice ottenuta
sopprimendo la i-esima riga e la j-esima colonna della matrice di partenza e molti-
plicandolo per ( 1 ) i + j .
Matrice inversa. Una matrice A `e invertibile se det( A) 0 e la sua inversa varra
Ai j
A 1 = trasposta
det A
O vvero si costruisce la matrice costituita dei complementi algebrici degli elementi
a i j dividendo ciascuno di essi per il determinante di A, e infine si traspone.
n n n
O p eratore. Un applicazxio ne lineare F: si dice o pe ratore di .
Matrici S imili. Due matrici A, A quadrate di ordine n, si dicono simili se esiste una
matrice invertibile P di ordine n tale che A 0 = P 1 A P.
n
O p eratori in basi diverse. Un operatore di si rappresenta rispetto a basi
diverse con matrici simili.
6 Analisi nel dominio del tempo
che `e proprio il risultato voluto. Q uesto ci permette di calcolare l evoluzione libera nello
stato
n n
X
X
x( t) = e A t x 0 = e i t u i vi x 0 = c i e i t u i con c = v 1 x 0
i= 1 i= 1
1
i =
i
che prendera il nome di costante di te mpo . Piu `e grande questo parametro piu sara lento
il modo naturale associato all autovalore i-esimo.
Esercizio 1 . 1 . Calco lare la rispo sta libe ra ne llo stato pe r un siste ma te mpo co ntinuo in c ui la matrice dina-
mica `e
1 0 1
A= 2 1 1
2 2 0
O ra calcoliamo gli autovettori sinistri corrispondenti ai singoli autovalori e successivamente quelli destri
u1
(A 1 I) u1 = 0
1 0 1 a
2 1 1 b = 0
2 2 0 c
a+c
2a b c = 0
2a + 2b
a+c=0 c= a c= a 1
2a b c = 0 a b=0 a= b u1 = 1
2a + 2b = 0 2a + 2b = 0 b=? 1
u2
(A 2 I) u2 = 0
0 0 1 a
2 2 1 b = 0
2 2 1 c
c
2a 2b c = 0
2a + 2b c
c= 0 c= 0 1
2a 2b = 0 a= b u2 = 1
2a + 2b = 0 a= b 0
u3
(A
3 I) u3 = 0
2 0 1 a
2 0 1 b = 0
2 2 1 c
2a + c
2a c = 0
2a + 2b + c
2a + c = 0 c = 2a 1
2a c = 0 c = 2a u3 = 0
2a + 2b + c = 0 2b = 0 2
M entre gli autovalori destri si calcoleranno imponendo la condizione di ortonormalita con quelli sini-
stri.
v 1T
v 2T = u1 u2 u3 1
v 3T
1 1 1
= 1 1 0 1
1 0 2
2 2 1
2 1 1 T
1 1 0
=
1
2 2 1
= 2 1 1
1 1 0
D unque, ora sappiamo che in caso di autovalori reali e distinti si ha che la matrice di transizione nello
stato sara
3
X
( t) = e i t u i v it
i=1
1 1 1
= 1 2 2 1 + et 1 2 1 1 + e t 0 1 1 0
1 0 2
2 2 1 2 1 1 1 1 0
= 2 2 1 +e 2 1 1 +e
t t
0 0 0
2 2 1 0 0 0 2 2 0
1 . 3 L evo l u z io ne li b era ne l lo s tato 9
Per
proseguire
nel calcolare e A t abbiamo bisogno di saper calcolare l esponenziale
t
e . Per fare cio partiamo col fare alcune considerazioni
e ( A 1 + A 2 ) t = e A 1 t e A 2 t se e solo se le matrici commutano nel prodotto, ovvero A 1 A 2 =
A 2 A1
Nel nostro caso avremo
0 0
= + = A1 + A 2
0 0
A 1 A 2 = ( I) A 2 = A 2 = A 2 = A 2 ( I) = A 2 A 1
quindi possiamo dire che
0 0
t 0
t 0
t
e = e e
t
e 0 cos t sin t
=
0 et sin t cos t
cos t sin t
= e tI
sin t cos t
Dove abbiamo utilizzato la formula di eulero e j = cos + j sin che confrontata con il
nostro generico autovalore complesso coniugato = + j = cos + j sen abbiamo otte-
nuto che = cos , = sen.
t
Dunque abbiamo la matrice diagonalizzata A, abbiamo l esponenziale di e ,
ora possiamo calcolare l esponenziale di e At :
10 Analisi nel dominio del tempo
e 1
e
A t e 1 t cos1 t e 1 t sin1 t
e =
e 1 t sin1 t e 1 t cos1 t
e t cos t e t sin t
e t sin t e t cos t
O ra possiamo calcolare e At :
v1
v
v1 a
e A t = T 1 e A t T = u 1 u u1 a u1 b u a A t
u b e
v1 b
v a
v b
X
X
eA t = e tu v + e k t [ cos k t( u k a v k a + u k b v k b ) + sin k t( u k a v k a u k b v k b ) ]
i= 1 k=1
L evoluzione lib era nello stato. Ora che abbiamo e A t possiamo calcolare l evoluzione
libera semplicemente moltiplicando per x 0
X
X
x( t) = ci e i t u i + m k e k t ( sin( k t + k ) u k a + cos( k t + k ) u k b )
i= 1 k=1
p
mk = c 2k a + c 2k b
ck a = vk a x 0 ck b = v k b x 0
c c
sin k = k a cos k = k b
mk mk
L evoluzione libera risulta cos` costituita da modi naturali ape riodic i e evoluzioni che
avvengono nei piani generati da u a e u b che prendono il nome di modi naturali pseu-
dop eriodici.
C onsiderazioni.
L evoluzione dei modi pseudoperiodici `e sempre esponenziale ma con comp o-
nenti p eriodiche seno e coseno lungo le due direzioni individuate dai corrispon-
denti autovettori ( u a , u b )
Possibili traiettorie del moto pseudoperiodico
TO DO
Figura 1 . 1 .
1 . 3. 4 I mo di naturali: C onclusioni
Utilita dei modi naturali. La conoscenza della collocazione degli autovalori sul piano
complesso, consente di risalire all andamento delle evoluzioni del sistema.
S chema riepilogativo.
si puo notare come l i-esimo modo puo comparire nella sommatoria se e solo se
vi B 0
12 Analisi nel dominio del tempo
`e facile notare che i modi che compaiono nell equazione della W( t) sono queli sia eccita-
bili che osservabili.
C apitolo 2
Analisi nel dominio complesso
2 . 1 . 1 La trasformata di Laplace
La trasformata. La trasformata di laplace associa ad una funzione f( t) definita per t [ 0,
) , la funzione F( s) Z
L[ f( t) ] = e s t f( t) d t
0
P roprieta
` della trasformata.
h i
d
D erivata. L d t f( t) = sF( s) f( 0)
` . L[ f1 ( t) + f2 ( t) ] = L[ f1 ( t) ] + L[ f2 ( t) ]
Linearita
Traslazione nel temp o. L[ f( t a) 1 ( t a) ] = e a s L[ f( t) ] = e a s F( s)
Trasformate di funzioni elementari.
Funzione nel tempo Trasformata
impulso unitario ( t) 1
1
gradino unitario u 0 ( t)
s
1
t
s2
tn 1
n! s +1
n
t 1
e
s
eA t ( s I A) 1
t
e f( t) F( s )
S iamo riusciti ad eliminare i termini integro-differenziali! Q uesta non `e altro che la rap-
presentazione esplicita nel domino complesso del sistema dato. Ovvero, la trasformata di
Laplace del sistema esplicito nel domino del tempo.
13
14 Analisi nel dominio complesso
Le evoluzioni nel dominio complesso. Da quello visto finora possiamo fare delle compa-
razioni dirette con il sistema esplicito nel dominio del tempo ottenendo:
( s) = L[ e A t ] = ( s I A) 1
( s) = L[ Ce A t ] = C( s I A) 1
Zt
H( s) = L eA ( t ) B = ( s I A) 1 B
Zt 0
W( s) = L Ce A ( t ) B + D = C( s I A) 1 B + D
0
2 . 2 La funzione di trasferimento
Il metodo sperimentale. Q uanto visto sino ad ora ci permette di definire un metodo spe-
rimentale per ricavare la funzione di trasferimento di un sistema. Q uesto metodo anche
detto a scatola nera consiste nel fornire determinati ingressi al sistema e registrarne le
risposte impulsive. In un sistema con piu ingressi e piu uscite si tratta di ricomporre la
matrice delle funzioni di trasferimento
W1 1 W1 p
W( s) =
Wq 1 Wq p
analizzando il comportamento di q esperimenti ingresso-uscita del sistema. Per il generico
esperimento, si ha infatti:
y
yi = Wi 1 U1 + + Wi pUp Wi j = i
Uj
( s I A) T
W( s) = C B+D
det( s I A)
Possiamo dire che questa rappresenta una funzio ne razionale al massimo propria , ovvero
il grado del polinomio a numeratore puo essere al massimo uguale a quello del denomina-
tore ( gradoN 6 gradoD) ( questo a causa di alcune semplificazioni) .
Molteplicita ` algebrica e geometrica. Poiche` il calcolo di W( s) si riduce al calcolo di
( s I A) 1 possiamo dire che
( s I A) T E( s) E( s)
( s I A) 1 = = =
| s I A| ( s 1 ) m 1 ( s r ) m r m( s)
W ( s) = C( s I A) 1 B
s+1 0
( s I A) 1 = 1
1 s1
1 s1 1 t
=
(s 1)(s + 1) 0 s+1
1 s1 0
=
(s 1)(s + 1) 1 s+1
H( s) = ( s I A) 1 B
1 s1 0 0
=
(s 1)(s + 1) 1 s+1 1
1 0
=
(s 1)(s + 1) s + 1
0
=
s1
1 0
=
s1 1
1 0
H( t) = L 1
s1 1
t 0
= e
1
( s) = C( s I A) 1
1 s1 0
= 1 0
(s 1)(s + 1) 1 s+1
1
= s1 0
(s 1)(s + 1)
= s+1 0
1
= 1 0
s + 1
1
( t) = L 1 1 0
s+1
= e t 1 0
N( s) b 0 s m + b 1 s m 1 + + b m 1 s + b m b 0 s m + b 1 s m 1 + + b m 1 s + b m
F( s) = = =
D( s) s n + a1 s n 1 + + an 1 s + an ( s p1 ) ( s p2 ) ( s pn )
con m < n e con pn = poli. Q uesta forma ammette lo sviluppo in fratti semplici, che a noi
servira per se mplificare ( di molto) il calcolo de ll antitrasformata . In paricolare noi analiz-
zeremo 2 casi: quello in cui la molteplicita geometrica dei poli `e uguale ad 1 e quello in
cui `e maggiore di 1 .
C aso p oli semplici. In questo caso possiamo decomporre come:
X Ri n
R1 R2 Rn
F( s) = + + + =
s p1 s p2 s pn s pi
i= 1
Ri = lim [ ( s pi ) F( s) ]
s pi
h i
1 /3 1 1
R 3 = lim s 0 s ( s + 1 ) ( s + 4 ) s = ( s + 1 ) ( s + 4) 3
= 12
1 1 1
Yf ( s) = 9( s + 1 )
+ 3 6 ( s + 4)
+ 1 2s
3 . 1 Il regime p ermanente
tuttavia, cos` facendo elimineremmo la dipendenza dal tempo, dunque l approccio corretto
`e quello di porre
yr ( t) = lim y( t)
t0
ovvero:
Zt
yr ( t) = lim W( t ) u( ) d
t0 t0
C ondizioni p er la presenza della risp osta a RP . E necessario che gli autovalori del
sistema con molteplicita geometrica pari a 1 siano a parte reale minore o uguale a zero,
mentre quelli con molteplicita geometrica maggiore di 1 devono essere a parte reale stret-
tamente negativa. Q uesto, come si vedra in seguito, equivale a dire che il sistema deve
essere stabile semplicemente.
Il transitorio e il p ermanente. In definitiva potremmo scomporre la risposta in uscita in
due parti, una transitoria e una permanente
y( t) = yt ( t) + yr ( t)
che `e una scomposizione complementare a quella in evoluzione libera e forzata, tuttavia
possiamo affermare che la risposta a regime `e la parte persistente della risposta forzata,
mentre la risposta libera `e parte del transitorio.
19
20 S tudio del comportamento in frequenza
S tudio della risp osta a regime. C onsideriamo una risposta forzata di un sistema con un
ingresso di tipo canonico:
y f ( t) = W( s) U( s)
1
= W( s) k + 1
s
R1 R2 Rn A0 + A 1 s + + A k s k
= + + + +
( s p1 ) ( s p2 ) ( s pn ) sk+ 1
Dove i coefficienti A i sono i coefficienti a numeratore della W( s) non scomposta in fratti.
O ra antitrasformando otterremo:
X n
A 0 + A1 s + + Ak s k
y f ( t) = L 1 + R i e pi t
sk + 1 i= 1
O sservando questo ultimo risultato si evince che avendo i poli pi parte reale negativa ( per
ipotesi) , il contributo isultanti dalla moltiplicazione della W( s) non scomposta in fratti
con la U( s) .
n
X
lim R i e pi t = 0
t
i= 1
dunque
k
1 A0 + A1 s + + Ak s k W( s) A 0 + A 1 s + + A k s k X A i s i
y f ( t) = L y f ( s) = = =
sk+1 sk +1 sk + 1 i= 0
sk + 1
1 dk
Ak = k! dsk
W( s)
s=0
E, antitrasformando:
1 A0 + A 1 s + + A k s k tk tk 1
yr ( t) = L = A0 + A1 + + Ak
sk+ 1 k! (k 1)!
Dunque il calcolo della risposta a regime permanente si riduce al calcolo dei coefficienti
Ak .
Teorema del valore finale. Viene presentato ora un teorema che puo tornar utile nel cal-
colo della risposta a regime, esso prende il nome di Teorema del valore finale e dice che
lim f( t) = lim s W( s )
t s 0
questa relazione `e valida se e solo se la s W( s) `e una funzione analitica, ovvero tale che ha
i tutti poli con parte reale negativa.
e antritrasformando
n
X
y f ( t) = A 0 1 ( t) + A i e pi t 1 ( t)
i= 1
yr ( t) = A 0 1 ( t) = W( 0) 1 ( t)
W( s) = C( s I A) 1 B
! !
s 1 1
0
= 1 0 k b 1
M
s+ M M
! !
b k 0
1 s+ T
= 1 0 M M 1
s+b k
s + 1 s M
M M
!
b
1 s+ 1 0
=
s+b
k
1 0 M
k
1
s + m
s M
M M
!
1 0
b
= s+ 1 1
s+b k M
s M
+ M M
1 1
=
s
s+b
+
k M
M M
1
= M
1 b k
s2 M + s M + M
D a cui
1
W ( 0) =
k
1
yr p ( t) = ( t)
k 1
u( t) = u 1 ( t) + u 2 ( t)
yr ( t) = yr 1 ( t) + yr 2 ( t)
22 S tudio del comportamento in frequenza
= t
d = d
= t
avremo che
per si ha
per t si ha 0
dunque
" Z #
0
1 j ( t )
yr 1 ( t) = W( ) e d =
2j +
Z+
1
= W( ) e j ( t ) d =
2j 0
Z
1 jt +
= e W( ) e j d
2j 0
notiamo che `e proprio la trasfmormata della risposta impulsiva, dunque il termine vale
= W( s) | s = j
e quindi
1 jt
yr 1 ( t) = e W( j )
2j
Lo stesso procedimento puo essere fatto per l altro sotto-segnale, ottenendo
1 jt
yr 2 = e W( j )
2j
Ricordando alcune proprieta delle funzioni complesse di variabile reale avremo che
W( j) = W ( j)
W( j) = M( ) e j ( ) ( Modulo e fase)
e grazie a queste proprieta possiamo scrivere
(
W( j ) = M( ) e j ( )
W( j ) = M( ) e j ( )
yr ( t) = yr 1 ( t) + yr 2 ( t)
1 jt 1 jt
= e M( ) e j ( ) e M( ) e j ( )
2j 2j
M( ) h j[ t + ( ) ] i
= e e j[ t + ( ) ]
2j
= M( ) sin( t + ( ) )
3. 1 Il re g im e p erm an ente 23
Im
b) Lo sfasamento ( Fase) sara W( j) = ( ) = arctg Re
yr ( t) = M( ) sin( t + ( ) )
3 . 2 I D iagrammi di B o de
dove
1 + ji
`e detto fattore binomio e
1
i =
i
`e detto pulsazione di rottura.
C aso di soluzioni ( p oli o zeri) complesse coniugate diverse da zero. In questo caso
il contributo dato dalle soluzioni sara sviluppabile come
( s i ji ) ( s + i + ji ) = ( s i ) 2 + i2
= s 2 2 i s + 2i + i2
2 2 2 i s s2
= ( i + i ) 1 2 +
( i + i2 ) ( i2 + i2 )
Ricordiamo che un numero complesso coniugato puo essere espresso in modulo e fase
n2 = 2i + i2
i
= p
2i + i2
C aso di soluzioni ( p oli o zeri) identicamente nulle. In questo caso il contributo dato
dalla soluzione sara del tipo
s i = s 0 = j | s = j
che prende il nome di fattore monomio.
S ul calcolo del guadagno. Per calcolare il guadagno possono presentarsi due casi
a) No n e sisto no po li in s = 0:
k = W( s) | s = 0
b) Esisto no po li in s = 0:
k = [ s n W( s ) ] | s = 0
3. 2 . 2 P roprieta
` di mo dulo e fase.
P roprieta
` della fase. Enunciamo due proprieta utili per il calcolo della fase della risposta
armonica
1 . Per
1
=
2. Per ,
( ) = +
P roprieta ` del modulo. Per quanto riguarda il modulo possiamo semplificare calcoli come
| a b | ponendo i termini sotto forma di notazione logaritmica. C os` facendo il modulo
viene espresso in decibel [ dB] :
| a | dB = 20 log 1 0 | a |
A questo punto possiamo ricavare proprieta simili a quelle per la fase
1 . | a b | dB = | a | dB | b | dB
26 S tudio del comportamento in frequenza
1
2. a = | a | dB
dB
k> 0 | k | dB = 20 log1 0 k
k< 0 | k | dB = 20 log1 0 k
Fase :
k>0 k = 0
k<0 k =
Figura 3. 1 .
=1 | j | dB = 0 dB
= 10 | j | dB = 20 dB
= 1 00 | j | dB = 40 dB
3 . 2 I D iag ram m i d i B o d e 27
O vvero il modulo `e una retta con pendenza di 20dB/ decade. G raficando il termine
monomio a numeratore ( per il denominatore la retta ha pendenza inversa, verso il
basso) :
Fase : Per il calcolo della fase basta notare che j `e un immaginario puro, rappre-
sentato sul piano complesso come un vettore giacente sull asse delle ordinate. La
fase dunque ( l angolo con le ascisse) sara di
j =
2
se avessimo quindi un termine monomio a denominatore
1
= j =
j 2
O vvero, graficando:
Fase :
= 0 ( 1 + j) = 0
1
( 1 + j) =
| | 2
1
( 1 + j) =
| | 4
3 . 2 I D iag ram m i d i B o d e 29
b) C aso < 0
n '0
= n =
2
n =
1 0(s 1 )
Esercizio 3. 4. D ata la funzione di trasferimento W ( s) = ( s + 1 0) ( s + 1 00)
tracciare i diagrammi di B ode.
P rima di tutto mettiamo la W( s) in forma canonica di B ode. M ettiamo il evidenza il guadagno k e scri-
viamo
1 ( 1 s) 1 ( 1 j)
W ( s) = =
1 00 1 00 1 + 1 0 j 1 + 1 0 0 j
1 1 1 1
1 + 1 0 s 1 + 1 00 s
s = j
1
Fatto re co stante : K = 1 00
1
M odulo: Md B = 2 0 log | K | = 2 0 log 1 00
= 2 0 ( 2 ) = 40 dB
Fase: K < 0 =
32 S tudio del comportamento in frequenza
Figura 3. 1 2 . M odulo
3 . 4 C aratteriz z az io ne d e i s is te m i l ine ari 33
Figura 3. 1 3. Fase
3 . 3 D iagramma p olare
I diagrammi polari sono la reppresentazione di Modulo e Fase della risposta armonica sul piano
complesso. S ulle ascisse viene riportata la parte reale sulle ordinate la parte immaginaria.
TO DO
10
Esercizio 3. 5. Tracciare il diagramma polare della risposta armonica W ( j) = ( 1 + j )
C ome prima cosa calcoliamo modulo e fase
Modulo della risonanza Mr . E il massimo valore del modulo della risposta armonica
normalizzato a = 0:
max | W( j) |
Mr =
| W( j0) |
Q uesto valore ci dice quanto , per una certa , il sistema ha un comportamento risonante.
C omp ortamento in frequenza e nel temp o. Tra i parametri che caratterizzano il com-
portamento nel tempo e quelli che caratterizzano il comportamento in frequenza esistono
le seguenti relazioni
B3 t s ' const = 3
1 + s
= const = 0. 85
Mr
Inoltre ci dicono che
S e B 3 % allora t s &
S e Mr % allora s %
C apitolo 4
Funzione di trasferimento e problemi di
realizzazione
Per ipotesi una funzione di trasfe rime nto sara` realizzab ile se e ssa rappre se nta una fun-
zione stre ttame nte propria
B0 + B1 s + + Bn 1 s n 1
W( s) =
a0 + a1 s + + an 1 s n 1 + s n
Ao = AT r
B o = CrT
Co = B rT
35
36 Funzione di trasferimento e problemi di realizzazione
Esercizio 4. 2 . Calco lare una realizzazio ne minima pe r la funzio ne di trasfe rime nto
1
s + 1
0
W ( s) =
2 1
s(s + 2) s+2
1 . Espansione in fratti
1
s+1
0
W ( s) = 2 1
s(s + 2) s+2
s(s + 2) 0
2(s + 1 ) s(s + 1)
=
s( s + 1 ) ( s + 2 )
W1 W2 W3
= + +
s s + 1 s+2
s(s + 2) 0
2( s + 1 ) s(s + 1)
W1 = lim s
s0
s( s + 1 ) ( s + 2 )
s(s + 2) 0
2(s + 1) s(s + 1 )
= lim
s0 (s + 1 )(s + 2)
0 0
2 0
=
2
0 0
=
1 0
s(s + 2) 0
2(s + 1 ) s(s + 1)
W2 = lim ( s + 1 )
s 1 s( s + 1 ) ( s + 2 )
s(s + 2) 0
2( s + 1 ) s(s + 1)
= lim
s 1
s( s + 2 )
1 0
0 0
=
1
1 0
=
0 0
s(s + 2) 0
2(s + 1 ) s(s + 1)
W3 = lim ( s + 2 )
s 2 s( s + 1 ) ( s + 2 )
s(s + 2) 0
2( s + 1 ) s(s + 1)
= lim
s 2 s( s + 1 )
0 0
2 2
=
2
0 0
=
1 1
0 0 1 0 0 0
1 0 0 0 1 1
W ( s) = + +
s s+1 s+2
2 . D efiniamo gli i
1 = 2 = 3 = 1
3 . C alcoliamo le matrici B i , Ci
0
W1 = 1 0
1
1
W2 = 1 0
0
0
W3 = 1 1
1
4. 2 S istemi interconnessi
Interconnessione di sistemi. E possibile che si trovino vari sistemi interfacciati fra loro.
Partiamo dunque da due sistemi tipo e andiamo ad analizzare i vari tipi di interconnes-
sione
x 1 = A 1 x 1 + B1 u 1
S1 = x1 n1
y 1 = C1 x 1
(
x 2 = A 2 x 2 + B2 u 2
S2 = x 2 n2
y2 = C2 x 2
4. 2 . 1 Interconnessione in serie
S istema equivalente. A questo punto il problema sta nel trovare le matrici A, B , C del
sistema risultante dall aggregazione.
x 1
x =
x
2
A 1 x 1 + B1 u 1
=
A x + B2 u 2
2 2
A 1 x 1 + B1 u
=
A x + B 2 C1 x 1
2 2
A1 0 x1 B1
= + u
B 2 C1 A 2 x2 0
y = C2 x 2
x1
= 0 C2
x2
In definitiva otteniamo le matrici
A1 0
A= B 2 C1 A 2
B1
B= 0
C= 0 C2
4 . 2 S is tem i inte rc o nne s s i 39
4. 2 . 2 Interconnessione in parallelo
Relazioni di interconnessione.
u1 = u2 = u
y = y1 + y2
Inoltre, come nel caso precedente, possiamo scrivere
x1
x=
x2
S istema equivalente.
x 1
x =
x
2
A 1 x 1 + B1 u 1
=
A x + B2 u 2
2 2
A 1 x 1 + B1 u
=
A x +B u
2 2 2
A1 0 x1 B1
= + u
0 A2 x2 B2
y = y1 + y2
= C1 x 1 + C2 x2
x1
= C1 C2
x2
In definitiva otteniamo le matrici
A1 0
A= 0 A2
40 Funzione di trasferimento e problemi di realizzazione
B1
B= B2
C= C1 C2
Funzione di trasferimento.
Y( s)
F( s) =
U( s)
Y ( s) + Y2 ( s)
= 1
U( s)
Y1 ( s) Y ( s)
= + 2
U1 ( s) U2 ( s)
= F1 ( s) + F2 ( s)
Relazioni di interconnessione.
u 1 = u y 2 = C2 x 2
u 2 = y1 = y = C1 x 1
E inoltre
x1
x=
x2
S istema equivalente.
x 1
x =
x
2
A 1 x 1 + B1 u 1
=
A x + B2 u 2
2 2
A 1 x 1 + B1 ( u y2 )
=
A 2 x 2 + B2 y1
A 1 x 1 + B 1 u B 1 C2 x 2
=
A 2 x 2 + B2 B 1 x 1
A 1 B 1 C2 x1 B1
= + u
B 2 B1 A2 x2 0
y = C1 x 1
x1
= C1 0
x2
In definitiva otteniamo le matrici
A 1 B 1 C2
A= B2 B A2
4 . 2 S is tem i inte rc o nne s s i 41
B1
B= 0
C= C1 0
Funzione di trasferimento.
Y( s)
F( s) =
U( s)
Y1 ( s)
=
U( s)
F1 ( s) U1 ( s)
=
U( s)
F1 ( s)
= [ U( s) Y2 ( s) ]
U( s)
F1 ( s)
= [ U( s) F2 ( s) U2 ( s) ]
U( s)
F1 ( s)
= [ U( s) F2 ( s) Y( s) ]
U( s)
= F1 ( s) F( s) F1 ( s) F2 ( s)
F1 ( s) = F( s) [ 1 + F1 ( s) F2 ( s) ]
F1 ( s)
F( s) =
1 + F1 ( s) F2 ( s)
Relazioni di interconnessione.
u 1 = u y1
y = y 1 = C1 x 1
E inoltre
x = x1
S istema equivalente.
x = x 1
= A 1 x 1 + B1 u 1
= A 1 x 1 + B1 ( u C1 x 1 )
= A 1 x 1 + B1 u B 1 C1 x 1
= ( A 1 B 1 C1 ) x 1 + B1 u
y = C1 x 1
42 Funzione di trasferimento e problemi di realizzazione
Figura 5. 1 .
Equilibrio. C onsideriamo cinque diverse posizioni di una sfera posta sul profilo di un ter-
reno non perfettamente piano, come in figura. Nelle posizioni A, B, C , D se non viene appli-
cata alcuna forza, la palla rimane ferma. Q uesto `e detto uno stato di e quilib rio . Per
quanto riguarda il punto E `e ovvio considerarlo un punto di non equilibrio. Il concetto
che a noi ora interessa `e quello della stab ilita` de ll e quilib rio . O vvero, la capacita di rea-
zione del sistema a seguito di piccole variazioni delle condizioni operative, chiamate pe r-
turbazio ni , come ad esempio la posizione della palla.
S tabilita
` di equilibrio.
Equilib rio instab ile : S e modifichiamo di poco la posizione della palla dal punto A,
il sistema si allontanera dell equilibrio. Ovvero piccole perturbazioni provocano
divergenza.
Equilib rio se mplice me nte stab ile : S e modifichiamo di poco la posizione della palla
nei punti B o C il sistema non diverge ne converge. O vvero piccole perturbazioni
provocano comunque limitatezza nel comportamento del sistema.
Equilib rio stab ile asinto ticame nte : S e modifichiamo di poco la posizione della
panna nel punto D, il sistema tendera comunque verso lo stato di equilibrio in
modo asintotico. Ovvero una piccola perturbazione conduce comunque a conver-
genza.
43
44 S tabilita dei sistemi
Dunque quello dell equilibrio `e un concetto legato a sistemi in evoluzione libera, ovvero
con ingresso nullo u( t) = 0. Nel caso di sistemi lineari in cui
x ( t) = A x( t) + B u( t)
dovra essere verificata la condizione
0 = A x e ( t)
Q uesto ci dice anche che l origine x e = 0 `e sempre uno stato di equilibrio anche se non `e
detto che sia l unico.
Perturbazione. S i definisce p erturbazione una variazione delle condizioni operative, in un
primo tempo considereremo perturbazione una variazione dello stato iniziale da x e .
S tabilita
` semplice. Uno stato di equilibrio x e `e detto stabile semplicemente se ( TO DO
norma) :
, t > t 0 : k x( t 0 ) x e k < k x( t) x e k <
In sostanza questa `e una condizione di limitatezza dell effetto delle perturbazioni.
S tabilita
` asintotica. Uno stato di equilibrio x e `e detto stabile asintoticamente se
x e `e stabile semplicemente
lim t k x( t) x e k = 0 ( condizio ne di attrattivita` )
In pratica si deve avere anche una convergenza verso x e dell evoluzione provocata dalla
perturbazione.
S tabilita` locale e globale. Fino ad ora si `e parlato di stabilita ` locale ovvero di una pro-
prieta ( la stabilita) che `e valida solo per piccole perturbazioni, ovvero che rimangano con-
finate in un intorno di x e . Possiamo tuttavia parlare anche di stabilita ` globale che `e
una proprieta molto piu forte. Essa infatti impone che la stabilita debba valere non solo
in un intorno di x e ma anche per ogni valore che puo assumere lo stato iniziale x( t 0 ) . Un
particolare molto interessante `e che ne i siste mi lineari la stab ilita` locale implica que lla
globale .
P roprieta
` della stabilita
` dei sistemi.
a) In un sistema con stabilita asintotica x e `e unico.
b) L origine `e uno stato di equilibrio, sempre. Q uesto implica che in caso di stabilita
asintotica l unico stato di equilibrio deve essere l origine.
c) La stabilita semplice di uno stato implica, ed `e implicata, da quella di un qualsiasi
altro stato di equilibrio del sistema. Q uest ultima proprieta ci da la possibilita di
parlare di stabilita di un sistema e non solo di uno stato di equilibrio.
5 . 1 . 3 C ondizioni di stabilita
`
C ondizioni di stabilita ` semplice. Un sistema `e stabile semplicemente se e solo se , preso
un valore k finito si ha che
k eA t k 6 k
O vvero, la norma della matrice di transizione deve essere limitata. Q uesta condizione
richiede che tutti gli auto valo ri ab b iano parte reale mino re di ze ro o ppure uguali a ze ro
so lo se se mplici(molte plicita` unitaria).
C ondizioni di stabilita
` asintotica. Un sistema `e stabile asintoticamente se e solo se
E stabile semplicemente
lim t | e A t | = 0
In questo caso, la seconda condizione impone che gli auto valori siano stre ttame nte mino ri
di ze ro .
5 . 2 Il c rite ri o d i Ro u th 45
5 . 2 Il criterio di Routh
1 an an 2
b1 = , b2 = 1 an an 4 , b3 = 1 an an 6 ,
an 1 an 1 an 3
an 1 an 1 an 5 an 1 an 1 an 7
1 a a 1 a a 1 a a
c 1 = n 1 n 3 , c 2 = n 1 n 5 , c 3 = n 1 n 7 ,
b1 b1 b2 b1 b1 b3 b1 b1 b4
O sservando le variazioni di segno dei termini sulla prima colonna possiamo conoscere il
segno degli autovalori
O gni variazione di segno corrisponde ad un autovalore a parte reale positiva.
O gni permanenza di segno corrisponde ad un autovalore a parte reale negativa.
Tuttavia, durante il completamento della tabella `e probabile che si presentino dei casi
particolari in cui bisogna intervenire con opportune tecniche.
Una intera colonna pari a zero. S e si presenta questo caso allora il nostro polinomio sara
scomponibile in due polinomi
p( ) = p1 ( ) p2 ( )
46 S tabilita dei sistemi
Il primo possiede informazioni che riguardano le righe precedenti quella nulla, il secondo
invece, si puo costruire dai coefficienti della riga successiva a quella nulla e possiede
potenze tutte pari. A questo punto se p2 ( ) `e di forma semplice si procede normalmente
costruendo la tabella altrimenti si procede derivando il polinomio rispetto a
d
[ p2 ( ) ]
d
5 1 2 3
4 1 2 15
3 0 12
2
1
0
5 1 2 3
4 1 2 15
3 12 12
2 3 15
1 72
0 15
O sservando la tabella ottenuta possiamo dedurre che il polinomio ha due zeri a parte reale positiva e tre a
parte reale negativa.
5 . 3 La stabilita esterna
S tabilita` ingresso-uscita. La stabilita esterna `e anche detta stabilita ingresso-uscita. Essa
`e una proprieta che ci dice come un sistema risponde a fronte di ingressi limitati. In gene-
rale se la risposta sara limitata ad un ingresso limitato allora si potra parlare di stabilita
esterna. C i sono due tipi di stabilita esterna:
a) Stab ilita` e ste rna ne llo stato ze ro (x 0 )
5 . 3 L a s tab il ita es te rna 47
O vvero la norma della funzione di trasferimento deve essere sommabile nell inter-
vallo considerato. C onsiderando il punto di vista degli autovalori la condizione puo
esprimersi come: gli autovalo ri che so no simultaneame nte eccitab ili ed osse rvab ili
de vo no e sse re a parte reale negativa.
S tabilita
` esterna: C ondizione necessaria e sufficiente affinche` un sistema sia sta-
bile esternamente `e che
i. S ia stabile esternamente nello stato zero.
ii. E verificata la condizione
k ( t) k < k t
In termini di autovalori `e equivalente dire che: gli autovalo ri osse rvab ili in
uscita siano a parte reale stre ttame nte negativa se con mo ltiplikc ita` geome -
trica maggio re di uno , a parte reale negativa o nulla pe r gli altri.
Relazioni tra stabilita esterna e interna.
1 . stabilita interna stabilita esterna.
2. stabilita esterna stabilita esterna nello stato zero.
3. stabilita esterna nello stato zero stabilita interna asintocica, se tutti i modi
sono eccitabili ed osservabili.
4. stabilita esterna nello stato zero stabilita esterna, se tutti i modi sono eccita-
bili.
5. stabilita esterna stabilita interna asintotica, se tutti i modi sono eccitabili ed
osservabili.
6. stabilita esterna stbilita interna semplice, se tutti i modi sono osservabili.
C apitolo 6
S istemi a temp o discreto
6 . 1 Analisi nel dominio del temp o
Modello implicito.
x( k + 1 ) = A x( k) + B u( k)
y( k) = Cx( k) + D u( k)
Modello esplicito.
x( k) = ( k k ) x + P k 1 H( k ) u( )
0 0 = k0
P
y( k) = ( k k 0 ) x 0 + k 1 W( k ) u( )
= k0
C on
( k) = A k
( k) = CA k
H( k) = A k 1 B
D se k = 0
W( k) =
CA k 1 B se k > 0
Potenza di una matrice. Anche nel caso tempo discreto per calcolare la potenza di
matrice, facciamo ricorso alle trasformazioni di coordinate per ottenere una matrice dia-
gonale a blocchi D
A = T 1 D T A t = ( T 1 D T) t = = T 1 D t T
La potenza della matrice A, dunque si riduce a calcolare la potenza dei singoli blocchi dia-
gonali che compongno D. Per quanto riguarda il caso di autovalori reali la soluzione `e
banale, per quelli complessi coniugati invece avremo
= + j = e j = ( cos + j sen)
e dunque
= cos , = sen
cos sen
=
sen cos
e di conseguenza
cos sen t cost sent
=
sen cos sent cost
e in conclusione, la potenza di matrice risultera avere la generica forma
t1
tn
1t cos 1 t 1t sen 1 t
Dt =
1t sen 1 t 1t cos 1 t
t t
m cos m t m sen m t
t t
m sen m t m cos m t
I modi naturali. Dalle considerazioni fatte precedentemente si puo ricavare direttamente la
risposta libera nello stato , che sara data da
" #
X X
k k
x l ( k) = ci i u i + j m j sen( jk + j ) u ja + cos( jk + j ) u jb
i= 1 j= 1
49
50 S istemi a tempo discreto
in cui c i , c ja , c jb , m j , j sono calcolabili come nel caso a tempo continuo. Anche per i
sistemi tempo discreto possiamo distinguere diversi tipi di modi naturali a seconda del
tipo di autovalore associato
modi ape riodici: autovalori reali positivi.
modi alte rnanti: autovalori reali negativi.
modi pse udope riodic i: autovalori complessi coniugati.
Funzione Trasformata Z
z
1 ( k)
z1
z z
ek = k =
z e z
z sen
sen k
z 2 2z cos + 1
z cos
cos k
z 2 2 z cos + 1
( k) 1
k ( n) z
n! (z 1 )n+1
k ( n) ( k n) k ( n) ( k n) z
e =
n! n! ( z ) n + 1
n
d
k n f( k) z F( z)
dz
Teoremi.
Traslazione a destra.
1
Z[ f( k 1 ) ] = F( z)
z
Traslazione a sinistra.
Z[ f( k + 1 ) ] = z F( z) z f( 0)
C onvoluzione. " #
k
X
Z f( ) g( k ) = F( z) G( z)
=0
Valore iniziale.
f( 0) = lim F( z)
| z|
Valore finale.
f( ) = lim ( z 1 ) F( z)
z1
( z) = ( z I A) 1 z
H( z) = ( z I A) 1 B
( z) = C( z I A) 1 z
W( z) = C( z I A) 1 B + D
6 . 3 R is p o s a a re g im e p erm ane nte 51
z i
Ri = lim ( z)
z i z
Poli multipli: mi
r X
X z
( z) = Ri k
( z i) k
i= 1 k 1
dove T `e il passo di campionamento. Per arrivare a questo risultato si `e partito dalla defi-
nizione di funzione di trasferimento come rapporto tra l uscita forzata e il corrispondente
ingresso. Possiamo notare inoltre che la risposta a gradino a tempo discreto corrisponde
al campionamento della risposta al gradino unitario del sistema a tempo continuo, ovvero
W( s)
L 1
s t= k T
ora dividiamo per la Z trasformata del gradino a tempo discreto ( prima abbiamo molti-
plicato per il gradino a tempo continuo) per ottenere la funzione di trasferimento cercata.
6 . 4 S tabilita
C ondizioni.
Stab ilita` se mplice :
k ( k) k < const ( limitatezza)
che in termini di autovalori equivale ad imporre che
(
| 1i | 6 1
| i> 1 | < 1
C riterio di Routh. Anche nel caso tempo discreto `e utilizzabile il criterio di Routh effet-
tuando pero una sostituzione di variabile, considerando un generico polinomio
d( z) = a n z n + a n 1 z n 1 + + a0
s+1
con z=
s1
C riterio di Jury. C ome per il criterio di Routh si tratta di costrutire una tabella, partendo
dal polinomio caratteristico
d( z) = a n z n + a n 1 z n 1 + a1 z + a0
a0 a1 an
an an 1 a0
b0 b1 bn 1
bn 1 b0
c0 cn 2
cn 2 c0
t0 t1 t2
t2 t1 t0
a a1
b 0 = 0
a an 1
n
a0 a n
b n 1 =
a a0
n
a0 ak + 1
b k =
an an k 1
S i avra stabilita asintotica se saranno verificate le condizioni
d( 1 ) > 0
( 1 ) n d( 1 ) > 0
| an | > | a0 | , | b0 | > | bn 1 | , , | t0 | > | t2 |
C apitolo 7
Esercizi
Esercizio 7. 1 . (Esame di Teo ria de i siste mi 1 3. 1 2. 2004 e se rc izio 2 co mpito A )
Tracc iare il diagramma di Bode re lativo alla funzio ne di trasfe rime nto
1s
W ( s) = k
s 2 ( 1 + s)
M odulo:
1 Md B = 0 dB
1 Md B = retta: 2 0x c
=1 Md B = 3 dB
Fase:
1 =0
1 =
2
=1 =
4
M odulo:
1 Md B = 0 dB
1 Md B = retta: 2 0x c
=1 Md B = 3 dB
Fase:
1 =0
1 =
2
=1 =
4
M odulo:
=1 Md B = 0
= 10 Md B = 2 0
= 1 00 Md B = 40
Fase:
=
2
53
54 Esercizi
Figura 7. 1 .
1 = 0, 2 = 1 , 2 = 2
E s e rc iz i 55
Essendo gli autovalori tutti reali, allora possiamo calcolare l evoluzione libera nello stato tramite la
3
X
( t) = e i t u i v iT
i= 1
per fare cio dobbiamo calcolare prima di tutto gli autovettori sinistri asso ciati agli autovalori
u1
(A
1 I) u1 = 0
0 0 1 a
1 1 1 b = 0
0 0 2 c
c
a b+c = 0
2c
u1 =
0
1
u1 = 1
0
u2
(A 2 I) u2 = 0
1 0 1 a
1 0 1 b = 0
0 0 1 c
a+c
a+c = 0
c
0
u2 =
0
0
u2 = 1
0
u3
(A
3 I) u3 = 0
2 0 1 a
1 1 1 b = 0
0 0 0 c
2a + c
a+b+c = 0
0
u3 =
2
1
u3 = 1
2
1 1 0
= trasposta 0 1 0
1 1
2
1 2
1
1 0 2
= 1 1 1
1
0 0 2
e dunque
3
X
( t) = e i t u i v iT
i= 1
1 1
1 0 2 0 0 0 0 0 2
= 1 0 1 + e 1 1 1 + e
t 2 t 1
0 0 2
2
0 0 0 0 0 0 0 0 1
1 e 2 t
1 0 2
e 2t
= 1 e t 1
+ e t 2
2
0 0 e 2 t
W ( t) = C ( t) B
1 e 2t
1 0 2
2 1
0 0 1
= t 1 + e t e
2t
1
1 1 2 1 e 2 2
1
0 0 e 2 t
!
1
0 0 e 2t 1
=
2 e t 1 e t 2 e 2 t
1
!
e 2 t
=
3 2 e t 2 e 2t
0 0 1
= + e t + e 2 t
3 2 2
b) Studiare ecc itab ilita` e o sse rvab ilita`
c) (no n ne l co mpito ) Calco lare la funzio ne di trasfe rimento tramite l uso de l me todo co mple sso
Per calcolare la funzione di trasferimento, come prima cosa dobbiamo trovare la
s 0 1
( s I A) 1 = 1 1 +s 1 1
0 0 2+s
(1 + s)(2 + s) 2+s 0
0 s(2 + s) 0 T
1 +s s+1 s(1 + s)
=
s( 1 + s) ( 2 + s)
1 1
s s(s + 1)
0
1
= 0 s+1
0 T
1 1 1
s(s + 2) s(s + 2) s+2
1 1
s
0 s(s + 2)
1 1 1
= s(s + 1) s+1 s(s + 2)
1
0 0 s+2
1 1
0
s s(s + 2) 1
0 0 1 1 1 1
C( s I A) 1 B = 1
1 1 2 s(s + 1) s+1 s(s + 2)
1 1
0 0 s+2
1 1
0 0 s+2
= 1 1 1 2
1
s
s(s + 1 )
s+1 s+2 1
1
s+2
= 1 1 1 2
s
s(s + 1 )
s+1
s+2
E s e rc iz i 57
W ( s) = L[ W ( t) ]
" !#
e 2 t
= L
3 2 e t 2 e 2t
1
= 1
s+2
2 2
3s s+1
s+2
Per semplificare i calcoli possiamo ricorrere ad alcune proprieta della trasformata, come quella della
sovrapposizione delgi effetti e quella della traslazione nel tempo, dunque per ora consideriamo
1
l ingresso u( s) = L[ 1 ( t) ] = s e poi trasleremo nel tempo il risultato.
E dunque la risposta forzata all ingresso dato, sara
1
W( s) u( s) = s+2 1
1 2 2 s
3s s+1
s+2
1
s(s + 2)
= 1 2 2
3 s2
s(s + 1)
s(s + 2)
1 A B
= +
s( s + 2 ) s s+2
1 A( s + 2 ) + B s
=
s( s + 2 ) s( s + 2 )
1 = As + 2A + Bs
2A = 1
A+B=0
(
1
A= 2 1 1
B= A 2s 2(s + 2)
e) Calco lare la rispo sta a regime pe rmane nte , se e siste , all ingresso u( t) = 2 sin( 2 t)
Esercizio 7. 3. (Esame Teo ria de i Siste mi 29. 1 1 . 2003 e se rc izio 5) Studiare la stab ilita` de l siste ma a
te mpo co ntinuo ave nte il seguente po lino mio caratteristico
p( ) = 3 6 + 9 4 + 6 2 + 1
3 9 6 0
6
0 0 0 1
5
4
3
2
1
0
58 Esercizi
6 3 9 6 0
5 1 0 0 1
4 9 6 3
3 2 1
1
3 3
3 21
2
2 2
1
0
Possiamo anche evitare di continuare visto che abbiamo gia trovato una variazione di segno, il che significa
che non tutti gli autovalori sono a parte reale negativa, dunque il sistema rappresentato dal polinomio non `e
stabile internamente ne` asintoticamente ne` semplicemente.