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MODELLISTICA E SIMULAZIONE
INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE (D.M. 270/04)
Docente: Freddi Alessandro
Indice
Indice Lezioni .......................................................................................................................... p. 2
Lezione 002 ............................................................................................................................. p. 4
Lezione 003 ............................................................................................................................. p. 5
Lezione 004 ............................................................................................................................. p. 9
Lezione 005 ............................................................................................................................. p. 10
Lezione 006 ............................................................................................................................. p. 12
Lezione 007 ............................................................................................................................. p. 13
Lezione 008 ............................................................................................................................. p. 16
Lezione 009 ............................................................................................................................. p. 19
Lezione 010 ............................................................................................................................. p. 22
Lezione 011 ............................................................................................................................. p. 23
Lezione 012 ............................................................................................................................. p. 24
Lezione 013 ............................................................................................................................. p. 25
Lezione 014 ............................................................................................................................. p. 26
Lezione 015 ............................................................................................................................. p. 27
Lezione 016 ............................................................................................................................. p. 28
Lezione 017 ............................................................................................................................. p. 29
Lezione 018 ............................................................................................................................. p. 33
Lezione 019 ............................................................................................................................. p. 34
Lezione 020 ............................................................................................................................. p. 35
Lezione 023 ............................................................................................................................. p. 37
Lezione 024 ............................................................................................................................. p. 38
Lezione 025 ............................................................................................................................. p. 40
Lezione 032 ............................................................................................................................. p. 41
Lezione 033 ............................................................................................................................. p. 42
Lezione 034 ............................................................................................................................. p. 43
Lezione 035 ............................................................................................................................. p. 45
Lezione 036 ............................................................................................................................. p. 46
Lezione 037 ............................................................................................................................. p. 47
Lezione 038 ............................................................................................................................. p. 48
Lezione 040 ............................................................................................................................. p. 50
Lezione 041 ............................................................................................................................. p. 51
Lezione 042 ............................................................................................................................. p. 52
Lezione 043 ............................................................................................................................. p. 53
Lezione 044 ............................................................................................................................. p. 55
Lezione 045 ............................................................................................................................. p. 56
Lezione 046 ............................................................................................................................. p. 57
Lezione 002
01. Il controllo di tipo euristico è caratterizzato
dalla individuazione di una legge di controllo analitica, costruita a partire da un modello matematico del processo controllato
dall'individuazione di una legge di controllo analitica che si applica in maniera sistematica a prescindere dai valori dell'uscita del processo
da una strategia tipicamente non analitica, pensata ad hoc o adattata al caso in esame
da una strategia tipicamente non analitca, applicabile ad una vasta classe di processi
un sistema astratto orientato che genera direttamente o indirettamente le grandezze controllanti
da una strategia tipicamente non analitica, pensata ad hoc o adattata al caso in esame
dall'individuazione di una legge di controllo analitica che si applica in maniera sistematica a prescindere dai valori dell'uscita del processo
dalla individuazione di una legge di controllo analitica, costruita a partire da un modello matematico del processo controllato
da una strategia tipicamente non analitca, applicabile ad una vasta classe di processi
Il modello di un processo fisico assume un ruolo fondamentale per l'analisi del sistema
Il modello di un processo fisico assume un ruolo fondamentale per la sua corretta realizzazione
Il modello di un processo fisico assume un ruolo fondamentale per il progetto della legge di controllo
08. Si introduca il problema della modellazione, chiarendone le motivazioni e gli obiettivi.
Lezione 003
01. Quale tra le seguenti rappresenta una funzione di trasferimento?
sono caratterizzati da legame ingresso uscita istantaneo, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che avvengono su una scala di tempi molto
maggiore delle costanti di tempo del sistema
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate parziali, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e le dimensioni del sistema sono comparabili o maggiori alle lunghezze d'onda dei segnali
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate temporali, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e si può assumere che la propagazione dei segnali nel sistema sia istantanea
04. I modelli non lineari sono caratterizzati da equazioni del tipo
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate temporali, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e si può assumere che la propagazione dei segnali nel sistema sia istantanea
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate parziali, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e le dimensioni del sistema sono comparabili o maggiori alle lunghezze d'onda dei segnali
sono caratterizzati da legame ingresso uscita istantaneo, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che avvengono su una scala di tempi molto
maggiore delle costanti di tempo del sistema
06. Quale tra le seguenti può essere adottata per rappresentare direttamente l'equazione del moto di un sistema meccanico, ricavata a partire dalla seconda legge
della dinamica (principio di Newton)?
???
sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che avvengono su una scala di tempi molto maggiore delle costanti di tempo del sistema
è marginale per la sintesi del sistema di controllo, in quanto non permette di valutare l'effetto dei parametri dimensionali e di esercizio del processo in maniera sintetica
è limitata a modelli semplici che siano trattabili in maniera analitica, per alcuni dei quali è possibile trovare la soluzione esatta delle equazioni
permette di valutare il comportamento di sistemi non trattabili in modo semplice, ma la relazione tra i parametri di progetto e il funzionamento del sistema è a "scatola
nera"
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate temporali, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e si può assumere che la propagazione dei segnali nel sistema sia istantanea
sono caratterizzati da legame ingresso uscita istantaneo, e sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che avvengono su una scala di tempi molto
maggiore delle costanti di tempo del sistema
sono caratterizzati da equazioni differenziali o sistemi di equazioni differenziali alle derivate parziali. Sono utilizzati quando il modellista è interessato a fenomeni che
avvengono su una scala di tempi comparabile alle costanti di tempo del sistema e le dimensioni del sistema sono comparabili o maggiori alle lunghezze d'onda dei segnali
10. Quale tra i seguenti passi non è necessario ai fini della modellazione di un sistema?
Scrittura di un modello matematico chiuso, ovvero dotato di tante equazioni quante incognite
è limitata a modelli semplici che siano trattabili in maniera analitica, per alcuni dei quali è possibile trovare la soluzione esatta delle equazioni
è utile per la sintesi del sistema di controllo, in quanto permette di valutare analiticamente l'effetto dei parametri dimensionali e di esercizio del processo in maniera
sintetica
permette di valutare il comportamento di sistemi non trattabili analiticamente in modo semplice, ma la relazione tra i parametri di progetto e il funzionamento del sistema
è a "scatola nera"
è utile per la sintesi del sistema di controllo, in quanto permette di valutare analiticamente l'effetto dei parametri dimensionali e di esercizio del processo in maniera
sintetica
non permette di valutare il comportamento di sistemi non trattabili analiticamente in modo semplice
è limitata a modelli semplici che siano trattabili in maniera analitica, per alcuni dei quali è possibile trovare la soluzione esatta delle equazioni
è utile per la sintesi del sistema di controllo, in quanto permette di valutare l'effetto dei parametri dimensionali e di esercizio del processo in maniera sintetica
permette di valutare il comportamento di sistemi non trattabili in modo semplice, ma la relazione tra i parametri di progetto e il funzionamento del sistema è a "scatola
nera"
Lezione 004
01. Sia data una molla la cui elasticità k dipende dall'allungamento x. Lo sviluppo in serie di Taylor del parametro k(x) è pari a
Non sempre è possibile effettuare approssimazioni locali, ad esempio è possibile per sistemi di controllo parametrico, ma non per sistemi di controllo a relé
Non sempre è possibile effettuare approssimazioni locali, in particolare nei casi in cui non sia possibile assicurare che il sistema lavori nell'intorno di un punto di lavoro
Non sempre è possibile effettuare approssimazioni locali, ad esempio è possibile per sistemi di controllo a relé, ma non per sistemi a controllo parametrico
rappresenta un'approssimazione locale, in quanto per piccole tensioni la relazione che lega corrente e tensione è di tipo lineare
rappresenta un'approssimazione non locale, in quanto la resistenza dipende dall'ampiezza della corrente che lo attraversa e per correnti sufficientemente elevate la
relazione esatta è V=R(T)I
Lezione 005
01. Sia dato il polinomio definito da
Esso può essere associato ad un'equazione differenziale ordinaria, nel qual caso è detto
polinomio omogeneo
polinomio caratteristico
polinomio particolare
polinomio di Cauchy
è data da
04. La soluzione o integrale generale di un'equazione differenziale ordinaria a coefficienti costanti è data
dall'integrale particolare
Lezione 006
01. Sia data un'equazione differenziale ordinaria, il cui termine noto assuma la forma
02. Sia data un'equazione differenziale ordinaria, il cui termine noto assuma la forma
Lezione 007
01. Sia data la seguente equazione
che rappresenta la possibile risposta di un sistema stabile ad un forzamento sinusoidale. Si può affermare che i coefficienti che moltiplicano i termini che
compongono la risposta di regime permanente sono
8 e -5
10 e -6
-1 e -3
2 e -1
che rappresenta la possibile risposta di un sistema stabile ad un forzamento sinusoidale. Si può affermare che i coefficienti che moltiplicano i termini che
compongono la risposta transitoria sono
2 e -1
-1 e -3
8 e -5
10 e -6
il rapporto tra il termine noto e la soluzione, nel dominio di Laplace, da vedersi rispettivamente come ingresso e uscita del sistema associato all'equazione differenziale
ordinaria di partenza, in corrispondenza a condizioni iniziali nulle
il rapporto tra la soluzione ed il termine noto, nel dominio di Laplace, da vedersi rispettivamente come uscita e ingresso del sistema associato all'equazione differenziale
ordinaria di partenza, in corrispondenza a condizioni iniziali nulle
il rapporto tra il termine noto e la soluzione, nel dominio di Laplace, da vedersi rispettivamente come ingresso e uscita del sistema associato all'equazione differenziale
ordinaria di partenza, in corrispondenza a condizioni iniziali stabilite nel problema di Cauchy
il rapporto tra la soluzione ed il termine noto, nel dominio di Laplace, da vedersi rispettivamente come uscita e ingresso del sistema associato all'equazione differenziale
ordinaria di partenza, in corrispondenza a condizioni iniziali stabilite nel problema di Cauchy
che rappresenta la possibile risposta di un sistema stabile ad un forzamento sinusoidale. Si può affermare che
05. Con riferimento ad un sistema fisico stabile il cui comportamento sia descritto da un opportuno problema di Cauchy, è possibile definire il regime transitorio
come
la parte di risposta del sistema che tende a zero per tempi lunghi
la risposta del sistema in corrispondenza a condizioni iniziali diverse da zero ed ingresso u(t) nullo
la risposta del sistema per tempi lunghi, ovvero una volta esaurito il contributo delle condizioni inziali
la risposta del sistema in corrispondenza all'ingresso u(t) per condizioni iniziali nulle
06. Con riferimento ad un sistema fisico il cui comportamento sia descritto da un opportuno problema di Cauchy, è possibile definire la risposta forzata come
la risposta del sistema per tempi lunghi, ovvero una volta esaurito il contributo delle condizioni inziali e del transitorio dovuto al forzamento
la risposta del sistema in corrispondenza all'ingresso u(t) per condizioni iniziali nulle
la risposta del sistema che tende a zero per tempi lunghi
la risposta del sistema in corrispondenza a condizioni iniziali diverse da zero ed ingresso u(t) nullo
07. Con riferimento ad un sistema fisico il cui comportamento sia descritto da un opportuno problema di Cauchy, è possibile definire la risposta libera come
la risposta del sistema in corrispondenza a condizioni iniziali diverse da zero ed ingresso u(t) nullo
la risposta del sistema per tempi lunghi, ovvero una volta esaurito il contributo delle condizioni inziali e del transitorio dovuto al forzamento
la risposta del sistema in corrispondenza all'ingresso u(t) per condizioni iniziali nulle
la risposta del sistema che tende a zero per tempi lunghi
rappresenta
una ODE
una PDE
che rappresenta la possibile risposta di un sistema stabile ad un forzamento sinusoidale. Si può affermare che
non è possibile determinare in maniera univoca a cosa corrisponda il blocco evidenziato in blu
10. Con riferimento ad un sistema fisico stabile il cui comportamento sia descritto da un opportuno problema di Cauchy, è possibile definire il regime permanente
come
la risposta del sistema per tempi lunghi, ovvero una volta esaurito il contributo delle condizioni inziali e del transitorio dovuto al forzamento
la risposta del sistema in corrispondenza all'ingresso u(t) per condizioni iniziali nulle
la parte di risposta del sistema che tende a zero per tempi lunghi
la risposta del sistema in corrispondenza a condizioni iniziali diverse da zero ed ingresso u(t) nullo
11. Per determinare univocamente l'integrale generale di una equazione differenziale non omogenea di ordine n è necessario associare all'equazione
n condizioni iniziali
12. Si dimostri che la soluzione generale di una equazione differenziale ordinaria si compone della somma di una evoluzione libera e di una risposta forzata.
13. Si chiarisca che rapporto intercorre tra la coppia evoluzione libera - risposta forzata e la coppia transitorio - risposta in regime permanente.
Lezione 008
01. Le leggi della fisica portano in maniera naturale alla scrittura di modelli matematici talvolta nella forma di equazioni differenziali di ordine generico
(tipicamente del second'ordine), talvolta nella forma di rappresentazioni con lo spazio di stato. Ciò non deve costituire motivo di preoccupazione per il modellista,
poichè
rappresentazioni di tipo diverso possono essere sempre affrontate con i medesimi strumenti
qualunque sia il modello esso non riuscirà mai a descrivere la complessità del sistema reale
esiste una sostanziale equivalenza tra le diverse rappresentazioni e la possibilità di passare da una all'altra secondo necessità
02. La funzione di trasferimento può essere vista come l'uscita del sistema (nel dominio di Laplace) in corrispondenza ad un ingresso
impulsivo
a gradino
a rampa
sinusoidale
06. Si presenti un metodo per il passaggio da una equazione differenziale ordinaria ad una rappresentazione con lo spazio di stato.
Lezione 009
01. Sia data l'equazione dell'oscillatore armonico semplice descritta da
Il coefficiente ω0 rappresenta:
la radice quadrata del rapporto tra la costante elastica della molla e la massa oscillante
02. Si consideri il modello di un oscillatore armonico smorzato, e si indichino con λ i rispettivi autovalori. In riferimento alla figura sotto riportata, sin(psi)
rappresenta
lo smorzamento
lo spostamento della massa lungo l'asse trasversale a quello di compressione della molla
Il coefficiente α rappresenta:
la metà del rapporto tra l'attrito introdotto dallo smorzatore e la massa oscillante
lo smorzamento
06. Si consideri il modello di un oscillatore armonico smorzato, e si indichino con λ i rispettivi autovalori. In riferimento alla figura sotto riportata, ω0
rappresenta
lo smorzamento
07. Quale tra le seguenti affermazioni, relative al fattore di merito di un oscillatore armonico smorzato, non è corretta?
Il numero di oscillazione che l'oscillatore compie prima di smorzarsi è indipendente dal fattore di merito
Rappresenta il rapporto tra l'energia immagazinata e quella dissipata in un periodo, a meno di un fattore 2
E' data dal rapporto tra le ampiezze massime della forza elastica di richiamo e della forza d'attrito
08. Si consideri il modello di un oscillatore armonico smorzato, e si indichino con λ i rispettivi autovalori. In riferimento alla figura sotto riportata, ωd
rappresenta
lo smorzamento
09. Si consideri il modello di un oscillatore armonico smorzato, e si indichino con λ i rispettivi autovalori. In riferimento alla figura sotto riportata, α rappresenta
lo smorzamento
10. Si modelli la dinamica di un oscillatore unidimensionale soggetto ad una forza dissipativa.
Lezione 010
01. Sia data l'equazione dell'oscillatore armonico smorzato soggetto a forzamento descritta da
Essa può essere posta nella rappresentazione in spazio di stato di seguito riportata, a patto di scegliere
02. Sia data l'equazione dell'oscillatore armonico smorzato soggetto a forzamento descritta da
03. Si scriva la funzione di trasferimento di un oscillatore unidimensionale soggetto ad una forza dissipativa e ad un forzamento esterno.
04. Si fornisca la rappresentazione in spazio di stato di un oscillatore unidimensionale soggetto ad una forza dissipativa e ad un forzamento esterno.
Lezione 011
01. Si modelli la dinamica di un pendolo.
Lezione 012
01. L'evoluzione libera di una coppia di oscillatori smorzati accoppiati meccanicamente
si trova sovrapponendo linearmente il modo naturale di oscillazione sincrona a quello di oscillazione asincrona
non può convergere a zero, per tempi lunghi, in assenza di un contributo di forzamento proporzionale alla componente sincrona e asincrona
è determinata da due modi naturali, sincrono e asincrono, combinati tra loro in maniera esponenziale
02. Si modelli la dinamica unidimensionale di un sistema composto da due oscillatori accoppiati elasticamente, in assenza di attriti e forzamenti esterni.
Lezione 013
01. Dato un sistema composto da due oscillatori accoppiati elasticamente, si determini l'evoluzione libera del sistema.
Lezione 014
01. La partizione cocleare non può essere modellata come
un oscillatore armonico semplice, la cui massa sia la somma delle masse della membrana basilare, membrana tettoriale e dell'organo del Corti
due oscillatori, rappresentanti la membrana basilare e la membrana tettoriale, accoppiati mediante l'organo del Corti ed il fluido cocleare
un oscillatore armonico smorzato forzato, la cui massa sia la somma delle masse della membrana basilare, membrana tettoriale e dell'organo del Corti
02. Si descriva, in maniera qualitativa, il problema della modellazione di una partizione cocleare. Che relazione c'è con la dinamica di un oscillatore?
Lezione 015
01. Quale bipolo passivo reale è modellabile con Il seguente schema circuitale?
Amplificatore operazionale
Resistore
Induttore
Condensatore
02. Quale bipolo passivo reale è modellabile con Il seguente schema circuitale?
Amplificatore operazionale
Induttore
Condensatore
Resistore
03. Quale bipolo passivo reale è modellabile con Il seguente schema circuitale?
Amplificatore operazionale
Resistore
Condensatore
Induttore
Lezione 016
01. Si consideri un oscillatore RLC (serie). Si indichi con x1 la tensione ai capi del condensatore, che rappresenta anche l'uscita y del sistema, con x2 la corrente che
scorre nell'induttore e con u la tensione d'alimentazione in ingresso normalizzata per l'induttanza L. Il sistema può essere modellato in spazio di stato come segue:
Lezione 017
01. La funzione di trasferimento del circuito riportato in figura è data da:
1-Z2/Z1
1+Z1/Z2
1+Z2/Z1
1-Z1/Z2
02. Si consideri un circuito CR serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del resistore è considerata come
uscita. Il denominatore della funzione di trasferimento è dato da:
1
1-RCs
1+RCs
03. La funzione di trasferimento del circuito riportato in figura è data da:
-Z1/Z2
-Z2/Z1
Z1/Z2
Z2/Z1
04. Si consideri un circuito RC serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del condensatore è considerata
come uscita. Il denominatore della funzione di trasferimento può essere scritto, in funzione della costante tempo ζ=RC, come
1+ζs
1
1-ζs
05. Si consideri un circuito RC serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del condensatore è considerata
come uscita. Il numeratore della funzione di trasferimento è dato da:
1-RCs
1+RCs
1
06. Si consideri un circuito RC serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del condensatore è considerata
come uscita. Il denominatore della funzione di trasferimento è dato da:
1+RCs
1-RCs
1
07. Si consideri un circuito CR serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del resistore è considerata come
uscita. Il denominatore della funzione di trasferimento può essere scritto, in funzione della costante tempo ζ=RC, come
1
1+ζs
1-ζs
08. Si consideri un circuito CR serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del resistore è considerata come
uscita. Il numeratore della funzione di trasferimento è dato da:
1
-sCR
sCR
1+RCs
09. L'amplificatore operazionale è un amplificatore ad alto guadagno, alimentato in continua, progettato per realizzare circuiti il cui comportamento
ingresso-uscita è determinato principalmente
dall'impedenza d'ingresso
10. Si consideri un circuito CR serie, in cui la tensione di alimentazione è considerata come ingresso, mentre la tensione ai capi del resistore è considerata come
uscita. Il numeratore della funzione di trasferimento può essere scritto, in funzione della costante tempo ζ=RC, come
sζ
1+ζs
1-ζs
-sζ
Se si prende come uscita la tensione ai capi dell'induttore, il circuito è modellabile con la seguente funzione di trasferimento:
Se si prende come uscita la tensione ai capi del condensatore, il circuito è modellabile con la seguente funzione di trasferimento:
Se si prende come uscita la tensione ai capi del resistore, il circuito è modellabile con la seguente funzione di trasferimento:
Lezione 018
01. Si presenti il modello di un amplificatore operazionale ideale, discutendo in cosa si discosta dal corrispondente componente reale.
Lezione 019
01. Descrivere il funzionamento dei circuiti che implementano le reti compensatrici elementari.
Lezione 020
01. Si consideri il metodo delle analogie passante-trasversa, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della viscosità A è
la capacità C
la corrente i
02. Si consideri il metodo delle analogie forza-flusso, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della viscosità A è
la resistenza R
l'induttanza L
la tensione v
la carica q
03. Si consideri il metodo delle analogie passante-trasversa, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della forza f è
la corrente i
la capacità C
04. Si consideri il metodo delle analogie forza-flusso, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della massa m è
la tensione v
l'induttanza L
la carica q
la resistenza R
05. Si consideri il metodo delle analogie forza-flusso, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della forza f è
l'induttanza L
la carica q
la resistenza R
la tensione v
06. Si consideri il metodo delle analogie forza-flusso, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico dello spostamento x è
l'induttanza L
la carica q
la tensione v
la resistenza R
07. Si consideri il metodo delle analogie passante-trasversa, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della massa m è
la capacità C
la corrente i
08. Si consideri il metodo delle analogie passante-trasversa, applicato ad un oscillatore armonico e al circuito RLC (serie). L'"analogo" elettrico della elasticità k è
la capacità C
la corrente i
consentono di applicare linguaggio, formalismo e risultati sviluppati in un determinato settore della fisica ad un altro solo se leggermente differente
permettono di fare un'analisi di correlazione tra due modelli appartenenti a dominii fisici diversi
permettono di trattare tutti i modelli di sistemi di tipo analogico nello stesso modo, a prescindere dal dominio fisico a cui essi si riferiscono
consentono di applicare linguaggio, formalismo e risultati sviluppati in un determinato settore della fisica ad un altro anche completamente differente
10. Si determinino gli analoghi elettrici dell'oscillatore armonico smorzato forzato secondo l'analogia forza/flusso.
11. Si determinino gli analoghi elettrici dell'oscillatore armonico smorzato forzato secondo l'analogia passante/trasversa.
Lezione 023
01. Si descriva, in maniera qualitativa, il funzionamento di un motore in corrente continua, fornendo un modello semplificato.
Lezione 024
01. Si consideri lo schema a blocchi descritto in figura, relativo ad un motore a corrente continua.
Si trascurino i contributi introdotti dall'attrito F e dall'induttanza L. La funzione di trasferimento velocità angolare - tensione di armatura è caratterizzata da un
polo in
-RJ/k²
RJ/k²
-k²/(RJ)
k²/(RJ)
02. Si consideri lo schema a blocchi descritto in figura,relativo ad un motore a corrente continua.
03. Si consideri lo schema a blocchi descritto in figura, relativo ad un motore a corrente continua.
04. Date le equazioni di stato di un motore elettrico in CC sotto riportate, ricavarne lo schema a blocchi.
05. Date le equazioni di stato di un motore elettrico in CC sotto riportate, si ricavi la rappresentazione mediante funzione di trasferimento.
06. Date le equazioni di stato di un motore elettrico in CC sotto riportate, si ricavi la rappresentazione in spazio di stato.
Lezione 025
01. Un potenziometro è costituito da un elemento resistivo R sul quale scorre un cursore. Facendo riferimento alla figura, la tensione d'uscita y vale
r/R
vR/r
vr/R
R/(rv)
02. Si descriva che cos'è un potenziometro, prendendo come riferimento lo schema di asservimento di un motore in corrente continua.
Lezione 032
01. La pressione in un fluido di densità µ a profondità h dalla superficie libera, su cui si esercita una pressione esterna p0, vale
p(h)=p0-µgh
p(h)=p0+µgh
p(h)=µgh
02. Si consideri un tubo di sezione variabile, all'interno del quale scorre un fluido ideale non comprimibile. La legge di continuità (o di conservazione della massa)
mi permette di dire che
la velocità del fluido è direttamente proporzionale alla sezione del tubo
la velocità del fluido è costante perché la densità di un fluido ideale può variare solo nel tempo
la velocità del fluido è inversamente proporzionale alla sezione del tubo
03. Si consideri un tubo di sezione variabile, all'interno del quale scorre un fluido ideale comprimibile. La legge di continuità (o di conservazione della massa) mi
permette di dire che
la massa di fluido entrante è diversa da quella uscente a meno di accumuli locali di massa, ovvero variazioni della densità del fluido
la massa di fluido entrante è pari a quella uscente a meno di accumuli locali di massa, ovvero variazioni della densità del fluido
la massa di fluido entrante è opposta a quella uscente a meno di accumuli locali di massa, ovvero variazioni della densità del fluido
04. Per un sistema di accumulo, si discuta la legge di conservazione di massa, con particolare riferimento al caso di fluido incomprimibile.
Lezione 033
01. Si consideri il moto stazionario di un fluido ideale incomprimibile all'interno di una condotta a quota costante, la legge di Bernoullii ci dice che
nelle sezioni in cui si ha un restringimento (con conseguente diminuzione della velocità v), si ha un aumento della pressione
nelle sezioni in cui si ha un restringimento (con conseguente aumento della velocità v), si ha una riduzione della pressione
Lezione 034
01. L'ugello è un dispositivo atto a modificare la conformazione del flusso di un fluido, allo scopo di generare un getto con caratteristiche predeterminate. In
riferimento alla figura
è possibile approssimare la relazione che lega la velocità di uscita del fluido alla pressione del fluido in ingresso come
Il coefficiente α(θ) è
caratteristico di ogni valvola ed esprime il fatto che la portata aumenta con l'apertura della valvola in modo strettamente lineare
costante
identico per ogni valvola ed esprime il fatto che la portata non aumenta con l'apertura della valvola in modo strettamente lineare, ma si discosta da tale comportamento a
causa delle ineliminabili imprecisioni costruttive, che sono dello stesso tipo per ogni tipologia di valvola
caratteristico di ogni valvola ed esprime il fatto che la portata non aumenta con l'apertura della valvola in modo strettamente lineare, ma si discosta da tale
comportamento a causa delle ineliminabili imprecisioni costruttive
03. L'ugello è un dispositivo atto a modificare la conformazione del flusso di un fluido, allo scopo di generare un getto con caratteristiche predeterminate. In
riferimento alla figura
è possibile approssimare la relazione che lega la velocità di uscita del fluido alla pressione del fluido in ingresso
considerando l'ugello posto in posizione orizzontale (direzione del moto del fluido parallela al terreno), e la velocità di uscita trascurabile rispetto a quella di ingresso
considerando l'ugello posto in posizione verticale (direzione del moto del fluido perpendicolare al terreno), e la velocità di ingresso trascurabile rispetto a quella di uscita
considerando l'ugello posto in posizione orizzontale (direzione del moto del fluido parallela al terreno), e la densità del fluido piccola
considerando l'ugello posto in poizione orizzontale (direzione del moto del fluido parallela al terreno), e la velocità di ingresso trascurabile rispetto a quella di uscita
04. L'ugello è un dispositivo atto a modificare la conformazione del flusso di un fluido, allo scopo di generare un getto con caratteristiche predeterminate. Il
modello di un ugello è costituito da una relazione
periodica, in quanto la velocità di uscita del fluido varia sinusoidalmente nel tempo
Lezione 035
01. Si consideri un serbatoio a pelo libero descritto come in figura
L'equazione che descrive l'andamento della pressione sul fondo del serbatoio è
03. Si modelli la dinamica di pressione sul fondo di un serbatoio a pelo libero.
Lezione 036
01. Le reti di telecomunicazione di "vecchia generazione" non sono caratterizzate da
trasmissione delle informazioni in formato analogico o digitale, a circuito o a pacchetto usando meccanismi di trasporto differenti e incompatibili
02. Per descrivere la situazione interna di un sistema a parametri concentrati al tempo t è sufficiente conoscere un numero finito di scalari reali, ovvero
infrastrutture di rete e servizi realizzati ad-hoc e riusabili solo in parte in reti differenti
la possibilità di offrire agli utenti un accesso non vincolato ai fornitori di servizi
un uso efficiente delle risorse, ma poca o nessuna garanzia di Qualità del Servizio
trasmissione delle informazioni in formato digitale a pacchetto usando meccanismi di trasporto differenti ed incompatibili
Lezione 037
01. I protocolli di controllo di accesso alla rete
sono richiesti nelle reti il cui mezzo trasmissivo è condiviso dagli utilizzatori (reti satellitari, wireless)
sono finalizzati ad evitare (per quanto possibile) trabocchi (overflow) dei buffer dei nodi della rete
02. I protocolli di controllo di ammissione delle connessioni (CAC) nella rete
sono richiesti nelle reti il cui mezzo trasmissivo è condiviso dagli utilizzatori (reti satellitari, wireless)
sono finalizzati ad evitare (per quanto possibile) trabocchi (overflow) dei buffer dei nodi della rete
03. Quale tra le seguenti affermazioni, relative ad una rete di telecomunicazione, è errata?
La capacità di trasmissione deve essere assegnata - in maniera prefissata o dinamica - agli utenti (controllo di accesso)
I nodi sono i punti della rete a cui afferiscono uno più canali
I buffer sono dei "contenitori" risiedenti sui canali (link) della rete in cui sono accumulati i dati in termini di bit o aggregati di bit, detti pacchetti, che aspettano di essere
trasmessi
I canali (link) di comunicazione sono il collegamento fisico tra nodi, su cavo o wireless
sono finalizzati ad evitare (per quanto possibile) trabocchi (overflow) dei buffer dei nodi della rete
sono richiesti nelle reti il cui mezzo trasmissivo è condiviso dagli utilizzatori (reti satellitari, wireless)
Lezione 038
01. Si consideri lo schema a blocchi per il modello del sistema di controllo di una generica rete di telecomunicazioni, descritta in figura.
integratore
ritardo Tfb
disturbo
02. Si consideri lo schema a blocchi per il modello del sistema di controllo di una generica rete di telecomunicazioni, descritta in figura.
un disturbo
un integratore
03. Si consideri lo schema a blocchi per il modello del sistema di controllo di una generica rete di telecomunicazioni, descritta in figura.
disturbi
ritardi Tfb
integratori
04. Si consideri lo schema a blocchi per il modello del sistema di controllo di una generica rete di telecomunicazioni, descritta in figura.
ritardi Tfb
disturbi
integratori
05. Si indichino gli elementi costitutivi di una generica rete di telecomunicazione e se ne fornisca il corrispondente modello.
Lezione 040
01. Equazioni differenziali alle derivate parziali (PDE) sono utili per descrivere, ad esempio, sistemi
in cui si abbia una distribuzione spaziale non trascurabile delle costanti caratterizzanti il problema per cui, l'evoluzione temporale della grandezza di interesse varia
esclusivamente in base alle condizioni iniziali
in cui si abbia una distribuzione spaziale non trascurabile delle costanti caratterizzanti il problema per cui, l'evoluzione temporale della grandezza di interesse differisce
da punto a punto
in cui si abbia una distribuzione spaziale trascurabile delle costanti caratterizzanti il problema per cui, l'evoluzione temporale della grandezza di interesse non differisce
da punto a punto
in cui si abbia una distribuzione spaziale trascurabile delle costanti caratterizzanti il problema per cui il sistema non dipende dal tempo
02. Una PDE del primo ordine generica può essere scritta come
03. Una PDE del secondo ordine generica può essere scritta come
04. Si discuta il ruolo delle condizioni iniziali - condizioni al contorno nel caso delle equazioni differenziali ordinarie e delle equazioni differenziali a derivate
parziali.
Lezione 041
01. Le soluzioni di una PDE sono molto generali, ovvero una PDE determina tipicamente solo in piccola misura la soluzione adatta ad un dato problema,
limitandosi a fissarne la tipologia generale; assumono invece un ruolo assai importante
le condizioni al contorno, ben più importante di quanto non l'abbiano le corrispondenti condizioni iniziali nei problemi in una dimensione
le condizioni al contorno, in maniera analoga alle corrispondenti condizioni iniziali nei problemi in una dimensione
le condizioni iniziali, ben più importante di quanto non l'abbiano le corrispondenti condizioni al contorno nei problemi in una dimensione
Lezione 042
01. Si discutano qualitativamente i modi normali di una corda vibrante, sulla base del passaggio da un sistema di oscillatori accoppiati ad un sistema a
distribuzione continua di massa.
Lezione 043
01. Il moto trasversale di una corda vibrante può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde. Essa è un'equazione
differenziale alle derivate parziali nelle due variabili spazio e tempo, del second'ordine, non omogenea e lineare
differenziale alle derivate parziali nelle due variabili spazio e tempo, del second'ordine, omogenea e non lineare
differenziale alle derivate parziali nelle due variabili spazio e tempo, del second'ordine, omogenea e lineare
differenziale alle derivate ordinarie nella variabile tempo, del second'ordine, omogenea e lineare
02. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde,
descritta da
03. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde. In
tale equazione la funzione incognita y(x,t) esprime
la configurazione del punto della corda di coordinata x e densità µ, soggetta a tensione T, a regime permanente
la configurazione trasversale del punto della corda di coordinata x e densità µ, soggetta a tensione T, al trascorrere del tempo t
la configurazione del punto della corda di coordinata x e densità µ, non soggetta a tensioni, al trascorrere del tempo t DA VERIFICARE
la configurazione trasversale del punto della corda di coordinata y e densità µ, soggetta a tensione T, al trascorrere del tempo t
04. Quale tipologia di moto di una corda vibrante può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde?
05. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde,
descritta dall'equazione
Il temine v indica
06. Quale tra i seguenti termini non deve essere trascurato per ricavare l'equazione monodimensionale della corda vibrante?
07. Si determini analiticamente il modello della corda vibrante, indicando le approssimazioni utili al conseguimento dello stesso.
Lezione 044
01. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde,
descritta dall'equazione
02. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde,
descritta dall'equazione
03. Il problema di Cauchy della corda vibrante può essere formalizzato come segue
la configurazione iniziale della corda e la sua velocità iniziale siano fissate
la soluzione sia nulla agli estremi della corda per ogni tempo
la soluzione sia nulla agli estremi della corda per ogni tempo, e che la configurazione iniziale della corda e la sua velocità iniziale siano fissate
04. Si determini la soluzione generica dell'equazione unidimensionale delle onde, evidenziando il carattere propagatorio della stessa.
Lezione 045
01. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde. La
soluzione generale dell'equazione è data dalla combinazione di un'onda progressiva e di una regressiva. Imponendo che la soluzione dell'equazione si annulli in x=0
(origine dell'asse longitudinale) e in x=L (dimensione longitudinale della corda)
si trova che sono soluzione tutte le onde stazionarie per le quali il numero d'onda soddisfa la condizione di quantizzazione
si trova che sono soluzione tutte le onde stazionarie per le quali il numero d'onda è dispari
si trova che sono soluzione tutte le onde stazionarie per le quali il numero d'onda è pari
02. Il moto trasversale di una corda vibrante (indicato con la lettera y) può essere opportunamente approssimato dall'equazione unidimensionale delle onde. La
soluzione generale dell'equazione è data dalla combinazione di un'onda progressiva e di una regressiva. Imponendo che la soluzione dell'equazione si annulli in x=0
(origine dell'asse longitudinale)
si genera una configurazione che non ha carattere propagatorio: onda stazionaria
03. Si introduca e risolva analiticamente il problema di Cauchy per una corda vibrante ad estremi fissi.
04. Si determini analiticamente il modello della membrana (oscillante), indicando le approssimazioni utili al conseguimento dello stesso.
Lezione 046
01. Il moto trasversale di una membrana (oscillante) può essere opportunamente approssimato dall'equazione biidimensionale delle onde. Essa è un'equazione
differenziale alle derivate parziali nelle due variabili spazio e tempo, del second'ordine, non omogenea e lineare
differenziale alle derivate parziali nelle variabili spazio e tempo, del second'ordine, omogenea e non lineare
differenziale alle derivate parziali nelle due variabili spaziali e nel tempo, del second'ordine, omogenea e lineare
differenziale alle derivate ordinarie nella variabile tempo, del second'ordine, omogenea e lineare
02. Quale tipologia di moto di una membrana (oscillante) può essere opportunamente approssimato dall'equazione bidimensionale delle onde?
03. Quale tra i seguenti termini non deve essere trascurato per ricavare l'equazione bidimensionale della membrana vibrante?
04. Il moto trasversale di una membrana (oscillante lungo la direzione z) può essere opportunamente approssimato dall'equazione bidimensionale delle onde,
descritta da
05. σIl moto trasversale di una membrana (oscillante lungo la direzione z) può essere opportunamente approssimato dall'equazione biidimensionale delle onde. In
tale equazione la funzione incognita z(x,y,t) esprime
la configurazione del punto della corda di coordinata (x,y) e densità σ, soggetta a tensione TT, a regime permanente
la configurazione del punto della corda di coordinata (x,y) e densità σ, non soggetta a tensioni, al trascorrere del tempo t
la configurazione trasverale del punto della corda di coordinata y e densità σ, soggetta a tensione T, al trascorrere del tempo t
la configurazione trasversale del punto della corda di coordinata (x,y) e densità σ, soggetta a tensione T, al trascorrere del tempo t
06. Il moto trasversale di una membrana (oscillante lungo la direzione z) può essere opportunamente approssimato dall'equazione bidimensionale delle onde,
descritta dall'equazione
Il temine v indica
07. Si presenti il metodo di soluzione per separazione delle variabili, per la determinazione della soluzione generica dell'equazione bidimensionale delle onde.
Lezione 047
01. Il moto trasversale di una membrana (oscillante lungo la direzione z) può essere opportunamente approssimato dall'equazione biidimensionale delle onde.
Imponendo che la soluzione dell'equazione si annulli lungo il bordo rettangolare della membrana
si genera una configurazione che non ha carattere propagatorio: onda stazionaria
02. Il problema di Cauchy della membrana (oscillante) può essere formalizzato come segue
che la soluzione sia nulla sul bordo rettangolare della membrana per ogni tempo, e che la configurazione iniziale della membrana e la sua velocità iniziale siano fissate
che la configurazione iniziale della membrana e la sua velocità iniziale siano fissate
che la soluzione sia nulla sul bordo rettangolare della membrana per ogni tempo
03. Si introduca e risolva analiticamente il problema di Cauchy per una membrana rettangolare a contorno fisso.
Lezione 048
01. La dinamica degli scambi di calore che avvengono all'interno di un corpo possono essere approssimati dalla seguente equazione di Fourier (o equazione del
calore)
nel punto di coordinate (x,y,z) al trascorrere del tempo t, ed esprime la sua evoluzione verso lo stato a massima temperatura
nel punto di coordinate (x,y,z) al trascorrere del tempo t, ed esprime la sua evoluzione verso l'equilibrio termico
nel punto di coordinate spazio-temporali (x,y,t) al variare del moto trasverale z, ed esprime la sua evoluzione verso l'equilibrio termico
02. La dinamica degli scambi di calore che avvengono all'interno di un corpo possono essere approssimati dall'equazione di Fourier (o equazione del calore). Essa
è un'equazione
differenziale alle derivate parziali in quattro variabili, del second'ordine nello spazio e del prim'ordine nel tempo, non omogenea e lineare
differenziale alle derivate parziali in quattro variabili, del second'ordine nello spazio e del prim'ordine nel tempo, omogenea e lineare
differenziale alle derivate parziali in quattro variabili, del second'ordine nello spazio e del prim'ordine nel tempo, omogenea e non lineare
differenziale alle derivate parziali in quattro variabili, del second'ordine nel tempo e del prim'ordine nello spazio, omogenea e lineare
03. La quantità di calore scambiata da un corpo di massa infinitesima dm con l'esterno è proporzionale alla variazione di temperatura del corpo dζ, alla massa dm
stessa
. (ovvero da nient'altro)
04. La quantità di calore che fluisce attraverso un elemento infinitesimo di superficie dS è proporzionale al gradiente di temperatura nella direzione normale alla
superficie, alla superficie dS stessa, al tempo trascorso dt
. (ovvero da nient'altro)
05. La dinamica degli scambi di calore che avvengono all'interno di un corpo possono essere approssimati dalla seguente equazione, detta di Fourier (o equazione
del calore):
06. Derivare l'equazione di Fourier, che modella la variazione di temperatura del corpo in esame in un punto, al trascorrere del tempo t, ed esprime la sua
evoluzione verso l'equilibrio termico.
Lezione 049
01. Si consideri una sbarra metallica su cui sia possibile trascurare gli effetti di bordo, ovvero quegli effetti che si verificano sulla superficie di discontinuità tra la
sbarra e l'esterno. Matematicamente questo caso può essere trattato supponendo che la sbarra abbia sezione e lunghezza infinita come descritto in figura.
L'equazione di Fourier che mi descrive lo scambio di calore all'interno della sbarra può essere allora particolarizzata considerando come unica variabile
il tempo t
02. Qual'è l'utilità dell'equazione di Fourier nella produzione di componenti elettrici integrati basati su semiconduttori?
03. Particolarizzare l'equazione di Fourier al caso di una sbarra a sezione e lunghezza sufficientemente grandi.
Lezione 050
01. Una tipica non linearità è quella introdotta nei sistemi dalla presenza di saturazione, ovvero
un limite che può essere superato dal valore di una variabile (sia essa di ingresso o di uscita)
un limite che non può essere superato dal valore di determinate variabili di sistema (siano esse di ingresso e/o di uscita)
un limite che non può essere superato dal valore assunto dalla grandezza controllante
un limite che non può essere superato dal valore assunto da tutte le variabili che descrivono il sistema
02. Sia dato un sistema stazionario, al cui ingresso è posto un forzamento di tipo sinusoidale di ampiezza A, fase ∠ e pulsazione ω. Se l'uscita del sistema presenta
armoniche a pulsazioni diverse da ω allora si può concludere che
03. Sia dato un sistema stazionario, al cui ingresso è posto un forzamento di tipo sinusoidale di ampiezza A, fase ∠e pulsazione ω. Se l'uscita del sistema presenta
un'ampiezza diversa da A, allora si può concludere che
una sinusoide, opportunamente amplificata, con fase pari a quella del segnale d'ingresso
una sinusoide, opportunamente sfasata, con ampiezza pari a quella del segnale d'ingresso
05. Sia dato un sistema costituito da un'automobile, il cui ingresso è la velocità di rotazione del motore e la cui uscita (misurata da un tachimetro analogico) è la
velocità lineare di percorrenza. Esso è modellabile come un sistema
senza saturazioni
06. Una tipica non linearità è quella introdotta nei sistemi dalla presenza di parametri che
sono costanti
sono adimensionali
07. La risposta in regime permanente di un sistema lineare e stazionario ad un ingresso sinusoidale è
una sinusoide, opportunamente amplificata, con fase pari a quella del segnale d'ingresso
una sinusoide, opportunamente sfasata, con ampiezza pari a quella del segnale d'ingresso
08. Sia dato un oscillatore armonico smorzato in cui l'elasticità della molla non è costante, ma dipende dallo spostamento della massa oscillante rispetto alla
posizione di equilibrio. Esso è modellabile con una ODE (Ordinary Differential Equation) di tipo
periodica
lineare
09. Che conseguenze ha sul moto di un'oscillatore meccanico la presenza di una elasticità variabile con la dinamica?
10. Si descriva l’effetto di una saturazione nella risposta di un sistema ad un ingresso sinusoidale.
Lezione 051
01. La seguente nonlinearità è del tipo
relé ideale
relé ideale
non dipendono dal tempo e quindi non sono descritte da equazioni differenziali, bensì da semplici funzioni ingresso-uscita non lineari
sono dette così perché coinvolgono le variabili di ingresso e/o di uscita in un solo istante di tempo t
relé ideale
05. Sia dato un sistema la cui funzione di trasferimento F(s) è caratterizzata da un rapporto di polinomi in s a coefficienti reali e costanti. Allora il sistema è
lineare e stazionario
stabile
periodico
non lineare
relé ideale
07. Un sistema non lineare è descritto da una funzione di trasferimento F(s)
complessa e generica
08. Un sistema non lineare è descrivibile con un modello alle variabili di stato del tipo
nonlinearità istantanea
linearità asimmetrica
10. Descrivere che differenza c'è tra un sistema lineare e un sistema nonlineare, ed elencare le possibili tipologie di non linearità.
Lezione 052
01. Classificare le non linearità più comuni di un sistema.
Lezione 059
01. Sia dato un sistema modellabile in termini aleatori. La probabilità di un qualunque evento che descrive il sistema è sempre
02. Si definisce variabile casuale (random variable) ogni funzione X che metta in relazione un numero xi =X(ωi)
04. Si enuncino i tre assiomi su cui si fonda la teoria assiomatica della probabilità.
Lezione 060
01. La funzione p(xi) che associa ad ogni valore xi (i=1,2,...,n) la rispettiva probabilità pi si dice
funzione del valore atteso della probabilità, per la variabile casuale discreta X
02. Data una variabile aleatoria continua di cui è nota la funzione densità di probabilità f(·), la formula seguente definisce
la variabilità
la varianza
03. Data una variabile aleatoria continua di cui è nota la funzione densità di probabilità f(·), la formula seguente definisce
la varianza
04. Data una variabile aleatoria continua di cui è nota la funzione densità di probabilità f(·), la formula seguente definisce la
05. Per una variabile casuale continua X definita in un certo intervallo (a,b), la probabilità che X assuma un particolare, ben definito, valore x, cioè p(X=x) è
indefinita
pari a 0
pari a 1
infinita
06. Dare una definizione della funzione di distribuzione di probabilità e di distribuzione cumulativa di probabilità, sia nel caso discreto sia in quello continuo.
07. Dare una definizione di valor medio e varianza di una variabile casuale, sia nel caso discreto sia in quello continuo.
Lezione 061
01. La probabilità di A condizionata a B si può esprimere come
02. Si chiarisca cosa si intende per esperimento composto, come può essere rappresentato e si presentino le caratteristiche fondanti di una rete di Bayes.
Lezione 062
01. La probabilità di B condizionata ad A si può esprimere come
02. Le reti di Bayes sono molto utili nel problema della
03. Quale tra le seguenti esprime la regola di Bayes per il calcolo della probabilità condizionata?
Lezione 063
01. Il metodo di Eulero in avanti approssima la derivata di un segnale tempo continuo y'(t)=u(t) come
y[h]=y[h-1]+Tu[h-1]
y[h]=y[h-1]+T(u[h]+u[h-1])/2
y[h]=y[h-1]+Tu[h]
02. La trasformazione z=esT (dove z ed s rappresentano la variabile complessa, rispettivamente della trasformata Z e della trasformata di Laplace)
ha il difetto di genera funzioni non razionali fratte di z, che non possono essere antitrasformate facilmente per determinare algoritmi implementabili su calcolatore
ha il difetto di mappare il semipiano sinistro del piano s in un cerchio non unitario del piano z, e quindi non preservare le proprietà di stabilità
ha il pregio di generare funzioni razionali fratte di z, che ammettono antitrasformata in forma chiusa
03. La trasformazione z=esT (dove z ed s rappresentano la variabile complessa, rispettivamente della trasformata Z e della trasformata di Laplace)
ha il pregio di mappare il semipiano sinistro del piano s nel cerchio unitario del piano z, e quindi preservare le proprietà di stabilità
ha il difetto di mappare il semipiano sinistro del piano s in un cerchio non unitario del piano z, e quindi non preserva le proprietà di stabilità
ha il pregio di generare funzioni razionali fratte di z, che ammettono antitrasformata in forma chiusa
04. La simulazione di un sistema governato da equazioni integro-differenziali a tempo continuo richiede la discretizzazione
in quanto un calcolatore elabora le informazioni con un tempo di campionamento dipendente dal clock
in quanto le equazioni alle differenze sono più semplice da trattare rispetto a quelle differenziali DA VERIFICARE
la pulsazione di campionamento deve essere doppia rispetto alla massima pulsazione presente nel segnale originario
la pulsazione di campionamento deve essere almeno il doppio della massima pulsazione presente nel segnale originario
la pulsazione di campionamento deve essere minore della metà della minima pulsazione presente nel segnale originario
la pulsazione di campionamento deve essere almeno il doppio della pulsazione propria del segnale originario
06. La funzione di trasferimento W(z) di un generico sistema lineare e stazionario può essere determinata, con il metodo di discretizzazione di Eulero in avanti, a
partire dalla funzione di trasferimento tempo continuo W(s) attraverso la relazione
07. Si descriva la tecnica di discretizzazione approssimata basata sul metodo di Eulero in avanti.
08. In cosa consiste il problema della discretizzazione e quali sono le motivazioni che ne sono alla base?
Lezione 064
01. Il metodo di Eulero all'indietro approssima la derivata di un segnale tempo continuo y'(t)=u(t) come
y[h]=y[h-1]+T(u[h]+u[h-1])/2
y[h]=y[h-1]+Tu[h]
y[h]=y[h-1]+Tu[h-1]
02. La trasformata bilineare (detta anche metodo di Tustin) approssima la derivata di un segnale tempo continuo y'(t)=u(t) come
y[h]=y[h-1]+T(u[h]+u[h-1])/2
y[h]=y[h-1]+Tu[h-1]
y[h]=y[h-1]+Tu[h]
03. La funzione di trasferimento W(z) di un generico sistema lineare e stazionario può essere determinata, con il metodo di discretizzazione di Eulero all'indietro,
a partire dalla funzione di trasferimento tempo continuo W(s) attraverso la relazione
04. La funzione di trasferimento W(z) di un generico sistema lineare e stazionario può essere determinata, con la trasformata bilineare (detta anche metodo di
Tustin), a partire dalla funzione di trasferimento tempo continuo W(s) attraverso la relazione
05. Si descriva la tecnica di discretizzazione approssimata basata sul metodo di Eulero all'indietro.
06. Si descriva la tecnica di discretizzazione approssimata basata sul metodo di Tustin (trasformata bilineare).
Lezione 065
01. Si presenti il metodo di discretizzazione basato su ZOH e campionatore.
Lezione 066
01. La funzione MATLAB "ones(n,m)" genera
estrae dall'm-esima colonna della matrice A gli elementi il cui valore stringa è ":"
estrae dall'n-esima riga della matrice A gli elementi il cui valore stringa è ":"
non devono essere dichiarate: la dichiarazione è fatta dall'utente al momento della compilazione
calcola la risposta all'impulso del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo)
calcola la risposta del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den all'ingresso u (t è il vettore che definisce il tempo)
calcola la risposta allo scalino del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo
calcola la risposta allo scalino del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo
calcola la risposta all'impulso del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo)
calcola la risposta del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den all'ingresso u (t è il vettore che definisce il tempo)
calcola la risposta all'impulso del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo)
calcola la risposta allo scalino del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den (t è il vettore che definisce il tempo
calcola la risposta del sistema la cui funzione di trasferimento è descritta dai polinomi num e den all'ingresso u (t è il vettore che definisce il tempo)
09. In MATLAB una matrice può essere definita con la sintassi seguente
10. In MATLAB quale delle seguenti sintassi restituisce un risultato diverso dagli altri?
A=[1 2;3 4]
A=[1 2
3 4]
A=[1,2;3,4]
A=[1,2,3,4]
Lezione 067
01. Nel Control System Toolbox di MATLAB in quale dei seguenti modi non è possibile specificare un modello LTI?
s-function (SF)
02. Nel Control System Toolbox di MATLAB in quale dei seguenti modi non è possibile specificare un modello LTI?
03. Il Control System Toolbox di MATLAB permette di creare istanze di sistemi LTI
sia a tempo continuo sia a tempo discreto, siano essi SISO (single-input/single-output) o MIMO (multiple-input/multiple-output)
Lezione 068
01. Simulink permette di simulare sistemi
a stati
reperibili in rete
di codice
03. Simulink è
Lezione 069
01. Descrivere le caratteristiche principali del software di simulazione Simulink.