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DIMENSIONAMENTI
IN CORRENTE CONTINUA
32
di Sebastian Piras
ELETTRIFICAZIONE
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servizi demergenza (ad esempio, sistemi dilluminazione, sistemi dallarme, sistemi delaborazione dati, apparecchiature mediche);
servizi ausiliari di centrali elettriche ed impianti
industriali (ad esempio, sistemi di protezione
e di misura, circuiti di comando);
utenze di strumentazione (ad esempio, trasmettitori);
servizi industriali (ad esempio, motori in continua, elettrovalvole, processi chimici, petrolchimici, metallurgici, minerari);
impianti fotovoltaici nella parte dellimpianto
denominata campo fotovoltaico.
Vi sono, inoltre, diffusissime applicazioni nei sistemi di trazione elettrica, la cui trattazione non
obiettivo del presente articolo.
Le problematiche che si incontrano nei dimensionamenti in DC sono simili a quelle che si trovano in alternata, tuttavia bisogna tener conto,
oltre che delle caratteristiche dellalimentazione, anche del comportamento diverso dei dispositivi di protezione.
Senza addentrarci nelle teorie sullestinzione
dellarco elettrico che si presenta tra i contatti
del dispositivo di protezione, il comportamento
diverso di tali dispositivi connesso al processo
dinterruzione, pi problematico in DC, in cui
non si ha lestinzione spontanea dellarco in occasione del passaggio per lo zero della corrente
ogni mezzo periodo.
In corrente continua si ha, inoltre, maggiore esigenza di salvaguardare funzionamenti anomali
delle fonti di alimentazione. Infatti, in DC, le fonti di alimentazione sono costituite principalmente
da raddrizzatori e batterie di accumulatori che,
in occasione di sovracorrenti, si surriscaldano pericolosamente, potendo divenire causa di incendi ed esplosioni, oltre che di irreparabili danneggiamenti. I costruttori delle apparecchiature
tutelano, quindi, i loro dispositivi facendo intervenire le protezioni interne che, in caso di anomalie, limitano le tensioni e le correnti di uscita
oppure provvedono al distacco. Considerata limportanza dei circuiti alimentati, subentra quindi
la necessit di garantirne il funzionamento attuando la protezione selettiva, risolvendo puntualmente le situazioni di guasto.
CARATTERISTICHE
DELLALIMENTAZIONE
Lalimentazione delle utenze in continua fornita in genere da convertitori (AC/DC) e sistemi
alimentati da batterie di accumulatori. Fondamentale conoscere la configurazione del sistema previsto, in quanto questo influisce in termini di tensione applicata e correnti assorbite ai
morsetti di alimentazione. Il sistema di alimentazione considerato nel presente articolo uninstallazione fissa composta di un raddrizzatore a
ponte trifase in AC e un banco di batterie di accumulatori(2) stazionarie. Inoltre, per ridurre le
oscillazioni della tensione duscita, i costruttori
dei raddrizzatori pongono, in genere immedia-
tamente a valle del ponte raddrizzatore, un condensatore di filtro. Il sistema descritto illustrato in figura 1.
I costruttori di sistemi di continuit forniscono
una documentazione tecnica in cui compaiono
una serie di informazioni tra cui, potenza nominale PDC , tensione dingresso VAC , tensione di
uscita VDC , capacit di sovraccarico, ecc., ma
spesso non compaiono direttamente i valori delle correnti di cortocircuito, che necessitano, quindi, di opportuni calcoli.
1) corrente di cortocircuito massima(5): tale valore necessario per la scelta corretta delle
caratteristiche dei dispositivi di protezione,
principalmente il potere di interruzione e
chiusura e la tenuta elettrodinamica dei punti critici dellimpianto;
2) corrente di cortocircuito minima: tale valore
necessario, oltre che per la scelta delle caratteristiche dintervento e le regolazioni dei rel
di protezione, per la tenuta termica dei cavi.
PROGETTAZIONE
Q Figura 1:
Sistema di
alimentazione
in corrente
continua
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ELETTRIFICAZIONE
PROGETTAZIONE
34
ELETTRIFICAZIONE
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La tensione VSM dipende dal numero di elementi (n) posti in serie e dalla loro tensione di
circuito aperto (EBH): VSM = n EBH (V). La tensione EBH indicata spesso come High rate voltage oppure No-load voltage. Se tale valore non
noto, si pu utilizzare EBH = 1,05 UnB(5), con
UnB tensione nominale dellelemento(6).
La resistenza Ri dipende dalle resistenze interne
degli elementi carichi RB e dalle resistenze dei
cablaggi interni RBL. Trascurando la resistenza
dei cablaggi interni, la resistenza interna Ri ricavabile considerando la resistenza interna del
singolo elemento (RB): Ri = n RB (). Per la resistenza RB, nella documentazione tecnica alcune volte indicato direttamente il valore in funzione del tipo di elemento scelto (in m), altre
volte tale valore espresso in funzione della capacit nominale Cn (in m Ah).
I valori delle resistenze interne sono strettamente legati al prodotto, ed i campi di variabilit sono piuttosto ampi:
batterie Ni-Cd: 0,52,25 m per 100 Ah;
batterie Pb: 1,53,5 m per 100 Ah.
Alcuni costruttori di UPS e di batterie suggeriscono direttamente valori di corrente di cortocircuito in funzione del tipo e della capacit nominale delle batterie di accumulatori Cn (Ah),
ad esempio(7):
In cui:
Ec tensione del condensatore prima del cortocircuito: coincide con la tensione di uscita VDC;
RES resistenza equivalente serie(9). riportata nella documentazione tecnica del costruttore dei
condensatori: valori di riferimento per condensatori per elettronica di potenza con dielettrico
in polipropilene sono 611 m (UDC 450 V)
La tensione VSm dipende dal numero di elementi (n) posti in serie e dalla tensione di scarica nominale (EBL): VSm = n EBL (V).
Se tale valore non noto, si pu utilizzare:
EBL = 0,9 UnB(5) (UnB tensione nominale batteria).
La resistenza Ri dipende dalle resistenze interne
degli elementi scarichi RBS e dalle resistenze dei
cablaggi interni RBL:
Ri = n RBS + RBL ()
Se non noto il valore la resistenza degli elementi scarichi, si pu considerare il valore di resistenza dellelemento carico (RB): RBS = 1,7 RB (5).
Le batterie di accumulatori sono organizzate in
rack dedicati ed i cablaggi sono in genere effettuati tramite connessioni tra un elemento e laltro e tramite cavi per i collegamenti nello stesso
rack. Tuttavia, spesso non si in possesso di tali
dati(10). In prima approssimazione si pu considerare la resistenza delle connessioni pari a 0,1
Ri, mentre la resistenza dei cavi (Rcoll) ricavabile dai cataloghi dei costruttori (ad esempio, cavi
ANALISI
DELLE CONDIZIONI
DI GUASTO
A seconda della tipologia di rete, possono presentarsi diversi guasti che vanno presi in considerazione.
I costruttori dei dispositivi di protezione, in funzione della tipologia di rete, guidano la scelta
dei loro dispositivi e la loro modalit di connessione.
Di seguito verranno analizzate le tipologie di
guasto che possono verificarsi considerando le
seguenti tipologie di rete:
reti collegate a terra: un polo dellalimentazione oppure un punto di alimentazione intermedia collegato a terra;
reti isolate da terra; entrambe le polarit sono
isolate da terra (nessun punto a terra).
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I guasti presi in considerazione si ipotizzano dovuti a cortocircuito franco ed in fondo alla linea
di alimentazione. In questo modo si considereranno le correnti di guasto minime in base alle
quali deve essere previsto lintervento dei dispositivi di protezione.
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ELETTRIFICAZIONE
PROGETTAZIONE
Q Figura 3:
Schema
di rete
collegata
a terra
PROGETTAZIONE
R Figura 5:
Esempi di
schemi di
collegamento
di poli
connessi in
serie/parallelo
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ELETTRIFICAZIONE
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Interruttori magnetotermici
Oltre ai fattori di scelta quali la corrente nominale (In), il potere di interruzione (Pdi), la tensione nominale dimpiego (Ue), la caratteristica
di intervento, ecc., bisogner considerare i seguenti fattori:
a) la tensione nominale del sistema influenza lo
schema di collegamento dei poli dellinterruttore. Ripartendo la tensione della rete in
pi poli collegati in serie e, quindi, tra i contatti, si facilita linterruzione. Come specificato in tabella 1, in funzione della tensione
massima del sistema, dovranno essere previsti i poli, collegati in serie, che dovranno partecipare allinterruzione.
A tal numero dei poli corrisponder, la corrente nominale dellinterruttore, la tensione
nominale della rete ripartita sul numero di
poli, il potere dinterruzione corrispondente;
b) la portata di corrente da garantire interviene
nella scelta del numero di poli da collegare
in parallelo. Compatibilmente con la possibilit di cablaggio, la connessione dei poli in
parallelo permette di dividere la corrente passante per il numero di poli, incrementando,
quindi, la portata di corrente.
I costruttori dei dispositivi stabiliscono un fattore di incremento della portata di corrente
per poli in parallelo, ad esempio 1,8 per 2
poli in parallelo. La tensione su ciascun polo
in parallelo sar quella di rete, che dovr essere, quindi, inferiore alla tensione di tenuta
per polo. In questo modo si possono ottenere
elevate portate a tensioni ridotte, come spesso richiesto in DC.
Come illustrato in figura 5, secondo la configurazione richiesta potrebbero essere quindi necessari interruttori tripolari oppure quadripolari,
60 V
125 V
125 V
250 V
Protezione
Coefficiente
contro
di surclassamento
i sovraccarichi
delle soglie
magnetiche
500 V
C32H-DC
140
20 (1P)
10 (1P)
20 (2P)
10 (2P)
speciale DC
speciale CC
C60a
640
10 (1P)
10 (2P)
20 (3P)
25 (4P)
idem AC
1,38
C60N
0,563
15 (1P)
20 (2P)
30 (3P)
40 (4P)
idem AC
1,38
C60H
0,563
20 (1P)
25 (2P)
40 (3P)
50 (4P)
idem AC
1,38
C60L
0,563
25 (1P)
30 (2P)
50 (3P)
60 (4P)
idem AC
1,38
C60LMA
1,640
30 (2P)
50 (3P)
1,38
C120N
80125
NG125a
10 (1P)
10 (1P)
10 (2P)
idem AC
1,40
80125
16 (1P)
16 (2P)
idem AC
1,42
NG125N
10125
25 (1P) 25 (1P)
25 (2P) 25 (4P)
idem AC
1,42
NG125L
1063
50 (1P) 50 (1P)
50 (2P) 50 (4P)
idem AC
1,42
NG125LMA
463
50 (1P)
1,42
Reflex XC40
1040
idem AC
1,43
45 (3P)
50 (4P)
in cui alcuni poli sono messi in serie o in parallelo oppure serie e parallelo contemporaneamente. Alcuni costruttori offrono soluzioni precablate per effettuare tali connessioni serie/parallelo.
sere dichiarato dal costruttore in quanto non tutti gli elementi di sgancio permettono tale impiego, ad esempio sganciatori elettronici con funzionamento non specifico per DC, oppure a bimetallo con riscaldamento indiretto tipo TA.
c) caratteristica tempo/corrente, t-I, modificata rispetto al comportamento in alternata. Lintervento magnetico legato agli effetti elettrodinamici della corrente, cosicch lelemento di
sgancio sensibile al valore di picco della corrente. Nei dispositivi appositamente studiati
per la continua, viene indicata direttamente la
soglia di intervento effettiva in DC.
Considerando dispositivi utilizzabili sia in
AC, sia in DC, il valore di targa indicato il
valore efficace della corrente, cosicch nellimpiego in continua il valore della soglia di
intervento sar teoricamente 2 volte il valore della corrente di taratura in AC.
Per tener conto di tale fattore, i costruttori, introducono un coefficiente di surclassamento
delle soglie magnetiche (Km) (tabella 1), dipendente dal tipo di configurazione adottato.
La soglia di intervento magnetica sar, quindi, pi alta di Km:
Fusibili
ImDC = Im Km (A)
Lintervento al sovraccarico, essendo legato
ad effetti termici, quindi proporzionali al valore efficace della corrente, non modificato
rispetto al caso in alternata. Cosicch la caratteristica termica non risulta alterata.
Il funzionamento in DC dei dispositivi deve es-
Anche per i fusibili, i valori nominali di tensione e corrente devono essere riferiti alla corrente
continua. In AC, infatti, tali valori corrispondono al valore efficace della grandezza.
Le caratteristiche tempo/corrente, t-I, e le curve
di limitazione rappresentano rispettivamente il
tempo virtuale di pre-arco tvs(15) e il valore di
picco della corrente limitata Ic in funzione della
corrente di cortocircuito presunta Ip, che in AC
il valore efficace della componente simmetrica della corrente di cortocircuito presunta,
mentre in DC il valore di corrente atteso dopo
la fusione, quando il fusibile pu essere considerato sostituito da un elemento ad impedenza
trascurabile(16). Tali curve sono le stesse di quelle rappresentate in AC.
Per ci che riguarda le curve caratteristiche I 2t,
bisogna considerare il fatto che esse possono essere riferite alla fase di pre-arco (identica a quello in AC) e a quella dinterruzione(17), comprensiva quindi anche della fase darco di durata
maggiore in continua(18). I costruttori di fusibili
DC riportano in genere le curve riferite al tempo di pre-arco, utili quindi per la scelta. Altri costruttori riportano, invece, la caratteristica riferita allintera fase dinterruzione e indicano la
tensione limitata in DC corrispondente al valore in AC, che consente di ottenere una sollecitazione termica equivalente.
PROGETTAZIONE
IN (A)
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ELETTRIFICAZIONE
Tipo
Tabella 1
PROGETTAZIONE
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I cavi dovranno essere dimensionati considerando la condizione desercizio normale, la condizione di sovraccarico e la condizione di cortocircuito. Per soddisfare la condizione desercizio normale, la sezione (S) del cavo dovr essere scelta in modo che sia verificata la:
Ib Iz
con:
Iz la portata corrispondente alla sezione S,
dipendente dalle condizioni di posa, secondo
la relazione: Iz = Io Kt, in cui:
Io portata del singolo cavo nelle condizioni
di posa previste e nelle condizioni standard(19);
Kt fattore correttivo della portata totale, composto di tutti i fattori e condizioni che influiscono nella portata Io;
Ib corrente dimpiego, dipendente dalla potenza del carico da alimentare. Tale corrente
definita per il servizio ordinario(20).
Per soddisfare la condizione di sovraccarico, la
protezione dovr essere tale da verificare le note relazioni(21):
Ib In Iz
If 1,45 Iz
dove:
In corrente nominale del dispositivo di protezione;
Iz portata della conduttura;
If corrente convenzionale di funzionamento
del dispositivo di protezione.
ELETTRIFICAZIONE
6/08
IPmax Pdi
I 2t K 2 S 2
dove:
IPmax corrente di cortocircuito massima (presunta) nel punto di installazione;
Pdi, potere di interruzione dellapparecchiatura di protezione, considerando il valore corrispondente al numero dei poli che dovranno
partecipare allinterruzione;
I 2t energia specifica lasciata passare dal dispositivo di protezione riportata nella documentazione tecnica dei costruttori;
K 2 S 2 energia specifica passante sopportata
dalla conduttura (K = 115 per cavi isolati in
PVC, K = 143 per cavi isolati in gomma etilenpropilenica e polietilene reticolato);
S sezione della conduttura. La condizione sullenergia specifica passante comporta la verifica dei tempi di intervento t in funzione delle correnti di cortocircuito massime e minime.
Criterio di dimensionamento
elettrico
Le sezioni dei cavi dovranno essere tali che la
tensione di alimentazione delle apparecchiature
non sia inferiore alla tensione minima prescritta
e riportata nella documentazione tecnica(23).
Per verificare tale condizione si dovr calcolare
la caduta di tensione lungo la linea di alimentazione mediante la relazione:
V = 2 x Ib x L x Rl
(V)
dove:
Rl resistenza, alla temperatura di regime, della linea (/m);
L lunghezza della linea (m).
CONCLUSIONI
Limpiego di carichi in DC comporta complicazioni nella scelta dei dispositivi di protezione e
nei dimensionamenti dei cavi. necessario eseguire scelte appropriate del numero dei poli
degli interruttori, tener conto delle soglie magnetiche pi elevate, ecc. Quindi, il coordinamento dispositivo di protezione/cavo, tenendo
conto di tutti i fattori descritti, porta, a parit di
correnti di impiego e lunghezza delle linee, a
sezione di cavi maggiori in DC rispetto a quelle che si otterrebbero in AC.
NOTE
12) La corrente Icc(t) ha andamento esponenziale crescente con costante di tempo = L/R (L, R induttanza
e resistenza complessiva del circuito in cortocircuito). La corrente di cortocircuito raggiunge il 95% del
valore di regime dopo un intervallo pari a 3.
PROGETTAZIONE
11) Il guasto a terra della polarit connessa a terra lato alimentazione (guasto b) non comporta conseguenze.
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18) Nel tempo darco, larco viene definitivamente estinto: questo in AC accadeva in occasione del passaggio per lo zero della corrente. Poich questo in
DC non avviene, tale periodo si allunga.
19) Per i valori da attribuire ad Io bisogna far riferimento alle Norme CEI-UNEL 35026 per la posa interrata e CEI-UNEL 35024 per la posa in aria.
20) Dettagliati approfondimenti sullutilizzo razionale dei cavi e sul problema termico dei componenti
degli impianti elettrici sono contenuti nel volume di
Giorgio Valdes: Il dimensionamento termico degli
impianti elettrici, Editoriale Delfino, Milano, 2007.
21) Cfr. CEI 64-8/4, Art. 433.2.
22) Cfr. CEI 64-8/4, Art. 434.3.
23) La Norma CEI 64-8, Art. 525, prescrive cadute di
tensione massime del 4%.
24) Cfr. Art. 413.1, Nota 2, Norma CEI 64-8/4.
25) Cfr. Art. 413.1.1.1, Norma CEI 64-8/4. Tensioni di
contatto limite inferiori sono prescritte per alcuni ambienti ed applicazioni particolari, per i quali bisogna
far riferimento alla Norma CEI 84-8/7 come, ad esempio, Locali ad uso medico, per i quali dovr essere UL 25 V.
AUTORE
6/08
ELETTRIFICAZIONE