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“TOR VERGATA”
FACOLTA’ DI INGEGNERIA
Candidato:
Emanuele Duca
Docente
Scaling:
Come accennato precedentemente, il continuo ridursi delle dimensioni dei chip ha
portato alla realizzazione di strutture MOS sempre più piccole e all’introduzione di
regole di progetto (dette di “scaling”) che mirano a realizzare la similitudine fisica di
strutture a dimensione diversa in modo che quelle più piccole risultino sottoposte alle
stesse condizioni operative delle più grandi (assunte come riferimento soddisfacente).
Tali regole, sviluppate in diverse versioni hanno tuttavia alcuni inconvenienti e
precisamente:
c) in ogni caso esse portano a strutture le cui diverse parti (in genere a potenziale
diverso) risultano assai più vicine e più piccole che nel caso di riferimento e
ciò mette in gioco fenomeni ed interazioni non considerate nel modello da cui
sono state ricavate.
Per questi motivi anche l’applicazione delle regole di scaling, in qualunque versione,
porta comunque a dispositivo più critici e maggiormente sollecitati. [2]
a) più critici perché con le loro dimensioni si riduce la soglia di non trascurabilità
dei fenomeni fisici che ne possono provocare il guasto (che si manifesta come
intollerabile degradazione delle caratteristiche o come evento catastrofico);
b) soggetti a campi elettrici e densità di corrente più forti di quelli comuni nelle
precedenti generazioni tecnologiche;
2 s (2 | p | VC VB )
xd max
qN a
2 s V
xd' max (2 | p' SB )
qKN a K
VT ottendendo:
Qf V 1 VSB V
VT' MS S 2 | p' | 2 s qKN a (2 | p' | ); T
KCOX K KCOX K K
Tabella 2 Regole di contrazione delle geometrie “a campo costante”.[3]
1
Di conseguenza anche la VT viene ridotta in scala approssimativamente di a
K
causa dei contributi di MS e di | p | .
In figura 3 è illustrata l’applicazione delle regole di scolamento a campo costante in
un MOSFET ridotto di un fattore 5 a partire da L 5 m .
In prima approssimazione come si può notare dalla figura un dispositivo riscalato
secondo le tradizionali regole, si comporta in modo simile ad un dispositivo non
riscalato, in quanto viene mantenuta la stessa relazione tra le tensioni di soglia e le
tensioni del circuito.
Figura 3 Caratterstiche tensione-corrente di un MOSFET “normale” (i) e uno riscalato (ii), e caratteristiche di turn
on di un MOSFET “normale” e di uno riscalato. [3]
Inoltre poiché le capacità ridotte sono alimentate attraverso dispositivi che presentano
la stessa resistenza, i tempi di commutazione e i ritardi sono ridotte entrambi per lo
stesso fattore.
La potenza dissipata diminuisce di un fattore K 2 :
P (VDD / K )( I DD / K )
potenziale di barriera p non è scalabile (la larghezza di depletion non scala più), le
regioni Drain Source non possono essere ridotte facilmente in quanto la tensione di
soglia non scala come ci si aspetta.
Quindi lo scaling oltre ad introdurre notevoli vantaggi porta con sé altrettante
limitazioni dovuti ad effetti di canale corto:
-Saturazione delle velocità di drift (scaling a campo elettrico costante non più
valido”)
-Riduzione della mobilità dovuta al drogaggio che contribuisce alla degradazione di
gm
-effetto DIBL (drain-induced barrier lowering) che degrada la resistenza di uscita.
Un altro effetto non trascurabile è la presenza di uno strato di ossido molto sottile che
provoca correnti di gate dovute a tunneling e una diffusione del drogante attraverso
l’ossido stesso.