Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ANALISI IN FREQUENZA
DEI CIRCUITI A TRANSISTORI
Gate
Source Drain
Fig. 9.1 Sezione di un MOSFET prototipo in cui sono state messe in evidenza le
due principali capacità parassite inevitabilmente presenti e necessarie al
suo funzionamento.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 3
Cgd
Cgd D G D
Cgs S
S
Fig. 9.2 Visualizzazione delle capacità interne del MOSFET sul suo
simbolo circuitale e nel circuito equivalente.
n p n n p n
-+
E C E -+ C
p(x) n(x) -+
-+
+
-
vbe B B vcb
a) b)
Fig. 9.3 BJT npn: a) variazione della carica di minoritari accumulata nelle
regioni neutre della Base e dell’Emettitore; b) variazione della zona di
carica spaziale nella giunzione Base-Collettore.
1 1 IC
Cπ ≅ =
1 2π f T Vth
2π f T ⋅
gm
cµ
Cµ C B C
Cπ E
E
Fig. 9.4 Visualizzazione delle capacità interne del BJT sul suo simbolo
circuitale e nel circuito equivalente.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 5
Infatti il segnale iniettato nel Source vede un’impedenza pari al parallelo tra Cgs ed
1/gm. La tensione che si sviluppa tra Source e Gate genera una corrente di Drain
proporzionale alla gm del transistore stesso. Il trasferimento della corrente è quindi
costante ed unitario fino alla frequenza corrispondente al polo p=-gm/Cgs (p=-gm/Cπ
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 6
1
iu fT =
2π C gs / g m
i in dB
0 dB Log f
I+iin(s) Cgs Cgd iu(s)
-3dB
-VDD
Fig. 9.5 (a) Schema circuitale per una misura di principio della fT di un
transistore ed (b) andamento con la frequenza del trasferimento di
corrente tra Source e Drain.
nel caso del BJT), e poi decresce con pendenza di -20dB/decade (Fig.9.5b). La
frequenza caratteristica del polo è
1 1
fT MOSFET
= fT BJT
= (9.1)
2π C gs / g m 2π C π / g m
iu 1
fT =
iu i in -gmR 2π(C gs + C gd ) / g m
C gd dB
-20dB/dec
i in R C gs
0 dB Log f
1
2πR (Cgs + Cgd )
a) b)
Fig. 9.6 (a) Schema circuitale per la misura della fT dei transistori e (b)
corrispondente diagramma di Bode del modulo della funzione di
trasferimento iu(s)/iin(s).
i u (s) 1 − s C gd g m
= gmR ⋅ (9.2)
i in (s) 1 + sR (C gs + C gd )
10.00 10.00
1.00 1.00
0.10 0.10
BJT FET
0.01 0.01
0.01 0.10 1.00 10.00 100.00 0.01 0.10 1.00 10.00 100.00
1kΩ
300kΩ
Cµ
Cπ
520Ω
[Cπ=27pF, Cgs=5pF]
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 10
Per analizzare l’effetto delle capacità di un circuito sulla sua risposta nel
tempo ad un segnale di ingresso o sul guadagno alle varie frequenze, si è soliti
ricorrere al calcolo della funzione di trasferimento. Questo modo di procedere è
giusto e fornisce risultati precisi. Tuttavia se applicato acriticamente non
necessariamente aiuta a capire cosa stia effettivamente succedendo nel circuito. Se
ad esempio pensassimo ad un circuito a singolo transistore come quello della
Fig.9.8 e volessimo trarre le funzioni di trasferimento generali (cioè per carichi in
ingresso ed in uscita qualsivoglia) ci troveremmo le seguenti equazioni :
v1
=
[
− Yi g m (YS − Yµ ) − Yµ (YS + Yπ ) ]
[ ] [ ]
vin YS YL (Yπ + Yi + Yµ ) + Yµ (Yπ + g m + Yi ) + YL (Yπ + g m )(Yµ + Yi ) + Yµ Yi (Yπ + g m )
(9.4)
YL vin v1
Yi Y YL
C v1
v Y i = gmv
vin Yi v2
C v2
Ys
Ys
v2 Yi (YL + Yµ )(g m + Yπ )
=
vin [ ] [ ]
YS YL (Yπ + Yi + Yµ ) + Yµ (Yπ + g m + Yi ) + YL (Yπ + g m )(Yµ + Yi ) + Yµ Yi (Yπ + g m )
(9.5)
dove con Y indichiamo le ammettenze dei rispettivi carichi. I casi in cui le
ammettenze Y siano reali, cioè rappresentino dei resistori, e le capacità del
transistore siano nulle, corrispondono alle configurazioni circuitali già analizzate
nei Capitoli precedenti.
Se avete provato anche voi a calcolare le (9.4) e (9.5) avrete notato che è un calcolo
complicato, forse anche noioso ed in cui in definitiva non viene messa
immediatamente in evidenza la funzione di ogni componente circuitale ed il suo
peso nel determinare i poli e gli zeri della funzione di trasferimento né tanto meno
come la singola capacità condizioni la risposta nel tempo del circuito. Le due
espressioni (9.4) e (9.5) sono quindi precise e complete ma forse sterili.
RL RL RL
vu vu
C∞ C∞ vu
Vu
b) Ripetere l’analisi quando una capacità vin
2.5
di 50pF è posta all’uscita verso massa. 2.3M kΩ 50pF
-3 V
b) In questo caso la limitazione alla velocità di risposta della tensione vu(t) è solo
data dalla rete di carico, che impone un andamento esponenziale con costante di
tempo τ=RLC=125ns del tipo:
vu
vin dB gmRL polo
vu -20dB/dec
0 Banda passante
t
0dB log f
[
-2V 1.3 MHz
0° log f
16mV
180°
270°
125ns
.
-3 V
vu
vin dB gmRL polo
+ VDD
-20dB/dec
Banda passante
RL
0dB log f
Ri
vu 1
2πCgsRi log f
0°
vin Cgs
180°
- VSS
270°
v in 1 1
v gs = ⋅ = v in
1 sC gs 1+ sC gs R i
R1 +
sC gs
Per s=0, cioè alle frequenze bassissime in cui la capacità non pone alcuna
limitazione al trasferimento perché ha tutto il tempo per caricarsi al valore richiesto
istante per istante, si ritrova il guadagno a bassa frequenza G(0)=-gmRL. A
frequenze elevate invece la partizione tra vin e vgs è sempre più sfavorita e quindi si
pilota il MOSFET con sempre meno tensione.
Polo in s e “polo” in jω
T(s) ↑ ∞
-3dB jω
1 … e qui il |T(jω)| è
ω=
τ 3dB sotto il valore
Il polo (reale e all’origine.
negativo) è qui …
α
1 0
s=−
τ
vu β gm R 1 1
= −g m R L ⋅ ⋅ = G (0) ⋅
v in R i + β g m R 1+ sC π (R i β g m R ) 1 + sτ
La resistenza Ri non solo partecipa alla definizione del valore del polo ma opera
anche una partizione del segnale di ingresso, riducendone il guadagno. Ridurre
Ri comporterebbe, pertanto, un miglioramento di entrambe le grandezze.
(b) - Il modulo e la fase della funzione di trasferimento evidenziano il
comportamento del circuito come un filtro passa-basso.
vu ϕ
5.9MHz
vin dB 180°
39dB Log f
225°
500MHz
0dB
270°
Log f
5.9MHz
vu ϕ
530kHz 5.9MHz
vin dB 180° Log f
39dB -20dB/dec
270°
-40dB/dec
0dB
360°
Log f
530kHz 5.9MHz
27ns
300ns
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 19
vin C1 R1
vu
C2 R2
- NON è detto che ci siano due poli, e quindi due costanti di tempo : verificare
sempre che le due capacità siano indipendenti; nell’esempio sopra le due capacità
NON sono indipendenti : si ha un solo polo con τ=(C1+C2)(R1||R2).
- NON dire che ad alta frequenza le due capacità sono dei corti circuiti. Ad alta
frequenza le due capacità mostrano una impedenza Z=1/ωC e continuano a
formare una partizione di tensione !
- NON dire che ad alta frequenza le due capacità sono dei corti circuiti e quindi
vu=vin. Per la ragione discussa sopra.
- NON dire che ad alta frequenza le due capacità sono dei corti circuiti e quindi
vu=0V. Per la ragione discussa sopra.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 20
the circuit)
c) Disegnare la risposta nel tempo
dell’uscita ad un gradino di tensione - 1.4V
all’ingresso di +20mV. (Draw the time
response of the circuit to a step voltage of +20mV given to the input)
d) Calcolare la distorsione HD2 dello stadio quando in ingresso viene
applicato un segnale si-nusoidale Vin(t)=A.sin(t) di ampiezza A=20mV
a bassa frequenza. (Find the distorsion HD2 when a sinusoidal signal
Vin(t)=A.sin(t) of amplitude A=20mV at low frequency is applied to the
input)
e) Come varierebbe la distorsione HD2 operando ad alta frequenza.
(How would change the di-stortion HD2 at high frequency ?)
e) Calcolare la corrente fornita dal generatore quando vin=20mV a
f=1Hz ed a f=100MHz. (Find the current delivered by the voltage source
when vin=20mV at f=1H and f=100MHz)
a) Vu=+0.5V, 1/gm=20mA/V.
b) G=-18
c) La capacità di bypass C=∞ mostrerà sempre una impedenza infinitesima a
tutte le frequenze, eccetto che per la DC. Quindi nel tempo di sviluppo del
gradino (pensiamo a qualche secondo, ad esempio) sarà sempre
considerabile come un cortocircuito (avrebbe bisogno di infinita carica per
cambiare la tensione ai suoi capi, cosa che non riesce ad ottenere dal lato di
destra. Quindi non cambia la tensione ai suoi capi : se sposto un capo in
tensione di vin, anche l’altro si sposta della stessa quantità).
Sul fronte del gradino (alle componenti in
frequenza molto alte) l’impedenza dei Vbe1=Vin /2
vin
condensatori è molto più piccola della Cbe
resistenza offerta in parallelo dai BJT. Quindi Cbe 2 pF
2 pF
il generatore di tensione (ideale) vede davanti
a sé un partitore di capacità. Essendo uguali, Vbe2=Vin /2
la tensione di comando sarà vbe=vin/2 su
entrambi i transistori.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 21
Sul piatto del gradino, cioè per le componenti di segnale a bassa frequenza,
di nuovo i due transistori mostrano una partizione di resistenze (β/gm +
β/gm) che fornisce di nuovo vbe=vin/2 su entrambi i transistori.
In conclusione, la risposta nel tempo ad un gradino
vin
di tensione vin è un gradino di tensione vu !
L’unica costante di tempo lunghissima sarebbe 20mV
v in 70k
- 3V
[0÷153MHz, tenendo conto della resistenza dinamica del diodo]
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 22
vin
Cgs
Si rifletta sul fatto che tra tensione e corrente in un condensatore esiste la relazione:
∂V
I=C
∂t
V
Vin
vu 1
= −R ig m R L ⋅
iin 1 + sR i Cgs
vu
i in
RL dB
g m RL (Ri ||b/gm )
vu
-20dB/dec
i in Ri Cp 0dB log f
1
2p Cgs (Ri ||b/gm)
Fig. 9.11 Circuito per il segnale di uno stadio a BJT pilotato da un generatore
reale di corrente con resistenza equivalente Ri e diagramma di Bode
del modulo del suo trasferimento tra ingresso ed uscita.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 24
- VDD
Se Ri=∞, si otterrebbe
vu 1
= −g m R L ⋅ (9.9)
iin sCgs
Il polo interverrebbe in continua (a frequenza zero) ed il circuito sarebbe un
integratore ideale, dove cioè la corrente di segnale andrebbe tutta direttamente a
caricare la capacità Cgs, muovendo di conseguenza il potenziale del Gate
linearmente nel tempo.
VG
t
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 25
vu
vin dB -gm RL polo
-20dB/dec
+ VDD
zero
0dB +1
RL
Cgd vin 1 gm log f
vu 2πCgdRL 2πCgd
0°
-gmRL
vin 180°
Cgs
- VSS
360°
Fig. 9.12 Stadio Source comune nel cui trasferimento conta solo la Cgd. L’uso del
generatore ideale di tensione annulla infatti l’influenza di Cgs. Sulla
destra i corrispondenti diagrammi di Bode del guadagno tra ingresso ed
uscita. Si noti che il guadagno del circuito passa da un valore negativo a
bassa frequenza ad un valore positivo ad alta frequenza . Ciò si riflette
nella fase che necessariamente deve cambiare di 180°. Affinché ciò sia
possibile pur avendo solo una capacità dovrà esserci uno zero positivo
(nel semipiano destro).
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 26
Determinazione del polo. La costante di tempo del polo è data dal prodotto della
capacità Cgd (Cµ) per la resistenza vista ai suoi capi. Poiché, disattivato il
generatore forzante, il Gate del transistore è a massa su segnale, la resistenza vista
dalla capacità Cgd (Cµ) è solo RL (o eventualmente RL||r0 se la resistenza di uscita
del transistore non fosse trascurabile) :
τp=CgdRL nel caso del MOSFET o τp=CµRL nel caso del BJT.
RL
ir = 0
Cgd vu = 0
i = vinsCgd i d = gmvin
+
v in
Fig. 9.13 Considerazioni circuitali per il calcolo dello zero della funzione di
trasferimento del circuito della Fig. 9.12.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 28
θ1 90°
θ2
α f
0°
1 𝑔𝑔𝑚𝑚
𝑝=−
𝑅𝑅𝐿𝐿 𝐶𝑔𝑑
𝑧=
𝐶𝑔𝑑 p z
-10 V
vu ϕ
vin dB sfasamento di 180°
12 dell'amplificatore invertente
polo
+180°
8
53MHz
13.3MHz
4 zero
13.3MHz
sfasamento nullo
0dB log f
del trasferimento diretto
7 8 0° log f
10 6 10 10 10 9
53MHz 10 6 10 7 10 8 10 9
Si noti come lo zero positivo non alteri la costruzione del modulo della funzione
di trasferimento rispetto a quando lo zero è negativo, ma cambia lo sfasamento.
jw
s= j w
1 J1 gm
jw jw
Cgd ZL C gd
J2
a
1 gm
p= z=
Cgd ZL C gd
Allo spostarsi del punto s=jω verticalmente lungo l’asse delle ordinate, vale a
dire al variare della frequenza, il rapporto tra le lunghezze dei due vettori
fornisce il modulo del guadagno alla pulsazione ω. Ad esempio, quando si opera
in continua (ω=0), la lunghezza dei due vettori è |z|=53MHz e |p|=13.3MHz, ed il
loro rapporto è proprio il valore 4 trovato precedentemente. Ad ω=∞ invece i due
segmenti tendono a diventare uguali per cui il loro rapporto è unitario (0dB).
L’argomento della (9.10) è rappresentato dagli angoli che i vettori formano con
l’asse orizzontale orientato. Lo sfasamento totale è dato da
arg (vu/vin) = π + θ1 - θ2 ,
Per fare ciò bisogna fare coincedere lo zero destro con il polo.
Prendiamo ad esempio il circuito già visto nell’Es. 9.8.
R1
120k
C=∞
vout
vin R2 RL
80k
2kΩ
vu ϕ
vin fp
dB
180° Log f
270°
0dB
fp 360°
Log f
+6V
RL 410
330k
C inf vu
+
v in
v(t) v(t)
1 t
t
410ps
-131
410ps
v(t)
vin(t)
1
t
vu(t)
-131
410ps
4k 6pF
1.15M
vu
¥
vin
E 9.12 Il circuito della figura sotto utilizza BJT con (The circuit below uses BJT
having ) β=500 e curve caratteristiche ideali (Va=∞)
a) Calcolare la tensione d’uscita in assenza di segnale all’ingresso.
(Find Vu when no signal is present at the input)
b) Disegnare in un grafico quotato l’andamento in frequenza
(modulo e fase) dell’impedenza di ingresso del circuito (Draw the input
impedance of the circuit as a function of frequency).
c) Calcolare la distorsione di seconda armonica all’uscita Vu
quando all’ingresso è applicata una sinusoide a 100MHz ed ampiezza
2mV. (Find the harmonic distortion HD2 at the output when a sinusoidal
signal at 100MHz and amplitude 2mV is applied to the input)
d) Tracciare il diagramma di Bode (modulo e fase) del guadagno
G=Vu(s)/Vin(s) quando, in aggiunta alla C=1nF di bypass, ci sia anche la
capacità Cbc= Cµ=0.1pF del solo transistore T2. (Consider, in addition to
C=1nF, also the capacitance Cbc=0.1pF of only transistor T2. Draw the
Bode diagram of the gain G=Vu(s)/Vin(s) ).
f) Calcolare la massima ampiezza di una sinusoide Vin alla
frequenza di 1kHz e quella alla frequenza di 50MHz applicabile al
circuito. (Find the maximum amplitude of a sinusoid at 1kHz and at
50MHz that can be applied to the input).
+ 5V
Re C
4.3k 1 nF
vin T1 R1
1kΩ
T2
R2
- 1V 4.3kΩ
vu
Rc
10kΩ
- 5V
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 35
ii) il valore dello zero è identico a quello calcolato nel paragrafo precedente,
sempre positivo e pari a s=gm/Cgd;
iv) Cambia la costante di tempo di scarica perché cambia la resistenza vista ai capi
della capacità Cgd. Per calcolarla possiamo sostituire alla capacità un
+ VDD + VDD
vin
Vu(0+)
Cgd RL I RL
Vu(0+)
vu
Ri Ri
B
-gmRL
vin A
- VSS - VSS
Fig. 9.14 Stadio Source comune alimentato con un generatore di tensione reale,
in cui sia presente solo la capacità Cgd. Sono disegnate la risposta nel
tempo del Gate del MOSFET e dell’uscita nel caso di un gradino di
tensione all’ingresso. A destra lo schema per calcolare la resistenza
vista ai capi della capacità.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 36
VA − VB
R= = R i (1 + g m ⋅ R L ) + R L (9.11)
I
La costante di tempo del polo introdotto dalla capacità Cgd sarà quindi
τ = Cgd ⋅ [R i (1 + g m ⋅ R L ) + R L ] (9.12)
Essa è quindi ben diversa dal semplice prodotto tra Cgd e le resistenze fisiche Ri ed
RL del circuito, per via del termine moltiplicativo della sola Ri dato da (1+gmRL) in
cui riconosciamo il guadagno di tensione G=-gmRL tra A e B. Il valore della
costante di tempo del circuito sarà quindi tendenzialmente elevato e
proporzionalmente più grande quanto più il circuito guadagna. Questo è spiacevole:
se cercassi di guadagnare dieci volte di più (ad esempio con gm dieci volte più
grande) mi ritroverei con un amplificatore con una banda passante dieci volte più
piccola! Si dice che in questi casi il prodotto guadagno x banda (GBWP: Gain
Bandwidth Product) del circuito è costante.
v u (s) 1 − s Cgd g m
= −g m R L ⋅ (9.13)
vin (s) 1 + sCgd [R i (1 + g m ⋅ R L ) + R L ]
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 37
v u (s) β gm 1 − s Cgd g m
=− gmR L ⋅ (9.14)
vin (s) Ri + β gm [
1 + sCgd R i β g m (1 + g m ⋅ R L ) + R L ]
- 6V
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 38
Per intuire il motivo per cui la τ abbia la forma (9.12), si pensi alla variazione
della carica accumulata sulle armature di Cgd quando lo stadio è forzato da un
segnale a gradino di tensione vin. Con riferimento alla Fig.9.15, esaurito il
transitorio di carica della capacità, il potenziale del morsetto di Drain sarà
diminuito della quantità gmRLvin generando una variazione effettiva della
tensione ai capi di Cgd pari a ∆VC= vin+gmRLvin. Pertanto sulle armature di Cgd
la variazione di carica è stata di Q=(1+gmRL)vinCgd, carica che deve essere
fornita dal generatore di tensione vin. Questa è la stessa carica che vin
erogherebbe ad una capacità ben più grande di Cgd e pari a Ceq=(1-
G)Cgd=(1+gmRL)Cgd posta tra Gate e massa (Fig.9.15 a destra). Ci si attende,
quindi, che la capacità Cgd contribuisca alla costante di tempo associata alla rete
di ingresso con un termine del tipo (1+gmRL)CgdRi, come effettivamente ci
viene detto dalla (9.12).
Cgd RL Q=Cgd(1+gmRL)Vin RL
vin vin vin
vin
-gmRLvin
Q=Cgd(1+gmRL)Vin Cgd(1+gmRL)
Fig. 9.15 Visualizzazione (a sinistra) della quantità di carica che deve essere
messa sui piatti della capacità Cgd per assicurare il previsto guadagno di tensione tra
ingresso ed uscita. A destra è riportato l’equivalente circuito in cui la stessa carica è
fornita da Vin ma su una capacità verso massa.
Per rendere più veloce un amplificatore così fatto bisogna i) progettare bene lo
stadio precedente in modo che Ri sia la più piccola possibile e ii) non esagerare
con il suo guadagno di tensione ! iii) Oppure anche … (vedi §9.6).
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 39
Facendo tesoro delle idee viste nei paragrafi precedenti, sarà ora facile
analizzare il comportamento dell’amplificatore con il Source (Emettitore) comune
nella sua configurazione reale, cioè quando sono compresenti ed attive entrambe le
capacità Cgs e Cgd come evidenziato nella Fig.9.16. Per comodità possiamo tenere
come riferimento con cui confrontarci la funzione di trasferimento esatta del
circuito ottenuta impostando il sistema di equazioni di bilancio ai nodi del circuito:
vu 1 − s Cgd g m
= −g m R L 2 (9.15)
vin [ ]
s R L R i Cgd Cgs + s R i Cgs + R LCgd + R i Cgd (1 + g m R L ) + 1
- lo zero è identico a quello trovato nel §9.4.3 sia per il MOSFET che per il
BJT, cioè pari a (1-sCgd/gm) per il MOSFET e (1-sCbc/gm) per il BJT.
RL
Cgd vu
Ri
v in C gs
Fig. 9.16 Stadio Source comune alimentato con un generatore di tensione reale.
Entrambe le capacità Cgs e Cgd del transistore concorrono a
determinare la risposta in frequenza del circuito.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 40
Il coefficiente b del termine di primo grado è sempre esattamente pari alla somma
delle costanti di tempo associate a ciascun condensatore quando gli altri sono stati
rimossi
n
b= ∑C R
j =1
j j . (9.17)
Nel nostro caso gli addendi sono due, essendo due le capacità.
Per valutare la resistenza vista in parallelo da Cgs quando Cgd=0 si deve pensare
di applicare nella posizione del condensatore un segnale sonda di corrente
(Fig.9.17a) e di valutare la tensione che si sviluppa ai suoi capi. Nel caso specifico,
si ottiene semplicemente Ri e quindi l’addendo associato alla capacità Cgs è
τgs = R i Cgs (9.18)
Per valutare la resistenza vista in parallelo da Cgd quando Cgs=0, con riferimento
RL
RL
Ri is
Ri
is
a) b)
Fig. 9.17 Schemi circuitali per calcolare le resistenze viste ai capi delle due
capacità, Cgs (a) e Cgd (b).
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 41
RL CGD
Ri
1kΩ
vu
vin (1+gmRL)CGD
Cgs
Fig. 9.18 Schema del circuito della Fig. 9.15 in cui la capacità Cgd è stata
scomposta “alla Miller” in due capacità (una tra Gate e massa e
l’altra tra Drain e massa) in modo da memorizzare la (9.19).
alla Fig.9.17(b), si svolgono gli stessi calcoli del paragrafo precedente ottenendo la
resistenza [Ri(1+gmRL)+RL]. Il secondo addendo del termine “b” associato a Cgd è
quindi:
τgd = Cgd [R i (1 + g m R L ) + R L ] (9.19)
vu 1 − s Cgd g m
= −g m R L 2 (9.21)
vin [ ]
s a + s R i Cgs + R i Cgd (1 + g m R L ) + R L Cgd + 1
Il polo prevalente del circuito (cioè la radice a più bassa frequenza dell’equazione
di secondo grado al denominatore della (9.21)), ipotizzando che i due poli abbiano
frequenze caratteristiche sufficientemente distanti (circa una decade) tra loro come
visto in “Appendice C”, è ben stimato dal solo termine b che abbiamo appena
confezionato, nella forma:
1 1
pL ≅ − =− (9.22)
b [
R i Cgs + R i Cgd (1 + g m R L ) + R LCgd ]
Ne deduciamo che stimare il polo prevalente di un circuito anche complesso in cui
varie capacità interagiscono tra di loro è relativamente facile! Per quanto visto fino
ad ora ognuno dei 3 termini della (9.20) ha un preciso significato fisico-circuitale
che qui di seguito riassumiamo con l’aiuto della Fig.9.18:
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 42
vu 0° log f
vin pL pH z
dB
∼
-20dB/dec -180°
-40dB/dec -270°
Fig. 9.19 Diagramma di Bode del modulo e della fase del guadagno del circuito
della Fig.9.16.
- τ1=RiCgs è la costante di tempo dovuta alla scarica della capacità Cgs sulla
resistenza vista all’ingresso;
- τ3=RLCgd può essere vista come la costante di tempo legata alla scarica
dell’altro piatto della capacità di ponte Cgd sulla resistenza vista al Drain;
Il secondo polo del circuito starà ad una frequenza più elevata di pL appena trovato.
Se si conoscesse il termine “a” della (9.21), il calcolo sarebbe immediato e preciso.
In mancanza di questo, una via per stimarlo è quella di confrontare i valori di (9.18)
e di (9.19), cioè dei 2 addendi che costituiscono il termine b. Il termine maggiore
definisce la capacità (tra le due presenti) che interviene a frequenza più bassa.
Volendo esplorare le frequenze più alte, questa capacità sarà già intervenuta.
Pertanto non ci resta che farla effettivamente intervenire, cortocircuitandola nel
circuito della Fig.9.16. Il “nuovo circuito” che ne consegue avrà solo l’altra
capacità che ora vede un insieme di resistenze ai suoi capi che in generale è diverso
da quello calcolato prima. Pertanto la nuova costante di tempo che ad alte
frequenza interverrà sarà data dal prodotto della rimanente capacità con la
resistenza vista in questa nuova situazione. Essa definirà il secondo polo, a
frequenza maggiore del primo. I successivi esercizi aiuteranno a prendere
dimestichezza con questo tipo di calcolo.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 43
Cπ
Ri
A
Vu
vin
Cµ
RL
Fig. 9.20 Amplificatore utilizzante un BJT pnp con evidenziate le capacità tra i
morsetti che concorrono alla sua risposta in frequenza.
Operando in questo modo si raggiungono risultati molto vicino ai valori veri dei
due poli, ottenibili eventualmente in un secondo tempo con precisione utilizzando
un simulatore circuitale. Come visto in Appendice C, se anche i due valori di (9.18)
e di (9.19) fossero uguali (caso più sfortunato), eliminare l’uno e tenere l’altro
darebbe un errore nei valori finali dei poli solamente di un fattore 2. A meno di
esigenze particolari, non è quindi in generale necessario calcolare l’equazione
(9.15) di secondo grado al denominatore né tanto meno risolverla!
1 1
pL ≅ − =− (9.23)
b [
C π (R i β g m ) + (R i β g m )Cµ (1 + g m R L ) + R LCµ ]
I risultati ottenuti in questo paragrafo mettono in luce un fatto molto
importante: poiché normalmente il termine RiCgd(1+gmRL) nella (9.22) o il termine
(R1||β/gm)Cµ(1+gmRL) nella (9.23) è il termine dominante in un amplificatore ad
alto guadagno, ne risulta che il guadagno di uno stadio e la sua banda passante non
sono due grandezze indipendenti. Infatti, a causa della capacità di ponte Cgd (Cµ),
un aumento dell’amplificazione comporta un aumento della costante di tempo
associata al primo polo. A questo punto, una maggiore amplificazione è pagata con
una corrispondente diminuzione della banda dello stadio. In generale sono gli stadi
che amplificano a limitare la banda di un circuito.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 44
0 510MHz
180
510MHz
270
9.3MHz Log (ω)
360
90
La banda passante del circuito può quindi essere presa pari a circa 9MHz.
- 1V
La presenza del condensatore di disaccoppiamento non consente la trasmissione
delle componenti in continua della tensione di segnale, e pertanto introduce uno
zero nell’origine della funzione di trasferimento. Inoltre, scaricandosi su una
resistenza pari a 84kΩ, determina un polo a 1260Hz. A queste frequenze gli
elementi reattivi del transistore sono ben lontani dall’intervenire e quindi la loro
esistenza può essere trascurata. Per frequenze maggiori di qualche kHz,
l’impedenza del condensatore di disaccoppiamento diventa trascurabile (il
condensatore si comporta come un cortocircuito) e l’amplificazione dello stadio
raggiunge il valore di -10.
In alternativa a queste considerazioni, si sarebbe potuto analizzare il
circuito nel suo complesso calcolando il valore di b:
b=C(R1||R2+Ri)+CgsR1||R2+Cgd(RL+ R1||R2(1+gmRL)=126µs+1ns+16ns=126µs
Da cui si vede che il polo prevalente fL=1/2πb è determinato dalla capacità C,
intervenuta la quale (e quindi cortocircuitata) l’analisi diventa in tutto uguale a
quella fatta nell’esercizio precedente, perché Ri< R1||R2.
0 510MHz
dB
(jω)||T 10 -3dB 1.26kHz 9.3MHz Log (ω)
90
-20dB/dec
180
0 510MHz 270
90
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 46
τπ=(Rs||R1||R2||β/gm)Cπ=6.1ns
τµ=(Rs||R1||R2||β/gm)Cµ (1+gmRC) + RCCµ=40.1ns
Il polo che limita la banda del circuito è quindi a fL=3.45MHz, mentre quello a
più alta frequenza sarebbe a fH=1.2GHz. Poiché anche lo zero interviene
sostanzialmente alla stessa frequenza (∼fT), ai fini del modulo del trasferimento
le due singolarità si elidono. Il diagramma di Bode del guadagno è quindi:
dB
46
fT
3.5
6 Hz 780 Hz 3.4 M Hz
(b) - L’uso di un generatore di segnale con una resistenza serie più piccola
permette un maggiore guadagno (G≅400) ed allarga la banda. Quest’ultima
infatti si manterrebbe piatta fino alla frequenza di 25MHz.
1 1
pL ≅ − =
[
b R i C gs + R L (C gd + C L ) + R i C gd (1 + g m R L ) ]
Per ottenere la stima del secondo polo, basta individuare all’interno
dell’espressione di b il termine prevalente e cortocircuitarne la corrispondente
capacità. Di questo “nuovo” circuito si valuta il nuovo termine b che fornirà il
valore del secondo polo.
Vcc
RL CL
Cgd vu
Ri
v in C gs
Provate a confrontare i risultati ottenuti con l’analisi intuitiva appena fatta con le
radici del denominatore della funzione di trasferimento esatta della rete, che è :
vu −g m R L (1 − s Cgd g m )
=
[ ] [ ]
vin s 2 Cgs R L R i (Cgd + C L ) + R LC L R i Cgd ) + s R i Cgs + R L (Cgd + C L ) + R i Cgd (1 + g m R L ) + 1
(9.24)
dB
-10
225MHz
7.2MHz
225MHz -90
0
-180
7.2MHz 318MHz
-270
-360
-90
La banda passante del circuito può quindi essere presa pari a circa 7.2MHz.
(fL≅308kHz; fH≅80MHz).
E 9.23 Si valuti come varia la banda passante del circuito dell’esercizio E 9.18
quando il carico presenta anche una componente capacitiva di 10pF.
[780Hz÷311kHz]
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 51
+ VDD
Cgd RL
Ri vu
vin Cgs
RS
- VSS
Fig. 9.22 Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un amplificatore
con resistenza di degenerazione sul Source in cui sono
evidenziate le due capacità Cgs e Cgd.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 52
v u (s) g R − s 2 C gd C gs R s / g m − sC gd (R s + 1 / g m ) + 1
=− m L ⋅
v in (s) 1+ g mR s RL Rs
s 2 a + s C gd R i 1 + + R L + C gs R s 1 g m + R i 1 −
1 g +R
+ 1
1 g m + Rs
m s
(9.25)
dove a = CgsCgd (R i R L + R i R s + R s R L ) .
Essa coincide con l’espressione che si otterrebbe dalla (9.4), ponendo Ys=1/Rs, Yµ
=sCgd, Yi=1/Ri, Yπ=sCgs, YL=1/RL.
Vediamo nel seguito come arrivare a questo risultato senza passare attraverso
l’analisi nodale e come acquisire sensibilità sui componenti circuitali più limitanti.
Innanzitutto calcoliamo gli addendi del termine di primo grado al denominatore:
Termine relativo a Cgd. Con riferimento alla Fig.9.23(a), la resistenza vista da Cgd
sarà ottenuta come R=(VA-VB)/I dopo avere sostituito alla capacità un generatore di
sonda di corrente e calcolato la corrispondente variazione di tensione tra i due punti
A e B. Poiché entrambi i punti A e B si spostano in tensione, è necessario
impostare il sistema di bilancio ai nodi A e B:
VA = I ⋅ R i
− V 1
B
= I + VA
R L 1 gm + RS
da cui
RL
VA − VB = I ⋅ R i + I ⋅ R L + I ⋅ R i ⋅
1 gm + RS
RL RL Cgd
I
Ri B Ri
A B
A
RS Cgd(1-GAB) RS
(a) (b)
Fig. 9.23 Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla
capacità Cgd e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento
della capacità alla Miller.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 53
VA − VB RL
R gd = = R i 1 + + RL
(9.26)
I 1 gm + RS
dove all’interno della parentesi tonda si nota nel secondo addendo il guadagno di
tensione tra Gate e Drain GAB: (1-GAB). La costante di tempo sarà data da :
RL
τgd = Cgd R i 1 + + RL
(9.27)
1 g m + R S
Per giustificare il risultato, si pensi alla variazione della carica accumulata sulle
armature di Cgd quando lo stadio è forzato dal segnale di tensione vin. Come già
visto nel caso dell’amplificatore senza resistenza di degenerazione (Fig.9.15) anche
ora, esaurito il transitorio di carica della capacità, il potenziale del morsetto di
Drain è diminuito del guadagno GAB=-RL/(1/gm+RS) tra VA e VB, generando una
variazione effettiva della tensione ai capi di Cgd pari a (1+ RL/(1/gm+RS))vin.
Pertanto sulle armature di Cgd la variazione di carica è stata di Q=(1-GAB).vinCgd. Il
generatore di tensione vin ha dovuto fornire la stessa carica che avrebbe erogato ad
una capacità Ceq=(1+ RL/(1/gm+RS))Cgd posta tra Gate e massa (Fig.9.23(b). Ci si
attende, quindi, che la capacità Cgd contribuisca alla costante di tempo associata
alla rete di ingresso con un termine del tipo (1+ RL/(1/gm+RS))CgdRi. L’altro capo
della capacità sarebbe invece caricato con la resistenza vista nel nodo B pari a RL,
come indicato dalla (9.27).
V = I⋅Ri
V A
I + B = ( V − V ) ⋅ g
R S A B m
da cui
(1 − g m R i )
VA − VB = I ⋅ R i + I ⋅ R S ⋅
(1 + g m R S )
ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità:
VA − VB R + RS RS g R
R gs = = i = + R i 1 − m S (9.28)
I 1 + gmRS 1 + gmRS 1 + gmRS
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 54
g m R s
τgs = Cgs R s 1 g m + R i 1 −
(9.29)
1 + g m R s
RL RS
b = C gd R i 1 + + R L + C gs R S 1 g m + R i 1 −
1 g +R
(9.30)
1 g m + R S m S
RL RL
Ri Ri
A A
B
B
I RS Cgs(1-GAB) RS Cgs
(a) (b)
Fig. 9.24 Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla
capacità Cgs e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento
della capacità alla Miller.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 55
vgsCgd X i=0
Ri Vu=0
vg
vg
1 gm + RS
vin
RS
Fig. 9.25 Schema circuitale per la stima dello zero introdotto dalla
capacità Cgd.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 56
sia una buona stima dello zero della funzione di trasferimento. In effetti questo è il
valore che si otterrebbe dalla (9.25) nell’ipotesi che l’altro zero disti più di una
decade. Infatti il coefficiente b di quel numeratore è proprio pari a (9.31). Si noti
che si tratta di uno zero reale positivo, posto quindi nel semipiano destro del piano
di Gauss. Esso ha quindi la particolarità di sfasare il segnale di ingresso di ulteriori
90°, producendo lo stesso effetto sullo sfasamento di un segnale di quello prodotto
da un polo.
Trovato il primo zero ci possiamo chiedere se ne esista un secondo. A tal fine può
essere utile analizzare il guadagno a frequenza molto elevata. Con riferimento alla
Fig.9.26, quando siamo ad altissima frequenza le due capacità possono essere
equiparate ad un cortocircuito per il segnale. Pertanto il guadagno asintotico sarà
pari a :
vout (∞) RL RE
G (∞ ) = =+
vin (∞) Ri + R L R E
Guardando il modulo della funzione di trasferimento, dovendo partire da un valore
finito e giungere ad un valore finito, se ci sono 2 poli dovranno esserci
necessariamente due zeri. Guardando la fase, dovendo partire da una fase di -180°
(perché il guadagno è invertente a bassa frequenza) ed arrivare ad una fase di 0°
(perché il guadagno è positivo), il secondo zero dovrà essere negativo.
vu Guadagno
vin dB
finito
-20dB/dec
-40dB/dec Guadagno
RL finito
0dB -20dB/dec
Ri Vu
pL pH z 1 z2 -20dB/dec
0° log f
vin pL pH z
RS ∼
-180°
-270°
-360°
-90° Zero positivo Zero negativo
R2 R4
2kΩ 2kΩ
R1 vu1 vu3
1kΩ
T1 T2
vin vu2
R3 R5
100Ω 600Ω
- 2V
.
E 9.25 Disegnare l’andamento temporale del segnale di uscita vu(t) del seguente
circuito quando in ingresso viene applicato un gradino di corrente di 10µ
A. Si utilizzi un MOSFET a svuotamento con VT=2V, K=-0.2mA,
Cgd=0pF ed fT=200MHz.
+6V
5k C=¥
10M
C= ¥
i in Ri 5k vu
10k
2V
1.8V
1.5ns
0V t
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 59
0V t
0 30ns 60ns
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 60
[ ( ) ]
τHF = Cgd 3 R 4 1 / gm 2 1 + g m3R 3 R1 (1 / gm1 + R 2) + R 3 R1 (1 / gm1 + R 2) = 1pF[460(1 + 1.35) + 810] ≅ 1.9ns
1
Lo zero introdotto dalla sola Cgd1 sarebbe a f z1 = = 93MHz e
2πCgd1 (1 / gm1 + R 2)
a destra.
Mettendo in grafico queste informazioni :
4 0
Log (f)
-20dB/dec -90
-180
0 84MHz 216MHz
-270
5.4MHz 94MHz Log (f)
-360
-90
(
VA = I ⋅ R i (β g m + βR E
)
− VB = I + V 1
R A
L 1 g m + RE
da cui
RL
VA − VB = I ⋅ R i (β g m + βR E ) + I ⋅ R L + I ⋅ R i (β g m + βR E ) ⋅
1 gm + R E
ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità:
+ VCC
Cµ RL
Ri vu
vin Cπ
RE
- VEE
Fig. 9.27 Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un amplificatore
con resistenza di degenerazione sull’Emettitore in cui sono
evidenziate le due capacità Cµ e Cπ.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 63
VA − VB RL
Rµ = = R i (β g m + βR E ) 1 + + RL
(9.32)
I 1 g m + RE
dove all’interno della parentesi tonda si nota il guadagno di tensione tra Base e
Collettore che rende conto dell’aumento della carica da depositare sui piatti di Cµ
rispetto al caso in cui Cµ fosse collegato a massa.
La costante di tempo corrispondente è quindi
RL
τµ = Cµ �R i �(β⁄g m + βR E ) �1 + � + RL� (9.33)
1⁄gm +RE
VA VA − VB
R + β g =I
i m
V
I + B = (VA − VB ) ⋅ g m
R E
VA − VB β RE R E β gm
Rπ = = Ri
g + β R E ⋅ 1 − 1 g + R
+
(9.34)
I m m E R i + βR E + β g m
RL RL Cµ
I
Ri B Ri
A B
A
RE Cµ(1-GAB) RE
(a) (b)
Fig. 9.28 Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla
capacità Cµ e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento
della capacità alla Miller.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 64
β RE
- C π R i + βR E ⋅ 1 − è
la costante di tempo associata alla scarica,
g m 1 g m + RE
sulla rete resistiva di ingresso, della capacità di ponte Cπ, che si è pensato di
riportare tra Base e massa tenendo conto della riduzione della carica assorbita
determinata dalla variazione di potenziale del nodo di Emettitore (effetto
Miller).
1 R
- C π R E + i è la costante di tempo di scarica della capacità di ponte Cπ
g
m β
sulla resistenza vista all’uscita;
RL
b=Cµ �R i �(β⁄g m + βR E ) �1 + � + RL� +
1⁄gm +RE
β RE 1 R i
τπ ≅ C π R i
g + β R E ⋅ 1 − 1 g + R
+ RE
g + β
(9.36)
m m E m
e la corrispondente frequenza del polo sia
RL RL
Ri Ri
A A
B
B
I RE Cπ(1-GAB) RE Cπ
(a) (b)
Fig. 9.29 Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla
capacità Cµ e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento
della capacità alla Miller.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 65
1
fL ≅
2π ⋅ b
E 9.30 Considerare il circuito della figura accanto, in cui il BJT abbia β=50,
Va=∞ , fT=3GHz e Cµ=0 ed i MOSFET k=500µA/V2, |VT|=0.8V e Va=-
10V.
+ 4V
T3
R4 T4
300Ω
R1 C1 R5
3kΩ 700 pF
R2
20kΩ vu
vin T1
T2
R3
4kΩ
- 4V
a) R5=12.5kΩ (VSG=1.72V).
b) Vu≅+1.2V (r0 di tutti i MOSFET dell’ordine di 23.5kΩ)
c) Il guadagno del solo stadio a BJT è di GLF=-1.07 (GHF=-5.5). Il follower,
pur avendo le r0 dei MOSFET, ha un guadagno prossimo a 1 (il suo 1/gm=750Ω).
d) La Cπ del BJT interagisce con C1 a dare fp1=388kHz, fp2=88MHz ed
uno zero a fz=75.8kHz. La Cgs e Cgd del follower a MOSFET interagiscono tra
di loro a dare fp3=1.2MHz, fp4=5.3MHz e fz=2.3MHz.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 68
Da quanto visto fino ad ora è chiaro che per avere i poli di un circuito a frequenza
elevata è necessario che:
1) le capacità presenti nel circuito siano le più piccole possibili. Nella pratica di
progetto questo si traduce nella scelta di transistori con le dimensioni più piccole
possibili, compatibilmente con la necessità di portare una data corrente di
polarizzazione e di avere una sufficiente transconduttanza. Inoltre si traduce
nell’attenzione a limitare il più possibile le capacità parassite introdotte in un
circuito dai collegamenti, che si sommerebbero alle capacità già viste o
aggiungerebbero ulteriori poli a quelli già individuati.
2) le resistenze presenti nel circuito siano le più piccole possibili. Nella pratica la
resistenza collegata al Gate (Base) è spesso la resistenza di uscita del segnale dello
stadio precedente e si presume che sia già ottimizzata o che comunque non sia
possibile ridurla ulteriormente. Inoltre anche il guadagno del circuito dipende dalle
stesse resistenze (si pensi ad RL), per cui una loro diminuzione aumenterebbe la
banda ma ne diminuirebbe il guadagno, lasciando spesso inalterato il prodotto
guadagno-banda e quindi non apportando alcun reale miglioramento al circuito.
Oltre a questi due aspetti, una attenta analisi dei risultati visti analizzando i singoli
stadi, ad esempio della (9.13) o (9.14), della (9.21) o della (9.30), ci permette di
evidenziarne un terzo aspetto molto importante:
3) il guadagno di tensione tra i due capi delle capacità a ponte sia il più piccolo
possibile. Con riferimento al circuito della Fig.9.14, riproposto per comodità a
sinistra della Fig.9.30, ed alla relativa funzione di trasferimento (9.14), anch’essa
riproposta qui di seguito per comodità:
v u (s) 1 − s Cgd g m
= −g m R L ⋅ (9.37)
vin (s) 1 + sCgd [R i (1 + g m ⋅ R L ) + R L ]
abbiamo visto che il polo della capacità Cgd ha una costante di tempo elevata
perché la tensione ai capi della capacità stessa varia moltissimo, essendo proprio
collegata tra ingresso ed uscita, cioè tra i due punti del circuito che hanno la
massima variazione relativa di tensione su segnale. Il termine moltiplicativo
(1+gmRL) rende conto proprio di questo fatto.
Da qui nasce l’idea migliorativa proposta nel circuito a destra della
Fig.9.30, consistente nell’aggiunta di un transistore in serie al precedente, il cui
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 69
+ VDD
RL
+ VDD vu
VG FISSO
T2
Cgd RL
vu Cgd 1/gm
Ri
T1 T1
vin vin Ri
- VSS - VSS
Gate (Base) sia vincolato ad una tensione fissa (transistore nella configurazione a
Gate comune). Se l’impedenza mostrata dal Source del nuovo transistore (1/gm) è
più bassa di RL, il guadagno ai capi di Cgd risulta ridotto rispetto a prima,
(1+gm.1/gm), e conseguentemente risulta più piccola anche la costante di tempo
complessiva. Vediamo vantaggi e svantaggi di questa soluzione della Fig.9.30:
1 1
τ = C gd ⋅ R i 1 + g m1 +
g
g m2 m 2
Fino ad ora abbiamo trascurato le capacità Cgs e Cgd del transistore T2. Dovendo
considerarle, facciamo riferimento alla Fig.9.31.
La capacità Cgs di T2 concorre al termine “b” del denominatore della funzione di
trasferimento, con un termine Cgs.1/gm molto piccolo, corrispondente alla fT del
transistore T2. Esso non limita in alcun modo e può essere nella pratica trascurato.
La capacità Cgd di T2 non interagisce con le altre e quindi concorre a definire un
nuovo polo esattamente alla frequenza
1
f p2 = (9.38)
2π ⋅ C gd 2 R L
Questo polo può anche essere il polo dominante del circuito, e quindi definirne la
banda, ma sarà comunque a frequenza superiore del polo del circuito senza
cascode, giustificando quindi la modifica al circuito originario.
+ VDD
RL
Cgd2 vu
T2
Cgs2
Cgd1
T1
Ri
vin
Cgs1
- VSS
Fig. 9.31 Amplificatore nella configurazione Cascode con tutte le capacità
messe in evidenza.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 71
VA=∞
R1 T2
a) Calcolare la tensione 1kΩ
stazionaria dell’uscita in assenza T1 vout
di segnale.
vin
b) Calcolare il guadagno a R2 R3
800Ω 10kΩ
bassa frequenza del circuito.
c) Calcolare la massima - 2V
variazione positiva che il segnale
Vin può assumere.
d) Calcolare la massima variazione negativa che il segnale Vin può
assumere.
e) Calcolare la distorsione del circuito quando in ingresso viene
applicato un segnale sinusoidale ampio 50mV.
f) Calcolare l’espressione del guadagno del circuito e disegnarne i
diagrammi di Bode quotati del modulo e della fase quando è presente la
capacità Cgd=1pF di tutti i transistori.
(1− sτ z )
G (s) = G (0)
(1+ sτ1 )(1+ sτ 2 )
in cui G(0)= -5.5, fp1=15.9MHz, fp2=46MHz ed fz=88MHz. Grazie al
cascode T2, la fp2 è spostata a frequenza ben maggiore di fp1 (senza il
cascode la banda del circuito sarebbe stata molto più limitata, ben minore
dell’attuale 15.9MHz).
vu
vin dB -5.5
-20dB/dec
-1.9
-40dB/dec
16M 46M 88M
-20dB/dec
0° log f
∼ p1 p2 z
-180°
-270°
-360°
-90° Zero positivo
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 73
a) Calcolare la vu
tensione Vu in assenza R1
7.7 kΩ
R3
25 kΩ
di segnale. (Find the
value of Vu when no - 3V
signal is applied)
b) Calcolarne il guadagno G=Vu/Vin a bassa frequenza. (Find the
low frequency gain G=Vu/Vin of the circuit)
c) Supporre che i BJT T1, T2 e T3 abbiano fT=2GHz e Cµ=.1pF.
Discutere quanti poli dovrà necessariamente avere il circuito e trovare il
valore di ognuno di essi. (Suppose BJTs T1, T2 and T3 have fT=2GHz
and Cµ=.1pF. Find the value of all of them).
d) Confrontare il risultato con il polo dominante che si sarebbe ottenuto
in un circuito analogo ma senza T2 e T3, in modo da commentare il
possibile vantaggio del doppio cascode anche in un caso come questo in
cui il transistore di ingresso sia degenerato con R1.
.
g) Vu≅-0.5V. 1/gm1=83Ω, 1/gm2=250Ω, 1/gm3=250Ω.
h) G≅-3.2
i) Ricordando la relazione del singolo transistore
1
fT = , si ricavano Cπ1=860fF, Cπ2=218fF,. Cπ3=218fF.
2π(C π + C µ )1 g m
+ 3V
Cµ2
R4 Cπ3
T2
1 kΩ
vin T1 T3
vu
R1 R3 Cµ3
7.7 kΩ 25 kΩ
- 3V
1
f p5 = = 64 MHz.
2πC µ 3 ⋅ R 3
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 74
Le capacità Cµ2 e Cπ3 sono tra loro in parallelo. Esse non interagiscono
con le altre grazie ai collegamenti di massa alla base di T2 e T3. Il
corrispondente polo è quindi semplicemente pari a
1
f p4 = = 2 GHz.
2π(C µ 2 + C π3 ) ⋅ 1 g m 3
+ 3V
Cπ2
Cµ1
R4
T2
1 kΩ
vin T1 T3
Cπ1 vu
R1 R3
7.7 kΩ 25 kΩ
- 3V
R1
b = C π1 R 4 β g m1 ⋅ 1 − + R 1 1 g m1 +
1 g m1 + R 1
1 g m2
C µ1 R 4 (β g m1 + βR 1 ) ⋅ 1 + + 1 g m 2 + C π 2 1 g m 2
1 g m1 + R 1
Con i valori del circuito in esame si ottiene:
b= 78ps + 128ps + 54ps = 260ps, che fornisce un polo a fp3= 612 MHz
Facendo intervenire Cµ1, esploriamo il polo a frequenza più elevata:
+ 3V
Cπ2
R4
T2
1 kΩ
vin T1 T3
Cπ1 vu
R1 R3
7.7 kΩ 25 kΩ
- 3V
+ 3V
Cµ1
R4
1 kΩ
vin T1
Cπ1 vu
R1
R3
7.7 kΩ 25 kΩ
- 3V
Il termine b sarebbe:
R1
b = C π1 R 4 β g m1 ⋅ 1 − + R 1 1 g m1 +
1 g m1 + R 1
R3
C µ1 R 4 (β g m1 + βR 1 ) ⋅ 1 + + R 3
1 g m1 + R 1
b= 78ps + 3ns = 3.1ns da cui si ottiene fp=51MHz. Esso è solo di poco
migliore rispetto al caso precedente. In effetti la presenza di R1 rende
piccolo il guadagno di tensione tra Base e Collettore di T1, riducendo i
vantaggi introducibili dal cascode.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 76
frequenza (modulo e
fase) del guadagno
G(f)=Vu(f)/Vin(f) in regime di piccolo segnale, indicando il valore del
polo e dello zero intro-dotti da C. (Draw the quantitative gain of the
circuit as a function of frequency after having calculated the pole and the
zero introduced by C).
c) Determinare il valore massimo e minimo che può assumere la
tensione di uscita Vu ed i corri-spondenti segnali Vin, minimo e massimo,
all’ingresso del circuito alla freq. di 1MHz. (Find the maximum and
minimum voltage Vu and the corresponding values Vin at the input for
signals of 1MHz)
d) Calcolare la distorsione di seconda armonica all’uscita Vu
quando all’ingresso Vin è applicata una sinusoide di frequenza 1MHz ed
ampiezza 50mV. (Find the harmonic distortion at the output of the circuit
when a sinusoidal signal of frequency 1MHz and amplitude 50mV is
applied to the input)
e) Considerare, oltre a C=1nF di ingresso, anche la capacità
Cbc=1pF dei due BJT. Calcolare il polo e lo zero introdotto dal
transistore T1 ed il polo e lo zero introdotto da T2 e tracciare il
diagramma di Bode (modulo e fase) del guadagno del circuito.
(Consider now, in addition to C=1nF, also the capacitance Cbc=1pF of
the two BJTs. Find the transfer function and draw its Bode diagram
(modulus and phase)). .
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 77
E 9.34 Con riferimento al seguente circuito, in cui i BJT hanno (Consider the
circuit shown below whose BJT have): β=250, fT=10GHz, Cµ=100fF e
Va=∞ : + 3V
a) Calcolare il valore
dell’uscita Vu in assenza di R2 C2
segnale. (Find Vu when no R5
2.3kΩ 47µF
signal is applied ) 4kΩ vin
b) Trascurando le R1
capacità interne al BJT, 1kΩ R3
25Ω
tracciare il diagramma di
Bode quotato del modulo e
della fase della funzione di vu
R6 C1 R4
trasferimento G=Vu(s)/Vin(s). 2kΩ
∞ 2kΩ
(Plot the Bode diagrams of the
transfer function when the - 3V
capacitances of the BJT can
be neglected )
c) Aggiungere Cbc1=Cbc2=10pF. Calcolare i nuovi poli da queste
introdotti e disegnare quotati i diagrammi di Bode del circuito completo.
(Consider now Cbc1=Cbc2=10pF. Find the new poles and draw the new
Bode plots of the complete circuit.).
1
fp1 =
[( )
2π ⋅ C + C µ ⋅ 2 ⋅ β g m R1+ C µ ⋅ 1 g m]≅ 980 kHz .
E 9.36 Considerare il seguente circuito che utilizza BJT aventi β=100 e curve
caratteristiche ideali (VA=∞) + 3V
a) Calcolare il valore della R1
100Ω C=1nF
R3
tensione Vu in assenza di T1 2kΩ
segnale all’ingresso e della v R2
potenza assorbita dalle
in
150kΩ
vu
alimentazioni. T2 T3
“SNOWBALL”
Di seguito vi propongo un esercizio con una serie incalzante di domande,
come quelle che forse vi fareste se doveste analizzare un progetto aziendale
di un vostro collega prima di mandarlo in produzione.
carico
amplificatore follower esterno
+ VDD + VDD
Cgd
R1 RD
Ri
C=∞ Vu A
R vout
vin B
vin R2 RF
RL Cgs RS
- VSS - VSS
(a) (b)
Fig. 9.32 Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un Source
follower in cui sono evidenziate le due capacità Cgs e Cgd.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 85
Per il calcolo del coefficiente “b” del termine di primo grado, si procede come già
visto più volte nei paragrafi precedenti, sommando i prodotti tra le singole capacità
e la resistenza vista ai loro capi.
Ri
Vg(s)
I(s) = vggm
VS(s)=0
Il termine relativo a Cgd è di immediato calcolo essendo il Drain del circuito della
Fig.9.32b collegato direttamente all’alimentazione:
τgd=CgdRi (9.39)
Nel termine relativo a Cgs, la situazione è simile a quella vista con riferimento alla
Fig.9.24. Il sistema di bilancio ai due nodi A e B è infatti ancora:
V = I⋅Ri
V A
I + B = ( V − V ) ⋅ g
R S A B m
da cui
(1 − g m R i )
VA − VB = I ⋅ R i + I ⋅ R S ⋅
(1 + g m R S )
che fornisce l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità:
VA − VB R + RS RS g R
R gs = = i = + R i 1 − m S
I 1 + gmRS 1 + gmRS 1 + gmRS
così da ottenere
1 g m R S
τgs = Cgs R S + R i 1 −
(9.40)
gm 1 + g m R S
Per ricordare i due termini tra parentesi quadra, ai fini pratici è come se si fosse
rimossa la capacità di ponte Cgs e la si fosse sostituita con due capacità poste
rispettivamente tra il Gate e massa e tra il Source e massa, come indicato nella
Fig.9.34:
- τ1= Cgs (Rs||1/gm) è la costante di tempo di scarica della capacità di ponte Cgs
sulla resistenza vista all’uscita;
- τ2=CgsRi.(1-G) è la costante di tempo associata alla scarica, sulla rete resistiva
di ingresso, della capacità di ponte Cgs, tra le cui estremità c’è il guadagno G.
Formalmente è come se si riportasse Cgs tra Gate e massa tenendo conto della
riduzione della carica assorbita determinata dalla variazione di potenziale del
nodo di Source (effetto Miller) in analogia a quanto visto in riferimento alla
Fig.9.24.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 87
Esso è a frequenza tanto maggiore quanto più i singoli addendi saranno piccoli.
Quanto al primo addendo di b si vede come sia buona norma non collegare alcuna
resistenza tra Drain e l’alimentazione in modo da minimizzare la resistenza vista ai
capi di Cgd. Il secondo addendo di b è effettivamente piccolo essendo il termine tra
parentesi tonda molto vicino a zero in un buon follower.
In un buon follower quindi è facile che a limitare la banda sia la scarica della
capacità Cgd attraverso la resistenza di uscita dello stadio precedente (Ri).
Ri Cgd
A B
vin Cgs(1-GAB)
RS Cgs
Fig. 9.34 Schema per memorizzare gli addendi che determinano il polo
prevalente di un Source follower, dopo avere scomposto Cgs
“alla Miller”.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 88
Fig.9.32(b) ottenendo:
v u (s) Rs 1 + sC gs / g m
= ⋅
v in (s) R s + 1 g m RiRs Rs / gm Ri
s2 C gs C gd + s C gd R i + C gs + C gs +1
1+ g mRs 1 g m + R s 1 + g R
m s
(9.43)
che coincide con l’espressione che si otterrebbe dalla (9.5), ponendo Ys=1/Rs, Yµ
=sCgd, Yi=1/Ri, Yπ=sCgs, YL=∞. Scopriremmo che sia lo zero che il coefficiente
“b” sono uguali a quelli stimati prima !
BUFFER IDEALE
+ VDD
Cgd
Ri
vout
vin
Cgs
IS
- VSS
Noto che :
- Il guadagno di tensione ai capi di Cgs è rigorosamente pari a 1;
- Non variando la tensione ai capi di Cgs la carica sui suoi piatti non
cambia;
- Quindi è come se Cgs non ci fosse;
- Questo mi permette di toglierla;
1
- A questo punto mi rimane solo il polo a 𝑓𝑓𝑝𝑝 = .
2𝜋𝜋𝑅𝑅𝑖𝑖 𝐶𝐶𝑔𝑔𝑔𝑔
Provate a fare i conti precisi partendo dalla (9.43) con RS=∞ e trovereste
esattamente questo risultato : il polo e lo zero di Cgs, ora identici, vengono ad
elidersi.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 89
b) Calcolare la frequenza del polo dominante del circuito nel caso in cui
tutte le capacità siano prese in considerazione ed abbiano valore
Cgs=160fF e Cgd=70fF.
V
b) Ricordarsi che g m3 = 2 k ⋅ I ⋅ 1+ sd da cui 1/gm3=660Ω; 1/gm2=625Ω;
Va
1/gm1=606Ω. Inoltre r02=r03=28kΩ. + 3.3V
τ1 = C gd1 ⋅ R 1
r02
τ 2 = C gs1 ⋅ R 11− + r02 1 g m1
1 g m1 + r02
[( )
τ 3 = C gd 2 ⋅ 1 g m3 r03 R 2 ⋅ (1− g m2 ⋅ r03 1 g m1 ) + r02 1 g m1 ]
( )(
τ 4 = C gs2 + C gs3 ⋅ 1 g m3 r03 R 2 )
b= 280ps + 111ps + 128ps + 197ps = 716ps da cui fp=222MHz.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 90
1.5nF
Vin R2 Iin R2
175 MΩ
175 MΩ
-4V
-4V
(a) (b)
[ ] [ ]
b = Cgd ⋅ 30k 30k 2k (1 + 0) + 300Ω + Cgs ⋅ 30k 30k 2k (1 − 1) + 1 g m + C ⋅ [R L + 1 g m ]
[ ] [
b' = Cgd ⋅ 30k 30k 2k (1 + 300 1125) + 300Ω + Cgs ⋅ 30k 30k 2k (1 − R L (R L + 1 g m )) + R L 1 g m ]
Equivalente a b’=60ps+30ps da cui fHF=1.7GHz.
[
b' ' = Cgs ⋅ (30k 30k 2k 300Ω + R L ) 1 g m ]
Equivalente a b’’=11.3ps da cui fHHF=14GHz>fT.
14MHz 1.7GHz
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 92
Si noti come sia buona norma non collegare alcuna resistenza tra Drain e
l’alimentazione in modo da minimizzare la resistenza vista ai capi di Cbc=Cµ
Cµ
Cµ
Ri Ri
A A
B
vin B
Cπ RE Cπ(1-GAB) RE Cπ
(b)
(a)
β β RE 1 R i
b ≅ Cµ R i + RE
g + βR E + C π R i g + β R E ⋅ 1 − 1 g + R g + β
m m m E m
(9.45)
β RE
- C π R i + βR E ⋅ 1 − è
la costante di tempo associata alla scarica,
g
m 1 g m + RE
sulla rete resistiva di ingresso, della capacità di ponte Cπ, che si è pensato di
riportare tra Base e massa tenendo conto della riduzione della carica assorbita
determinata dalla variazione di potenziale del nodo di Emettitore (effetto
Miller) in analogia a quanto visto in riferimento alla Fig.9.22. Questo termine
è spesso piccolo essendo il termine tra parentesi tonda molto vicino a zero in
un buon follower (in cui addirittura al posto della resistenza RE si pone un
generatore di corrente con resistenza equivalente elevatissima).
1 R
- C π R E + i è la costante di tempo di scarica della capacità di ponte Cπ
g
m β
sulla resistenza vista all’uscita;
Esso è a frequenza tanto maggiore quanto più i singoli addendi di b saranno piccoli.
Per calcolare il polo a frequenza maggiore, possiamo guardare gli addendi della
Eq.(9.45) ed individuare il termine con costante di tempo maggiore. Esso sarà il
maggior responsabile del valore di fL. La capacità corrispondente potrà quindi
essere pensata già intervenuta quando ora andiamo ad esplorare frequenze oltre fL.
Cortocircuitando nello schema della Fig.9.35 quella capacità, otteniamo un
“nuovo” circuito avente una sola capacità, di cui si dovrà calcolare la costante di
tempo. Essa sarà il costituente del polo in questa situazione, cioè del polo a
frequenza elevata, fH, del circuito completo.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 94
dove
C π Cµ R E R i β g m
a=
[R E (β + 1) + rπ + R i ]
β β RE R E β gm
b = Cµ R i +
g + βR E + C π R i g + β R E ⋅ 1 − 1 g + R
R i + βR E + β g m
m m m E
Cµ
Ri
vin
Cπ RE CL
Fig. 9.36 Stadio Emitter follower che pilota un carico capacitivo esterno
CL.
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 95
di secondo grado al denominatore della (9.43) che quello del termine di primo
grado che determina il polo prevalente. Anche in questo caso l’espressione del polo
prevalente può essere ricavata utilizzando il metodo sintetico da noi adottato nei
paragrafi precedenti.
In genere tuttavia non è necessario svolgere con precisione questi calcoli. Infatti, se
lo stadio è ben progettato (1/gm<<RS), si può trascurare la capacità di accopiamento
(Cgs o Cπ) e prevedere che il circuito risponda con due costanti di tempo
indipendenti e non interagenti, una data dalla costante di tempo di ingresso (pari a
quella trovata prima in assenza di carico capacitivo), l’altra dalla costante di tempo
di uscita CL R S 1 . L’importanza di quest’ultimo termine dipende dall’entità del
gm
carico capacitivo e dalla resistenza 1/gm di uscita del follower, che generalmente
dovrebbe essere ben più piccola di RE.
E 9.41 Calcolare il valore dei poli e dello zero della funzione di trasferimento
del seguente circuito utilizzante un BJT di potenza (β=100, Cµ=50pF e
fT=300MHz). Studiare come essa si modifica aggiungendo una
componente capacitiva di 30pF al carico.
+5V
Re 100
50
Rin
vin
- 5V
Con riferimento alla (9.22), le singole costanti di tempo che compaiono nei
coefficienti del denominatore della funzione di trasferimento sono:
τ1=(rin||β(1/gm+Re))Cµ=2.5ns
τb=Rerπ/(Rin+Rin(β+1)+rπ)Cπ=0.5ns
τ3=(rin||β(1/gm+Re))Cπ/(1+gmRe)=0.25ns.
Esse sono state calcolate tenendo presente che la resistenza tra il nodo di Base è
massa è Rin||(β/gm+βRe). Una prima stima del polo prevalente porterebbe a
fissarlo alla frequenza fL=49MHz. Il calcolo di τa=1.1ns e la risoluzione precisa
del denominatore della (9.22) apporta una correzione alla prima stima e colloca i
due poli a 57MHz e 365MHz. Si noti come il polo prevalente sia determinato
Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 96
dalla rete di ingresso attraverso la τ1 a causa del grande valore di Cµ. Lo zero è
invece posto alla frequenza fZ=1/(2πCπ/gm)=317MHz, praticamente coincidente
con la fT.
+6V
vin RL 3.5k
12k 5k
-12 V
Il polo a frequenza più bassa, introdotto dal follower, è quindi alla frequenza fL≅
1/(2π(τ1+τ2+τ3) ≅ 69MHz. Risolvendo precisamente il denominatore della
funzione di trasferimento, si troverebbe fL=70MHz e fH=2.4GHz. Si noti come il
follower non limiti affatto la banda passante del circuito, stabilita invece dal
primo stadio.
fT
69 M Hz
6 Hz 780 Hz 3.4 M Hz
+ 5V
1k
C =16 nF
3k
2.43k
R L 10k
vin
- 1V - 5V
+ 6V
2k 2k
v1 v2
2.65k
- 6V
C π C µ rπ ( R L R S + R g R S + R g R L )
a= = ( 3ns) 2
R g + ( β + 1) R S + rπ
rπ ( R S + R g ) R g [ rπ + ( β + 1) R S ]
b = Cπ + Cµ +
R g + ( β + 1) R S + rπ R g + ( β + 1) R S + rπ
rπ + ( β + 1) R S + ( β + 1) R g
Cµ R L = 14.3ns
R g + ( β + 1) R S + rπ