Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
, 35,1&,3,'(/352&(662(65
&216,'(5$=,21,,03,$17,67,&+(
L’assetto principale di un impianto di rifusione sotto scoria elettroconduttrice è
quello indicato in figura:
Le configurazioni possibili per un tale tipo di
impianto sono numerose ma possono tuttavia
Fig. 2 Impianto ESR a lingottiera fissa Fig. 3 Impianto ESR con lingottiera
a collare stazionaria
1
,PSLDQWLDOLQJRWWLHUDILVVD
Sono impianti come detto prima in cui la lingottiera non è dotata di alcuna
possibilità di muoversi. La crescita del lingotto, man mano che l’elettrodo
rifonde, viene permessa dall’innalzamento del livello dell’elettrodo.
La configurazione a lingottiera fissa è stata la prima ad essere applicata su scala
industriale ed è tuttora tra le più diffuse.
Fig. 4 Impianto ESR a lingottiera fissa per produrre lingotti da 165 ton
2
,PSLDQWLFRQOLQJRWWLHUDDFROODUHVWD]LRQDULD
E’ la tipologia di impianto più interessante dal punto di vista delle innovazioni.
La lingottiera è sempre di
forma cilindrica ma ora è
molto più corta dato che al più
può misurare 1 metro.
A differenza di prima la
crescita del lingotto viene
permessa dall’abbassamento
di una piastra posta sotto la
lingottiera.
Ovviamente l’abbassamento
della piastra è calibrato in
modo tale da procedere pari
passo con la solidificazione.
A differenza di prima ora il Fig. 5 Impianto ESR con piastra base retrattile a 3 elettrodi
contatto tra lingottiera e metallo
in solidificazione è dinamico ossia c’è strisciamento a livello delle pareti
Con questa caratteristica si riescono ad ottenere lingotti la cui lunghezza è
indipendente dall’altezza della lingottiera, ma solo dalla corsa della piastra base
retraibile.
Il costo della lingottiera di rame è inoltre molto più contenuto. L’impianto
permette anche l’uso di sistemi di cambio elettrodo automatico che mi
permettono quindi di produrre lingotti lunghi pur rifondendo un elettrodo per
volta.
Il principale difetto è la complessità dovuta ai numerosi dispositivi meccanici in
movimento. Inoltre il controllo deve essere molto accurato per considerare sia i
movimenti di abbassamento dell’elettrodo sia quelli della piastra base.
La taglia dell’impianto è generalmente minore di quelli a lingottiera fissa, si
producono cioè lingotti di inferiore diametro.
3
3DUDPHWULFKHFDUDWWHUL]]DQRXQLPSLDQWR(65
4
,35,1&,3,(/(77527(&1,&,'(/352&(662(65
Lo schema elettrico di un impianto ESR a
corrente alternata (che come visto è la
configurazione più comune) è quello riportato
in figura
Il bagno di scoria fusa rappresenta una pura
resistenza Ohmica che indicheremo con RS.
In aggiunta alla resistenza del bagno deve
essere considerata anche la resistenza del
rimanente circuito formato dalle linee di
distribuzione della corrente e dai contatti
(segnati in figura in rosso).
La resistenza del circuito da ora in poi sarà
indicata come RV.
Se l’impianto opera in corrente alternata
Si devono considerare anche le resistenze Fig. 8 Schema elettrico di riferimento
di natura induttiva dovute ai fenomeni di
induzione elettromagnetica. Tali induttanze saranno indicate con XL.
/DFRQGX]LRQHGLFRUUHQWHQHOODVFRULDIXVD
La scoria fusa si comporta nel nostro circuito come una resistenza, in tal modo al
passaggio della corrente viene sviluppato calore per effetto Joule.
La potenza in ingresso dovrà quindi essere regolata in modo da fornire il calore
richiesto al processo; tenendo quindi conto della legge di Ohm sarà:
Ps Rs I 2 Us I (1)
Us
L
Rs (2)
f
US
I Corrente [A]
Resistenza specifica della scoria [: cm]
L Distanza tra la punta dell’elettrodo e il bagno di metallo in cm
f Area della sezione trasversale dell’elettrodo consumabile in cm2
&DGXWDGLWHQVLRQHQHOFLUFXLWRHOHWWULFRHVFOXVDODVFRULD
Anche nel circuito elettrico dell’impianto, così come nel bagno di scoria, durante
il passaggio di corrente si genera calore: tale perdita di energia può essere
calcolata dalla corrente I, dalla tensione Uv e dalla resistenza del circuito RV
PV R V I2 UV I (3)
5
&DGXWDGLLQGXWWDQ]DHWHQVLRQLLQGXWWLYH
Qualsiasi conduttore entro il quale circola corrente è circondato da un campo
magnetico.
Se la corrente è alternata, anche il campo magnetico varierà con la stessa
frequenza della corrente che lo ha generato.
Questo campo variabile induce nel conduttore una tensione elettrica contraria
sfasata di 90° rispetto alla tensione di alimentazione.
Questa tensione, sovrapponendosi alla tensione di alimentazione produce uno
sfasamento tra il massimo valore della tensione e della corrente, in parole povere
il massimo valore di corrente non si ottiene nello stesso tempo del massimo
valore della tensione.
La caduta di tensione induttiva (che come detto è sfasata di 90°) dipende da I e
dalla induttanza del circuito XL
UX XL I (4)
XL ZL (5)
7HQVLRQHWRWDOHHUHOD]LRQHIUDWHQVLRQLRKPLFKHHLQGXWWLYH
Il calcolo della tensione totale (ossia quella in uscita dal trasformatore), data dalla
somma di US, UL, UX , tenendo conto dello sfasamento di 90° della tensione
induttiva sarà:
U Tr ( U S U V ) 2 U 2X (R s R v ) X 2L I ZI (6)
US U V
COSM (7)
U Tr
6
'LDJUDPPDGHOOHSRWHQ]HHSHUGLWHHOHWWULFKH
La potenza apparente in uscita dal trasformatore può essere calcolata dalla
corrente I e dalla tensione UTr secondo
PKVA U Tr I (8)
Per ottenere la potenza che può essere convertita in calore (ossia la potenza attiva
in uscita dal trasformatore) devo moltiplicare per il fattore di potenza:
PTr (U S U V ) I (10)
PS US I (11)
Fig. 10 Diagramma delle potenze per un impianto ESR operante in corrente alternata
7
Secondo questo diagramma in un impianto ESR operante in AC la massima
potenza attiva si ottiene per una corrente per cui le cadute di tensione ohmiche
sono uguali a quelle induttive.
In termini di fattore di potenza:
cos M
1
0,707 (12)
2
3HUGLWHWRWDOLHFRQGL]LRQLRWWLPDOLRSHUDWLYH
Dalle relazioni (1) e (2) si vede che a potenza e a altre condizioni costanti, se
aumento la corrente assisterò ad una diminuzione della distanza della punta
dell’elettrodo dal bagno di metallo liquido ed una analoga diminuzione della
cuffia di scoria
Questo fatto comporterà quindi una diminuzione delle perdite di calore dalla
scoria alla parete della lingottiera raffreddata ad acqua.
D’altro canto l’aumento della corrente mi farà aumentare anche la perdite di
potenza attiva nel circuito.
La corrente ottimale sarà quella che riuscirà a bilanciare questi due effetti
opposti.
Ossia quella per cui il calore richiesto per la fusione (comprensivo di quello
disperso attraverso la lingottiera) sarà uguale alle perdite di potenza attiva nelle
resistenza del circuito.
8
,/%$*12',6&25,$
Le scorie ESR, data la loro struttura sono conduttori ionici. Allo stato liquido esse
sono infatti in grado di condurre la corrente grazie appunto alla mobilità degli
ioni. I vari tipi di ioni presenti nella scoria influenzano con la loro presenza sia la
viscosità della scoria sia la sua conduttività elettrica: il parametro che più
influenza tutte queste caratteristiche è il raggio ionico.
&ODVVLILFD]LRQHHQRPHQFODWXUDGHOOHVFRULH(65
Il sistema più usato per la nomenclatura delle scorie è quello basato sull’uso di
una lettera per ogni componente seguito da un numero che da la percentuale
divisa per 10 del componente.
Tali numeri vanno poi letti dall’ultimo al primo per avere le percentuali di
ciascun componente.
Se c’è un solo numero esso è riferito all’ultimo componente mentre gli altri
stanno nella proporzione 1:1:1: …
Vediamo un breve esempio che chiarirà ogni dubbio
Usiamo le seguenti abbreviazioni:
CAF 3 è una scoria col 30% di spatofluore e 35% ciascuno di calce e allumina
CAF 217 è una scoria col 70% di spatofluore, 10% di allumina e 20% di calce
CAFM 1 è una scoria col 10% di MgO e 30% ciascuno di spatofluore, allumina e
calce.
9
&ULWHULSHUODVHOH]LRQHHODFRPSRVL]LRQHGHOODVFRULD
La composizione della scoria determina le sue proprietà fisico - chimiche quali
x Il punto di fusione: che deve essere chiaramente minore di quello del metallo
per esempio:
x La conduttività elettrica
x La viscosità
x La densità
x La tensione superficiale
x La stabilità chimica in funzione della temperatura
x La reattività con gli elementi in lega
x Capacità di dissoluzione delle inclusioni
x Creare il massimo calore nel sistema agendo come resistore quando viene
rimozione dello zolfo, ma nello stesso tempo fissare il più possibile gli
&RPSRQHQWLVWDQGDUGGHOOHVFRULH(65
Le scorie ESR usate oggigiorno sono per la maggior parte miscele prefuse e
macinate di spatofluore, calce e allumina in proporzioni variabili con aggiunte, in
casi speciali di componenti quali TiO2, SiO2 o MgO.
Calce (CaO) anche essa aumenta la conduttività elettrica della scoria ma non
tanto quanto lo spatofluore. Viene usata per la sua capacità desolforante.
Ha un comportamento basico.
x Acciai legati al Ti sono rifusi sotto scorie con contenuto di TiO2 fino al 16%
scorie CAF 6 col 3% di TiO2
Fluoruro di magnesio (MgF2) simile a CaF2 viene usato come agente fluidificante
per ridurre la temperatura di liquidus, la viscosità, la tensione superficiale e la
conduttività elettrica della scoria.
Il fluoruro di magnesio viene usato in particolare quando viene richiesta una
riduzione del punto di fusione della scoria oltre quanto è possibile con CaF2.
Tab. 2 Composizione percentuale in peso dei più comuni tipi di scoria usati nel processo ESR.
In ciascuno dei casi elencati si suppone un contenuto di Fe2O3 e di MnO minore dell’1%
Tipo di
scoria CaF2 CaO MgO Al2O3 SiO2 TiO2
$) 69 - - 29 1,5 -
&$) 70 14 1 15 - -
&$) 58 20 - 20 1,5 -
&$) 10 43 - 43 - 1
)&$7 - 56 2 33 8,5 -
11
Tab. 3 Le più importanti proprietà fisiche ed elettriche delle scorie più usate nella rifusione all’ESR
$)
Alta velocità di rifusione,
1420 0,30 2,95 - - media desolf. Buon
consumo potenza
&$)
Alta fluidità, alto cons. di
1380 0,28 2,50 0,25 310 potenza, basso punto di
fusione
&$)
La più diffusa ed
1450 0,40 2,7 0,8 400 economica, per usi
generali
&$)
Basso cons. potenza, non
1450 0,65 2,8 1,0 450 usare per acciai a basso
Al, alta velocità
)&
Alto consumo potenza
1360 0,18 2,5 0,18 290 Buona desolforazione
Alta perdita di Si
)&$7
Per acciai legati Ti/Al,
1350 0,25-0,35 2,6-2,8 - - vuole atmosfera protettiva
&RQGXWWLYLWjHOHWWULFDGHOOHVFRULH(65
La conduttività elettrica delle soluzioni ioniche (quale è la scoria fusa) è
principalmente funzione della
mobilità dei relativamente piccoli
cationi tra i più grandi anioni o
complessi anionici.
Grandi raggi ionici diminuiscono
quindi la conduttività.
La conduttività dipende anche
dalla temperatura: al crescere
della temperatura aumenta la
mobilità ionica e quindi la
conduttività.
La resistenza elettrica specifica
(talvolta utilizzata in luogo della
conduttività) è definita come il
reciproco della conduttività stessa. Fig. 14 Influenza della temperatura sulla conduttività
13
Fig. 15 Effetto sulla conduttività specifica delle aggiunte di componenti nella scoria. Nel diagramma a
sinistra la scoria è una CAF 2 mentre a destra è una CA 5
&RPSRUWDPHQWRGHOOHVFRULH(65TXDOLFRQGXWWRULODSRODUL]]D]LRQH
Come già detto prima la scoria liquida surriscaldata può essere considerata una
soluzione ionica in cui il trasporto della cariche elettriche è determinato dalla
migrazione dei cationi tra i più grandi anioni.
0RYLPHQWRGHOODVFRULDGXUDQWHODULIXVLRQH
Il bagno di scoria durante la rifusione, quando passa la corrente, sarà in uno stato
L’intensità del movimento, oltre che da entrambi i fattori sopra elencati, dipende
dalle condizioni geometriche del bagno di scoria , in particolare la profondità di
immersione dell’elettrodo e il rapporto dei diametri tra elettrodo e lingottiera.
Un ruolo fondamentale c’è l’ha ovviamente
anche la viscosità.
Si sono determinate le seguenti relazioni
,OELODQFLRGHOFDORUH
Il calore richiesto per la rifusione sotto scoria elettroconduttrice è interamente
coperto da quello prodotto per il passaggio di corrente nel bagno di scoria fuso.
Solamente una parte è richiesto però per la fusione dell’elettrodo consumabile: la
maggior parte viene perso per irraggiamento e per convezione alle pareti della
lingottiera raffreddata ad acqua.
Un tipico esempio di bilancio del calore quando si rifonde un elettrodo è mostrato
in figura.
x
x
Energia totale persa per irraggiamento termico 7%
x
Energia persa dalla scoria verso le pareti della lingottiera 32%
x
Altra energia persa alle pareti della lingottiera 17%
Energia utilizzata per la rifusione dell’elettrodo 44%
16
Il metallo fuso forma gocciolamento all’estremità dell’elettrodo. Tali gocce, dopo
aver attraversato il bagno di scoria raggiungono il bagno di metallo fuso dove
forniscono nuovo apporto di metallo per la solidificazione del lingotto.
Quindi del 44% di calore necessario alla fusione dell’elettrodo, circa il 27% viene
ceduto dal bagno di metallo fuso alle pareti della lingottiera per la solidificazione
del lingotto.
Il restante 17% rimane come calore latente nel lingotto rifuso.
7
17
32
27
17
Irraggiamento Convezione scoria-lingottiera
Altre perdite Convezione metallo-lingottiera
Calore latente nell lingotto
PS=PR+PC+PM (13)
3HUOLQJRWWLHUHWRQGH
§d·
PC K 1 (K 2 ln D) H S ¨
K3
© D ¹̧
[kW] (15)
3HUOLQJRWWLHUHTXDGUH
§L ·
K 4 L m H S ¨¨ e ¸¸
K3
© Lm ¹
PC [kW] (16)
K1, K2, K3 e K4 sono delle costanti caratteristiche che dipendono dal tipo di scoria
utilizzata per la rifusione, eccone alcune per esempio:
Tipo di K1 K2 K3 K4
scoria
CAF 1 5,00 3,54 -0,48 29,7
CAF 3 5,40 3,54 -0,78 31,8
FC 2 5,84 5,84 -1,18 33,4
18