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'DYLGH$OJKLVL

, 35,1&,3,'(/352&(662(65

&216,'(5$=,21,,03,$17,67,&+(
L’assetto principale di un impianto di rifusione sotto scoria elettroconduttrice è
quello indicato in figura:
Le configurazioni possibili per un tale tipo di
impianto sono numerose ma possono tuttavia

x Impianti a lingottiera fissa


essere raggruppate in tre grandi categorie:
in cui la
lunghezza del lingotto ottenibile è limitata

x Impianti a lingottiera a collare stazionaria


dalla lunghezza della lingottiera.

con piastra base retrattile in cui la


lunghezza del lingotto non dipende dalla
lingottiera ma solo dal lay-out dell’impianto
in termini di altezza totale percorribile dalla

x Impianti a lingottiera a collare mobile


piastra base retrattile

tipica di piccoli impianti ad elettrodo


singolo.
Fig. 1 Schema di impianto ESR
Sono qui riportati gli schemi di alcuni tipi di impianto.

Fig. 2 Impianto ESR a lingottiera fissa Fig. 3 Impianto ESR con lingottiera
a collare stazionaria

1
,PSLDQWLDOLQJRWWLHUDILVVD
Sono impianti come detto prima in cui la lingottiera non è dotata di alcuna
possibilità di muoversi. La crescita del lingotto, man mano che l’elettrodo
rifonde, viene permessa dall’innalzamento del livello dell’elettrodo.
La configurazione a lingottiera fissa è stata la prima ad essere applicata su scala
industriale ed è tuttora tra le più diffuse.

Fig. 4 Impianto ESR a lingottiera fissa per produrre lingotti da 165 ton

Il pregio di questa configurazione è la grande semplicità costruttiva e di gestione,


dato che sono ridotti al minimo gli azionamenti meccanici (in questo caso solo
l’abbassamento dell’elettrodo). Anche il controllo dell’impianto è molto
semplice.
Al giorno d’oggi i grandi impianti ESR per la rifusione di grossi lingotti (fino a
2300 mm di diametro) sono praticamente tutti a lingottiera fissa.
Il difetto di questa configurazione è però il grande limite che dà alla produttività,
nel senso che con un impianto a lingottiera fissa si possono al più produrre
lingotti la cui lunghezza è pari a quella della lingottiera.
Le lingottiere di rame poi, essendo in genere lunghe per ovviare a questo
problema, sono molto costose e tendono (a causa delle dimensioni) a deformarsi
facilmente
L’impianto inoltre generalmente non prevede la possibilità di effettuare cambi
elettrodi, cosa che viene risolta rifondendo contemporaneamente più elettrodi
(vedi per esempio un impianto a 4 elettrodi in figura)

2
,PSLDQWLFRQOLQJRWWLHUDDFROODUHVWD]LRQDULD
E’ la tipologia di impianto più interessante dal punto di vista delle innovazioni.
La lingottiera è sempre di
forma cilindrica ma ora è
molto più corta dato che al più
può misurare 1 metro.
A differenza di prima la
crescita del lingotto viene
permessa dall’abbassamento
di una piastra posta sotto la
lingottiera.
Ovviamente l’abbassamento
della piastra è calibrato in
modo tale da procedere pari
passo con la solidificazione.
A differenza di prima ora il Fig. 5 Impianto ESR con piastra base retrattile a 3 elettrodi
contatto tra lingottiera e metallo
in solidificazione è dinamico ossia c’è strisciamento a livello delle pareti
Con questa caratteristica si riescono ad ottenere lingotti la cui lunghezza è
indipendente dall’altezza della lingottiera, ma solo dalla corsa della piastra base
retraibile.
Il costo della lingottiera di rame è inoltre molto più contenuto. L’impianto
permette anche l’uso di sistemi di cambio elettrodo automatico che mi
permettono quindi di produrre lingotti lunghi pur rifondendo un elettrodo per
volta.
Il principale difetto è la complessità dovuta ai numerosi dispositivi meccanici in
movimento. Inoltre il controllo deve essere molto accurato per considerare sia i
movimenti di abbassamento dell’elettrodo sia quelli della piastra base.
La taglia dell’impianto è generalmente minore di quelli a lingottiera fissa, si
producono cioè lingotti di inferiore diametro.

 ,PSLDQWL FRQ OLQJRWWLHUD D FROODUH


PRELOH
Sono impianti adatti alla produzione di lingotti
lunghi di piccolo diametro.
In questa configurazione non è prevista alcuna
piastra base retraibile, dato che la crescita del
lingotto viene permessa dal movimento verso
l’alto della lingottiera.
Non è neppure prevista la possibilità di
effettuare cambi elettrodi.
Sono impianti piccoli di facile gestione.
La lunghezza dei lingotti ottenibili dipende
dalla corsa della lingottiera.
Fig. 6 Impianto ESR a lingottiera mobile

3
3DUDPHWULFKHFDUDWWHUL]]DQRXQLPSLDQWR(65

x Configurazione ad uno o più elettrodi consumabili: la configurazione a più

x Presenza o meno di cambio elettrodo automatico, fatto che ovviamente


elettrodi è necessaria per la produzione di lingotti a grande diametro

x Presenza o meno di campana ermetica per rifusione con atmosfera controllata


influisce sulla lunghezza e sul peso finale del lingotto.

Le caratterizzazioni però che più influenzano il prodotto e la condotta del


processo sono quelle di natura elettrica.
Infatti l’energia richiesta per la fusione dell’elettrodo è prodotta da una corrente
elettrica passante attraverso la scoria liquida surriscaldata che agisce come una
resistenza.
Gli schemi di configurazione elettrica generalmente usati sono, in riferimento allo
schema in figura, i seguenti:

Fig. 7 Le più comuni configurazioni elettriche degli impianti ESR

1. Corrente continua 6. c.a. trifase, collegamento a stella


2. Disposizione catodica 7. c.a. trifase, collegamento a triangolo
3. Disposizione anodica 8. c.a. monofase (4 fasi)
4. Corrente alternata monofase 9. disposizione elettrodi
5. Disposizione bifilare

La FRUUHQWH FRQWLQXD è poco usata in quanto consente di ottenere produttività


troppo basse e con risultati metallurgici non migliori rispetto alla corrente
alternata.
La GLVSRVL]LRQH ELILODUH è particolarmente idonea per la produzione di lingotti
sezione quadra o rettangolare (bramme).
Ha la particolarità di minimizzare le perdite elettriche per induzione.
Lo VFKHPD WULIDVH (tipico di lingotti a grande diametro) è ottimale per quanto
riguarda il bilanciamento della rete ma presenta inconvenienti metallurgici dovuti
alle correnti convettive che si instaurano nel bagno, che alterano il processo di
solidificazione e peggiorano lo stato segregazionale (numero e dimensioni).

4
,35,1&,3,(/(77527(&1,&,'(/352&(662(65
Lo schema elettrico di un impianto ESR a
corrente alternata (che come visto è la
configurazione più comune) è quello riportato
in figura
Il bagno di scoria fusa rappresenta una pura
resistenza Ohmica che indicheremo con RS.
In aggiunta alla resistenza del bagno deve
essere considerata anche la resistenza del
rimanente circuito formato dalle linee di
distribuzione della corrente e dai contatti
(segnati in figura in rosso).
La resistenza del circuito da ora in poi sarà
indicata come RV.
Se l’impianto opera in corrente alternata
Si devono considerare anche le resistenze Fig. 8 Schema elettrico di riferimento
di natura induttiva dovute ai fenomeni di
induzione elettromagnetica. Tali induttanze saranno indicate con XL.

 /DFRQGX]LRQHGLFRUUHQWHQHOODVFRULDIXVD
La scoria fusa si comporta nel nostro circuito come una resistenza, in tal modo al
passaggio della corrente viene sviluppato calore per effetto Joule.
La potenza in ingresso dovrà quindi essere regolata in modo da fornire il calore
richiesto al processo; tenendo quindi conto della legge di Ohm sarà:

Ps Rs ˜ I 2 Us ˜ I (1)

Us ˜
L
Rs (2)
f

PS Potenza in entrata nel bagno di scoria [kW]


RS Resistenza del bagno di scoria [:]
US Caduta di tensione attraverso il bagno [V]

US
I Corrente [A]
Resistenza specifica della scoria [: cm]
L Distanza tra la punta dell’elettrodo e il bagno di metallo in cm
f Area della sezione trasversale dell’elettrodo consumabile in cm2

&DGXWDGLWHQVLRQHQHOFLUFXLWRHOHWWULFR HVFOXVDODVFRULD
Anche nel circuito elettrico dell’impianto, così come nel bagno di scoria, durante
il passaggio di corrente si genera calore: tale perdita di energia può essere
calcolata dalla corrente I, dalla tensione Uv e dalla resistenza del circuito RV

PV R V ˜ I2 UV ˜ I (3)

5
&DGXWDGLLQGXWWDQ]DHWHQVLRQLLQGXWWLYH
Qualsiasi conduttore entro il quale circola corrente è circondato da un campo
magnetico.
Se la corrente è alternata, anche il campo magnetico varierà con la stessa
frequenza della corrente che lo ha generato.
Questo campo variabile induce nel conduttore una tensione elettrica contraria
sfasata di 90° rispetto alla tensione di alimentazione.
Questa tensione, sovrapponendosi alla tensione di alimentazione produce uno
sfasamento tra il massimo valore della tensione e della corrente, in parole povere
il massimo valore di corrente non si ottiene nello stesso tempo del massimo
valore della tensione.
La caduta di tensione induttiva (che come detto è sfasata di 90°) dipende da I e
dalla induttanza del circuito XL

UX XL ˜ I (4)

XL Z˜L (5)

Dove L è l’induttività del circuito e Z la pulsazione della corrente alternata.

 7HQVLRQHWRWDOHHUHOD]LRQHIUDWHQVLRQLRKPLFKHHLQGXWWLYH
Il calcolo della tensione totale (ossia quella in uscita dal trasformatore), data dalla
somma di US, UL, UX , tenendo conto dello sfasamento di 90° della tensione
induttiva sarà:

Fig. 9 Cadute di tensione in un circuito ESR

U Tr ( U S  U V ) 2  U 2X (R s  R v )  X 2L ˜ I Z˜I (6)

(reattiva), è così definito dal coseno dell’angolo M di fase:


Il fattore di potenza, che esprime il rapporto tra la potenza attiva e apparente

US  U V
COSM (7)
U Tr

6
'LDJUDPPDGHOOHSRWHQ]HHSHUGLWHHOHWWULFKH
La potenza apparente in uscita dal trasformatore può essere calcolata dalla
corrente I e dalla tensione UTr secondo

PKVA U Tr ˜ I (8)

Per ottenere la potenza che può essere convertita in calore (ossia la potenza attiva
in uscita dal trasformatore) devo moltiplicare per il fattore di potenza:

PTr U Tr ˜ I ˜ cos U (9)

Ossia combinando la (9) e la (7)

PTr (U S  U V ) ˜ I (10)

La potenza attiva usata nel bagno di scoria PS si calcolerà rapidamente sottraendo


dalla potenza attiva PTr la potenza dissipata in perdite nel circuito PV
Ricordando a questo punto le relazioni (10) e (3)

PS US ˜ I (11)

Tutte queste relazioni sono combinate in un diagramma delle potenze che è


stabilito per una ben definita tensione di uscita dal trasformatore.

Fig. 10 Diagramma delle potenze per un impianto ESR operante in corrente alternata

7
Secondo questo diagramma in un impianto ESR operante in AC la massima
potenza attiva si ottiene per una corrente per cui le cadute di tensione ohmiche
sono uguali a quelle induttive.
In termini di fattore di potenza:

cos M
1
0,707 (12)
2

 3HUGLWHWRWDOLHFRQGL]LRQLRWWLPDOLRSHUDWLYH
Dalle relazioni (1) e (2) si vede che a potenza e a altre condizioni costanti, se
aumento la corrente assisterò ad una diminuzione della distanza della punta
dell’elettrodo dal bagno di metallo liquido ed una analoga diminuzione della
cuffia di scoria
Questo fatto comporterà quindi una diminuzione delle perdite di calore dalla
scoria alla parete della lingottiera raffreddata ad acqua.
D’altro canto l’aumento della corrente mi farà aumentare anche la perdite di
potenza attiva nel circuito.

Fig. 11 Parametri ottimali per la rifusione ESR

La corrente ottimale sarà quella che riuscirà a bilanciare questi due effetti
opposti.
Ossia quella per cui il calore richiesto per la fusione (comprensivo di quello
disperso attraverso la lingottiera) sarà uguale alle perdite di potenza attiva nelle
resistenza del circuito.

8
,/%$*12',6&25,$

Le scorie ESR, data la loro struttura sono conduttori ionici. Allo stato liquido esse
sono infatti in grado di condurre la corrente grazie appunto alla mobilità degli
ioni. I vari tipi di ioni presenti nella scoria influenzano con la loro presenza sia la
viscosità della scoria sia la sua conduttività elettrica: il parametro che più
influenza tutte queste caratteristiche è il raggio ionico.

Tab. 1 Tipi e raggio degli ioni nella scoria liquida


Cationi Anioni
Tipo Rionico(A) Tipo Rionico(A)
Ca 2+
 O 2-

Al 3+
 F -

Mg 2+
 AlO3 3-

Fe 2+
 Al2O5 4-

Fe 3+
 S2-

Mn 2+
 SiO4 4-

Mn 3+
 OH -

Si4+
 NO -

Ti 4+
 TiO 4-

Ti 2+
 TixOy z-


&ODVVLILFD]LRQHHQRPHQFODWXUDGHOOHVFRULH(65
Il sistema più usato per la nomenclatura delle scorie è quello basato sull’uso di
una lettera per ogni componente seguito da un numero che da la percentuale
divisa per 10 del componente.
Tali numeri vanno poi letti dall’ultimo al primo per avere le percentuali di
ciascun componente.
Se c’è un solo numero esso è riferito all’ultimo componente mentre gli altri
stanno nella proporzione 1:1:1: …
Vediamo un breve esempio che chiarirà ogni dubbio
Usiamo le seguenti abbreviazioni:

C per CaO ossido di calcio o calce


A per Al2O3 allumina
F per CaF2 fluoruro di calcio o spatofluore
S per SiO2 ossido di silicio o silice
M per MgO ossido di magnesio
T per TiO2 biossido di titanio

CAF 3 è una scoria col 30% di spatofluore e 35% ciascuno di calce e allumina
CAF 217 è una scoria col 70% di spatofluore, 10% di allumina e 20% di calce
CAFM 1 è una scoria col 10% di MgO e 30% ciascuno di spatofluore, allumina e
calce.
9
&ULWHULSHUODVHOH]LRQHHODFRPSRVL]LRQHGHOODVFRULD
La composizione della scoria determina le sue proprietà fisico - chimiche quali

x Il punto di fusione: che deve essere chiaramente minore di quello del metallo
per esempio:

x La conduttività elettrica
x La viscosità
x La densità
x La tensione superficiale
x La stabilità chimica in funzione della temperatura
x La reattività con gli elementi in lega
x Capacità di dissoluzione delle inclusioni

Condizioni soddisfacenti di rifusione per ottenere un lingotto con superficie liscia


e sanità interna, basso grado di inclusioni tipo ossidi, composizione chimica
controllata ecc.., dipendono largamente dalla scelta di una scoria di rifusione
appropriata.
La scelta della scoria dipende anche moltissimo dalla composizione chimica
dell’acciaio o della lega che si ha intenzione di rifondere

Le scorie hanno tre principali funzioni:

x Creare il massimo calore nel sistema agendo come resistore quando viene

x Rimuovere le inclusioni non metalliche dal metallo liquido, promuovere la


attraversata da corrente elettrica.

rimozione dello zolfo, ma nello stesso tempo fissare il più possibile gli

x Isolare elettricamente e termicamente il bagno di metallo fuso dalla lingottiera


elementi in lega quali Al, Ti, Si.

raffreddata e proteggere il bagno di metallo dal contatto diretto con


l’atmosfera circostante (requisito solo parzialmente necessario in caso di
rifusione in atmosfera controllata).

&RPSRQHQWLVWDQGDUGGHOOHVFRULH(65
Le scorie ESR usate oggigiorno sono per la maggior parte miscele prefuse e
macinate di spatofluore, calce e allumina in proporzioni variabili con aggiunte, in
casi speciali di componenti quali TiO2, SiO2 o MgO.

Spatofluore (CaF2) riduce la temperatura di fusione della scoria, aumenta la


conduttività elettrica e riduce la viscosità così come la tensione superficiale della
scoria (funge cioè da fluidificante).

Calce (CaO) anche essa aumenta la conduttività elettrica della scoria ma non
tanto quanto lo spatofluore. Viene usata per la sua capacità desolforante.
Ha un comportamento basico.

Allumina (Al2O3) aumenta molto la resistività elettrica della scoria.


10
Silice (SiO2) ancora più dell’allumina aumenta la resistività della scoria, a causa
della formazione dello ione complesso molto stabile SiO44-.
La silice (col suo comportamento acido) riduce la basicità della scoria e quindi ha
un effetto negativo sulla desolforazione e purezza.
Si consiglia di evitare un contenuto di silice nella scoria superiore del 15%.

Ossido di Magnesio (MgO) aumenta debolmente la resistività elettrica e fino a


contenuti di circa 10%, ha influenza trascurabile sulla temperatura di liquidus.

Biossido di Titanio (TiO2) viene utilizzato in certe quantità come aggiunta

x Acciai strutturali a bassissimo contenuto di alluminio devono essere rifusi con


speciale in scorie ESR per particolari marche di acciai:

x Acciai legati al Ti sono rifusi sotto scorie con contenuto di TiO2 fino al 16%
scorie CAF 6 col 3% di TiO2

per evitare perdite di Ti

Fluoruro di magnesio (MgF2) simile a CaF2 viene usato come agente fluidificante
per ridurre la temperatura di liquidus, la viscosità, la tensione superficiale e la
conduttività elettrica della scoria.
Il fluoruro di magnesio viene usato in particolare quando viene richiesta una
riduzione del punto di fusione della scoria oltre quanto è possibile con CaF2.

Metalli pesanti (ossidi di Fe, Mn, Cr)


Le scorie ESR non dovrebbero praticamente contenere ossidi di metalli pesanti a
causa del loro nefasto effetto sul grado di ossidazione del bagno.
Il limite accettabile di ossidi è al massimo 1-1,3%.

Tab. 2 Composizione percentuale in peso dei più comuni tipi di scoria usati nel processo ESR.
In ciascuno dei casi elencati si suppone un contenuto di Fe2O3 e di MnO minore dell’1%

Tipo di
scoria CaF2 CaO MgO Al2O3 SiO2 TiO2

$) 69 - - 29 1,5 -

&$) 70 14 1 15 - -

&$) 58 20 - 20 1,5 -

&$) 40 27,5 1,5 29 1,5 -

&$) 31,5 29,5 3 33 3 -

&$) 10 43 - 43 - 1

)& 60 20 - 5-15 - 5-16

)&$7 - 56 2 33 8,5 -

11
Tab. 3 Le più importanti proprietà fisiche ed elettriche delle scorie più usate nella rifusione all’ESR

Tipo di Temp. di Resistenza Densità Viscosità Tensione Proprietà ed applicazioni


scoria liquidus specifica (1650°) superf.
°C ohm.cm g/cm3 Poise MNm-1

$)
Alta velocità di rifusione,
1420 0,30 2,95 - - media desolf. Buon
consumo potenza

&$)
Alta fluidità, alto cons. di
1380 0,28 2,50 0,25 310 potenza, basso punto di
fusione

&$)
La più diffusa ed
1450 0,40 2,7 0,8 400 economica, per usi
generali

&$)
Basso cons. potenza, non
1450 0,65 2,8 1,0 450 usare per acciai a basso
Al, alta velocità

)&
Alto consumo potenza
1360 0,18 2,5 0,18 290 Buona desolforazione
Alta perdita di Si

)&$7
Per acciai legati Ti/Al,
1350 0,25-0,35 2,6-2,8 - - vuole atmosfera protettiva

E’ bene a questo punto fare un breve riassunto su quale influenza abbiano le


aggiunte dei singoli componenti sulle caratteristiche della scoria (dati
sperimentali rilevati)
Tab. 4 Effetto delle aggiunte di componenti sul comportamento fisico, chimico ed elettrico della scoria
Componente Temperatura Resistenza Densità Viscosità Tensione Carattere
Aggiunto di Liquidus Specifica superficiale Chimico
&D) Cala Cala Cala Cala Cala Basico
&D2 - Cala Aumenta Aumenta - Basico
$O2 - Aumenta - - - Basico
6L2 - Aumenta - - - Acido
0J2 Cala Aumenta - - - -
0J) Cala Cala Cala Cala Cala Basico

Generalmente per caratterizzare le scorie in


base alla loro composizione si usa un
diagramma ternario sui cui assi sono riportate le
percentuali dei componenti più importanti cioè
calce, allumina e fluorina
Qui a fianco si può vedere un diagramma
ternario su cui sono riportate le posizioni delle
scorie più comuni.
A pagina successiva ne riportiamo uno che
evidenzia anche le isoterme di solidificazione.
La nomenclatura usata è quella commerciale
della Wacker Chemie Fig. 12 diagramma ternario per scorie ESR
12
Fig. 13 Diagramma ternario di composizione delle scorie dai componenti puri (CaO, Al2O3, CaF2)

&RQGXWWLYLWjHOHWWULFDGHOOHVFRULH(65
La conduttività elettrica delle soluzioni ioniche (quale è la scoria fusa) è
principalmente funzione della
mobilità dei relativamente piccoli
cationi tra i più grandi anioni o
complessi anionici.
Grandi raggi ionici diminuiscono
quindi la conduttività.
La conduttività dipende anche
dalla temperatura: al crescere
della temperatura aumenta la
mobilità ionica e quindi la
conduttività.
La resistenza elettrica specifica
(talvolta utilizzata in luogo della
conduttività) è definita come il
reciproco della conduttività stessa. Fig. 14 Influenza della temperatura sulla conduttività
13
Fig. 15 Effetto sulla conduttività specifica delle aggiunte di componenti nella scoria. Nel diagramma a
sinistra la scoria è una CAF 2 mentre a destra è una CA 5

&RPSRUWDPHQWRGHOOHVFRULH(65TXDOLFRQGXWWRULODSRODUL]]D]LRQH
Come già detto prima la scoria liquida surriscaldata può essere considerata una
soluzione ionica in cui il trasporto della cariche elettriche è determinato dalla
migrazione dei cationi tra i più grandi anioni.

Quando viene applicata una FRUUHQWH


FRQWLQXD gli anioni vengono accumulati
all’anodo ed i cationi al catodo.
Tale effetto ben conosciuto in
elettrochimica prende il nome di
polarizzazione.
La polarizzazione si vede
maggiormente in impianti ESR a
corrente continua, anche però in
impianti a FRUUHQWHDOWHUQDWD la mobilità ionica è talmente Fig. 16
Schema della polarizzazione nella scoria
elevata da dare luogo a fenomeni
locali di polarizzazione anche in presenza di cambi di fase alla frequenza di rete.
L’effetto della polarizzazione è che la caduta di tensione tra l’elettrodo e il bagno
di metallo fuso non è continua, avremo infatti un brusco calo di tensione in
prossimità degli strati polarizzati

Nella figura a riportata in seguito è rappresentato un diagramma che schematizza


l’andamento della caduta di tensione dalla punta dell’elettrodo al bagno di
metallo fuso.

- ..spessore strato polarizzato


US .caduta nella scoria UU caduta di tensione esclusi i bordi
UA caduta all’anodo
UC caduta al catodo
14
La più alta caduta di tensione
la si avrà in prossimità dello
strato di contorno tra anodo e
scoria dato che gli anioni sono
più grandi e meno mobili.
All’anodo la resistenza dei
piccoli e meno mobili cationi è
molto minore perciò la caduta
di tensione all’interfaccia tra
catodo e scoria è molto meno
pronunciata.

/DYLVFRVLWjGHOOHVFRULH(65 Fig. 17 Cadute di tensione nel bagno


Mentre la conduttività elettrica specifica
delle scorie ESR dipende dalla mobilità dei cationi tra gli anioni, la viscosità è
principalmente determinata dalla forma, dalle dimensioni e dalla valenza degli
anioni contenuti nella scoria.
La viscosità viene particolarmente aumentata dai grandi gruppi o catene di anioni
tipici delle scorie a carattere acido.
La viscosità cala al crescere del surriscaldamento del bagno.

0RYLPHQWRGHOODVFRULDGXUDQWHODULIXVLRQH
Il bagno di scoria durante la rifusione, quando passa la corrente, sarà in uno stato

x Effetto termico di convezione dipendente dalla temperatura


di movimento. Questo movimento è dovuto a due cause:

x Effetto elettromagnetico dipendente dalla densità di corrente, questo effetto è


opposto a quello per convezione

L’intensità del movimento, oltre che da entrambi i fattori sopra elencati, dipende
dalle condizioni geometriche del bagno di scoria , in particolare la profondità di
immersione dell’elettrodo e il rapporto dei diametri tra elettrodo e lingottiera.
Un ruolo fondamentale c’è l’ha ovviamente
anche la viscosità.
Si sono determinate le seguenti relazioni

x L’intensità di movimento aumenta al


generali:

crescere del rapporto:

x L’intensità del movimento aumenta


d elettrodo / d lingotto

x L’intensità del movimento cala al


all’aumentare della corrente

crescere della altezza del bagno scoria.


Fig. 18 Modello schematico dei flussi durante la
rifusione
15
)$%%,62*12',&$/25((%,/$1&,2(1(5*(7,&2

,OELODQFLRGHOFDORUH
Il calore richiesto per la rifusione sotto scoria elettroconduttrice è interamente
coperto da quello prodotto per il passaggio di corrente nel bagno di scoria fuso.
Solamente una parte è richiesto però per la fusione dell’elettrodo consumabile: la
maggior parte viene perso per irraggiamento e per convezione alle pareti della
lingottiera raffreddata ad acqua.
Un tipico esempio di bilancio del calore quando si rifonde un elettrodo è mostrato
in figura.

Fig. 19 Bilancio di calore nella rifusione

Ovviamente le percentuali sono indicative dato che dipendono dal tipo di


elettrodo e dal tipo di lingottiera utilizzato per la rifusione.

Da questo bilancio del calore si possono trarre le seguenti conclusioni:

x
x
Energia totale persa per irraggiamento termico 7%

x
Energia persa dalla scoria verso le pareti della lingottiera 32%

x
Altra energia persa alle pareti della lingottiera 17%
Energia utilizzata per la rifusione dell’elettrodo 44%

16
Il metallo fuso forma gocciolamento all’estremità dell’elettrodo. Tali gocce, dopo
aver attraversato il bagno di scoria raggiungono il bagno di metallo fuso dove
forniscono nuovo apporto di metallo per la solidificazione del lingotto.
Quindi del 44% di calore necessario alla fusione dell’elettrodo, circa il 27% viene
ceduto dal bagno di metallo fuso alle pareti della lingottiera per la solidificazione
del lingotto.
Il restante 17% rimane come calore latente nel lingotto rifuso.

7
17

32

27

17
Irraggiamento Convezione scoria-lingottiera
Altre perdite Convezione metallo-lingottiera
Calore latente nell lingotto

Fig. 20 Diagramma a torta del bilancio del calore in un processo ESR

 &DOFROR GHO IDEELVRJQR


HQHUJHWLFRSHUODULIXVLRQH
L’energia totale richiesta per la
rifusione PS , tenendo conto di
quanto detto sulle varie
componenti di questa energia può
essere calcolata come segue:

PS=PR+PC+PM (13)

-PR sono le perdite per


irraggiamento e si calcolano come Fig. 21 Linee di andamento della tensione e del calore
segue con la formula:

PR 200 ˜ A R [kW] (14)

AR= Superficie dell’anello libero tra la lingottiera e l’elettrodo (corona circolare)


17
-PC sono le perdite di calore dal bagno scoria alle pareti della lingottiera per
irraggiamento e convezione:

3HUOLQJRWWLHUHWRQGH
§d·
PC K 1 ˜ (K 2  ln D) ˜ H S ˜ ¨
K3

© D ¹̧
[kW] (15)

3HUOLQJRWWLHUHTXDGUH
§L ·
K 4 ˜ L m ˜ H S ˜ ¨¨ e ¸¸
K3

© Lm ¹
PC [kW] (16)

HS altezza della cuffia di scoria [cm]


D diametro della lingottiera [m]
d diametro elettrodo [m]
Lm lunghezza lato lingottiera [m]
Le lunghezza lato elettrodo [m]

K1, K2, K3 e K4 sono delle costanti caratteristiche che dipendono dal tipo di scoria
utilizzata per la rifusione, eccone alcune per esempio:

Tab. 5 costanti caratteristiche dei più comuni tipi di scoria

Tipo di K1 K2 K3 K4
scoria
CAF 1 5,00 3,54 -0,48 29,7
CAF 3 5,40 3,54 -0,78 31,8
FC 2 5,84 5,84 -1,18 33,4

-PM è l’energia richiesta per la rifusione dell’elettrodo.

PM 0,4 ˜ g [kW] (17)

g la velocità di fusione [kg/h]

18

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