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Nella categoria dei sensori di grandezze meccaniche sono normalmente inclusi i sensori utilizzati
per la misurazione di deformazione, forza, posizione (spostamento), velocità lineare, velocità
angolare e coppia.
ΔR / R
Gf = , (2)
ΔL / L
ossia il rapporto fra le variazioni relative di resistenza e di lunghezza. Si può dimostrare che
G f = 1 + 2ν , (3)
dove ν denota il modulo di Poisson del materiale, nell’ipotesi che sotto sforzo non si abbiano
variazioni di resistività. Questo non è sempre vero, perché i valori di Gf superano agevolmente il
valore 1,5 ÷ 1,8 che dovrebbe essere invalicabile (poiché ν = 0,25 ÷ 10,40 in tutti i materiali
metallici). Pertanto si deve riconoscere che
ΔR ΔL ΔL Δρ
= + 2ν + , (4)
R L L ρ
ovvero che, sotto sforzo meccanico, la resistenza del filo varia anche per effetto di una variazione di
resistività Δρ , il cui contributo è assai considerevole (piezoresistività). Il valore dei gage factor è
pertanto
Δρ L
G f = 1 + 2ν + . (5)
ρ ΔL
Anche qui è importante il coefficiente di temperatura.
In definitiva i requisiti per avere un buon estensimetro sono i seguenti:
- elevata resistività;
- piccola sezione;
- basso coefficiente di temperatura;
- elevato ΔR allorché avviene la deformazione (elevato Gf );
- elevata corrente di assorbimento;
- elevata resistenza meccanica;
- trascurabile isteresi elastica.
Il valore della corrente nominale è determinato dalla quantità di calore dissipabile, poiché non si
possono superare temperature di esercizio che, anzitutto, danneggerebbero supporto e adesivo. Di
norma In = 15 ÷ 20 mA.
L’isteresi elastica dell’estensimetro definisce il campo entro cui la risposta è lineare. Va notato che,
sotto questo aspetto, il punto debole dell’estensimetro è l’adesivo. Questo infatti deve assolvere la
funzione fondamentale di trasmettere al filo estensimetrico la deformazione del pezzo senza
alterarla, e quindi avere, teoricamente, modulo elastico infinito. In secondo luogo esso deve
Sensori di grandezze meccaniche 21
conservarsi isotropo, al fine di mantenere lo stesso legame fra sforzo e deformazione in ogni
direzione, in un intervallo ampio di temperature di funzionamento. In terzo luogo esso contribuisce
all’isolamento elettrico verso massa del filo estensimetrico (una resistenza finita verso massa si
tramuta in una variazione apparente di deformazione). Oggi si impiegano adesivi in grado di
soddisfare questi requisiti, ciascuno per un opportuno campo di temperature e di deformazioni.
Gran parte dei problemi sopra esposti pare in via di soluzione con l’evolversi della tecnologia
costruttiva, che oggi ha condotto alla quasi completa sostituzione dei fili con le lamine (fogli di
lamierino dello spessore di alcuni micron) su cui sono incisi o fotoincisi i conduttori estensimetri.
S3
S3
S1 S2
S4
S4 S2
S1
+ +
_ -
Fig.6 - Circuito a ponte di Wheatstone a squilibrio per il condizionamento di una cella di carico
2.4.2. Ruote…….
La velocità lineare può essere misurata anche con sensori di velocità angolare, misurando la
velocità di rotazione n (giri/s) e determinando quindi la velocità lineare v (m/s) a partire dal raggio r
del dispositivo rotante:
v=nr (10)
Questa tecnica fa riferimento a ruote di dimensioni note, montate su un albero e messe a contatto
con il misurando di cui si vuole misurare la velocità (ad esempio nella produzione di carta,
materiale tessile, cavi). La ruota essenzialmente converte una velocità lineare in una velocità
angolare che è poi la grandezza misurata.
2.4.3. Sensori ad effetto Doppler
La velocità può essere misurata anche con dispositivi non a contatto. Un esempio è quello che fa
uso di sensori ad effetto Doppler, in cui si genera una variazione della frequenza di un treno di onde
(ad esempio onde sonore o elettromagnetiche) a causa della velocità relativa tra due oggetti (la
sorgente del segnale ed il corpo in movimento). Il misuratore può essere separato dal generatore di
segnale, oppure no, come avviene nei sensori Doppler ad onda riflessa. In questi sensori la
frequenza dell’onda riflessa da un oggetto in movimento a velocità v è pari a
f ± fD (11)
dove f è la frequenza del segnale trasmesso ed fD è la variazione di frequenza dovuta all’effetto
Doppler e data da
fD = 2 v’/ λ (12)
dove v’è la componente della velocità nella direzione di propagazione dell’onda e λ è la lunghezza
d’onda del segnale. Il segno + o – dipende dalla direzione del movimento dell’oggetto.
I sensori di velocità lineare sono molto utilizzati per la misura delle vibrazioni (intesa come
oscillazione della velocità). Consentono inoltre la misura dell’accelerazione, eseguendo la
determinazione della derivata (dv/dt) della velocità, come pure dello spostamento, eseguendo
l’ìntegrale (∫ v dt) della velocità.