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CALCOLO DELLE SCHERMATURE PER RADIAZIONE X

Le schermature da calcolare sono di due tipi:


1) Schermatura della sorgente (cioè del tubo X);
2) Schermatura strutturale (cioè del locale).
Schermatura della sorgente
Secondo le raccomandazioni ICRP, un generatore per diagnostica deve essere
mGy
schermato in modo che la radiazione di fuga sia  1 in ogni direzione, alla distanza di
h
un metro dal fuoco, per qualsiasi condizione di funzionamento. (Si verifica il rispetto di
questa condizione facendo funzionare il tubo al massimo rateo e intercettando con un
tappo molto spesso il fascio primario). Per le macchine di uso terapeutico, la prescrizione
mGy mGy
è che la radiazione di fuga sia  10 a 1 metro e  300 a 5 cm dalla superficie per
h h
tensioni da 150 a 500 kV.
Per tensioni superiori, invece, non si deve superare lo 0,2% su un'area circolare di
raggio pari a 2 m e perpendicolare all'asse del fascio rispetto al fascio stesso.
Schermatura strutturale
La schermatura strutturale deve proteggere i locali adiacenti da:
 fascio primario
 radiazione di fuga
 radiazione secondaria (cioè scatterata)
Tale schermatura serve a proteggere le persone che si trovano nelle aree adiacenti al
locale ove viene utilizzata la macchina radiogena. I requisiti per la schermatura di una data
installazione sono in funzione di:
1) Massima tensione applicata al tubo, indicata con ∆Vmax
2) Massima corrente fornita al tubo, indicata da Imax
3) Carico di lavoro W. Questo valore indica quanto viene usata la macchina.
mA  min
Normalmente W viene espresso in
settimana
4) Fattore d'uso U: è la frazione del tempo di lavoro in cui il fascio (primario) interessa la
barriera in questione.
5) Fattore di occupazione T: è la frazione del tempo di lavoro del tubo in cui il locale
adiacente alla barriera interessata è occupato da persone. In mancanza di precise
indicazioni, possono essere presi i seguenti valori:
 occupazione continuata T = 1 (uffici, sale d'aspetto)
 occupazione parziale T = 1/4 (corridoi, servizi)
 occupazione occasionale T = 1/16 (scale, ascensori).
Consideriamo ora i seguenti limiti di dose:

Lavoratore cat.A 20 mSv 0,4 mSv mR 


  40
anno settimana settimana  valori P
1 mSv 20 Sv mR 
Pubblico  2 
anno settimana settimana 

Questi valori sono presi come riferimento di base per le 2 categorie di persone nel
calcolo delle barriere. Si prende a riferimento la situazione illustrata in figura.

Cap. 6 le schermature 1
dsec
dsca

A = tubo X
M = paziente
dpri C = persona protetta dalla barriera
primaria per fascio primario
E = persona protetta dalla barriera
secondaria per radiazione diffusa o di
fuga

Barriera protettiva primaria


Il massimo rateo di esposizione permesso ad una distanza dal fuoco del tubo pari a “d",
espressa in metri, sarà
P  mR 
X m   settimana 
T
Tale grandezza è data dal rapporto tra il limite per la categoria (lavoratore esposto o
pubblico) e il fattore di occupazione del locale.
Per la legge dell'inverso del quadrato della distanza, il rateo di esposizione a 1 m dal
fuoco è dato da:
P  mR 
X 1  d 2  X m  d 2  settimana  a 1 m
T
Questa esposizione è dovuta al carico di lavoro ridotto del fattore d'uso:
 mA  min 
W U  .
 settimana 
Si definisce il fattore K come
X 1 d 2P
K 
WU WUT
mR mGy
Questa grandezza si esprime in (oppure anche in ) a 1 m dalla
min  mA min mA
macchia focale, e deriva dalle formule della tensione applicata e della filtrazione. Nei casi
reali, K dipende anche dal tipo di generatore, dal target e dalla configurazione. Non
disponendo del dato fornito dal costruttore, tuttavia, si può ricorrere ai valori tabulati.

Cap. 6 le schermature 2
Erogazione normalizzata di un tubo X a ddp costante, con target in tungsteno, per vari tipi di filtrazione. Il valore
di erogazione dato per 1 mm di Be corrisponde a filtrazione nulla (1 mm di Be è lo spessore della finestra di
uscita del tubo).
In letteratura si trovano le curve di attenuazione di larghi fasci X nel materiale. Ogni
materiale ha un diagramma caratteristico (Pb, Fe, Perspex, calcestruzzo, ecc.) in cui viene
fornito il valore di K in funzione dello spessore schermante, alla distanza di un metro dal
target (anticatodo). Nei diagrammi (alcuni esempi dei quali sono riportati alle pagine
seguenti) compare una famiglia di curve K, generate al variare della tensione applicata.
 Ai fini delle curve di trasmissione poco importa l'omogeneità del fascio, interessa solo la
tensione di picco.

Cap. 6 le schermature 3
Trasmissione di fasci x non collimati in
perspex. Generatore a ddp costante, target
in tungsteno, filtrazione 1 mm Be.

Trasmissione di fasci x non collimati in


acciaio. Generatore a ddp costante, target in
tungsteno, filtrazione 1 mm Be.

Cap. 6 le schermature 4
Trasmissione di fasci x non collimati in piombo. N.B.: i fasci alle varie energie presentano differenti
caratteristiche di filtrazione del tubo.

Trasmissione di fasci x non collimati in cemento. N.B.: i fasci alle varie energie presentano differenti
caratteristiche di filtrazione del tubo e target in differenti materiali.

Cap. 6 le schermature 5
Per progettare una barriera di protezione primaria si calcola K considerando il limite P, il
carico di lavoro W, il fattore d'uso U, il fattore di occupazione T e la distanza d. Una volta
noto K, utilizzando i grafici precedenti e scegliendo la tensione medesima del tubo, si
ottiene lo spessore corrispondente del materiale da utilizzare per la barriera.
Esempio
Si deve proteggere un'area controllata dal fascio primario di una macchina per terapia a
mA  min
raggi X da 250 kVp, che ha un carico di lavoro W  20.000
settimana
L'area da proteggere è a 2,5 m dal fuoco del tubo e il fattore d'occupazione è T = 1. Il

fattore d'uso della barriera sia U = 1 ; inoltre, trattandosi di lavoratori di tipo A, il limite di
2
mR R
dose settimanale è P  40  0,04
settimana settimana
Andando a sostituire i valori nell'espressione di K:

K
2,5 m 2  0,04 R / sett.  2,5  10 5
R
 2,5  10 4
mGy
mA  min 1 mA  min mA  min
20.000  2 1
settim.

Prendiamo il diagramma di K per il calcestruzzo.

Si trova S  42 cm . Se avessimo preso il diagramma per il piombo avremmo trovato S =


8,25 mm.

Cap. 6 le schermature 6
Barriere protettive secondarie
Servono per schermare la radiazione diffusa e di fuga. Si valutano gli spessori
separatamente per le 2 componenti. Se sono circa uguali, allora l'intensità di dose oltre
tale spessore sarà doppia rispetto quella voluta, quindi basta aggiungere 1 SEV del
materiale allo spessore più grande tra i due trovati. Se la differenza tra i due spessori
calcolati è di uno spessore decivalente o più, allora è sufficiente utilizzare lo spessore
maggiore tra i due calcolati.
Radiazione diffusa.
La sua intensità dipende da:
1) Angolo di scattering
2) Energia del fascio primario
3) Area scatterante
I rapporti tra intensità scatterata e intensità incidente, alla distanza di 1 m dal corpo
scatterante, per un campo irraggiato di 400cm2, sono valori che si trovano tabulati in
funzione dell'angolo di scattering (vedi tabella sottostante). Normalmente si assume tale
angolo pari a 90° perché così la radiazione compie il percorso più breve per raggiungere la
barriera e incide perpendicolarmente su di essa.

Inoltre si suppone che:


1) la radiazione scatterata segua la legge 1 / r 2 ;
2) la radiazione scatterata sia proporzionale alla superficie scatterante.
Pertanto l'esposizione alla radiazione diffusa sarà data da:

a  X u X u  rateo di esposizione sul corpo diffondente


F
Xs   t dsec = distanza del corpo diffondente dal punto di
d sec 2 400
interesse
F = superficie diffondente (area irraggiata in cm3)
t = tempo di esposizione

Cap. 6 le schermature 7
a = percentuale di rateo di esposizione della
radiazione diffusa rispetto la primaria
Sia X n il rateo di esposizione a 1 metro dal fuoco per una corrente I = 1 mA
(erogazione normalizzata), desumibile dai grafici una volta stabilito il ∆V e il filtraggio. Se il
corpo diffondente è ad una distanza dsca dal fuoco del tubo e se la barriera attenua la
radiazione diffusa di un fattore Bsx, allora per una corrente I avremo un'esposizione
settimanale P:
a  Xn  I  t F
P  Bsx  X s  Bsx  
d sca   d sec 
2 2
400
Ma I  t  WT e U = 1 per la radiazione diffusa, perciò risolvendo rispetto BsxXn e
chiamando questo prodotto Kux:

 d sca   d sec  
P 400
K ux 
2 2

aWT F
Si fanno le seguenti ipotesi conservative:
1) Per ∆V  500 kV: l'energia della radiazione scatterata è uguale a quella del fascio
primario
2) Per ∆V > 500 kV la radiazione X è degradata nello scattering come se fosse un
fascio da 500 kV e il rateo di esposizione a 1 m dal corpo diffondente è pari allo 0,1
% del fascio primario nel punto di diffusione.
Le ipotesi considerate si basano sul fatto che per E  500 keV i fotoni perdono poca
energia nello scattering ed i fotoni ad energia più alta vengono scatterati a 90° con una
distribuzione circa uguale a quella dei raggi X generati a 500 kV.
L'erogazione del tubo aumenta tuttavia all'aumentare della differenza di tensione
applicata, ∆V. Per tenere conto di ciò Kux è ridotto da un fattore f che dipende da ∆V: i
valori sono tabulati.
kV f
 500 1
1000 20
2000 300
3000 700
Sulla base di ciò si ha:
P  (d sca ) 2  (d sec ) 2  400 R
K ux  a 1 m dal corpo scatterante.
a W  T  F  f mA  min
Esempio
Calcolare la barriera secondaria per proteggere un'area non controllata dalla radiazione
diffusa di un tubo a raggi X da 250 kVp. Il carico di lavoro settimanale è
W  20.000 mA min . La distanza fuoco-corpo irraggiato è dsca = 0.5 m e la barriera
secondaria è posta a 3 m dal corpo diffondente. Il fattore di occupazione dell'area è T = 1.
Il limite settimanale per l'area non controllata (pubblico) è
2 mR R 0,02 mSv 20 Sv
P  0,002  
settimana settimana settimana settimana

Cap. 6 le schermature 8
La frazione scatterata a 90° per ∆V = 250 kV si legge nella tabella di pagina 7 ed è
0,0019. Sostituendo tali valori nell'espressione di Kux:

0,002  0,5  3  400


2 2
R mGy
K ux   1,18  10  4  1,18  10 3
0,0019  20.000  400  1 mA min mA min
dal diagramma di K per il calcestruzzo si trova 36 cm e per il piombo 7 mm.

Radiazione di fuga
L’energia che fuoriesce dalla cuffia del tubo è monocromatica, essendo filtrata dalla
cuffia stessa. Lo spessore emivalente per essa dipende quindi dalla differenza di
potenziale applicata al tubo.
mGy
Per un tubo da diagnostica la massima fuga concessa è 1 a 1 m dal fuoco quando
h
il tubo sta lavorando alla massima tensione e massima corrente.
Per una macchina che lavora per t minuti alla settimana, l'esposizione settimanale per
radiazione di fuga a "d" metri dal fuoco sarà:

0.1 Rh  1 mGy
h

0,1 t
X L  2 
d 60
Ai fini progettuali il carico di lavoro WUT è uguale al prodotto della corrente per il tempo
di funzionamento t; poiché U = 1 per la radiazione di fuga ed essendo inoltre per quanto
detto WUT  I  t , avremo:
0,1 WT
X L  2 
d 60  I
Se l'esposizione massima settimanale è P e la barriera attenua la radiazione di fuga di
un fattore BLX, avremo:
WT
P  BLX  X L  BLX 
d  600 I
2

P  d 2  600 I
Risolvendo si ha B LX 
WT
Nel caso di macchine per terapia fino a 500 keV, il limite per la radiazione di fuga è
mGy 1R P  d 2  60 I
10 , ovvero , valore per cui la relazione precedente diviene B LX  .
h h WT
Esempio
Consideriamo ancora il tubo a raggi X da 250 kV per terapia con corrente max 20 mA e
carico di lavoro 20.000 mA  min .
settimana
La macchina dista 3 metri dalla zona non controllata con fattore di occupazione T = 1; il
mR R
limite di dose è P  2  0,002
settimana settimana
Si ha: 
mA

0,002  3  60  20
2
B LX   1,08  10 3
20.000
e così si può trovare il numero di spessori equivalenti per ottenere tale riduzione:
Cap. 6 le schermature 9
3
lg 1,08  10
n
1 3 3
   1,08  10  n lg 1 2  lg 1,08  10  n   9,85
2 lg 12

Dalla tabella si trova che il SEV per il calcestruzzo per raggi X da 250 kV è 2,8 cm; la
barriera dovrà pertanto avere uno spessore pari a 2,8 cm  9,85  27,6 cm.
Per la radiazione diffusa era stato trovato uno spessore dalla barriera di calcestruzzo di
36 cm.
La differenza tra le due è di 8,4 cm. Sempre dalle tabelle si trova che lo spessore di
decimazione nel calcestruzzo per ∆V = 250 kV è 9.0 cm. Poiché la differenza per le due
barriere è minore dello spessore decivalente, lo spessore finale per la barriera secondaria
sarà il maggiore dei valori trovati, aumentato di un SEV: come risultato finale si ottiene
quindi 36 cm  2,8 cm  38,8 cm .

Cap. 6 le schermature 10
SCHERMATURA DI SORGENTI γ E FATTORE DI BUILD-UP
In condizioni di buona geometria, l'attenuazione di un fascio γ è descritta da una legge
esponenziale:
I  I 0 e x
Quando vengono meno queste condizioni e si ha la presenza di un fascio allargato,
questa relazione sottostima lo spessore della schermatura necessaria a causa dei γ che
possono giungere nel punto considerato dopo aver subito degli scattering.

Coefficienti di trasmissione di raggi gamma da Cs-137, Co-60 e Ra (in equilibrio con i suoi discendenti) nel
calcestruzzo. La curva interrotta rappresenta la trasmissione dei gamma di Co-60 in condizioni di buona
geometria; le altre tre rappresentano la trasmissione di fasci non collimati
Ad esempio consideriamo γ del Co-60 in calcestruzzo e supponiamo di voler ottenere
una trasmissione del fascio pari a 1/10. In condizioni di buona geometria sono necessari
7" (circa 17,5 cm) di spessore. Per un fascio allargato, invece, tale spessore comporta una
riduzione di 1/4; per trasmettere il 10% è necessario aumentare lo spessore a 11" (circa
27,5 cm).
Quando si progettano schermature per fasci allargati, pertanto, bisognerebbe utilizzare
(se disponibili) i diagrammi di trasmissione per quel materiale e per quel dato radionuclide,
costruiti sperimentalmente. Alcuni esempi di questi diagrammi di trasmissione sono
riportati alla pagina seguente.

Cap. 6 le schermature 11
Coefficienti di trasmissione in ferro di raggi γ prodotti da alcuni radionuclidi, in condizioni di fascio allargato.

Coefficienti di trasmissione in piombo di raggi γ prodotti da alcuni radionuclidi, in condizioni di fascio


allargato.

Cap. 6 le schermature 12
Nel caso in cui questi dati non siano disponibili, si può modificare la relazione di
attenuazione in buona geometria come segue, introducendo il fattore B:
I  B  I 0 e x
Il coefficiente B si chiama fattore di build-up ed è sempre >1. E' definito come il rapporto
tra l'intensità della radiazione primaria più quella scatterata e la radiazione primaria. Può
essere applicato al flusso di radiazione o all'intensità di dose.
In letteratura si trovano dei diagrammi o tabelle in cui i fattori B sono calcolati per varie
energie γ e diversi assorbitori, come nel grafico seguente.

Fattore di build-up in piombo, per una sorgente gamma isotropa con energia dei fotoni E0.
In questi grafici lo spessore dell'assorbitore è espresso in lunghezze di rilassamento:
μx.
1
Una lunghezza di rilassamento: x  1  x  è quello spessore che attenua un fascio

1
collimato di un fattore .
e
Quando si deve valutare lo spessore dello schermo necessario ad ottenere un dato
abbattimento dell'intensità di dose, si hanno 2 incognite e una sola equazione.
Infatti il fattore B dipende dallo spessore dello schermo, che è incognito. E' necessario
pertanto procedere ad approssimazioni successive, partendo da uno spessore dello
schermo “ragionevole” (generalmente più grande di quello che sarebbe necessario in
buona geometria).

Cap. 6 le schermature 13
Esempio
E' necessario progettare un contenitore sferico in piombo per una sorgente di Na-24
mR
con attività 1 Ci, tale che l'intensità di esposizione a 1 m sia 10 . In ogni
h
disintegrazione il sodio 24 emette due γ in cascata:
 1  2,75 MeV
 2  1,37 MeV
Valutiamo il Γ a 1 metro per i due γ tramite una forma approssimata:
Rm 2
  0,48  E ( MeV ) (*)
hCi
Rm 2
2, 75  0,48  2,75  1,32 la (*) vale solo se il branching = 1!
hCi
Rm 2
1,37  0,48  1,37  0,657
hCi
In condizioni di buona geometria, per il γ di energia più elevata, considerando μ = 0,475
mR
cm-1e volendo abbattere l'intensità di esposizione a 10 avremo:
h
I 10
  e x  e 0, 475 x
I 0 1320
da cui x  10,25 cm
Il SEV di piombo per tale energia è 1,46 cm.
Aggiungiamo mezzo SEV = 0,73 cm allo spessore calcolato e ricalcoliamo
l'attenuazione:
mR
I  1320  e 0, 475 (10, 25 0, 73)  7,14
h
Vediamo come questo spessore di piombo attenua il γ più molle:
mR
(   0,621 cm 1 ) I  657  e 0, 62110,98  0,72
h
L'esposizione totale ad 1 metro sarà data dalla somma dei due contributi:
mR
X 1m  7,86
h
Ma tale calcolo è stato fatto in buona geometria.
Consideriamo ora il fattore di build-up: esaminiamo il γ di alta energia e aggiungiamo un
altro 12 SEV: 10,98 cm  0,73 cm  11,71 cm
Una lunghezza di rilassamento nel piombo per E   2,75 MeV vale:
1 1
x   2,1 cm
 0,475
11,71
Pertanto lo spessore dello schermo equivale a  5,6 lunghezze di rilassamento.
2,1
Con il relativo diagramma (lo stesso riportato anche a pagina 13) troviamo il valore di B.

Cap. 6 le schermature 14
Dal grafico
x  5,6  B  3.13
Introducendo tale valore nella
relazione di fascio allargato si
ottiene
I  1320  3,13  e 0, 47511, 71
mR
 15,3
h

Il rateo è troppo alto: occorre aumentare lo spessore. Aggiungiamo un altro SEV.


13,17 cm
11,71 cm  1,46 cm  13,17 cm cioè  6,27 lunghezze di rilassamento
2,1 cm
Utilizzando di nuovo il grafico si trova B = 3,42 e il rateo di esposizione è sceso:
mR
I  1320  3,42  e 0, 47513,17  8,5
h
Per il γ di bassa energia la lunghezza di rilassamento vale:
1 1
x   1,61 cm
 0,621
13,17 cm
quindi lo spessore di 13,17 cm corrisponde a  8,18 lunghezze di rilassamento.
1,61 cm
Nel grafico si trova, per Eγ = 1,37 MeV, B = 3,61; pertanto il rateo di esposizione
vale: I  651  3,61  e 0,62113,17  0,7 mR / h
La somma dei due ratei è 8,5  0,7  9,2 mR / h quindi rispetta la specifica.

Cap. 6 le schermature 15
CALCOLO DEL RATEO DI ESPOSIZIONE DA SORGENTI γ DI
ATTIVITA' NOTA
Sorgenti puntiformi
Nota l'attività A della sorgente e il Γ specifico del radionuclide, il rateo di esposizione ad
una distanza d dalla sorgente (supposta isotropa) sarà

  Rm 2  A(Ci )
X d     2
 hCi  d ( m)
Sorgente lineare
E' il caso, ad esempio, di un tubo entro al quale scorre rifiuto liquido contaminato.
Supponiamo che l'attività specifica per unità di lunghezza sia Cl , espressa in Ci/m, e
valutiamo l'intensità di esposizione nel punto P.

Consideriamo il trattino dl della linea. La sua distanza da P sarà: d  h 2  l 2 ; il rateo di


esposizione dovuto a tale tratto infinitesimo dl sarà
 
dA

 C dl
dX  2 l 2
lh
d2
Per avere il rateo di esposizione totale, integro lungo le linee, separatamente, il tratto
che sta a destra e quello che sta a sinistra del piede della perpendicolare alla linea del
punto P:

 Cl   l    Cl  
l1 l
l 
2
dl dl
X p   Cl    Cl  2   arctg  1   arctg  2  
0
l h
2 2
0
l h 2
h  h  h  h
Sorgente piana circolare
Supponiamo che abbia un raggio R (m) e una concentrazione superficiale di Ca (Ci/m2).

Cap. 6 le schermature 16
L'intensità di esposizione dovuta alla corona circolare compresa tra r e r  dr valutata
nel punto P a distanza h sarà:
 C a 2r dr
dX p 
r 2  h2
per cui
R2  h2  R 
R
rdr
X     C a 2    C a  ln
0 r 2  h2 h 2  h 

Sorgente cilindrica uniforme

 Ci 
L’attività specifica sia Cv  3  , e sia μ il coefficiente d'assorbimento lineare del
m 
-1
materiale (m ). E' necessario stimare l'effettiva attività superficiale (apparente) dopo aver
calcolato l'assorbimento nello spessore. L'attività superficiale dovuta allo strato dx e
profondità x sarà:
 Ci 
d (C a )  C v  dx  e x  2 
m 
Integrando su tutto lo spessore t:

1  e 
t
Cv
C a   C v e x dx  t

0

Con il valore di attività superficiale (apparente) trovato posso utilizzare la formula della
sorgente piana
R2  h2
C

X p   v 1  e t  ln

 R
h
h2  

Cap. 6 le schermature 17
SCHERMATURA DI SORGENTI BETA
E' necessario adottare un prima schermo che arresti la radiazione β, quindi a basso
numero atomico, e uno schermo più esterno per fermare la radiazione di bremstrahlung
creata dal frenamento dei β, quindi materiale ad alto n° atomico.
Esempio
Supponiamo di avere 50 ml di soluzione acquosa contenente
10 Ci di Sr-90 in
mSv
equilibrio con Y-90. L'esigenza e quella di avere un rateo di dose  0,1 a 1 m. Le
h
energie massime e medie dei β emessi sono:

Emax (MeV) E (MeV) Formula di FLAMMERSFELD :

 
90
Sr 0,54 0,19  g 
R max  2   0,11 1  22,4  E 2  1
90
Y 2,27 0,93  cm 

Lo schermo per i β deve fermare i β da 2,27 MeV dell'Ittrio. Il loro range (calcolato con
la formula di Flammersfeld) è 1.1 g/cm2. Usiamo una bottiglia di polietilene di densità ρ =
0,95 per contenere la soluzione. Lo spessore della parete dovrà essere
1.1 g / cm 2
 1,16 cm
0,95 g / cm 3
Passiamo ora al calcolo dello schermo per gli X da bremβtrahlung. Per stimare il rateo
di dose a 1 m da radiazione di frenamento, iniziamo valutando la frazione di energia così
dissipata:
f  3,5  10 4 Z  E max (MeV)
La maggior parte dei β saranno assorbiti nell'acqua, quindi bisogna calcolare lo Z
efficace in H2O:
2 16
Z H 2O   1   8  7,22
18 18
Sostituendo nell'espressione di f:
f  3,5  10 4  7,22  2,27  5,73  10 3
L'energia (potenza) dissipata per decadimento dei β dell'Y-90 è:
E  MeV MeV
E   3,7  1011 Bq  1  0,93  3,44  1011
t Bq  s
Supponiamo che la radiazione di frenamento sia emessa da un punto virtuale al centro
della sorgente, valutiamo l'intensità di dose a 1 m.
dE  dm dm dm
Ricordiamo che D  e che dE  NE dl  ; poiché    abbiamo  dl 
dm  dv dA dl dA
per cui
NE   dE 
dE  dm   dm , da cui  D
dA   dm 

Cap. 6 le schermature 18
Pertanto l'intensità di dose sarà:
dE    
D   
dmdt dt  
Tornando al nostro esempio
MeV J
f E ( )  1,6  10 13 ( )
s MeV  J 
  m 2 s 
4 (1) (m)
2 2

Ci serve ora μ (coefficiente di assorbimento dell'energia). Assumendo


(conservativamente) che l'energia delle radiazioni γ di frenamento sia pari all'energia
massima dei β dell'Ittrio, si ha che
  3  10 3 m 1
kg
Inoltre, sappiamo che   densità dell'aria  1,293 .
m3
Avremo quindi:
f  E  MeV   1,6  10 13  MeVJ    m 1  3600 hs  mSv 
D 
   
s

 
1,293 mkg3  4 1m   1 Gykg  10 3 mSv
2 J
Gy
 h 

5,73  10 3  3,44  1011  1,6  10 13  3  10 3  3600 mSv


  0,21
1,293  4  10 3
h
Con procedimento analogo si calcola il rateo di dose dovuto al frenamento dei β dello
mSv
stronzio (  assorb  3,6  10 3 m 1 ) e si trova D  0,013 .
h
Schermeremo questa radiazione con uno schermo di piombo di spessore t usando la
formula I  I 0 e  t con   0,51 cm 1 per γ da 2,27 MeV e   1,5 cm 1 per γ da 0,54 MeV.
mSv
Sommando i ratei di dose da Y-90 e Sr-90 non bisogna superare 0,1 . Avremo
h
quindi sistema di 3 equazioni in 3 incognite:
 I y  0,21 e 0,51t
 1, 5t
 I Sr  0,013 e
 I  I  0,1
 y Sr

Risolvendo, si ottiene t  1,75cm .


Il fattore di build-up non è stato considerato perché nel calcolo dello spessore di Pb ai γ
è stata attribuita la massima energia dei β, cosa estremamente conservativa che ci
cautela.

Cap. 6 le schermature 19
SCHERMATURA PER NEUTRONI
Si può fare una stima dello schermo necessario per una sorgente di neutroni utilizzando
3
la sezione di rimozione. Per neutroni fino a 30 MeV questa è circa della sezione totale.
4
Bisogna comunque considerare che l'assorbimento di neutroni può indurre radioattività nei
materiali e produce radiazione γ (di cattura).
Esempio
Si deve schermare una sorgente di Pu-Be da 5 Ci che emette 5  10 6 n/s, in modo da
avere un rateo di dose alla superficie  15 Sv / h . L'energia media dei neutroni prodotti è 4
MeV.
Consideriamo uno schermo sferico di acqua: poiché la cattura neutronica nell'idrogeno
dà luogo a γ da 2,2 MeV, calcoliamo uno schermo che dia una dose massima da neutroni
veloci pari a 10 Sv / h (cioè utilizziamo un valore al di sotto del limite di rateo di dose, in
modo che esso non venga superato anche una volta che verranno considerati i γ), che
n
corrisponde ad un flusso di 6 .
cm 2 s
 Schermatura del flusso di neutroni veloci
La sezione d'urto totale per E n  4 MeV è pari a 1,9 b per l'idrogeno
1,7 b per l'ossigeno
(Dove 1b  10 24 cm 2 )

 1 g / cm 3 
Poiché l'acqua contiene   6,022  10 23 mol 1  2   6,7  10 22 atomi/cm3 di
 18 g / mol 
3
idrogeno e (calcolati allo stesso modo) 3,35  10 atomi/cm di ossigeno, il coefficiente
22

di assorbimento lineare sarà:


3  cm 2 atomi  24 cm
2
atomi 
 1,9  10  24  6,7  10 22 3
 1, 7  10  3,5  10 22   0,138 cm 1
3 
4  atomo cm atomo cm 
Pertanto lo spessore emivalente sarà:
ln 2
SEV   5,01 cm

1
Se consideriamo la sorgente puntiforme, vale la legge ; in più è presente
r2
 neutroni 
l'attenuazione dell'acqua. Se l'intensità è S (in   ), T è lo spessore emivalente,
 s
n è il numero di spessori emivalenti e B il fattore di build-up, il flusso di neutroni veloci
dopo aver attraversato lo spessore n  T sarà:
BS 1  neutroni 
  n 
4 (nT ) 2  cm 2  s 
2

Sperimentalmente si sa che per schermi da almeno 20 cm, il build-up vale B  5 .


n
Usando il valore di flusso massimo ammesso di 6 2 , 5 cm come spessore
cm s
emivalente e B  5 , si può risolvere l'equazione del flusso rispetto n e si trova n  7,8
spessori emivalenti, che corrispondono a 39 cm di H 2 O .

Cap. 6 le schermature 20
 Flusso termico uscente
I neutroni termici che escono dalla superficie dello schermo sferico possono essere
stimati con la formula:
n 
R n
 th  0 e L n0 = intensità di sorgente = 5  10 6
 RD s
R = raggio sfera = 39 cm
D = coefficiente di diffusione (per l'acqua D = 0,16 cm)
L = lunghezza di diffusione ( per l'acqua L = 2,88 cm)
nell'ipotesi che siano tutti termalizzati (il raggio della sfera è molto maggiore della
lunghezza di diffusione).
Si trova:
39
5  10 6 n / s  n
 th  e 2 ,88
 0,08 th2
4  39 cm  0,16 cm cm s
n
Tale flusso è così piccolo rispetto il massimo ammissibile di 6 2 che in pratica
cm  s
può essere trascurato.
 Schermatura della radiazione γ di cattura
La cattura di nth da parte dell'idrogeno genera γ da 2,26 MeV. La sfera d'acqua
costituisce quindi una sorgente distribuita di radiazione γ.
n
Il flusso neutronico uscente dalla sfera è di 6 2 , pertanto dalla superficie totale
cm s
n
della sfera di raggio R = 39 cm escono 1,2  10 5 , circa il 2,4% dei n emessi dalla
s
sorgente: il rimanente 97% è assorbito dall'acqua, dando una “attività specifica" per i γ
da 2,26 MeV pari a
4,9  10 6  / s " Bq"
C  19,7
cm 3
 39 cm 3
4
3
La formula che fornisce l'intensità di dose da una sorgente sferica omogenea è
4
1
D   C   
2 

1  e  r 

mGy  m rad 
Sostituendo   2,7 per MBq a 1 cm 10 4 
h  h mCi 
  0,046 cm 1 per fotoni da 2,26 MeV in H 2 O
r  39 cm
MBq
C  19,7  10 6
cm 3
otteniamo
4
1
D   19,7  10 6  2,7  2

1  e 0, 04639   6  10 3
mGy
rateo di dose da γ
2 4,6  10 h
Il rateo di dose totale alla superficie dello schermo, dato da neutroni e γ sarà pertanto:
Gy Gy Gy Gy
D  10 6  16 , che è oltre i 15 richiesti.
h h h h
Cap. 6 le schermature 21
Per ridurre i γ si può aggiungere acido borico (H3BO3) all'acqua, poiché nella cattura
di nth il boro emette γ da soli 0,48 MeV (nel 93% dei casi). La sua solubilità è 63,2 g / l e
il peso molecolare PM = 61,84. La concentrazione di atomi di Boro nella soluzione
satura è :
l N AV

63,2 g / l  10 3
ml  6,03  10 23 molecole  1 atomo di B  6,17  10 20 atomi di B
g mol molecola ml
61,84
mol

frazione di mole
in 1 ml

Considerando le sezioni macroscopiche di cattura di nth per B e H2O:


 H 0,13 cm 1
  0,31
 B 0,42 cm 1
Il flusso di γ da 2,26 MeV, e di conseguenza l'intensità di dose, verranno così ridotti:
Gy Gy
0,31  6  1,2 rateo di dose dovuto ai γ di cattura emessi dall’idrogeno
h h
L'intensità di dose dovuta al B, viene calcolata come visto per l'idrogeno:
6 6 MBq
,69  0
attività γ specifica: 0 ,93  19
  10
,7   12,6  10
131% 93%
cm 3
MBq / cm 3
dei casi per   2,2 MeV

mGy cm 2
Considerando Γ specifico = 0,62
h MBq
  0,097 cm 1 (coefficiente di assorbimento in H 2 O per γ di 0,48 MeV)

Otteniamo un rateo di dose


mGy
D  7,7  10  4 rateo di dose dovuto ai γ di cattura emessi dal boro
h
L'intensità di dose totale alla superficie sarà (considerando un fattore di qualità della
radiazione pari a 1)
Sv Sv Sv Sv
D TOT  D n  D H  D B  10  1,2  0,8  12
h h h h
con H 2 O saturata con acido Borico.

Cap. 6 le schermature 22

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