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Il corpo umano può subire irraggiamento attraverso due modalità principali, che si
distinguono per la diversa collocazione delle sorgenti irradianti rispetto al soggetto
irradiato. Nell’irradiazione esterna l’organismo (o una sua parte) è irradiato con una o più
sorgenti che si trovano al di fuori di esso; nell’irradiazione interna, invece, l’irraggiamento
deriva da una sorgente presente all’interno dell’organismo umano.
Nel caso di radiazioni che provengono da sorgenti esterne al nostro corpo e che
penetrano in esso, depositando energia (ovvero rilasciando una dose), è utile avere
cognizione della capacità di penetrazione dei vari tipi di radiazione, delle profondità dei
diversi organi e tessuti del corpo umano, avere inoltre un’idea generale delle metodologie
utilizzate in dosimetria esterna e dei metodi con cui si perviene a stime di dose assorbita e
di dose equivalente nell’uomo.
Spettro X dopo filtrazione. I due picchi sono righe X caratteristiche del materiale di filtraggio.
Andiamo ora a considerare la dose assorbita da fotoni nel primo strato di cute. La
superficie aria-cute è un luogo in cui non sussiste EPC. La radiazione primaria ha un
andamento decrescente nella cute, di tipo esponenziale; la radiazione secondaria (fotoni
diffusi ed elettroni) ha andamento dapprima crescente in profondità, con raggiungimento
d'un valore massimo, e da qui in poi l’andamento è decrescente di tipo esponenziale
complesso. E’ utile analizzare l’andamento della dose ceduta dai fotoni alla cute, la cui
sezione è mostrata in figura.
Andamento della dose nella cute, a seconda dell’energia dei fotoni incidenti.
( Rm
2
Nuclide T 1
2 Eγ hCi
)
Dosimetria esterna
Nell'irradiazione esterna, la dosimetria si basa preferibilmente sulla determinazione del
valore di grandezze di dose mediante strumenti collocati nel luogo ove si pensa che possa
trovarsi l'organismo o il tessuto irradiato. L’obiettivo principale è la valutazione dell’energia
assorbita per unità di massa, nei vari luoghi dell’organismo irradiato durante l’intera
irradiazione (dose specifica o più propriamente dose assorbita). Di un'irradiazione è
importante anche conoscere il rateo o intensità di dose.
Stime di dose esterna
La dosimetria esterna si basa sulla determinazione strumentale delle grandezze di
dose. Tuttavia ciò non è sempre possibile. In alcune situazioni, soprattutto con neutroni e
particelle β, si determinano i valori del rateo di fluenza di particelle (φ), e avendo
informazioni sull'energia delle particelle stesse è possibile utilizzare tabelle e grafici di
conversione per avere stime della dose assorbita dalla cute o organi nel luogo della
misura.
Punti di misura per la stima dell’irradiazione esterna (beta, elettroni, fotoni fino a 4 MeV). Nel punto A si
misura l’equivalente di dose superficiale; nel punto B si misura l’equivalente di dose profondo.
Rilevamenti ambientali
Si noti che il campo allineato ed espanso cambia rispetto a quello reale solo perché
unidirezionale, inoltre la definizione non richiede la presenza della sfera ICRU durante la
misura, né spazio sufficiente per essa, richiede solo di far riferimento alla dose che
esisterebbe nella sfera piazzata nel punto di interesse.
H * (10)
fluenza Φ e spettro di energia) utilizzando appropriati fattori di conversione
Ka
al variare dell’energia, disponibili in tabelle o grafici;
per gli elettroni, a partire dalla dose assorbita in H 2O ;
H * (10)
per i neutroni, a partire dalla fluenza di particelle, con i fattori di conversione
al variare dell’energia.
In ciascuno dei precedenti casi si utilizzano appropriati fattori di conversione, i cui grafici
in funzione dell’energia sono riportati di seguito.
Rilevamenti personali
Si definiscono
Equivalente di dose personale Hp(d ) (penetrante): equivalente di dose in un punto
nel tessuto molle ad una profondità d, appropriata per le radiazioni fortemente
penetranti. ICRU raccomanda d = 10mm quindi Hp(d ) = Hp(10) .
Equivalente di dose personale Hp(d ) (superficiale): equivalente di dose nei tessuti
molli nello strato sensibile della cute non coperta da indumenti, al di sotto di un sottile
spessore d, appropriato alle radiazioni debolmente penetranti. L’ICRU raccomanda di
usare d = 0.07 mm, quindi HP(d) = HP(0.07).
Dalle precedenti definizioni è ora possibile dire che la radiazione è fortemente
penetrante se
Hp(10)
10
Hp(0,07)
Per quanto riguarda l’uso operativo dell’equivalente di dose personale intervengono
alcuni problemi di utilizzo. Infatti nella sua definizione non viene identificato nessun punto
di misura. È una multy-value-quantity perché può assumere molti valori per lo stesso
individuo e per lo stesso fascio di radiazione. Non è misurabile perché non è definita in
modo operativo e perché, come le grandezze protezionistiche, è definita nel corpo umano.
Per definire, quindi, una single-value-quantity occorre specificare il particolare fantoccio
utilizzato e determinare il punto preciso in cui effettuare la determinazione. Una possibile
scelta sarebbe la Sfera ICRU, tuttavia essa è difficilmente realizzabile e presenta delle
limitazioni nell’effettuazione delle tarature. Pertanto la norma ISO-4037(parte terza)
prevede l’impiego di alcuni particolari fantocci.
ISO Rod Phantom: cilindro pieno (diametro 19mm, lunghezza 300mm), impiegato
per dosimetria alle dita e per tarature in termini di Hp(0.07).
Hp(10) dà una stima della dose efficace, Hp(0.07) approssima la dose alla pelle, che
interessa soprattutto la dosimetria delle estremità. Per tali fantocci vengono tabulati i fattori
Hp(10) Hp(10)
di conversione e , rispettivamente per fotoni e neutroni in funzione
K
dell'energia per radiazione incidente frontalmente. Ovviamente le differenze con i valori
H * (10) H * (10)
e sono modeste. Inoltre in letteratura sono presenti grafici del rapporto
X
E
(dove E rappresenta la dose efficace) per i due tipi di radiazione in funzione
Hp(10)
dell'energia. Per i neutroni la stima dell'equivalente di dose efficace (E) effettuata
utilizzando Hp(10) può risultare in eccesso di un fattore 2-3 per irraggiamenti del tronco
antero - posteriore e per energia piuttosto bassa ( 100Kev) . Gli stessi strumenti
sottostimano di un fattore 3-4 l'equivalente di dose efficace per irraggiamento laterale.
Confronto con i limiti di dose
In genere se la dose a 0,07 mm è minore del limite per la cute e la dose a 10 mm è
minore del limite stabilito per l'equivalente di dose efficace, sono automaticamente
soddisfatti tutti i limiti di dose raccomandati. In qualche caso ciò può non avvenire a causa
del superamento del limite per il cristallino degli occhi. In questi casi bisognerà misurare
anche Hp(3) (profondità 3mm).
Taratura
La calibrazione o taratura degli strumenti per la stima delle nuove grandezze operative
individuali viene eseguita in condizioni semplificate convenzionali, alla profondità di 10 e
0,07 mm, in un appropriato fantoccio ( come quelli visti precedentemente) a partire da
campioni primari o secondari di grandezze dosimetriche classiche e note (kerma, fluenza).
Esistono tabelle dei fattori di conversione con le 4 grandezze operative di dose esterna
in cui H i è l'equivalente di dose pro capite (valore medio) nel corpo intero o in un organo
specificato, dei membri Pi del sottogruppo i della popolazione esposta.
Più in generale l'equivalente di dose collettivo SK, dovuto a una data attività umana o a
una data sorgente di radiazioni K, è definito dall'espressione:
SK H P(H)dH
0
in cui P(H)dH è il numero di individui che ricevono un equivalente di dose al corpo intero o
organo specificato nell'intervallo tra H e (H+dH).
Non è necessario valutare accuratamente i contributi all'integrale di piccoli valori di H,
purché una stima cautelativa mostri che essi non aggiungono, tutti insieme, una quantità
significativa all'integrale totale.
Se esiste o si può ipotizzare una relazione di proporzionalità tra H e le probabilità di
danni sanitari e se la gravità del singolo danno è indipendente da H (caso del tumore)
allora il detrimento sanitario è proporzionale all'equivalente di dose collettivo SK. Pertanto
la stima della dose collettiva, in questo quadro, può esprimere il detrimento sanitario nella
popolazione interessata (ad esempio stima dell'aumento di incidenza dei tumori).
relazione lineare dose/prob. danno TEORIA LINEARE SENZA SOGLIA (TLSS)
LINEAR NO THRESHOLD (LNT)
danno indipendente da H Danno collettivo (detrimento sanitario) SK
ingestione
inalazione
Vie d'introduzione nell'organismo umano assorbimento cutaneo
ferite
(attivazione)
Metabolismo
Tempo di dimezzamento effettivo
Radio tossicità
Lavorazioni e occasione di liberazione e di contaminazione
2
semplificando A, e applicando il logaritmo naturale ad entrambi i membri si ha:
ln 12 T 1
2
T37 30 a
essendo: T 2 a
34
t (98 86) 12 a
K1 30 2 28 K
ln ln2 12 ln2 12 3.882 1 48.5 K 1 97
K0 30 2 60 K 0
Vie di eliminazione
Le principali vie di eliminazione delle sostanze radioattive dall’organismo sono:
Espirazione, esalazione
Urine
Feci
Sudore
Latte (eliminazione composti solubili)
L'uomo standard (lavoratore di 70 kg definito nella pubblicazione ICRP 23) introduce 3l di
acqua al giorno, che smaltisce come:
1,4 Urine
0,65 Sudore
0,85 Esalazione
0,1 Feci
L'aria respirata (sempre riferita all’uomo standard secondo ICRP 23) è:
Lavoro (8h) 10m 3 (20 l/min.)
Resto (16h) 13m 3 (13 l/min.)
Totale 23m 3 /giorno
Modelli a compartimenti
Il comportamento dei radionuclidi nell'organismo umano viene studiato tramite modelli a
compartimenti.
Organi e tessuti vengono considerati come compartimenti a rinnovo continuo delle
sostanze in essi contenute. Le funzioni di scambio e il rateo di scambio sono caratteristici
di ciascun compartimento per ciascuna sostanza. In molti casi si arriva a condizioni di
equilibrio, cioè la captazione eguaglia il rilascio della sostanza, altre volte l’equilibrio
sarebbe raggiunto in tempi straordinariamente lunghi (praticamente il compartimento
continua ad accumulare la sostanza poiché la captazione prevale sul rilascio).
Lo scambio fra compartimenti può avvenire tra compartimenti contigui spazialmente
oppure lontani, in questo caso la mediazione avviene attraverso il plasma sanguigno che
veicola i radionuclidi in forma solubile in tutto il corpo.
Il tempo di dimezzamento effettivo del radionuclide nel compartimento è dato da:
T 12 fis T 12bio
T 12
T 12 fis T 12bio
Notiamo che la ritenzione cala rapidamente perché il T1/2fis dello I-131 è piccolo. I due
compartimenti con diversi ratei di rinnovo sono rappresentati dallo iodio presente in tutto il
corpo (la ritenzione è dominata da τ bio ) e quello nella tiroide, dove la rimozione è invece
dovuta a τ fis.
Tipi di radiazione
Nel caso di irraggiamento interno i radionuclidi si disintegrano all’interno di organi o
tessuti liberando particelle alfa, beta o fotoni nelle prossimità del tessuto. È quindi
necessario conoscere il tipo di decadimento e l’energie delle particelle liberate dal
radionuclide incorporato.
Particelle alfa
L’energia delle particelle è generalmente compresa tra 4 e 9 MeV. Tutta l'energia è
assorbita nel tragitto di poche decine di μm nel tessuto. La pericolosità dipende, oltre che
dall’energia, anche dalla via di introduzione e dalla solubilità del radionuclide.
Nel caso di inalazione si ha un forte danneggiamento localizzato della mucosa
bronchiale e negli alveoli (a seconda delle dimensioni del particolato).
Nel caso di ingestione, solo le α emesse a diretto contatto con la mucosa possono dare
dose alle cellule (nel caso la sostanza sia insolubile); fino ad una distanza di un centinaio
di μm dalla parete intestinale le α dissipano la loro energia direttamente nelle mucose. Se
il radionuclide si presenta in forma solubile è invece assorbito dall’intestino e passa in
soluzione nel plasma.
Raggi gamma
Le energie dei gamma emettitori spaziano tra pochi keV e 3 MeV, ma la distribuzione
spaziale della dose è più uniforme e delocalizzata; nella maggior parte dei casi i raggi
gamma emessi all’interno dell’organismo cedono solo una parte della loro energia ai
tessuti dell’organismo prima di fuoriuscire da esso a causa della loro alta capacità di
penetrazione.
Dosimetria interna
La stima della dose ceduta all’organismo in seguito ad irraggiamento interno è
effettuata mediante calcoli basati su stime e informazioni riguardanti i radionuclide presenti
nei tessuti.
Il punto di partenza è costituito dalla determinazione dell'attività incorporata. Ciò viene
fatto attraverso:
misure esterne (scintillatori per la tiroide o whole body counters);
analisi degli escreti (per α, β; è legata al metabolismo del radionuclide);
analisi di mezzi contaminati (alimenti, bevande, aria alle quali è stato esposto il
soggetto).
Nell’ ICRP 30 (1979) vengono fornite le tabelle ove, per ogni radionuclide, viene
indicato l'equivalente di dose e l'organo critico per incorporazione di 1 kBq. I valori tengono
conto dello schema di decadimento, della via di introduzione, della solubilità e del
metabolismo.
Nuclide Vie di introduzione Forma Organo mSv/kBq
H-3 (HTO) ingestione solubile TB 1,7 10 5
ingestione solubile tiroide 0,48
I-131
inalazione solubile tiroide 0,29
Cs-137 ingestione solubile TB 0,014
ingestione solubile endostio 2,1
ingestione insolubile endostio 0,21
Pu-239 *
inalazione solubile endostio 2500
inalazione insolubile endostio 950
* dose ricevuta nell'insieme di 50 anni seguenti all'incorporazione
In Radioprotezione ci si limita a stimare l'introduzione e a confrontare questo dato con
l'appropriato limite di introduzione annuale fornito in apposite tabelle (ALI)
Il rispetto dell'ALI garantisce che non venga superato, anche per esposizione che
continui tutta la vita lavorativa, il limite di dose annuale.
Nel caso la dose derivi da incorporazione di radionuclidi con vita media effettiva lunga,
l'organo o i tessuti continuano a ricevere dose fino a completo smaltimento del
radionuclide. La grandezza dosimetrica utilizzata in questi casi è chiamata equivalente di
dose impegnato:
t 50 anni
H 50
t0
H (t )dt
H50 è riferita all'individuo lavoratore ed è usata per stimare la dose individuale che
l’incorporazione del radionuclide darà al soggetto nell’arco di tutta la vita lavorativa.
Equivalente di dose efficace
Nel caso di irradiazione (interna) selettiva di uno o più organi, si può esprimere la dose
che è efficace in termini di rischio di effetti stocastici, cioè tumori maligni e danni ereditari.
Pongo uguale a 1 (unità arbitrarie) il rischio di effetti stocastici per equivalente di dose
(dose equivalente) unitario ricevuto nell'intero corpo. Nel caso di irraggiamento a porzioni
del corpo, la dose efficace (HE, E) è rappresentata dalla sommatoria dei prodotti tra
Effetti immediati
Sono effetti che si manifestano entro qualche settimana dall’irraggiamento, tipici di
irradiazione forte e di breve durata, sono a soglia e il valore di questa dipende dall'effetto
specifico. Sono graduati, ovvero l'intensità del fenomeno aumenta con la dose. Effetto e
Andamento temporale degli elementi figurati del sangue in animali sottoposti ad irradiazione acuta dell’intero
corpo.
Effetti tardivi
Alcuni, come la cataratta, sono legati ad irradiazioni croniche con valori elevati di dose e
il danno è proporzionale a questa. A parte il ritardo nel manifestarsi, questi sono effetti
graduati e sono a soglia.
Vi sono poi effetti tardivi con le seguenti caratteristiche:
Senza soglia
Stocastici (la frequenza di comparsa è piccola sulla popolazione)
La frequenza di manifestazione è proporzionale alla dose
Manifestazione dopo anni/decenni
Non hanno gradualità
Questi effetti possono comparire anche a seguito di dosi modeste o piccole (Hp) e
quindi riguardano anche l'esposizione lavorativa abituale, a differenza degli effetti precoci
graduali visti prima che sono riscontrabili solo in situazioni incidentali, a differente gravità.
Gli effetti tardivi stocastici sono rappresentati da tumori maligni. I casi indotti dalle
radiazioni si aggiungono ai casi spontanei, dai quali non sono distinguibili in alcun modo.
Effetti stocastici che si aggiungono in piccolo numero ad eguali effetti spontanei (molto
più numerosi), risultano non osservabili, tenuto conto anche della latenza di decine di anni.
Il legame dose-effetto non può essere stabilito sul singolo individuo, ma su un gruppo
numeroso di irradiati per confronto della frequenza di insorgenza di un tumore rispetto un
gruppo del tutto simile, ma non irradiato. Studi in questo campo sono stati effettuati in
individui sottoposti a dosi di decimi di Gy a tutto il corpo o qualche Gy a parte del corpo,
ma in esposizioni uniche o in tempi relativamente brevi.
Le leucemie sono state molto studiate; esse compaiono dai 3 ai 15 anni dopo
l'irradiazione. Altri tumori, tiroidei, ossei, polmonari, cutanei, mammari possono trarre
origine dalle radiazioni e comparire 10-30 anni dopo.
Nelle probabilità di effetti tardivi abbiamo
Tessuti più sensibili Tessuti meno sensibili
- tessuti emopoietici - cute
- tiroide - osso
- tessuti linfatici e reticolari - laringe
- bronchi - esofago
- intestino crasso
- ghiandola mammaria
Per stimare la relazione dose/effetto per gli effetti tardivi, ci si rifà all'analisi di situazioni
espositive tipo
Sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki
Trattamenti terapici su colonna vertebrale per l'artrosi
b
Q) Modello Quadratico – lineare m r (t ) a D(t ) D 2 (t )
a
Dove a, b = costanti e D(t) = dose efficace al tempo t.
a
Si fissa 1.16Gy .
b
Alcuni modelli che rappresentano la relazione tra dose ed effetti stocastici: modello lineare senza soglia (2)
o quadratico-lineare senza soglia (3).
m (t
N 0 (t ) N 0 e s
1
)dt 1 N0 = popolazione al tempo T0
T0
dm r (t )
A) ra
dD ra a *
L) m r (t ) a D(t )
dN r (t )
Essendo per definizione m r (t )
N 0 (t )dt
dN r (t ) m r (t ) N 0 (t )dt a D(t ) N 0 (t )dt * ra D(t ) N 0 (t )dt
Integrando
Tl
( N r ) A ra
L
N
T0 tl
0 (t ) D(t )dt TL = fine vita del gruppo
N r R L
R Tr
D N 0 (t )dt
T0