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L’effetto pelle nei cavi audio

Ma quante storielle ci raccontano sui cavi?

I cavi audio sono sistematicamente oggetto di innumerevoli speculazioni e preconcetti.


Uno di questi sostiene che l’effetto pelle nei cavi possa peggiorarne le prestazioni alle alte
frequenze. Ma sarà vero?
Vediamo di passare dalle parole ai fatti con una semplice analisi.

L’effetto pelle nei cavi


Al crescere della frequenza, la corrente che circola in un conduttore tende ad addensarsi
sulla sua superficie esterna. Questo fenomeno è noto col nome di effetto pelle.
La profondità entro la quale le cariche riescono a disporsi dipende dalla frequenza, ed è
detta profondità di penetrazione, δ. Fintanto che la profondità di penetrazione è
maggiore del raggio del conduttore, rw , allora il conduttore è omogeneamente
attraversato dalle cariche. Man mano che la frequenza aumenta, la profondità di
penetrazione diminuisce, e le cariche iniziano a concentrarsi esternamente. In particolare,
l’effetto pelle inizia a prevalere quando r w = 2δ .

Un conduttore circolare visto in sezione: l’effetto pelle si


verifica solo quando la profondità di penetrazione, δ, è
inferiore rispetto al raggio del conduttore, rw .

La profondità di penetrazione è data da:

1
δ = (1)
√πf μ0 σ

dove f è la frequenza, μ è la permeabilità magnetica del vuoto e σ è la conduttività del


0

metallo. Nel rame si ottengono questi valori di profondità di penetrazione.


Frequenza, f Profondità di penetrazione, δ
50 Hz 9,2 mm

1 kHz 2,1 mm

20 kHz 0,46 mm

100 kHz 0,21 mm

1 MHz 65 µm

1 GHz 2,1 µm

Poiché limita la sezione utile del conduttore, l’effetto pelle determina un aumento
della resistenza per unità di lunghezza e una diminuzione dell’induttanza per unità
di lunghezza.

L’effetto pelle in pratica


Applicando questi risultati su un semplice cavo da 2,5 mm2 costituito da un singolo
trefolo (comunemente detto “single core”) si ottiene che l’effetto pelle inizia a prevalere
soltanto a partire da circa 21 kHz.

In un conduttore da 2,5 mmq l’effetto pelle inizia a predominare all’infuori


della banda audio.

La cosa migliora ulteriormente se si usa un cavo costituito da molti trefoli. Se, per
esempio, il cavo è costituito da 48 trefoli, l’effetto pelle inizia a prevalere solo a partire 1
MHz.
In realtà, anche se i comuni cavi per impianti elettrici sono costituiti da un elevato
numero di trefoli (p. es. 48), questi non sono isolati tra loro né dal punto di vista elettrico,
né da quello magnetico. Questo fa sì ché l’effetto pelle inizi a prevalere a frequenze
intermedie tra 21 kHz e 1 MHz, comunque al di fuori della banda audio. I cavi di segnale,
che sono normalmente molto sottili, iniziano a soffrire dell’effetto pelle a frequenze
ancora più elevate.
Dalle equazioni precedenti è possibile ricavare che in un singolo conduttore di sezione
circolare l’effetto pelle inizia a comparire in banda audio soltanto quando si superano i
2,67 mm2. Ma che cosa succede a sezioni maggiori?
La tabella seguente mostra le conseguenze dell’effetto pelle al variare della sezione del
conduttore.

Area della sezione del Resistenza per unità di lunghezza Resistenza per unità di lunghezza
cavo (mm2) (mΩ/m) in DC (mΩ/m) a 20 kHz
0,25 67,2 67,2
0,5 33,6 33,6

0,75 22,4 22,5


1 16,8 17,4

1,5 11,2 12,6


2,5 6,72 8,76

4 4,20 6,46
6 2,80 5,04

10 1,68 3,73

Anche nei cavi di elevata sezione, l’effetto pelle contribuisce determinando al massimo
un incremento di appena 2,3 mΩ/m in banda audio!

Bibliografia
Paul Clayton R., Compatibilità elettromagnetica, pp. 250-253, Ed. Hoepli

Autore:
bsproj
Appassionato di musica e progettazione elettronica.
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