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Le cuffie prive del filo per il trasporto del segnale audio sfruttano varie tecnologie differenti. Il segnale,
infatti, viene trasmesso tramite raggi infrarossi, bluetooth[2] oppure altre tecnologie wireless, quali le
normali connessioni wi-fi in radiofrequenza analogica oppure digitale (in Europa a 2,4 e 5 Ghz). In
questi casi il sistema è costituito da un trasmettitore collegato all'apparecchio riproduttore (televisore,
Hi-fi, radio), il quale trasmette il segnale al ricevitore integrato nella cuffia. La necessità di alimentare
sia il circuito di ricezione che gli auricolari (venendo a mancare il cavo) introduce il problema
dell'autonomia limitata nel tempo, ed il conseguente bisogno di ricarica.
Al vantaggio di non avere fili si contrappone tuttavia la resa sonora, inferiore alle migliori cuffie ad alta
fedeltà cablate, dovuto ai problemi di trasmissione sia della quantità di informazioni che dai problemi
d'interferenza con gli altri segnali; problemi che possono essere abbattuti anche quasi totalmente se
vengono usate soluzioni sofisticate e di qualità, ma che portano ad un innalzamento del prezzo. [3]
Accorgimenti[modifica | modifica wikitesto]
Tutte le categorie di cuffie possono essere o meno munite di microfono, dove nei modelli esterni è
generalmente posizionato su un'asta orientabile, mentre nelle cuffiette auricolari o in-ear è posto sul
cavo della cuffietta (o posto direttamente su una prolunga della cuffietta, nei modelli wireless).
Un altro sistema che può essere presente nella cuffia è un software che riduce in modo attivo il rumore
esterno, andando a modificare il segnale acustico in base al rumore esterno.
Gli auricolari possono essere ottimizzati nella forma e direzione del suono, in particolar modo quelli che
rimangono nel padiglione auricolare, questa categoria di auricolari possono essere dotati di archetto
esterno (hanging ear) od interno (StayHear) che ne facilita il mantenimento della posizione.
Auricolari "in ear", si applicano nella parte interna del canale uditivo
Esistono diverse tipologie di cuffia ad alta fedeltà: le due principali tecnologie impiegate per la
costruzione di cuffie sono:
Elettrostatica, che utilizza dei pannelli elettrostatici polarizzati a tensioni elevate rispetto
alle cuffie dinamiche, e non è dotata dei convenzionali trasduttori magnetici ma pannelli
polarizzati elettricamente, e può essere dotata di un circuito alimentatore, integrato
all'interno del proprio adattatore di accoppiamento da abbinare all'uscita di potenza
dell'amplificatore, oppure in altri casi con appositi amplificatori dedicati; una cuffia
elettrostatica ha quindi bisogno di un piccolo apparecchio in più. Una cuffia elettrostatica di
solito presenta una risposta in frequenza più lineare rispetto ad una cuffia dinamica a fronte
di un minore impatto sui transienti nelle basse frequenze, ma - di solito - è anche più
costosa. Basti pensare che lo spessore del diaframma di emissione di alcuni modelli di
cuffie Stax, storico costruttore giapponese di questa tipologia, è di soli 1,35 μm. Questa
caratteristica permette un'amplissima estensione in frequenza, dichiarata da 6 Hz a oltre
40 kHz; in alcuni modelli di altri produttori, il limite superiore di frequenza dichiarato supera i
100 kHz.
Magnetoplanare o ortodinamica: questa tipologia è isodinamica come le cuffie
elettrostatiche, e di maggiore tecnico-costruttiva rispetto a normali magnetodinamiche, e
richiede tolleranze di lavorazione molto piccole, ma al contempo sfrutta dei sistemi
magnetici e non elettrostatici. Per tale ragione è considerata l'alternativa che congiunge in
realtà le due tipologie precedenti. Constano in linea di principio di membrane rigide solidali
a bobine di grane diametro oppure in alternativa membrane che incorporano bobine piatte
spiralizzate ed estese sulla superficie, e altra differenza rispetto alle magnetodinamiche, i
magneti sono altresì piatti ed estesi sotto l'area stessa della membrana e non limitate alla
zona perimetrale. I costruttori possono in questo caso privilegiare un comportamento più
simile a quello delle elettrostatiche o dei modelli magnetodinamici, o combinare diverse
caratteristiche nello sforzo di prendere i vantaggi dei due sistemi.
Molti audiofili considerano la cuffia stereofonica un valido trasduttore per l'ascolto di musica registrata,
opinione comunque non condivisa in modo unanime. Occorre altresì dire, che è nella fase
di missaggio di un brano musicale stereofonico che viene ottimizzata la riproduzione, privilegiando
l'ascolto con una coppia di diffusori oppure con una cuffia stereofonica; con la presa
diretta binaurale del suono con testa artificiale, tramite sofisticate procedure si può ottenere l'identica
riproduzione spaziale del suono, sia con una coppia di diffusori che con una cuffia stereo.