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Progettazione di alimentatori e convertitori di potenza

16/03/2021

Di Redazione Fare Elettronica

L’alimentazione di potenza è oggi una delle più grandi tematiche che interessano qualsiasi tipologia di
applicazione: robotica, industria, settore automobilistico e apparecchiature sono solo alcune di queste. La
ricerca della sempre più alta efficienza è al centro dello studio di aziende che, grazie anche ai nuovi
materiali semiconduttori per componenti di commutazione all’avanguardia, riescono a produrre sistemi di
alimentazione sempre più performanti e potenti. RECOM fornisce soluzioni di progettazione pronte all’uso a
360°, assieme un servizio di consulenza ai massimi livelli.

Criteri per la progettazione dei sistemi di alimentazione


Convertitori CA/CC, CC/CC isolati e CC/CC switching
Una densità di potenza sempre maggiore
Che componenti elettronici usare? bom, costi e ottimizzazioni
I componenti per la protezione
Ancora sulla protezione

Criteri per la progettazione dei sistemi di


alimentazione
Un alimentatore o un convertitore di potenza, probabilmente, costituisce il dispositivo più critico dell’intero
sistema, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Costruire un semplice alimentatore stabilizzato, è
cosa assai semplice e banale. Realizzarne uno con la tecnica switching è un po’ più complesso. Fabbricarne
uno con la massima efficienza e senza rumori e interferenze è, praticamente, un’arte vera e propria. La
figura 1 mostra il regolatore Buck della serie RPX-1.0 di Recom. Esso possiede un induttore integrato in un
compatto contenitore di 3 mm x 5 mm x 1,6 mm QFN termicamente migliorato. La tensione di ingresso va
da 4 a 36 V CC, consentendo una alimentazione di uscita di 5 V, 12 V o 24 V. Essa può essere impostata con
due resistenze nel range da 0,8 fino a 30 VDC. La corrente di uscita è fino a 1A ed è completamente protetta
da cortocircuiti continuati, sovracorrente in uscita o guasti per sovra temperatura.

Figura 1: il regolatore Buck della serie RPX-1.0 di Recom con la scheda di valutazione

Il
settore di utilizzo finale dell’alimentatore contribuisce a
prediligere una determinata soluzione operativa e
a questa si
aggiungono le numerose norme e certificazioni che il circuito finale
deve seguire. I sistemi di
alimentazione switching implicano
indubbiamente molteplici
vantaggi,
in termini di alta efficienza e
di
dimensioni
e peso ridotti.
Per ottenere tali scopi occorre cercare di rimuovere
anche il
rumore elettrico
generato dagli stessi circuiti. Oggi i
moderni
convertitori sono notevolmente
migliori
e utilizzano
componenti all’avanguardia con soluzioni schematiche
altamente sofisticate che, già in partenza, sono
caratterizzate da
un basso rumore intrinseco. Le interferenze elettromagnetiche (EMI)
costituiscono
sempre
un potenziale problema con gli alimentatori switching
AC/DC
che DC/DC. Per prestazioni migliori è
necessario un filtraggio extra
per soddisfare le esigenze di applicazioni specifiche (vedi in figura
2).
L’origine
del rumore e delle interferenze è la commutazione rapida
di semiconduttori, con tempi di salita e discesa
dei
segnali nell’ordine dei nanosecondi,
necessari per un’alta efficienza. Gli alti livelli dV/dt e di/dt
non
possono però essere eliminati
dal
convertitore e possono essere presenti come picchi di tensione e di
corrente lungo linee d’ingresso o di uscita. Il rumore può essere
di due
tipi:

modo
differenziale (DM);
modo
comune (CM).
Il primo è misurato come tensione tra linea di potenza e il suo ritorno, ed è facilmente misurabile con un
oscilloscopio o un analizzatore. Il secondo è misurato fra tutte e due le linee di potenza e la terra del
sistema e la sua misura richiede l’uso di una rete di stabilizzazione dell’impedenza di linea (LISN). Un altro
problema che si può presentare è l’instabilità del circuito di controllo del convertitore. Questo avviene
quando l’impedenza d’uscita del filtro alla sua frequenza di risonanza è vicina all’impedenza d’ingresso del
DC/DC (con un rapporto inversamente proporzionale, la corrente d’ingresso diminuisce all’aumentare della
tensione d’ingresso). Per cui l’impedenza d’uscita del filtro d’ingresso deve essere molto inferiore
all’impedenza d’ingresso del convertitore. Questo si può ottenere con un circuito smorzante extra. In alcune
applicazioni all’ingresso del convertitore DC/DC può essere necessaria la soppressione dei transienti di
tensione. La situazione con i convertitori AC/DC è più semplice. I prodotti ad alta potenza devono
soddisfare la direttiva EMC e presentano un filtro montato internamente.

Figura 2: i filtri possono ridurre o eliminare le interferenze di commutazione

Convertitori CA/CC, CC/CC isolati e CC/CC


switching
Gli alimentatori CA/CC distribuiti da Recom prevedono un montaggio su PCB oppure off-board (su telaio).
Essi sono stati sviluppati tenendo conto dei requisiti di alimentazione più attuali. I convertitori AC/DC di
oggi devono essere sicuri, economici, efficienti dal punto di vista energetico, affidabili e significativamente
più piccoli dei loro predecessori. Essi utilizzano i più recenti progressi per creare alimentatori con densità di
potenza doppia rispetto a quanto possibile in precedenza, senza sacrificare la sicurezza, l’affidabilità,
l’efficienza e le prestazioni. Gli alimentatori CA/CC di Recom (integrati ed esterni) funzionano con una
tensione che va da 100 V CA fino a 277 V CA, per permetterne l’utilizzo in tutto il mondo e sono certificati a
livello internazionale per la sicurezza, secondo gli standard UL/IEC/EN. Un convertitore CA/CC deve
funzionare in modo efficiente su tutta la gamma di carico, da pieno carico e carico leggero, fino a condizioni
di vuoto. La vasta linea di modelli da 1 W a 960 W presenta un’elevata densità di potenza, un isolamento
minimo di 3 kVAC e ampi intervalli di temperatura operativa. Sono anche certificati a livello internazionale,
conformi alla Classe B EMC. I convertitori CC-CC isolati convertono una sorgente di corrente continua da
una tensione a un’altra. Essi prevedono la presenza di una barriera elettrica tra l’ingresso e l’uscita per
aumentare la sicurezza. Sono utilizzati per apparecchiature di telecomunicazioni, industriali, medicali ed
elettronica di consumo. Le applicazioni critiche necessitano proprio di questa tipologia di convertitori, la cui
uscita non è direttamente collegata con l’ingresso e l’energia viene trasmessa senza un collegamento
elettrico diretto ma attraverso un accoppiamento induttivo, per cui i criteri di sicurezza sono molto più
elevate. Non esistono, quindi, i presupposti per un contatto accidentale pericoloso. RECOM produce
convertitori DC/DC dall’isolamento molto alto, anche superiore a 20 kV DC con dimensioni compatte. Ci
sono molti motivi per cui si dovrebbero usare i convertitori DC/DC isolati, ma le applicazioni più comuni
sono:

per
accoppiare i carichi all’alimentazione;
per
isolare i circuiti del primario e del secondario;
per
semplificare gli alimentatori.
La famiglia RHV3 (e specificatamente il convertitore RHV3-2424S/R20) prevede un portafoglio di
convertitori DC/DC con un isolamento eccezionalmente elevato di 20 kV DC, contenuti in package SIP16
compatto. Le tensioni di ingresso possono essere 5, 12 o 24 V CC mentre quelle di uscita sono di 5 V, 12 V,
24 V, +/- 5 V o +/- 12 V, con una dissipazione di potenza di circa 3 W (vedi figura 3). La temperatura
operativa di esercizio va da -40° C a +80° C. Le vaste applicazioni prevedono il monitoraggio a vuoto spinto,
apparecchiature a raggi X, sistemi di estrazione della polvere HV AC e altre applicazioni industriali ad alta
tensione, in cui è richiesta un’alimentazione remota isolata molto elevata.

Figura 3: il convertitore RHV3-2424S/R20

Una densità di potenza sempre maggiore


La densità di potenza di un convertitore CA/CC o CC/CC è misurata solitamente in watt di potenza di uscita
per centimetro cubo. Più è alto questo valore e più l’alimentatore risulta vantaggioso per l’utente finale.
Un’alta densità consente più potenza per un dato volume o, in altri termini, delle dimensioni inferiori per un
certo ammontare di potenza. Tuttavia, l’aumento di densità non deve abbassare la qualità del dispositivo,
specialmente per quanto riguarda un aumento eccessivo della temperatura e i dispositivi non devono
sottostare ad alcun tipo di compromesso. Per questo motivo è essenziale un’elevata efficienza del
convertitore e delle ottime prestazioni termiche. Un fattore di estrema importanza è il design innovativo dei
packaging del circuito, attraverso tecniche molto sofisticate per ottimizzare le prestazioni dei prodotti. Una
di queste si basa sul “3D Power Packaging” (vedi in figura 4), che permette la creazione di un PCB interno
multistrato che utilizza percorsi chiusi e ciechi per una buona conduttività termica e un uso efficiente dello
spazio disponibile.
Figura 4: la tecnica de 3D Power Packaging consente di ottenere densità di potenza maggiori

Che componenti elettronici usare? BOM, costi e


ottimizzazioni
Un componente elettronico è disponibile, sul mercato, in differenti esemplari forniti da diversi produttori.
Sembrerebbe, a prima vista, che un induttore di un determinato valore possa fornire il suo utile contributo,
qualunque sia la tipologia e la provenienza. Ma, in realtà, non è così. Le prestazioni finali del sistema
potrebbero cambiare sostituendo un componente con un altro di uguali caratteristiche ma prodotto da
un’altra azienda. Occorre, ovviamente, distinguere il settore di applicazione che, ovviamente, diversifica di
tanto le problematiche, le tipologie di componenti coinvolti, le potenze in gioco e, infine, i costi. A grandi
linee, la RECOM focalizza la propria attenzione sulle seguenti categorie applicative:

mediche;
mobilità elettrica;
alta potenza e densità;
test e misure;
potenza industriale;
automazione;
componenti
convenienti.
Brevemente esaminiamo caso per caso, per comprendere come la diversa settorializzazione non prescinde
una analisi attenta e ponderata delle problematiche e delle esigenze. Le applicazioni mediche odierne
hanno requisiti normativi rigorosi in ambienti sia ospedalieri che non. Sono disponibili alimentatori CC/CC e
CA/CC che soddisfano tutte le esigenze senza compromessi. Le apparecchiature elettroniche mediche
devono possedere standard molto elevati di sicurezza e di affidabilità. I convertitori modulari della serie
REM e RACM offrono soluzioni complete e conformi che riducono i tempi di progettazione, semplificano la
certificazione degli utenti finali e garantiscono tempi di commercializzazione più rapidi. Sono caratterizzati
da un altissimo isolamento e bassa dispersione (classificazione BF e CF) per una conformità di sicurezza
medica ES/IEC/EN 60601-1 3a ed. Per esempio la serie REM10 di convertitori CC/CC presenta un
isolamento rinforzato di 5 kV CA/1 minuto con una bassa dispersione di 2 µA ed è certificata per un
funzionamento continuo a 250 VAC. Per quanto riguarda i veicoli elettrici, scooter per disabili e piccoli
veicoli, essi richiedono caricabatterie e convertitori di potenza a bordo per azionamenti del motore e
apparecchiature ausiliarie (vedi figura 5). I prodotti più complessi devono anche prevedere il
condizionamento della batteria e una conversione bidirezionale per il bilanciamento dell’energia. Per
esempio, la serie di convertitori CA/CC RAC02E-K/277 ha un intervallo di ingresso da 100 V CA nominali a
277 V CA potenziati, offrendo una potenza di uscita di 2 watt senza compromessi con uscite regolate da 3,3
V a 24 V CC. Questi moduli prevedono anche una stampa a basso profilo.
Figura 5: i veicoli elettrici richiedono caricabatterie e convertitori di potenza a bordo

Sul fronte dell’alta potenza, oggi, si cerca sempre più di innalzare la densità, misurata in watt di potenza di
uscita per centimetro cubo. Un alto valore è chiaramente un vantaggio per l’utente finale, consentendo più
potenza per un dato volume o delle dimensioni inferiori per una data potenza. Ovviamente, ciò non deve
avvenire a scapito di un forte declassamento o di un aumento eccessivo della temperatura, pertanto è
essenziale un’elevata efficienza del convertitore e delle ottime prestazioni termiche (vedi figura 6). Per
raggiungere questo obiettivo, è necessario un design innovativo del circuito. Il “3D Power Packaging”
consente di raggiungere questi obiettivi. La serie RPM-1.0 raggiunge egregiamente questi traguardi.

Figura 6: efficienza e densità sono strettamente correlate con l’alta potenza

I test e le misurazioni coprono un’ampia gamma di applicazioni, ma fondamentalmente hanno lo scopo di


rilevare una determinata variabile fisica (corrente, tensione, temperatura, ecc). Per lo scopo è richiesto un
alto isolamento da terra poiché il dispositivo da testare potrebbe trovarsi a una tensione di riferimento di
terra diversa dall’apparecchiatura di misura. Quando l’apparecchiatura è alimentata, un convertitore CA/CC
fornisce il giusto isolamento e può essere seguito da un convertitore CC/CC per provvedere all’isolamento
galvanico. Si evita così la diafonia o interferenze tra gli ingressi del segnale. La DC/DC può essere
necessaria se l’unità di misura stessa è alimentata a batteria. Come convertitore a singola uscita CC/CC
isolati SMD da 1 W a basso costo, basso profilo è degno di nota l’R1SX (vedi figura 7), disponibile con
ingressi da 3,3 V o 5 V e offre un’unica uscita non regolata da 3,3 V o 5 V. Non è richiesto un carico minimo e
il consumo a riposo è inferiore a 150 mW. L’isolamento standard è 1kVDC/1s.
Figura 7: il convertitore a singola uscita R1SX

Per quanto riguarda i processi industriali, essi richiedono una varietà di apparecchiature di conversione di
potenza: convertitori CA/CC e CC/CC ad alta potenza, caricabatterie, condizionatori e front-end di
correzione del fattore di potenza. RECOM ha una lunga esperienza sui caricabatterie monofase e trifase di
alta qualità con potenze di uscita da 3,2 kW fino a 11 kW e oltre. Gli alimentatori per l’automazione (vedi
serie RACM60-K in figura 8) rivestono un ruolo estremamente importante e di continuo sviluppo tecnico.
Esso coinvolge quella tecnologia che utilizza sensori, attuatori e feedback per creare un sistema che
funziona senza il controllo umano continuo. Può essere semplice come un termostato o complesso come
la sala di controllo di una centrale nucleare, ma in quasi tutti i casi è necessaria un’alimentazione locale
isolata per alimentare il sistema di controllo sensore-feedback-attuatore. I requisiti per gli alimentatori di
questo genere prevedono un alto isolamento, in modo che interferenze incrociate, loop di terra o differenze
di potenziale non interferiscano con il sistema di controllo automatico. L’uso di un convertitore CC/CC
isolato e regolato risolve i problemi di conversione della tensione, d’isolamento dal rumore elettrico e
d’immunità a cali e sovratensioni.
Figura 8: la serie di convertitori CA/CC multiuso RACM60-K (industriale, domestico, medicale) fornisce 60 Watt di potenza in uscita
da -40° C a + 55° C solo con convezione naturale dell’aria e fino a + 85 ° C con raffreddamento forzato

Infine, per quanto riguarda gli alimentatori di alta qualità economici, la RECOM permette di tenere sotto
controllo il proprio BOM risparmiando anche il tempo di sviluppo. L’azienda è in grado di offrire alcune serie
di convertitori selezionati a prezzi molto interessanti, grazie all’economia di scala. Gli alimentatori a basso
costo di RECOM sono disponibili in forme compatte e sono offerti a prezzi bassi, ideali per la produzione di
massa. Con tale economia di scala, RECOM è possibile raggiungere risparmi sui costi fino al 50% rispetto a
prodotti simili, senza compromettere la qualità.

I
componenti per la protezione
Esistono in commercio moduli di protezione contro le sovratensioni, progettati per
proteggere i convertitori
CC/CC dai transitori di sovratensione (vedi in figura
9). Le tensioni di uscita seguono quella di ingresso con
dei limiti
preimpostati. Tra questi annoveriamo:

RSP20-168 è un modulo DIP24 che può essere semplicemente inserito in serie con l’ingresso delle
famiglie di convertitori RP08-110xxSAW, RP08-110xxDAW, RP20-110xxSFR e RP20-110xxDFR, per
renderli conformi RIA12 e NF F 01-510;
RSP150-168 è un modulo per montaggio su scheda da inserito in serie con l’ingresso delle famiglie di
convertitori RP40-110xxSFR, RP75H-110xxSRW, RP90Q-110xxSRW, RPA100H-110xxSRUW, RPA120H-
110xxSRW e RP120Q-110xxSRW, per una conformità alle specifiche di immunità alle sovratensioni
RIA12 e NF F 01-510;
RSP300-168 è un modulo per montaggio su scheda che viene inserito in serie con l’ingresso dei
convertitori RP180H-110xxSRW, RPA200H-110xxSRUW e RP240H-110xxSRW per renderli conformi sia
a RIA12 che a NF F 01-510 con specifiche d’immunità ai picchi.

Figura 9: i circuiti di protezione RSP20-168, RSP150-168 e RSP300-168

Ancora
sulla protezione
Un ottimo sistema di alimentazione deve possedere non solo il circuito intrinseco per la fornitura di energia
ma anche, e soprattutto, un ottimo sistema di protezione. Esso si occupa della salvaguardia del sistema di
alimentazione elettrica dagli eventuali guasti implementando una disconnessione delle parti guaste dal
resto della rete elettrica. In questo modo si garantisce la stabilità dell’alimentatore isolando solo i
componenti guasti e, soprattutto, mantenendo ancora in funzione la maggior parte della rete.

La protezione, inoltre, protegge anche il carico e gli attuatori connessi contro possibili danneggiamenti a
causa proprio dei guasti all’alimentazione. I circuiti di protezione sono sempre in funzione ma intervengono
solo in rarissimi casi, probabilmente mai. Si possono manifestare per guasti ai singoli componenti
elettronici o ai collegamenti oppure per errori di cablaggio. I sistemi di protezione raddoppiano senz’altro il
costo del sistema di alimentazione ma la tranquillità e la sicurezza dell’intero complesso elettronica è un
valore incommensurabile e non ha prezzo. Ma occorre comprendere bene cosa si vuol proteggere.
Paradossalmente si tratta di una difesa bilaterale nell’ambito dell’alimentatore e del carico:

l’alimentatore
deve essere protetto da guasti possibili che avvengono sul carico e
sull’utilizzatore come,
ad esempio, un suo cortocircuito o una sua accidentale
erogazione di energia a ritroso;
il
carico deve essere protetto da possibili guasti che possono avvenire
nell’alimentatore, come
sovratensioni o altro.
Le casistiche
sono numerose, si va dalle correnti o tensioni eccessive, cortocircuiti,
transitori, picchi di
tensione, scariche elettrostatiche, fulmini. Un sistema
di protezione lavora “dietro le quinte”, in silenzio. Non
migliorano la
funzionalità dell’alimentatore, anzi, occupano spazio aggiuntivo sul PCB e
lievitano i costi del
sistema. Ma essi danno il meglio di sé non appena
intervengono, reagendo rapidamente ai guasti e
difendendo i dispositivi
elettronici, non facendo affatto rimpiangere la spesa maggiore sostenuta
nell’acquisto. E’ compito dell’ingegnere progettista valutare se è necessaria
la protezione dai guasti. A
grandi linee ecco quali sono alcuni sistemi di
protezione:

protezione
da sovracorrente a monte per mezzo di fusibili: Protegge anche da un
cortocircuito esterno
o interno all’alimentatore che, in cascata, potrebbe innescare
anche un incendio. Quando la corrente
supera una determinata soglia, il filo interno
al fusibile si surriscalda, interrompendosi e aprendo il
circuito. Per
ripristinare il sistema occorre inserire un nuovo fusibile e, ovviamente,
risolvere il problema
che ha generato l’aumento di corrente;
protezione
da interruttore termico: si tratta di un interruttore che apre il
circuito automaticamente
quando la corrente supera un determinato livello. E’
sufficiente premerlo per ripristinare il sistema;
blocco
per sotto-tensione: tale sistema di protezione assicura che
l’alimentatore smetta di funzionare.
Esso utilizza un circuito di confronto a
bassa potenza che compara la tensione di ingresso con una
soglia preimpostata e
pone l’unità in “attesa” finché la soglia non viene superata. E’ prevista,
ovviamente, una piccola quantità di isteresi;
protezione
da sovratensione: a volte, per un guasto, un alimentatore a tensione
fissa potrebbe essere
affetto da un aumento di tensione con il conseguente danneggiamento
del carico. Si implementa, così,
una funzione che monitora continuamente
l’uscita dell’alimentatore (via hardware o software). Se essa
supera una
determinata soglia deve subito interrompere l’erogazione istantaneamente, prima
che il
carico venga danneggiato.
Per le applicazioni ferroviarie che devono essere conformi alle specifiche RIA12 e NF F 01-150 per i
transitori di sovratensione, RECOM ha sviluppato una gamma di moduli di protezione da sovratensioni per il
montaggio su PCB (vedi in figura 10). Le serie RSPxxx-168 sono progettate per essere inserite prima dello
stadio del filtro EMI in modo che sia i componenti del filtro che i convertitori CC/CC siano immuni a
sovratensioni ad alta energia. Sono disponibili tre versioni con potenza nominale continua di 20 W, 150 W o
300 W. L’uscita del dispositivo di protezione da sovratensioni traccia la tensione di alimentazione
nell’intervallo da 40 a 165 V CC (pass-through), ma poi blocca la tensione di uscita a 168 V CC anche se la
tensione di alimentazione aumenta fino a 385 V CC, come mostrato nel grafico. Pertanto, i moduli RSPxxx-
168 bloccano eventuali sovratensioni a un valore sicuro per proteggere il modulo di alimentazione da
eventuali danni e i carichi collegati. Secondo RIA12, il modulo CC/CC dovrebbe continuare a funzionare
durante gli eventi di sovratensione in ingresso.

Figura 10: un sistema di protezione è il primo fattore da considerare in un alimentatore o convertitore

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