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Trattando di strumentazione per neutroni, bisogna sottolineare innanzitutto come, per vari motivi, la
misura della dose legata a queste particelle non abbia raggiunto ancora livelli completamente
soddisfacenti. I rivelatori con elevata efficienza per i neutroni sono infatti molto meno numerosi di
quelli per i fotoni. Inoltre, il fattore di qualità, Q, dei neutroni varia notevolmente con l’energia e di
ciò bisogna tener conto quando da misure di flusso o di energia assorbita si voglia risalire
all’equivalente di dose in Sv. Infine, i campi di radiazione neutronica sono sempre accompagnati da
radiazione γ e, poiché i fattori di qualità di γ e neutroni sono molto diversi tra loro, diviene
indispensabile valutare separatamente il contributo delle due componenti all’equivalente di dose
totale. Quindi il problema di dosimetria dei neutroni è di fatto un problema di dosimetria mista.
Neutroni termici
Per la rilevazione dei neutroni termici si sfruttano reazioni nucleari prevalentemente con isotopi del
litio e del boro: e .
La tonalità termica della reazione, Q, è divisa fra energie cinetiche dei prodotti di fissione:
Questa reazione e quella del boro, su cui ci si soffermerà in seguito, sono sfruttate nei seguenti
strumenti:
γ
γ
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Vetro al cerio caricato con – Si usa come scintillatore e resiste ad agenti chimici
aggressivi. L’efficienza va da qualche punto percentuale al 100%.
Solfuro di zinco caricato con – Si usa come scintillatore. Permette una buona
discriminazione n/γ.
Solfuro di zinco caricato con - ( fusi e prodotti in lamine sottili perché
opache alla luce) – sfrutta la reazione (n, α) . La bassa energia della reazione
sull’isotopo del boro rende la discriminazione γ più difficile rispetto alla reazione
sull’isotopo del litio.
Plastico caricato in (5%).
Fibre di vetro contenenti – cavo flessibile e lungo alcuni metri.
Materiali fluerescenti – vetri fosfati attivati all’angolo e caricati di . Hanno una
risposta lineare da 15 mRem a 5000 Rem.
Va detto che il problema della rivelazione e della dosimetria è risolto per i neutroni termici, in virtù
dell’uso dei contatori proporzionali riempiti con il gas trifluoruro di boro, BF3 (arricchito in
, la cui abbondanza isotopica naturale è del 20%), in modo da poter sfruttare l’elevatissima
sezione d’urto, pari a 3840 barn, della reazione di cattura seguente:
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I contatori al BF3 sono praticamente insensibili sia a neutroni di elevata energia sia alla radiazione
γ. Essi consentono la misura della densità di flusso oppure della fluenza di neutroni termici, da cui
si può facilmente risalire alla dose assorbita e all’equivalente di dose tramite il corrispondete fattore
di qualità.
La reazione di fissione sull’isotopo del boro produce come prodotto di fissione , nel 6% dei
casi, allo stato fondamentale, nel rimanente 94%, in stato eccitato:
L’energia degli elettroni messi in moto dai raggi γ è poche decine o al massimo 100 KeV visto lo
spazio ridotto che gli elettroni possono percorrere (3 m genericamente in un gas, qui solo 30 cm al
massimo in corrispondenza della diagonale - vedi disegno nella pagina seguente -). Di conseguenza
la discriminazione n/ γ è facile, perché il Li e l’α rilasciano molto più energia.
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Il rilascio di energia nel gas dovuto ai γ è trascurabile in considerazione del limitato percorso che i secondari carichi hanno a
disposizione.
Analizzando i segnali del BF3 con un MCA si ottengono spettri diversi a seconda delle dimensioni
del tubo, cioè in funzione di un effetto bordo, o “di parete”, più o meno marcato:
Contatori proporzionali di diverse dimensioni per neutroni termici
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Tubo di piccole dimensioni, in cui è presente un sensibile effetto parete
7 2,31 0,84
2,31 1,47
Pertanto:
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b 7
c) E' il picco di completo assorbimento nel caso in cui il litio rimanga nello stato eccitato
(a = 2,31 MeV).
d) E' il picco di completo assorbimento nel caso in cui il litio rimanga nello stato fondamentale.
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Dello strumento appena descritto esiste una variante contente .
3
0,765 0,574
4
1
3 0,765 0,191
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Poiché l'energia Q è minore di quella della reazione sul , anche se la σ è maggiore, avremo una
peggiore discriminazione n/γ al crescere del campo γ.
Il percorso dei prodotti di reazione non è in genere piccolo, se comparato con le dimensioni del
tubo. Pertanto l'effetto parete sarà sensibile.
a) Plateau corrispondente alla cessione di energia del tritio più una frazione di quella del protone.
b) Plateau corrispondente alla cessione di energia del protone più parte del tritio.
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Nella camera a ionizzazione con sulle pareti è possibile effettuare una misura di corrente
proporzionale all’intensità del flusso neutronico, quindi si opera a corrente e non in modalità a
impulso.
Per discriminare n/γ si usa una compensazione con un’altra camera a ionizzazione priva di boro:
camere compensate.
Le pareti di una camera a ionizzazione possono essere ricoperte anche da materiale fissile, ad
esempio uranio-235; queste sono tipicamente utilizzate in centrali nucleari, dove in questo modo si
riesce ad ottenere un forte differenza d’impulso rispetto al campo γ, genericamente molto intenso.
Possono essere anche utilizzate come strumentazione in core dove, date le ostili condizioni
operative e gli elevati valori di rateo di fluenza di particelle ed esposizione, cedono prima le camere
proporzionali e poi le camere compensate.
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Le camere a ionizzazione a fissione, quindi, sono adatte per l’ambiente in core: solitamente di piccole
dimensioni (miniaturizzate) per risultare meno sensibili ai raggi γ e rivestite di U3O8 con un
arricchimento fino al 90%, ma presentano come difetto la limitata vita operativa, dovuta al progressivo
consumo di materiale fissile deposto sulle pareti. Una possibile soluzione è quella di sfruttare materiale
fertile, ad esempio uranio-238 + plutonio-239.
Un’alternativa è costituita dai rivelatori autoalimentati, in cui si misura la corrente generata dai β di
decadimento di un nuclide ad alta σ di cattura (Rodio). L’inconveniente principale, e non di scarsa
rilevanza in un impianto nucleare dove è fondamentale il tempo per il controllo della reazione a
catena, è il ritardo del segnale rispetto al flusso neutronico.
Per rendere più veloce il segnale si costruiscono, sfruttando i secondari carichi messi in moto, dei γ
pronti di cattura.
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Rivelatori autoalimentati per neutroni
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Neutroni veloci
Per rivelare neutroni veloci si possono seguire diverse possibilità:
Nell’ultima categoria sopra citata, si descrive con maggiore attenzione il Rem counter, dosimetro
(non personale date le dimensioni!) sferico.
Rem counter Schema esemplificativo della struttura di un Rem counter
La sfera di polietilene ha il ruolo di moderare i neutroni incidenti, che vengono poi filtrati dalla
gabbia al cadmio: oltre questa transitano quindi o neutroni termici o neutroni termalizzati nel tratto
precedente. L’informazione fondamentale sull’energia dei neutroni incidenti, per la scelta del
fattore di qualità per determinare la dose equivalente, non è nota. La gabbia di cadmio serve proprio
a risolvere questo problema, basandosi su studi statistici che ne decidono la forma e la disposizione
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dei fori: ciò che passa o era un neutrone veloce o era un neutrone termico, ma di questi ne sono
passati solo alcuni che quindi si sovrastimano.
Lo strumento è costruito in modo che l'efficienza sia alta per i neutroni con elevata importanza
biologica e bassa per i neutroni che danno una dose minore. In tal modo, pur non conoscendo
l'energia dei neutroni, si può applicare a tutti i conteggi uno stesso fattore e quindi risalire
alla dose.
Esempio: Se un neutrone veloce vale dieci volte un neutrone termico, faccio in modo che la
gabbia su dieci neutroni termici che arrivano ne lasci passare uno soltanto, che viene contato
quindi come un veloce.
Long Counter
Schema esemplificativo della struttura di un Long counter
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Presenta una risposta ampia e piatta: la risposta del contatore è praticamente indipendente
dall’energia in un ampio intervallo di energia (10 KeV – qualche MeV). Lo strumento è fortemente
e volutamente anisotropo: il fascio deve essere diretto parallelamente all’asse del contatore e ciò, di
fatto, ne limita l’impiego. I neutroni di energia maggiore risultano termalizzati e quindi rivelati a
una profondità maggiore di quelli con energia minore, senza però che ciò vari sostanzialmente la
risposta, grazie alla disposizione del contatore proporzionale, parallelo alla direzione dei neutroni
incidenti. I fori sulla faccia anteriore del moderatore riducono la probabilità di retrodiffusione dei
neutroni termici, con un conseguente miglioramento alle basse energie.
L'efficienza di conteggio del Long counter non dipende dall'energia dei neutroni
E' possibile fare spettrometria neutronica utilizzando un set di moderatori sferici a diversi diametri,
sfere di Bonner, associati a rivelatori attivi (scintillatore piccolo di LiI) o passivi (target attivabili).
Sfere di Bonner
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Dosimetri personali per neutroni veloci
Rivelatori a bolle (Superheated Drop Detector - SDD) – consistono in vial riempite con
materiale morbido (un gel o un polimero soffice) in cui sono presenti delle gocce di liquido
surriscaldato, quindi in una condizione instabile. Rilasciando energia, i neutroni veloci
provocano l’evaporazione delle goccioline, che esplodono creando bolle. Il numero delle
bolle è proporzionale alle interazioni.
Pur funzionando tramite un semplicissimo principio, presentano numerosi vantaggi, tra cui
una sensibilità piatta in un determinato intervallo energetico (dalla zona termica fino a 60
MeV) e il fatto di risultare insensibili ai raggi γ. Vengono utilizzati anche in campo
astronautico, dove occorre misurare fino a 1 mSV/h e 80 mSv/giorno.
Hanno le dimensioni di penne: il tappo funge da pistone per pressurizzare il gel e
ricondensare le bolle vaporizzate. Quest’ultimo aspetto consente un importante extension
life. Bisogna tener presente l’influenza della temperatura e pressione esterna, le cui
variazioni sono contrastate mediante l’inserimento di gocce di liquido a bassa tensione di
vapore che possono evaporare. Sulla terra, invece, trovano anche applicazione per la misura
delle dosi parassite ai pazienti che si sottopongono a cure per tumori. Possono funzionare
anche come strumenti attivi mediante un rivelatore acustico per l’esplosione delle bolle, in
contro-incidenza con un microfono esterno. A fronte di una durata di qualche mese, va pure
considerato l’esiguo costo in euro (cent €) di questo strumento, con il quale è possibile fare
dosimetria spinta.
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