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ANATOMIA

1 MARZO 2022
8 MARZO 2022

DIAGNOSTICA PER IMMAGINI


Possono essere estrarre immagini attraverso energia in grado di
propagarsi nel corpo, interagire con le strutture ed essere rilevate
dall’esterno.

 RAGGI X radiazioni ionizzanti artificiali


 ULTRASUONI energia meccanica
 CAMPI MAGNETICI
 ONDE ELETTROMAGNETICHE AD ALTA FREQUENZA
RADIAZIONI sono classificabili in:
1. ELETTROMAGNETICHE come l’energia solare, le onde radio o i raggi x.
Trasportano energia in quantità discrete detti ‘quanti’ o ‘fotoni’, ovvero
particelle di massa trascurabile a cui è associata un’energia. Sono definite
come variazioni periodiche di campi elettrici o magnetici, con onde
perpendicolari alla direzione di propagazione.
2. CORPUSCOLATE quali gli elementi subatomici, come elettroni emessi da
elementi radioattivi ed i neutroni prodotti dai ciclotroni.
RAGGI X
la scoperta fu casuale ad opera di Roentgen nel 1895. I raggi scoperti erano in grado
di attraversare corpi opachi, emettere fluorescenza se fatti interagire con sali e
metalli pesanti e potevano impressionare una lastra fotografica.
TUBO RADIOGENO dispositivo
costituito da un involucro di vetro in cui è stato fatto il vuoto che presenta un catodo
e un anodo, ai quali fanno capo due circuiti elettrici, uno a bassa tensione e uno ad
alta tensione.

Questo tubo a raggi x si trova all’interno di un involucro metallico o cuffia di


protezione, rivestito di piombo e olio, che funge da cuscinetto termici e isolante. Il
compito è quello di eliminare gli shock elettrici e indirizzare le radiazioni di raggi x
solo dalla finestra.
Il catodo è il polo negativo ed è costituito da un filo di tungsteno, che riscaldato e
attraversato da una corrente a bassa intensità, produce elettroni liberi per effetto
termoionico.
L’anodo è il polo positivo ed è costituito da una piastra di tungsteno.
PROCESSO D’AZIONE gli elettroni liberi fluiscono dal catodo all’anodo, battendo
sulla piastra anodica. Si stabilisce una differenza di potenziale tra catodo e anodo,
tale che gli elettroni vengono accelerati e acquistano energia cinetica. Più è intensa
la corrente, più elettroni vengono liberati dal filamento catodico.
L’effetto di questa interazione è la conversione di energia cinetica in termica ed
energia elettromagnetica in radiazione X.
L’impatto sulla piastra anodica di tungsteno produce fotoni X attraverso radiazioni di
frenamento e radiazione caratteristica. Purtroppo, la maggior parte dell’energia si
trasforma in calore (99%) e la restante in raggi X. La produzione di calore reca
problemi a livello dell’anodo; per questo, si è pensato di utilizzare anodi rotanti con
l’uso di materiali da costruzione o con sistemi di raffreddamento.

IMMAGINE RADIOGRAFICA o RADIOGRAFIA


Risulta essere l’interazione tra fotoni e tessuto da analizzare, di fatto la
densità e lo spessore del tessuto generano contrasti differenti. Più raggi
impressionano la pellicola, più questa risulterà nera o radiotrasparenza.
Le aree chiare si dicono di radioopacità. Ciò che influenza il colore di
pellicola è energia di raggi X e tipo di pellicola.
Come si nota, i raggi X sono frenati sia da elementi di elevato spessore come questa
porzione muscolare e da elementi dotati di elevata intensità come l’osso.

Le pellicole radiografiche sono influenzate anche da tonalità di grigi. Essa è costituita


da un supporto in poliestere trasparente, flessibile e indeformabile, e uno strato di
emulsione su entrambi i lati, costituito da bromuro di argento in forma ionica.
Il fascio primario interagisce con la porzione di corpo umano in esame e viene
parzialmente assorbito. Il fascio emergente o attenuato uscente dal corpo varia da
punto a punto e conduce con sé l’immagine primaria.

Le aree della pellicola appaiono nere o grigie perché i cristalli delle radiazioni
elettromagnetiche sono precipitati in tutto o in parte, mentre le parti bianche
restano cristalli non ridotti.
I contrasti, utili per migliorare la visione di una porzione umana, possono essere
naturali o artificiali (negativi o positivi).

La radiografia si divide in radiografia tradizionale analogica (RA) e digitale (RD).


La RA consiste nella emulsione di cristalli di bromuro d’argento impressionata dal
fascio di radiazioni sulla pellicola. Essa dipende dalle condizioni fisiche e condizioni
geometriche, ovvero la distanza tra il tubo radiogeno e la pellicola radiografica.
Mentre la RD converte le immagini da analogico a digitale, ovvero l’immagine
radiografica è acquisita tramite un dispositivo che la converte in un segnale elettrico
continuo all’interno di una telecamera, successivamente interpretata da un
computer. Il sistema di rilevazione amplifica elettronicamente il segnale.
Un’immagine digitale è formata da pixels o matrice di punti, misurati in bits, che
riproducono per mezzo del campionamento e della quantificazione. Più alta è la
densità del campionamento, più è fedele alla realtà l’immagine.

ECOGRAFIA
Le immagini si ottengono per effetto della riflessione di ultrasuoni, onde meccaniche
di elevata frequenza generate da sonde o trasduttori eccitati da un impulso elettrico,
da parte di tessuti. Si sfrutta la variazione del flusso di energia acustica operata dal
mezzo di trasmissione. Si utilizza per lo studio di tiroide, mammella, muscoli, fegato
ecc. poiché in grado di precisare alterazioni strutturali causate da malattie, ad
esempio noduli. Essa non è utilizzata per lo studio di organi circondati da ossa o aria,
poiché gli ultrasuoni non sono in gradi di attraversarli. In questo caso si dice che
l’impedenza acustica o resistenza del materiale, è molto alta.
Quando il fascio ultrasonoro viene deviato o rifratto supera la struttura.
Una struttura si definisce ecogena, quando è in grado di riflettere in parte o
totalmente gli ultrasuoni (struttura solida), e anecogena, quando il fascio non viene
riflesso (struttura liquida).
L’immagine di una ecografia può essere:
1. Immagine di parete

2. Immagine di rifrazione

L’eco riflessa raggiunge solo in parte la sonda.


3. Immagine di parenchima o scattering
4. Immagine di vuoto acustico

L’immagine sarà il risultato della mancanza di echi di ritorno.

Nell’immagine è visibile una zona d’ombra o strutture con impedenza molto alta che
non vengono raggiunte da ultrasuoni, come calcoli, gas, strutture ossee e fibrose
dense (cicatrici).
Il segnale ultrasonoro può essere acquisito attraverso:
 A-MODE
 TM-MODE
 B-MODE
 ANALISI DI EFFETTO DOPPLER o ANALISI SPETTRALE (Eco-doppler, eco-color-
doppler, eco-power-doppler e imaging armonico)
TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA
Tale tecnica radiologica consente di acquisire sezioni assiali o parassiali di spessori
definiti, evidenziandoli e ricostruendo sezioni non assiali del volume acquisito come
coronali, sagittali ecc.
Essa utilizza tubi radiogeni e files rivelatori che ruotano attorno al paziente. Le
misurazioni dell’assorbimento dei raggi X vengono tradotte in un’immagine.
Fornisce una serie di immagini assiali dei vari organi e tessuti in base alla loro
densità, grazie a un fascio di radiazioni che attraversa il corpo da diversi punti.
Tuttavia, la tomografia, è un esame di secondo livello, volto a chiarire dubbi
diagnostici. Può essere effettuato in qualsiasi distretto corporeo.
L’immagine prodotta può essere bidimensionale, planimetrica o volumetrica.
RISONANZA MAGNETICA RM
Tecnica moderna che permette di visualizzare e diagnosticare facilmente molte
alterazioni interne. Utilizza onde radio a campi magnetici e non presenta rischio di
radiazioni X. Le immagini vengono analizzate attraverso l’utilizzo di un monitor
televisivo, dopo essere stati convertiti gli impulsi radio in immagini anatomiche.
I sistemi RM producono immagini utilizzando le proprietà magnetiche del nucleo
dell’idrogeno H, abbondante nel nostro organismo. Gli atomi di idrogeno si trovano
immersi in un campo magnetico. L’idrogeno 1H, con numero dispari di protoni\
neutroni, è dotato di spin intrinseco. Per questo tali particelle si dicono ‘fermioni’. Lo
spin si dice esattamente ‘momento magnetico di Spin’ e rimanda al momento
magnetico angolare o dipolo magnetico. La frequenza con cui i protoni ruotano
attorno alla direzione di un campo magnetico esterno stazionario Bo, a cui tendono
ad orientarsi parallelamente, si dice frequenza di precessione o di Larmor.
Lo stato di equilibrio viene alterato mediante radiofrequenze, o onde
elettromagnetiche, di frequenza pari a quella di precessione dei protoni o di Larmor.
Solo in tali condizioni si verifica il fenomeno della risonanza magnetica nucleare,
ovvero il passaggio di energia della RF ai protoni.
Quindi gli impulsi RF cedono energia ai protoni, alcuni dei quali portandosi a un
livello energetico più alto, determinano una riduzione della magnetizzazione
macroscopica longitudinale. Mettendo in precessione di fase i protoni si crea la
comparsa di una magnetizzazione sul piano trasversale.
Questa metodica è particolarmente utilizzata per malattie del cervello, colonna
vertebrale, addome, pelvi e sistema muscolo-scheletrico.
Il tempo che gli elettroni impiegano a tornare allo stato di equilibrio è responsabile
della proiezione delle immagini:
1. TEMPO DI RILASSAMENTO TRASVERSALE o T2: tempo richiesto ai protoni per
desincronizzarsi in relazione allo scambio di energia.
2. TEMPO DI RILASSAMENTO LONGITUDINALE o T1: tempo richiesto ai protoni
per tornare alle condizioni di equilibrio iniziale, grazie alla cessione di energia.
Esso dipende dall’intensità del campo magnetico e dimensione della molecola
stessa.
Le onde responsabili della RM sono caratterizzate da ampiezza, durata e
conformazione. La multiparametricità conferisce a questa metodica una sensibilità
contrastografica superiore.
BOBINE
Sono un ottimo strumento per il miglioramento del segnale\rumore del RM.
Somigliano all’anatomia in esame e si posizionano il più vicino possibile alla
regione di interesse. Possono essere:
 Bobine di trasmissione
 Bobine di ricezione
 Bobine endocavitarie
9 MARZO 2022

CELLULE DEL TESSUTO OSSEO


1. OSTEOCITA cellula dell’osso maturo, provvede al mantenimento della matrice
ossea.
2. OSTEONI lamelle concentriche in cui sono presenti osteociti.
3. OSTEOBLASTO cellula dell’osso immaturo che produce i componenti organici
della matrice o osteoide.
4. OSTEOPROGENITRICE cellula staminale la cui divisione produce osteoblasti.
5. OSTEOCLASTO cellula multinucleata che secerne acidi ed enzimi deputati allo
smaltimento della matrice ossea.
ORGANIZZAZIONE DEL TESSUTO OSSEO
COMPATTO strato esterno.
SPUGNOSO strato interno.
EPIFISI parte prossimale e distale di un osso.
METAFISI a metà tra epifisi e diafisi.
DIAFISI parte centrale di un osso.
ENDOSTIO membrana interna di tessuto connettivo che riveste la cavità midollare
delle diafisi.
PERIOSTIO membrana di tessuto connettivo che riveste esternamente l’osso.
CAVITA’ MIDOLLARE presenti nella sezione della diafisi di un osso. Contengono vasi
e strutture nervose. Ospitano il midollo osseo rosso o giallo.
OSSIFICAZIONE MEMBRANOSA -> si sviluppa dal mesenchima o dal connettivo
fibroso per ossa del cranio
OSSIFICAZIONE ENCONDRALE -> rimpiazza cartilagini del cranio embrionale

FATTORI CHE REGOLANO L’ACCRESCIMENTO OSSEO


MINERALI come Sali di calcio e fosfato di calcio, magnesio, citrato, potassio ecc.
VITAMINA A
VITAMINA C
VITAMINA D3 o COLECALCIFEROLO introdotta con la dieta o nella cute con i raggi
UV.
ORMONE CALCITRIOLO assorbimento e trasporto di ioni calcio e fosfato nel sangue.
Viene sintetizzato nei reni a partire da D3.
ORMONE CALCITONINA prodotto da tiroide, prodotto soprattutto durante la
gravidanza.
PARATORMONE prodotto da ghiandole paratiroidi, stimola l’attività di osteoclasti e
osteoblasti, aumenta l’assorbimento di calcio a livello intestinale e la sua
eliminazione nelle urine.
TIROXINA prodotta dalla tiroide.
ORMONE DELLA CRESCITA prodotto dall’ipofisi.
ORMONI SESSUALI come estrogeni e testosterone, stimolano osteoblasti.

TIPOLOGIE DI OSSA
OSSA PIATTE
OSSA LUNGHE
OSSA CORTE hanno forma cubica
OSSA IRREGOLARI
OSSA PNEUMATICHE ossa cave o contenenti cellette aeree
OSSA SESAMOIDI
OSSA SUTURALI presenti tra le suture delle ossa piatte del cranio
APPARATO SCHELETRICO
206 ossa, divise in ASSILE (80) e APPENDICOLARE (126).
SCHELETRO ASSILE ha funzione di sostegno e protezione degli organi interni.
 CRANIO E OSSA ASSOCIATE 8 ossa e contiene un liquido che ammortizza e
sostiene l’encefalo. Le ossa del cranio sono unite tramite suture o articolazioni
mobili.
Le suture di dividono in:
1. SUTURA LAMBOIDEA si trova sulla superficie posteriore del cranio e unisce
l’osso occipitale alle parietali.
2. SUTURA SAGITTALE attraversa le zone parietali.
3. SUTURA CORONALE divide le ossa frontali dalle parietali.
4. SUTURA SQUAMOSA tra l’osso temporale e l’osso parietale.
5. SUTURA FRONTONASALE si tra i 2 margini superiori delle ossa nasali e l’osso
fontale.
NEUROCRANIO precisamente, l’osso occipitale, l’osso parietale e l’osso frontale,
costituiscono il calvario o calotta cranica.
OSSO OCCIPITALE (IMPARI) sulla superficie inferiore presenta una apertura detta
forame magno o foro occipitale, comunicazione tra colonna vertebrale e cavità
cranica. I condili occipitali permettono l’articolazione del cranio con l’atlante, la
prima vertebra.
Dalla cresta occipitale dipartono due linee nucali, che danno inserzione ai muscoli.
Lateralmente ci sono i canali dell’ipoglosso, dove passano i nervi ipoglossi e cranici
che controllano i muscoli della lingua.

OSSO PARIETALI (PARI) presenta una struttura liscia detta eminenza parietale. Sulla
superficie interna sono presenti delle vene e arterie.
OSSO FRONTALE (IMPARI) forma le cavità orbitali e presenta la fossa lacrimale, dove
vi è la sede della ghiandola lacrimale. Sulla cresta frontale interna vi è il sito di
attacco delle meningi. Sorgono anche i seni frontali e producono muco.
OSSA TEMPORALI (PARI) sono poste ai lati del cranio e formano le arcate
zigomatiche. La zona petrosa protegge gli organi di senso dell’udito ed è
responsabile dell’equilibrio. Questo osso si articola con la mandibola tramite la fossa
mandibolare e il tubercolo articolare.
OSSO SFENOIDE (IMPARI) ha una forma a farfalla ed è in contatto con tutte le ossa
del neurocranio e splancnocranio. Essa è costituita da una zona centrale, detta
corpo, che è concava e presenta la sella turcica, che a sua volta presenta la sella
ipofisaria, la quale accoglie l’ipofisi. Al di sopra di tale struttura, vi è il solco del
chiasma ottico alle cui estremità vi sono i canali ottici, attraversati dai nervi ottici. Le
piccole e grandi ali costituiscono le pareti laterali delle cavità nasali e delle cavità
orbitarie.
Lateralmente alla sella turcica vi sono il foro rotondo, che accoglie il nervo
mascellare, il foro ovale, che accoglie il nervo mandibolare, e il foro spinoso, che
ospita l’arteria meningea media. I fori sono attraversati da vasi e nervi dirette alle
cavità orbitare, faccia e mandibola.
OSSO ETMOIDE (IMPARI) ha una forma irregolare. Possiede una lamina cribrosa,
perforata da piccoli fori che presenta crista galle. La lamina perpendicolare forma
parte del setto nasale. Nel labirinto etmoide emergono i cornetti nasali.

La superficie interna del cranio presenta delle fosse craniche:


 FOSSA CRANICA ANTERIORE accoglie i lobi frontali come etmoide, frontale e le
piccole ali dello sfenoide.
 FOSSA CRANICA MEDIA accoglie i lobi temporali come sfenoide, temporali e
parietali.
 FOSSA CRANICA POSTERIORE accoglie i lobi occipitali, il cervelletto e la parte
inferiore del tronco cerebrale come occipitali, parietali e temporali.

OSSA DELLO SPLACNOCRANIO sono 14 ossa e costituiscono lo scheletro della faccia.


 OSSA MASCELLARI (PARI) formano la mascella superiore. Sono presenti due
processi: il processo frontale che si articola con l’osso frontale e nasale, e il
processo alveolare che rende possibile l’articolazione dei denti nell’arcata
superiore. Qui vi sono i seni mascellari che si occupano della produzione di
muco.
Vi è il foro infraorbitario nel quale passa un importante nervo sensitivo
facciale.
 OSSA PALATINE (PARI) ossa a forma di L. Ha lamine orizzontali che,
articolandosi con le ossa mascellari, formano il palato duro. Possiede anche
una componente di lamina perpendicolare.

 OSSA NASALI (PARI) formano le ossa del naso e si articolano con la sutura
frontonasale alla parte frontale.
 OSSA NASALI INFERIORI costituiscono la parete laterale della cavità nasali.
 VOMERE (IMPARI) forma la parte superiore del setto nasale.
 OSSA ZIGOMATICHE (PARI) costituisce le fosse zigomatiche attraverso
l’articolazione con l’osso temporale del neurocranio. Vi è il foro zigomatico
facciale, dove passa il nervo sensitivo che innerva la guancia.
 OSSA LACRIMALI (PARI) formano la parte mediale delle cavità orbitarie.
 MANDIBOLA (IMPARI) forma la mascella inferiore. Sono presenti i processi
coronoidei che accolgono il muscolo temporale coinvolto nella chiusura della
bocca.
 COMPLESSO ORBITARIO formato da 7 ossa. Sono cavità ossee che accolgono
gli occhi. Ciascuna orbita contiene la ghiandola lacrimale, il tessuto adiposo,
muscoli dell’occhio, vasi e nervi.

 COMPLESSO NASALE formato da 7 ossa.


 COMPLESSO IOIDE fornisce il sito di attacco per i muscoli della lingua e
laringe. Non si articola con altre ossa.
GABBIA TORACICA comprende le vertebre toraciche, le coste e lo sterno. Ha
funzione di protezione, ancoraggio ai muscoli e mantenimento della posizione.
 COLONNA VERTEBRALE costituita da vertebre, divise in zone, che proteggono
il midollo spinale. Le vertebre sono separate da dischi intervertebrali e la
zona, che delimita il foro vertebrale intorno al midollo spinale, si dice arco
vertebrale. I processi articolari consentono la contiguità delle vertebre.
1. CERVICALE 7
2. TORACICA 12
3. LOMBARE 5
4. SACRALE 5
5. COCCIGEE 3-5
Le curvature naturali della colonna vertebrale si dividono in cervicale, toracica,
lombare e sacrale.

VERTEBRE CERVICALI C1-C7


C1: si dice ‘atlante’ e non possiede un corpo vertebrale. Possiede 2 archi vertebrali
semicircolari, un foro ampio e faccette articolari.
C2: si dice ‘epistrofeo’. La rotazione di C1 è permessa poiché il dente della vertebra
C2 stabilisce una connessione con C1.
C7: si dice ‘vertebra prominente’.
VERTEBRE TORACICHE T1-T12 presentano una forma a cuore con un foro nel centro,
si articolano ognuna con le coste.
VERTEBRE LOMBARI sono le maggiori e la superficie è ovoidale.
VERTEBRE SACRALI costituiscono l’osso sacro, il risultato della fusione di 5 vertebre.
Collega lo scheletro assile con la cintura pelvica dello scheletro appendicolare.
VERTEBRE COCCIGEE è una fusione di più vertere che si articolano con il sacro.

COSTE sono ossa allungate, curve e appiattite. Sono 12 paia totali: le prime 7 sono
dette ‘coste vere’ o ‘vertebrosternali’ e le altre ‘coste false’ o ‘vertebrocondrali’. Le
ultime due sono dette ‘coste fluttuanti’ perché non si collegano allo sterno. La testa
di ogni costa si articola con il corpo vertebrale toracico.

STERNO osso piatto posto al centro della linea mediana anteriore. Risulta essere
formato da manubrio, corpo e processo xifoideo, ovvero la parte più piccola dello
sterno in cui si inseriscono i muscoli del diaframma e dell’addome.
SCHELETRO APPENDICOLARE
1. PARTE SUPERIORE
CINGOLO SCAPOLARE è diviso in clavicola e scapola:
 CLAVICOLA connette il cingolo scapolare allo scheletro assile.
 SCAPOLA ha la forma di un triangolo con punti per l’inserzione di muscoli,
tendini e legamenti. I 3 lati del triangolo sono superiore, mediale e laterale.
Mentre i 3 angoli sono superiore, inferiore e laterale. L’angolo laterale forma
un sistema che contiene la cavità glenoidea, a livello della quale sorge
un’articolazione gleno-omerale, attraverso la quale la scapola si articola con
l’omero. La faccia anteriore è costituita dalla fossa sottoscapolare. Dal
margine superiore si estendono due processi:
 Processo coracoideo a livello del quale si inserisce il capo breve del bicipite
brachiale.
 Acromion è il sito di inserzione del trapezio.
La spina della scapola attraversa il corpo della scapola dividendo la superficie
posteriore nella fossa sopra spinata e la fossa infraspinata, da cui originano
rispettivamente il muscolo sopra spinato e infaspinato.
 

 
OMERO è un osso lungo prossimale.
Nell’epifisi prossimale vi sono:
1. Testa dell’omero liscia e rotondeggiante, si articola con la scapola.
2. Tubercolo maggiore
3. Tubercolo minore è separato dal tubercolo maggiore attraverso un solco
intertubercolare. Qui vi si inserisce il muscolo sottoscapolare.
4. Collo anatomico
5. Collo chirurgico corrisponde alla metafisi dell’osso in accrescimento.
In diafisi vi sono:
1. Tuberosità deltoidea sulla parte laterale dell’omero, dove si inserisce il
deltoide.
2. Solco radiale posteriore alla tuberosità deltoidea, vi si inserisce il nervo
radiale.
Nell’epifisi distale vi sono:
1. Troclea si articola con l’ulna e si estende dalla fossa coronoidea alla fossa
olecranica.
2. Condilo si articola con il radio, sopra di esso vi è la fossa radiale.
3. Epicondilo ed epitroclea sono 2 processi attraverso il quale si inseriscono i
muscoli a livello dell’avambraccio.
ULNA sostiene l’avambraccio e dall’epifisi prossimale si hanno:
1. Olecrano sporgenza del gomito, in comunicazione con la troclea
2. Incisura trocleare si articola con la troclea dell’omero
3. Processo coronoideo labbro superiore dell’incisura trocleare
4. Membrana intraossea inserzione muscolare, si interpongono i
due margini di radio e ulna.
5. Testa dell’ulna posizione distale, il margine posteriore presenta
un processo stiloideo.
RADIO osso dell’avambraccio. Si divide in:
1. Testa radiale forma di disco, si articola con l’omero.
2. Tuberosità radiale sito di inserzione del muscolo bicipite
brachiale.
3. Processo stiloideo stabilizzazione dell’articolazione.
4. Incisura ulnare del radio
OSSA DEL CARPO
Dalla zona prossimale alla zona distale:
SS PP TT CU
1. Scafoide
2. Semilunare
3. Piramidale
4. Pisiforme
5. Trapezio
6. Trapezoide
7. Capitato
8. Uncinato
2. PARTE INFERIORE
CINGOLO PELVICO esso è diviso in:
 OSSA DELL’ANCA proteggono gli organi della cavità pelvica e su di essi si
inseriscono i muscoli della natica e della coscia. Sulla parte laterale delle ossa
vi è l’acetabolo, il quale si articola con il femore. Tra le due estremità vi è
l’incisura acetabolare e la fossa acetabolare. Il complesso è formato da 3 ossa:

1. ILEO osso più grande. Fesso forma un’ampia curva al di sopra dell’acetabolo,
dove si individuano 3 linee glutee, grazie al quale si inseriscono i muscoli del
gluteo. L’espansione iliaca delinea una linea arcuata, a livello della quale si
forma una cresta iliaca. La spina iliaca inizia nell’anterosuperiore e termina
nell’anteroinferiore.

2. ISCHIO l’ileo si fonde con l’ischio. Il ramo ischiatico si prolunga verso il pube.

3. PUBE il ramo ischiatico si fonde con il ramo inferiore del pube, delimitando il
forame otturatorio. La faccia anteriore e mediale del pube presenta un’area
rugosa, detta sinfisi pubica. Essa si continua con la linea pettinea, che a sua
volta si continua con la linea dell’ileo.
 PELVI o bacino, è costituita dall’unione di ossa dell’anca, coccige e osso sacro.
Si divide in grande e piccola pelvi, rispettivamente falsa e vera. La piccola e la
grande pelvi sono separate dalla linea pettinea

FEMORE osso lungo, articolato con la patella o ginocchio.

PATELLA osso sesamoide


TIBIA
FIBULA
TARSO o piede, divise in:
CANCO
1. calcagno
2. astragalo
3. navicolare
4. cuboide
5. ossa cuneiformi

ARTICOLAZIONI
CLASSIFICAZIONE SECONDO L’AMPIEZZA DEL MOVIMENTO:
SINARTROSI o articolazioni immobili, di tipo fibroso o cartilagineo.
ANFIARTROSI o articolazioni semi-mobili.
DIARTROSI o articolazioni mobili, sono dette anche articolazioni sinoviali.
Possiedono tutte una capsula articolare, responsabile della produzione di un
lubrificante o liquido sinoviale. Possiedono, inoltre, strutture accessorie come
cartilagini e cuscinetti adiposi, come menischi e dischi articolari, legamenti accessori,
tendini e borse.
Le articolazioni sinoviali si dividono in:
1. artrodie responsabili del movimento lineare.
2. Ginglimo laterale responsabile della rotazione.
3. Articolazione a sella responsabile di movimenti angolari.
4. Ginglimo angolare
5. Condiloartrosi angolare (articolazione temporomandibolare)
6. Enartrosi angolare, circonduzione e rotazione.
APPARATO MUSCOLARE

EPIMISIO guaina connettivale che avvolge il muscolo esternamente


PEROMISIO guaina connettivale che circonda il muscolo
ENDOMISIO guaina connettivale che riveste le singole fibre

CELLULE MUSCOLARI sono cellule contrattili. La contrazione è innescata da stimoli


elettrici che variano il potenziale di membrana. Nei vertebrati il tessuto muscolare è
diviso in:
 Muscolo scheletrico forma grandi muscoli da cui dipendono movimenti
macroscopici volontari e la locomozione. La locomozione è garantita dalla
collaborazione tra muscolo e osso. L’osso è paragonabile a una leva che fa
perno su un punto fisso. La leva può essere di 3 tipologie. I tendini, invece,
agiscono come corde che trasmettono la forza esercitata durante la
contrazione. La presenza di ossa o puleggia anatomica, può modificare il
percorso del tendine.
 Muscolo cardiaco forma la maggior parte della parete del cuore, la cui
contrazione permette la circolazione sanguigna. E’ involontario.
 Muscolo liscio forma principalmente la parete degli organi
In base alla tipologia di muscolo, varia il meccanismo di contrazione della cellula.

CELLULE TM CELLULE TM CELLULE TM


SCHELETRICO LISCIO CARDIACO
 Miofibrille  Cellule allungate  Miociti
costituite da  Mononucleate  Aspetto striato
miofilamenti di  Non striato  Mononucleate
actina e iosina, che  Non sono presenti  Presenza
costituiscono le miofibrille e abbondante di
fibre muscolari, le sarcomeri mitocondri
quali costituiscono  Filamenti sottili  Dischi intercalari
i sincizi ancorati a corpi connettono le
 Polinucleate densi cellule miocitiche
 Sotto la membrana   Le giunzioni nei
plasmatica dischi sono gap o
 Derivano da desmosomi
mioblasti  Sincizio
 Alcuni mioblasti funzionale
divengono
miosatelliti
 Le fibre muscolari
sono rivestite da
sarcolemma e
immerse nel
sarcoplasma
 Le invaginazioni
formano il
tubuloT,
organizzato in
triadi
 Presente reticolo
sarcoplasmatico
 Mitocondri
CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE MUSCOLARI
 MUSCOLI A FIBRE PARALELLE i fasci di fibre sono disposti parallelamente
all’asse longitudinale del muscolo. Esse possono essere con iscrizioni tendinee
trasversali o con fibre a spirale.
 MUSCOLI A FIBRE CONVERGENTI le fibre muscolari convergono in un solo
punto o rafe.
 MUSCOLI PENNETI i fasci formano un angolo obliquo con il tendine ed
esercitano una trazione obliqua. In base alla disposizione delle fibre si
individuano muscoli unipennati, bipennati e multipennati.
 MUSCOLI CIRCOLARI le fibre sono disposte concentricamente.

MUSCOLATURA ASSILE hanno origine e inserzione sullo scheletro assile, in


particolare i muscoli della testa e del collo.
1. MUSCOLI MIMICI la comunicazione dell’espressione è possibile attraverso
la contrazione del muscolo ottenuto dall’intreccio delle fibre di collagene
dell’epimisio con quelle del derma della cute. Sono tutti innervati dal nervo
faciale o nervo VII, e alcuni dall’oculomotore o nervo III. Essi sono:
BOCCA OCCHIO NASO SCALPO COLLO
BUCCINATORE CORRUGATORE PROCERO OCCIPITOFRONTALE PLATISMA
DEL (ventre frontale e
DEPRESSORE SOPRACCIGLIO NASALE ventre occipitale)
DEL LABBRO
INFERIORE ELEVATORE TEMPOROPARIETALE
DELLA
ELEVATORE PALPEBRA
DEL LABBRO SUPERIORE
SUPERIORE
ORBICOLARE
MENTALE DE’L'OCCHIO

ORBICOLARE

RISORIO

ELEVATORE
DELL’ANGOLO
DELLA BOCCA

DEPRESSORE
DELL’ANGOLO
DELLA BOCCA

ZIGOMATICO
GRANDE
ZIGOMATICO
PICCOLO
2. MUSCOLI ESTRINSECI DELL’OCCHIO sono muscoli che muovono i bulbi
oculari e sono innervati dai nervi oculomotore o nervo III, trocleare o
nervo IV e abducente o nervo VI.

RETTO INFERIORE
RETTO MEDIALE
RETTO SUPERIORE
RETTO LATERALE
OBLIQUO INFERIORE
OBLIQUO SUPERIORE

3. MUSCOLI MASTICATORI hanno tutti inserzione nella mandibola e sono


innervato dal trigemino o nervo V.

TEMPORALE
MASSETERE
PTERIGOIDEI esterno e interno

4. MUSCOLI DELLA LINGUA sono divisi in intrinseci ed estrinseci, tutti


innervati dal nervo ipoglosso o XII nervo, e vago o nervo X.

MUSCOLO GENIOGLOSSO
MUSCOLO IOGLOSSO
MUSCOLO PALATOGLOSSO
MUSCOLO STILOGLOSSO

5. MUSCOLI DELLA FARINGE necessari per la deglutizione e innervati dal


nervo vago o nervo X, e nervo glossofaringeo o nervo IX.

MUSCOLI COSTRITTORI DELLA FARINGE


MUSCOLI PALATALI
MUSCOLI ELEVATORI

6. MUSCOLI ANTERIORI DEL COLLO sono muscoli pari e si dividono in


intrinseci, per il movimento delle corde vocali, ed estrinseci, per il
movimento della laringe. L’osso ioide segna la muscolatura sopraioidea e
sottoioidea. Essi sono innervati da trigemino o nervo V, faciale o nervo VII,
spinale, ipoglosso o nervo XII e accessorio o nervo IX.

MUSCOLO DIGASTRICO base della bocca


MUSCOLO OMOIOIDEO
MUSCOLO MILOIOIDEO
MUSCOLO GENOIOIDEO
MUSCOLO STERNOIOIDEO
MUSCOLO TIROIOIDEO
MUSCOLO STILOIOIDEO
MUSCOLO STERNOCLASTOMASTOIDEO torsione del capo

7. MUSCOLO DEL RACHIDE sono disposti lungo la colonna vertebrale. I


muscoli intrinseci sono disposti in strato superficiale, dove si trovano i
MUSCOLI SPLENII, come strato intermedio, dove si trova il MUSCOLO
ERETTORE DELLA COLONNA VERTEBRALE, diviso in spinale, lunghissimo e
ileocostale, ed estrinseci come strato profondo, dove vi sono MUSCOLI
SEMISPINALI e INTERVERTEBRALI.
Vi sono inoltre, i MUSCOLI FLESSORI SPINALI.

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