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QUADERNI DI PROGETTAZIONE: assi ed alberi - parte 2

Article · April 2017

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Franco Concli
Free University of Bozen-Bolzano
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE
Lorenza Peschiera
IN QUESTO QUADERNO DI PROGETTAZIONE SI PROSEGUIRÀ
IL DIMENSIONAMENTO DI UN ALBERO
INTRODOTTO NELLA PUNTATA PRECEDENTE.
IN PARTICOLARE, SI ESTENDERÀ IL CASO
STUDIO GIÀ INTRODOTTO E DI CUI È STATO
FATTO UN PRIMO DIMENSIONAMENTO CON
LA VERIFICA A FATICA, LA VERIFICA DELLA
MASSIMA INFLESSIONE
ED IL CALCOLO DELLE
VELOCITÀ
CRITICHE.

Assi ed alberi 2A PARTE

A
ttraverso un dimensionamento di massima ed K f = 1+ q(k t – 1)
una successiva verifica statica è stato possibi-
le scegliere la forma costruttiva dell’albero, che Il fattore di sensibilità all’intaglio può essere calcolato in accordo a
prevede, in accordo a figura 1, la presenza di relazioni empiriche quali quella proposta da Neuber e quella pro-
due ruote dentate, una montata con chiavetta posta da Peterson rispettivamente
ed una lavorata di pezzo. Data la presenza del- 2
1 ⎛ 140 ⎞ 1
le ruote dentate, l’albero sarà soggetto a carichi q= con ρ' ≅ ⎜ ⎟ ; q=
1+ ρ'/ r ⎝ Rm ⎠ 1+ a / r
ciclici dovuti al fatto che le forze date dall’in-
granamento restano fisse nello spazio men- È interessante osservare che materiali con caratteristiche mecca-
tre l’albero ruota. Si rende quindi necessa- niche diverse risultano diversamente sensibili all’intaglio. In partico-
ria una verifica a fatica. Figura 1 e tabella 1 lare più sono elevate le caratteristiche meccaniche e più elevata ri-
riportano i dati ed i risultati ottenuti dal pre- sulterà la sensibilità, come mostrato in figura 2.
dimensionamento e verifica statica svolti nel quaderno precedente. Esistono poi altri coefficienti come il coefficiente b2 che permette
Nel caso di verifica a fatica bisogna tenere in considerazione diver- di tenere conto della finitura superficiale ed è strettamente legato
si fattori. In generale la verifica di un albero deve sempre conside- al coefficiente di intaglio: le asperità possono far aumentare il va-
rare i seguenti effetti: lore locale di sforzo, abbattendo, quindi, il limite di fatica del com-
– effetto dell’intaglio (coefficiente di intaglio a fatica Kf - passaggio ponente.
dal – limite di fatica della provetta a quello del componente); σ lim (Ra ≠ Ra,rif )
il progettista industriale

– finitura superficiale (coefficiente b2); b2 =


σ lim (Ra = Ra,rif )
– effetto dimensionale (coefficiente b3).
Come noto, la presenza di intagli in un componente meccanico Esiste poi un ulteriore coefficiente, detto coefficiente b3 che consi-
comporta una concentrazione locale delle sollecitazioni. Ciò è una dera l’effetto che si ha passando dai risultati ottenuti sui provini ai
delle cause innescanti le cricche che portano a cedimento il com- componenti in termini di scala geometrica.
ponente. Dalle prove sperimentali si nota però come l’intaglio, nel
σ lim (d ≠ 10mm)
caso di carichi affaticanti, non sia così severo come indicherebbe b3 =
σ lim ( d = 10mm)
APRILE 2017

il fattore teorico di concentrazione degli sforzi. Al fine di poter uti-


lizzare le stesse tabelle e grafici, il fattore di concentrazione degli Attraverso i coefficienti risulta dunque possibile determinare lo
sforzi teorico Kt viene allora ridotto introducendo un “fattore di sen- sforzo ammissibile a partire dal limite di fatica sFA calcolato in labo-
sibilità all’intaglio” q che opera una diminuzione di Kt ratorio su provini standard.
52
TAB. 1 DATI GEOMETRICI E RISULTATI DELLA VERIFICA STATICA
Momento torcente nominale Tnom [Nm] 600 Fwr1

Angolo di pressione delle dentature aw [°] 20


Raggio r1 [mm] 60
A
Raggio r2 [mm] 80
Lunghezza a [mm] 80 Z
Lunghezza b [mm] 110
Lunghezza c [mm] 190 y

Lunghezza l [mm] 300

D
z x
Diametro d [mm] 50
FAy ges
Diametro D [mm] 110 FBy ges
Raggio di raccordo r [mm] 1
Coefficiente di sicurezza statico nell’ipotesi di accettare σ amm 630MPa
plasticizzazione locale. Ss = = = 9.5 A
σ GT 66MPa

a
TAB. 2 CARATTERISTICHE A FATICA DEL MATERIALE b
c
l
Limite di fatica R=0 per trazione compressione Limite statico per scorrimento materiale
sF,lim [MPa] tR [MPa]
272.7 158.2 Fig. 1 - Geometria scelta per l’albero

a[mm] 1.0 b3
mirror polishing
b2
0.50 poli
she
do
r fin
1.0
0.8 eg
rind
ing
0.40
ma
chin
0.6
0.30
ed
0.9

0.20 0.4
hot-
roll
corr
ode
d in
ed
0.8
0.10 0.2
tap
wa
te r
forg
ed
salt
wa
te r

0
400 800 1200 1600 2000 0 0.7
400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 10 50 100 150
σR[N/mm2] tensile strenght (MPa)
d[mm]

Fig. 2 - Sensibilità all’intaglio Fig. 3 - Effetto della finitura superficiale Fig. 4 - Effetto dimensionale

re uno sforzo equivalente da confrontare poi con i limiti del ma-


b2b 3
σ lim = σFAσ teriale
Kf
La sollecitazione ammissibile a fatica andrà poi ridotta introdu- σ *GP = σ 2a + Hlim
2 2
τ a ≤ σ amm
cendo un coefficiente di sicurezza. in cui il progettista industriale
σ lim σF,lim
σ mm = Hlim = ⋅ σF,lim
SF τ T,lim
Nel caso in cui l’albero sia soggetto a flesso-torsione, risulta ne- e tT,lim sono rispettivamente il limite di fatica a flessione alternata
cessario introdurre un criterio di fatica multi-assiale così da ricon- e quello di fatica torsionale alternata. Nel caso in cui la compo-
dursi al caso mono-dimensionale. nente di torsione fosse costante (nessuna oscillazione), lo sforzo
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Si tratta di trovare un valore caratteristico equivalente che pos- di confronto va invece calcolato come
sa essere confrontato direttamente con il limite di fatica ottenu-
to sperimentalmente su prove mono-assiali. Tra i vari criteri, quel- σ *GP = σ 2a + H2τmax
2
≤ σ amm
lo più usato è quello di Gough-Pollard che prescrive di calcola- in cui
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE
TAB. 3 AZIONI INTERNE SULLA STRUTTURA AUSILIARIA E SULLA STRUTTURA REALE.
M’ struttura ausiliaria M struttura reale a l-a
Piano yz R1x · z Fax ·z
Tratto 0≤z<a
Piano xz R1y · z Fay ·z
Piano yz R1x · z – cos (a) (z – a) Fax ·z – Fwt1 · (z – a)
Tratto a≤z<b
Piano xz R1y · z – sin (a) (z – a) Fay ·z – Fwr1 · (z – a)
Piano yz R1x · z – cos (a) (z – a) Fax ·z – Fwt1 · (z – a)
Tratto b≤z<c
Piano xz R1y · z – sin (a) (z – a) Fay ·z – Fwr1 · (z – a)
Piano yz R1x · z – cos (a) (z – a) Fax ·z – Fwt1 · (z – a) – Fwr2 · (z – a)
Tratto c≤z<l Fig. 5 - Semplificazioni adottate per il
Piano xz R1y · z – sin (a) (z – a) Fay ·z – Fwr1 · (z – a) – Fwt2 · (z – a)
calcolo delle velocità critiche

σF,lim È importante tenere a mente come la verifica a rottura del pez-


H= zo sia una condizione necessaria ma non sufficiente per un buon
τR
progetto. Bisogna sempre valutare le massime deflessioni con cui
rappresenta il limite di torsione statico del materiale [2]. un albero potrà operare, soprattutto quando si è in presenza di al-
È importante rimarcare come i limiti a torsione e flessione siano beri lunghi. Come buona pratica progettuale, di solito si fa riferi-
fortemente dipendenti dal tipo di sollecitazione applicata, ovvero mento alle seguenti condizioni:
se il ciclo di carico risulta essere alternato simmetrico o vi sia an- – freccia massima minore di l/3000, dove l è la distanza tra i sup-
che presenza di sforzo medio (diagrammi di Haigh o Smith). porti;
Tornando al caso studio, introducendo un fattore di servizio Ka (per rotazione ai supporti inferiore a 10-3 radianti (circa 3 gradi)
tenere conto dell’effettiva modalità di esercizio del componente), si Questi accorgimenti sono importanti non solo per il componente
ottengono le seguenti sollecitazioni alternate in quanto tale ma anche in relazione agli altri componenti del siste-
ma. Nell’accoppiamento con un motore elettrico, ad esempio, l’in-
Mb 548 ⋅103 * 32 N
σ a,b = Ka = ⋅1.5 = 67,0 flessione non deve essere tale da portare a contatto statore e roto-
Wb π * 50 3
mm2 re. Discorso simile può essere fatto per tutte le applicazioni di mo-
vimentazione, dove una precisione di posizionamento risulta indi-
(K a – 1)T1 600 ⋅103 *16 N
τt = = 0.5 ⋅ = 12.2 spensabile. Eventuali deformazioni eccessive degli alberi possono
W1 π * 50 3 mm2 avere anche un impatto negativo sul buon funzionamento dei sup-
Si noti che la sollecitazione alternata di taglio viene trascurata in porti: inclinazioni eccessive, infatti, possono portare ad errate con-
quanto d < b. dizioni di lubrificazione, in cui il film di lubrificante non si forma af-
fatto portando, nel caso estremo, a grippaggio dei supporti. Ulti-
Resistenza a fatica del componente mo, ma non per importanza, è il fenomeno del chattering, o delle
Tabella 2 riporta le caratteristiche a fatica del materiale (ottenute in vibrazioni autoindotte. Per questo è consigliabile andare a verifica-
laboratorio su provini standard) scelto per l’albero. re che le frequenze proprie del sistema non coincidano con quel-
Trovandosi nell’esempio in una condizione di fatica alternata sim- le operative.
metrica per quanto riguarda la flessione (valor medio nullo), non Nel caso studio, a titolo di esempio, verrà calcolata la freccia nella
occorre utilizzare il diagramma di Haigh o di Smith per ricondursi mezzeria dell’ingranaggio di sinistra attraverso il principio dei lavo-
ad un caso equivalente, ma è possibile utilizzare direttamente il va- ri virtuali (PLV) che prescrive che se una struttura deformabile, in
lore slim definito come sopra per la verifica. Per quanto riguarda la equilibrio sotto l’azione di un sistema di forze esterne, subisce una
torsione, gli sforzi di taglio rimangono costanti nel tempo in modu- deformazione virtuale, il lavoro fatto dalle forze esterne è uguale al
il progettista industriale

lo senza una componente alternata. Per questo, la sollecitazione di lavoro delle forze interne. Formalmente
equivalente secondo Gough-Pollard si riduce a
L est = ∑ iFi ⋅ dPi + ∑ iMi ⋅ dφi = Lint = (N + dN) ⋅ dδ
σ 2F,lim
σ *GP = σ 2a,b + + τ 2t ≅ 70MPa Per una trattazione completa del PLV si rimanda a [3].
τR2 Volendo applicare il PLV al caso studio, si assuma come sistema
Il coefficiente di sicurezza a fatica varrà, dunque, effettivo quello reale e come sistema ausiliario un sistema fittizio in
cui viene applica una forza unitaria nel punto in cui si vuole calco-
σ W,zd,N
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SF = ≅ 3.85 lare la freccia (nella mezzeria della ruota di sinistra). Come già fatto
σ GP per il sistema effettivo, anche per il sistema ausiliario si calcolano le
azioni interne che risulteranno come da figura 4.
Velocità critiche ed inflessione Le azioni interne nei vari conci di trave sono riportati in tabella 3.
54
x z R1y

y
a)
R2x
Fbx
R2y Fwt2
Fby
sin(α) Fwr1 l-a-c
l-a
Fwr2
R1x cos(α) c
a Fax
Fwt1 a
x z R1y
x z
Fay
y
y
a) b)

Fig. 4 - Reazioni vincolari eFcarichi


bx sulla struttura ausiliaria (a) e sulla struttura Fig. (b)
Fwt2
Fby
Il lavoro delle Fforze l-a-c
wr1 interne risulterà
3EJl
k=
Fwr2 a (l – a)
2 2
Lint = 1⋅ f c
F
in cui “1”axè la forza unitaria applicata alla struttura ausiliaria (incli- Avendo l’albero sezione variabile, il momento di inerzia non sa-
Fwt1 a
nata dell’angolo di pressione) in corrispondenza della ruota di sini- rà costante. In prima approssimazione, però, si assuma un valore
x z
stra ed “f” la freccia in tale punto. medio pesato da cui
Il lavoro delle forzeFesterne, apparirà nella forma
π ( d4c + D4 (l – c))
ay
y J= = 2.8 ⋅10 –06 m4
M'
a b M' b)
L est = ∫ M0a 0a dx + ∫ Mac ac dx + 64l
0 EJ0a a EJab
La rigidezza risulta k = 1.7 · 109 N/m. Supponendo che la massa
M'
c l M'
+ ∫ Mac ac dx + ∫ Mcl cl dx sia pari a 5Kg (dipenderà dal materiale), la velocità critica flessio-
b EJbc c EJcl nale risulterà
in cui rappresenta l’azione delle forze esterne ed la rotazione. Per-
tanto k rad
ω cr = = 1.84 ⋅104 = 1.75 ⋅105 rpm
m s
R1x ⋅ z R ⋅ z – cos ( α ) ( z – a)
dz + ∫ [Fax ⋅ z – Fwt1 ⋅ ( z – a)] 1x dz Questa velocità non dovrà venire eccitata durate l’esercizio, per
a b
L est = ∫ Fax ⋅ z
0 EJ0a a EJab cui, nel caso questa coincidesse con le velocità operative previste,
R1x ⋅ z – cos ( α ) ( z – a) sarebbe necessario rivedere il progetto.
+ ∫ [Fax ⋅ z – Fwt1 ⋅ ( z – a)]
c
dz
b EJbc
R1y ⋅ z – sin ( α ) ( z – a) Conclusioni
+ ∫ [Fax ⋅ z – Fwt1 ⋅ ( z – a) – Fwr2 ⋅ ( z – a)]
l
dz
b EJcl Come si è visto, la progettazione di un albero è un procedimento
a R ⋅z b R ⋅ z – cos ( α ) ( z – a) relativamente lungo e complesso. Dopo un primo dimensionamen-
+ ∫ Fay ⋅ z 1y dz + ∫ ⎡⎣Fay ⋅ z – Fwr1 ⋅ ( z – a) ⎤⎦ 1x dz to di massima occorre non solo effettuare una verifica statica ed
0 EJ0a a EJab
una verifica a fatica che, nel caso non fossero soddisfatte, dareb-
c R ⋅ z – cos ( α ) ( z – a)
+ ∫ ⎡⎣Fay ⋅ z – Fwr1 ⋅ ( z – a) ⎤⎦ 1x dz bero vita ad un processo iterativo di modifica del progetto, ma an-
b EJbc
che valutare che la deformazione dell’albero sia compatibile con il
l R ⋅ z – sin ( α ) ( z – a)
+ ∫ ⎡⎣Fay ⋅ z – Fwr1 ⋅ ( z – a) – Fwt2 ⋅ ( z – a) ⎤⎦ 1y dz resto del sistema in cui andrà montato e che le sue frequenze pro-
c EJcl prie non vengano eccitate in esercizio. n

il progettista industriale
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolgendo gli integrali e ponendo Lest = Lint è dunque possibile cal-


colare la freccia massima che risulta essere f = 2.9682 · 10-05m. Riferimenti
Tale valore è accettabile dato che non supera il valore soglia indi- 1) G. Niemann, H. Winter, B.-R. Hoehn, Manuale degli organi
cativo l/3000 = 0.0001m. Per finire, è buona norma calcolare le delle Macchine, edizione italiana a cura di Tecniche Nuove
velocità critiche dell’albero e valutare che queste non coincidano 2) G. Belloni, A. Lo Conte – Lezioni di costruzione di macchi-
con quelle operative. Per il calcolo delle velocità critiche flessiona- ne, Hoepli
li, il primo passo consiste nel calcolo della rigidezza dell’albero. In 3) Piermaria Davoli, Laura Vergani, Stefano Beretta, Mario Gua-
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prima approssimazione, si consideri l’albero schematizzabile come gliano, Sergio Baragetti - Costruzione di macchine 1, McGraw
un corpo in cui tutta la massa sia concentrata in corrispondenza Hill
della mezzeria della ruota di sinistra. Con questa semplificazione, 4) F. Concli, Organi di macchina: assi ed alberi, Organi di Tra-
la rigidezza dell’albero risulta smissione OT2014/04, Tecniche Nuove
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