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Università degli Studi del Molise

A.A. 2021/2022
Lezioni del corso di:
CHIMICA GENERALE ED INORGANICA
Corso di Laurea in:
Scienze Biologiche (9 CFU)
Prof. Vincenzo De Felice

Lezione n. 2
CHIMICA = SCIENZA DELLA COMPOSIZIONE E DELLA
TRASFORMAZIONE
(CHIMICA = ANALISI + SINTESI)

MATERIA = è materia tutto ciò che costituisce l’universo fisico, si


diversifica in svariate specie e forme e si presenta in stati di
aggregazione diversi (solido, liquido, gassoso).
MISCELA/miscuglio: campione di materia costituito da un insieme di due o
più sostanze mescolate fra loro, la cui composizione è variabile entro un
intervallo più o meno ampio e nel quale ogni componente conserva le sue
proprietà chimiche essenziali.
CAMPIONE DI MATERIA (quantità studiata) può essere:
OMOGENEO / ETEROGENEO.
Un campione di materia è omogeneo quando le sostanze che lo compongono si
mescolano in modo uniforme e non sono distinguibili neanche con l’ausilio di un
microscopio. I miscugli omogenei hanno le proprietà chimico-fisiche identiche
in ogni punto (come per esempio la densità, il colore, il sapore, etc.). Tali
miscugli sono chiamati anche soluzioni. I miscugli omogenei sono costituiti da
un componente presente in maggior quantità chiamato solvente e da uno (o più)
componente presente in minor quantità chiamato soluto.
Miscugli eterogenei. I miscugli eterogenei presentano caratteristiche
chimico-fisiche diverse nei vari punti (la densità, il colore, il sapore, la
trasparenza, lo stato fisico, etc.).
Esempi di miscugli omogenei: la benzina, l’acqua potabile, tutte le leghe
metalliche (acciaio, bronzo, ottone, etc.), l’aria, tutte le miscele di
sostanze in fase gassosa. Come si può capire dagli esempi riportati i
miscugli omogenei possono esistere in tutti e tre gli stati di aggregazione
della materia.
Esempi di miscugli eterogenei: il granito, le rocce, miscela formata da limatura
di ferro e polvere di zolfo, miscela formata da acqua e limatura di ferro, il
latte, la vernice, il granito. Il latte è un classico esempio di miscuglio che
apparentemente è omogeneo ma in realtà è eterogeneo.

- LE ZONE IN CUI LE PROPRIETA’ (macroscopiche) SONO UGUALI


VENGONO DEFINITE FASI.
CAMPIONE ETEROGENEO: SONO DISTINGUIBILI PIU’ FASI
Esempi: acqua + sabbia; acqua + ghiaccio; acqua + olio

CAMPIONE OMOGENEO: E’ PRESENTE UNA SOLA FASE


Esempi: acqua + sale disciolto; Benzina; vino; aria.
Sostanze pure
Un sistema si dice puro se è formato da una sola sostanza,
in una o più fasi, con caratteristiche e composizione
costante.
SEPARAZIONE CON I METODI FISICI.
SI SFRUTTANO LE PROPRIETA’ DELLE DIVERSE SOSTANZE.
Ad esempio: solubilità, densità, temperatura di ebollizione e di
fusione
Estrazione• Serve a separare due liquidi aventi
densità diverse (foto a destra) o due sostanze
a diversa solubilità.

Preparazione del caffè

Preparazione di tè e limoncello
Centrifugazione • La veloce rotazione permette che il
componente più denso si raccolga sul fondo e sulle pareti del
contenitore.
… temperatura di ebollizione per separare due o
più sostanze in una soluzione
Cromatografia Si basa sulla diversa
capacità di alcune sostanze di
muoversi su un materiale poroso (carta
filtro) impregnata con un solvente.
CHIMICA = SCIENZA DELLA COMPOSIZIONE E DELLA TRASFORMAZIONE
(CHIMICA = ANALISI + SINTESI)

MATERIA

NO
E’ UNIFORME IN OGNI ETEROGENEA
SUA PARTE? (più fasi)

SI Separazione con metodi fisici

OMOGENEA FASI SEPARATE


(una sola fase) OMOGENEE

Se può essere separata Se non può essere separata


MISCELA OMOGENEA con metodi fisici con metodi fisici
(Contiene più sostanze)

UNICA SOSTANZA

Se non può essere scomposta Se può essere scomposta


con metodi chimici con metodi chimici

COMPOSTO
(combinazione di due
ELEMENTO o più elementi)
COMPOSIZIONE MEDIA DELL’ARIA
Robert Boyle 1661:
definizione di elemento come la sostanza più
semplice

Antoine Lavoiser 1789:


legge di conservazione della massa

Joseph Proust 1799:


legge delle proporzioni definite
Teoria atomica di Dalton (1805)
John Dalton basò la sua teoria sui risultati degli studi di
Antoine Lavoiser (1789: legge di conservazione della
massa) e Joseph Proust (1799: legge delle proporzioni
definite):

- La materia è composta da particelle


indistruttibili/indivisibili dette atomi che conservano la
loro identità (elemento) anche dopo una reazione;

- Gli atomi di un determinato elemento sono diversi dagli


atomi di tutti gli altri elementi;
- In un composto vi è una specifica combinazione tra atomi
di diversi elementi;
- Gli atomi di elementi diversi si combinano secondo
precisi rapporti numerici semplici;
- Gli atomi di alcuni elementi possono combinarsi in più
rapporti ma sempre ben definiti.

- Gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali in massa


(in seguito alla scoperta degli isotopi questa affermazione
risultò non del tutto esatta).

… E adesso proviamo ad entrare nell’atomo


Evidenza «sperimentale» delle cariche elettriche nella
materia

Se due bacchette di plastica o di vetro vengono strofinate


con un panno di lana si può osservare che si respingono
reciprocamente.
Se ripetiamo l’esperienza sostituendo una bacchetta di
plastica con una bacchetta di vetro si osserva che le due
bacchette elettrizzate per strofinio questa volta si
attirano.

Lo strofinio elettrizza le bacchette cioè conferisce alle


bacchette la carica elettrica: in questo caso la presenza di
carica elettrica che può avere un segno uguale (si
respingono) o contrario (si attraggono) a seconda del
materiale che viene utilizzato.
Fin dal 600 a.C. si conosceva che l’Ambra aveva
questo stesso comportamento
resina fossile (in greco antico ήλεκτρον, elektron)

Formula empirica = C12H20O


Con una composizione chimica:
Idrogeno 11,18%
Carbonio 79,94%
Ossigeno 8,87%
Galvani sosteneva che gli animali fossero attraversati da un “fluido
elettrico” e che questa elettricità “intrinseca” fosse prodotta dal cervello e
poi portata dai nervi ai muscoli dove veniva immagazzinata. Galvani lo aveva
dedotto durante alcuni esperimenti con le rane: un contatto metallico
applicato tra i nervi lombari e i muscoli degli arti inferiori portava a una
contrazione delle loro zampe. Galvani pensò che il fenomeno fosse dovuto al
fatto che il contatto metallico formasse un circuito elettrico in cui fluiva la
sua “elettricità animale”.

Alessandro Volta contestò l’ipotesi di Galvani e intuì che la rana non


potesse essere la causa diretta del passaggio di corrente. Ci arrivò
notando come il movimento della rana fosse molto più accentuato quando
per l’esperimento venivano usati metalli diversi tra loro. Questa intuizione
fu fondamentale per lo sviluppo della pila. Volta elaborò diversi
esperimenti per produrre una batteria che fosse in grado di produrre una
corrente elettrica costante. La versione definitiva era costituita da una
colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame, con uno strato
intermedio di cartone imbevuto di acqua salata (o resa acida). Collegando i
due poli con un conduttore elettrico si realizzava un circuito in cui passava
corrente continua.
Pila di Volta anno 1799
- un supporto di legno posto
verticalmente su una base
circolare;
- panno imbevuto di una
soluzione acida formata
da acqua e acido solforico

- dischetti di rame e
zinco alternati, secondo lo
schema rame-zinco-umido-
rame-zinco
- fili di rame per collegare
il primo e l'ultimo dischetto
della colonna.
Solo successivamente si capì: lo
zinco si consuma perché cede due
elettroni e passa da Zn metallico a
Zn2+ , questi elettroni passano allo
ione ossonio H3O+ formatosi dalla
dissociazione ionica dell'acido
solforico in acqua, che si trasforma
in idrogeno molecolare gassoso H2.
Infatti la differenza di potenziale
che si può misurare ai capi di un solo
strato rame-umido-zinco con un
voltmetro è di circa 0,7 V.
Poi vedremo che questa tensione dipende dalla
semicoppia Zn/Zn2+ utilizzando come altra
semicoppia quella dell'idrogeno H2/H3O+.
Nel 1836 Daniell preparò la pila Zinco/Rame
Dal 1801 della pila di Volta, e dal 1805 della teoria atomica di
Dalton … al 1886 quando i fisici inglesi Crookes e Thomson,
effettuando esperimenti sui gas rarefatti (elio, neon, ecc.) chiusi
all’interno di tubi di vetro con alle estremità due elettrodi metallici,
osservarono che, collegando il tubo ad un generatore, un elettrodo si
caricava negativamente (catodo) e l’altro positivamente (anodo).
Se il tubo , con ddp dell’0rdine di 10.000 volt, veniva collegato ad
una pompa da vuoto in grado di aspirare il gas, diminuendo la
pressione interna a qualche millesimo di mmHg (gas estremamente
rarefatto), si notava la comparsa di una debole fluorescenza verdastra
al catodo formata da radiazioni che dal catodo si dirigevano verso
l’anodo. Tali radiazioni furono chiamate raggi catodici.
J.J. Thomson (1880-1896)

I raggi catodici
conteneva particelle
cariche alle quali
diede il nome di
«elettrone».

Calcolò il rapporto carica massa dell’elettrone: e/m


Il campo elettrico applicato dalle armature (E ) veniva
mantenuto costante e provocava una deflessione δ; all’uscita
delle piastre però veniva applicato un campo magnetico
variabile (H), il quale veniva opportunamente variato finché il
raggio catodico non si allineasse di nuovo con la traiettoria
rettilinea naturale, annullando la deflessione dovuta al campo
elettrico
Massa dell’elettrone, Esperimento di Millikan.
Le gocce selezionate attraverso il foro assorbono gli
elettroni prodotti dall’urto delle radiazioni ionizzanti
con le molecole dell’aria e si caricano negativamente.

La caduta libera
delle gocce cariche
può essere bloccata
variando l’intensità
del campo elettrico
che si oppone alla
caduta
Esperimento di Rutherford (1911). Quando un foglio sottile di
un metallo viene “bombardato” con particelle , di cui non si
conosceva ancora il contenuto (carica positiva e con la massa
uguale allo ione He2+), emesse da materiale radioattivo, si
osserva:
Possiamo considerare gli atomi come un
oggetto sferico che possiamo
rappresentare nel mondo macroscopico
con delle biglie di vetro. Nella foto a
lato ci sono biglie sistemate su un solo
strato su una superficie in modo da
lasciare il minimo spazio vuoto fra di
loro.

Se sistemiamo
altre biglie sugli
strati superiori
copriamo tutti gli
spazi
- La maggior parte delle particelle  attraversano il foglio
senza subire alcuna deviazione;
- Alcune particelle  sono leggermente deflesse;
- Una piccola quantità subisce una forte deviazione;
- Una piccolissima quantità di particelle viene respinta dal
foglio (non riesce ad attraversarlo).
Rutherford E. (1871-1937) interpretò questi risultati:

Modello proposto:
- La maggior parte della massa e tutta la carica positiva è
concentrata in una regione molto piccola chiamata
nucleo;
- Intorno al nucleo si trovano gli elettroni con carica
negativa che neutralizza perfettamente la carica positiva
dei protoni nel nucleo.

Infatti:
- Se le particelle  passano vicino al nucleo subiscono una
forte deflessione;
- Se le particelle  colpiscono il nucleo vengono respinte;
- (poco probabile) Quando le particelle  passano vicino ad
un elettrone subiscono una deviazione molto piccola;
L’atomo per il chimico - Come è fatto l’atomo?
Attraverso gli esperimenti di:
- J.J. Thomson (1856-1940),
- Robert Millikan (1868-1953),
- Ernest Rutherford (1871-1937)
fu evidenziato che l’atomo è costituito da un nucleo centrale piccolo
ma pesante, di carica positiva, e con gli elettroni di carica negativa
che gli girano intorno.

- Nel nucleo dell’atomo si trovano due tipi di particelle chiamate


nucleoni: protone (p) con una carica positiva ed il neutrone (n)
elettricamente neutro;
- Gli elettroni (e-) con una carica negativa circondano il nucleo
centrale;
- La carica positiva del protone annulla perfettamente la carica
negativa dell’elettrone;
- Protone e neutrone hanno una massa praticamente uguale;
- La maggior parte della massa di un atomo è concentrata nel nucleo
che occupa uno spazio molto piccolo.
Proprietà delle particelle subatomiche
Particella simbolo carica massa (Kg)
Elettrone e- -1 (-1,6022 10-19 C) 9,109 10-31
Protone p +1 (+1,6022 10-19 C) 1,673 10-27
Neutrone n 0 1,675 10-27

-Ogni elemento ha un ben preciso numero di protoni


(numero atomico Z); in un atomo elettricamente neutro
il numero di elettroni è uguale al numero dei protoni. La
somma dei protoni e dei neutroni nel nucleo rappresenta il
numero di massa ed è indicato con la lettera A.

-Quindi il numero dei neutroni N si ottiene facendo la


differenza tra numero di massa (A) e numero atomico (Z):
A-Z = N
Spin dell’elettrone
Secondo la meccanica quantistica, modello atomico moderno,
l’elettrone ha due stati di spin, rappresentati con le frecce ↑ e ↓. Si
può immaginare che l’elettrone sia in grado di ruotare solo i due
sensi, antiorario e orario alla stessa velocità (stato ↑ e stato ↓).

I due stati di spin sono


contraddistinti da un quarto numero
quantico, il numero quantico
magnetico di spin, ms , che può
assumere due soli valori: +1/2; -1/2
Il linguaggio simbolico è fondamentale
nella chimica

I Concetti vengono espressi in modo


sintetico

Il semplice Simbolo dell’elemento


è come una mappa concettuale da
sviluppare
Elemento chimico: Per rappresentare in modo sintetico un
atomo specifico, cioè un elemento, dobbiamo usare un simbolo
X specifico (una o due lettere).
Ad ogni simbolo (elemento) corrisponderà: numero di protoni
(p), numero di neutroni (n) e numero di elettroni (e-).

Esempi:
simbolo C = carbonio; sei è il
numero dei protoni (numero
atomico Z); dodici è la somma
dei neutroni e dei protoni
(numero di massa A);
simbolo N = azoto; sette =
numero atomico; 14 = numero
di massa;
Simbolo dell’elemento come mappa
concettuale da sviluppare

Inoltre la configurazione elettronica fornisce


informazioni sulle proprietà chimiche dell’elemento
La massa di un atomo è molto piccola ed è compresa nell’intervallo
10-24 -10-22 g per cui i chimici hanno deciso (perché più agevole)
di esprimere la massa in unità di massa atomica “uma” ;

definizione: corrisponde a 1/12 della massa di un atomo del


carbonio-12 (che, come vedremo in seguito, corrisponde ad un
isotopo del carbonio con Z=6 e A=12)

Poiché la massa di un singolo atomo di carbonio-12 è 1,9926 10–23 g


circa 12 volte la massa di un nucleone (massa atomo C= 6 protoni
+ 6 neutroni + la massa degli elettroni molto più piccola che
risulta trascurabile ≈ 6 protoni + 6 neutroni)

L’unità di massa atomica è un dodicesimo (1/12) della massa di un


singolo atomo del carbonio-12;

Si può concludere che esiste la seguente relazione tra u(ma) e g:


1 uma = (1/12) 1,9926 10–23 g = 1,6605 10–24 g (Dalton)
Isotopi.
La teoria atomica di Dalton, tra le altre cose,
affermava che la massa degli atomi dello stesso
elemento è sempre la stessa

Successivamente, si è potuto evidenziare che in alcuni


casi atomi dello stesso elemento, individuati quindi da
uno stesso numero atomico (stesso numero di protoni ed
elettroni), possono avere massa diversa per la presenza
di un diverso numero di neutroni (e quindi diverso
numero di massa A = Z + N):

“gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento che


hanno un diverso numero di neutroni”
Isotopi: “gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento che
hanno un diverso numero di neutroni”
(numero di massa A = Z + N)
L'abbondanza isotopica è il rapporto tra il numero di atomi di
un determinato isotopo di un elemento e il numero di atomi
totali dell'elemento

Esempio: Gli atomi dell’elemento neon (Ne, Z = 10) possono


avere tre differenti masse:

la percentuale dell’abbondanza naturale è 90,9 % per


l’isotopo “neon-venti” (con numero di massa A = 20); 0,3 %
per l’isotopo “neon-ventuno” (con numero di massa A = 21);
8,8 % per l’isotopo “neon-ventidue” (con numero di massa
A = 22).
Alcuni isotopi più comuni:
Elemento simbolo Z A n (%)
Idrogeno 1H 1 1 0 99,985
Deuterio 2H (or D) 1 2 1 0,015
Trizio 3H (or T) 1 3 2 instabile
Carbonio-12 12C 6 12 6 98,90
Carbonio-13 13C 6 13 7 1,10
Carbonio-14 14C 6 14 8 instabile

L’elemento più piccolo è l’idrogeno e l’isotopo più piccolo, ha solo un


protone ed un elettrone ma senza neutroni; il deuterio ha un neutrone; il
trizio ha due neutroni (è instabile perché radioattivo).

Il deuterio è 1,998 volte più pesante dell’idrogeno (circa due volte più
pesante dell’idrogeno) per cui D2O è chiamata “acqua pesante”. Infatti,
a 20 °C, la densità di D2O è 1,11 g/ml mentre la densità di H2O è 1,00
g/ml.
Quale peso atomico nella tavola periodica?
Il peso atomico nella tavola periodica o nelle tabelle tiene conto
dell’abbondanza isotopica naturale e viene calcolata facendo la
media pesata tra i pesi atomici di tutti gli isotopi di ogni elemento

Isòbari : atomi di elementi diversi con lo stesso numero di massa


(es. 14C e 14N)

Isòtoni : atomi di elementi diversi con lo stesso numero di neutroni


(es. 56Fe e 58Ni che hanno entrambi 30 neutroni)

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