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Composizione della materia

Sulla tavola esistono 118 elementi:

 di cui 98 sono presenti in natura e vanno dall’idrogeno (1) al californio (98).


 Gli altri 20 elementi sono invece creati artificialmente in laboratorio.
Definizione di elemento: insieme di atomi con identiche caratteristiche.
E’ definito anche come una sostanza che non può essere composta per via chimica.

Tutti gli elementi quando si combinano con atomi dello stesso elemento, formano molecole
biatomiche, ad eccezione dello ZOLFO che forma la molecola S8 e P4.
Quindi allo stato naturale lo zolfo lo troviamo come S8 e il fosforo come P4

I gas nobili, invece, sono definiti tali perché non formano legami con altri elementi.
Li troviamo quindi come molecole monoatomiche.

Gli elementi sono rappresentati sulla tavola periodica dal loro simbolo come puoi vedere.
Troviamo inoltre, solitamente in alto a sinistra, un numero che è chiamato numero atomico e si
indica con la lettera Z.
Questo numero rappresenta il n. di protoni ed elettroni presenti all’interno dell’atomo.
Quindi, come nel caso dell’idrogeno che è l’elemento più semplice, esso sarà formato da 1
protone e da 1 elettrone.
I protoni, e anche i neutroni se eventualmente presenti, si trovano all’interno del nucleo dell’atomo.
Gli elettroni invece viaggiano lungo quelli che vengono definiti orbitali atomici.

Devi sapere infatti che gli elementi sulla tavola si trovano sempre allo stato neutro, ovvero con una
carica risultante pari a 0.
A seguito dell’acquisto o perdita di un elettrone, che è la parte mobile appunto, l’elemento potrà
diventare:

 un catione (dotato di carica positiva, quindi che ha ceduto un elettrone


 un anione (dotato di carica negativa, quindi che ha acquistato un elettrone.

Isotopi
Abbiamo detto che oltre a protoni ed elettroni, possono esserci anche i neutroni.
Che cos’è un isotopo? E’ un atomo di un elemento che ha lo stesso numero atomico Z, quindi lo
stesso numero di protoni, ma con un diverso numero di neutroni, e quindi diverso numero di
massa.
Il numero di massa viene indicato con A.
E’ la somma dei protoni + neutroni.
Arrotondalo per la cifra intera più prossimale.
Esempi:
Se andiamo a vedere l’idrogeno, avrà numero di massa A pari a 1 quindi ha 0 neutroni, perché
corrisponde al numero atomico ovvero 1.

Se vediamo il Berillio, ha numero di massa pari a 9.


Sapendo che il numero atomico è 4, significa che troverò 4 protoni + 4 elettroni = 8.
Allora significa che oltre ai 4 protoni e 4 elettroni, ho anche un neutrone.

Tornando al concetto di isotopo, posso avere dello stesso elemento l’atomo con un diverso
numero di neutroni, ovvero diversi isotopi.
L’idrogeno, chiamato anche prozio, ha 0 neutroni, ma ha diversi isotopi:

 Deuterio: ha 1 neutrone, quindi numero di massa A=2.


 Trizio, ha 2 neutroni, quindi numero di massa A=3 (1p +2n)

Differenza tra atomi ed elementi


Elemento: Un elemento è una sostanza primaria che non può essere ulteriormente semplificata e
consiste di particelle più piccole denominate atomi.
Un particolare elemento è composto da un solo tipo di atomo.
Tutti gli elementi hanno uguali caratteristiche chimico-fisiche
Atomo: Un atomo è la più piccola quantità di un elemento. È composto da neutroni, protoni ed elettroni
di particelle sub-atomiche.
Quindi per atomo fondamentalmente intendiamo il modello di organizzazione della materia.
Con elemento descriviamo invece le caratteristiche di atomi uguali

Materia
Vedremo che gli atomi tenderanno a combinarsi tra loro per formare molecole.
Possiamo avere o sostanze pure, o composti (miscugli)

SOSTANZE PURE
Per sostanza pura intendiamo una sostanza con uguali proprietà in tutte le sue parti, quindi
omogenea, e che ha proprietà chimico-fisiche specifiche.
Quindi qualsiasi “pezzetto” di questa sostanza io vado a staccare, presenterà le stesse proprietà
se lo analizzo.
Per proprietà intendiamo densità, peso specifico, temperatura di fusione/ebollizione ecc.

1.1. TIPI DI SOSTANZE PURE


Le sostanze pure possono essere SEMPLICI o COMPOSTE
- SEMPLICI: sono costituite dallo stesso elemento:

 Intendiamo per sostanze pure anche i gas nobili, perché abbiamo detto rimangono
monoatomici quindi presenteranno per forza le stesse proprietà.
Non fanno legami quindi tenderanno ad essere sempre puri, ovvero rimanere appunto
monoatomici.
 Sostanze costituite da atomi dello stesso elemento, quindi i biatomici oppure lo zolfo S8 e il
Fosforo P4

- SOSTANZE PURE COMPOSTE


Sono costituite da molecole di atomi diversi
Un esempio classico è l’acqua, H2O. Presenta quindi le stesse caratteristiche chimico-fisiche
descritte (punto di ebollizione, fusione ecc)
Ovviamente ci riferiamo all’acqua distillata, perché se così non fosse avrebbe al suo interno dei
Sali.
(Devo fare attenzione perché non sto parlando di “COMPOSTI” ma di sostanze pure composte)
Le sostanze pure non sono separabili con metodi di separazione come filtrazione ecc che
vedremo più avanti

MISCUGLI o MISCELE o COMPOSTI


I composti (da non confondere con “sostanze pure composte”) sono formati da elementi diversi.
Qual è la differenza quindi tra l’acqua distillata e l’acqua di rubinetto che contiene Sali?
Nell’acqua di rubinetto possiamo separare le fasi, ovvero se facciamo evaporare l’acqua
rimarranno i Sali al suo interno.
FASE: Una fase è una porzione omogenea di materia, che presenta stato fisico e
composizione chimica uniformi, mentre altre grandezze (ad esempio temperatura e
pressione) possono essere non uniformi.
Quindi la fase fondamentalmente ci indica una netta separazione.

Quindi i miscugli possono essere separati nei loro componenti tramite trasformazioni
fisiche, mentre le sostanze pure no.
Una miscela è quindi l’insieme di una o più sostanze e ha composizione variabile.
Si distinguono in OMOGENEE ed ETEROGENEE
OMOGENEE o “SOLUZIONI” : sono formate da una sola fase.
Nelle soluzioni omogenee le fasi non sono distinguibili.
Questo vuol dire che ad occhio nudo non posso sapere se sia una miscela o una sostanza pura.

Un esempio è appunto l’acqua di rubinetto che contiene il sale, non la distinguo dall’acqua distillata
se non svolgo prima una filtrazione o se faccio evaporare tutta l’acqua.
Hanno quindi composizione uniforme in tutti i punti, ecco perché “omogenee”
ETEROGENEE
Sono formate da una o più fasi e non sono uniformi.
Esempi:
 Ad esempio in una roccia, che è formata da più minerali, possiamo distinguere porzioni
differenti ad esempio per colorazione, proprio ad indicare il tipo di minerale diverso.
 Oppure se guardiamo l’acqua con l’olio, notiamo la separazione delle fasi.
Anche se immergiamo dei sassi in acqua avremmo una miscela eterogenea.
Se immergessimo dei Sali, invece, sarebbe omogenea dato che non distinguiamo la
differenza.
 Acqua + ghiaccio, vedo tranquillamente la separazione delle fasi

Colloide
Un altro tipo di miscuglio che possiamo avere è il colloide, o sistema colloidale, che è una miscela
in cui una sostanza si trova in uno stato “finemente disperso”, in cui abbiamo due fasi:
1) una fase costituita da una sostanza di dimensioni microscopiche, ovvero che hanno:
diametro compreso tra 88 nm a 1 μm
(Domanda test medicina, devo ricordare che sono inferiori a 1 μm “picometro”)
2) una fase continua disperdente.

Un esempio pratico è il latte in cui ci sono microgocce lipidiche disperse in un solvente che però
non si “dissolvono”.
Infatti se lasciato dopo un po’ noteremo che andranno su formando uno stato di crema.
Un altro esempio di colloide è il sangue.
Infatti nel sangue ci sono sostanze molto piccole disperse perché idrofobiche che però non si
miscelano mai.
Caratteristiche:

 I colloidi hanno infatti la caratteristica di apparire torbidi


 Effetto tyndall: un fenomeno di diffusione della luce dovuto alla presenza di particelle, di
dimensioni comparabili a quelle delle lunghezze d'onda della luce incidente, presenti in
sistemi colloidali, nelle sospensioni o nelle emulsioni.
Nei sistemi colloidali quindi le particelle disperse “disperdono” la luce e quando il raggio le
colpisce

In pratica la luce dovrebbe passare senza essere vista, invece con questo effetto viene
vista ad occhio nudo.
 Moto browniano: invece è il moto incessante e disordinato di piccolissime particelle
sospese in acqua o gas.
 Separabili con metodi di separazione.
Leghe metalliche
Le leghe metalliche sono formate da ferro e altri elementi.
Ad esempio l’Acciaio è una lega formata principalmente da ferro e carbonio.

Sono anche presenti altri elementi come manganese, fosforo, zolfo, silicio ecc
Quindi l’acciaio non è un elemento che colloco sulla tavola periodica, ma un composto,
specificamente una lega, formato da tanti elementi.
Non è quindi la situazione delle sostanze pure composte, come nel caso dell’acqua, dove ogni
molecola d’acqua è uguale ad un’altra e quindi non sono separabili con i metodi, posso al
massimo rompere i legami chimici tra gli idrogeni e l’acqua che è un altro discorso.

I composti invece so che sono separabili


Infatti nell’Acciaio posso portare il mio campione ad es. una barra di Acciaio, ad una temperatura in
cui l’elemento con la temperatura di fusione più bassa si liquefa e gli altri rimangono intatti e così
via.

METODI DI SEPARAZIONE MISCELE

1. FILTRAZIONE:
Ci permette di separare i componenti di una sospensione.

Sospensione: una miscela di sostanze eterogenee, in cui (tipicamente) un componente allo stato.
solido (non solubile), finemente suddiviso, è disperso in un liquido in modo tale da non
sedimentare in tempo breve.
Aerosol: la sospensione è composta da gocce di liquido o da particelle solide disperse in un gas,
Emulsione: se la sospensione è composta da sostanze lipofile disperse in sostanze idrofile
(ACQUA + OLIO)
Come si fa?
Si utilizzano filtri di carta.
Una volta versata la miscela, il componente solido, chiamato residuo, rimane sul filtro, mentre il
liquido passa e va nel recipiente usato.
Filtrazione di miscugli solidi e gassosi
La filtrazione la si può usare per separare particelle solide di varie dimensioni, di miscugli sia solidi
che gassosi.
Ovviamente l’efficacia della separazione dipende dai diametro dei pori del filtro.
Esempio: ho un miscuglio di rocce medie e della sabbia. Entrambi sono elementi solidi.
Posso anche in questo caso utilizzare un filtro che faccia passare la sabbia e trattenga le rocce.
2. LA DISTILLAZIONE
Solitamente è utile per la purificazione dei liquidi.
Fondamentalmente facciamo evaporare alla temperatura di vaporizzazione uno dei due
componenti e poi lo facciamo condensare.
Ci sono due tipi di distillazione

 Distillazione semplice: che serve per separare il solvente da una soluzione che contiene
un soluto, per esempio sale.
Facciamo prima evaporare il solvente quindi il liquido così che rimanga il soluto.

“E’ un po’ il contrario della filtrazione, in cui separiamo il solido con dei filtri”

 Distillazione frazionata: separa due o più liquidi di una soluzione con punti di ebollizione
diversi.
La distillazione frazionata si usa soprattutto nelle raffinerie di petrolio

3. LA CENTRIFUGAZIONE
Usata per separare i componenti di una miscela eterogenea che hanno diversa densità.
La miscela da separare viene messa in una provetta e viene posto in una centrifuga.
Questo macchinario ruotando a velocità tale da fornire un’accelerazione superiore a quella di
gravità, fornisce una forza centrifuga maggiore sul componente più denso, che si depositerà sul
fondo della provetta.
Il liquido meno denso che rimane in superficie potrà essere eliminato per decantazione o con una
pipetta,
In biologia la centrifuga è molto usata per separare le componenti delle cellule viventi.

4. LA DECANTAZIONE
La decantazione permette di separare in modo approssimativo un componente solido o liquido,
disperso in un liquido di diversa densità.
È simile alla centrifugazione, solo che anziché avere l’accelerazione dalla centrifuga che separa i
componenti abbiamo la gravità.
Grazie all’azione della forza di gravità avviene la separazione dei componenti secondo la diversa
densità.
Spesso la decantazione serve a chiarificare un liquido quindi diventa l’operazione che precede la
filtrazione.
Esempio. Faccio sedimentare dei Sali che hanno una densità maggiore rispetto al liquido in cui
sono immersi (solvente) e poi con una pipetta tiro via il solvente lasciando lì sedimentati solo i
soluti.

5. LA CROMATOGRAFIA
La cromatografia è una tecnica che sfrutta la diversa velocità con cui i componenti di una soluzione
trascinati da un fluido, detto fase mobile, migrano su un supporto, detto fase stazionaria.

Abbiamo due tipi di cromatografia e cioè quella su carta e quella su strato.


 Su carta: viene immerso un foglio di carta in un becher che ha il solvente.
Il solvente per capillarità risalirà lungo il foglio di carta e trascina con sé i vari componenti.
E’ detta cromatografia proprio perché ho delle colorazioni diverse in base alla
separazione.

 Nella cromatografia su strato il principio è lo stesso, ma la fase fissa è costituita anziché


dalla carta da uno strato di materiale inerte.
Solitamente si usa silice o allumina o cellulosa.

Altre tecniche che usano gli stessi principi sono:

 la gascromatografia (usa come fase mobile un gas)


 cromatografia ad alta pressione (HPLC) (usa come fase mobile un liquido ad alta
pressione).

6. L’ESTRAZIONE
Si usa quando un componente di un miscuglio è solubile in un liquido(solvente), esso può essere
allontanato dal miscuglio.
Questo avverrà grazie alla capacità del solvente di sciogliere il componente del miscuglio che si
desidera.
(TI BASTA SAPERE QUESTO!)
Per esempio immaginiamo di voler separare due soluti come cromato di potassio e iodio da un
solvente, per esempio acqua. Si usa un imbuto separatore e si aggiunge alla soluzione un
secondo solvente, per esempio trielina, in cui è solubile solo lo iodio.

Si agita e dopo si lascia riposare, si vedrà che si formano due soluzioni distinte contenenti
ciascuna un soluto. Quella con maggiore densità e cioè trielina con iodio si depositeranno sul
fondo dell’imbuto separatore. Aprendo il rubinetto si fanno defluire in due contenitori le due
soluzioni formate, la prima che andrà via è quella con trielina e iodio e poi quella con acqua e
cromato di potassio. Poi si fanno evaporare i due solventi e quindi avremo ottenuto così i due
soluti.

Questo tipo di estrazione con solvente trova applicazione nell’industria farmaceutica.

7. LA CRISTALLIZZAZIONE
La cristallizzazione è un metodo che consente di allontanare da un componente solido piccole
quantità di altre componenti che lo rendono impuro.
Si basa sulla diversa solubilità in un solvente della componente da purificare.
Quindi anche qui io uso un solvente che sciolga il componente da purificare, poi lo vado a filtrare e
ottengo il componente puro.

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