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A livello introduttivo, possiamo affermare che gli atomi dei vari elementi, isolati o più spesso
combinati tra loro rappresentano per la chimica, ciò che le lettere rappresentano per il linguaggio
(es. se prendiamo le lettere n a o s , possiamo comporre o la parola “naso” o la parola “sano”).
Esattamente come le lettere compongono le parole gli atomi compongono le molecole —> Ogni
molecola è identificata non solo dal numero e dal tipo di atomi che la compongono, ma anche dal
modo in cui questi atomi sono legati nella molecola, infatti a partire dall’unione di stessi elementi è
possibile ottenere diversi composti con proprietà completamente differenti
STATO SOLIDO => le particelle di cui è costituita la materia (atomi o altre unità fondamentali)
sono collocate in posizioni più o meno fisse, sebbene particelle vicine possano vibrare o oscillare,
esse sono a stretto contatto l’una con l’altra e non “si scambiano di posto”. Dunque i solidi
possiedono volume e forma definiti. la materia solida può essere cristallina, quando le particelle
costituenti sono disposte secondo strutture ordinate e ripetitive, oppure amorfa, se non si riscontra
una posizione ordinata. Esempi di sostanze solide cristalline sono il sale da cucina e il diamante, la
cui struttura microscopica ordinata è accompagnata, su scala macroscopica, da formazione di
cristalli visibili ad occhio nudo. Esempi di sostanze solide amorfe sono il vero, la plastica, la
gomma ...
STATO LIQUIDO => le particelle costituenti sono ancora soggette a forze di tipo attrattivo, ma
sono al contempo dotate di una certa libertà di movimento. Pertanto i liquidi (come i solidi) hanno
un volume proprio, ma assumono la forma del contenitore che li contiene. Acqua, acetone, mercurio
... sono esempi di sostanze che si presentano allo stato liquido a temperatura ambiente.
STATO AERIFORME => le particelle sono separate e libere di muoversi a velocità elevate. I gas
occupano tutto il volume del contenitore in cui sono contenuti e per tanto ne prendono la forma.
Argon, elio, metano... sono esempi di gas.
Un’altra ulteriore divisione può essere fatta utilizzando questo schema
Ogni campione di materia è una sostanza pura (elemento o composto) o una miscela di sostanze. A
livello molecolare un elemento consiste di atomi di un singolo tipo ed un composto di due o più tipi
di atomi, di solito legati in molecole.
La materia se non si può scomporre con processi fisici è una sostanza pura, se invece si può
scomporre con processi fisici è una miscela.
Una sostanza pura a sua volta se si può decomporre con processi chimici è un composto, se non si
può decomporre è un elemento.
Nelle miscele omogenee atomi e molecole sono mescolati casualmente a livello molecolare.
MISCELE => sono delle porzioni di materia che contengono due o più sostanze e si possono
separare con metodi fisici, e hanno caratteristica di avere composizione variabile (es. acqua e sale:
se sciogliamo il sale nell’acqua non cambiano la loro composizione e si possono separare ad
esempio con l’ebollizione, altro esempio aria miscela di più gas). Le miscele possono essere
ulteriormente divise omogenee se la loro composizione è uniforme o eterogenee. —> (in una
soluzione di acqua e sale è omogenea se il sale è totalmente disciolto nell'acqua, altro esempio di
miscele ricordiamo ad esempio la birra acqua+etanolo ed esse possono avere composizione
variabile... miscele allo stato solido prendono il nome di leghe es. bronzo Cu+Sn) invece nelle
miscele eterogenee ogni parte è diversa dalle altre (es. granito)
=> altri esempi di sostanze eterogenee —> possono essere separate con metodi fisici
SOSTANZE PURE => è una sostanza che ha un rapporto tra i componenti invariabile(es.H2O) e
con proprietà inalterate. Se una sostanza pura si può decomporre con processi chimici e si
parla di composto (2 o + atomi di elementi diversi)—> es. di composti => un composto è
formato da due o più atomi di tipo diverso CaCO3 => carbonato di calcio (componente
principale del calcare) = CaCO3 → CaO + CO2. Un altro es. H2O2 (acqua ossigenata che
può essere separata con processi chimici) le bollicine che si formano quando disinfettiamo la
ferita è dovuto ad un enzima del sangue la catalasi e quindi H2O2 diventa H2O + O , ed è
proprio l’ossigeno a disinfettare. Se una sostanza non si può separare con metodi chimici
parliamo di elementi, possono essere anche 2 o + atomi dello stesso elemento però sempre
sostanze formate da un solo tipo di atomo (es. O2 N2 He, He…).
• Una SOSTANZA (PURA) è una porzione di materia che NON PUÒ essere ulteriormente
suddivisa in sostanze più semplici con mezzi fisici. Presenta composizione e proprietà
fisiche e chimiche (punto di fusione, punto di ebollizione, colore, capacità termica,
conduttività termica ed elettrica, ecc.) invarianti.
• Sono COMPOSTI le sostanze decomponibili per via chimica in altre sostanze (CaCO3 ! CaO +
CO2 oppure H2O2 ! H2O + 1⁄2O2): sono formati da diversi tipi di atomi
• Sono ELEMENTI le sostanze non decomponibili per via chimica in altre sostanze (oro, ferro,
ossigeno, idrogeno): contengono un solo tipo di atomi; gli ELEMENTI possono esistere in
forma atomica ATOMICA (Au, Fe, Hg, Ar) o MOLECOLARE (H2, N2, O2, Cl2, P4,
S8, C60)
• Una MOLECOLA è una sostanza formata da due o più atomi (O2, H2O, emoglobina, glucosio)
PROCESSI DI SEPARAZIONE
METODI FISICI =>Tutti i metodi fisici sono quelli che non comportano una trasformazione, la
composizione della materia rimane la stessa (es. fusione del ghiaccio, evaporazione congelamento,
solidificazione...)
METODI CHIMICI=>Tutti i metodi chimici sono quelli che comportano una trasformazione a
livello chimico, la composizione della materia subisce un cambiamento (es. carta che brucia)
1. Legge di Lavoisier (o della conservazione della massa): “In una reazione chimica la massa
totale si conserva”. —> La somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse
dei prodotti”.
Dimostrazione dal punto di vista macroscopico —> la massa in una reazione sembra non si conservi
perché i prodotto ottenuto sono spesso gas che noi non possiamo vedere, come nel caso della
reazione tra metano (CH4) e ossigeno (O2) che producono anidride Carbonia (CO2) e acqua (H2O),
l’anidride carbonica essendo un gas non è visibile ma è stata dimostrata tramite dei contenuti di
vetro ermetici che dimostravano la presenza di tutti i regnanti e di tutti i prodotti.
Dimostrazione dal punto di vista microscopico —> la materia è fatta di atomi che non cambiano
nelle reazioni, cambiano solo i legami tra loro, il numero degli atomi e la loro natura infatti resta
invariata, perciò la massa si conserva.
2. Legge di Proust (o delle proporzioni definite o della composizione costante, 1799): —> “Un
composto chimico è formato da elementi sempre nella stessa proporzione in peso,
indipendentemente da come sia stato sintetizzato”.
Il rapporto tra le masse degli elementi che costituisco un dato composto è defunto e costante, a
differenza delle masse di una miscela. Un composto infatti segue la legge delle proporzioni definite
e differisce da una miscela (o miscuglio), in cui il rapporto tra gli elementi può assumere qualsiasi
valore.
3. Legge di Dalton (o delle proporzioni multiple): —> “Se due elementi formano più di un
composto, le masse di un elemento combinate con una massa fissa del primo stanno tra loro
come numeri interi piccoli” .
Dalton spiegò i dati, mettendo a confronto la combinazione di uguali elementi in due composti
diversi.
Elementi C ed O
Questo ci fa capire che gli atomi esistono, ed è proprio Dalton a riscoprire l’idea di atomo. Il primo
a parlare di atomo fu Democrito, che senza aver condotto alcun esperimento pensava che la materia
fosse fatta da particelle indivisibili con propria forma e peso parlando di ατομος cioè particella non
divisibile. Dopo Democrito nessuno parlò di atomo fino a Dalton che riprese il concetto, ed è per
questo che lo chiamò così rifacendosi al filosofo greco, ed è appunto Dalton il secondo padre della
teoria atomica.
Oggi sappiamo che queste affermazioni (eccetto l’ultima) non sono rigorosamente vere in
qualsivoglia situazione. In particolare, la seconda non si verifica per molti elementi, i quali possono
dare luogo a diversi isotopi.
ATOMO
Un atomo è un oggetto fatto da particelle più piccole che prendono il nome di particelle
subatomiche che sono protoni, neutroni ed elettroni .
Un atomo è formato da un nucleo molto piccolo che contiene neutroni e protoni, mentre gli elettroni
orbitano attorno ad esso ad una distanza molto grande (per capire le dimensioni reali si pensi ad uno
stadio con un pallone che rappresenta il nucleo e gli elettroni orbiterebbero sugli spalti).
• neutrone / (0)
In un atomo neutro (quelli della tavola periodica) protoni ed elettroni sono nello stesso numero, cioè
sono bilanciati e non c’è un eccesso di carica, perché in natura tutto tende alla neutralità quindi
hanno stesso valore ma segno opposto.
Quella dell’elettrone è la carica più piccola presente in natura. Il neutrone invece non ha carica.
Le masse di protoni e neutroni sono più o meno simili, mentre l'elettrone ha una massa molto
diversa, facendo il rapporto tra la massa del protone e quella dell’elettrone otteniamo che il peso del
protone è ci circa 2000 volte maggiore rispetto al peso dell’elettrone e in termini pratici significa
che tutta la massa è nel nucleo, mentre gli elettroni che ruotano non contribuiscono alla massa.
La maggior parte dell’atomo è vuota perché il nucleo è molto piccolo e gli elettroni ruotano ad un
grande distanza da esso.
Se guardiamo la tavola periodica il numero nella casella in cui si trovano gli elementi indica il
numero atomico Z (numero di protoni nel nucleo) ed è la caratteristica principale di ciascun, è una
sorta di “codice fiscale” dell’elemento.
Il numero di protoni nel nucleo rimane sempre lo stesso, se no si passa da un elemento all’altro.
Per gli elementi neutri come quelli contenuti nella tavola periodica il numero di protoni è uguale a
quello degli elettroni (es. l’H ha 1 protone nel nucleo ed 1 elettrone che gli orbita intorno).
NUMERO DI MASSA (A) —> somma del n. di protoni e neutroni nel nucleo
n. di neutroni = A - Z
ISOTOPI
Atomi con lo stesso numero atomico, ma con differente numero di massa prendono il nome di
isotopi. Per indicarlo dico il nome dell’elemento è il numero di massa : ex. carbonio 12, carbonio
13…
Isotopi dell’idrogeno
Assumono nomi diversi a seconda del numero di massa, ma l’elemento è sempre l’idrogeno. La
differenza sta nel peso.
Un atomo può perdere o acquistare elettroni, non cambia mai il numero di protoni, ma gli elettroni
che ruotano intorno possono essere persi o acquistati, e in questo caso si parla di ioni.
Il problema di un chimico quando ad esempio pesa del carbonio è non può sapere di che tipo di
carbonio si tratti (12C 13C 14C) , quindi quando in natura sono presenti i vari isotopi di uno stesso
elemento si determina la sua abbondanza percentuale, cioè quanto in natura è presente, attraverso un
metodo chimico che si chiama spettrometria di massa = strumento: spettrometro di massa.
12
C = 98,9 % —> + stabile, + abbondante
13
C = 1,11 % —> - stabile e - abbondante del 12C
14
C = 10 alla -12 —> trascurabile
• Dunque il 12C è quello più presente in natura con quasi il 90% di abbondanza, abbiamo poi il 13C
con ~ 1%, mentre il 14C è presente in minima quantità (quindi può essere trascurato)
L'obiettivo di un chimico è sapere quanto pesano gli atomi che si stanno studiando, non basta però
sommare la massa di protoni e neutroni, ma dobbiamo usare una scala di masse atomiche relative.
Come riferimento della scala di masse atomiche relative si è deciso di utilizzare l’isotopo del 12C e
di dare la massa esatta di 12.000 uma (si può indicare come uma, u , D), tutte le altre lunghezze
sono però relative.
Se tutte queste cose sono vere, quando faccio l’analisi con lo spettrometro di massa trovo che
quando noi pesiamo ad esempio la punta di una matita polverizzata abbiamo 12C e 13C e non
possiamo separarle, quindi devo considerare anche la loro abbondanza , quindi devo fare una media
ponderata per ottenere la massa atomica del C.
(98.89\100) · 12.000 u + (1.11\100) · 13.0034 u = 12.011 u —> faccio una media ponderata per
ottenere la massa atomica media dell’elemento.
Guardando sulla TP nella casella del C sopra il simbolo leggiamo appunto 12.011 che è la massa
media degli atomi di carbonio (trascuriamo il 14C perché è presente in minima quantità) la massa si
avvicina più a 12.000 perché le quantità di 12C sono maggiori rispetto a quelli del 13C
L’unità di massa atomica è pari a 1\12 della massa di 12C che equivale a 1,6605 · 10-24 g = 1,6605 ·
10-27 kg se utilizziamo la scala di massa atomica anche elettrone, neutrone e protone hanno quella
massa e siccome sappiamo questa massa, possiamo utilizzare l’uma.
LA MOLE
Abbiamo visto quanto pesa un atomo e il più piccolo, quello di H pesa 1,67· 10-27 kg, quindi pesa
pochissimo e questo diventa un problema per i chimici poiché non esiste una bilancia così precisa,
per arrivare ad un numero che è possibile pesare, dobbiamo utilizzare un numero molto grande ,
ossia la mole.
La mole è l’unità di misura del SI che indica la quantità di sostanza che contiene lo stesso numero
di specie elementari (atomi, ioni,molecole...) contenuti in 12 g di 12C.
23
Questo valore equivale ad una mole ed è pari a 6,022·10 è un numero molto grande e viene detto
numero di Avogadro.
23 -1
La costante corrispondente è la costante di Avogadro NA che è pari a 6,022·10 mol
questo significa che e ci sono 6.022·1023 oggetti (senza unità di misura) per ogni mole.
La mole è l’unità di misura del Sistema Internazionale per la quantità di sostanza (indicata con
l’abbreviazione mol)
Quando parliamo di moli non dobbiamo parlare per forza di atomi, ma di un numero di oggetti (es.
una mole di matite o una mole di arance) per passare
- da mole a oggetti —> basta moltiplicare per 6.022·1023 = ex: 1 mol x 6.022·1023 mol-1
- da oggetti a mole —> basta dividere per 6.022·1023 = ex. 5 oggetti / 6.022·1023 mol-1
MASSA MOLARE
tra 𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑖 / 𝑚𝑜𝑙𝑒—> questo vuol dire che 1 mole pesa i grammi espressi
La massa molare (M) o peso molare indica il peso di una mole e la sua unità di misura è il rapporto
Essa equivale alla massa molecolare o atomica (o peso molecolare o atomico) espressa in grammi.
- M(C) = 12.011 g/mol —> stesso valore del peso atomico che vediamo espresso nella tavola
periodica ma espresso in grammi
- 1 atomo di idrogeno pesa 1,00794 u —> 1 mole di atomi di idrogeno pesa 1, 000794 g/mol
La FORMULA MINIMA (o EMPIRICA) indica il rapporto con cui gli atomi sono presenti in un
composto
La FORMULA MOLECOLARE (o BRUTA) è basata sulla molecola reale del composto in
considerazione
La FORMULA DI STRUTTURA mostra l’ordine con cui gli atomi sono legati fra loro
Un composto molecolare è formato da unità discrete (le molecole) in cui gli atomi sono tenuti
insieme da legami covalenti.
Formule di struttura
La combinazione di un non-metallo (a destra della tavola periodica, per es. F e Cl) con un metallo (a
sinistra della tavola periodica, per es. Na e Ca) dà in genere un composto ionico (formato da ioni
positivi e negativi).
+ –
Il rapporto tra ioni Na e Cl in NaCl è rispettivamente1:1 e 1:2, ma non esistono molecole discrete
Perciò, NaCl viene spesso chiamate unità di formula, in quanto con la formula NaCl non viene
+ –
indicata la molecola, ma solo il rapporto con cui gli ioni Na e Cl sono presenti in una struttura
tridimensionale molto grande.
H2O significa che una molecola di acqua è formata da due atomi di H e uno di O (non è importante
sapere come sono legati)
H2SO4 significa che una molecola di acido solforico è formata da due atomi di H, uno di S e
quattro di O
Dalla composizione percentuale alla formula molecolare
6. Calcolare la massa corrispondente ala formula minima, moltiplicando gli indici ottenuti con le
m.atomiche di ciascun elemento e sommandole tra loro
7. Fare il rapporto tra la massa molare e e la massa della formula minima ottenuta e verificare il
rapporto
8. Pertanto, la formula molecolare può essere ottenuta moltiplicando per il numero del rapporto tutti
gli indici della formula minima
Questa viene confrontata con quella calcolata dalla formula ipotizzata per il composto in fase di
studio
• Si stabilisce la massa molare del composto, tenendo conto del contributo di ogni elemento alla
massa molare
Le reazioni chimiche
Una reazione chimica è un processo in cui una serie di sostanze (dette reagenti) viene convertita in
altre sostanza (dette prodotti).
Spesso si indica lo stato fisico delle sostanza con dei simboli tra parentesi: (g) gas; (l) liquido; (s)
solido; (aq) soluzione acquosa.
La freccia singola vuol dire che la reazione procede totalmente verso destra, cioè che i reagenti si
convertono completamente nei prodotti
Una reazione va bilanciata in modo che membri di destra siano uguali a quelli di sinistra, perciò si
usano dei coefficienti stechiometrici in modo che i reagenti siano uguali ai prodotti in quanto
bisogna rispettare la legge della conservazione della massa di Lavoisier. —> Quando la reazione è
bilanciata si potrà parlare di equazione chimica
I coefficienti stechiometrici indicano il rapporto sia tra le molecole (p. di vista microscopico) sia tra
le moli (p. di vista macroscopico) che reagiscono e quelle che sono prodotte.
La doppia freccia significa che i reagenti sono esattamente uguali ai prodotti, quindi io posso
leggere la reazione sia da destra che da sinistra = si dice infatti che la reazione sia “all’equilibrio”
Bilanciamenti
Nel caso compaiano specie ioniche in un’equazione chimica il numero di cariche nel membro di
sinistra deve essere uguale a quello nel membro di destra
1. Bilanciare per primo l’elemento che compare solo in un composto nelle due parti
dell’equazione.
2. Quando uno dei reagenti o dei prodotti esiste come elemento libero, bilanciare questo elemento
per ultimo.
3. È possibile usare come coefficienti sia numeri interi che frazionari se ragionammo in moli
4. I coefficienti frazionari possono essere eliminati moltiplicando tutti i coefficienti per un
moltiplicatore comune
5. DEVE ESSERE BILANCIATA SEMPRE ANCHE LA CARICA !!!!!
Reazioni acido-base:
HCl + NaOH —> NaCl + H O
2
Reazioni di ossido-riduzione:
CH + O —> CO + 2H O
4 2 2 2
Reazioni di decomposizione
In una reazione di decomposizione una sostanza decompone dividendosi in due o più sostanze
Reazioni di combustione
Le reazioni di combustione sono generalmente reazioni rapide che producono una fiamma e calore.
Spesso coinvolgono idrocarburi che reagiscono con l’ossigeno dell’aria
Spesso le condizioni di reazione vengono scritte sopra o sotto la freccia di reazione: La lettera greca
Δ (delta) significa che è richiesta un’alta temperatura —> presenza di catalizzatori
MOLI DI REAGENTI E PRODOTTI
Reagente limitante
In una reazione chimica, si definisce reagente limitante il reagente il cui esaurimento impedisce alla
reazione di proseguire fino al completamento (cioè fino alla totale scomparsa dei reagenti), da cui
emergono i reagenti eccesso.
In altre parole un reagente è limitante se è presente nella miscela di reazione in quantità minore
rispetto all’altro reagente/reagenti e al rapporto stechiometrico.
Non tutte le reazioni avvengono in quantità stechiometriche, ma ci saranno dei reagenti in eccesso e
dei reagenti in difetto, ossia limitanti —> il valore più basso in una reazione sarà il reagente
limitante, ottenuto dividendo il coefficiente stechiometrico dell’elemento con la quantità.
2C + O2 —> 2CO (200 mol di C e 200 mol di O)
2 : 1
200 mol di C : 100 mol di O —> qua mantengo il valore di C —> il REAGENTE LIMITANTE
è il carbonio, quello IN ECCESSO è l’ossigeno
400 mol di C : 200 mol di O —> qua mantengo di valore di O = mi rendo conto che non ho a
disposizione 400 mol di C quindi questa opzione non va bene
In una reazione chimica la quantità calcolata di un prodotto, sulla base della stechiometria della
reazione, si dice resa teorica della reazione. Se la reazione si svolgesse bene infatti la resa sarebbe
del 100% e quella sarebbe la resa teorica, ossia ciò che mi aspetto di trovare. In una reazione però
non può mai essere così perciò si parla di resa reale, ossi la quantità di un prodotto ottenuta in realtà
dalla reazione
• Quando la resa reale è uguale a quella teorica (100%) la reazione viene detta quantitativa
• Inoltre, se si verifica la reazione inversa (reazione di equilibrio), la resa reale è sempre inferiore di
quella teorica.
● Nel 1803 Dalton, rifacendosi agli studi dei filosofi greci immaginava l’atomo come
una sfera
● Nel 1911 Rutherford scoprì l’esistenza del nucleo, fece degli esperimenti che dimostravano che
la carica positiva e la massa dell’atomo erano concentrati in un volume molto piccolo, che chiamò
nucleo (dal latino noce), poi gli elettroni ruotavano molto lontano dal nucleo. Questo modello che
fu chiamato “modello a planetario”, aveva dei problemi di stabilità, che furono superati dal
modello di Bohr nel 1913.
Passiamo ad una reazione chimica, che ha a che fare con l’acqua che scende per due cose:
In una reazione l’energia potenziale si trasforma in energia termica. La differenza di energia tra i
reagenti e i prodotti si trasforma in calore e la reazione raggiunge stabilità nel momento in cui
l’energia potenziale e il calore si abbassano.
● Quando ho a che fare con l’atomo invece ho bisogno di un innesco. Immaginiamo di avere un
atomo con un elettrone che ruota attorno al nucleo, sappiamo che la maggiore stabilità si ha
quando l’elettrone è vicino al nucleo perché sente maggiormente l’attrazione. Quando do
l’innesco faccio si che l’elettrone salti da un’orbita ad un’altra più lontana, quindi l’elettrone
risulta essere meno stabile. In questa fase, data la differenza di energia che c’è tra l’orbita più
interna + stabile e quella più esterna - stabile viene prodotta energia elettromagnetica e quindi
luce e calore —> Tutti i sistemi tendono ad andare verso livelli minimi di energia potenziale dove
si raggiunge una maggiore stabilità e in questa fase ci sono delle trasformazioni energetiche.
MODELLO DI BOHR
Bohr propose due regole fondamentali (postulati) (perché il modello si regge su queste leggi):
1. L’elettrone si muove attorno al nucleo solo su determinate orbite circolari (anche se sappiamo che
non è così) a ciascuna delle quali corrisponde un valore costante e ben determinato dell’energia e
quando si trova in questa fase si dice che sia in uno stato stabile, stato stazionario, (non assorbe né
emette energia)
2. Gli elettroni possono "saltare" da uno stato stazionario ad un altro per interazione con la
radiazione elettromagnetica (transizioni elettroniche), assorbendo o emettendo quantità fisse di
energia (quanti)
- Nel sistema solare, un pianeta può trovarsi in qualsiasi orbita, invece in un atomo questo non è
vero, in quanto sono possibili solo alcune orbite, le orbite sono discontinue e variano a salti,
dunque l’energia emessa o assorbita non è continua ma è discontinua, questi “salti” prendono il
nome di quanti —> L’energia, come la materia, non è divisibile all’infinito ma solo fino ad una
quantità minima ben definita detta quanto e secondo la scienza quantistica, l’energia viene
acquistata o ceduta solo in quanti o in multipli di essi.
- La relazione tra la differenza di energia delle orbite e il colore che io vedo è pari a :
viene eccitato, l’elettrone ritorna da uno stato eccitato (ad energia 𝐸2) allo stato fondamentale (ad
∆𝐸=𝐸2 −𝐸1 = hν = hc/λ —> Nel 1913 Niels Bohr ipotizzò che, quando un atomo di idrogeno
• Nella prima formula ∆𝐸 = hν : h è costante di Planck, ha un valore pari a 6. 6 · 10−34 𝑗\𝑠 (questa
costante regola il funzionamento dell’atomo) e ν è la frequenza.
• Nella seconda formula che è un diverso modo di esprimere la prima ∆𝐸 = hc/λ: h è costante di
Ogni elemento, quando i propri livelli energetici che corrispondono alle orbite possibili, emetterà
una diversa energia con una diversa lunghezza d’onda a cui corrisponde un diverso colore. Ogni
atomo emette le sue colorazioni perché ogni atomo ha le sue lunghezze d’onda e il fatto che
vengano emessi solo determinato colori è perché l’energia è discontinua.
GAS CALDO —> il gas caldo fornisce calore dunque l’elettrone va dalle orbite esterne a quelle
interne EMETTENDO energia nello spettro continuo.
GAS FREDDO —> con il gas freddo l’elettrone salta dalle orbite interne a quelle esterne
ASSORBENDO energia.
Ogni elemento possiede uno spettro a righe caratteristico (impronta digitale atomica)
Un’onda elettromagnetica è caratterizzata dalla lunghezza d’onda (λ) e dalla frequenza (ν)
La lunghezza d’onda λ rappresenta la distanza che intercorre tra due massimi successivi ed è
misurata in metri o nei suoi sottomultipli (per esempio, nm 10 alla -9 m)
La frequenza ν è il numero di onde che passano in un certo punto in un secondo ed è misurata in
-1 -1
(n° onde / secondi) s o Hertz (s = Hz)
Se la differenza di energia tra due livelli E2 e E1 è ΔE, la lunghezza d’onda l emessa è: λ = hc /ΔE
Quantizzazione dell’energia
L’energia a livello atomico è discontinua, possiamo prendere solo pacchetti di energia detti quanti di
energia, a ciascuno dei quali è associata una determinata energia pari alla formula E = hν. Nella
𝑗\𝑠
vita comune non ci accorgiamo che l’energia è discontinua perché i quanti sono piccolissimi dati
−34
dalla costante di Plunk 6. 6 · 10
DUNQUE…
• Dopo l’eccitazione l’elettrone tenderà a ritornare verso le orbite interne, in quanto è attratto dal
nucleo mettendo energia. L’energia è riemessa sotto forma di radiazione elettromagnetica
• Non dà alcuna informazione sulle energie degli atomi non idrogenoidi, ossia gli atomi degli
elementi con più di un elettrone —> De Broglie qualche anno dopo propose di estendere
all’elettrone il modello onda-particella che era stato dimostrato per la luce che ha una natura
ondulatoria e una natura particellare (per spiegare il fenomeno del fotoelettrico).
Due anni dopo l'ipotesi di de Broglie, nel 1926, Erwin Schrödinger formulava la sua celebre
equazione, mai abbandonata per il calcolo delle proprietà degli atomi e delle molecole, gettando
così le basi della meccanica quantistica
La base di questa teoria era che l’elettrone può essere descritto come fosse un’onda!
Per questa regione, l’equazione è chiamata equazione d’onda
Risolvendo l’equazione per un sistema microscopico si trova una funzione (d’onda) ψ = (x,y,z) —>
le tre coordinate spazialo, che costituisce una descrizione completa del sistema, dato che tutti i suoi
parametri (come l’energia), sono deducibili da essa, abbiamo infatti delle informazioni sull’energia
e dove si trovi nello spazio. Queste zone dello spazio che occupano gli elettroni, non si chiamano
più orbite, come nel modello di Bohr, ma prendono il nome di orbitali, perché l’elettrone è
diventato un’onda e non si può più posizionare esattamente. —> L’orbita viene quindi sostituita dal
concetto di orbitale dove l’elettrone non è più una particella ma un’onda.
Questa equazione si risolve assegnando dei valori ben precisi a dei numeri interi, che vengono
indicati con tre lettere, n,l,m, i numeri quantici, perché hanno a che fare con la quantizzazione
dell’energia
● n => (numero quantico principale): è in relazione con la distanza (r) dell’elettrone dal nucleo e,
quindi, con la sua energia. Ha a che fare con il suo stato stazionario.
L’energia degli orbitali, dipende dai primi due numeri quantici, invece il valore di m non ha a che
fare con l’energia.
Ogni livello energetico, si indica con una coppia di numeri quantici (nl), mentre n conserva il suo
valore energetico, l invece diventa una lettera che corrisponde ad un valore di n, quindi ogni stato
stazionario viene indicato con un numero e una lettera.
• n=1 l= 0 m=0 1s
l= 0: hanno tutti la stessa forma perché l definisce la forma ed è sempre sferica, 1s, 2s, 3s… li
differenzia solo la grandezza dell’orbitale.
Da m invece dipende l’orientazione che nel caso dell’orbitale di tipo s è sempre una in quanto m=0
quindi ha solo un’orientazione.
• n= 2 l=0 m=0 2s
l=1 m= -1, 0, +1 2p
L’orbitale p ha una forma diversa con 3 orientazioni possibili dal momento che m= -1, 0, +1, sono
quindi 3 orbitali con stessa energia ma diversa forma.
l=1 m= -1, 0, +1 3p
L’orbitale d ha una forma diversa con 5 orientazioni possibili dal momento che m= -2, -1, 0, +1, +2
• Un dato valore di n caratterizza un livello (o stato) energetico, da esso dipende la distanza dal
nucleo
- Ogni volta che n sale di 1 compare un nuovo orbitale che cresce con periodicità
n= 1 —> 1s
n= 2 —> 2s, 2p
La funzione d’onda ψ, ossia quella che risolve l’equazione di S. è che il suo quadrato 1s(r,!,!) e
2
il suo quadrato ψ rappresenta la probabilità di trovare l’elettrone in un punto dello spazio.
–10
r =0.529!10 m=0.529Å (raggio di Bohr) —> distanza più probabile per S. , per Bohr era invece
la distanza unica.
Per elementi con NUMERO ATOMICO Z > 1, gli orbitali corrispondenti ad uno stesso valore di n
non sono più degeneri, cioè non hanno più la stessa energia, ma l’ordine di energia è: —> s< p < d
(Si perde la degenerazione orbitalica!!
- Gli elettroni nei livelli s stanno in media più vicino al nucleo e questo li stabilizza rispetto a quelli
nei livelli p e d, questo infattu può causare delle inversioni tra livelli con diverso valore di n (per
esempio, 4s e 3d)!!
• L’elettrone si comporta come una sfera che ruota attorno al proprio asse in senso orario e
antiorario
All’elettrone viene associato quindi un ulteriore numero quantico di spin (ms) che può avere
solo due valori -1/2 e +1/2. I due valori di ms si rappresentano con una freccetta verso l’alto o
verso il basso. —> In ogni orbitale possono essere ospitati solo due elettroni con spin
antiparallelo
Il principio di costruzione della configurazione elettronica con la minima energia per un atomo si
dice Aufbau
• Principio di minima energia: allo stato fondamentale, l’elettrone occupa il livello (cioè l’orbitale
disponibile) che ha la minima energia
• Regola di Hund: due o più elettroni occupano il maggior numero possibile di orbitali con la stessa
energia (orbitali degeneri) assumendo lo stesso numero quantico di spin per una disposizione a
spin paralleli