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CHIMICA

1. Le origini della chimica

I primi a porsi domande sulla natura della materia e a elaborare teorie scientifiche furono i filosofi greci (i
filosofi della natura, Democrito Aristotele).

Antenata della chimica è l’alchimia, disciplina nata in età ellenistica ma che vide il suo splendore nel
Medioevo.

La chimica si costituì come disciplina scientifica in tempi relativamente recenti ma, come insieme di
tecniche e di attività indirizzate alla estrazione e alla trasformazione della materia, essa ha una storia molto
antica che si confonde con le origini stesse dell’uomo.

Si ritiene che questa disciplina sia iniziata quando l’uomo ha imparato ad utilizzare il fuoco per estrarre i
metalli dai loro minerali, per associarli in leghe, per produrre vetro, per cuocere l’argilla al fine di ottenere
mattoni e vasellame e per arrostire la selvaggina con lo scopo di renderla più saporita e meglio digeribile.
Successivamente, con lo sviluppo dell’economia agricola, comparvero e si affermarono nuove attività
artigianali come la preparazione di bevande alcoliche e infusi con proprietà curative o coloranti.

La lontana origine della chimica è dimostrata anche dalla etimologia del termine khemeia che secondo
alcuni deriva dalla parola egiziana Kham che significa “nero”, con allusione al colore scuro del fertile suolo
dell’Egitto, dal quale si pensava provenissero le conoscenze naturali più remote: l’espressione potrebbe
quindi significare “arte della terra d’Egitto”. Un’altra teoria afferma che khemeiaderiva dall’Arabo al-
Kimiya dove al ha la funzione di articolo determinativo, mentre Kimiya dovrebbe intendersi come arte di
fare leghe metalliche o, in alternativa, arte di trattare i succhi vegetali. E ciò perché quel termine rimanda
ad una parola che noi traduciamo con “liquido”: i succhi sono liquidi e le leghe si ottengono dalla fusione di
due o più metalli. Ora però, qualsiasi sia il significato che si intende attribuire a khemeia, è certo che con
l’aggiunta dell’articolo arabo al si perviene alla parola “alchimia” e ciò fa ricordare i contributi arabi a
questa pseudoscienza che pretendeva di trasformare in oro i metalli vili, mentre se si esclude l’articolo
determinativo si ottiene la parola “chimica” ossia la scienza che con metodo sperimentale studia le
proprietà, la composizione, la preparazione e le trasformazioni profonde e permanenti della materia.

1.1 L’importanza della chimica

La chimica opera nel campo della MATERIA, ovvero «di tutto ciò che esiste nell’universo, che occupa uno
spazio e che è percepibile ai nostri sensi».

La materia si presenta differenziata in moltissime SOSTANZE: Una data quantità di materia, caratterizzata
da proprietà definite, la cui composizione è ben determinata ed uguale in qualsiasi punto della massa.

Sostanze come acqua, ferro, zucchero ecc.. Appaiono come qualcosa di estremamente dinamico, e sono
soggette a tantissime trasformazioni e vari fenomeni, cioè modifiche delle proprietà della materia.

2. Le proprietà delle sostanze

PROPRIETA’ FISICHE: vi corrispondono caratteristiche come colore, densità, punto di fusione,


conducibilità elettrica o di calore, solubilità e lo stato fisico.

PROPRIETA’ CHIMICHE: capacità di una sostanza di reagire con altre sostanze.

3. Le trasformazioni delle sostanze


TRASFORMAZIONI FISICHE: questo tipo di trasformazioni non altera la composizione chimica di una
sostanza, ma comporta solo una sua variazione di forma, volume o stato fisico.

TRASFORMAZIONE CHIMICA: comporta una variazione della composizione della sostanza. Essa è
accompagnata dalla scomparsa o dalla formazione di un solido, da un cambiamento del colore o
dell’aspetto fisico, dalla formazione di bollicine gassose o di luce.

4. I sistemi di misura

Le grandezze che si possono misurare sono dette grandezze fisiche:

Il sistema metrico venne istituito in Francia, prevede 4 grandezze fondamentali: lunghezza, massa, volume,
tempo.

Successivamente fu istituito un sistema di misura molto molto più ampio e sofisticato, il Sistema
Internazionale (SI). Questo prevede 7 grandezze fondamentali, e numerose grandezze da esse derivate.

Dalle grandezze fondamentali si ricavano le grandezze derivate.

Ogni grandezza fondamentale ha una sua unità di misura la cui combinazione fornisce le unità di misura
delle grandezze derivate.
4.1 lunghezza

La lunghezza indica la distanza geometrica tra due punti e serve a misurare le dimensioni lineari dei corpi.

Unità di misura: METRO (m), sia nel sistema metrico che nel SI

Grandezze derivate: SUPERFICIE (misura l’estensione superficiale) e VOLUME (misura l’estensione spaziale
dei corpi).

4.2 La massa

La massa è una grandezza fisica legata alla quantità di materia contenuta in un corpo che non dipende dalle
particolari condizioni in cui essi si trovano.

Unità di misura: GRAMMO (g), nel sistema metrico

KILOGRAMMO (kg), nel SI.

4.3 È una grandezza fisica DERIVATA data dal rapporto tra massa e volume di un corpo.

La densità è una grandezza intensiva, che non dipende cioè dalla quantità di materia presa in
considerazione.

Le grandezze estensive, invece, dipendono dalle dimensioni del campione.

Es. lunghezza volume e massa!!

4.4 La temperatura

È la grandezza fisica che indica lo stato termico di un corpo.

Le scale termometriche utilizzate sono:


-SCALA CELSIUS (o scala centigrada)

-SCALA KELVIN (usata nel SI)

- SCALA FAHRENHEIT

5. La materia e gli stati fisici

La materia ha sempre un PESO ed una MASSA che occupa un certo spazio o un certo volume:

 SOLIDO
 LIQUIDO
 AERIFORME

CARATTERISTICHE DELLO STATO SOLIDO:

-forma definita

-volume definito

-incomprimibile

CARATTERISTICHE DELLO STATO LIQUIDO:

-assume la forma del recipiente che lo contiene

-volume definito

-incomprimibile

CARATTERISTICHE DELLO STATO AERIFORME

-volume variabile (recipiente)

-assume la forma del recipiente che lo contiene

-comprimibile

6. I passaggi di stato

La materia possiede un’altra importante proprietà che è quella di poter trasformare il suo stato fisico se
sottoposto a variazioni di temperatura e/o di pressione.

Queste trasformazioni, da uno stato fisico all’altro, vengono comunemente chiamate PASSAGGI DI STATO.

FUSIONE: da solido a liquido

SOLIDIFICAZIONE: da liquido a solido

EVAPORAZIONE: da liquido a aeriforme

CONDENSAZIONE: da aeriforme a liquido

SUBLIMAZIONE: da solido a aeriforme

BRINAMENTO: da aeriforme a solido


7. Sostanze pure e miscugli

La materia può essere distinta in:

-sostanze pure

-miscugli

Se una sostanza si presenta costituita chimicamente da un solo componente, abbiamo una sostanza pura.

Esempio l’argento e l’oro!

Una SOSTANZA PURA a sua volta può essere un elemento, o un composto.

ELEMENTO: Nessuna trasformazione è in grado di scomporlo in sostanze più semplici

COMPOSTO: Attraverso opportune trasformazioni può essere scomposto in più elementi.

I miscugli hanno composizione chimica variabile:

MISCUGLIO OMOGENEO (soluzione):

Insieme di due o più sostanze pure le cui proprietà rimangono costanti in ogni parte del campione.

(soluzione)

MISCUGLIO ETEROGENEO:

Formato da più fasi visibili e distinguibili anche ad occhio nudo.

È possibile separare i singoli componenti mediante metodi di separazione

8. SOLUZIONI COLLOIDALI
Tra i miscugli omogenei ed eterogenei ci sono le soluzioni colloidali, cioè soluzioni opalescenti, omogenee
come le soluzioni, ma hanno particelle più grandi (o aggregati di più particelle) che si disperdono nel
solvente.

Sono bifasiche: una fase può essere liquida solida o gassosa, che di disperde in un’altra fase (liquida o
gassosa) definita fase disperdente.

In cosmetologia, esempi di soluzioni colloidali sono: shampoo, maschere gel per capelli (ma ovviamente
dipende sempre dalla formulazione del prodotto cosmetico!)

9. SOLUZIONI E SOSPENSIONI SPRAY

-Cosa sono gli spray?

Sono prodotti pressurizzati che permettono di nebulizzare soluzioni o sospensioni in forma di piccolissime
particelle.

-Come funzionano?

Il gas nella bomboletta, compresso fino a raggiungere lo stato liquido, nel momento in cui avviene la
pressione sull’erogatore della bomboletta, fuoriesce insieme al liquido con il quale è stato miscelato.
Quando fuoriesce, la parte gassosa si dissolve nell’aria e si separa così dalla parte liquida.

10. SOLUZIONI

Si definisce soluzione la dispersione omogenea, in diversi rapporti, di due o più specie chimiche che non
possono essere distinguibili visivamente.

I componenti di una soluzione sono:

-SOLVENTE: è il mezzo disperdente, presente nelle soluzioni in quantità maggiore

-SOLUTO: il componente che si disperde nel solvente, presente in quantità minore

SOLUZIONI LIQUIDE: Quando soluto e solvente si trovano allo stato liquido, viene considerato soluto il
componente che si trova in quantità minore, e solvente quello che si trova in quantità maggiore.

Se entrambi hanno più o meno la stessa quantità, si parla di liquidi che hanno la stessa miscibilità.

Due solventi che si sciolgono completamente l’uno nell’altro si dicono MISCIBILI. (es. acqua ed etanolo)

Due solventi che miscelati insieme, si separano in due fasi liquide facilmente distinguibili sono dette
IMMISCIBILI. (es. olio e acqua)

SOLUZIONI GASSOSE: Gas in soluzione: si ottengono sciogliendo un soluto gassoso in un solvente liquido.

Es. bevande frizzanti

SOLUZIONI SOLIDE: Si ottengono sciogliendo un soluto SOLIDO in un solvente LIQUIDO.

Es. Sale e acqua

PROCESSO DI SOLUBILIZZAZIONE
In questo processo, il soluto, deve abbandonare il suo stato di aggregazione per consentire alle particelle
che lo costituiscono di disperdersi liberamente tra le molecole del solvente.

11. SOLUBILITA’

Si definisce solubilità la quantità massima, espressa in grammi, di un soluto che può sciogliersi in 100 g di
un determinato solvente, ad una data temperatura.

Una soluzione che contiene disciolta la massima quantità possibile di soluto è detta SATURA. (Si può
formare un CORPO DI FONDO).

Se la concentrazione della soluzione è inferiore alla sua solubilità massima la soluzione è INSATURA.

In alcune condizioni è possibile eccedere la solubilità massima di una soluzione ottenendo una soluzione
SOVRASSATURA.

12. CONCENTRAZIONE-DILUIZIONE

Il parametro che caratterizza una soluzione è la sua concentrazione, o titolo, che esprime in che rapporto
stanno il soluto e il solvente.

Una soluzione a una determinata concentrazione può essere anche preparata per diluizione di una
soluzione più concentrata.

13. PRINCIPALI TECNICHE DI SEPARAZIONE

Ogni miscuglio può essere può essere scomposto grazie a particolari e specifiche tecniche di separazione, la
cui scelta dipende dal tipo di miscuglio e dalle proprietà fisiche dei componenti.

FILTRAZIONE: è la tecnica che si utilizza per separare i componenti solidi da miscugli liquidi o gassosi per
mezzo di filtri.

CENTRIFUGAZIONE: si effettua per separazione di miscugli eterogenei contenti particelle solide o liquide
molto piccole di diversa densità.

ESTRAZIONE CON SOLVENTE: viene utilizzata per trasferire un composto da una fase liquida ad un’altra fase
liquida.

DISTILLAZIONE: è la tecnica che consente di separare i composti liquidi di un miscuglio sfruttando la loro
diversa temperatura di ebollizione.

CROMATOGRAFIA: si basa sulla facilità con cui molte miscele liquide scorrono su un materiale solido.

14. LA TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI


La moderna tavola periodica è organizzata in:

7 periodi (righe orizzontali)

8 gruppi (colonne verticali)

Le proprietà fisiche e chimiche degli elementi appartenenti ad una stessa riga (periodo) variano con
gradualità.

Gli elementi che hanno proprietà simili appartengono ad una stessa colonna (gruppo).

L’ VIII gruppo è quello dei gas nobili

METALLI: sono tutti quegli elementi che si presentano di aspetto lucente e che sono buoni conduttori di
calore e corrente elettrica. Sono i più numerosi tra gli elementi, sono generalmente solidi a temperatura e
pressione ambiente, sono duttili (riducibili a fili sottili e pieghevoli) e malleabili (sono riducibili a lamine).

NON METALLI: elementi dalle caratteristiche opposte a quelle dei metalli, e sono cattivi conduttori di
corrente ed elettricità. Il loro stato fisico varia da aeriforme, come l’azoto e l’ossigeno, a quello solido come
lo zolfo.

SEMIMETALLI: elementi che hanno caratteristiche intermedie a quelle dei metalli e dei non metalli
15. ATOMO

L’unità strutturale di un elemento è l’atomo, ossia la più piccola parte di un elemento.

È la più piccola quantità di un elemento che ne conserva le proprietà chimiche.

Gli atomi partecipano alle reazioni come unità intere, indivisibili e rimangono tali anche se passano da un
composto ad un altro.

PARTICELLE SUBATOMICHE

L’atomo di un elemento è costituito da una zona centrale chiamata nucleo, in cui sono presenti particelle
cariche positivamente (i protoni) e prive di carica (i neutroni).

Intorno al nucleo è presente una regione occupata da particelle di carica negativa (gli elettroni).

Ogni atomo differisce dagli altri per il numero di protoni, neutroni ed elettroni.

16. ACIDI E BASI

Gli acidi e le basi sono sostanze che presentano caratteristiche antagoniste:

PROPRIETA’ DEGLI ACIDI

 Gli acidi hanno un caratteristico sapore aspro: (il gusto del succo di limone)

 Gli acidi hanno la capacità di far cambiare colore ad alcune sostanze. (esempio, il succo li limone
aggiunto al tè).

 Gli acidi reagiscono con numerosi metalli. Alcuni metalli, es. il rame, reagiscono molto lentamente
con gli acidi; altri invece, es. il sodio, reagiscono in maniera esplosiva.

 Gli acidi reagiscono con i carboidrati per dare anidride carbonica, sale e acqua. (es. I farmaci contro
l’acidità dello stomaco, contengono generalmente carbonato di magnesio, con il quale l’acido
cloridrico in eccesso reagisce annullandone gli effetti).

 Gli acidi hanno in generale la capacità di «neutralizzare» gli effetti delle basi.

PROPRIETA’ DELLE BASI

 Le basi hanno tipico sapore amaro.

 Le basi danno una sensazione saponosa sulla pelle, dovuta alla reazione con i grassi in essa presenti.
 Anche le basi provocano cambiamenti di colore su alcune sostanze, ma questi sono opposti a quelli
dati dagli acidi. (es. se al tè che è schiarito per aggiunta di limone, si aggiungesse ammoniaca, che è
una base, questo riacquisterebbe il suo colore scuro).

 Le basi presentano proprietà chimiche opposte a quelle degli acidi; pertanto se posti assieme, i loro
effetti si «neutralizzano».

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