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Già Democrito nel 400 a.c. sosteneva che la materia fosse
costituita da corpi piccolissimi uniti in uno spazio vuoto
È la fine dell’ALCHIMIA,
nasce la
CHIMICA
2
In natura esistono 92 diversi atomi: ELEMENTI
Combinandosi…
energia +
inquinamento +
COMPOSTI
Milioni di composti diversi
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DA DOVE VENGONO GLI ELEMENTI CHIMICI ?
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ABBONDANZA DEGLI ELEMENTI CHIMICI NEL SISTEMA SOLARE
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Atomico (Fe, Au)
ELEMENTO
(O2, Fe, S8, Au) Molecolare (O2, S8)
SOSTANZA PURA
(H2O, O2, Fe, S8, NaCl, Au)
Molecolare (H2O)
COMPOSTO
(H2O, NaCl)
Ionico (NaCl)
MATERIA
OMOGENEA (aria, latte)
MISCELA
ETEROGENEA (acqua + olio)
SOSTANZA PURA: costituita da una sola specie, o di atomo o di molecola
MISCELA: gruppo di due o più sostanze che sono mescolate fisicamente
S8 H2O NaCl
Fe
ELEMENTO: stato più semplice della materia, con COMPOSTO: materia costituita da due o
proprietà fisiche e chimiche esclusive. È più elementi chimicamente
costituito da una sola specie di atomo. legati tra loro. 6
COMPITO DELLA CHIMICA:
STUDIARE LA TRASFORMAZIONE DELLA MATERIA
A QUALE SCOPO?
1. SINTETIZZARE NUOVI MATERIALI (utilizzando RISORSE NATURALI)
2. OTTIMIZZARE UN PROCESSO CHIMICO (aumentando rese e velocità)
3. MINIMIZZARE INQUINAMENTO
Determina
SOLIDO LIQUIDO GAS proprietà
LIVELLO
MACROSCOPICO
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Nella seconda metà del 1800 William Crookes scopre i
raggi catodici
Nel vuoto spinto del tubo catodico le particelle negative viaggiano ad alta
velocità verso l'anodo e possono oltrepassarlo creando un “ombra” sullo
schermo retrostante sensibilizzato.
9
Nel 1886 Eugene Goldstein particelle che viaggiano in
direzione opposta ai raggi catodici. È la prima evidenza
dell’esistenza di particelle cariche positivamente
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Scoperta dell’elettrone: il modello di Sir Joseph John Thomson (1897)
Thomson osservò che in un tubo sotto vuoto, con all’estremità due elettrodi
collegati ad un generatore, si forma una scarica elettrica proveniente dal
catodo. Questi raggi catodici deviavano se sottoposti ad un campo magnetico
esterno, quindi devono essere costituiti da particelle cariche. Inoltre, sottoposti
ad un campo elettrico esterno, deviano verso il polo positivo, e quindi le
cariche devono essere negative.
Poiché i raggi non dipendevano dalla natura del catodo Thomson comprese
che queste particelle negative erano proprie di ogni atomo. Queste particelle
prendono il nome di ELETTRONI.
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Modello dell’atomo di Thompson: PLUM PUDDING MODEL (1904)
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Robert Millikan nel 1909 determina la carica dell’elettrone
qe = 1,602 • 10−19 C
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Nel 1911 Ernest Rutherford esegue l’esperimento che porta
il suo nome. A lui viene attribuita la scoperta del protone
“Era l’evento più incredibile mi fosse mai
capitato nel corso della mia vita. Era quasi
Geiger-Marsden experiment tanto incredibile quanto l’avere sparato un
proiettile di 15 pollici contro un foglio di
carta velina ed essere stati colpiti dal
proiettile rimbalzato sulla carta”.
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Se fosse valida la teoria di Thomson tutte le particelle α avrebbero dovuto
attraversare gli atomi di oro (Tm) e nessuna avrebbe potuto “rimbalzare”
all’indietro. Rutherford demolisce la teoria di Thomson ed introduce il
concetto di ATOMO NUCLEARE (Rm).
Protone, simbolo p+ p+
Carica: 1.6 • 10-19 C (+1); massa: 1.67 • 10-27 kg
1.67 • 10-27 kg e-
= 1836
9.11 • 10-31 kg
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COM’È FATTO L’ATOMO?
1- L’atomo è una struttura VUOTA (nucleo centrale contenente i
protoni ed i neutroni circondato da e- che ruotano intorno.
2- La materia occupa una regione limitatissima dello spazio
disponibile (se l’atomo fosse grande come lo stadio San Siro,
il nucleo, che contiene la massa effettiva, sarebbe
rappresentabile con una ciliegia al centro del campo).
rnucleo = 10-15m dnucleo = 1011 - 1014 g/cm3
Se la d media della Terra fosse 1012 g/cm3 sarebbe 2.5Km…
ratomo = 10-10m
- raggio atomo è 100.000 volte maggiore del raggio nucleo
- se il nucleo fosse grande come un punto su un foglio
peserebbe 100 tonnellate!!!
3- L’atomo è elettricamente neutro:
N° PROTONI = N° ELETTRONI
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L’ATOMO DEL CHIMICO
18
GLI ELEMENTI CHIMICI – LA TAVOLA PERIODICA
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GLI ELEMENTI CHIMICI – LA TAVOLA PERIODICA
Nasce la
TAVOLA PERIODICA
DEGLI ELEMENTI
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GLI ELEMENTI CHIMICI – LA TAVOLA PERIODICA
Per riassumere:
Nel nucleo:
- Protoni, simbolo p+
Carica: 1.6 • 10-19 C (+1); massa: 1,672 621 • 10-27 kg
James Chadwick
- Neutroni, simbolo n
Carica: 0; massa: 1,674 927 • 10-27 kg
intorno al nucleo:
- Elettroni, simbolo e-
Carica: 1.6 • 10-19 C (-1); massa: 9.11 • 10-31 kg
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ELEMENTI CHIMICI
X
NUMERO DI MASSA A
NUMERO ATOMICO Z
Elemento
generico
12 14 235 238
6 C 6 C 92 U 92 U
ISOTOPI = atomi con uguale N° atomico Z ma diverso N° di massa A
Le PROPRIETÀ CHIMICHE di un atomo DIPENDONO SOLO DA Z
perché rappresentando il numero di protoni, ed essendo l’atomo
neutro, questo numero coincide con il numero di e- che entrano in
gioco nelle reazioni chimiche e quindi determinano le proprietà
chimiche di un atomo.
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ELEMENTI CHIMICI
X
NUMERO DI MASSA A
NUMERO ATOMICO Z
Elemento
generico
12 14 235 238
6 C 6 C 92 U 92 U
Carbonio 14 Uranio 238
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COME SI PESANO GLI ATOMI ?
1.99 • 10-26 kg
Massa assoluta = 1/12 12C = 1 uma = = 1.66 • 10-27 kg/uma
12
Massa assoluta (kg)
Massa atomica relativa (uma) =
1.66 • 10-27 kg/uma
Bi = 209.98 uma
Quindi non avremo più a che fare
H = 1.0079 uma
con numeri estremamente piccoli
C = 12.0107 uma
Unità di massa assoluta (kg/uma) × unità di massa relativa (uma) = massa dell’atomo considerato
quindi: m 1 atomo di C = 1.66 • 10-27 kg/uma × 12,0107 uma = 1.99 • 10-26 kg
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H = 1.0079 uma
Perché non 1 ???
C = 12.0107 uma
Perché non 12 ???
98.89 1.109
Massa atomica media C = 12.00000 × + 13.00335 × = 12.011
100 100
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Attenzione: massa, non peso!!! La massa è indipendente dalle forze gravitazionali
Se vincessi alla lotteria una mole di euro (= 6.02 • 1023 €), spendendo
10 miliardi di € al secondo dalla nascita, al 90° compleanno mi rimarrebbe un
capitale pari al 99.995% della vincita!!!
Non ci credete? Facciamo i conti:
Numero di secondi in 90 anni: 90 (anni) × 365 (giorni/anno) × 24 (h/giorno) × 3600 (s/h) = 2.84 • 109 s
€ spesi in 90 anni: 10.0 • 109 (€/s) × 2.84 • 109 (s) = 2.84 • 1019 €
FISICA QUANTISTICA
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GLI ELETTRONI NEGLI ATOMI
(secondo la fisica quantistica)
I particolari COLORI emessi da un ATOMO ECCITATO dipendono da come gli ELETTRONI sono
disposti in quell’atomo. QUINDI, STUDIANDO I COLORI EMESSI (SPETTRI DI EMISSIONE) SI
RISALE ALLA DISPOSIZIONE DEGLI ELETTRONI INTORNO AL NUCLEO quindi alla
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA DI UN ATOMO
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LA LUCE
A = ampiezza
A2 = I (intensità luminosa)
l = lunghezza d’onda
c = velocità della luce nel vuoto (~ 3 • 108 m/s)
n = frequenza = c/l (sec-1)
>l <n
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SPETTRO ELETTROMAGNETICO
Scala logaritmica
2 cm su 4000 Km!!!
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LUCE: onda o corpuscolo ?
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1 - RADIAZIONE DEL CORPO NERO - quantizzazione dell’energia
Quando un corpo solido viene scaldato comincia ad emettere luce di una certa intensità e frequenza.
Aumentando la temperatura si ha una variazione di intensità, ma anche il colore della radiazione (e
quindi la frequenza) varia (carbone (rosso), fornello elettrico (arancione), lampadina (bianco)).
Emissione di radiazione
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1 - RADIAZIONE DEL CORPO NERO - quantizzazione dell’energia
Tuttavia la fisica classica non riusciva a trovare equazioni in grado di approssimare bene le curve di
emissione del corpo nero, solo la parte relative a valori di l molto elevate veniva spiegata, ma per valori
di l via via più piccoli il discostamento diveniva notevole. Addirittura il normale forno da cucina secondo le
leggi della fisica classica diventerebbe una sorgente di raggi g !!!
E = nhn
n = numero quantico (numero intero)
h = costante di Plank = 6.626 • 10-34 J•s
n = frequenza
OGNI PACCHETTO DI ENERGIA È DETTO QUANTO E LA SUA ENERGIA È DATA DA hn. QUINDI
L’ENERGIA DELL’ATOMO È QUANTIZZATA E UN ATOMO VARIA IL SUO STATO ENERGETICO
EMETTENDO (O ASSORBENDO) UNO O PIÙ QUANTI DI ENERGIA
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2 – EFFETTO FOTOELETTRICO – natura corpuscolare della luce
EMISSIONE DI ELETTRONI DALLA SUPERFICIE DI UN METALLO
ILLUMINATA DA LUCE MONOCROMATICA DI ENERGIA
SUFFICIENTE, CON LA CONSEGUENTE GENERAZIONE DI
CORRENTE ELETTRICA (CORRENTE FOTOELETTRICA)
K non emette e- se colpito da luce rossa (l = 750nm) anche se
di forte intensità (I = A2). Emette invece e- se colpito da luce
arancione (λ = 500nm).
QUINDI: per ogni metallo la radiazione incidente deve avere
un valore minimo di frequenza n0, al di sotto della quale non
si ha emissione di elettroni, qualsiasi sia I.
SECONDO LA FISICA CLASSICA: la luce di qualsiasi λ avrebbe
metallo Lavoro (eV) n (Hz) colore
dovuto espellere e- dopo aver aumentato A in modo adeguato.
Na 1,82 4,39 1014 rosso
EINSTEIN (1905): la luce stessa è di natura particellare ed è
Ca 2,24 5,41 1014 verde
costituita da “quanti” di energia, detti fotoni.
Li 2,30 5,55 1014 verde
Ni 2,77 6,68 1014 blu
Al 4,20 1,01 1015 UV
Energia del fotone = hn
1
E = hn = hn0 + Ecin = hn0 + m v2
2 e
Misurando Ecin dell’ e- espulso (che varia linearmente con n della
luce usata) e conoscendo la radiazione della luce incidente si può
risalire a hn0.
> I (A2) > n° fotoni emessi
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SPETTRO CONTINUO
La luce emessa da una sorgente calda, ad esempio il filamento incandescente di
una lampadina, dà uno spettro luminoso CONTINUO
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SPETTRO DI EMISSIONE
La luce emessa da un gas eccitato, ad esempio un tubo contenente vapori
d’idrogeno, dà uno spettro luminoso a righe detto di EMISSIONE
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3 – SPETTRI ATOMICI
EMISSIONE:
Se si eccita (per riscaldamento o scarica elettrica) un elemento chimico esso emette luce. Se la luce emessa
viene fatta passare attraverso un prisma per scomporla nelle sue componenti e si registra la luce scomposta su
una lastra fotografica si nota uno spettro (di emissione) costituito da un campo nero in cui compaiono ALCUNE
RIGHE COLORATE le cui l sono CARATTERISTICHE DELL’ELEMENTO IN ESAME (impronta digitale).
ASSORBIMENTO:
Facendo passare della luce bianca (tutte le lunghezze d’onda, spettro continuo) emessa da una sorgente,
attraverso un campione (esempio: Idrogeno gassoso), tutta la luce viene trasmessa, tranne alcune specifiche
lunghezze d’onda (per l’idrogeno: l = 3835, 3889…6563 Å), dando luogo ad uno spettro di assorbimento (righe
nere su fondo colorato continuo).
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3 – SPETTRI ATOMICI
Nell’EMISSIONE un elemento emette E luminosa (hn) con frequenze BEN DETERMINATE
Nell’ASSORBIMENTO quello stesso elemento assorbe E luminosa le cui frequenze SONO LE
STESSE che è in grado di emettere.
QUINDI: l’elettrone all’interno dell’atomo può avere solo valori discreti di E (E1, E2…En)
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MODELLO ATOMICO QUANTIZZATO: L’ATOMO DI BOHR
n=∞
n=5
n=4
n=3
n=2
n=∞ r=∞
n=1
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MODELLO ATOMICO QUANTIZZATO: L’ATOMO DI BOHR
c) Quando l’elettrone torna allo stato fondamentale viene emessa energia radiante il cui valore
E = hn deve essere uguale a E2-E1 o E3-E1, etc. Quindi hn = DE tra stati permessi.
n=∞
n=5 Serie di Paschen
n=4 infrarosso
n1 = 3
n=3
Serie di Balmer
visiblie
n1 = 2
n=2
EMISSIONE
ASSORBIMENTO
Energia
Serie di Lyman
ultravioletto
n1 = 1
n=1
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MODELLO ATOMICO QUANTIZZATO
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Il Sole è fatto d’idrogeno non ferro (1925)
TH
HEYSAIDIRONAGAI
G EN 52
LIMITI DEL MODELLO ATOMICO DI BOHR
Interpreta con successo lo spettro atomico dell’Idrogeno (H) monoelettronico ma non è in grado di
interpretare spettri atomici polielettronici.
DIFETTO FONDAMENTALE: l’elettrone in questo modello non obbedisce (giustamente) alle leggi
della fisica classica, ma queste leggi sono usate per definire la sua orbita stazionaria (POSIZIONE)
e la sua Energia (VELOCITÀ), ovvero attribuisce all’elettrone un comportamento definito (r e E).
PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG (1927)
“È impossibile determinare contemporaneamente posizione (x) e velocità (v)
di particelle piccole come l’elettrone (me = 9.31 • 10-31 kg)”
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Esempio pratico:
a) Se diamo per certa l’energia dell’elettrone, ovvero la sua velocità, Δv = 1 e quindi
L’INCERTEZZA SULLA POSIZIONE DI e- = Δx•1 = h/(4pme) ≈ 10-4 m.
Se si considera che il raggio atomico è ≈ 10-10 m, l’ERRORE che si commette nella
determinazione della posizione è ENORME (elettrone fuori dal campo del nucleo…)
b) Se diamo per certa la velocità di una palla da tennis di massa = 0.10 kg, Δv = 1 e quindi
L’INCERTEZZA SULLA POSIZIONE DELLA PALLA = Δx•1 = h/(4pmpt) ≈ 10-33 m.
L’ERRORE che si commette è TRASCURABILE: certa anche la sua posizione!
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L’ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA
IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA
POSTULATO DI DE BROGLIÈ
Se alla luce, che è un fenomeno ondulatorio, sono associate anche le
caratteristiche corpuscolari della materia (Einstein: fotone), allora deve
essere vero anche il contrario: LA MATERIA, che ha con certezza
caratteristiche corpuscolari, DEVE POSSEDERE ANCHE PROPRIETÀ
ONDULATORIE
E = mc2 (Einstein)
E = hn (Plank – Einstein)
Significa che se la massa si converte in energia allora alla massa posso associare un’onda hn
Quantità di moto
c = velocità della luce
l = h/(m • c) l = h/(m • v)
generalizzando
2y 2y 2y
8 p2 m ( E – V )
+ + + •Y=0
x2 y2 z2 h2
m = massa e-; E = energia totale; V = energia potenziale; x,y,z = coordinate cartesiane; h = costante di Plank
0.53Å
ATOMO di H•
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NUMERI QUANTICI: n, l, m
Definendo una terna di numeri quantici si definisce un ORBITALE (Yn,l,m): è definita sia l’ENERGIA
dell’elettrone che la DISTRIBUZIONE DI CARICA NEGATIVA intorno al nucleo (Y2n,l,m).
n: numero quantico principale. Assume i valori 1, 2, 3, …∞ .
Definisce l’energia dell’elettrone e le sue dimensioni.
Al crescere di n aumenta l’energia En dell’elettrone (più lontano dal nucleo) e la zona dello spazio in cui
è più probabile trovarlo.
ORBITALE 1s (Y1,0,0)
|y (r)|2(1s) 4p r 2 = P
|Y (r)|2(1s)
r r (u.a.)
La densità di probabilità (numero Probabilità radiale: probabilità di
La probabilità di trovare l’e- di osservazioni per unità di trovare e- in un guscio sferico di
è maggiore dove la nuvola volume) debba essere massima raggio r e spessore dr (ovvero in
elettronica è più densa in prossimità del nucleo. un dato volume V).
1s: n=1
l=0
ml = 0
2s: n=2
l=0
ml = 0
3s: n=3
l=0
ml = 0
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ORBITALI p: l = 1, m = -1, 0, +1
Tre direzioni nello spazio (px, py, pz), ORBITALI A DOPPIA CLAVA
Per n = 2: Y2,1,-1 = 2px; Y2,1,0 = 2py; Y2,1,+1 = 2pz
Per n = 3: Y3,1,-1 = 3px; Y3,1,0 = 3py; Y3,1,+1 = 3pz
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ORBITALI d: l = 2, m = -2, -1, 0, +1, +2
Cinque direzioni nello spazio
Per n = 3: Y3,2,-2 ; Y1,2,-1 ; Y3,2,0 ; Y3,2,+1 ; Y3,2,+2
Per n = 4: Y4,2,-2 ; Y4,2,-1 ; Y4,2,0 ; Y2,2,+1 ; Y4,2,+2
3d
3d
3s 3p 3d 3p
3s 3p
3s
2s 2p 2p
2s
2p
2s
1s 1s
IDROGENO (Z = 1) LITIO (Z = 3) 1s POTASSIO (Z = 19)
Per Z = 1 (atomo di idrogeno: monoelettronico) l’energia degli orbitali dipende solo dal numero
quantico principale n. Per Z > 1 (atomi polielettronici) l’energia dipende sia dal numero quantico n
che dal numero quantico secondario l. Quindi, per Z > 1 E2s< E2p e E3s< E3p< E3d
CARICA EFFICACE (Zeff) è sempre minore della carica nucleare reale, esprime la carica risentita da
ogni singolo elettrone valutando l’effetto schermante del nucleo esercitato da tutti gli altri elettroni.
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CONFIGURAZIONE ELETTRONICA
Come ordinare gli elettroni all’interno degli orbitali negli atomi nello stato fondamentale
Gli elettroni vanno ad “OCCUPARE” gli ORBITALI disponibili a PIÙ BASSA ENERGIA in modo da
rendere MINIMA L’ENERGIA DELL’ATOMO, seguendo le seguenti regole:
a) PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI
b) PRINCIPIO DI MASSIMA MOLTEPLICITÀ (REGOLA DI HUND)
I tre numeri quantici (n, l, m) consentono di definire l’orbitale ( n,l,m) e la sua energia (E = f(n,l)), ma
non definiscono ancora il singolo elettrone perché non tengono conto dello SPIN dell’elettrone.
SPIN dell’ELETTRONE
L’elettrone ruota su se stesso creando un CAMPO
MAGNETICO in 2 direzioni: ms = -1/2 e ms = +1/2
PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI: Ogni orbitale ( n,l,m) può contenere solo 2 elettroni e un
elettrone avrà ms = -1/2 e l’altro avrà ms = +1/2. Ovvero, gli elettroni accoppiati nello STESSO
ORBITALE devono avere SPIN OPPOSTO. In questo modo il campo magnetico risultante è uguale a
0 (minore repulsione magnetica).
Es: (atomo di He) orbitale 1s ( 1,0,0) 2e- accoppiati con SPIN OPPOSTO ( 1,0,0,-1/2) e( 1,0,0,+1/2)
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REGOLA DI HUND: ms MASSIMA
GLI ORBITALI DEGENERI (STESSA ENERGIA) VENGONO “OCCUPATI” DAGLI ELETTRONI COSÌ
CHE LA SOMMA VETTORIALE DEGLI SPIN ( ms) SIA MASSIMA. GLI ELETTRONI CERCANO DI
DISPORSI IL PIÙ LONTANO POSSIBILE: MINOR REPULSIONE ELETTRICA. Ovvero gli elettroni si
dispongono negli ORBITALI DEGENERI con SPIN PARALLELO e solo dopo si accoppiano coi
precedenti.
3 orbitali p (DEGENERI)
4e-
3 orbitali d (DEGENERI)
5e-
6e-
E
4d
5s
4p
3d
4s
3p
3s
2p
2s
1s
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STRUTTURA ELETTRONICA DEGLI ELEMENTI
(ATOMI NELLO STATO FONDAMENTALE)
All’aumentare di Z l’energia degli orbitali diminuisce.
Variazione dei livelli energetici degli orbitali atomici al crescere
del numero atomico Z (non in scala)
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PROPRIETÀ MAGNETICHE DEGLI ELEMENTI
DERIVANO DALLA CONFIGURAZIONE ELETTRONICA DEGLI ATOMI
- Atomi con ELETTRONI SPAIATI ( ms 0) diventano piccoli magneti e vengono attratti da un
campo magnetico. Tali sostanze vengono dette PARAMAGNETICHE. Dalla forza di attrazione
magnetica si può determinare il numero di elettroni spaiati nell’atomo.
- Atomi con solo ELETTRONI ACCOPPIATI ( ms = 0) sono debolmente respinti da un campo
magnetico e sono detti DIAMAGNETICI (il campo magnetico esterno perturba il moto degli elettroni
ed induce un campo magnetico (Legge di Lorenz) che ha direzione opposta al campo magnetico
applicato).
Ossigeno
(O2)
•O O•