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La resistenza a taglio in condizioni cicliche | Ing. Biagio Pisano h p://www.pisanoingegneria.it/2019/12/03/la-resistenza-a-taglio-in-c...

Posted on 3 Dicembre 2019 by Biagio Pisano

Il “tallone d’Achille” delle strutture soggette


al sisma è la resistenza a taglio delle
membrature e il conseguente collasso
fragile. Un altro “tassello” del nostro puzzle
per la definizione delle strutture
antisismiche ci viene fornito dalla
Circolare 7/2019 del CSLLPP.

Spesso gli elementi strutturali in c.a. che presentano snervamento per


flessione possono alla fine, sotto carico ciclico, collassare secondo modalità
che mostrano chiari effetti tipici del collasso a taglio: evidenti crepe diagonali la
cui loro larghezza ed estensione aumentano durante i cicli di carico. In tal modo i
fenomeni di rottura associati alla flessione (fessure verticali nelle zone di
massimo momento o instabilità delle barre) non hanno possibilità di manifestarsi
nella maniera consueta.

La rottura a taglio sotto carico ciclico dopo il cedimento a flessione iniziale è


definito collasso di “taglio duttile” (Kowalsky e Priestley 2000), e si può
verificare anche con un solo carico ciclico, poiché la resistenza al taglio
diminuisce più rapidamente con il ciclo di carico rispetto alla resistenza alla

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flessione.

Come ormai avete potuto constatare, la Circolare del CSLLP (così come le
Norme Tecniche) non contiene nulla di Registrati
inedito. eLa nuova
scarica formula
i file indicata perChi
di supporto la sono
Rinforzi strutturali: esempio di
valutazione
confinamentodella resistenza a
con incamiciatura in taglio
c.a. è contenuta anche nell’ Eurocodice 8 ed Termini
ai vari articoli. è e condizioni

frutto di studi
14 Febbraio Email: info@pisanoingegneria.com
fatti dal ricercatore Dionysis Biskinis e dal prof. Michael Fardis,
2021

padre degli Eurocodici. La formula è la seguente:


Rinforzi strutturali: incamiciatura in
c.a. 10 Gennaio 2021

La resistenza a taglio in condizioni


cicliche 3 Dicembre 2019
Il significato dei vari simboli è il seguente:

γel pari a 1.15 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come
definiti al § 7.2.3 delle NTC);
h è l’altezza totale della sezione;
x è l’altezza della zona compressa della sezione (profondità dell’asse neutro);
N è lo sforzo normale di compressione (assunto pari a zero se di trazione);
LV è la luce di taglio;
Ac è l’area della sezione;
fc è la resistenza a compressione del calcestruzzo;
ρtot è la percentuale geometrica totale di armatura longitudinale;
Vw è il contributo dell’armatura trasversale per la resistenza a taglio.
μΔ,pl = θm-θy / θy = μθ – 1 è il rapporto tra la parte plastica della rotazione alla
corda e la rotazione di snervamento

A cosa serve questa formula?


Questa diversa formulazione viene utilizzata per considerare la riduzione di
resistenza alle azioni taglianti per il degrado dovuto a sollecitazioni cicliche
(caratterizzate da continue inversioni). Queste inducono deformazioni cicliche
inelastiche riferite alla fase di post-snervamento per flessione. Vediamo di
essere più chiari…
Il funzionamento ottimale di una struttura antisismica richiede un’elevata
duttilità, pertanto più l’elemento è duttile e più la sua “durata” sotto azioni
cicliche è alta. Per garantire questa duttilità, in ogni caso, la rottura a taglio
deve essere successiva a quella a flessione. In particolare, questa formula
protegge dal collasso a taglio (definito dagli autori “taglio duttile”) dopo che sia
già accaduto lo snervamento per flessione.

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Nel caso di collasso a “taglio duttile”, la resistenza a taglio con le


deformazioni cicliche anelastiche si riduce a tal punto da essere inferiore alla
forza di taglio corrispondente al cedimento a flessione, Vy = My / Ls. La
deformazione alla quale ciò avviene può essere considerata come la sua
capacità di deformazione, governata dal taglio (vedi Figura 1). Riassumendo,
come ulteriore prova dell’interazione tra i fenomeni, la resistenza a taglio è
funzione anche del “livello di impegno” flessionale. All’aumentare delle
deformazioni a flessione delle membrature diminuisce la loro resistenza a taglio.

Figura 1 : Comportamento plastico degli elementi in c.a.

Nell’ambito dell’analisi non lineare l’utilizzo di questa formulazione consente di


controllare il meccanismo “duttile limitato”. Nell’approccio classico della
gerarchia delle resistenze (vedi Figura 2 (a) e (b)) il valore della resistenza è
indipendente dalla rotazione alla corda. Nella Figura 2 (c) possiamo notare come
anche nel caso del comportamento “duttile” è possibile che non venga
raggiunta la rotazione ultima per flessione.

Figura 2 : Tipi di collasso – (a) Fragile – (b) Duttile – (c) Taglio duttile

Attendibilita dello studio.


I primi studi sul fenomeno sono stati elaborati da Kowalsky e Priestley 2000

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sulla base di test di colonne circolari. Successivamente, nello studio di Moehle et


al. (2001) il fenomeno è stato approfondito anche per pilastri a sezione
rettangolare. Lo studio più importante in tal senso ha portato ai modelli elaborati
da Biskinis et al. 2004, Biskinis e Fardis 2004, Biskinis 2007, e proposti nella
parte 3 dell’Eurocodice 8 (CEN 2005a). Questi studi si basano sulla più grande
banca dati dei test ciclici di elementi che collassano per tensione diagonale
dopo la rottura a flessione. In particolare, oltre ad una prima fase di 239 test,
sono state esaminate ulteriori 70 colonne circolari, 192 tra travi e colonne a
sezione rettangolare, 12 pareti rettangolari e 26 pilastri rettangolari cavi o pareti
composte.

Dal documento “Deformations of concrete members at yielding and ultimate


under monotonic or cyclic loading” a firma Biskinis-Fardis si può notare come nei
test eseguiti sia su travi, pilastri e pareti, ci sia un alto grado di attendibilità dei
risultati ottenuti. Dai grafici seguenti si nota l’addensamento dei valori sulla
diagonale, la quale corrisponde alla perfetta rispondenza tra valori predetti e
riscontrati.

Figura 3 : Dispersione dei dati sperimentali rispetto alla formula

Il dimensionamento degli elementi in calcestruzzo contro la “rottura fragile” a


taglio è un argomento oramai familiare, ampiamente trattato dagli attuali codici e
standard per la progettazione di strutture in calcestruzzo sotto effetti delle azioni

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non sismiche che aumentano monotonicamente fino alla massima entità.

Quindi, sia per il progetto di nuovi edifici e la valutazione sismica di elementi


esistenti il comportamento sotto sisma dovrebbe essere affrontato considerando
anche la riduzione della resistenza al taglio sotto carico ciclico, che si
manifesta al di sotto del valore massimo monotonico.

Commento ai contenuti della circolare.


Come avete ben capito l’argomento è molto importante. Purtroppo il testo della
circolare non rende onore a tale importanza. Il primo refuso riguarda il
coefficiente 0.5 utilizzato come limite superiore della duttilità plastica: sia nello
studio di Biskinis-Fardis che nell’EC8 il valore corretto è 5.

Un altro errore è il riferimento alla 8.7.2.7. È semplice verificare che il termine θu


non è presente. Il riferimento corretto è 8.7.2.5. Inoltre, volendo essere pignoli
(cosa che è divertente sul lavoro altrui), un’altra inesattezza riguarda la
terminologia utilizzata per μΔ, che più correttamente dovrebbe essere μθ.

Inoltre, a complicarne l’applicazione, nella Circolare 7/2019 sono presenti


indicazioni volte a limitarne l’uso in funzione dello stato più o meno plastico
dell’elemento. Anche se non riportati chiaramente è possibile distinguere quattro
casi:

μθ < 1 : VR è pari al valore relativo al caso “senza staffe” (formula 4.1.23


NTC 2018);
μθ < 2 : VR è pari al massimo valore tra il caso “con staffe” (formula 4.1.29
NTC 2018) e il taglio con riduzione ciclica (formula C8.7.2.8);
2 < μθ < 3 : VR si calcola mediante interpolazione lineare tra i valori di VR
per μθ = 2 e μθ = 3;
μθ > 3 : VR è pari al valore relativo alla presenza di riduzione per condizioni

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cicliche (§8.7.2.8).

A questo punto è opportuno ricordare che μΔ,pl = μθ – 1 in quanto i limiti indicati


sono espressi per μθ e non in funzione di μΔ,pl . Per il caso μθ < 1 si deve
inoltre controllare che l’elemento non sia in campo plastico. La Figura 4 contiene
il diagrammi di flusso del calcolo di VR. Tutto questo lo trovate nel file xlsx, che
potete scaricare in fondo alla pagina (e dall’area Download).

FIgura 4 : Diagramma di flusso per il calcolo di Vr

Osservazioni
Da sviluppatore di software, nell’implementare una nuova metodologia, è
conveniente fare studi parametrici per capire quali sono i parametri più
importanti entro valori plausibili. Elaborando diverse prove numeriche al variare
di μθ possiamo notare che, rispetto allo sforzo normale N e alla luce di taglio Lv,
la formula possiede scarsa sensibilità alla variazione della duttilità in rotazione.
La correttezza del suo utilizzo è più che altro legato a tutta la formulazione
stessa, in quanto risulta validata da numerose prove in condizioni cicliche. Al
variare della duttilità μθ la variazione di valore di Vr è circa del 20%. Più alta
risulta la sensibilità al variare dello sforzo normale (25 % circa), ed ancora più
importante è la variabilità di Vr alla luce di taglio (circa 35%).

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Figura 5 : Valori di Vr al variare di Lv, N, μθ

Come è possibile capire dall’utilizzo di formule approssimate sull’estensione


della parte compressa la formulazione della resistenza a taglio in condizione
cicliche è validata per flessione retta.

Metodo semplificato per strutture di nuova costruzione.


Secondo la circolare la riduzione della resistenza al taglio dovuta ad azioni
cicliche è da applicare anche alle strutture di nuova costruzione. Applicando i
concetti del “capacity design” diciamo che si segue già un criterio di
sovraresistenza che tende a proteggere dal comportamento fragile. È anche
vero però che il giusto funzionamento è basato su un valore di resistenza a
taglio calcolato considerando i possibili fenomeni in gioco. In fase di
progettazione si può aggiungere una semplificazione: partendo dal fattore di
comportamento, mantenendo verificate le regole della gerarchia delle resistenze,
si può imporre il valore massimo di duttilità plastica da raggiungere.

L’applicazione della formula per la valutazione del taglio resistente in condizioni


cicliche è legata allo stato flessionale (attraverso la duttilità) e, pertanto, la
verifica di resistenza è da effettuare per ogni singola combinazione. Questo per
poter considerare i concomitanti valori di sforzo normale e momenti insieme agli
sforzi di taglio. Come è semplice osservare, il problema si può risolvere in
maniera rigorosa solo con l’ausilio di software appositamente programmati.

Volendo però stimarne il valore con semplici calcoli (come detto altre volte: “non
siamo farmacisti”) possiamo, attraverso semplici passaggi, ricavare il valore “di
progetto” di μΔ,pl dal fattore di comportamento q assegnato, in modo particolare
se stiamo utilizzando analisi lineari. Partiamo de alcune definizioni:

μδ : duttilità in termini di spostamenti


μθ : duttilità in termini di rotazione alla corda
μΦ : duttilità in termini di curvatura

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La relazione che intercorre tra duttilità in termini di curvatura e di rotazione è


elaborata in funzione della luce di taglio Ls e della lunghezza della cerniera
plastica Lpl:

Sapendo che Lpl: ≅ 1/6 Ls otteniamo:

Da questa equazione è possibile ricavare la domanda plastica differenziale in


termini di rotazione μΔ,pl (pari a μθ – 1) dalla duttilità in curvatura μΦ:

Complice l’applicazione del Capacity Design (che sottintende strutture con


elementi più resistenti a taglio che a flessione e gerarchia del nodo trave-pilastro)
possiamo applicare le relazioni tra la domanda in duttilità in curvatura μΦ ed il
fattore di comportamento q:

Sostituendo, alla fine otteniamo la domanda plastica differenziale in termini di


rotazione μΔ,pl che, se soddisfatta, ci consente di mantenere la progettazione
coerente con il fattore di comportamento q anche per quanto riguarda la
verifica a taglio:

Questo approccio è conservativo in quanto per la verifica di duttilità delle


sezioni si è già obbligati a soddisfare le equazioni relative alla domanda di
duttilità in curvatura.

Conclusioni.
Questa aggiunta contenuta nella circolare esplicativa alle norme tecniche vuole

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aggiungere un importante contributo alla progettazione delle strutture


antisismiche. Come avete potuto constatare, questi concetti sono presenti da
oltre dieci anni negli Eurocodici. Questo è accaduto ormai tante volte.
Evidentemente la nostra comunità di studiosi o ci vuole far “ingerire” l’Eurocodice
a pillole oppure non si fida completamente degli studi già presenti in letteratura.
In ogni caso questo approccio rafforza ancor più il concetto di astrazione della
progettazione in zona sismica. Le situazioni più gravose sono quelle che non si
vedono…

Bibliografia:
Seismic design, assessment and retrofitting of concrete buildings – M. Fardis
Circolare 7/2019 – Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per le
Costruzioni
Eurocodice 8 – Parte 3
Deformations of concrete members at yielding and ultimate under monotonic or
cyclic loading – D. Biskinis – M. Fardis

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c.a. and tagged C8.7.2.8 Circolare 7/2019, capacity design, comportamento dissipativo,
duttilità, edifici antisismici, Edifici esistenti, NTC 2018, strutture, taglio ciclico ntc 2018.
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