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STRUTTURE IN ACCIAIO

Parte I
STRUTTURE IN ACCIAIO - STRUTTURE CALCESTRUZZO ARMATO

Aspetti rilevanti nel confronto:

1) Modalità
M d li à costruttive:
i condizionano
di i il comportamento strutturale,
l lal scelta
l dei
d i
modelli di calcolo e l’importanza da dare ai dettagli.

2) Rapporto tra resistenza


i e peso: l’elevato
l’ l valore
l per l’acciaio
l’ i i consente
l’adozione di sezioni decisamente ridotte rispetto a quelle usuali per le strutture
in c.a..
Tale aspetto comporta:
- problemi di deformabilità;
-pproblemi di instabilità;;
- maggiore sensibilità a condizioni di carico trascurabili nel calcestruzzo armato;
- rilevanti vantaggi nel caso di grandi luci e in zona sismica.

3) Diverso comportamento a trazione e compressione.


Modalità costruttive:
- C.A.:
C A : realizzazione in opera (maturazione del calcestruzzo),
calcestruzzo) strutture monolitiche;
-Acciaio: facilità e rapidità di montaggio (assemblaggio), necessità di intervenire
con accorgimenti per realizzare strutture continue, importanza dello studio dei
collegamenti.
ll ti
Elevata deformabilità delle
Deformabilità:
strutture in acciaio rispetto a
- Modulo elastico dell’acciaio molto
quelle in c.a., problemi in
elevato (Es>>Ec);
esercizio molto rilevanti (l’EC3
- Sezioni molto ridotte.
t tt prima
tratta i l stato
lo t t limite
li it di
sevizio e poi quello ultimo).
Instabilità:
- Strutture in acciaio molto snelle:
a) Sensibilità al problema della stabilità in
presenza di aste compresse;
b) Effetti del secondo ordine nell’analisi
Strutturale;
c) influenza della tridimensionalità
sull’instabilità
ll’i bili à della
d ll struttura.
Sensibilità a schemi di carico
Leggerezza di strutture in acciaio: incidenza meno rilevante del peso proprio
rispetto agli altri carichi (carichi variabili come neve e vento caratterizzati da
maggiore aleatorietà).
Esempio:
p copertura
p non ppraticabile in acciaio:
Peso proprio = 0.15 ÷ 0.3 kN/m2 ;
Neve = 1.3 kN/m2, Vento = 0.3 ÷ 0.5 kN/m2;
(Neve circa 80 % del carico totale di progetto).
progetto)

Strutture di grande luce o in zona sismica


• Eventuali
E li problemi
bl i dovuti
d i a depressione
d i provocata dald l vento;
• Possibilità di realizzare con l’acciaio strutture di grande luce;
• Strutture in zona sismica in acciaio: azione sismica ridotta rispetto al c.a. ed
elevata capacità dissipativa grazie alla duttilità dell’acciaio.

Comportamento a trazione e compressione


• Per la struttura in acciaio soggetta a compressione: rischio di instabilità
locale, dell’elemento o della struttura.
Diagramma limite M-N: differenza cemento armato - acciaio
L’acciaio è una lega ferro-carbonio. La quantità di carbonio condiziona la
resistenza e la duttilità (la prima cresce e la seconda diminuisce all’aumentare
del contenuto in carbonio). I più comuni acciai per carpenteria metallica hanno
un contenuto in carbonio molto basso (da 0.17% a 0.22%) e sono quindi
estremamente duttili. Una caratteristica importante
p è anche la tenacità
dell’acciaio, cioè la sua capacità di evitare rottura fragile alle basse
temperature.
Le normative
i (dm2008
(d o Eurocodice
di 3)) impongono
i li i i alle
limiti ll caratteristiche
i i h
meccaniche (tensione di rottura e di snervamento) ed all’allungamento a rottura
dei diversi tipi di acciaio, nonché limiti alla resilienza (legati alla temperatura
ed al grado di saldabilità), necessari per garantire la tenacità.
Negli acciai sono contenute piccole quantità di manganese e silicio, che
f
favoriscono
i l saldabilità,
la ld bili à e di altri
l i elementi
l i (fosforo,
(f f zolfo,
lf ecc.)) che
h sono da
d
considerare impurità inevitabili. Per la saldabilità dell’acciaio è importante il
grado di disossidazione: l’ossigeno presente nell’acciaio fuso si combina col
carbonio formando monossido di carbonio CO che nel raffreddamento torna
allo stato gassoso creando diffuse soffiature (l’acciaio viene detto
effervescente);
ff ); l’aggiunta
gg di alluminio e silicio,, che si combinano con
l’ossigeno formando ossidi che vengono poi eliminati, riduce la formazione di
monossido di carbonio (acciai calmati o semicalmati).
Normativa Italiana
PROFILATI METALLICI
ASTE REALI E ASTE IDEALI – IMPERFEZIONI
Le strutture si calcolano nell’ipotesi
p che l’asta sia “ideale” cioè p
perfettamente
rettilinea, omogenea, isotropa ed esente da stati tensionali interni precedenti
l’applicazione del carico. In realtà le aste prodotte industrialmente presentano
inevitabilmente delle imperfezioni.
Le imperfezioni possono essere:
• meccaniche
• geometriche.
Per le imperfezioni meccaniche, sia nei profili laminati a caldo che in quelli
laminati a freddo e a composizione saldata, sono presenti imperfezioni che
riguardano le caratteristiche meccaniche, quali:
- la presenza di tensioni residue (stati tensionali autoequilibrati nelle sezioni
trasversali);
- la disomogenea distribuzione delle caratteristiche meccaniche nelle sezioni
trasversali e lungo l’asse dei profilati.

Nei profili laminati a caldo le tensioni residue si formano a causa del processo di
raffreddamento successivo alla laminazione (600° C) e possono venire
modificate da eventuali processi termici o da raddrizzamento di natura
meccanica.
Nella figura seguente è schematizzato il processo temporale dell’andamento
delloo stato te
de tensionale
s o a e de
dellaa se
sezione
o e de
del p
profilo
o o a segu
seguito
to de
del suo raffreddamento.
a edda e to.
Con il termine di imperfezioni geometriche si indicano tutte le variazioni di
dimensione o forma dell’asta rispetto alla geometria ideale.
1. Si hanno imperfezioni geometriche della sezione trasversale che dipendono
da:
- variazioni degli spessori e delle dimensioni delle lamiere nei profili saldati;
- mancata ortogonalità degli elementi che compongono le sezioni.
22. Inoltre si osservano imperfezioni geometriche dell
dell’asse
asse dell
dell’asta
asta con la
deviazione dell’asse dell’asta dalla sua posizione ideale perfettamente
rettilinea.

Le imperfezioni geometriche possono condizionare in modo evidente il


comportamento degli elementi strutturali. Le normative impongono di tenerne
conto.
COLONNE O PILASTRI

Profilati industriali
Colonne saldate tubolari

Profilati industriali
baionetta
100 Colonne composte

50 Est
Ovest
0
1° 3° Nord
Trim. Trim.

Colonne a sezione variabile

C l t ll t
Calastrellate tralicciate
LE GIUNZIONI NELLE STRUTTURE METALLICHE

GIUNTI INTERMEDI:
Giunti trave-trave;
trave trave;
Giunti colonna-colonna.

GIUNTI D’ESTREMITÀ:
D ESTREMITÀ:
Giunti tra travi;
Giunti tra trave e colonna;
Giunzioni per controventi ;
Giunti di base;
Giunti tra elementi in acciaio ed elementi in calcestruzzo.

MODELLAZIONE DEI GIUNTI:


I giunti a cerniera;
I ggiunti rigidi;
g
I giunti semi-rigidi.
GIUNTI INTERMEDI: giunti trave-trave
a) giunto con piastre in acciaio (flange) saldate
all’estremità di ogni trave e bullonate in opera;

b) giunto con piastre coprigiunto d’ala e d’anima


bullonate in opera;

c) giunto con piastre coprigiunto saldate


(i t
(interamente
t iin opera oppure all’estremità
ll’ t ità di
una trave in stabilimento e a quella dell’altra in
opera);

d) giunto con saldature testa a testa nelle ali e nell’anima delle estremità delle
travi collegate. Usualmente, per questa soluzione, è conveniente che le
estremità
t ità delle
d ll travi
t i siano
i opportunamente
t t lavorate
l t in
i officina).
ffi i )
a) giunto con angolari d’anima, bullonati all’anima sia
della trave principale sia di quella secondaria.

b) giunto con angolari d’anima, saldati in stabilimento


all’anima della trave secondaria e bullonati in opera
p a
quella della trave principale.

c) giunto con angolari bullonati all’anima sia della trave


principale sia di quella secondaria;

d) giunto con un piatto saldato in stabilimento all’anima


della trave secondaria e bullonato in opera a quella della
trave principale.

e)) giunto
i con un piatto
i saldato
ld i stabilimento
in bili alla
ll
estremità della trave secondaria e bullonato in opera ad
una flangia saldata alla trave principale opportunamente
i i idit da
irrigidita d costole
t l trasversali
t li elle
ll estremità.
t ità

f) giunto con un piatto saldato in stabilimento all’anima


della trave principale e bullonato in opera a quella della
trave secondaria.
GIUNTI INTERMEDI: giunti colonna-colonna
a) giunto con piastre coprigiunto d’ala doppie (ossia due
ppiastre pper ogni
g ala)) e ppiastre coprigiunto
p g d’anima
bullonate in opera;

b) giunto con doppie piastre coprigiunto d’ala bullonate


in opera;

c) giunto con piastre coprigiunto d’ala singole e piastre


coprigiunto d’anima bullonate in opera;

d) giunto per contatto con piastre coprigiunto d’ala


i
interne all profilo
fil e saldate;
ld

e) giunto per contatto con piastre coprigiunto d’ala


i t
interne all profilo
fil e bullonate;
b ll t

f) giunto per contatto con flangia saldata in stabilimento


all’estremità
all estremità della colonna inferiore ed in opera alla
colonna superiore;

g) giunto per solo contatto tra flange saldate in


stabilimento all’estremità di ogni colonna;
a) giunto con piatto saldato in stabilimento alla
colonna inferiore irrigidito da costole verticali,
saldate allo scopo di evitare concentrazioni sforzi;

b) giunto con piatto saldato in stabilimento


all’estremità della colonna inferiore, irrigidito da
costole verticali (in corrispondenza delle ali della
colonna superiore) sostenute da costole
orizzontali
i t li saldate;
ld t

c) giunto rastremato saldato in officina ad


un’estremità
un estremità della colonna e in opera all
all’estremità
estremità
dell’altra colonna. Il carico è trasferito mediante
un traliccio costituito da due piastre orizzontali e
da due piatti diagonali,
diagonali di raccordo tra le ali delle
membrature.
GIUNTI TRA TRAVE E COLONNA
NODI TRAVE COLONNA

cerniere

incastri
incastri
a) giunto realizzato mediante angolari bullonati all’ala
della colonna e all’anima della trave;

b) giunto con piatto saldato in aggetto alla colonna e


bullonato all’anima della trave;

c) giunto con piastra saldata a parte di anima


all’estremità della trave e bullonata alla colonna;

d) giunto con piastra saldata, con cordoni di saldatura


sia d’anima sia d’ala, alla trave e bullonata alla
colonna.

Si osservi che tutte le tipologie di giunto trave-


colonna possono presentare costolature di
i i idi
irrigidimento d l pannello
del ll d’anima
d’ i nella
ll colonna,
l i
in
corrispondenza della ali della trave, necessarie a volte
per non creare zone preferenziali di debolezza del
giunto.
i t
GIUNTI PER ELEMENTI DI CONTROVENTAMENTO
NODI DI ELEMENTI DI CONTROVENTO
NODI PILASTRO-FONDAZIONE

ce e
cerniera

incastro
GIUNTI TRA PARTI IN ACCIAIO E PARTI IN CALCESTRUZZO
GIUNTI TRAVE-COLONNA SCHEMATIZZABILI A CERNIERA

a) piastra saldata in stabilimento all’ala (o all’anima)


della colonna e bullonata in opera all’anima della
trave;
b) angolari bullonati all’ala (o all’anima) della
colonna e all’anima della trave;
c)) piastra
i saldata
ld a parte di animai d ll trave e
della
bullonato all’ala (o all’anima) della colonna;
d) angolari bullonati all’ala (o all’anima) della
colonna
l e all’anima
ll’ i della
d ll trave;
t
e) piastra saldata in aggetto alla colonna alla quale
vengono bullonati piatti in acciaio che consentono il
collegamento con ll’anima
anima della trave (tipico di profili
tubolari);
f) collegamento che garantisce la continuità della
trave ed il trasferimento di sola azione assiale alla
colonna (piastra saldata all’estremità della colonna e
bullonato all’ala inferiore della trave).
GIUNTI TRAVE-COLONNA SCHEMATIZZABILI AD INCASTRO
a) nodo di sommità per colonna perimetrale
preparato in stabilimento;
b-c)) nodo di sommità p per colonna
perimetrale realizzato saldando piatti forati,
inclinati rispetto all’asse baricentrico di trave
e colonna, e bullonandoli in opera;
d) nodo interno trave-colonna con trave
saldata all’ala della colonna e costole di
irrigidimento interne alla colonna in
corrispondenza delle ali della trave;
e) nodo interno trave-colonna con piastra
f t saldata
forata ld t all’estremità
ll’ t ità della
d ll trave
t e
bullonata all’ala della colonna, dotata come
nel caso precedente di irrigidimenti d’anima;
f) nodo tra la trave alla cui estremità viene
saldata una piastra forata in aggetto e l’anima
della colonna ppreventivamente forata;
SOLAI NELLE COSTRUZIONI IN ACCIAIO

L’impalcato può essere realizzato con:


• Pannelli in C.A. o misti con laterizio gettati in opera (soluzione a, b);
• Pannelli in C.A. o misti con laterizio prefabbricati (soluzione c, d);
• Lamiere grecate riempite con materiale inerte (soluzione e);
• Lamiere ggrecate riempite
p con calcestruzzo collaborante (soluzione
( f).
)
I solai composti in
acciaio-calcestruzzo sono
solitamente costituiti da
una lamiera
l i grecata
t di
acciaio su cui viene
eseguito un getto di
calcestruzzo normale o
alleggerito.

La lamiera ha la funzione di cassero durante la costruzione e costituisce parte o


tutta l’armatura
l’ l i di l dopo
longitudinale d l’i d i
l’indurimento d l calcestruzzo.
del l P i hé non
Poiché
è sufficiente la semplice adesione chimica fra la lamiera e il calcestruzzo, sono
previste opportune lavorazioni superficiali o particolari sagome per garantire
l’aderenza fra acciaio e calcestruzzo.
Altre caratteristiche:
- leggerezza e riduzione degli ingombri
- velocità di realizzazione
- f ilità di taglio
facilità t li e scarsa suscettibilità
ttibilità a problemi
bl i di tolleranze
t ll
- facilità nella realizzazione di aperture per il passaggio degli impianti.

Gli spessori della lamiera variano tra 0.7 e 1.5 mm mentre le altezze tra 40 e 80
mm.
Pavimento;
P i t
Calcestruzzo alleggerito;
Getto di calcestruzzo;
Lamiera grecata;
g ;

Trave secondaria;

Trave principale;
Controsoffitto.
I solai metallici con soletta di
calcestruzzo sono posizionati
velocemente.
velocemente
Richiedono un contenimento ai
bordi per prevenire la caduta
d l calcestruzzo.
del l t
Il calcestruzzo è in genere
pompato sulle lamiere del
solaio.
I SISTEMI INTELAIATI A NODI RIGIDI IN ACCIAIO

Soluzione economicamente non conveniente.


conveniente
SISTEMI di CONTROVENTAMENTO per TELAI PENDOLARI
Tipologia dei controventi (bracing)

I controventi si possono realizzare secondo varie forme,


come ad esempiop a X,, K e forme a V. Con controventi a
X (a S. Andrea), le aste sono progettate trascurando il
contributo dell’asta compressa (le aste sono elementi
molto snelli che si instabilizzano con basse forze di
compressione).

Utilizzando controventi a K o V, le aste del controvento


devono essere progettati per resistere a forze di
compressione.

Piatti o angolari possono essere utilizzati per


controventi a X (a S. Andrea) mentre tubolari o sezioni
a H sono generalmente adottati per controventi a K o V.
V ( ) Controvento a S. Andrea;;
(a)
(b) Controvento K;
(c) Controvento V.
Esempi di Controventamento

Soluzione a: controvento a
croce di S.
S Andrea progettato
non considerando le aste
diagonali compresse. Gli
arcarecci risultano inflessi e
compressi. a)
Vento
Soluzione b: controventi di
testata con diagonali tese. Gli
arcarecci risultano inflessi ed
eventualmente tesi.

b)
Vento
Controvento di falda
Vento

Controvento verticale
Reazioni
R i i in
i fondazione
f d i
dovute al vento
Vento o sisma

a) b) c))

Nucleo di controvento in calcestruzzo armato (a), intelaiato (b) e tralicciato (c).


GIUNTI DI DILATAZIONE

a) Senza giunto con 1 controvento (isostatico);


b) Senza giunto con 1 controvento (isostatico);
c) Senza giunto con 2 controventi (iperstatico);
d) Con 1 giunto e con 2 controventi (isostatico);
e) Con 1 giunto e con 2 controventi (isostatico).
Colonna o pilastro
solaio
Trave secondaria
T d i
Trave principale
Trave di bordo

Colonna o pilastro

Controvento longitudinale

Controvento trasversale

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