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TECNOLOGIA DELLARCHITETTURA A
2012_13 prof. S. Rinaldi
INDICE
Caratteristiche dei materiali metallici
Pag. 3
Processi produttivi
11
12
Elementi costruttivi
16
Nodi e connessioni
18
Concezione strutturale
20
Bibliografia
23
Mpa sta per mega Paskal (il Paskal misura la pressione e la tensione equivale N/m ). Tali valori sono equivalenti a 36, 43 e 51
Duttilit la propriet dei materiali che ne consente agevolmente la piegatura, e la riduzione in fili sottili senza rotture.
sistemi costruttivi.
Naturalmente le costruzioni in acciaio, oltre che dai pregi, sono
anche caratterizzate da alcune problematiche tipiche che, come i
pregi, sono in gran parte legate alle propriet del materiale base.
Da un punto di vista strutturale, infatti, si riscontra generalmente
l'impossibilit di sfruttare appieno l'elevato rendimento meccanico
del materiale e ci al fine di evitare la realizzazione di strutture
eccessivamente snelle e come tali particolarmente sensibili nei
riguardi dei "fenomeni d'instabilit" globali e locali. In aggiunta,
l'elevato rapporto tra il modulo elastico e la resistenza specifica
del materiale rendono spesso condizionanti ai fini del progetto i
requisiti di funzionalit, intesi come limitazione delle deformazioni
e/o vibrazioni in esercizio.
Ulteriore inconveniente che, a causa della notevole quantit di
energia necessaria alla lavorazione e al trasporto dell'acciaio,
l'energia incorporata in questo materiale elevata, pari a circa
26,8 GJ/tonn. superiore a quella del cls, del laterizio e del legno.
Grazie alla sua resistenza strutturale, l'acciaio pu per essere
impiegato in quantit relativamente piccole, e ci consente di
contenere la quantit complessiva di energia incorporata nei
componenti in acciaio utilizzati nelle costruzioni, la quale in
effetti, come si detto, mediamente risulta inferiore a quella del
cls e del laterizio.
Un terzo inconveniente rappresentato dal fatto che l'integrit
delle strutture edilizie in acciaio minacciata dalle alte
temperature generate dagli incendi e a causa del fatto che esse
provocano una consistente perdita di resistenza meccanica al
materiale.
Le misure dirette alla protezione delle strutture edilizie in acciaio
dal calore in genere prevedono di evitare di lasciare "a vista " tali
3
strutture".
Le strategie per la protezione delle strutture in acciaio dal calore
degli incendi prevedono in genere la protezione delle strutture
stesse mediante rivestimento con altri materiali: solitamente
calcestruzzi gettati in opera, intonaci, involucri formati da pannelli
di gesso o cartongesso, pannelli di protezione contenenti
vermiculite o fibre minerali, oppure muratura.
Altro sistema di protezione rappresentato dallapplicazione di
strati protettivi. A tal fine possono essere applicati, mediante
spruzzatura, leganti miscelati con materiali sciolti che, per la loro
scarsa conduttivit e la loro elevata temperatura di fusione, ne
accrescono la resistenza al calore. La scarsa conduttivit
richiesta a tali materiali appunto finalizzata a ostacolare la
trasmissione del calore agli strati sottostanti. I materiali pi
utilizzati a questo scopo sono la vermiculite espansa, la perlite
espansa, fibre minerali come lana di vetro o fiocchi di gesso. I
leganti impiegati nelle malte e negli intonaci in oggetto possono
essere a base cementizia o gessosa (ovviamente tra essi e gli
inerti non deve esservi incompatibilit).
Un'altra strategia che implica la spruzzatura quella che prevede
limpiego di particolari vernici, dette intumescenti cm.
Lo spessore di applicazione delle vernici intumescenti varia di
solito da 0,5 a 1,5 cm
Quando sottoposte a calore, esse carbonizzandosi si gonfiano,
raggiungendo spessori di 5-10 cm e formando uno strato
compatto in grado di proteggere il materiale di supporto dall
'azione del fuoco.
Le strutture in acciaio a vista sono riservate alle situazioni nelle quali lindebolimento strutturale derivante da un eventuale incendio
non comporti la perdita di vite umane (come avviene principalmente nel caso di strutture di copertura, per esempio capriate o travi
reticolari di grandi dimensioni collocate in edifici pubblici velocemente sfullabili e aperti verso l'esterno, come impianti sportivi o
saloni di esposizione}.
I processi e gli impianti utilizzati per la preparazione della carica dell'altoforno sono, sinteticamente, i seguenti:
- produzione del carbon coke:
si ottiene dalla combustione del carbon fossile nelle cokerie: sono batterie di forni contigui (in genere da 20 a 30), nei quali da una
parte si immette il carbon fossile e, dall'altra dopo la combustione, si estrae il coke, che verr successivamente inviato all'altoforno.
- trasformazione del minerale in pellets:
impianti di lavaggio, frantumazione, setacciatura, omogeneizzazione e pellettizzazione .
pi importanti).
Gli stabilimenti siderurgici che producono acciaio direttamente
dai rottami non necessitano di impianti e macchinari finalizzati
alla produzione della ghisa ed alla sua trasformazione in acciaio.
Sono pertanto, a parit di prodotto, di dimensioni e valori minori,
permettendo la realizzazione di stabilimenti anche di capacit
modesta, le cosiddette mini-acciaierie, con accettabili rapporti tra
investimento e capacit produttiva, senza rinunciare a volumi di
produzione anche ragguardevoli.
Oltre a ci presentano altri vantaggi, che compensano l'elevato
consumo di energia elettrica necessario per il loro
funzionamento: maggior elasticit di impiego (si possono
produrre anche acciai inox), rapidit di messa in marcia, maggior
possibilit di controllare i processi di trasformazione chimica,
indipendenza dell'installazione da porti o altre importanti stazioni
di smistamento merci.
L'acciaio, in questi impianti, ottenuto dalla fusione dei rottami di
ferro opportunamente preparati e selezionati per evitare
inconvenienti durante la trasformazione (esplosioni, cattiva
qualit).
La fusione avviene nel forno elettrico che, di norma, di due tipi:
- forno ad arco
- forno ad induzione.
Nei forni ad arco, i pi impiegati, il calore viene apportato dalla
radiazione dell'arco che si forma tra gli elettrodi di grafite ed il
bagno. La potenza in gioco pu variare da 500 ad oltre 100.000
kVA.
La capacit del forno misurata dal diametro del bacino.I
consumi sono dell'ordine di 500-700 kwh per tonnellata di
prodotto. La temperatura dell'arco raggiunge i 3500 gradi
centigradi. I forni ad induzione, sono basati sul principio del
passaggio di un intenso flusso elettromagnetico (e quindi di
calore), dove la carica metallica rappresenta il secondario di un
trasformatore. In genere vengono impiegati quando si vuol
procedere ad una rifusione.
Produzione dei semilavorati
Una volta prodotto, all'acciaio si deve imprimere la forma finale
desiderata. Questa parte del processo di fabbricazione
dell'acciaio comune alle due modalit di produzione sopra
descritte.
Due sono i modi di procedere, laminazione e colata continua.
L'acciaio pu essere colato "in fossa'' nelle lingottiere, nelle quali
solidifica e viene successivamente laminato sino a diventare
prodotto finito.
Ottenuto il lingotto, si procede alla sua trasformazione nel
prodotto desiderato nel laminatoio, che pu essere a "caldo'' o a
"freddo''.
Con il processo di laminazione a caldo il lingotto viene prima
riscaldato a temperature fino a 1200 C e quindi portato alla
forma finale da una serie di cilindri disposti in diverse posizioni,
nelle cosiddette "gabbie'' di laminazione.
I principali tipi di laminatoio consistono in due, tre, quattro cilindri
sovrapposti, contenuti nelle gabbie. Il lingotto viene schiacciato
tra i cilindri, passando sempre in una sola direzione, o mutando
alternativamente la direzione al cambiare del senso di rotazione
dei cilindri, sino ad ottenere lo spessore desiderato.
I vari tipi di laminatoi, chiamati "treni'', che vengono usualmente
impiegati per ottenere i diversi prodotti, sono:
- laminatoi sbozzatori di prima laminazione (da lingotti), che
producono: blumi (sezione quadra) bramme (sezione
rettangolare)
LAMINAZIONE
Il materiale costretto a passare tra due
cilindri rotanti in senso inverso l'uno rispetto
all'altro e si trasforma in lamina; si sfrutta la
propriet tecnologia chiamata "malleabilit".
TRAFILATURA
Consiste nel far passare una barra di data
sezione in un foro di sezione pi piccola. La
barra sottoposta allo sforzo di trazione, per
cui si deforma e si allunga, sfruttando la
duttilit.
ESTRUSIONE
Consiste nel costringere il materiale a
passare
attraverso
un'apertura
detta
"matrice" della forma voluta. Il materiale
sottoposto a uno sforzo di compressione e
assume la forma e le dimensioni della
matrice.
FUCINATURA
I materiali a caldo vengono deformati per
mezzo di urti o pressioni con martelli.
tubi;
- laminatoi sbozzatori di seconda laminazione che producono:
billette (sezione quadra) e lamierini
- laminatoi finitori che producono:larghi piatti, lamiere, profilati,
vergella e nastro.
La laminazione a freddo ha lo scopo di ottenere, con una
deformazione plastica, senza apporto di calore, una superficie
del metallo pi compatta e liscia, con marcate variazioni delle
caratteristiche meccaniche del prodotto usata per la produzione
di
lamiere (lastre) grecate (profilate) o la produzione di profilati a C,
l, l, U e Q(omega) di sezione modesta, di basso peso e
resistenza elevata in rapporto al peso.
Lo spessore dei componenti laminati a freddo solitamente
inferiore ai 3 mm.la lunghezza massima delle lastre prodotte per
laminazione non dettata da limitazioni produttive, ma dipende
dalla lunghezza massima dei pezzi agevolmente trasportabili,
che si aggira attorno ai 13 m.
La trafilatura frequente nella produzione di tondini, cavi o fili ad
alta resistenza. In questo caso, barre o fili metallici vengono tirati
attraverso matrici (fori) sempre pi strette.
L'estrusione utilizzata per ottenere elementi allungati di sezione
trasversale anche complicata, purch a sviluppo longitudinale
rettilineo, in questo caso barre o fili metallici vengono spinti
attraverso matrici (fori), anche in questo caso di dimensioni
sempre pi ridotte.Tale processo di lavorazione utilizzato
anche per la produzione di semilavorati in altri materiali come, ad
esempio, i profilati per gli infissi in alluminio e in PVC. l'estrusione
dell'acciaio per un 'operazione difficile, decisamente pi
5
impegnativa della trafilatura.
L'imbutitura un tipo di lavorazione che prevede che una lastra
metallica venga compressa tra una forma e una controforma al
negativo. In campo edilizio, il prodotto pi tipicamente ottenibile
per imbutitura sono le lamiere (lastre) profilate, ossia ondulate o
grecate. Fuori dal campo edilizio, i componenti delle carrozzerie
impiegati dall'industria automobilistica sono prodotti per
imbutitura. Un oggetto comune che potrebbe prestarsi bene a
essere prodotto per imbutitura una maschera. Oggetti che non
possono essere prodotti per imbutitura sono quelli caratterizzati
dalla presenza di sottosquadri.
Una volta formati i semilavorati standard sono spesso necessarie
ulteriori lavorazioni che, in relazione agli specifici utilizzi, sono
effettuate prima della messa in opera.
Tali lavorazioni sono prevelentemente caratterizzate da
asportazione di materiale, le principali sono: la fresatura, la
tornitura e la foratura.
In definitiva, lofferta che la produzione industriale del settore
mette a disposizione dei progettisti caratterizzata da:
semilavorati da selezionare a catalogo di cui sono note le
caratteristiche dimensionali e prestazionali, prodotti da acciaierie;
sistemi costruttivi coordinati e integrati prodotti da aziende di
carpenteria metallica che possono operare anche come imprese
esecutrici con appalti chiavi in mano; sistemi di componenti
preassemblati di produzione industriale.
Allo scopo di sintetizzare le sequenze logico-operative relative
alla produzione dellacciaio per ledilizia utile il seguente
schema.
STAMPAGGIO
I materiali vengono deformati per mezzo di
urti o pressioni con magli o presse che
forzano il pezzo fra due stampi.
IMBUTITURA
I materiali, in genere lamine, a freddo
vengono deformati per mezzo di urti o
pressioni con magli o presse che attivano un
punzone contro una matrice
FRESATURA
Il pezzo si muove di moto traslatorio
(avanzamento) mentre l'utensile di moto
rotatorio (taglio); tali movimenti si possono
combinare in vario modo. Le fresatrici sono
le macchine utensili pi versatili, e possono
lavorare con grande precisione superfici
piane o sagomate, esterne o interne.
5 Esistono infatti consistenti limitazioni dimensionali nei pezzi in acciaio cos ottenibili: la lorosezione deve essere almeno
inscrivibile in un cerchio con raggio di 15 cm; ma questa dimensione massima troppo esigua per molti usi strutturali.
10
profilario per ferri piatti e larghi piatti (la prima cifra relativa alla larghezza la
seconda allo spessore)
11
12
13
14
ELEMENTI COSTRUTTIVI
Pilastri
Gli elementi portanti verticali sono di solito formati da profili chiusi
tubolari quadrati, rettangolari o circolari o da profilati tipo HE che
come i profilati chiusi a base quadrata presentano uguali valori di
inerzia nelle due direzioni principali, e quindi minore sensibilit a
fenomeni di instabilit per snellezza.
I pilastri possono essere anche realizzati atttraverso lunione di
semilavorati connesi traloro a formare elementi composti; questa
scelta pu derivare da esigenze strutturali o architettoniche.
Il collegamento dei pilastri alle fondazioni avviene tramite piastre
bullonate a tirafondi preventivamente annegati nel getto di
9
calcestruzzo della fondazione.
9
Le fondazioni degli edifici con struttura in acciaio sono sempre realizzate in calcestruzzo armato.
15
Solai
I solai composti in acciaio-calcestruzzo sono costituiti da una
lamiera grecata di acciaio su cui viene eseguito un getto di
calcestruzzo normale o alleggerito. La lamiera ha la funzione di
cassero durante la costruzione e costituisce parte o tutta
larmatura longitudinale dopo lindurimento del calcestruzzo.
Poich non sufficiente la semplice adesione chimica fra la
lamiera e il calcestruzzo, sono previste opportune lavorazioni
superficiali o particolari sagome per garantire laderenza fra i due
materiali.
I solai misti in lamiera grecata e calcestruzzo hanno un ingombro
modesto, ed una notevole leggerezza, se si rapporta il loro peso
al carico che possono sostenere. Inoltre la posa di questi solai,
una volta approntata lorditura di sostegno, richiede solamente
lappoggio della lamiera sulla struttura, dopo di che il solaio
svolge la sua funzione portante senza alcuna attesa,
accelerando cos i lavori e consentendo di procedere
contemporaneamente su pi piani. Inoltre, lelasticit funzionale
la prerogativa pi nota e riconosciuta dei solai metallici. Infatti su
di essi sono consentiti interventi di ogni tipo, quali per esempio:
tagli, aggiunte, saldature,
modifiche, rinforzi e cos via, che rendono elastiche e, entro certi
limiti, modificabili le loro prestazioni, in modo da poter adattare
ogni solaio alle esigenze che di volta in volta si presentano.
Fig. 22 Profilati HE
Tabella dei valori di carico massimo ammmissibile per lamiere grecate in funzione
di spessore e distanza tra gli appoggi
16
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10 Il diametro dei bulloni riferito ai gambi e si misura dalla parte non filettata varia di solito tra i 12 e i 27 mm.
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20
Q = 4000 kg/ml
m. 5,00
Q = 4000 kg/ml
m. 6,00
Q = 5000 kg/ml
m. 5,00
Esempi di progetto
Dimensionamento della trave (VERIFICA)
Dati di partenza: Luce trave m. 5,00 carico 4000 kg/m.
Trattandosi di una verifica ipotizziamo in modo empirico una
sezione IPE la cui altezza, data la rilevante entit del carico, pari
a 1/15 della luce; per cui L = 5000 mm /15 = 330 mm.
Proviamo con un profilo IPE da 330 ricordando che per Fe 360
2
amm = 1600 Kgcm
3
Dalle tabelle ricaviamo W = 713 cm per cui: 1250000 / 713 = 1753
>1600. la sezione ipotizzata insufficiente.
Occorre cambiare profilo proviamo con un HEB 240 il cui W = 938
3
cm per cui: 1250000 / 938 = 1332<1600. La sezione ipotizzata
verificata.
Dimensionamento della trave (PROGETTO)
Nel caso di progetto, occorre trovare W = M/ ; per cui:
3
1250000/1600 = 781,25 cm ; dalle tabelle risulta una IPE 360 che
3
ha W = 903,6 cm
m14
111
111
4
m12
2
21
Fig. 37
Verifichiamo la freccia
La normativa prevede una freccia max pari a 1/250 della Luce, in
questo caso pari a 406/250 = cm 1,62.
Consideriamo la trave incastrata nel cordolo, ai fini della
4
deformazione, la formula = PL /48EJ
4
Per cui 393 x 406 /48 x 21000000 x 541,2 (raggio dinerzia desunto
dalle tabelle in relazione al tipo di profilo) = 26,291/5455296 = 4,81
cm deformazione eccessiva > 1/250 della luce
Proviamo con una IPE 180 in cui J = 1317
26,291/13275360 = 1,9 cm > 1/250 della luce deformazione
eccessiva.
Dovremo utilizzare una IPE 200.
Pertanto nonostante la sezione notevolmente inferiore resistesse
bene al momento massimo occorre maggiorare laltezza per
contenere la deformazione in mezzeria.
Bibliografia
AA.VV., Architettura acciaio, Italsider, Genova 1978.
AA. VV., Manuale di progettazione edilizia, volume IV, Hoepli, Milano 1995.
Allen E., I fondamenti del costruire, Mc Graw Hill Italia, Milano 1997.
Brunetti G., Architettura pratica, volume I, Sistemi editoriali, Napoli 2004.
Ching D. K. F., Costruire per illustrazioni, Calderoni, Bologna 1998.
Petrignani A., Tecnologie dellarchitettura, De Agostini, Novara 1994 (u.e.)
Schulitz H. C., Sobek W., Habermann K.J. Atlante dellacciaio, Utet, Torino 1999.
Torricelli M.C., Del Nord R., Felli P., Materiali e tecnologie dellarchitettura, Laterza, Bari 2001.
Torroja E., La concezione strutturale, Utet, Torino 1966.
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