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CAPITOLO 9
IMPIANTI DI TERRA
9.1 Generalità
Per impianto di terra si intende un sistema limitato localmente, costituito da
dispersori o da parti metalliche in contatto con il terreno (dispersori), da conduttori
di terra e da conduttori equipotenziali (cfr capitolo “Impianti di messa a terra).
La messa a terra dell’impianto consiste nel collegare parte di un impianto elettrico
o di un apparecchiatura ad un impianto di terra allo scopo di :
• Proteggere le persone dallo shock elettrico (messa a terra di protezione);
• Consentire il corretto funzionamento degli impianti e dei suoi componenti
elettrici (messa a terra di funzionamento);
• Consentire lavori di manutenzione in sicurezza.
In relazione allo stato del neutro ed alla situazione delle masse i sistemi elettrici
sono individuati con due lettere. La prima lettera indica lo stato del neutro:
• T = neutro connesso a terra;
• I = neutro isolato da terra.
La seconda lettera indica la situazione delle masse metalliche:
• T = masse collegate a terra;
• N = masse collegate al neutro.
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9.2 SISTEMA TT
9.3 SISTEMA TN
Nel sistema TN il neutro è collegato direttamente a terra, mentre le masse
sono collegate al conduttore di neutro. Si distinguono i seguenti tipi di sistemi TN,
a seconda che i conduttori di neutro e di protezione siano separati o meno:
• TN-C: i conduttori di neutro e di protezione sono in comune (fig. 15);
• TN-S: i conduttori di neutro e di protezione sono separati (fig. 15);
Il conduttore che svolge la funzione sia di conduttore di neutro (N) che di
conduttore di protezione equipotenziale (PE) assume la denominazione di
conduttore PEN.
Il sistema di distribuzione TN è tipico degli impianti aventi una propria cabina di
trasformazione.
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Fig. 3 A sinistra: Sistema di Distribuzione TN-C,a destra Sistema di Distribuzione TN-S.
9.4 SISTEMA IT
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9.5 METODO PER LA MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA
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Misurando la tensione che si stabilisce tra due elettrodi “sufficientemente
lontani”, dopo aver iniettato nel terreno una corrente costante, si ottiene un
andamento del tipo indicato in figura.
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Il metodo consiste nel fare passare una corrente alternata di valore
costante fra il dispersore D ed una sonda di corrente T1 posta ad una distanza da
D tale che le zone di influenza dei due dispersori non si sovrappongano.
La sonda di corrente T1 si può ritenere in genere sufficientemente lontana quando
sia posta ad una distanza almeno cinque volte la dimensione massima di D:
questa, nel caso D sia un semplice dispersore a picchetto, può assumersi pari alla
sua lunghezza.
La sonda di tensione T2, situata al di fuori delle zone di influenza di D e T1,
consente di misurare la tensione totale di terra, come illustra la fig. 7.
Il rapporto delle indicazioni del voltmetro e dell'amperometro fornisce il valore della
resistenza di terra.
Per verificare che la resistenza di terra sia un valore corretto, si fanno altre due
misure con la sonda di tensione T2 spostata di qualche metro, rispettivamente più
lontana e più vicina rispetto a D. Se le tre misure sono sostanzialmente le stesse,
si prende come resistenza di terra del dispersore D la media dei tre. Se non c’è
tale accordo, le prove vengono ripetute con la distanza D e T1 aumentata.
In genere l'insieme dei due strumenti utilizzati per la misura sono inglobati
in un unico apparecchio, comunemente denominati Megger, Tellurometri,
Terrohmetri.
Durante la prova si preferisce iniettare una corrente alternata, poiché la misura in
corrente continua potrebbe essere influenzata da forze elettromotrici di origine
voltaica presenti nel terreno e da eventuali correnti vaganti.
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La precisione della misura dipende fortemente dalle posizioni reciproche dei
dispersori.
Il dispersore ausiliario T1, se posto troppo vicino al dispersore in prova, non
permette una corretta misura della resistenza di terra; la tensione Ut è infatti
dovuta soltanto ad una porzione di terreno posta intorno al dispersore in prova.
Affinché la misura sia corretta, la sonda di tensione T2 deve essere posta in un
punto a potenziale zero (fig. 8).