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Sistema trifase - Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_trifase

Si pu considerare un generatore trifase come costituito da tre generatori singoli di corrente alternata con la stessa frequenza ma con le fasi traslate o sfasate di 120. Se si considera a potenziale di riferimento zero un terminale di ciascun generatore, la tensione presente ai capi liberi schematizzata nel seguente diagramma polare:

Si noti come fra i tre assi di un sistema di riferimento pu esservi un angolo qualsiasi, non necessariamente di 90. Si possono osservare i fasori corrispondenti alle tre tensioni di fase E1, E2 ed E3, misurate in riferimento al punto centrale N, (chiamato neutro). La somma vettoriale delle tensioni nulla se il sistema equilibrato e simmetrico, ovvero se le tensioni sono identiche in modulo e sfasate esattamente di 120. Le tensioni misurate tra i punti A-B, B-C e C-A sono dette tensioni concatenate o anche tensioni di linea. In un sistema equilibrato e simmetrico, la relazione tra tensioni di fase e tensioni concatenate data da:

dove E il modulo identico per le tre tensioni di fase. In modulo, si ha: Le tensioni ufficialmente usate in Italia sono: 230 volt per le tensioni linea-neutro e 400 volt per le tensioni concatenate. (Una volta erano 220 e 380 poi sono stati modificati per adeguamento alla rete europea). Si noti come il rapporto tra queste tensioni sia di

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Stella (simbolo: Y)

Schema di connessione a stella

Triangolo o delta (simbolo: )

Schema di connessione a triangolo

Definendo tensione di linea la tensione misurata tra due linee, nel collegamento a stella la tensione di linea equivale alla differenza (vettoriale) tra due tensioni di fase, ovvero in modulo, in un sistema equilibrato, pari a volte la tensione di fase. Nel collegamento a triangolo la tensione di linea corrisponde alla tensione di fase. Ogni schema a stella pu essere convertito in uno a triangolo e viceversa. La configurazione a triangolo presenta tra due linee (fasi) una impedenza equivalente pari al valore delle impedenze usate (I), mentre nella configurazione a stella il valore maggiore di un fattore . Il collegamento dei carichi nella pratica quotidiana, per esempio gli avvolgimenti di un motore elettrico o di un trasformatore, pu essere effettuato nelle due modalit. In genere sulle macchine presente una scatola (morsettiera) in cui possibile configurare il circuito per mezzo di ponticelli, in modo da adattare il funzionamento a tensioni concatenate di 400 oppure 230 volt. In alcuni grossi motori asincroni trifase progettati per funzionare con gli avvolgimenti collegati a triangolo (quindi sottoposti alla tensione concatenata) possibile effettuare lavviamento stella.

Nella configurazione a stella esiste un punto centrale su cui converge un terminale di ciascuna impedenza. Questo punto chiamato neutro. Il potenziale elettrico presente sul punto neutro la somma vettoriale delle tensioni di fase, che in un sistema equilibrato e simmetrico ha valore nullo. Se il sistema viene squilibrato o le tensioni diventano asimmetriche, il punto neutro si sposta dal centro della stella. In tale caso le tensioni fase-neutro non saranno uguali tra loro. Generalmente nelle cabine di distribuzione elettrica il secondario del trasformatore di riduzione configurato a stella, e il punto neutro viene collegato a terra per mezzo di un dispersore infisso nel terreno. Inoltre consegnato all'utente (oltre alle fasi) per mezzo della linea del neutro. Lo scopo quello di permettere il ritorno della differenza di corrente tra le linee di fase nel caso, peraltro frequentissimo nella distribuzione elettrica pubblica, in cui i carichi presenti non siano equilibrati. In tale situazione infatti il potenziale del neutro del generatore ed il potenziale del neutro del carico non corrispondono. Il collegamento di neutro rappresenta un cortocircuito che tende a uguagliare il potenziale del neutro del carico a quello del generatore, ripristinando cos parzialmente la simmetria delle tensioni di linea.

Nelle abitazioni domestiche arrivano solamente due conduttori: una fase ed il neutro. La tensione fase-neutro pari a circa 230 volt, che la nota tensione per usi domestici. Questo viene fatto essenzialmente perch questo tipo di utenza prevalentemente destinata all'illuminazione e ad altri utilizzi in cui una singola fase sufficiente. Non si ha a che fare con grosse macchine rotanti come avviene nelle industrie, inoltre la potenza installata modesta, limitata a pochi chilowatt. Le forniture agli utenti monofase sono distribuite tra le tre fasi in modo da equilibrare statisticamente gli assorbimenti ed ottimizzare il trasporto. Le i di i d i i d ll bi i i i di i
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correnti di ritorno dai neutri delle abitazioni si compensano mediamente in modo da fare tendere a zero la corrente di neutro verso il trasformatore presente in cabina. In alcune zone di Italia si utilizza un tipo di distribuzione trifase a 220 volt (tensione concatenata) con 127 volt di tensione fase-neutro. In questi casi, per fornire comunque 220 volt all'utenza, nelle abitazioni vengono portate due conduttori di fase (tensione concatenata) invece di una fase e neutro.

Contatore elettronico trifase con magnetotermico fornito dall'ENEL per le industrie (si notano i collegamenti per le tre fasi separate L1, L2, L3 + il neutro)

La potenza attiva assorbita da un carico trifase, che quella considerata al fine della fatturazione, pu essere ottenuta sommando le potenze misurate sulle singole fasi. Per ogni fase, considerata la tensione V tra fase e neutro, l'intensit della corrente I e l'angolo di sfasamento (tra tensione e corrente) , vale

Il circuito di misura il seguente:

Se non presente il neutro si pu immaginare di realizzare un circuito simile al precedente, in cui come riferimento per le tensioni di due fasi utilizzata la terza linea. Si pu realizzare il seguente circuito di misura:

Questa configurazione a tre fili comunemente utilizzata nella pratica ed nota come inserzione Aron. La potenza totale data dalla somma algebrica del valore indicato dai wattmetri. Se il carico equilibrato e puramente resistivo l'indicazione dei due strumenti identica, se invece il carico ha una componente induttiva il valore indicato dal primo wattmetro in ordine di rotazione delle fasi (la sequenza temporale con cui iniziano i cicli dell'onda) indica un valore maggiore del secondo. La situazione opposta nel caso di un carico a componente capacitiva. Se lo sfasamento supera il limite di 60 lo strumento di valore minore inizier a fornire un valore negativo, fino a che in teoria i due strumenti daranno indicazioni uguali in modulo ma opposte per carichi puramente reattivi (potenza attiva pari a zero).

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