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1-2. Scrivi e commenta le equazioni di Maxwell con attenzione alla circuitazione del campo elettrico e magnetico
caso statico
caso generale (con induzione)
flusso circuitazione sorgenti
E 1 2 Cariche elettriche
Q tot − ⅆΦ ( B )
Φ Ω (E)= E∮ ⃗
E ⋅ ⅆ ⃗s = ΓL (E) =∮ ⃗t ⋅ⅆ ⃗l = Variazione nel tempo del flusso
ε0 ⅆt
(legge di Faraday-Neumann-Lentz) del campo magnetico
(teorema di Gauss per E)
ΓL (E) = 0 attraverso la superficie del
La carica si distribuisce sulla
Un campo elettrico statico è circuito
superficie
conservativo (linee aperte -unico caso-)
B 3 4 cariche elettriche in
∮ ⃗B ⋅ ⅆ ⃗s =0
[ ]
0
ⅆϕ ( ⃗
E) movimento (1° addendo)
Φ Ω (B) =
Ω
ΓL (B) =∫ ⃗B ⋅ ⅆ ⃗l=μ0 i tot + ε 0
ⅆt
Φ Ω (B) ¿ 0 L variazione nel tempo del flusso
(teorema di Gauss per B) (legge di Ampere-Maxwell) di campo elettrico (2°
Non esistono monopoli magnetici ⅆϕ ( ⃗
E) addendo)
n linee entranti = n linee uscenti
ε0 = i spostamento*
ⅆt
i tot = i di conduzione
ΓL (B)¿ μ0 i tot
3. Descrivi le caratteristiche della luce come onda elettromagnetica (velocità, propagazione nel vuoto e in un
mezzo)
La luce è una particolare onda elettromagnetica. A differenza di altre onde, nelle onde elettromagnetiche le grandezze
oscillanti sono 2: E e B, proporzionali (per questo oscillano in fase), perpendicolari tra loro e perpendicolari alla
direzione di propagazione dell’onda. Sono onde trasversali.
E = cB
La frequenza dipende dalla sorgente, ovvero dalla f delle cariche che danno origine all’onda
La velocità e la lunghezza d’onda dipendono dal mezzo: c=λf
1 c c
c= v= =n=√ ε r μr (n= indice di rifrazione, sempre >1)
√ ε 0 μ0 √ εr μ r v
Una carica che oscilla genera un’onda elettromagnetica con la stessa frequenza della carica. Se la sorgente è
un’antenna il moto degli elettroni è prodotto dalla tensione alternata applicata all’antenna stessa e ha la stessa
frequenza f con la quale varia nel tempo la tensione, che è uguale alla f dell’onda elettromagnetica prodotta. In
prossimità dell’antenna il campo elettromagnetico ha un andamento complicato, ma se ci allontaniamo la sorgente è
puntiforme e i fronti d’onda sono sferici. Una porzione limitata di un fronte d’onda sferico appare quindi di forma
piana.
4. In che cosa consiste il fenomeno di polarizzazione della luce? Che applicazioni ha?
La luce non polarizzata é una miscela di molte (infinite) onde luminose, che singolarmente sono polarizzate, ma hanno
polarizzazioni diverse e casuali.
Per esempio la luce naturale é non polarizzata e costituita da sovrapposizione tra onde polarizzate in una direzione e
una in quella perpendicolare.
Con opportuni filtri polarizzatori si possono estrarre le onde che hanno una determinata polarizzazione, eliminando le
altre.
Un filtro é la lamina polaroid. Quando arrivano le onde quelle:
parallele alle fibre (asse di assorbimento) vengono assorbite
quelle perpendicolari (asse di trasmissione) passano indisturbate
La luce che emerge da una lamina polaroid é sempre polarizzata linearmente lungo l'asse di trasmissione.
Altra applicazione: pixel di uno schermo a cristalli liquidi. Ciascuno di essi é costituito da 2 filtri polarizzatori incrociati,
con uno strato di cristalli liquidi interposto. I cristalli liquidi hanno la proprietà di ruotare la direzione di polarizzazione
della luce che li attraversa.
Punto chiaro: la luce emerge dal filtro 1 con polarizzazione verticale, attraversa lo strato di cristalli e acquista
polarizzazione orizzontale
Punto scuro: al pixel viene applicata una tensione elettrica → E. Quando oltrepassa il filtro 1 viene bloccata e
non può cambiare la direzione di polarizzazione
Altra applicazione: occhiali da sole con lenti con filtro polarizzatore perché la luce diffusa dall'atmosfera é
parzialmente polarizzata. Siccome la luce che ci giunge 3 prevalentemente orizzontale (perché viene da superfici
orizzontali), quindi gli occhiali hanno assi di trasmissione verticali.
HA è parallelo alla velocità v del laboratorio rispetto al sole. Secondo la meccanica classica, la luce ha velocità v-c
(somma vettoriale) quando si propaga in verso contrario al vento d’etere e velocità v+c quando si propaga in verso
concorde. Con una rotazione di 180° dell’apparato sperimentale si aspettavano uno spostamento delle frange
d’interferenza con un andamento di tipo sinusoidale.
Non si osserva alcuna variazione nella figura d'interferenza nel corso della rotazione. La teoria dell'etere era inadatta a
descrivere il comportamento della luce e tutto il problema doveva essere ripensato da capo.
Infatti la differenza tra i tempi impiegati dalla luce per percorrere i due bracci HA e HB dell'interferometro é sempre
nulla, indipendentemente dell'angolo formato dai singoli bracci con la direzione del moto della Terra rispetto al Sole.
8. Introduci il concetto di dilatazione dei tempi secondo la teoria della relatività ristretta.
Immaginiamo un osservatore O2 su una piattaforma mobile con un orologio collegato a una sorgente che emette un
raggio di luce verticalmente verso uno specchio e un osservatore O1 fermo a terra. I loro orologi sono sincronizzati (se
D
il 2° quando riceve il lampo di luce emesso dal primo a t0 segna il valore t= t 0+ ). Per O2 l’apparato sperimentale è
c
fermo e la luce percorre avanti indietro lo stesso segmento, per O1 l’apparato sperimentale si muove verso destra e la
luce percorre una spezzata. Si misurano due intervalli di tempo diversi.
' 1 1 '
Δt = Δt γ= → Δ t =γΔt
√ √
2 2
v v
1− 1−
c2 c2
1 v
γ=coefficiente di dilatazione γ= β=
√ 1−β 2 c
γ sempre < 1
Se v>c dentro la radice ci sarebbe un numero negativo c è una velocità limite che nessun corpo può superare.
La durata dipende dal sistema di riferimento.
La durata di un fenomeno, ossia l'intervallo di tempo tra i 2 eventi che ne segnano l'inizio e la fine, risulta minima
quando é misurata in un sistema di riferimento inerziale S rispetto al quale i due eventi accadono nella medesima
posizione. S é detto sistema di riferimento solidale con il fenomeno.
La durata di un fenomeno misurata in un sistema di riferimento con esso solidale si chiama intervallo di tempo proprio
o tempo proprio del fenomeno e si indica anche con il simbolo deltatau.
La contrazione dei tempi é simmetrica: per un dato osservatore, ogni altro osservatore in moto rispetto a lui ha un
orologio più lento, non dipende dagli orologi, ma dal tempo stesso che è diverso.
9. Introduci il concetto di contrazione delle lunghezze secondo la teoria della relatività ristretta.
In un dato sistema di riferimento, la lunghezza di un segmento che si muove di moto uniforme nella direzione
longitudinale si ricava dalla misura del tempo necessario affinché passino per uno stesso punto i suoi due estremi.
√
c
' Δx v
Δ x =vΔt = = 1− 2 Δx
γ c
La lunghezza di un segmento misurata nel sistema di riferimento in cui il segmento é in quiete si chiama lunghezza
propria. Poiche’ γ sempre < 1 la lunghezza del segmento, in un sistema di riferimento in cui esso si muove
longitudinale, é sempre minore della sua lunghezza propria. Quindi, la lunghezza propria é la massima lunghezza che
può avere un segmento nei diversi sistemi di riferimento in moto relativo. Se un oggetto é in movimento, lungo la
direzione del moto esso é più corto di quando é fermo: per questo motivo si parla di contrazione delle lunghezze.
La contrazione delle lunghezze é simmetrica: per un dato osservatore, ogni altro osservatore in moto rispetto a lui ha
un metro più lento.
I segmenti che si muovono rispetto a noi hanno lunghezze contratte quando sono PARALLELI alla direzione della
velocità, ma non se sono perpendicolari! Esempio del treno in una galleria: rispetto al treno la galleria è ferma e il
treno si muove. Se le dimensioni del treno si contraggono esso è più stretto e più basso e passa tranquillamente
attraverso. Rispetto al treno si contrae la galleria e il treno non passa più (WTF?!). Le dimensioni trasversali sono
invarianti.
'
Sorgente in avvicinamento/ricevitore in allontanamento f =f
1−β √
1+ β f’>f
13. Introduci qualitativamente le trasformazioni di Lorentz e spiega il loro significato, anche a confronto con le
trasformazioni secondo Galileo.
Le trasf. di Lorentz tenfono conto del fatto che il tempo scorre in modo diverso in sistemi di riferimento diversi.
Lasciano invariate le equazioni dell’elettromagnetismo, e quindi anche la v della luce c che da esse si ricava.
Esaminiamo 2 sistemi di riferimento inerziali S e S’ con S’ che si muove a velocità v rispetto a S.
Le previsioni della relatività ristretta diventano indistinguibili da quelle della meccanica classica quando le velocità
sono molto più piccole della velocità della luce ( γ=1 e β=0).
In Galileo una trasformazione non cambiava le proporzioni dell’oggetto (angoli e distanze), vale Pitagora. Se
consideriamo la diagonale di un parallelepipedo:
Δ l 2 = Δ x 2+ Δ y 2 + Δ z 2
'2 '2 '2 '2
Δ l =Δ x + Δ y + Δ z
Per Lorentz Δ l ≠ Δ l , le proporzioni cambiano. Ciò che resta invariata è la grandezza ( ∆ σ )2
2 '2
( ∆ σ )2< 0 intervallo di tipo spazio. Il segnale emesso in corrispondenza dell’evento E1 non può influenzare
E2 e i due eventi sono casualmente non connessi in tutti i sistemi di riferimento. Esiste sempre un sistema di
riferimento inerziale in cui i due eventi hanno la stessa coordinata temporale, cioè Δt =0. Indica con ΔL la
distanza spaziale:
ΔL=√ −( Δσ )
2
2
( ∆ σ ) =0 intervallo di tipo luce. CΔt=Δs . Solo un segnale luminoso, partendo in corrispondenza di E1 e
viaggiando nel vuoto a velocità c= Δs / Δt ,può influenzare E2
15. Che cosa è lo spazio tempo e come si rappresenta attraverso il cono di luce?
E’ lo spazio quadrimensionale in cui l'intervallo invariante tra un primo evento (t, x,y, z) e un secondo evento (t + ∆t, x+
{
∆x, y + ∆y, z + ∆z) é tale che ( Δσ )2= ( Δt )2− ( Δx )2− ( Δy )2− ( Δz )2
si chiama spazio-tempo.
Una rappresentazione grafica bidimensionale dello spazio-tempo é il diagramma di Minkowski.
Un fenomeno, come la propagazione di un segnale o il moto di una particella, é una successione continua di eventi,
che in un diagramma di Minkowski é rappresentata da una linea, della linea di universo.
Tutti i moti possibili passanti per O hanno velocità minori di c, pertanto, le loro linee di universo si trovano nella
regione del diagramma che comprende l'asse ct ed é delimitata dalle due linee di universo della luce. Questa regione é
chiamata cono di luce perché in 3D sarebbe un cono.
Gli eventi contenuti in uno stesso cono di luce sono eventi casualmente connessi, cioè separati da un intervallo
invariante di tipo tempo.
L’orizzonte degli eventi è la linea oltre la quale gli eventi non sono più collegati da reazioni di causa-effetto.
16. Come variano le leggi di conservazione di massa ed energia nella visione relativistica?
La conservazione della massa è un principio della fisica classica e della chimica (legge di Lavoisier). La teoria della
relatività prevede invece che E e m, prese singolarmente, non si conservano. La massa é una forma di energia, in
quanto essa scompare quando compare energia e viceversa e per tanto va aggiunta all’E cinetica e E potenziale
nell’enunciato di una più generale legge di conservazione della massa-energia. La teoria della relatività afferma che se
E
un corpo assorbe una quantità di energia E, la sua massa non si conserva, ma aumenta della quantità Δm=
C2
√
2
v
1− 2
c
2
K r =( γ −1 ) m 0 c
√ 1−
v2
c2
La massa relativistica m non è una costante, ma dipende dalla velocità v. All’aumentare di v, m aumenta dello stesso
fattore γ con cui si allungano i tempi e si accorciano le lunghezze. Per v=0 la massa assume il suo valore minimo,
uguale a m0.
m 0 ⃗v
⃗
pr =m ⃗v =
√
2
v
1− 2
c
( ) ()
2 2
1v ⃗v 1 v
⃗
pr ≈ 1+ m0 ⃗v =m0 + m0 ⃗v ≈ m0 ⃗v (p classica)
2c 2
2 c
21. Come varia la legge della conservazione dell’energia-quantità di moto?
La grandezza E/c e le componenti px, py e pz della quantità di moto lungo gli assi spaziali dello spazio-tempo sono le
quattro componenti (E/c, px, py, pz) di un unico vettore a quattro dimensioni, detto quadrivettore energia-quantità di
moto.
La quantità di moto totale di un sistema è la somma dei singoli vettori quantità di moto delle parti che lo compongono.
Il modulo del quadrato di ogni quadrivettore si calcola sottraendo al quadrato della componente temporale la somma
dei quadrati delle componenti spaziali. Poni p x, =pr= γ m 0e pz= py=0.
( )
2 2
( )
E 2
c
2
− pr =
γ m0 c
c
−( γ m0 v ) =m0 c
2 2 2
Nello spazio-tempo di Minkowski questa grandezza è un invariante perché prodotto di due invarianti: la massa a
riposo e c. Durante l’evoluzione di un sistema isolato il quadrivettore energia-quantità di moto totale si conserva (non
cambia il suo modulo).
22. Introduci e commenta i due principi fondanti della relatività generale.
Einstein partì da alcuni esperimenti ideali:
Equivalenza tra caduta libera e assenza di peso: nessun esperimento che si possa compiere in ambiente
chiuso (purchè limitato ad uno spazio abbastanza ristretto e di durata temporale abbastanza breve) permette
di capire, a chi sta al suo interno, se si trova in un ascensore in caduta libera o in un’astronave soggetta a una
forza totale nulla
Equivalenza tra accelerazione e forza peso: nessun esperimento che si possa compiere in ambiente chiuso
(purchè limitato ad uno spazio abbastanza ristretto e di durata temporale abbastanza breve) permette allo
sperimentatore di stabilire se si trova in presenza di un campo gravitazionale o all’interno di un mezzo di
trasporto che sta accelerando in modo costante
1. Principio di equivalenza: in una zona limitata dello spazio-tempo é sempre possibile scegliere un sistema di
riferimento in modo da simulare l'esistenza di un dato campo gravitazionale uniforme o, al contrario, in modo
da eliminare l'effetto di una forza di gravità costante.
È una conseguenza della proporzionalità diretta tra massa gravitazionale e massa inerziale
2. Principio di relatività generale: le leggi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento
Supera la relatività ristretta estendendola a tutti i sistemi. Infatti:
in un s.r. inerziale la luce si propaga in linea retta con un vettore velocità costante
In un s.r. non inerziale la luce segue traiettorie curva –> v diversa punto per punto
26. Che cosa sono le onde gravitazionali? Quali rilevazioni sono state fatte di recente in merito?
L'onda gravitazionale è una perturbazione dello spaziotempo che si propaga con carattere ondulatorio.
Interagiscono molto debolmente con la materia problemi di rilevazione
Per ridurre i disturbi l’antenna risonante deve trovarsi a t molto basse e si devono usare “ammortizzatori” di grande
efficacia. Oggi si usano gli interferometri e si calcolano le piccole variazioni nella distanza che l’onda gravitazionale
provoca tra due masse lontane su cui sono montati due specchi paralleli.
La prima rilevazione certa è stato annunciata l'11 febbraio 2016 dalla collaborazione LIGO/VIRGO, che nel settembre
2015 ha misurato onde gravitazionali causate dalla collisione di due buchi neri risalente a 1,3 miliardi di anni fa, in due
fasi in cui essi prima ruotano l’uno attorno all’altro e poi si fondono in un buco nero di 62 masse solari. 3 masse solari
sono state poi emesse sotto forma di onde gravitazionali.