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Domande Geri

Ultime domande esami:


 Appello marzo/aprile: Rete trifase – TR, linee, CdT – Perdite per isteresi e correnti
parassite nei nuclei ferromagnetici delle macchine elettriche.
 Appello febbraio: Rete trifase – Scelta del cavo per motore, Icc min a fondo linea – TR
in //.
 Appello gennaio: Rete monofase – TR in // e non, CdT , Icc alle sbarre, rendimento
delle macchine– Contatti diretti e indiretti.
 Trasformatore TR:
Descrizione: E’ una macchina elettrica statica che sfrutta la legge di induzione elettromagnetica
trasformatorica. Queste macchine operano la trasformazione l’energia elettrica in CA variando
tensione e corrente a frequenza costante, possono essere monofase o trifase e classificati per tipo di
isolamento(aria/olio),al tipo di raffreddamento(ANAF ONAF ONAN OFAN OFAF) o in base
all’impiego(TV e TA di misura , di potenza e speciali.
Solitamente con avvolgimenti coassiali , con quello all’interno di bassa tensione perché è più facile
da isolare rispetto la massa( ovvero il nucleo). Si accoppiano lamierini giogo e colonna
massimizzando il flusso magnetico e contemporaneamente minimizzando i flussi dispersi (non
richiudendosi totalmente nel materiale ferromagnetico ma anche in aria).
Ipotesi semplificative(TR ideale): La riluttanza del nucleo è lineare R=cost;
perdite nel nucleo per isteresi e correnti parassite sono nulle;
Accoppiamenti tra avvolgimenti è perfetto;
Resistenze degli avvolgimenti nulle( Perdite nel rame nulle).
Funzionamento a vuoto: Nel primario alimentato dalla rete inizia a circolare una corrente che
interessa il primo avvolgimento di spire e per FNL viene introdotta una FEM. Con il secondario
aperto la potenza assorbita da Z 10 corrisponde alla perdite nel ferro (isteresi +parassite) e per la
creazione del flusso.(Il TR si comporta a vuoto come un bipolo).
Funzionamento a carico: Con interruttore chiuso circola corrente nel secondario
Prova a vuoto: Si applica la tensione nominale al primario , uguale alla tensione sul lato del
secondario. La corrente a vuoto se espressa in valore percentuale non dipenderà dal lato di misura .
La potenza assorbita a vuoto sarà la dovuta alla magnetizzazione ciclica nel materiale
ferromagnetico e rappresenta la somma delle perdite per isteresi e per correnti parassite nel TR. La
potenza non dipende dal lato di misura essendo il fattore di trasporto della potenza unitario.
Prova in CC: Questa prova non si svolge veramente in CC , altrimenti esploderebbe , infatti si
alimentano uno dei due avvolgimenti aumentando la tensione fino a far circolare una corrente
nominale , ovviamente la prova e a tensione ridotta. La tensione che corrisponde alla corrente
nominale è detta tensione di cortociruito , dipendente dal lato se non espresso in percentuale della
grandezza nominale .La potenza anche se non dipende dal lato di misura viene espressa in valore
percentuale.
CdT in un TR:( Da vuoto a carico) Nelle linee e nei TR la CdT è la differenza dei valori efficaci
della tensione a vuoto e a carico del TR ( è dunque uno scalare e non un fasore).
Massimo rendimento: Per il dimensionamento della potenza apparente =4/3 della potenza
apparente in quanto il massimo trasferimento di potenza si ha quando le perdite di potenza nel ferro
eguagliano le perdite nel rame, e ciò si verifica ai ¾ della potenza nominale.
Parallelo di due macchine: Dove è richiesta una potenza maggiore del più potente TR a disposizione
si procede accoppiando più macchine in parallelo , collegandoli entrambi alle stesse sbarre di bassa
e alta tensione. Le condizioni per il // sono :
Stessa u%cc;
Stesso rapporto di trasformazione a vuoto;
Il rapporto tra le potenze dei due TR minore o uguale a 2;
Avvolgimenti appartenenti allo stesso gruppo orario;
Le macchine devono lavorare al massimo rendimento;
I rapporti di trasformazione a vuoto sono uguali;
Devono essere in grado di erogare la somma delle loro potenze nominali;
Correnti erogate in fase .
Per due macchine con lo stesso potere di trasformazione ( uguali) si osserva un raddoppiamento
della corrente di cortocircuito massimo Iccmax rispetto ad una sola macchina .
Problemi: Questo assetto crea diversi problemi:
Necessità di impiegare protezioni e quadri performanti e di conseguenza costosi, perché operando in
// aumento le Icc sulla sbarra di bassa;
Sollecitazioni termiche molto elevate, per breve tempo.
Dimostrare che un TR funziona a flusso costante: passando da vuoto a carico il flusso resta
invariato, come la tensione

 Macchina Asincrona MA:


Descrizione: Non vi sono differenze costruttive tra generatori e motori, posso essere ad asse
verticale o orizzontale a seconda de lavoro che svolgono. E composto partendo dall’esterno da una
carcassa e uno scudo che abbracciano lo statore al quale sono fissati i conduttori di induttore che si
affacciano sui conduttori di indotto separati dal traferro, i conduttori di indotto sono fissati sul
rotore e insieme ruotano con l’albero che tramite gli anelli conduttori per mezzo di spazzole
striscianti su conduttori a lamelle o un collettore trasformando energia elettrica in energia
meccanica o viceversa. Il comportamento della macchina è duale, se immetto corrente ottengo
rotazione, se aumento il carico allora dovrò aumentare l’energia elettrica che immetto nella
macchina. Il conduttore viene alloggiato all’interno di una cava statorica, percorrendola da
un’estremità all’altra ed esce seguendo la carcassa circolare statorica e a passo diametrale ci sarà
un’altra cava dove si inserirà il conduttore.
Funzionamento: Il funzionamento di queste macchine si basa sulle leggi dell’induzione
elettromagnetica , attraverso degli avvolgimenti polifase, opportunamente disposti nello spazio ed
alimentati possono generare un CMR. Nel dettaglio dall’esterno metto in rotazione gli avvolgimenti
con velocità angolare ω(r) all’interno di un campo di induzione magnetica, quindi il conduttore sta
tagliando linee di forza e per la legge dell’induzione magnetica mozionale Fem=L*VxB, su
entrambi i lati viene indotta una Fem=2L ω(r) Bcos(ωr t). Se nella spira che sta ruotando viene
indotta una Fem, chiudendo i morsetti su di una resistenza inizierà a circolare corrente che
interagisce con il campo con l’effetto di far insorgere sui lati attivi l’azione di una forza
ponderomotrice che in base alla posizione reciproca di campo e corrente avrà versi opposti sui due
lati. Questo produce una coppia che si oppone al moto che l’ha generata, ovvero il sistema cerca di
ripristinare lo stato dell’equilibrio iniziale dove la spira ruota in senso orario e la coppia si oppone.
Quindi per mantenere invariato il valore della corrente che passa senza variare la potenza bisognerà
dare più coppia motrice. L’effetto quindi di collegare un carico elettrico ha dunque un azione
frenante di tipo meccanico. E questa coppia motrice addizionale che devo applicare a partire dalla
condizione di funzionamento a vuoto che si trasforma in energia elettrica, essa va a bilanciare la
potenza elettrica che sto estraendo dalla macchina.
Circuito equivalente a rotore bloccato:
Avvolgimento rotorico chiuso in CC:
Scorrimento e coppia : Lo scorrimento S(misura percentuale dello scarto di due velocità) è il
rapporto tra la differenza di velocità di rotazione del campo magnetico e la velocità di rotazione del
rotore sulla velocità del campo magnetico. Tramite il suo utilizzo e possibile descrivere tutti gli
stadi di funzionamento del MAT. Per S=0 viene definito scorrimento unitario, indica il sincronismo
tra il rotore e il campo è una condizione di limite di funzionamento a cui la macchina non si porta
spontaneamente, mentre per S=1 il rotore è fermo (durante l’avviamento della macchina). Si ricorda
che per la MAT la trasformazione di energia può avvenire solo se la velocità di rotazione del rotore
nr è diversa dalla velocità di rotazione sincrona nc
Coppia C elettromeccanica è graficabile in funzione dello S, per S=1 si definisce coppia di spunto
Ca( funzione della resistenza e della reattanza). Osserviamo che il valore in corrispondenza del
quale abbiamo coppia massima dipende dalla resistenza dell’avvolgimento rotorico. Il valore della
coppia massimo non dipende da tale valore di resistenza.
Affinché la macchina si avvii e si stabilizzi in maniera corretta e necessario che il punto di
funzionamento deve trovarsi sulla destra della coppia massima cosi da poter essere soggetto ad
accelerazioni e decelerazioni sempre tornando nel punto di funzionamento iniziale. E necessario
per le macchine avere dopo il punto di coppia massimo un andamento più ripido
possibile(decrescente) per far variare il meno possibile la velocità rispetto la coppia resistente. La
coppia della macchina sincrona è data dal rapporto tra potenza attiva e velocità angolare di
rotazione del rotore.
Contributo dei motori asincroni alla Icc: Durante un corto , le macchine asincrone danno un
contributo alla Icc, che può essere in relazione con la potenza installata , la quale può risultare
molto levata, e sarà necessario tenerla in conto per la scelta delle protezioni da adottare. Nella prima
fase del cortocircuito la macchina si comporta come un generatore di corrente di guasto, e al suo
verificarsi le macchine collegate alla stessa sbarra daranno un contributo alla Iccm corrente di
guasto. Se invece il guasto si verifica sulla linea da contributo a tutte le macchine a tutte le
macchine asincrone oltre che alla rete del TR. Quindi per il corretto dimensionamento e scelta degli
interruttori, tenendo conto del potere di interruzione , che dipende sia dalla rete che dal contributo di
queste macchine, erogando quest’ultime corrente sul carico nella fase iniziale.
Dalle Icc né consegue la scelta dell’interruttore. In presenza di CC su una partenza di un motore
alimentato dallo stesso sistema di sbarre , contribuisce alla Icc fornita dal TR.
La norma CEI11-25 definisce i limiti di potenza dei motori il cui contributo è trascurabile, ovvero:
-Kc*ΣItm≤0.01*IccTR
-Iccm=(4-5)Kc* ΣItm
In conclusione si può dire che il contributo dei motori non è trascurabile , specialmente se:
-In un impianto dove gli azionamenti hanno potenza elevata rispetto a quella del TR;
-Potere di interruzione del dispositivo di protezione molto vicino alla corrente di cortocircuito;
-In presenza di motori di media ,grossa potenza. Se i motori sono invece di potenza ridotta e
collegati con cavi di sezione piccola, la corrente di cortocircuito si abbate sensibilmente;
-Se il limite della selettività è molto vicino alla corrente di cortocircuito.
Protezione MA:
Regolazione MA:
Avviamento MA: Macchina Sincrona MS: Sono macchine prevalentemente usate
come generatori nella produzione di energia convenzionale ( termoelettrica, nucleare, idroelettrica)
Descrizione: Statore molto simile alla macchina asincrona, mentre il rotore può cambiare molto, tra
le configurazioni più usate troviamo il rotore a poli salienti o a rotore liscio. Per un rotore a poli
salienti è sempre alimentato a corrente continua. Tare corrente ha il compito di stabilire a rotore
fermo un campo di induzione magnetica quanto più sinusoidale . Tutte le bobine del rotore sono
collegate in serie e attraverso un sistema ad anelli, ovvero attraverso il contatto strisciante delle
spazzole viene iniettata la corrente continua. È possibile individuare gli scudi frontali, la carcassa,
lo statore, l’avvolgimento statorico alimentato da una rete trifase, i cuscinetti, queste sono le
espansioni polari, questa vedremo prende il nome di scarpa polare e questo è il nucleo polare. Quelli
in rosso sono gli avvolgimenti rotorici che nelle macchine sincrone importantissimo sono alimentati
in corrente continua questo avvolgimento qua alimentato in continua è quello che stabilisce
all’interno della macchina il campo di induzione magnetica. Essendo l’avvolgimento in corrente
continua a macchina ferma è un campo di induzione statico. Questo avvolgimento viene alimentato
attraverso la classica tecnica degli anelli e delle spazzole, vedete i morsetti all’uscita sullo scudo
sono due perché l’alimentazione è in corrente continua.
Questa è la sezione trasversale e qua si vede bene il nucleo e si vede che ha un incastro a coda di
rondine rispetto al rotore quindi capite bene che questo è un incastro che sollecitato oltre misura può
rompersi e quindi può produrre il distacco dell’espansione polare a svantaggio della macchina per
questo le macchine a poli salienti sono molto lente che hanno un elevatissimo numero di coppie
polari. Questo è l’avvolgimento rotorico alimentato in continua, ovviamente tutte queste bobine
sono collegate fra loro in serie ed in maniera tale da produrre nel traferro della macchina un
andamento dell’induzione magnetica con alternate nord sud come vedete qua rappresentato, qua
potremmo individuare una polarità nord qua una polarità sud, nord sud nord sud e così via. Questa
parte qui è la scarpa polare, notate che ha una particolare conformazione non stabilisce rispetto allo
statore un traferro di dimensione costante ma ai bordi il traferro è più grande che al centro, questo
per dare una giusta conformazione all’induzione magnetica al traferro che tendenzialmente
dev’essere quanto più sinusoidale possibile.
Ecco invece questo è un rotore di una macchina sincrona liscio, questi sono adottati per i
turboalternatori quindi macchine molto veloci e vedete che questa è una macchina con due coppie
polari. Qua non si vede benissimo, ma la distanza fra una cava e la successiva non è uniforme per lo
stesso motivo che abbiamo visto prima, se dal punto di vista strutturale noi riusciamo a dare questa
distribuzione delle cave rotoriche in questo modo, riusciamo ad ottenere al traferro un andamento
pressoché sinusoidale dell’induzione magnetica; questo è l’avvolgimento rotorico, anche questo è
alimentato ovviamente in corrente continua e devono essere avvolti nel pacco rotorico in maniera
tale da creare le alternanze nord-sud che vedete rappresentate in figura.
Queste sono macchine in costruzione, questo è uno statore vedete che rispetto a macchine asincrone
per quanto riguarda lo specifico dello statore non ci sono grandi differenze, le uniche differenze che
possiamo ravvisare negli statori riguardano la potenza della macchina, se la macchina è molto
potente, come in questo caso, nella cava dobbiamo andare a installare degli avvolgimenti realizzati
con delle sbarre, questo è tipico nelle macchine sincrone utilizzate come generatori. Ecco questa è
un esempio di macchina, è stato tolto lo scudo frontale di questa macchina questo è lo statore,
questo è il rotore e lì ho evidenziato un possibile andamento di una linea di forza dell’induzione
magnetica prodotta dall’avvolgimento rotorico alimentato in corrente continua. Qua una macchina a
poli salienti in costruzione, questi sono i poli della macchina, questa è una macchina se noi
contiamo sono una due… 4 copie polari, questa dovrebbe essere a 7 o 8 coppie polari, questa
dovrebbe darvi un’idea delle dimensioni in rapporto con l’operatore che vedete sta lavorandoci.
Tenete presente che le macchine a poli salienti normalmente hanno grandi diametri e piccole
lunghezze assiali viceversa i turboalternatori hanno piccoli diametri e grandi lunghezze assiali. Qua
vedete un dettaglio di una macchina a poli salienti, qui si intravede l’avvolgimento ad n spire, qua
c’è il sistema di anelli per l’alimentazione in corrente continua dell’avvolgimento rotorico e qua un
esempio di
linea di forza del vettore induzione magnetica. Ecco questo è un rotore liscio in costruzione vedete
che le dimensioni longitudinali sono decisamente superiori a quelle trasversali, a quelle radiali;
questa è una macchina ad una coppia polare. Questo è un esempio di una grande turbomacchina,
questo gruppo eccitatore sta ad indicare che questo nel caso specifico è un gruppo rotante
sostanzialmente una dinamo coassiale alla macchina attraverso la quale viene prodotta l’energia di
corrente continua attraverso la quale si deve alimentare l’avvolgimento rotorico della macchina che
ripeto è alimentato in continua ed ha la funzione di stabilire all’interno del circuito magnetico della
macchina il campo di induzione magnetica.
Coppia: La coppia è definita come il rapporto tra potenza meccanica e velocita angolare di
rotazione del rotore. La potenza meccanica, se prescindiamo dalle perdite, è esprimibile in funzione
della potenza attiva trasferita allo statore di macchina ovvero, ipotizzando ad esempio che questo
sia un generatore, come poiché è la potenza che trasferisco per accoppiamento induttivo dal rotore
allo statore della macchina .La divido per ωr ed ottengo l’espressione della coppia.
Differenza con la macchina asincrona:
Avviamento MA: Anche il motore sincrono trifase non si avvia spontaneamente. E' necessario
impiegare un motore di lancio per portare il rotore alla velocità di sincronismo, oppure sistemare sul
rotore anche un avvolgimento a gabbia: il motore viene avviato come motore asincrono trifase e
passa poi al funzionamento sincrono una volta raggiunta la velocità di sincronismo. Si può anche
impiegare un inverter che consente la regolazione della frequenza della tensione di alimentazione da
zero al valore richiesto (dal quale dipende la velocità rotazione del rotore a regime), che, unitamente
alla regolazione della coppia, mediante la regolazione della corrente di eccitazione, conferiscono a
questi motori interessanti caratteristiche che ne consento l'impiego nella trazione elettrica e negli
azionamenti.

Problemi:
Regolazione:
 Protezione dei cavi: L’IA in caso di sovraccarico, deve intervenire in tempi
compatibili con la caratteristica di sovraccaricabilità del cavo. L’IA in caso di CC, non deve lasciar
passare un’energia specifica superiore a quella che può essere supportata dal cavo. Questa verifica
si effettua confrontando la caratteristica del dispositivo con l’energia specifica ammissibile dal
cavo. E da tenere in considerazione che nei casi in cui la protezione termica dell’IA è
sovradimensionata oppure l’IA non è munito di sganciatori termici, è necessario che la Icc
all’estremità più lontana della linea provochi l’apertura dell’IA per mezzo di sganciatori magnetici.
Ne risulta che la Lmax protetta è in funzione della sezione del cavo.
 Protezione dei condotti sbarre: L’IA posto a monte del condotto sbarre, deve
proteggere lo stesso dagli effetti delle Icc che si possono identificare nell’effetto domino con il
valore della corrente di cresta e dell’effetto termico. Questi due valori rispettivamente riportati nelle
caratteristiche tecniche dei condotti identificano il limite massimo di sollecitazione da non superare.
Dunque l’IA non dovrà far passare una corrente di cresta o di breve durata, superiore a quella
massima accettabile dalla conduttura. Mentre per la protezione delle persone la soglia magnetica
dell’IA dovrà essere tarata in modo tale che risulti inferiore alla Icc a fondo linea.

 Protezione contro i contatti diretti e indiretti:


Protezione delle persone contro i contatti indiretti:
Le misure di protezione contro i contatti indiretti tramite interruzione automatica del circuito
dipendono dal sistema di distribuzione impiegato .
Nel sistema TT la protezione è assicurata dai dispositivi differenziali a corrente residua DDR .
Nel sistema IT o TN la protezione è in generale assicurata dai dispositivi di protezione contro i
cortocircuiti.
La corrente di regolazione magnetica di questi apparecchi permette di determinare, nel rispetto della
protezione delle persone, la lunghezza massima dei cavi Lmax in funzione della loro sezione S.
Per ottenere la protezione dai contatti indiretti, qualora non sia verificata utilizzando i comuni
dispositivi di protezione si possono impiegare i seguenti accorgimenti:
-l’utilizzo di uno sganciatore a soglia magnetica bassa, abbassando la soglia del relè magnetico ( di
intervento) è possibile proteggere dai contatti indiretti condutture di lunghezza maggiore (ad es.
interruttori modulari, inscatolati con sganciatore magnetotermico G o elettronico del tipo
micrologic).
-l’utilizzo di un dispositivo differenziale che permette di realizzare la protezione dai contatti
indiretti , in tutti quei casi dove l’intervento della protezione magnetica non è assicurata. L’utilizzo
del dispositivo differenziale , nella maggior parte dei casi rende la protezione indipendente dai
parametri dell’impianto elettrico( lunghezza e sezione dei cavi).
Protezione addizionale contro i contatti diretti: Il dispositivo di protezione con corrente differenziale
non superiore a 30mA è riconosciuto dalle norme come protezione addizionale contro i contatti
diretti in aggiunta ai seguenti criteri di protezione:
-isolamento delle parti attive;
-involucri e/o barriere;
-ostacoli;
-distanziamento.
Protezione dei cavi:
 CdT : Con l'espressione "Caduta di tensione" o "Caduta di potenziale" si indica la
differenza di potenziale fra due qualsiasi punti di un conduttore attraverso il quale scorre una
corrente. Cioè la differenza tra i valori efficaci tra tensione di partenza e di arrivo. In qualsiasi
impianto di BT è necessario valutare la CdT tra l’origine dell’installazione e il punto di utilizzo
dell’energia elettrica. Il corretto funzionamento in regime permanente dei motori e generalmente
garantito per tensioni comprese +/- 5% della tensione dominale.
-In una linea con alimentazione bilaterale:
-In una linea con alimentazione chiusa o ad anello:
-In una linea con alimentazione aperta:
-In un carico capacitivo:
-Per l’avviamento di un motore: Il corretto funzionamento in regime permanente dei motori e
generalmente garantito per tensioni comprese +/- 5% della tensione dominale. La corrente di
avviamento di un motore può raggiungere o superare di 5-7 volte la corrente nominale. La CdT è
pari al 6% in regime permanente, in fase di avviamento avrò un valore troppo elevato che può
comportare un cattiva funzionamento delle utenze più sensibili oltre che a una difficoltà
nell’avviamento del motore stesso, infatti si consiglia di non superare il 10 % in questa fase. Inoltre
affinché l’avviamento avvenga in modo regolare e in tempi consoni è necessario che la coppia di
avviamento non sia inferiore a1.7volte la coppia resistente della macchina operatrice.
 Protezione contro i sovraccarichi: Dalla normativa CEI64-8 sono indicate
due condizioni:
-Ib≤In≤Iz
-If≤1.45Iz ( 1.3In=If)
Praticamente si deve determinare la sezione del cavo S che abbia la portata effettiva superiore a
In. Il collegamento tra cavo e IA deve quindi iniziare dalla scelta dell’interruttore automatico IA
che abbia una corrente nominale superiore alla corrente di impiego della conduttura scegliendo
di conseguenza un cavo di portata adeguata.
La protezione dai sovraccarichi è obbligatoria quando :
-condutture che alimentano derivazioni per le quali in sede di progetto è estato previsto un
fattore di contemporaneità Fco<1;
-condutture che alimentano carichi per le quali in sede di progetto è estato previsto un fattore di
utilizzazione Fu<1;
-condutture che alimentano carichi che possono dar luogo a sovraccarichi come i motori.
 Protezione contro i CC (per inizio linea): Affinché sia soddisfatta la
condizione di protezione deve essere verificata: I 2t≤ K 2 S 2 Dove la prima parte rappresenta
l’energia specifica che l’interruttore lascia passare deve risultare minore o uguale all’energia
massima che il cavo può sopportare. La scelta dell’interruttore di protezione dipende da:
- Dalla corrente nominale In dei TR o degli apparecchi utilizzatori che determinano le
correnti nominali degli interruttori.
- Dalla Icc max nel punto considerato, che determina il potere di interruzione minimo che
deve possedere l’apparecchio di protezione.
Nel caso di TR in // gli interruttori di arrivo devono possedere un potere di interruzione
superiore alla somma di tutte le correnti di CC di ciascun TR.
 Protezione contro i CC (a fondo linea): La protezione contro i
sovraccarichi a inizio linea basta a garantire la protezione contro i CC a fondo linea. La norma
CEI 64-8 identifica i casi in cui non è necessario oppure è raccomandato non proteggere la
conduttura dai sovraccarichi. Quando la protezione contro i sovraccarichi non è presente o è
sovradimensionata, la norma prescrive che l’intervento della protezione contro i CC deve essere
verificato anche in caso di CC a fondo linea. L’omissione della protezione da sovraccarico è
ammessa nei seguenti casi:
-condutture a valle di variazioni di sezione ed effettivamente protette dal sovraccarico grazie al
dispositivo di protezione messo a monte;
-condutture che alimentano un utilizzatore con integrato il proprio dispositivo di protezione da
sovraccarico integrato;
-condutture che alimentano dispositivi che non sono in grado di dare origini a sovraccarichi ad
es. cucine, motori a rotore bloccato , scaldabagno e apparecchi di illuminazione;
-condutture di alimentazione di più derivazioni protette individualmente per sovraccarico con la
somma delle correnti nominali non superiori alla sua portata;
-condutture che alimentano circuiti di telecomunicazioni, segnalazione o simili.
Quest’omissione è raccomandata per motivi di sicurezza, per circuiti che alimentano apparecchi
utilizzatori la cui apertura intempestiva potrebbe essere causa di pericolo. E raccomandato in
questi casi un allarme che segnali il sovraccarico. Ad es. per circuiti di eccitazione di macchine
rotanti, alimentazione di elettromagneti di sollevamento, circuiti secondari di TR o circuiti che
alimentano dispositivi di estinzione di incendi. L’omissione può essere ottenuta anche
sovradimensionando la protezione termica rispetto alle condizioni più gravose di funzionamento
del circuito.
Li dove è presente l’omissione della protezione da sovraccarico SC la norma chiede di verificare
l’intervento della protezione magnetica a fondo linea ovvero: Iccm maggiore uguale della
soglia di intervento del magnetico Im.
Iccmin=(0.8*U*Sf*Kpar*Kx)/(1.5*ρ*2L) è la corrente di cortocircuito a fondo linea.
 Norma CEI, cosa fare se si è a più di tre metri dal punto
di consegna
Come calcolare la Icc dopo n-metri dal punto di consegna ( ha dato dati
tra cui sezione e Icc a monte)??
 Campo magnetico rotante CMR: alla base del funzionamento della
macchina elettrica rotante sincrona e asincrona. E’ quel campo magnetico che si forma nelle
macchine rotanti, sfruttando il fenomeno fisico degli avvolgimenti polifase se opportunamente
disposti nello spazio e alimentati. Per generare un CMR è necessario eccitare con della corrente
gli avvolgimenti polifase che genereranno la F.m.m. che ne sarà la causa. La struttura dove si
genera il CMR e composta da una parte fissa chiamata statore(Nucleo) e una libera di ruotare
intorno al suo asse grazie a cuscinetti chiamata rotore, lo spazio tra questi due componenti e
detto traferro. Per generare il CMR, nello statore sono praticate delle cave, a passo diametrale e
affacciate verso il traferro al cui interno passano i conduttori isolati e collegati in modo da non
ostacolare la rotazione.
(Per una macchina con due poli) Sulla cava superiore la corrente entra e alimentando una
spira( o matassa) ottenendo B che genera a sua volta un asse polare ( dove sono i poli) ,
definendo l’asse mediano tra i poli e interpolare. Rettifico la macchina e sulla mediana del
traferro si studia l’andamento della F.e.m. prodotta dalla matassa attraversata da corrente. I
circuiti magnetici , comportandosi in maniera non lineare ( non essendo il ciclo di isteresi
biunivoco) , quindi non può essere utilizzato il principio di sovrapposizione degli effetti, allora
sovrappongo le cause , ovvero le F.m.m., l’andamento al traferro e di tipo rettangolare . A
questo andamento è associato la variazione di induzione magnetica. Osservando l’andamento
della F.m.m. nel tempo si nota che poli e zeri si alternano periodicamente , deducendo che CMR
e di tipo pulsante , immobile nel tempo ma variando in ampiezza . Il CMR può essere
scomposto in due componenti che ruotano in maniera opposta, questa scomposizione da luogo a
due onde rappresentabili da due fasori che compenetrandosi danno luogo a una risultante
pulsante. Nel traferro posso sommare F.m.m. delle due bobine e ottengo che le componenti
rotanti in senso inverso si annullano, mentre quelle rotanti in senso diretto si sommano e danno
una risultante di ampiezza costante. L’equazione è quella di un’onda che ruota con velocità
angolare w costante in senso diretto. Si è ottenuto un
campo magnetico rotante. Quindi al traferro ho F.m.m. che ruota e B che ruota quindi i
conduttori son investiti da variazione di campo magnetico e quindi sede di F.e.m. indotte. Se
invece si dispone di una macchina trifase, quindi con 3 bobine a passo diametrale realizzando un
avvolgimento statorico, realizzando uno sfasamento di 120° tra le correnti di eccitamento , ma
di egual modulo . La risultante dell’azione simultanea di queste correnti genererà una CMR ,
rappresentabile dall’insieme dei vettori ottenendo un campo rotante grazie all’annullamento
delle componenti che ruotano nel tempo.

Domande esercizi:
o Scegliere il cavo idoneo ad alimentare il MAM
o Calcolare la lunghezza massima Lmax protetta dal cavo
o Calcolare la sezione S dei conduttori
o Calcola la massima corrente di cortocircuito Icc,max alle
sbarre (TR)
o Scegliere il TR idoneo ad alimentare il carico+
o Valutare la CdT da vuoto a carico in un TR e rendimento
o Indicare un provvedimento per adeguare il valore della
tensione in partenza dell’impianto
o Determinare la CdTmax per il normale funzionamento e
per l’avviamento del MAT
o CDT sulla linea (aperta e chiusa)
o Determinare il potere di cortocircuito degli interruttori
o Verificare qual è la lunghezza massima ammissibile per il
montante
o Valutare se alla base del montante è richiesta una
protezione e sceglierne le caratteristiche
o Valutare se l’interruttore magnetotermico è in grado di
garantire la protezione contro i sovraccarichi ed i
cortocircuiti
o Il carico in corrispondenza al quale è massima la CDT
o Verificare congruenza interruttore-cavo
o Calcolare la minima e la massima corrente di
cortocircuito Icc della linea:

Definizioni
• Momenti amperometrici: b
• Tensione di contatto: tensione che si stabilisce fra parti
simultaneamente accessibili in caso di guasto dell’isolamento.
• Tensione totale di terra: tensione che si stabilisce a
seguito di un cedimento dell’isolamento fra masse e
un punto sufficientemente lontano a potenziale zero.
• Tensione nominale verso terra di un sistema: si intende
tensione nominale verso terra U la tensione per cui un impianto o una sua parte è progettato (la
tensione reale può differire dalla nominale entro dei limiti di tolleranza permessi ). A seconda del
sistema:
- nei sistemi trifase con neutro isolato o con neutro a
terra attraverso impedenza, la tensione nominale;
- nei sistemi trifase con neutro direttamente a terra,
la tensione stellata corrispondente alla tensione
nominale diviso 3 ;
- nei sistemi monofase, o a corrente continua, senza
punti di messa a terra, la tensione nominale;
- nei sistemi monofase, o a corrente continua , con
punto di mezzo messo a terra, la metà della tensione
nominale.
• Parte attiva: conduttore o parte conduttrice in tensione
nel servizio ordinario, compreso il conduttore di neutro,
ma escluso, per convenzione, il conduttore PEN.
• Parte attiva pericolosa: parte attiva che può dare origine
in determinate condizioni di infl uenze esterne a una
corrente pericolosa.
• Massa: parte conduttrice di un componente elettrico
che può essere toccata e che non è in tensione in
condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione
in condizioni di guasto2.
• Contatto diretto: contatto di persone con parti attive.
• Contatto indiretto: contatto di persone con una massa
in tensione per un guasto.
• Parti a portata di mano: conduttori o parti conduttrici
situati nella zona che si estende da un punto o da una
superficie occupata o percorsa ordinariamente da
persone fi no ai limiti che una persona può raggiungere
con una mano senza l’uso di attrezzi.
• Parti simultaneamente accessibili: conduttori o parti
conduttrici che possono essere toccati simultaneamente da una persona.
• Corrente di dispersione verso terra: corrente che, in assenza di guasto, fluisce verso terra o verso le
masse.
• Corrente differenziale: somma vettoriale dei valori
istantanei delle correnti che percorrono tutti i conduttori
attivi di un circuito in un punto dell’impianto.
• Impianto elettrico: L’insieme di componenti elettrici associati al fine di soddisfare scopi specifici
e aventi caratteristiche coordinate. Fanno parte dell’impianto elettrico tutti i componenti elettrici
non alimentati tramite presa a spina, fanno parte dell’impianto elettrico anche gli apparecchi
utilizzatori fissi alimentati tramite prese a spina destinate unicamente alla loro alimentazione.
• Impianti TT: è un sistema di distribuzione utilizzato in Italia dove sia le masse che il neutro sono
collegati a terra. Nei sistemi TT il neutro della CS e le masse dell’utente sono connesse al relativo
impianto di terra. Così facendo i due impianti di massa a terra risultano separati , uno ricade sotto la
responsabilità dell’utente e l’altro sotto la responsabilità della società elettro-fornitrice. A monte del
contatore di energia la cabina della società elettrofornitrice , che potrebbe o meno essere nello
stesso stabile a seconda della dislocazione , al suo interno troviamo l’impianto di terra a cui viene
collegato il neutro del TR. A valle del contatore di energia , che rappresenta il punto di
demarcazione della responsabilità , avrò delle masse che si dovranno collegare all’impianto di terra
dell’utente. In questi impianti il neutro non può essere aperto indipendentemente dalle fasi, ecco
perché gli interruttori di quadro uniscono i leverismi della fase e del neutro perché negli impianti
BT deve essere simultanea l’apertura della fase e del neutro. Infatti sezionando il neutro a monte di
un utente va in tensione attraverso l’utente, che riporta una tensione ad es. 230 V nel neutro stesso
ed è inammissibile.
In questo tipo di sistema , per garantire la protezione contro i contatti indiretti deve essere
soddisfatta la seguente relazione: il prodotto tra la resistenza del dispersore e la corrente nominale
del differenziale deve essere minore o uguale alla tensione di contatto limite convenzionale (50-
25Vper ambienti ad alto rischio). Con l’utilizzo di un dispositivo differenziale ad alta sensibilità il
collegamento della massa con la terra può avere un valore di resistenza elevato senza
compromettere l’intervento del dispositivo . Grazie all’impiego di questo dispositivo differenziale
possiamo realizzare un impianto di terra di facile realizzazione e affidabile nel tempo.
• Conduttore di neutro: Conduttore collegato al punto di neutro del sistema ed in grado di
contribuire alla trasmissione dell’energia elettrica.
• Involucro: parte che assicura la protezione di un componente elettrico contro determinati agenti
esterni e,
in ogni direzione, contro i contatti diretti.
• Barriera: parte che assicura la protezione contro i contatti diretti nelle direzioni abituali di accesso.
• Ostacolo: elemento inteso a prevenire un contatto diretto involontario con le parti attive, ma non a
impedire
il contatto diretto intenzionale.
• Isolamento principale: isolamento delle parti attive
utilizzato per la protezione base contro i contatti diretti
e indiretti.
• Isolamento supplementare: isolamento indipendente
previsto in aggiunta all’isolamento principale per assicurare la protezione contro i contatti elettrici
in caso
di guasto dell’isolamento principale.
• Doppio isolamento: isolamento comprendente sia l’isolamento principale sia l’isolamento
supplementare.
• Isolamento rinforzato: sistema unico di isolamento
applicato alle parti attive, in grado di assicurare un
grado di protezione contro contatti elettrici equivalente
al doppio isolamento, nelle condizioni specificate nelle
relative norme.
• Pavimenti e pareti isolanti: pavimenti e pareti di locali
la cui resistenza è sufficientemente elevata da limitare
la corrente a un valore non pericoloso.
• Terra: il terreno come conduttore il cui potenziale elettrico in ogni punto è convenzionalmente
considerato
uguale a zero.
• Dispersore: corpo conduttore o gruppo di corpi conduttori in contatto elettrico con il terreno e che
realizza
un collegamento elettrico con la terra.
• Conduttura: Insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il
loro isolamento, il loro supporto, il fissaggio el’eventuale protezione meccanica.
• Resistenza di terra: resistenza tra il collettore (o nodo)
principale di terra e la terra.
• Impianti di terra elettricamente indipendenti: impianti
di terra aventi dispersori separati e tali che la corrente
massima che uno di questi impianti può disperdere non
modifica il potenziale rispetto a terra dell’altro impianto
in misura superiore ad un valore determinato.
• Conduttore di protezione PE: conduttore prescritto per
alcune misure di protezione contro i contatti indiretti
per il collegamento di alcune delle seguenti parti:
- masse;
- masse estranee;
- collettore (o nodo) principale di terra;
- dispersore;
- punto di terra della sorgente o neutro artificiale.
• Conduttore PEN: conduttore che svolge insieme le funzioni sia di conduttore di protezione sia di
conduttore
di neutro1.
• Impianto di terra: insieme dei dispersori, dei conduttori
di terra, dei collettori (o nodi) principali di terra e dei
conduttori di protezione ed equipotenziali, destinato a
realizzare la messa a terra di protezione e/o di funzionamento.
• Corrente di guasto: corrente che si stabilisce a seguito
di un cedimento dell’isolamento o quando l’isolamento
è cortocircuitato.
• Corrente di guasto a terra: corrente di guasto che si
chiude attraverso l’impianto di terra. In determinate condizioni di impianto, sistemi TN e IT, la
corrente di guasto , che si richiude verso terra può assumere valori elevati, paragonabili alle correnti
di sovraccarico e cortocircuito.
• Corrente di cortocircuito: Icc è una sovracorrente che si forma a seguito di un guasto di impedenza
trascurabile fra due punti tra i quali esiste una tensione in condizioni ordinarie di esercizio.
• Corrente convenzionale di funzionamento(per un dispositivo di protezione): If Valore specifico di
corrente che provoca l’intervento del dispositivo di protezione entro un tempo specificato,
denominato tempo convenzionale.
• Corrente di impiego: Ib Corrente che può fluire in un circuito in condizioni ordinarie di
servizio. A livello dei circuiti terminali è la corrente corrispondente alla potenza apparente
dell’utilizzatore . In presenza di motori o masse in servizio frequenti ( ad es. saldatrici a punti o
ascensori ) è necessario tener conto delle correnti transitorie se i loro effetti si accumulano. A
livello dei circuiti di distribuzione (principali e secondari ) è la corrispondente alla potenza
apparente richiesta da un gruppo di utilizzatori tenendo conto dei coefficienti di utilizzazione e
di continuità .
• Portata in regime permanente di una conduttura : Iz è il massimo valore della corrente che può
fluire in una conduttura , in regime permanente e in determinate condizioni, senza pregiudicare
la l’integrità e la durata di vita della conduttura. Dipende da parametri come la costituzione del
cavo e della sua canalizzazione (conduttore, isolante, N° di cavi attivi, messa in posa).
• Sovracorrente : Ogni corrente che supera il valore nominale. Per le condutture il valore
normale e la portata . Tale corrente deve essere eliminata in tempi tanto più brevi quanto è più
elevata la corrente.
• Corrente di sovraccarico :Isc è una sovracorrente che si verifica in un circuito come nel caso
della presenza di un motore o l’utilizzo momentaneo e contemporaneo di più utilizzatori
rispetto al numero massimo di progetto.
• Persona esperta: persona avente sufficienti conoscenze tecniche o sufficiente esperienza per
permetterle di
prevenire i pericoli che può presentare l’elettricità.
• Persona avvertita: persona adeguatamente informata
od avvisata da persone esperte, per permetterle di
prevenire i pericoli che può presentare l’elettricità.
• Persona addestrata: persona aventi conoscenze tecniche o esperienza (persona esperta), o che
ha ricevuto
istruzioni specifiche sufficienti per permetterle di prevenire i pericoli dell’elettricità, in relazione
a determinate
operazioni condotte in condizioni specificate (persona
avvertita). Il termine addestrato è pertanto un attributo
relativo:
- al tipo di operazione;
- al tipo d’impianto sul quale, o in vicinanza del quale,
si deve operare;
- alle condizioni ambientali, contingenti e di supervisione da parte di personale più preparato.
• Persona non addestrata: persona non esperta e non
avvertita.
•Tetanizzazione: si contraggono i muscoli interessati
al passaggio della corrente e risulta difficile staccarsi
dalla parte in tensione. Da notare che correnti molto
elevate non producono solitamente la tetanizzazione perché quando il corpo è da esse
attraversato,
l’eccitazione muscolare é talmente elevata che
i movimenti muscolari involontari generalmente
proiettano il soggetto lontano dalla sorgente.
•Arresto respiratorio: se la corrente elettrica attraversa i muscoli che controllano il movimento
dell’apparato respiratorio, la contrazione involontaria
di questi muscoli altera il normale funzionamento
del sistema respiratorio e il soggetto può morire
soffocato o subire le conseguenze di traumi dovuti
all’asfissia.
•Fibrillazione ventricolare: è l’effetto più pericoloso
ed è dovuto alla sovrapposizione delle correnti
provenienti dall’esterno con quelle fisiologiche che,
generando delle contrazioni scoordinate, fa perdere
il giusto ritmo al cuore. Questa anomalia si chiama
fibrillazione ed é particolarmente pericolosa se ventricolare perché diventa un fenomeno non
reversibile
poiché persiste anche se lo stimolo é cessato.
•Ustioni: sono prodotte dal calore che si sviluppa
per effetto Joule dalla corrente elettrica che fluisce
attraverso il corpo.
•Interruttori automatici: IA Le sue funzioni principali e fondamentali sono quelle di
sezionamento e protezione di una rete elettrica. Una scelta appropriata dell’IA garantisce una
sicurezza globale di beni, persone ed eventualmente cicli produttivi. La scelta viene fatta in
funzione:
-Delle caratteristiche della rete ( tensione, frequenza, corrente nominale e di cortocircuito;
-Dalla continuità di servizio desiderata;
-Dalle diverse regole di protezione.
Ce ne sono di diversi tipi:
Interruttori automatici con sganciatore termomagnetico
Le protezioni assicurate dagli interruttori automatici con
sganciatore termomagnetico sono:
• protezione contro i sovraccarichi;
• protezione contro i cortocircuiti;
• protezione contro i contatti indiretti.
La protezione contro i sovraccarichi è attuata tramite lo
sganciatore termico con una curva di intervento a tempo
dipendente ossia con intervento tanto più rapido quanto
più grande è la corrente di sovraccarico.
La protezione contro i cortocircuiti è attuata tramite lo
sganciatore magnetico con una curva di intervento a
tempo indipendente ossia con tempo di intervento indipendente dalla corrente di cortocircuito.
La protezione contro i contatti indiretti può essere attuata
sia tramite lo sganciatore termico sia tramite lo sganciatore magnetico in quanto la corrente di
guasto a terra
interessa almeno una fase; se tale corrente è sufficiente mente elevata può provocare lo sgancio
dell’interruttore.
Come si vedrà in seguito, occorre coordinare il dispositivo di protezione con il sistema di
distribuzione e il modo di collegamento delle masse a terra in modo da intervenire in tempi tali da
limitare la durata di permanenza delle tensioni di contatto pericolose presenti nelle masse in seguito
al guasto.
Interruttori automatici con sganciatore elettronico a microprocessore
Le protezioni assicurate dagli interruttori automatici con sganciatore elettronico sono perfettamente
analoghe a quelle assicurate dagli interruttori con sganciatore termomagnetico. Le funzioni di
protezione implementate dallo sganciatore a microprocessore permettono la protezione contro il
sovraccarico (protezione L), il cortocircuito (protezione S e I) e i contatti indiretti . Gli sganciatori
elettronici permettono una regolazione accurata sia in termini di tempi di intervento sia in termini di
soglie di corrente in modo da soddisfare le esigenze impiantistiche.
Interruttori automatici con sganciatore elettronico a
microprocessore con protezione contro guasto a terra
integrata (funzione G)
Gli sganciatori elettronici a microprocessore nelle versioni
evolute presentano oltre alle funzioni di protezione contro
sovraccarico (L) e cortocircuito (S e I), una funzione di protezione dedicata ai guasti a terra
chiamata funzione G.
La protezione G è in grado di valutare la somma vettoriale delle correnti che fluiscono nei
conduttori attivi (le tre fasi e il neutro).
In un circuito sano tale somma è pari a zero ma in presenza di un guasto a terra, parte della corrente
di guasto ritornerà alla sorgente di alimentazione attraverso il conduttore di protezione e/o la terra,
non interessando
i conduttori attivi. Se tale corrente è superiore al valore di intervento impostato per la funzione G
l’interruttore aprirà nel relativo tempo impostato.
Interruttori automatici magnetotermici o elettronici con
sganciatore differenziale integrato
Gli interruttori automatici con sganciatore differenziale
integrato abbinano in un unico apparecchio lo sganciatore differenziale e lo sganciatore di
protezione contro
le sovracorrenti e intervengono sia per dispersione di
corrente verso terra sia per sovraccarico/cortocircuito.
Il principio di funzionamento dello sganciatore differenziale consiste essenzialmente nel rilevare la
corrente di
guasto a terra mediante un trasformatore toroidale che
abbraccia tutti i conduttori attivi compreso il neutro se
distribuito. In assenza di guasto a terra la somma vettoriale delle
correnti I∆ è zero; in caso di guasto a terra se il valore di I∆
supera il valore di soglia di intervento I∆n, il circuito posto
sul secondario del toroide invia un segnale di comando
a un apposito sganciatore di apertura che provoca l’intervento dell’interruttore.
Interruttori differenziali puri
Gli interruttori differenziali puri sono dotati del solo sganciatore differenziale e quindi garantiscono
solo la protezione verso terra. Devono essere accoppiati a interruttori magnetotermici o a fusibili
per la protezione
dalle sollecitazioni termiche e dinamiche. Il principio di funzionamento è identico a quanto
illustrato precedentemente.
Relè differenziali
I relè differenziali, anche detti relè differenziali da quadro, svolgono la funzione di rilevazione della
corrente di guasto a terra tramite un toroide separato da installare
esternamente sui conduttori attivi del circuito. Nel caso in cui la corrente differenziale dovesse
superare la soglia impostata, il relè attiva un contatto che viene
utilizzato per comandare il meccanismo di sgancio di un interruttore.
Sono dispositivi impiegati negli impianti industriali dove le condizioni di installazione sono
particolarmente restrittive come ad esempio interruttori già installati o spazio
limitato nella cella interruttore.

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