Sei sulla pagina 1di 7

Turboespansore termico

Principio di funzionamento

Il turboespansore è una macchina motrice che trae lavoro dall’espansione di un fluido.


Si differenziano quindi in due grandi categorie turbine idrauliche (Pelton , Francis e Kaplan)
e turbine termiche, a gas se sfruttano l’espansione di un combustibile reagente con l’aria o a
vapore se sfruttano l’espansione del medesimo.
Il turboespansore è composto in tutte le turbomacchine da più stadi i quali agiscono sulle
pressioni e sulle velocità del fluido, ogni stadio presenta una parte fissa ed una parte mobile
le quali, rispettivamente, forniscono energia al fluido e ne traggono lavoro meccanico.
Gli stadi di turbina si differenziano in:
- stadio ad azione, nel quale tutta la pressione ( salto entalpico ) è assorbito dal
distributore il quale ha una conformazione convergente divergente e quindi fornisce
solamente energia cinetica al fluido e la cede alla girate, la quale ne trae lavoro
meccanico.
- stadio a reazione, nel quale lo statore assorbe solamente parte del salto entalpico e
fornisce quindi oltre che energia cinetica anche quella di pressione alla girante la
quale, avendo una conformazione particolare sfrutta queste due energie e ne trae
lavoro con la peculiarità di fungere anch’essa da ugello.
Entrambe le palettature hanno dei vantaggi e degli svantaggi:
- La palettatura ad azione presenta un rapida caduta di pressione, spinta assiale
praticamente inesistente, non presenta problemi di tenuta, consente la
parzializzazione, è di dimensioni ridotte, ma di contro ha un basso rendimento.
- La palettatura a reazione presenta come unico vantaggio rispetto alla palettatura ad
azione quello di possedere un alto rendimento in quanto le velocità del flusso sono
minori

si noti il disegno simmetrico Si noti il disegno ad ugello di


della palettatura rotorica. entrambe le palettature
I turboespansori si suddividono a seconda della direzione del flusso:
- centrifughe e centripete radiali , le prime sfruttano l’energia del fluido facendolo
entrare assialmente e fuoriuscire radialmente.Sulla girante si ha un calo costante di
pressione e velocità le quali andranno ad innalzarsi sul diffusore per poi fuoriuscire
dal collettore , per le seconde si ha come differenza che il fluido entra radialmente e
fuoriesce assialmente

- assiali viene definita assiale ad azione quando il fluido scorre parallelamente all’asse
ed espande (generalmente vapore allo stato saturo o surriscaldato) esclusivamente
nello statore ,lasciando la pressione statica del fluido ,a monte ed a valle del rotore,
la stessa.

Lavoro e rendimento
Il fluido fuoriesce da una serie di ugelli sagomati e inclinati rispetto al piano che contiene
l’organo mobile alla cui periferia le palette generano i condotti mobili.
Se il turboespansore in questione è ad azione il vapore effluisce dagli ugelli con la massima
velocità del salto entalpico e l’organo mobile è soggetto a una forza che è tangenziale alla
sua circonferenza media ed è dovuta alla variazione di direzione della quantità di moto
posseduta dal fluido operante, che da origine al moto rotatorio intorno al suo asse.
Se è a reazione l’organo mobile è soggetto a una spinta dovuta in parte alla variazione di
direzione della quantità di moto e in parte alla variazione di intensità della sua grandezza
conseguente all’incremento di velocità.
Quindi il lavoro è generato essenzialmente dalla velocità del fluido che impatta sulle palette,
per questo si differenziano tre velocità:
- Assoluta del fluido, rispetto alla carcassa della macchina che è fissa ​(v)
- Di rotazione o di trascinamento dell’organo mobile che coincide con la velocità
periferica della ruota (velocità della pala sul suo raggio medio) ​(u)
- Relativa del fluido rispetto
all’organo mobile ​(w) ​( differenza vettoriale
tra ​v​ ed ​u ​)
Per la turbina ad azione Il lavoro
sviluppato dipende dalla variazione
dell’energia cinetica dovuta alla velocità
assoluta​, mentre per quella a reazione Il
lavoro sviluppato dipende dalla variazione
dell’energia cinetica dovuta alla velocità
relativa​ .

nella figura è raffigurata una


palettatura r​ otorica assiale ad azione
con i rispettivi triangoli di velocità
Quindi l’equazione fondamentale delle turbomacchine è:
li = ((v02 − v 12 )/2) + ((w12 − w02 )/2) + ((u02 − u12 )/2)
nella quale si esplicita che il lavoro sviluppato sulla girante è la somma delle energie
cinetiche fornite dalle tre velocità fondamentali, nello specifico la somma :
- dell’energia cinetica generata dalla velocità assoluta (effetto di azione del fluido sulla
paletta )
- energia cinetica generata dalle velocità relative (effetto di reazione del fluido)
- energia dovuta alla forza centrifuga conseguente alla forma dei condotti e al percorso
seguito dal fluido nel loro attraversamento
Ma nelle ​turbine assiali ad azione idealmente​ l’energia data dalla velocità di
trascinamento è nulla e in quanto i condotti creati dalla palettatura sono a sezione costante,
il moto in essi è permanente e quindi da considerarsi anche w0=w1 per questo la formula si
riduce a:
li = (v02 − v 12 )/2 ​dove v0 è la velocità teorica di ingresso nella girante ed è calcolata
dalla formula​ v 0 = √(2Δhi) dove Δhi è il salto entalpico ideale che il fluido scarica
totalmente sul distributore.
Ma anche nel caso ideale, nonostante siano considerati nulle le perdite per attrito va
considerata la perdita di energia cinetica al momento che il vapore lascia la girante ( perdita
per energia cinetica residua) tale perdita potrà essere contenuta ma non annullata quindi il
rendimento della palettatura è​ ηp = 1 − (v12 /v02 )
Nella turbina ad azione reale va considerato un coefficiente di efflusso nel distributore che
tenga conto della rugosità del condotto fisso, urti e deviazioni in esso per questo il
rendimento di distribuzione sarà ηd = φ2 = v 02 /v02
Stesso discorso per i condotti mobili per i quali è da considerarsi un coefficiente di riduzione
della velocità relativa ψ che tenga conto della forma , della rugosità delle palette e
dall’angolo delle palette che devia il flusso quindi il rendimento della girante sarà: ηg = ψ2
Il rendimento della palettatura nel caso reale deve tener conto non solo le perdite allo
scarico ma anche la rugosità della pala e di eventuali urti della vena fluida contro di essa sia
per quanto riguarda la parte statorica che la parte rotorica quindi il nuovo rendimento della
pala sarà ηp = ∆h tot /∆h real ​cioè va considerato il salto entalpico reale.
In totale le perdite in un turboespansore ad azione sono :
2
- nel distributore E d = (v02 /2) (1 − φ )
- nella girante E g = (w02 /2) (1 − ψ2 )
- allo scarico E s = v 12 /2
Tra le turbomacchine più utilizzate in base al rendimento che esse posseggono troviamo:
- La turbina a gradini di velocità o chiama ​turbina Curtis​, esse hanno la peculiarità di
possedere un angolo di pala maggiore il quale permette al vapore di mantenere una
velocità all’uscita della girante che può essere reindirizzato su di una seconda ruota.
nel caso ideale il suo rendimento di pala vale ηp = cos ∠1 ​nel caso reale va da
considerarsi una fattore દ1 che tenga conto dei precedenti coefficienti φ ​e ψ
quindi il rendimento sarà ηp = cos ∠1 * ​ દ1
- Turbina a salti di pressione o ​turbina Rateau​ dove è frazionato il salto entalpico in
un certo numero di salti parziali ciascuno dei quali viene utilizzato in un distributore e
il relativo lavoro raccolto dalla successiva girante .Ogni coppia distributore girante è
separata da un diaframma necessario per dividere gli ambienti.
- Turbine multiple​ le quali utilizzano ambedue le soluzione frazionando la caduta
entalpica in diversi salti di pressione e si ricorre a giranti a più corone per utilizzare
più di un gradino di velocità

Turbina multipla
Per quanto riguarda le turbine a reazione come detto precedentemente la conversione del
salto entalpico non avviene tutta nel distributore ma parzialmente.
Per le turbine a reazione parziale l’equazione fondamentale sarà :
li = la + lr = ((v02 − v 12 )/2) + ((w12 − w02 )/2) ​dove li lavoro interno la è il lavoro per
azione ed lr per reazione
A differenza delle precedenti turbine assiali le turbine a reazione presentano una grandezza
specifica il grado di reazione che può essere calcolato o con i salti entalpici scaricati
parzialmente su statore e girante R = Δh girante / (Δh girante + Δh rotore)
oppure tramite i triangoli delle velocità i quali generano il lavoro per azione e per reazione
R = lr/li .
A grado di reazione pari a 0,5 per i turboespansori a vapore si ottiene
((v02 − v 12 )/2) = ((w12 − W 02 )/2)
Considerata una turbina a reazione semplice con salto entalpico ∆h tot ​che dovrà essere
convertito in energia cinetica nel distributore ∆h a (​trasformandolo in lavoro azione) e
nella girante ∆h r (​trasformandolo in lavoro per reazione) si ha come velocità di uscita
dal distributore v 0 = √(2 ∆h a)
Poiché il fluido deve ancora essere convertito in energia cinetica dalla girante
attraversandola esso aumenterà la propria velocità relativa e all’uscita la palettatura rotorica
fungera da ugello iniziando a ruotare per il principio di azione e reazione in quanto
w1 > w0
Ma rispettando le considerazioni fatte a R=0,5 si avrà v 0 = w1 e v1 = w0 quindi i
triangoli delle velocità in uscita e in entrata dalla girante sono simmetrici rispetto all’asse
longitudinale della macchina.
Le palette del distributore e della girante hanno la stessa forma ma disposizione simmetrica.
Facendo riferimento ad uno stadio (distributore+girante) avremo che il rendimento della
palettatura sarà ​ entre se si tratta di uno stadio intermedio di una
ηp = li/ ∆h tot m
turbina multipla bisogna tenere conto del recupero di energia cinetica nello stadio
successivo quindi il rendimento sarà ηp = li/ (∆h tot − (v12 /2))
L’inconveniente delle alte velocità periferiche già riscontrato nelle turbine ad azione
monoruota ,per quanto riguarda la possibilità di montaggio su un alternatore elettrico, si
presenta in maniera ancor più sensibile sulle turbine a reazione, infatti la velocità periferica
di una turbina a reazione è 1,41 volte superiore a quella di una turbina ad azione monoruota
di caratteristiche simili.

Potenza
La potenza interna dello stadio Pi si ottiene moltiplicando la portata massica ṁ per il lavoro
massico interno li. Il prodotto della Pi per il rendimento organico ηo e per il rendimento della
pala ηp da la potenza utile dello stadio.

P u = P i * ηo * ηp = ṁ * ∆hs * ηo * η

Caduta entalpica limite


Per il calcolo dela caduta entalpica limite ce bisogno di calcolare un coefficiente della
velocita periferica k per scegliere il tipo di turbina più adatto per una determinata
applicazione.
Questo coefficiente è dato dal rapporto tra la velocità periferica
( u = π n D n numero di giri) all’ingresso della girante di diametro medio D e la velocità
ideale raggiungibile dal fluido nel caso di espansione isoentropica dalle condizioni iniziali alla
pressione di scarico dello stadio v * = √(2Δhs)
​ k = u/v *
Elevando
2
al quadrato il reciproco di k, si ottiene il coefficiente di pressione
॥ = Δhs /(u2 /2) esso è un indice della caduta di entalpia che può essere trattato dallo
stadio in quanto confronta la caduta di entalpia Δhs con il quadrato della velocità periferica
legato alle sollecitazioni indotte dalla forza centrifuga alla girante questo valore scende da
un valore compreso tra 4,5 e 5,5 per lo stadio ad azione a un valore compreso tra 2,2 e 2,6
per lo stadio a reazione con grado di reazione R=0,5 assumendo valori intermedi tra 2,6 e
4,5 per stadi aventi un grado di reazione compreso tra 0 (solo azione) e 0,5 ( reazione
parziale).
Quando la velocità periferica per elaborare la caduta entalpica assegnata è accettabile si
preferisce impiegare stadi a reazione con R=0,5 poiche si raggiungono rendimente
notevolmente più elevati rispetto allo stadio ad azione.
Se occorre invece limitare la velocità periferica vengono utilizzate turbine ad azione ad
esempio ​ruote Curtis​.

Potrebbero piacerti anche