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Riepilogo:
Nelle trasformazioni fisiche e osserviamo cosa succede quando si verifica
un cambiamento dello stato di aggregazione dei sistemi.
abbiamo parlato dei diagrammi di stato, in parte accennandoli e abbiamo
detto che per assegnare le zone, nel diagramma pressione-temperatura
dove le varie fasi sono presenti occorre stabilire il potenziale chimico, cioè la
fase più stabile è quella con potenziale chimico più basso, e quindi con
entropia maggiore.
Nel diagramma pressione temperatura nel diagramma di stato, occorre
considerare che variando pressione e temperatura cambiano le posizioni
nel diagramma e cambiano anche le vari situazioni (solido, liquido,
gassoso), occorre quindi considerare i gradi di libertà.
Gradi libertà: numero di variabili indipendenti che posso modificare a
mio piacimento senza modificare il numero delle fasi all’equilibrio
Quando le fasi sono in equilibrio?
Quando hanno lo stesso potenziale chimico.
Noi, infatti, usiamo l’energia libera di Gibbs perché la maggior parte dei
fenomeni avviene a pressione costante.
In queste condizioni noi dobbiamo anche osservare cosa succede,
mantenendo costante la temperatura, riguardo alla variazione di pressione.
p*= tensione di vapore del mio sistema all’equilibrio, quindi è ciò che grava
sul mio liquido all’equilibrio
∆p= pressione aggiuntiva che io applico per poter vedere la perturbazione
dell’equilibrio.
Io voglio vedere il valore della pressione ‘p’ che si osserva quando c’è questa
pressione ∆p e quindi questa pressione ‘p’ alla pressione di vapore è
modificata in seguito alla perturbazione.
Faccio un esperimento: sto all’equilibrio e perturbo l’equilibrio aggiungendo
una pressione aggiuntiva ∆p; all’equilibrio avevo p* come tensione di vapore,
adesso ho una tensione di vapore p.
Quello che io osservo è che l’espressione che identifica il cambiamento della
tensione di vapore, in seguito alla pressione aggiuntiva, dipenderà da un
fattore di correzione, che si andrà a moltiplicare per la tensione di vapore
all’equilibrio e che dipende da ∆p, ossia dalla variazione di pressione che io
ho esercitato:
Osservando i volumi noi abbiamo che la variazione dei volumi del solido,
rispetto a quella del liquido, è positiva quando ho un sistema normale e
negativa quando ho un sistema acqua: dove il solido ha un volume maggiore
rispetto a quello del liquido, quindi quella differenza ‘liquido meno solido’ è
negativa, mentre nell’altro caso è positiva.
Quando è negativa dp/dT è minore di zero, quindi la pendenza è negativa.
Quando è positiva ho l’effetto normale che registro in tutte le altre sostanze:
cioè incremento della pressione con aumento della temperatura di fusione.
Adesso applichiamo quanto detto: uso Clapeyron per definire i vari confini di
fase.
Analizzo una fase solido-liquido:
Devo considerare che quando realizzo una trasformazione solido-liquido,
significa che una certa quantità di calore deve essere tolta al liquido per
permettere il passaggio allo stato solido o viceversa, si parla di ∆H di fusione,
quindi il calore in giro è questo; ma io nell’equazione di Clapeyron ho scritto
∆S, ma ∆S io lo posso riscrivere in termini di calore su temperatura; nel caso
specifico dell’espressione solido-liquido il calore in gioco è il ∆H di fusione, la
temperatura in gioco è la temperatura di fusione, quindi la Clapeyron la posso
riscrivere in questi termini:
Lo stesso discorso lo posso fare anche per gli altri diagrammi, ci sono però
semplificazioni che posso fare nel caso del vapore, perché il vapore ha un
volume molto maggiore rispetto al liquido, quindi quando io vado a vedere i
∆V possiamo far coincidere quel valore con il volume del gas.
Posso fare una semplificazione se assumo che il gas sia ideale, posso
ancora più giocare con le relazioni termodinamiche e fare l’equazione di stato
dei gas:
La nostra Clapeyron, che noi abbiamo modificato, somiglia molto alla Van’t
Hoff.
Quindi abbiamo ricavato sia l’equilibrio solido-liquido sia liquido-vapore, la
sessa cosa si può fare anche con il vapore-solido, con la sublimazione.
Stesso discorso perché il volume del gas è molto maggiore rispetto a
quello del solido e quindi riutilizzo la stessa espressione, allo stesso modo.
che era il lavoro utile, ossia il lavoro di natura non espansiva che il sistema
poteva scambiare con l’ambiente quando variava la composizione del
sistema (potenziale chimico per variazione del numero di moli);
termodicamente però la relazione giusta è questa:
Quando una cosa non ha senso (in fisica) la considero nulla (ponendola
uguale a zero), quindi il termine in eccesso, lo vado a considerare uguale a
zero.
Perché la relazione termodinamica ideale è quella di dG= potenziale chimico
per dn, quindi i termini che sono più li pongo nulli, altrimenti avrei un
paradosso termodinamico perché avrei due relazioni diverse che danno lo
stesso valore e non è possibile.