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Distinguiamo i processi che avvengono nelle nuvole dette calde e nelle nuvole dette fredde.
Le nuvole che si formano a medie latitudini (noi) a 1-2 km anche se la nuvola può raggiungere la sommità
della troposfera.
Non esistono nuvole calde e nuvole fredde, ma tipicamente una nuvola è costituita da una parte calda e
una parte fredda (non è sempre così). Nella maggior parte dei casi le nuvole sono in parte clade e poi per la
maggior parte fredde.
La distinzione tra n. calda e fredda dipende dal fatto che la porzione della nuvola si trovi sopra o sotto i 0°C.
Nella nuvola calda è coinvolto solo il vapore e la fase liquida mentre nella nuvola fredda è coinvolto il
vapore e la fase solida ma anche la liquida quindi i processi che fanno diventare le droplets gocce di pioggia
sono diversi per nuvole calde e nuvole fredde. Sulla base di questo facciamo una prima distinzione.
Una volta che si sono formate le cloud droplets possono crescere sempre nella fase liquida. Fintanto che
l’air parcel si ritrova a un livello di umidità relativa maggiore del 100% .
La crescita però deve essere sufficientemente rapida e non lo è. ( il temporale estivo dal momento in cui si
sviluppa e muore passa un’oretta) Quindi la fase in cui si formano le cloud droplets e crescono si riduce a
10-20 minuti.
La crescita per condensazione è invece è più lento e richiederebbe più tempo per generare pioggia.
Entra in gioco un procedimento che prende il nome di COLLECTION che si basa su un principio di
COLLISIONE E COALESCENZA.
Sel le goccioline avessero tutte lo stesso raggio tenderebbero a cadere con la stessa velocità (impossibile
collisione) . E’ necessario quindi considerare che all’inizio ci siano gocc. Di diverse dimensioni.
L’aria non è in quiete e le goccioline cadono in un aria che si muove in maniera turbolenta dentro la nuvola,
forte rimescolamento, creazione di vortici e questo movimento può favorire a sua volta collisine.
-LWC liquid water content , fattore più importante, se aumento il numero di goccioline è più facile che
avvenga questo processo
-spessore della nuvola (più è spessa la nuvola in cui possono spostarsi le goccioline maggiore sarà il numero
di collisioni che possono avvenire)
-Updraft (aria che sta salendo all’interno della mia nuvola, è l’air parcel che sale, ma se la velocità con cui
sale è elevata favorisce la turbolenza e permette alle goccioline di rimanere per più tempo all’interno della
nuvola)
Può succedere che le goccioline si urtino e rimbalzino, invece che fondersi possono anche romporsi in
goccioline più piccole. I processi dopo gli urti quindi possono essere molteplici ma in media c’è un processo
di coalescenza che prevale. Situazione complessa.
Le goccioline hanno in funzione delle loro dimensioni una velocità di caduta massima alla quale tendono
(anche dall’attrito del fluido circostante).
Legge stokes descrive forza d’attrito (drag force) esercitata su una sfera:
si applica anche quando abbiamo un flusso laminare (senza turbolenza) quindi dato che nella nuvola non è
così è un’approssimazione.
FD=6πµvr
µ= viscosità dell’aria (parametro tipico del fluido che considero)
Assume che ci sia un moto, quindi una velocità costante, che la goccia sia una sfera rigida e che sia un fluido
incomprimibile (vero in realtà).
-FORZA DI GRAVITA’
-SPINTA DI ARCHIMEDE
ESPRESSE DA FG :
V=volume
FG complessivamente tira verso il basso (gravità da spinta più forte di spinta di Archimede) quando queste
due forze sono in equilibrio posso eguagliare FG e FD.
V= 2/9 (ρwgr2) /µ
RAINDROP SHAPE
Quindi quando cascano le gocce di pioggia sono sempre nell’ordine del mm.
C’è parte sopra freezing level, strato intermedio che arriva fino a nuova isoterma dei -40°c, con acqua allo
stato solido e liquido = Bergeron Process
Nella parte sommitale della nuvola (sopra isoterma -40°c) non si trovano mai goccioline a stato liquido ma
soltanto cristalli di ghiaccio.
La crescita dei cristalli di ghiaccio avviene tramite il processo di Bergeron, la crescita delle particelle solide
dipende da congelamento eterogeneo o omogeneo (corrispondenze della nucleazione) Il ghiacciamento
può avvenire in maniera omogenea (spontanea) perché le temperature sono molto basse, o in maniera
eterogenea nel caso in cui siano presenti aereosol ancora a questa altezza (passaggio da vapore a solido
direttamente su aereosl) si parla anche di nuclei di ghiacciamento.
Siamo sotto T congelamento ma possiamo avere acqua liquida che esiste in forma SOVRARAFREDATA
(supercooled) -40°C<<Temp<0°C
Ne le goccioline alla stato liquido ne quelle allo stato solido sono ancora
abbastanza grandi per cadere.
Curva gialla rappresenta coppiedi valori per cui coesiste acqua e ghiaccio.
Il punto triplo im 0,01°C c’è coesistenza di acqua a stato liquido, solido e vapore.
Quanto a.p. sale in atm avrà sua T che varia e una sua P di vapore inizialmente definita e che poi quando
inizia saturazione tenderà a variare. Di fatto a.p. quando si sposta in atmosfera può essere rappresentato
da una serie di punti.
Questo è indicato con processo di Bergeron. La crescita dei cristalli di ghiaccio in questa zona della nuvola è
legata a processi di bergeron.
Accrezione, fratturazione e aggregazione che porta alla nascita dei fiocchi di neve all’interno della nuvola.
Cristalli molto piccoli per ghiacciamento omogeneo o eterogeneo, essendo piccoli hanno tendenza a
rimanere dove sono, nel momento in cui ho nube sviluppata verticalmente, la parte solida (meta) tende a
cade, parte inferiore anche, quindi la maggior parte della nuvola si dissolve tranne quelle strutture di
ghiaccio che rimangono nella parte sommitale (cirri nuvole di alta quota, sottili, bianco brillanti perché fatte
di cristallo di ghiaccio, riflettono luce solare).
TIPI DI PRECIPITAZIONI: C’è una zona dove si sviluppano gocce di pioggia e una dove si sviluppano fiocchi di
neve. Quindi la precipitazione
può essere di tipo liquido o di
tipo solido.
-Sleet
-Freezing rain
-rain
-snow
Necessitano di uno strato freddo al suolo sia sleet che freezing rain.
Lo sleet è pioggia che congela prima di raggiungere il suolo. Le T in quota devono essere sopra livello di
congelamento ma sotto il livello (circa ultimi hP dell’atmosfera, 1000m) strato in cui si sciolgono a T>0°C ma
poi incontrano una specie di secondo freezing level più basso in cui ghiacciano di nuovo.
Al suolo quello che cade sono strutture tondeggianti (tipo gocce pioggia), non sono grandine ma pioggia
ricongelata. Ci sono diverse tipologie: SNOW GRAINS (opachi perché racchiudono dell’aria e piccoli ) oppure
gli SNOW PELLETS grandine soffice e graupel (grani opachi bianchi di ghiacci della taglia di una rain drop,
essendo più grossi si rompono all’impatto con il suolo).
FREEZING RAIN stesso principio dello sleet ma lo strato freddo superficiale a contatto con terreno non è
abbastanza freddo di permette di congelare, congela a impatto con la superficie. Può formare anche glaze
dipende dallo spessore. Le singole gocce di pioggia congelano e si formano strati anche spessi di ghiaccio.
Se congela la nebbia si forma calabrosa (aghi di cristallo di ghiaccio in direzione del vento) o galaverna (aghi
di cristalli in ogni direzione perché non c’è vento in una direzione) su rami. Lo strato in ogni caso è sottile,
shallow freezing level (non deep).
Si origina da processo diverso da quelli precedenti, abbiamo particelle di ghiaccio che rimangono per tanto
tempo nella nuvola percorrendola in una forma Sali scendi e subiscono da un lato collisioni e coalescenze
con altre particelle, fasi di parziali scioglimento o solidificazione e passano certo tempo nella nuvola
crescendo a dimensioni maggiori delle precipitazioni classiche. Partono da piccole particelle di ghiaccio ma
a causa della draft vanno incontro a un Sali scendi che fanno accumulare ulteriore ghiaccio. Quando
Updraft si riduce, o quando sono troppo grandi cadono al suolo. Il più grande riportato è sui 20 cm.
29/03/2021
La climatologia può essere interpretata dal punto di vista introspettivo (studiare il clima passato). Un altro
aspetto è quello di cercare di prevedere il clima futuro.
Il primo fattore che influenza il clima è il bilancio energetico del sistema Terra.
La maggior parte di evaporazione l’abbiamo negli oceani in zona subtropicale, poi nella zona in cui abbiamo
condensazione c’è rilascio di calore. In questo momento si mantiene in equilibro il sistema Terra rispetto al
deficit di energia tra poli ed equatore.
Sia atmosfera che oceani giocano ruolo nel ridistribuire il calore. L’atmosfera lo fa in due modi.
CONDUZIONE
Trasferimento di energia per contatto, trasferimento diurno/notturno. Superficie terrestre riscalda l’aria
per conduzione, a.p. sale e quindi poi abbiamo convezione. E anche di notte abbiamo trasferimento di
calore da atmosfera a superficie terrestre per conduzione.
CONVEZIONE
Innescato dalla conduzione ma poi quando a.p. sale diventa meno densa si espande ecc…
Bisogna ricordare che il trasferimento di calore può avvenire anche per emissione di onde
elettromagnetiche. La temperatura
dell’aria è la stessa
Come si realizza?
Quanta è l’energia che raggiunge la Terra? La porzione di energia che arriva sulla Terra si distribuisce FOTO6
Calcolo rispetto a tutta la sup. del sole qual è l’energia complessiva emessa in tutte le direzioni (Boltzman)
W/m2 moltiplicati per superficie del Sole. Se considero distanza Terra Sole.
Per ogni metro quadro sulla terra arrivano 1370 W = potenza che arriva dallo spazio all’esterno della terra.
FOTO7 DEVO PROIETTARE TERRA SU QUELLA SFERA
GROSSA CHE C’E’.
Albedo media sup. terrestre 30% (0,3) allora 0,7 entra nel
sistema.
ALBEDO MEDIA
Anche le foreste hanno albedo piuttosto basso, come le rocce, la sabbia, i prati ecc.. Invece le nuvole hanno
un’albedo molto alto (60-90%) nuvole sottili hanno albedo (30-40%).
Copertura nuvolosa su deserti bassa quindi accumulo di calore latente di evaporazione su equatore, ai poli
invece albedo complessivo sicuramente superiore ai 30.
formula finale
QUANTA ENERGIA VIENE EMESSA DALLA TERRA?
La terra è 288 K
Formule foto
Formula può essere utilizzata per ogni pianeta, se calcoliamo per la Terra otteniamo 255 K (-18°C)
Ma la T della Terra è crica 15 °C, differenza di 33 °C dovuta alla presenza dei gas serra in atmosfera. Questo
riscaldamento extra è quello che noi chiamiamo effetto serra. Il fatto di avere l’atmosfera fa si che la sup.
terrestre abbia una T media molto maggiore dei -18°C. Vuol dire che se non ci fossero i gas serra
l’atmosfera non sarebbe in grado di isolare la terra. Non ci sarebbe la vita che c’è oggi sulla terra. Effetto
serra è fondamentale per la Terra.
GREENHOUSE EFFECT
L’effetto Serra. La Terra emette energia nell’infrarosso ma parte della radiazione infrarossa viene assorbita
dai gas serra che stanno in atmosfera. Quindi aumentano la loro T e la T media dell’atmosfera. Loro stessi
riemettono radiazione infrarossa in tutte le direzioni. In parte verso l’alto e in parte quindi di nuovo verso il
basso che va a riscaldare la superficie terrestre che rimane a T superiore dei -18°C.
Le notti più fredde d’inverno sono quelle dove non ci sono le nuvole. Di solito si forma nebbia al suolo (per
raffreddamento notturno altissimo). Questa banda che viene coperta dalle nuvole si chiama finestra
atmosferica (aperta quando non ci sono nuvole e viceversa).
In funzione della temperatura della superficie terrestre la terra emette 117 unità in infrarosso, perde -23
unità in calore latente e -7 unita per conduzione e convezione. Evaporazione convezione e conduzione
rappresentano circa -30, ho – 10 di radiazione infrarosso. Il meccanismo di trasferimento più efficiente in
atmosfera è il trasferimento radiativo.
+111 trattenuti in atmosfera da gas serra o dalle nuvole, complessivamente atmosfera riceve +160, solo -6
viene perso nello spazio.
Atmosfera guadagna +160 e – 64 se ne va verso spazio e -96 torna su sup terrestre e viene riassorbito.
Il ruolo dell’atmosfera è quello di trattenere quello che viene riemesso da sup. terrestre e riportarne un po'
verso il basso. E’ un circolo isolante termico. In qualche modo le condizioni di equilibrio ci sono ma non
sono così facili. Rese complesse da nuvole e gas serra.
Feedback positivo aggiunge vapor d’acqua. Aumento ulteriore della Terra ma genero anche più nuvole che
aumentano albedo e bilanciano leggermente. (nuvole offrono feedback negativo)
Per previsioni climatologiche si usano modelli che cercano di descrivere in formule matematiche tutti i
processi che però non sono completamente noti, fonti incertezza. Modelli di previsione non precisi.