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1) Una miscela gassosa di NO2, bruno, e N2O4, incolore, viene posta in un pallone a temperatura ambiente.

Il pallone viene
chiuso e si instaura il seguente equilibrio:
N2O4(g)<—— 2NO2(g). Delta H(reaz)=-57,2 KJ mol
Se si porta la temperatura a 50°C, la miscela gassosa assume una colorazione bruna intensa. Portando la temperatura a
0°C, la colorazione della miscela risulta molto meno intensa rispetto la precedente. Giustificare sulla base del principio di
Le Chatelier le variazioni di colorazione della miscela quando si porta il sistema rispettivamente a 50°C e a 0°C.

 Quando un sistema all’equilibrio è sottoposto a una variazione di temperatura, pressione o concentrazione delle specie
reagenti, il sistema reagisce in modo da compensare parzialmente la perturbazione raggiungendo un nuovo stato di
equilibrio. Essendo una reazione endotermica, le alte temperature causano uno spostamento verso destra, con produzione
di NO2 marrone. Le basse temperature causano uno spostamento verso sinistra, con formazione di N2O4 incolore.

2)I due idrocarburi alifatici, n-Pentano (C5H12) e il n-Eptano (C7H16), presentano un punto di ebollizione rispettivamente a
36.1°C e a 98.42°C. Invece il neo-Pentano, forma ramificata del n-Pentano, ha una temperatura di ebollizione di 9.5°C.
Queste differenze possono essere imputate alle interazioni intermolecolari? Di che tipo di interazioni stiamo parlando?
Cosa provoca la drastica diminuzione della temperatura di ebollizione del neo-Pentano rispetto il n-Pentano?
 n-eptano bolle a una temperatura più alta rispetto agli altri elementi perché essendo una molecola più grande, con + atomi e
quindi aumenta la polarizzabilità della molecola, il neo-pentano invece bolle a una temperatura così bassa perché, essendo
ramificato, si riduce l’area di contatto tra le molecole e quindi le interazioni intermolecolari diventano più deboli
Intensità delle forze intramolecolari e intermolecolari dipendono dai gruppi funzionali presenti nella molecola. I legami
più forti sono quelli ionici seguiti da legame a idrogeno, interazione dipolo-dipolo, forze di van der Waals.

3)Si definisca, dal punto di vista termodinamico, una reazione spontanea. Considerando le reazioni sotto riportate dire quali
sono spontanee e quali no, evidenziando eventualmente l’intervallo di temperatura in cui la reazione è spontanea
 L’energia libera, per come è definita, è una funzione di stato (come l’entalpia, l’entropia e l’energia interna). Ciò significa che
ogni sua variazione dipende solo dallo stato iniziale e dallo stato finale, e non dal modo con cui si è passati dall’uno all’altro.
L’energia libera di Gibbs è di grande interesse nell’ambito della chimica in merito alla spontaneità delle reazioni. Infatti,
+se ci troviamo in condizioni di pressione e temperatura costanti, possiamo scrivere la variazione di energia libera
nella forma ΔG = ΔH – TΔS
H (entalpia) = U + pV; T (temperatura in Kelvin); S (entropia)
E vale un importante risultato teorico: una reazione chimica avviene spontaneamente se e solo se l’energia libera
diminuisce T, p costanti: reazione spontanea ↔ ΔG ≤ 0
In modo equivalente, una reazione a temperatura e pressione costanti procede in modo spontaneo nel verso in cui
l’energia di Gibbs diminuisce .
Per sapere se una reazione è spontanea o no possiamo quindi calcolare la variazione dell’energia libera di Gibbs:
se ∆G0 < 0 la reazione è spontanea nel verso considerato
(la reazione procede spontaneamente e irreversibilmente fino all'equilibrio);
se ∆G0 = 0 la trasformazione è all'equilibrio (non procede);
se ∆G0 > 0 la reazione è spontanea nel verso opposto (la trasformazione non avviene)

4)Si definiscano i numeri quantici atomici, il principio di esclusione di Pauli e il numero quantico elettronico. Un elettrone
con n=3, l=2, ml=±2, ±1, 0, che orbitale occupa?
 Un atomo idrogenoide è costituito da un solo elettrone (1s²), mentre un atomo polielettronico da più elettroni. In
quest'ultimo bisogna considerare le interazioni elettrone-elettrone e nucleo-elettrone. Infatti gli elettroni più esterni vengono
schermati da quelli più vicini al nucleo e sono quindi meno attratti e utilizzati per formare i legami.
Ciascuna funzione d'onda è caratterizzata da tre parametri detti numeri quantici: ogni terna di numeri quantici descrive
le dimensioni, la forma, l'orientazione di un orbitale e definisce lo stato energetico dell'elettrone. Risolvendo l'equazione
di Schrodinger, si trova che per definire ciascuna funzione d'onda sono necessari tre numeri quantici, specificati dalle
lettere n, l e ml.
Esiste poi un quarto numero quantico, ms, che non discende dalla risoluzione dell'equazione di Schrodinger, introdotto
per spiegare l'orientamento del campo magnetico generato daell'elettrone.
Principio di esclusione di Pauli: due elettroni nello stesso atomo non possono avere lo stesso insieme di numeri quantici.
Un orbitale può essere occupato solo da due elettroni con numero quantico di spin opposto.
L'elettrone occupa l'orbitale 3d (l = 0 orbitali s, l = 1 orbitali p, l = 2 orbitali d, l = 3 orbitali f, l= 4 orbitali g, etc.)
5) Definire una trasformazione di fase e cosa si intende per equilibrio di fase. Commentare il diagramma di stato per l’H2O,
indicando dove l’acqua esiste in fase gassosa, solida e liquida. Descrivere i punti A, B, C e D

La curva AC evidenzia le condizioni di pressione e temperatura in


corrispondenza delle quali il solido si trova in punto equilibrio con il
liquido. La curva mostra la variazione della temperatura di fusione del
ghiaccio al variare della pressione. Va evidenziato che nelle maggior
parte delle sostanze esibiscono una pendenza positiva della curva. Nel
caso dell’acqua si ha una pendenza negativa. Ciò implica che
all’aumentare della pressione la temperatura di fusione dell’acqua si
abbassa. La curva DB mostra le condizioni di pressione e temperatura
in corrispondenza delle quali il liquido si trova in equilibrio con il
proprio vapore. La curva C mostra le condizioni di pressione e di
temperatura in corrispondenza delle quali il solido si trova in equilibrio
con il proprio vapore. Il punto C prende il nome di punto triplo in
quanto coesistono la fase solida, la fase liquida e la fase gassosa in equilibrio dinamico. Il punto triplo è caratterizzato da un
unico valore di temperatura e pressione che per l’acqua sono rispettivamente 0.01 °C e 4.58 mm Hg. In tale punto la
tensione di vapore del solido è uguale alla tensione di vapore del liquido. Poiché il punto triplo è il punto più basso della
regione in cui una sostanza esiste allo stato liquido, esso segna la pressione al di sotto della quale una sostanza non può
esistere allo stato liquido, qualunque sia la sua temperatura. Così se in una fredda e asciutta mattinata d’inverno la pressione
parziale di vapore è inferiore a 4,6 mm di Hg e la temperatura scende sotto 0,01°C il vapore può trasformarsi direttamente in
ghiaccio (brina) senza passare allo stato liquido. Il punto: A rappresenta il normale punto di fusione del ghiaccio; D
rappresenta il normale punto di ebollizione dell’acqua essendo l’intersezione della curva 1 e 2 con l’ordinata di 1 atmosfera.
B è il punto critico dell’acqua (374 °C e 218 atm) oltre il quale non può esistere l’equilibrio liquido-vapore, in quanto oltre la
pressione critica l’acqua esiste solo allo stato gassoso.

Transizione di fase: passaggio da uno stato di aggregazione della materia a un altro, avviene a temperatura e
pressione costanti.Equilibrio di fase: la condizione che si raggiunge quando due o più variabili di stato (V, p, T)
sono in equilibrio tra di loro, cioè hanno uguale valore così che il sistema non cambi. Il punto A rappresenta il
momento in cui l’acqua si congela (stato solido). La linea che va dal punto A al punto B rappresenta invece
l’aumento della temperatura del ghiaccio, in questo passaggio c’è solo la fase solida. Il punto B è chiamato punto
triplo ed è il punto in cui coesistono le tre fasi.La linea continua tra B e C rappresenta l’aumento di temperatura
dell’acqua passando dallo stato solido allo stato liquido allo stato di vapore. Il punto C infatti indica il momento in
cui l’acqua inizia a bollire.

6) Definire il potenziale di prima ionizzazione e spiegare come varia all’interno della tavola periodica
 Potenziale di ionizzazione: è l'energia che occorre fornire all'atomo isolato (gassoso) per strappare l'elettrone più
esterno e portarlo a distanza infinita. Sull'atomo rimane una carica positiva. L'energia occorrente per allontanare
un secondo e un terzo elettrone dal nucleo è più elevata dell'energia di prima ionizzazione, perché, dopo aver
perso il primo elettrone, l'atomo assume carica positiva e attrae con maggior forza le particelle negative.L'energia
di ionizzazione aumenta dal basso verso l'alto in ogni gruppo è da sinistra a destra nel periodo: più l'atomo è
piccolo, maggiore è l'energia con cui il nucleo positivo attrae l'elettrone.

7)Definire in modo completo ed esaustivo una soluzione tampone portando alcuni esempi. Descrivere inoltre il potere
tampone.
 Le soluzioni tampone hanno la prerogativa di mantenere pressoché costante il pH qualora in esse vengano introdotti acidi o
basi forti ( in quantità limitata ). La soluzione tampone è costituita da una coppia coniugata acido-base ( acido debole-base
debole ). Sia l’acido che la base devono essere presenti in soluzione in elevata concentrazione.
Esempi: acido acetico/acetato e ammoniaca/ammonio
Il potere tampone è una misura della capacità di opporsi a una variazione di pH da parte di una soluzione tampone,
all'aggiunta di una certa quantità di acido forte o base forte.
In genere è massima quando le concentrazioni dell’acido debole ed è della sua base coniugata sono alte e
approssimativamente uguali fra di loro.
8)Definire il legame ad idrogeno e, portando alcuni esempi, evidenziare come l’instaurarsi di questo legame modifichi i punti
di ebollizione di alcuni composti // In che molecole si instaura? Che proprietà fisiche può influenzare?
 Il legame a idrogeno è una forma particolarmente forte di attrazione dipolo-dipolo. Si forma quando l'atomo di idrogeno è
coinvolto in un legame covalente con un elemento molto elettronegativo e la sua relativamente forte carica positiva viene a
contatto con un doppietto elettronico di non legame di una molecola vicina.
Il legame a idrogeno è presente nell'acqua sia allo stato liquido sia allo stato solido ed è responsabile della sua
relativamente alta temperatura di ebollizione. Se non esistessero i legami a idrogeno, l'acqua bollirebbe a temperatura
molto più bassa (H2S ha temperatura di ebollizione - 60°C) e in condizioni ambiente sarebbe un gas.
Andiamo a considerare l'acqua e il metano: hanno più o meno la stessa massa, ma ci sono molti gradi di differenza nelle
temperature di ebollizione perché il legame a idrogeno è sufficientemente forte da richiedere più energia per passare
dallo stato solido/liquido allo stato aeriforme.
Può instaurarsi sia all'interno della molecola, se questa è di grandi dimensioni, come accade per le proteine (legami a
idrogeno intramolecolari) sia fra gruppi appartenenti a due molecole diverse (legami a idrogeno intermolecolari).

9)Alla temperatura di 1000K la seguente reazione 2SO2 (g) + O2 (g) → 2SO3 (g) è all’equilibrio. Prevedere l’effetto prodotto
dall’aggiunta di ulteriore O2 alla miscela in equilibrio a volume costante di SO2, O2 e SO3. Si discuta quindi il principio di
Le Chatelier.
 kp=concentrazione dei prodotti/concentrazione dei reagenti, aggiungendo una quantità di so3 raggiunto l’equilibrio la
quantità di moli di so3 sarà aumentata raggiungendo un nuovo equilibrio. Quando un sistema è all’equilibrio è sottoposto a
una variazione di temperatura, pressione o concentrazione delle specie reagenti, il sistema reagisce in modo da compensare
parzialmente la perturbazione raggiungendo un nuovo stato di equilibrio.

10) Nell’ambito delle proprietà colligative, si definisca correttamente la pressione osmotica. Si consideri una soluzione
acquosa contenente 500 mg di proteina per litro di acqua. Se questa soluzione presenta una pressione osmotica di 0.75
mmHg alla temperatura di 25°C, quale è la massa molare della proteina stessa. R è pari a 0.08206 L·atm·mol-1·K-1.
T= 25°C= 298.15K,
m= 500mg= 0.500g

1atm : 760 mmHg = x : 0.75 mmHg


x (pressione osmotica) = 9.87 x 10¯⁴atm
M= pressione osmotica/RT ≈ 4 x 10¯5mol/L
MM= m/VM ≈ 1250gmol

 Le proprietà colligative sono proprietà delle soluzioni di un soluto non volatile in un solvente volatile che dipendono
esclusivamente dalla concentrazione, ovvero dal numero TOTALE delle particelle di soluto in soluzione (molecole o ioni) e
NON dalla loro natura. Le proprietà colligative sono delle proprietà che dipendono solo dalla concentrazione delle particelle
di soluto e non dall’identità del soluto. L’abbassamento della tensione di vapore è una di queste proprietà e la pressione
osmotica è un’altra. [L’abbassamento della tensione di vapore (660, chimica online): è definito come l’abbassamento della
pressione di vapore di una soluzione rispetto a quella del solvente puro.]
- Pressione osmotica: è la pressione necessaria per impedire il processo di osmosi.
La pressione necessaria ad arrestare il flusso osmotico viene detta pressione osmotica della soluzione. La grandezza
della pressione osmotica dipende SOLO dal numero di particelle di soluto per unità di volume della soluzione e NON
dalla natura del soluto. La pressione osmotica è definita come la pressione idrostatica necessaria a impedire lo
spostamento di un solvente puro in una soluzione attraverso una membrana semipermeabile.
- Osmosi è il flusso spontaneo di solvente attraverso una membrana semipermeabile che separa due soluzioni di
concentrazione diversa. Il flusso netto va dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata.
- Abbassamento della pressione di vapore: se un soluto non volatile viene sciolto in un solvente, diminuisce la
tendenza delle molecole di solvente ad abbandonare la soluzione e a passare allo stato di vapore. La pressione di
vapore della soluzione sarà più bassa rispetto a quella del solvente puro. La presenza di un soluto non volatile fa
diminuire la pressione di vapore; per avere l'ebollizione, e quindi portare la pressione di vapore alla pressione
esterna, bisogna alzare la temperatura. La soluzione bolle a temperatura più alta.
- Innalzamento ebullioscopico: l'aumento della temperatura di ebollizione di un solvente a seguito dell'aggiunta di
un soluto non volatile.
- Abbassamento crioscopico: quando un soluto non volatile viene aggiunto ad un solvente, il punto di congelamento
della soluzione risultante risulta più basso di quella del solvente puro.
11) Facendo uso della teoria del legame di valenza, indicare l’ibridizzazione degli atomi, il numero e il tipo di legami nei
seguenti composti covalenti: etilene, C2H4 e triclorometano, CHCl3
 La teoria del legame di valenza consente di calcolare il valore numerico della lunghezza e degli angoli di legame. Il
legame deriva dalla sovrapposizione di 2 orbitali parzialmente occupati con accoppiamento di spin da parte dei 2 elettroni di
valenza. La forma della molecola è determinata dalla geometria degli orbitali che si sovrappongono. Secondo questa teoria
perché si abbia un legame tra due atomi si devono realizzare delle condizioni minime che portano alla formazione di
un orbitale di legame localizzato tra due atomi
- Gli atomi sono ad una distanza opportuna (distanza di legame): troppo distanti non c’è interazione; troppo vicini
prevale la repulsione nucleare
- Un legame è formato da 2 elettroni: la formazione del legame per sovrapposizione di due orbitali atomici porta alla
formazione di un nuovo orbitale che contiene due elettroni. Per cui ogni orbitale di partenza deve ospitare 1
elettrone (“spaiato”) oppure un orbitale ha due elettroni e l’altro è vuoto
- Gli orbitali impiegati per il legame devono avere energie confrontabili
- Gli orbitali devono avere la stessa “simmetria” ed orientati in modo che si sovrappongono senno ci sarà interazione
nulla
Il legame di tipo σ (sigma), avviene tra due atomi che mettono in comune un elettrone ciascuno e si forma con la
sovrapposizione degli orbitali più esterni.
Il legame di tipo π (pi greco), avviene tra due atomi che mettono in comune un elettrone ciascuno e si forma con la
sovrapposizione degli orbitali più esterni, di opportuna simmetria.
 Etilene: gli atomi di C sono ibridati sp2 e sono uniti da un doppio legame covalente, mentre gli H sono legati da un
legame covalente semplice di tipo sigma. L'ibridazione sp2 prevede la formazione di 3 orbitali sp2 ibridi e un orbitale 2p
non ibrido

12) Si definisca in modo esauriente una soluzione ideale. Si spieghi, portando alcuni esempi, quando una soluzione non è
ideale.
 Una soluzione è ideale quando deltaHsoluzione = 0
L'entalpia di miscelazione è nulla.
A livello microscopico una soluzione ha un comportamento ideale se le forze di interazione tra tutti i componenti della
miscela sono simili nel tipo e nell'entità.
Le soluzioni diluite si comportano da soluzioni ideali.
 Soluzioni non ideali: deltaHsoluzione < 0
Le interazioni tra molecole di soluto e solvente cedono più calore di quanto ne venga assorbito per separare le molecole
di solvente e di soluto.
Se le forze di interazione tra soluto e solvente sono un poco più piccole delle forze di interazione tra molecole dello
stesso tipo, si ha completo mescolamento, ma la soluzione non è ideale

13) Si definisca l’affinità elettronica e si descriva l’andamento di tale grandezza lungo il secondo periodo della tavola
periodica.
 L'affinità elettronica rappresenta lo scambio di energia che si verifica quando un atomo acquista dall'esterno un elettrone in
più rispetto al suo stato fondamentale. In genere si ha emissione di energia. L'affinità elettronica aumenta dal basso verso
l'alto nei gruppi e da sinistra a destra nei periodi. Nel secondo periodo l’affinità elettronica è negativa perché un elettrone
che vi si addizioni dovrà occupare un orbitale esterno a un livello completo e lontano dal nucleo

14) Enunciare il principio dell’Aufbau e scrivere, secondo tale principio, il diagramma energetico che descriva la configurazione
elettronica fondamentale per il vanadio
Il principio dell'Aufbau permette di determinare la configurazione elettronica di un elemento chimico nel suo stato
fondamentale. Il principio presuppone un ipotetico processo nel quale un atomo è "costruito" da un progressivo
riempimento degli orbitali con elettroni.
La configurazione che gli elettroni assumono attorno al nucleo viene determinata in base alle seguenti regole:
- Il principio della minima energia: gli elettroni si sistemano negli orbitali partendo da quelli a più bassa energia.
- Il principio di esclusione di Pauli: due elettroni nello stesso atomo non possono avere lo stesso insieme di numeri
quantici. Un orbitale può essere occupato solo da due elettroni con numero quantico di spin opposto.
- La regola di Hund: gli orbitali degeneri (che hanno la stessa energia) sono occupati dagli elettroni in modo tale che
la somma degli spin sia massima, ovvero gli elettroni si dispongono negli orbitali degeneri a spin parallelo.
15) Definire in modo esaustivo e corretto un gas ideale ed enunciare la legge dei gas ideali
 Consideriamo un gas ideale quando le particelle sono puntiformi, non ci sono interazioni tra particelle, gli urti tra le particelle
e con le pareti del recipiente sono elastici e l'energia cinetica media delle particelle è proporzionale alla temperatura.
Quando la pressione è bassa e la temperatura è sufficientemente alta i gas si comportano in modo semplice: i gas si
comportano praticamente tutti allo stesso modo, indipendentemente dalla natura chimica della specie.
Legge di stato dei gas ideali: il prodotto tra pressione e volume di un gas perfetto è uguale al prodotto tra il numero di moli,
la costante dei gas ideali e la temperatura. PV=nRT
P: pressione V: volume n: numero di moli R: costante dei gas perfetti T: temperatura in kelvin

16) Si definiscano in generale le proprietà periodiche e si descriva in modo esauriente come varia il raggio atomico lungo il
secondo periodo della tavola periodica
 Le proprietà periodiche degli elementi sono quelle proprietà che variano gradualmente nell'ambito di un periodo o di un
gruppo.
Il raggio atomico è definito come la metà della distanza dei due nuclei di due atomi uguali in una molecola biatomica
covalente. Esso diminuisce dal basso verso l'alto in ogni gruppo e da sinistra a destra in ogni periodo: questo perché lo
schermo degli elettroni interni sull'elettrone più esterno riduce la forza di attrazione del nucleo sull'elettrone periferico.

17) Definire le sostanze acide e basiche, sia forti che deboli, secondo la teoria di Brønsted e Lowry.
 La teoria di Brønsted e Lowry descrive un acido come un donatore di protoni e una base come un accettore di protoni. In una
reazione acido-base, una base acquista un protone (H+) da un acido. In generale, le reazioni acido-base sono reversibili.La
base coniugata (A-) deriva dall’acido HA mentre l’acido coniugato (HB+) deriva dalla base (B). Le combinazioni di HA/A-
e B/HB + sono note come coppie coniugate acido-base. L’acido coniugato di H2O è lo ione idrossonio, H3O+. per la misura
dell’acidità o della basicità di un sostanza si usa la scala di pH che va da 0 (estremamente acido) a 14 (estremamente basico).
Più è forte un acido più l’equilibrio è spostato verso destra, e così per una base; le basi forti sono quelle più forti di OH-, e
sono principalmente idrossidi ionici di primo e secondo gruppo ad es NaOH. Nei casi in cui l’acido coniugato di una base non
sia in grado di reagire per dare la reazione inversa, si è in presenza di un acido a forza nulla. Nei casi intermedi si parla di acidi
e basi deboli. certe sostanze, per esempio l’acqua, sono dette anfiprotiche poiché possono agire sia come acido che come
base.
18) Si definisca l’equilibrio chimico, la costante di equilibrio ed il quoziente di reazione. È possibile prevedere se una reazione
è spostata verso i reagenti o verso i prodotti dal valore del quoziente di reazione?
 Si definisce equilibrio chimico la condizione dinamica raggiunta da una reazione reversibile, quando la reazione diretta (da
sinistra a destra) e la reazione inversa (da dx a sx) avvengono contemporaneamente e con la stessa velocità, cioè, nell’unità
di tempo, la quantità di reagenti che si trasformano in prodotti è uguale alla quantità di prodotti che si trasformano nei
reagenti.
La costante di equilibrio Kc, nella chimica, è una grandezza che esprime quantitativamente la dipendenza delle
concentrazioni di prodotti e reagenti in una reazione chimica all'equilibrio.
Possiamo definire il quoziente di reazione Q, come rapporto tra il prodotto delle concentrazioni dei prodotti (ognuna elevata
al suo coefficiente stechiometrico) ed il prodotto tra le concentrazioni dei reagenti (ognuna elevata al suo coefficiente
stechiometrico). È pertanto diverso dalla costante di equilibrio che indica lo stesso tipo di rapporto ma soltanto quando la
reazione si trova già in uno stato di equilibrio.
È possibile prevedere l'andamento di una reazione non ancora in equilibrio in base ai valori di Q e Kc. Se Q=Kc la reazione è
all'equilibrio, se Q>Kc la reazione procede verso sinistra, se Q<Kc la reazione procede verso destra.

19) Si spieghino esaustivamente le regole che permettono la costruzione della configurazione elettronica per un atomo
polielettronico
 Il principio dell'Aufbau permette di determinare la configurazione elettronica di un elemento chimico nel suo stato
fondamentale. Il principio presuppone un ipotetico processo nel quale un atomo è "costruito" da un progressivo
riempimento degli orbitali con elettroni.
La configurazione che gli elettroni assumono attorno al nucleo viene determinata in base alle seguenti regole:
Il principio della minima energia: gli elettroni si sistemano negli orbitali partendo da quelli a più bassa energia.
- Il principio di esclusione di Pauli: due elettroni nello stesso atomo non possono avere lo stesso insieme di numeri
quantici. Un orbitale può essere occupato solo da due elettroni con numero quantico di spin opposto.
- La regola di Hund: gli orbitali degeneri (che hanno la stessa energia) sono occupati dagli elettroni in modo tale che
la somma degli spin sia massima, ovvero gli elettroni si dispongono negli orbitali degeneri a spin parallelo
20) Il grafico sotto riportato illustra la variazione dei punti di ebollizione di composti binari in funzione del periodo. Spiegare in
modo esaustivo, alla luce delle interazioni intermolecolari, perché H2O, HF e NH3 mostrano temperature di ebollizione più
alte degli altri composti binari elencati

 H2O, HF, NH3 contengono il legame H, che è molto più forte delle altre interazioni dipolo-dipolo fra gli atomi delle molecole.
Essendo più forti sono anche più difficili da rompere, per cui serve un
valore elevato di temperatura.

21) Si definiscano in modo esaustivo il numero quantico principale, il numero quantico angolare, il numero quantico
magnetico e il numero quantico di spin elettronico.
Si dica inoltre se Il numero quantico angolare di un elettrone contenuto in un orbitale 3p:
a) è 2
(b) è 1 → Questa è la risposta giusta
(c) può assumere tutti i valori interi compresi tra 0 e 2
(d) `e 3
(e) può assumere tutti i valori interi (zero compreso) tra -3 e +3

 n = numero quantico principale: indica il livello energetico e la dimensione degli orbitali. Può assumere tutti i valori interi
positivi da 1 a +infinito.
l = numero quantico angolare (indica la forma dell'orbitale): può assumere tutti i valori interi da 0 a n-1.
l = 0 orbitali s, l = 1 orbitali p, l = 2 orbitali d, l = 3 orbitali f, l= 4 orbitali g, etc.
ml = numero quantico magnetico (determina l'orientazione spaziale dell'orbitale): può assumere tutti i valori da -1 a +1
compreso lo 0.
ms = numero quantico di spin (si riferisce alla rotazione su se stesso di un elettrone e all'orientazione del campo magnetico
che questa orientazione produce): può assumere solo i due valori associati con la rotazione in senso orario e antiorario
intorno al proprio asse: +½ e - ½

22) Definizione delle interazioni intermolecolari e spiegare la differenza della temperatura di ebollizione tra H2O e CH4.
 Le interazioni intermolecolari sono interazioni di natura elettrostatica che si stabiliscono fra gli atomi di una molecola
formando così dei legami (covalenti, polari, apolari, H).
Possono essere fra due dipoli permanenti oppure temporanei dovuti alla differenza di distribuzione di carica sugli atomi.
Es. Forze di London (permanente-temporaneo).
Le forze intermolecolari sono responsabili degli stati condensati delle molecole e delle temperature di ebollizione basse
o elevate. La polarizzabilità, infatti, le influenza perché rende i legami più forti. Anche la forma delle molecole deve
essere considerata, in quanto una molecola più compatta ("sferica") è più difficile da polarizzare di una lineare e ha
interazioni deboli.

Quindi l'H2O ha una geometria piegata con legami H molto forti e difficili da separare e di conseguenza bolle a T alte e
ha un doppietto NL.
Il metano CH4, invece, ha una geometria tetraedrica con legami covalenti più deboli e più distanti tra loro. No doppietti
NL. Interazioni meno forti, bolle prima.
Interazioni C.NL-C.NL > C.NL-C.L > C.L.-C.L

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