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1 Un modello per i gas

Metà della massa dell'atmosfera non supera i 6 km d’ altezza, e se osservassimo il nostro pianeta dallo
spazio, noteremmo solo un sottilissimo velo che ricopre la superficie terrestre. Questo sottile strato pero ci
scherma dalle radiazioni nocive e fornisce le sostanze per la nostra sopravvivenza: il diossido di carbonio. L’
azoto. l'ossigeno e l'acqua. Gli uccelli, gli alianti e gli altri velivoli prendono quota sfruttando i movimenti
dell’ aria calda che spontaneamente tende a salire nell'atmosfera. Composizione, temperatura, pressione e
densità dell'atmosfera non sono uniformi, e determinano il moto di masse d'aria in modo più o'me no
violento (figura 1). Come sappiamo, nello stato gassoso non c'è traccia di ordine tra le particelle: le forze di
coesione sono minime o nulle e le particelle sono libere di muoversi in tutto lo spazio disponibile. Per
questo motivo i gas non hanno volume e forma definiti.

La teoria cinetica e il gas perfetto

Dei tre stati di aggregazione della materia il più semplice da studiare è quello gassoso: molte proprietà
fisiche di gas diversi hanno un comportamento simile, non influenzato dalla natura chimica della sostanza
gassosa. La descrizione dell'azoto, dell'ossigeno o del metano dipende solo dalla pressione, dal volume,
dalla temperatura e dalla quantità di gas (in moli). Prima di affrontare le principali leggi che descrivono il
comportamento di un gas, è necessario avere un'idea del modello a cui tali leggi fanno riferimento. La
teoria cinetica dei gas descrive il comportamento di un qualsiasi gas in un'ampia gamma di condizioni.
Questo modello si basa su alcune assunzioni:

a. le particelle del gas (atomi o molecole) sono in costante, rapido e disordinato movimento e, tra un urto
e l'altro, si muovono lungo traiettorie rettilinee. Quando una particella di gas urta contro le pareti del
recipiente, essa rimbalza, cambia direzione ed esercita una forza sulla parete del contenitore. La
pressione del gas è dovuta agli urti di tutte le sue particelle contro le pareti del recipiente.
b. l'energia cinetica delle particelle, associata al movimento degli atomi e delle molecole, è direttamente
proporzionale alla temperatura (assoluta) del gas: maggiore è la temperatura, maggiore è la velocità: e
viceversa.
c. Gli urti delle particelle contro le pareti del recipiente sono elastici, cioè avvengo- no senza dispersione
di energia totale, che rimane la stessa dopo ogni urto.
d. Il volume delle particelle è trascurabile rispetto al volume totale del gas (le particelle sono puntiformi).
Questa caratteristica spiega la bassa densità dei gas rispetto agli altri stati fisici della materia, nelle
stesse condizioni, e fa intuire perché sia cosi facile comprimere un gas. Tra le particelle esiste uno
spazio vuoto enorme: è possibile quindi avvicinare gli atomi o le molecole applicando una semplice
forza.

In generale:

 Un gas che si comporta come previsto dalla teoria cinetica è detto gas ideale (o perfetto).

Il modello di gas ideale funziona molto bene a temperature e pressioni prossime a quella ambiente.
Quando però il gas si trova a temperature molto basse o a pressioni molto alte, il modello non riesce a
descrivere correttamente il comportamento del gas poiché le ipotesi su cui si basa non sono più valide. A
pressioni molto alte e/o temperature molto basse, il volume del gas diminuisce al punto che lo spazio
occupato dalle particelle non è più trascurabile. Le particelle, rallentate nei loro movimenti, cominciano a
risentire in maniera significativa delle forze reciproche di attrazione e repulsione e a un certo punto il gas
può condensare nel liquido. Quando un gas si trova in condizioni distanti da quelle standard (STP), si parla
di gas reale e occorre inserire dei fattori di correzione nelle relazioni che le- gano volume, pressione e
temperatura.

2 Le leggi dei gas


Legge di Boyle
Robert Boyle (1627-1691) fu tra i più noti scienziati europei della seconda meta del Seicento. In
collaborazione con Robert Hooke costruì la pompa pneumatica, una delle più importanti invenzioni
dell'epoca Gli esperimenti compiuti con la pompa pneumatica consentirono a Boyle di provare che l’aria era
caratterizzata da una permanente elasticità. Boyle Intendeva dimostrare che l’aria e un fluido elastico che
esercita una pressione in tutte le direzioni. Studiando questa caratteristica, egli giunse a determinare la
relazione che lega il volume e la pressione di un gas a temperatura costante. Oggi nota come legge di Boyle.
Analizzando i risultati di alcuni esperimenti condotti su gas diversi alla temperatura di 0 °C, Boyle si accorse
che (figura 2):

 se la pressione aumenta, il volume diminuisce (e viceversa); in altri termini, le due grandezze sono
inversamente proporzionali;
 il rapporto tra il volume e la temperatura è costante: p x V = costante

Generalizzando, possiamo scrivere la legge di Boyle o legge isotermica (cioè a temperatura costante):

P iniziale x V iniziale = P finale X V finale  Pi x Vi = Pi x Vi

Legge di Boyle

La pressione di una data quantità di gas e inversamente proporzionale al suo volume, a temperatura
costante.

Pi x Vi = Pi x Vi

Se rappresentiamo pressione e volume in un grafico cartesiano, otteniamo una iperbole equilatera,


chiamata isoterma.

Legge di Charles
Jacques Charles (1746-1823; figura 4), matematico, scienziato e ingegnere francese, fu il primo a costruire
un pallone aerostatico a idrogeno, la mongolfiera, e divenne poto proprio grazie a questa invenzione.
Studiando il comportamento dei gas nei palloni aerostatici, intuì la relazione tra temperatura e volume,
oggi nota come legge di Charles (figura 5). Come per Boyle, l’analisi dei dati portò ad alcune considerazioni
significative:

 all'aumentare della temperatura, il volume aumenta. Le due grandezze sono direttamente


proporzionali: V = K x T
 il rapporto tra il volume e la temperatura è costante: V/T

Possiamo generalizzare il risultato nella legge di Charles o legge isobara (cioè a pressione costante).
Legge di Charles

Il volume di una data massa di gas é direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta, a pressione
costante.

Vi/Ti = Vf/Tf

Fai attenzione! Quando applichi questa legge la temperatura deve essere espressa in kelvin (K). Se
rappresentiamo volume e temperatura in un sistema di assi cartesiani, otteniamo una retta (vedi figura 5B).
Dal grafico è possibile verificare che il volume del gas dovrebbe diventare uguale a zero a -273,15 °C, cioè
allo zero assoluto. In realtà, questo non è possibile perché abbassando la temperatura. a un certo punto, il
gas diventerebbe prima liquido e poi solido.

Legge di Gay-Lussac
Joseph Louis Gay-Lussac (1778-1850) fu uno dei maggiori scienziati della prima metà dell'Ottocento e fra
quelli che più contribuirono agli sviluppi della chimica dei gas. Tramite una serie di operazioni di
raffreddamento e riscaldamento dei gas a volume costante, giunse alla formulazione di quella che oggi è
chiamata legge di Gay-Lussac (figura 6). Procedendo come nei due casi precedenti, Gay-Lussac analizzò i
dati e concluse che:

 all'aumentare della temperatura. la pressione aumenta; le due grandezze sono direttamente


proporzionali: p = K x T
 il rapporto tra la pressione e la temperatura è costante: P/T = costante

Possiamo generalizzare il risultato nella legge di Gay-Lussac o legge isocora (cioè a volume costante).

Legge di Gay-Lussac

La pressione di una data massa di gas è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta, a volume
costante:

Pi/Ti = Pi/Ti

3 L'equazione di stato dei gas perfetti


Le leggi di Boyle, Charles e Gay-Lussac descrivono il comportamento di un gas quando due delle tre
grandezze fisiche p (pressione), V (volume) e T (temperatura) variano, mentre la terza rimane costante.

 Boyle  p x V = k  a temperatura costante (legge isoterma)


 Charles  V/K = k  a pressione costante (legge isobara)
 Gay-Lussac  P/T = K  a volume costante (legge isocora)

Combinando opportunamente queste leggi può ottenere una legge generale, che correla pressione, volume
e temperatura di un gas:

p x V/T = costante

La costante è chiamata costante universale dei gas ed è indicata con la lettera R:


p x V/T = R  p x V = R x T

Questa relazione è riferita a una mole di gas; se consideriamo n moli, otteniamo l'equazione di stato dei
gas perfetti.

Equazione di stato dei gas perfetti

PxV=nxRxT

La legge dei gas perfetti è particolarmente utile quando si vuole studiare un gas di cui cambiano le
condizioni di volume, pressione e temperatura, man- tenendo inalterata la quantità di sostanza. Possiamo
scrivere le seguenti relazioni:

Pi x Vi = n x R x Ti  pi x Vi/Ti = n x R

Pf x Vf = n x R x Tf  pf x Vf/ Tf = n x R

Poiché la quantità di gas ed R sono valori costanti, possiamo scrivere la seguente relazione:

pi x Vi/Ti = pi x Vi/Ti

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