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1. CENNI DI TEORIA CINETICA DEI GAS
2. LA PRESSIONE
Se una forza F agisce su una superficie S si può definire una grandezza detta
pressione nel modo seguente:
r r
F ⋅ n F cos a Fn
P= = =
S S S
Figure 1
dove n e’ il versore normale alla superficie S.
E’ interessante notare che la pressione ha le dimensioni di una densità
d’energia. Infatti, moltiplicando e dividendo l’ultimo membro dell’equazione
precedente per uno spostamento d si ottiene P = L / DV, dove L rappresenta il
lavoro compiuto dal materiale per cambiare il suo volume di una quantità DV:
88
L = P DV
E’ interessante notare che la causa microscopica della pressione su di una
superficie e’ dovuta agli urti che le innumerevoli molecole (ad esempio le
molecole di un gas), che costituiscono un corpo realizzano, nel loro
movimento, sulla superficie stessa. Infatti ad ogni urto le molecole cambiano
direzione di volo e dunque cambiano la loro quantita’ di moto. Per il teorema
dell’impulso ad ogni cambiamento della quantita’ di moto corrisponde
l’azione di una forza. E’ proprio questa forza che genera la pressione. E’
altrettanto evidente che minore e’ il numero delle molecole che costituiscono
il corpo e minore e’ il significato di pressione. In altri termini la pressione e’
una grandezza macroscopica che si riferisce ad un corpo formato da un
numero rilevante di molecole.
3. LA TEMPERATURA
Se si pongono due corpi, di differente stato termico, a contatto tra loro, essi
raggiungeranno dopo un certo intervallo di tempo, l'equilibrio termico;
avranno, cioe', la stessa temperatura. La temperatura, dei due corpi
rimarrebbe immutata se questi fossero inseriti in un sistema isolato (cioe' se
fosse possibile evitare scambi di calore con l'ambiente esterno).
Per lo stesso principio, due corpi in equilibrio termico con un terzo, lo sono
tutti tra loro (Principio zero della termodinamica).
Fatte queste premesse, possiamo definire temperatura quella grandezza
fisica che serve a misurare lo stato termico di un corpo.
Bisogna dunque definire un sistema di misura che si basi su criteri oggettivi
di valutazione, le misure di temperatura dovranno essere basate su fenomeni
fisici rilevati con uno strumento atto allo scopo.
Lo strumento atto a misurare la temperatura di un corpo e' detto termometro.
Esistono due differenti tipi di termometro: a liquido e a gas.
Il termometro a liquido (figura) e' costituito da un corpo di vetro di piccola
massa (bulbo) contenente un liquido (sostanza termometrica): in genere si
utilizza il mercurio, essendo questo metallo un buon conduttore di calore e
mantenendosi allo stato liquido sia alle basse che alle alte temperature.
Il bulbo e' attaccato ad un tubo capillare chiuso alla sua estremita'. All'interno
del termometro viene riprodotta la condizione di vuoto. Quando il bulbo
viene riscaldato, il liquido, aumentando di
volume, sale all'interno del tubo capillare.
Dalla figura si deduce che l'altezza L della
sostanza termometrica varia con il variare
della temperatura. Interpretando
matematicamente il suddetto fenomeno,
possiamo affermare che c'e' una
proporzionalita' diretta tra la lunghezza L
della colonna del liquido e la temperatura
T. Per misurare la proporzionalita' e'
necessario tarare il termometro, bisogna
cioe' costruire una scala termometrica.
La scala termometrica e' la graduazione
del termometro per consentire la misurazione della temperatura.
La graduazione di un termometro richiede di:
89
1. segnare sulla scala termometrica dei punti di riferimento, detti punti fissi, a
temperature ben determinate e riproducibili.
2. fissare un'unita' di misura per la lettura delle temperature dei corpi.
TK = T C + 273.15
TC = 5/9 (TF –32)
TF = 9/5 TC + 32
4. L’EQUAZIONE DI JOULE-CLAUSIUS
90
Estendendo il calcolo agli urti tra tutte le molecole si ottiene l'importante
risultato che il contributo al Viriale dovuto alle sole forze che agiscono
durante gli urti tra le molecole e´ nullo.
Quindi nell'equazione (4.1) contribuiscono soltanto le forze che agiscono
durante gli urti delle molecole con le pareti del contenitore. Consideriamo il
gasr contenuto in un contenitore cubico di lato a come mostrato in figura, dove
r
dF = - P dS n e´ la forza esercitata dalle pareti sulle molecole che urtano
l'elemento di superficie infinitesima dS.
Figure 2
Assumendo che gli urti sulle pareti siano elastici, tale forza risulta sempre
perpendicolare alla parete e dunque P e´ la pressione che agisce sulle pareti
del contenitore. Il contributo al Viriale sulle facce del cubo e´ dato da:
1 r r 1 r r
-
2 Ú
S
r ⋅dF =
2 Úr ⋅ n P dS =
S
1. Ê ˆ
1 Á
2 Á
ËS
Ú
= P x cos a dS +
ÚS
y cosb dS +
Ú
S
zcos g dS + ˜
˜
¯
avendo introdotto gli angoli di Eulero del versore normale alla superficie
r
n = (cos a ,cosb ,cos g ) , ed essendo l'integrale esteso a tutta la superficie
esterna S del contenitore. Si noti che in figura sono stati disegnati come
esempio gli angoli d’Eulero del vettore r, infatti a e’ l’angolo tra il vettore e
l’asse x, b e’ l’angolo tra il vettore e l’asse y e g e’ l’angolo tra il vettore e l’asse
z. Si noti ancora che i tre angoli di Eulero non sono tra loro indipendenti, ma
vale la seguente relazione:
2 2 2
cos a + cos b + cos g = 1
La superficie esterna del contenitore e´ data dalla somma delle sei facce del
cubo
S ≡ S xy + S' xy +S xz + S' xz +S yz + S' yz
91
Riferendosi i simboli non accentati alle facce sui piani coordinati e quelli
accentati alle facce opposte. Calcoliamo i contributi ai tre integrali
dell'equazionene (1) delle sei facce del contenitore cubico.
Ïcos a = 0
Ôcos b = 0
sulla faccia S xy Ì
cos g = - 1
Ô
Óz =0
il contributo sulla faccia S xy e´ quindi nullo,
Ïcos a = 0
Ôcos b = 0
sulla faccia S' xy Ì
cos g = 1
Ô
Óz =a
il contributo sulla faccia S' xy e´ quindi
Ú
S' xy
z i dS = a
Ú
S' xy
dS = a3 = V
Ú
S' xz
yi dS = a
Ú
S' xz
dS = a 3 = V
Ïcos a = - 1
Ôcos b = 0
sulla faccia S yz Ì
cos g = 0
Ô
Óx =0
il contributo sulla faccia S yz e´ quindi nullo,
Ïcos a = 1
Ôcos b = 0
sulla faccia S' yz Ì
cos g = 0
Ô
Óx =a
il contributo sulla faccia S' yz e´ quindi
92
Ú
S' yz
x i dS = a
Ú
S' yz
dS = a3 = V
N
1 3
2. Âi =1
2
mvi 2 = PV
2
N = 6.022 ⋅10 23
e rappresenta il numero di molecole contenute in una mole di materiale.
La costante universale dei gas R vale:
†
93
3
4. < Ec > = kT
2
94
Figure 3
5. IL MOTO BROWNIANO
Figure 4
E’ questa la prima evidenza sperimentale che le molecole di un liquido si
muovono in continuazione. A causa di tale moto le molecole, urtando le
particelle in sospensione, ne causano il moto Browniano.
95
6. PRINCIPIO DI EQUIPARTIZIONE DELL’ENERGIA
< Ec > 1
5. = kT
ndof 2
Figure 5
dell'impulso, che una forza non nulla agisce durante l'urto; di fatto e´ questa
forza che induce la pressione sulle pareti
r della
r scatola. Consideriamo la
molecola i-esima con quantità´ di moto q i = m vi e trascuriamo per semplicità´
gli urti tra le molecole ( ad esempio considerando un gas molto rarefatto)
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avendo gia´ visto in precedenza che il contributo degli urti delle molecole tra
loro e´ trascurabile. Siano A 1 e A 2 le due pareti della scatola normali all'asse
x, allora la molecola varia la sua quantità di moto ad ogni urto e poiché l'urto
si suppone elastico, la molecola inverte esclusivamente la componente della
velocità lungo l'asse x (inverte in pratica la direzione del moto) senza
modificare la componente della velocità lungo y e z, come e´ richiesto dal
teorema di conservazione della quantità di moto. Dopo l'urto su A 1 la
molecola percorre la distanza l con velocità´ ( lungo x) v xi prima di urtare la
l
parete A 2 , impiegando quindi un tempo . Dopo l'urto su A 2 la molecola
v xi
ripercorrera´ la distanza l ancora nello stesso tempo prima di urtare di nuovo
la parete A 1 . Riassumendo la molecola i-esima varia la sua quantità´ di moto
di una quantità´
Dqxi = - 2m i vxi
in ogni intervallo di tempo
2l
Dti =
vxi
Scrivendo l'equazione fondamentale dellar dinamica nella forma
r Dq
F=
Dt
si ha che la forza esercitata dalla parete A 1 sulla molecola i-esima durante
l'urto e´
m v2
F i = - i xi
l
e quindi la forza f i esercitata dalla molecola sulla parete e´
m v2
f i = i xi
l
Il contributo alla pressione dovuto alla molecola i-esima e´ dunque
f m v2
P i = 2i = i xi
l V
3
avendo introdotto il volume V = l della scatola. Il contributo alla pressione
del gas di tutte le molecole e´ dunque
N
m
P=
V Âi =1
v 2xi
avendo assunto che tutte le molecole abbiano la stessa massa m e che N sia il
numero totale delle molecole contenute nella scatola. Introducendo la
velocità´ quadratica media
N
1
< v2x >=
N Â
i=1
v2xi
si ottiene
mN
P= < v 2x >
V
Per l'isotropia delle direzioni lungo cui si muovono disordinatamente le
molecole ( se per assurdo esistesse una direzione di moto privilegiata allora
tutto il sistema tenderebbe a traslare in tale direzione, confinando tutte le
97
molecole in un canto della scatola, cosa mai verificata sperimentalmente) si
ha:
< v2x > = < v2y > = < v 2z >
e poiché´
< v2 > = < v 2x > + < v 2y > + < v2z >
si conclude
1 Nm
P= < v2 >
3 V
in altre parole´
1
P = r < v2 >
3
Nm
avendo introdotto la densità´ r = del gas. Questa formula connette la
V
pressione esercitata da un gas perfetto sulle pareti del recipiente con la
velocità´ quadratica media delle molecole che compongono il Sigas stesso.
ricordi che tale formula e´ stata derivata nell'ipotesi di gas perfetto. Si
potrebbe dimostrare che l'ipotesi della forma cubica del recipiente non e´
limitativa della validità´ della formula.
3P
v rms = < v 2 > =
r
con
(
P = 1ATM @ 104 Kgpeso / m 2 )
1.3
r = 1.3 Kgmassa / m 3 =
( ) 9.8
( ) (
Kgpeso s 2 / m 3 @ 0.13 Kgpeso s2 / m 4 )
(
3 ¥ 10 4 Kgpeso / m 2)@ 23 ¥ 104 m 2 / s 2 @ 480 (m / s)
v rms =
0.13(Kgpeso s2 / m 4 )
( )
98
Figure 6
In figura 6 sono mostrate le trasformazioni a varie temperature (T1 <T 2 <T C)
Figure 7
Possiamo interpretare queste transizioni di fase dal punto di vista
microscopico. Infatti le molecole in un liquido sono piu’ legate tra di loro che
non in un gas, pur essendo abbastanza libere di muoversi ancora in tutte le
direzioni. In tal caso ancora l’energia interna e’ distribuita casualmente tra le
molecole, parzialmente come energia cinetica traslazionale ed in parte come
energia potenziale, che dipende dalle forze di interazione a distanza tra le
molecole del liquido. Al crescere della temperatura cresce l’energia media
totale delle molecole e quando tale energia supera una certa soglia (cioe’
l’energia di legame tra le molecole) le molecole possono cominciare ad uscire
99
dal liquido producendo vapore. Inizia cosi’ la fase in cui il liquido vaporizza.
Se la temperatura cresce ancora il liquido si trasforma completamente in gas.
1 1 1
 mi vi2 +  Fipressioneri +  Fiinterneri = 0
2 2 2
3 3 1
N k T - pV + Â Fi Van der Vaalsri = 0
2 2 2
1
N k T = pV - Â Fi Van der Vaalsri
3
introducendo la forza di Van der Vaals si ottiene
Ê a ab ˆ
N k T = pV - Ábp - + 2 ˜
Ë V V ¯
da cui
Ê a ˆ
m RT = Á p + 2 ˜(V - b)
Ë V ¯
100
d 3P
6.
dv xdv ydv z
( ) ( )
= y v x, vy ,v z = f (vx ) g vy h(v z )
7.
f' (v x )
dvx +
( )
f' v y
dv y +
f' ( vz )
dv z = 0
f(v x ) ( )
f vy f( vz )
ma essendo anche:
r r
(
8. 0 = dv2 = 2v ⋅ dv = 2 vxdv x + vy dvy + v z dvz )
Le equazioni (7) e (8) sono entrambe verificate se
Ï f' ( vx )
= avx
Ô f (vx )
Ô
Ì
( )
Ô f' vy
= a vy
Ô( )
f vy
Ô f' ( vz )
Ô f (v ) = a vz
Ó z
essendo a una costante arbitraria. Integrando si ottiene
Ïln f (v ) = a v 2 + B
x x x
Ô 2
Ô a
( )
Ìln f v y = vy 2 + B y
2
Ô
a
Ôln f (v z ) = v z 2 + B z
Ó 2
essendo B x ,B y ,B z costanti d'integrazione, cioè
a
Ï vx2
f (v ) = A e 2
Ô x x
Ô a
v y2
( )
9. Ìf v y = A y e 2
Ô a 2
v
Ôf (v z ) = A z e 2 z
Ó
B x,y,z
essendo A x, y, z = e . Si noti che la costante a deve essere negativa
altrimenti la probabilità sarebbe crescente con la velocità v, in altre parole nel
101
sistema gassoso le molecole tenderebbero spontaneamente ad aumentare la
propria velocità, con conseguente aumento della temperatura del gas, ciò che
a
e´ in contrasto con quanto avviene in natura. Poniamo quindi = - a 2 . Si
2
noti inoltre che la somma di tutte le probabilità deve essere uguale ad 1.
Questa ovvia proprietà´ si chiama anche unitarietà:
+• +•
2u 2 p
1=
Ú
-•
f (u ) du = A
Ú
-•
e- a du = A
a
da cui
a
Ax = Ay = Az =
p
L'equazione (6) diventa allora
d 3P a 3 -a 2 v 2
dv xdv ydv z
(
= y v x, vy ,v z = 3 e )
p2
da cui possiamo calcolare la probabilità che una molecola abbia velocità
compresa nel volumetto dV :
3 r a 3 -a 2 v 2
d P( v) = 3 e dv xdv ydv z
p2
Passiamo in coordinate sferiche, come mostrato nella fig. 8
O
f
Y
X
fig.19a
Figure 8
Calcolo dell’elemento di Volume in coordinate sferiche.
Le legge di trasformazione da coordinate sferiche a coordinate cartesiane è
Ïv x = v senq cosf
Ô
Ìv y = v senqsenf
Ô
Óv z = v cosq
102
Ê vx v y dv z ˆ
dv x dv y dv z = JÁ ˜ dvdqdf
Ë v q f¯
dove lo Jacobiano della trasformazione è:
∂v x ∂vx ∂vx
∂v ∂q ∂f
Ê vx vy dv z ˆ ∂v y ∂v y ∂v y
JÁ ˜= =
Ë v q f¯ ∂v ∂q ∂f
∂v z ∂v z ∂vz
∂v ∂q ∂f
calcoliamo il determinante:
∂v x ∂vx ∂vx
∂v ∂q ∂f
senq cosf v cosqcosf - v senq senf
∂v y ∂v y ∂v y
= senq senf v cosq senf v senq cosf =
∂v ∂q ∂f
cosq - v senq 0
∂v z ∂v z ∂vz
∂v ∂q ∂f
= v senq (senqcosf v senq cosf + v senqsenfsenq senf ) +
+ cosq (v cosq cosf v senqcosf + v senq senfv cosq senf) =
= v2 sen3 q cos2 f + v2 sen3 q sen2 f + v2 cos 2 q senq cos2 f + v 2 cos2 qsenqsen2 f =
= v2 sen3 q + v2 cos 2 q senq =
= v2 senq
si ottiene quindi l'elemento di volume dv
dv x dv y dv z = v 2 senq dvdqdf
con
È0£ q < p ˘
ÍÎ0£ f < 2p ˙˚
Si ottiene dunque in coordinate sferiche
r a3 2 2
d 3 P( v) = 3 e-a v dvsenq dq df
p2
Integrando sugli angoli q , f si ha
p 2p
3
a 2 - a 2v 2
dP (v) = 3
p2
v e dv
Ú
0
senq dq
Ú
0
df
3
a 2 - a 2v 2
10. dP (v) = 4 v e dv
p
103
Se N e´ il numero totale delle molecole che compongono il sistema e n(v) e´ il
n(v)
numero delle molecole con velocità´ v, poiché´ P (v) = si ha
N
4a 3 2 - a 2v 2
11. n( v) = N v e
p
Determiniamo ora il parametro a calcolando la velocità´ quadratica media
•
v2 =
Ú
0
n (v) v 2 dv
N
•
4a 3 2 v2
v 2
=
p Ú 0
v4 e -a dv
Ricordando che
•
2 1⋅ 3⋅ 5 ⋅⋅⋅ (2n - 1) p
Ú0
x2n e- ax dx =
2 n+1 a n a
si ottiene
3
v2 =
2a 2
ed utilizzando l'equazione di Joule-Clausius (4) si ottiene
3k
v2 = T
m
in conclusione
m
a2 =
2kT
La legge di distribuzione (10) si può´ allora scrivere
3 mv 2
4 Ê m ˆ 2 2 - 2kT
12. dP (v) = v e dv
p Ë 2kT ¯
che e´ nota come legge di distribuzione delle velocità´ di Maxwell.
104
Si ricordi che k = R / N , con N numero d’Avogadro. Dunque R/M = k / m.
Essendo M = m N la massa molare cioè la massa di una mole di gas.
Ricordando che l’energia cinetica di una molecola e’ E = 1/2 mv2, si può
scrivere la densita’ di probabilità che una molecola abbia energia cinetica E
E
-
f (E) = A e kT
• E
-
kT dE
Ú Ae =1
0
• -E È E˘
= -AkT Ú e kT d ÍÎ kT ˙˚
0
È - E ˘•
= -AkT Íe kT ˙ = AkT
ÍÎ ˙˚0
da cui si ricava
1
A=
kT
adesso il valor medio dell’energia e’ per definizione:
105
•
< E >= Ú E f ( E ) dE
0
e dunque ricaviamo:
E
1 • -
† < E >= Ú E e kT dE
kT 0
ed essendo:
Ê 1 x ˆ -ax
† Ú x e-ax dx = -Á + ˜e
Ë a2 a ¯
•
1
Ú x e-ax dx =
0 a2
in conclusione si ha:
1 2
† (k T ) = k T
< E >=
kT
Si noti che qui abbiamo usato l’approssimazione di un moto
monodimensionale delle molecole, così l’espressione e’ in accordo con la
formula di Joule-Clausius per tre gradi di libertà. Si noti però che manca il
termine 1/2. †
a
y
a
x
fig.19 b
Figure 9
Questa molecola ha una posizione confinata
106
È0 £ x < a ˘
Í0 £ y < a˙
ÍÎ0 £ z < a ˙˚
ed una velocità v 0 costante in valore assoluto, ma che cambia segno ad ogni
urto contro le pareti. Allora lo stato rappresentativo del moto della molecola
si muove nello spazio delle fasi come mostrato in fig. 10.
vx
vx 0
0
a x
-v x
0
fig.19c
Figure 10
E´ immediato rappresentare allora l'insieme di tutte le molecole che
compongono il gas confinato nella scatola cubica come mostrato in fig. 11.
107
dN
dx
0 a x
vx
vx
0
x
dv x
dN
-v x
fig19 d
Figure 11
108
disco
rotante
t1 t2 t3 t4
+ f
P
-
fig.20
Figure 12
Aprendo la finestrella f in un tempuscolo molto piccolo si seleziona un
grappolo d’atomi di cui si vuole misurare la distribuzione delle velocità. Gli
atomi del grappolo raggiungono il disco ruotante in tempi inversamente
proporzionali alla loro velocità. Misurando la densità del deposito d’atomi
sul disco a vari angoli si può risalire alla distribuzione delle velocità degli
atomi prodotti per riscaldamento della sorgente. Sia v la velocità di un atomo
del grappolo, allora il tempo impiegato da esso per raggiungere il disco e´
d
t=
v
dove d e´ la distanza tra la finestrella ed il disco stesso. Sia w la velocità
angolare costante con cui ruota il disco, allora l'angolo di cui e´ ruotato il
disco prima che un atomo con velocità v lo raggiunga e´
q = wt
da cui si ricava la relazione tra la velocità di un atomo e l'angolo d’arrivo sul
disco. Il risultato sperimentale e´ in perfetto accordo con la distribuzione di
Maxwell. Si noti che poiché q v = cos tan te allora si ha
Dv Dq
=
v q
in pratica l'errore percentuale della velocità uguaglia l'errore percentuale
dell'angolo. Questa relazione permette di determinare l'accuratezza con cui si
può eseguire la misura della velocità.
Nei corpi solidi, contrariamente a quanto accade nei gas, gli atomi sono legati
in una struttura sostanzialmente rigida (struttura cristallina), cioè
mantengono una posizione media fissa gli uni rispetto agli altri secondo una
struttura di tipo cristallino o amorfo che dipende dagli atomi che
compongono il corpo solido.
109
Figure 13
In figura 13 e’ mostrato uno schema di corpo solido dove gli atomi sono liberi
di oscillare attorno alle loro posizioni medie che sono fisse. Anche qui’ al
crescere della temperatura aumentano le energie cinetiche degli atomi, e cio’
corrisponde a moti oscillanti sempre piu’ vigorosi. Supponiamo ad esempio
che ogni atomo del reticolo solido si muova di moto armonico, in tal caso gli
atomi interagiscono tra di loro e posseggono l’energia potenziale di un
oscillatore armonico, oltre che l’energia cinetica. L’andamento delle energie di
un singolo atomo sono mostrate nella figura 14, dove il moto dell’atomo e’
schematizzato come dovuto all’azione di una molla elastica.
Figure 14
In ogni istante l’energia potenziale elastica e l’energia cinetica variano, ma
l’energia totale, che e’ la loro somma, resta costante.
1
Etot = T +U = m w 2 A 2
2
cioe'
Etot = p m n 2 A 2
†
110
Anche in questo caso si può definire la temperatura mediante l’energia totale
approssimando il moto degli atomi al moto armonico oscillante.
1 N
Tª Â min i2 Ai2
N i=1
Dunque la temperatura risulta proporzionale al quadrato delle frequenze n i
ed al quadrato delle ampiezze Ai . In effetti se consideriamo che gli atomi non
sono isolati, ma inseriti†in una struttura cristallina, allora il potenziale si
trasforma come mostrato in figura 15.
Figure 15
111