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MATERIA:

Ciò che occupa spazio e ha una massa.

PROPRIETA’ FISICHE: Possono essere osservate senza alterare la composizione della


materia.

TRASFORMAZIONI FISICHE: Avvengono senza alterare la composizione della materia.


TRASFORMAZIONI CHIMICHE: Avvengono alterando la composizione della materia

CHIMICA:

Scienza che studia la composizione, la struttura e le trasformazioni della materia.

SOSTANZA PURE: Materia di composizione omogenea


MISCELA: Combinazione di due o più sostanze pure.
MISCELA OMOGENEA: Si distingue in una sola fase;
MISCELA ETEROGENEA: Si distingue in due o più fasi.

Una sostanza pura non può essere separata tramite trasformazioni fisiche.
Attraverso trasformazioni chimiche viene scissa in:
COMPOSTI: Formati da almeno due tipi di atomi.
ELEMENTI: Formati da atomi uguali

Dmitrij Mendeleev 1869 : TAVOLA PERIDICA :

ELEMENTI: Formati da atomi uguali. Sono riassunti nella tavola periodica.

COMPOSTO: Combinazione di due o più elementi.

FORMULA CHIMICA: Scrittura simbolica che contiene l’informazione qualitativa e


quantitativa che permette di descrivere un composto chimico.

LEGGE DI LAVOISIER: In una reazione chimica la somma delle masse dei prodotti è
uguale alla somma delle masse dei reagenti.

LEGGE DI PROUST: In un composto chimico gli elementi sono presenti in rapporti di


massa costanti.
SIMBOLO ATOMICO: Notazione sintetica che rappresenta un elemento tramite una
o due lettere.

Z = NUMERO ATOMICO = NUMERO PROTONI = NUMERO ELETTRONI

A = NUMERO DI MASSA = NUMERO PROTONI + NUMERO NEUTRONI

MOLE: Quantità di sostanza che contiene un numero di particelle pari a il numero di


Avogadro. Collega il livello microscopico e macroscopico.

MASSA MOLARE: Massa in grammi di una mole di sostanza.


MASSA X
In un equazione: MASSA MOLARE = MOLI X

NUMERO DI AVOGADRO : Numero di atomi o molecole contenuti in una mole di


sostanza. NA = 6.022 . 1023
MASSA X . NUMERO DI AVOGADRO
NUMERO MOLECOLE X = NUMERO ATOMI X = MOLI X

STECHIOMETRIA:

Calcolo delle sostanze prodotte o consumate durante una reazione chimica


rappresentata da una equazione.
MOLI PRODOTTO COEF . STECHIOMETRICO PRODOTTO
MOLI REAGENTE
= COEF . STECHIOMETRICO REAGENTE
REAGENTE LIMITANTE E REAGENTE IN ECCESSO: Considero due reagenti R1 e R2.
Calcolo ( NUMERO MOLI ) : (COEF. STECHIOMETRICO) per entrambi i reagenti.
R.E. = REAGENTE IN ECCESSO: Il rapporto che presenta il valore più alto
R.L. = REAGENTE LIMINTANTE: Il rapporto che presenta il valore più basso. Pone un
limite alla quantità di prodotto che si può formare.

Considero :
MASSA MOLARE X + MASSA MOLARE Y = MASSA MOLARE XY

RESA TEORICA = MOL X . COEFF. STECHIOMETRICO X . MASSA MOLARE XY


MASSA XY IPOTETICA
RESA PERCENTUALE = MASSA XY EFFETTIVA x 100
LUCE:
Consiste in un campo elettrico e in un campo magnetico oscillanti.
NATURA CORPUSCOLARE DELLA LUCE: La luce è costituita da un flusso di particelle
microscopiche emesse continuamente da una sorgente. Il flusso si propaga in linea
retta e rimbalza sugli ostacoli.
NATURA ONDULATORIA DELLA LUCE: La luce, come le altre onde, si riflette e si
rifrange modificando la sua velocità nel passaggio attraverso due mezzi di densità
ottica diversa.

FORMULA DI PLANCK: E = hv h= COSTANTE DI PLANCK= 6,6262 . 10-34 J/s


FORMULA DI EINSTAIN: E = mc2
h
PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG: ∆x . ∆ (m.v) ≥ 4 π
h
RELAZIONE DI DE BROGLIE: λ = mv

ONDA:

Perturbazione che si propaga nel tempo e nello spazio trasportando energia.

Sono caratterizzate da:


LUNGHEZZA D’ONDA = λ : Distanza tra due massimi o tra due minimi successivi.
FREQUENZA = v : Numero di periodi che passano per un punto fisso in un secondo.
ALTEZZA DEL MASSIMO DELL’ONDA = A : Variazione massima dell’oscillazione.

RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA:
Campo elettromagnetico oscillante che si propaga nello spazio.
VELOCITA’ DI PROPAGAZIONE : C = λ v

EFFETTO FOTOELETTRICO:
Emissione di elettroni da parte di una superficie metallica colpita da una radiazione
elettromagnetica di frequenza opportuna.

SPETTRI DI EMISSIONE:
Atomi eccitati che emettono radiazioni solo di una certa lunghezza d’onda.

SPETTRI DI ASSORMBIMENTO:
Un campiione di sostanza attraversato da luce bianca assorbe radiazioni
elettromagnetiche solo di una certa lughezza d’onda.
MODELLI ATOMICI:

1803 TEORIA ATOMICA DI DALTON:

ATOMI:
- Particelle piccolissime e indivisibili che compongono la materia.
- In uno stesso elemento sono identici tra loro;
- Sono indistruttibili e mantengono la loro identità durante le reazioni chimiche;
- Si combinano tra loro secondo rapporti costanti espressi da numeri interi.

1904 TEORIA ATOMICA DI THOMSON:

Gli atomi sono costituiti da subunità cariche positivamente e negativamente in un


modello a panettone.

ESPERIMENTO DI THOMSON:
Misura del rapporto ( CARICA ) : ( MASSA DELL’ELETTRONE ) = 1.7588 . 1011 C/kg

1911 TEORIA ATOMICA DI RUTHERFORD:

Esiste un nucleo in cui si concentra la massa dell’atomo formato da protoni e


neutroni.
Il numero di protoni è pari al numero di elettroni poiché l’atomo ha carica neutra.

ESPERIMENTO DI RUTHERFORD:
Deviazione di particelle α in una lamina d’oro.
I lampi di luce segnalano le particelle colpiscono lo schermo.
La maggior parte delle particelle attraversa la lamina senza subire deflessione.
Una piccola percentuale viene deflessa.
Una piccola percentuale viene riflessa.
1913 TEORIA ATOMICA DI BOHR:

L’atomo è costituito da un nucleo centrale e l’elettrone gli ruota intorno come un


pianeta attorno al sole.
L’e- si può trovare solo in certe orbite.
L’e- si trova in stati quantizzati di energia.
RH
Energia dello stato = -
n2
RH = COSTANTE DI RYDBERG = 109677,581 cm -1 n= numero quantico principale

1926 TEORIA DI SCHRÖ EDINGER

Per descrivere il comportamento di un elettrone sottoposto ad un nucleo propose


l’equazione d’onda ψ che si basa sul carattere ondulatorio dell’elettrone e sul
carattere probabilistico della conoscenza.

Le condizioni che danno significato fisico all’equazione d’onda ψ portano come


conseguenza la quantizzazione.

Ψ n, l, m = ORBITALE.
Ogni orbitale, caratterizzato da tre numeri quantici n, l, m, corrisponde un valore di
energia.
L’equazione d’onda ci permette di conoscere la posizione probabilistica
dell’elettrone, non quella esatta.

ORBITALE = Regione di spazio in cui si può trovare un elettrone con la probabilità del
90%.
MACCANICA QUANTISTICA

NUMERO QUANTICO PRINCIPALE n GUSCIO

DESCRIVE: VALORE:
La dimensione e l’energia 1, 2, 3, …
dell’orbitale E= - C / n2

Numero orbitali nel guscio = n2

NUMERO QUANTICO ANGOLARE l SOTTOGUSCIO

DESCRIVE: VALORE:
La forma e il tipo di orbitale 0, 1, 2, … n-1

Numero di orbitali nel sottoguscio = 2l + 1

NUMERO QUANTICO MAGNETICO ml

DESCRIVE: VALORE:
L’orientazione dell’orbitale - l, 0, +l

NUMERO QUANTICO DI SPIN ms

DESCRIVE: VALORE:
Il senso rotatorio dell’elettrone +1/2 e -1/2

ESPERIMENTO DI STERN GERLACH:


Un fascio di atomi che passa tra i dipoli di un magnete si separa in due.
Gli atomi di uno dei due fasci hanno un elettrone spaiato con spin +1/2, quelli
dell’altro elettrone spaiato con spin +1/2.
ORBITALI ATOMICI

ORBITALE s: Sono sferici

n = 1, 2, 3, … l = 0 ml = 0
Non hanno piano nodale.

ORBITALE p: Sono bi-lobati

n=2 l= 0 ml = 0 Sottoguscio s : 1 orbitale


l=1 ml = -1, 0, +1 Sottoguscio p : 3 orbitali
Hanno un piano nodale.

ORBITALI d: Sono tetra-lobati

l=0 ml = 0 Sottoguscio s : 1 orbitale


n=3 l=1 ml = -1, 0, +1 Sottoguscio p : 3 orbitale
l=2 ml = -2, -1, 0, +1, +2 Sottoguscio d : 5 orbitali
Hanno due piani nodali.

ORBITALI f:

l=0 ml = 0 Sottoguscio s : 1 orbitale


n=4 l=1 ml = -1, 0, +1 Sottoguscio p : 3 orbitale
l=2 ml = -2, -1, 0, +1, +2 Sottoguscio d : 5 orbitali
l =3 ml = -3, -2, -1, 0, +1, +2, +3 Sottoguscio f : 7 orbitali
PROPRIETA’ PERIODICHE:

ATOMI MONOELETTRONICI:
Atomi che hanno un solo elettrone.

ATOMI MULTIELETTRONICI:
Atomi neutri diversi dall’idrogeno che hanno più di un elettrone.

LIVELLI ENERGETICI IN UN ATOMO H:

LIVELLI ENERGETICI IN UN ATOMO MULTIELETTRONICO:


Si utilizzano gli orbitali trovati per l’atomo H apportando modifiche dovute a:
CARICA NUCLEARE = Z: l’attrazione del nucleo sull’elettrone aumenta con la carica.
EFFETTO SCHERMANTE = Carica nucleare – Carica residua : Zeff = Z – S
EFFETTO DI PENETRAZIONE: l’attrazione subita dall’elettrone dipende dalla sua
capacità di penetrare la nuvola di schermo.
REGOLA DELLA DIAGONALE:

n=7 7s
7s
1s
n=6 6s
6s 6p 6d
1s 1s 1s
n=5 5s
5s 5p 5d 5f1
1s 1s 1s s
n=4 4s
4s 4p 4d 4f1
1s 1s 1s s
n=3 3s
3s 3p 3d
1s 1s 1s
n=2 2s
2s 2p
1s 1s
n=1 1s
1s
1s

l=0s l=1 l=2 l=3

Valore massimo s: s2
Valore massimo p: p6
Valore massimo d: d10
Valore massimo f: f14

1s1 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d10 …


CONFIGURAZIONE DEGLI IONI:
CATIONI: Si formano per rimozione di uno o più elettroni nel guscio in cui n è più
altro, guscio di valenza.
ANIONI: Si formano per aggiunta di uno o più elettroni nel guscio di valenza.
Il numero di elettroni che un atomo può perdere in una trasformazione chimica,
corrisponde al numero del gruppo, ovvero agli elettroni nel guscio di valenza.

PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI:


In un atomo non possono esistere due elettroni con la stessa sequenza di numeri
quantici.
Se due elettroni occupano lo stesso orbitale devono avere spin opposti.

PRINCIPIO DELLA MASSIMA MOLTEPLICITA’


Quando sono disponibili orbitali di uguale energia gli elettroni gli occupano
singolarmente invece che a coppie.

PROCESSO DI AUF BAU


Serve per determinare la configurazione elettronica di un atomo partendo da Z.

PERIODI = RIGHE: Stesso numero quantico principale n

GRUPPI = COLONNE : Stessa configurazione elettronica


FUNZIONI PERIODICHE: Hanno valore che si ripetono

PROPRIETA’ PERIODICHE CON Z

Le proprietà chimiche e fisiche degli elementi sono funzioni periodiche del numero
atomico.

DIMENSIONE ATOMICA:
CRESCE scendendo lungo il gruppo.
DIMINUISCE lungo il periodo.

RAGGIO ATOMICO:
CRESCE scendendo lungo il gruppo.
DIMINUISCE lungo il periodo.

ENERGIA DI PRIMA IONIZZAZIONE:


E’ l’energia minima richiesta per rimuovere l’elettrone più esterno da un atomo
neutro in fase gassosa.
CRESCE lungo il periodo.
DIMINUISCE scendendo lungo il gruppo.

ENERGIA DI SECONDA IONIZZAZIONE:


E’ l’energia richiesta per rimuovere un elettrone da un catione in fase gassosa.

AFFINITA’ ELETTRONICA:
E’ la variazione di energia quando un atomo gassoso acquista un elettrone per
formare un anione.
CRESCE lungo il periodo.
DIMINUISCE scendendo lungo il gruppo .

METALLI : Pochi e- nel guscio di valenza che tendono a perdere per formare cationi.
I loro ossidi sono basici.

NON METALLI: Tendono ad acquistare elettroni per formare anioni.


I loro ossidi sono acidi.

METALLOIDI: Caratteristiche intermedie tra metalli e non metalli.


I loro ossidi sono afoteri.

GAS NOBILI: Scarsa reattività dovuta alla configurazione elettronica a guscio pieno.
SOLUZIONE

Miscela omogenea di due o più sostanze che mantengono la loro identità.

SOLVENTE :
Sostanza presente in maggior quantità che mantenendo il suo stato fisico è capace
di sciogliere un’altra sostanza per formare una soluzione.

SOLUTO :
Sostanza disciolta nel solvente.

Misure di concentrazione in funzione del Volume :

MISURE DI CONCENTRAZIONE CHE DIPENDONO DALLA TEMPERATURA

CONCENTRAZIONE MOLARE DEL SOLUTO:


Quantità di soluto in un solvente.
MOLARITA’ ( M ) = MOLI DI SOLUTO ( mol )
VOLUME DI SOLUZIONE ( L )

%V
PERCENTUALE IN VOLUME ( V ):
PERCENTUALE VOLUME = VOLUME SOLUTO . 100
VOLUME SOLUZIONE

VOLUME SOLUZIONE = VOLUME SOLUTO + VOLUME SOLVENTE

%m
PERCENTUALE IN MASSA-VOLUME ( V ):
PERCENTUALE IN MASSA-VOLUME = MASSA SOLUTO . 100
VOLUME SOLUZIONE

VOLUME SOLUZIONE = VOLUME SOLUTO + VOLUME SOLVENTE


MISURE DI CONCENTRAZIONE CHE NON DIPENDONO DALLA TEMPERATURA
Misure di concentrazione in funzione della Massa :

%m
PERCENTUALE IN MASSA ( m ) :
PERCENTUALE IN MASSA = MASSA SOLUTO . 100
MASSA SOLUZIONE

MASSA SOLUZIONE = MASSA SOLUTO + MASSA SOLVENTE

MOLALITA’( m ) :
Indica il numero delle moli di soluto presenti in un chilogrammo di solvente.
MOLALITA’ = MOLI SOLUTO . 100
MASSA SOLVENTE

FRAZIONE MOLARE ( χ ) :
FRAZIONE MOLARE = MOLI SOLUTO . 100
MOLI TOTALI

PREPARAZIONE DI SOLUZIONI PER DILUIZIONE:


M INIZIALE . V INIZIALE = M FINALE . V FINALE
mol mol
( L )INIZIALI . ( L )INIZIALI = ( L )FINALI . ( L )FINALI
Mol INIZIALI = Mol FINALI
MOMENTO DIPOLARE ( ⃗μ ) :
E’ dato dalla somma dei momenti dipolari dei singoli legami.
MODULO : ⃗μ = ∂ X d
∂ = FRAZIONE DI CARICA
d = DISTANZA FRA LE CARICHE
DIREZIONE E VERSO : Indicata da una freccia verso indicato da + o -

MOMENTO APOLARE : La somma risultante dei momenti di dipolo dei


singoli legami è nulla.
MOMENTO POLARE : La somma risultante dei momenti di dipolo dei
singoli legami è diversa da zero.

MOLECOLE APOLARI : Molecole con due atomi dove il baricentro della


carica positiva e della carica negativa coincide, ovvero molecole
biatomiche omo-nucleari.
MOLECOLE POLARI: Molecole dove il baricentro della carica positiva e
della carica negativa non coincide, molecole etero-nucleari, la differente
elettronegatività degli atomi produce una separazione di carica, ovvero
un dipolo.

ORDINE DI LEGAME : Numero di legami tra una coppia di atomi.


¿¿

ORDINE DI LEGAME FRAZIONARIO :


Si presenta in molecole con strutture risonanti.
e−¿ per quel legame
O. L. = n ° coppie di n ° legami diquel tipo ¿

ENERGIA DI LEGAME :
E’ la quantità di energia necessaria per provocare la rottura del legame.
Generalmente viene espressa in kj /mol .
Maggiore l’ordine di legame allora è maggiore la forza ed è più corto il
legame.
ELETTRONEGATIVITA’ DI PAULING :
In una molecola AB la differenza di elettronegatività tra due atomi A e B
viene determinata sperimentalmente da misure di energia di legame,
facendo riferimento a un valore arbitrario di elettronegatività assegnato
al Fluoro = 4.
LEGAME IONICO : χ A – χ B > 2,0

LEGAME COVALENTE DATIVO: 0,4 ≤ χ A – χ B ≤ 2,0

LEGAME COVALENTE : χ A – χ B < 0,4


In natura le sostanze costituite da atomi isolati sono rare.
In genere gli atomi si trovano combinati tra loro.

LEGAME CHIMICO:

Esiste quando tra due atomi o gruppi di atomi le forze agenti tra di essi
portano alla formazione di un aggregato di stabilità tale da poter essere
considerato una specie indipendente.
Le Teorie di Legame descrivono le forze che tengono uniti gli atomi per
formare molecole.

METALLICO = I metalli presentano delle proprietà completamente


differenti da quelle di altre sostanze.
Le proprietà come la conducibilità elettrica e termica elevate possono
essere spiegate sulla base di un modello di legame detto a mare, o nube,
di elettroni: si considera un metallo come formato da un reticolo di ioni
positivi (nucleo + elettroni dei gusci completi) immersi in un mare di
elettroni di valenza liberi di muoversi tra cationi.
Le proprietà meccaniche, ovvero malleabilità e duttilità, sono legate al
fatto che gli strati di ioni possono scorrere gli uni sugli altri, evitando
l’insorgere di forze repulsive che porterebbero alla formazione di fratture.
LEGAMI INTRA-MOLECOLARI :

Si instaurano fra atomi e hanno la caratteristica di essere molto forti.

IONICO = E’ un tipo di legame che si realizza per trasferimento di uno o


più elettroni da un atomo ad un altro, con formazione di ioni di segno
opposto. Tra questi ioni si stabiliscono delle forza interazioni di natura
elettrostatica che portano alla formazione di aggregati solidi di struttura
ordinata. Prendiamo in considerazione il composto ionico NaCl:
formato da Na, elemento del I gruppo, cede l’unico elettrone del livello
più esterno diventando Na+, e da Cl , elemento del VII gruppo che
acquista l’elettrone ceduto da Na per raggiungere l’ottetto diventando Cl -.

COVALENTE = Si basa sulla condivisione degli elettroni più esterni, gli


elettroni di valenza, da parte degli atomi che danno origine al legame. La
forza che tiene uniti i due atomi deriva dall’attrazione che entrambi i
nuclei esercitano sugli elettroni condivisi.
Può essere di tipo omeopolare quando si forma tra atomi uguali è detto
omeopolare, quando si forma tra atomi differenti è detto eteropolare.
Un esempio di legame covalente omeopolare è nella molecola O2.
Un esempio di legame covalente eteropolare è nella molecola HCl in cui
vengono messi in condivisione l’unico elettrone dell’idrogeno e uno dei
sette elettroni esterni del cloro.

COVALENTE DATIVO = La coppia di elettroni condivisa può provenire solo


da uno dei due atomi, il donatore. L’accettore è colui che deve avere un
orbitale libero per ospitarla. Un esempio è il composto NH 3BrF3, in cui N si
comporta da donatore e Br reagisce da accettore.

FORZE INTER-MOLECOLARI o FORZE DI VAN DER WAALS


Si instaurano tra molecole, tra ioni, o tra molecole e ioni, e hanno la
caratteristica di essere molto deboli.

INTERAZIONI DIPOLO-DIPOLO :
Forze attrattive tra molecole che hanno un dipolo permanente.
IDROGENO = Le sostanze come HF, H2O, ed NH3 presentano un alta
elettronegatività , punti di fusione e di ebollizione elevati a causa
dell’esistenza di un particolare tipo di interazione tra le molecole
chiamato legame a idrogeno. Si forma quando un atomo di idrogeno è
legato ad atomi di piccole dimensioni e molto elettronegativi.

INTERAZIONI DIPOLO PERMANENTE-DIPOLO INDOTTO :


Si ha tra molecole polari e molecole non polari.
Per comprendere tale interazione bisogna immergere una molecola non
polare in un campo elettrico. La nuvola elettronica carica negativamente
viene deformata e attratta dal polo positivo del campo elettrico; viceversa
ilo nucleo dell’atomo carico positivamente viene attratto dal polo
negativo del campo elettrico. Il campo elettrico perciò induce una
separazione di carica nella molecola e la formazione di un dipolo indotto.

INTERAZIONI DIPOLO ISTANTANEO- DIPOLO INDOTTO :


Sono sempre presenti ed in particolare sono responsabili della fase
condensata delle molecole covalenti apolari. Sono molto deboli e la loro
debolezza è dimostrata dalla relativa facilità con la quale si rompono
queste interazioni.
L’entità del dipolo indotto dipende dalla tendenza ad essere distorto . Più
alto è il peso molecolare maggiori sono i dipoli indotti.
Per effetto delle vibrazioni molecolari, i nuclei si spostano più lentamente
degli elettroni, si creano dipoli istantanei che inducono la separazione di
carica nelle molecole adiacenti: dipoli indotti.
FORZE DI DISPERSIONE DI LONDON = Si instaurano attrazioni tra i dipoli.

TEORIA DI LEWIS:
La reattività degli elementi è legata alla tendenza di raggiungere la
configurazione elettronica del gas nobile più vicino.
Questa tendenza è nota come regola dell’ottetto.

La struttura dell’ottetto può essere raggiunta per condivisione tra due


atomi.

Gli elettroni di valenza giocano un ruolo fondamentale nel formare il


legame chimico.

SIMBOLO DI LEWIS:

Rappresenta il simbolo di un elemento circondato da un numero di punti


pari al numero degli elettroni di valenza.
Gli elettroni sono distinti in:
ELETTRONI DEL CORE= Sono gli elettroni dei livelli energetici più interni
che non partecipano al legame chimico.
ELETTRONI DI VALENZA = Sono gli elettroni dei livelli energetici più esterni
che partecipano al legame chimico.
Sono dati dal numero del gruppo in cui la molecola si trova.

ESEMPIO:

B SIMBOLO DI LEWIS

CONFIGURAZIONE ELETTRONICA: 1s2 2s2 2p1


ELETTRONI DEL CORE: 1s2
ELETTRONI DI VALENZA: 2s2 2p1
CARICA ATOMICA FORMALE :
1
C. F. = n°e-VALENZA – [ 2 ( n°e- coppie di legame ) + (n°e- coppie solitarie ) ]

IBRIDO DI RISONANZA :
Descrive nel modo più plausibile una molecola che si può descrivere con
più strutture di Lewis.

La struttura di Lewis più plausibile è quella con cariche formali basse, se


possibile zero.

ACIDI DI LEWIS : Accettori di coppie elettroniche

BASI DI LEWIS : Donatori di elettroni

ECCEZIONI DELLA REGOLA DELL’OTTETTO

ECCEZIONE 1 :
Specie con elettroni di valenza dispari.
L’elettrone spaiato viene assegnato all’atomo meno elettronegativo.
Le molecole con elettroni spaiati vengono definite radicali.

ECCEZIONE 2 :
Gli elementi del 2° e del 3° gruppo quando formano un numero di legami
covalenti pari al numero degli elettroni di valenza non raggiungono
l’ottetto.
L’atomo che non raggiunge l’ottetto viene definito elettron-deficiente e si
comporta da acido di Lewis.

ECCEZIONE 3 :
Gli atomi dal 3° periodo in poi sono soggetti all’espansione dell’ottetto ,
ovvero possono ospitare più di otto elettroni in quanto diventano
disponibili gli orbitali d.
ORDINE DI REPULSIONE ELETTRONICA :
1. Coppia solitaria – Coppia solitaria.
2. Coppia solitaria – Coppia di legame.
3. Coppia di legame – Coppia di legame.

La repulsione diminuisce al crescere degli angoli α tra coppie.

TEORIA VSEPR :

Teoria che permette di prevedere la geometria di una molecola, sulla


base della tendenza delle coppie di elettroni a disporsi in modo da
rendere minima la repulsione relativa.

Data una molecola generica AXnEm, dove :


A = ATOMO CENTRALE,
X = ATOMI LEGATI CON LEGAMI COVALENTI,
E = COPPIE DI ELETTRONI LIBERE,
n + m = NS = NUMERO SFERICO.

NS = 2 IBRIDAZIONE : sp

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 0 APOLARE


AX2 GEOMETRIA LINEARE

NS = 3 IBRIDAZIONE : sp2 APOLARE

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 0 NS = 3 APOLARE


AX3 GEOMETRIA TRIGONALE PLANARE

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 1 NS = 2+1 POLARE


AX2E1 GEOMETRIA ANGOLARE
NS = 4 IBRIDAZIONE : sp3

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 0 NS = 4 APOLARE


AX4 GEOMETRIA TETRAEDRICA

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 1 NS = 3+1 POLARE


AX3E1 GEOMETRIA TRIGONALE PIRAMIDALE

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 2 NS = 2+2 POLARE


AX2E1 GEOMETRIA A V

NS = 5 IBRIDAZIONE : sp3d

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 0 NS = 5 APOLARE


AX5 GEOMETRIA TRIGONALE BIPIRAMIDALE

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 1 NS = 4+1 POLARE


AX4E1 GEOMETRIA TETRAEDRICA IRREGOLARE

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 2 NS = 3+2 POLARE


AX3E2 GEOMETRIA A T

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 3 NS = 2+3 APOLARE


AX2E3 GEOMETRIA LINEARE

NS = 6 IBRIDAZIONE : sp3d2

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 0 NS = 6


AX6 GEOMETRIA OTTAEDRICA

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 1 NS = 5+1


AX5E1 GEOMETRIA PRAMIDE A BASA QUADRATA

NUMERO COPPIE SOLITARIE = 2 NS = 4+2


AX4E2 GEOMETRIA QUADRATO PLANARE
TEORIA VALANCE BOND :

Estensione della teoria di Lewis alla luce della meccanica quantistica.


Si descrive la molecola considerando l’insieme dei legami localizzati tra
coppie di atomi adiacenti che mettono in compartecipazione una o più
coppie di elettroni mediante la sovrapposizione di legami atomici.
1. Si promuove un elettrone da s a p
2. Si ibridizzano gli orbitali

SOVRAPPOSIZIONE DI ORBITALI s E p :
ORBITALE σ :
Non cambia segno per rotazione intorno all’asse di legame
ORBITALE π :
Cambia segno per rotazione attorno all’asse di legame

TEORIA DELL’ORBITALE MOLECOLARE :

La struttura elettronica delle molecole viene descritta, analogamente a


quanto fatto a livello atomico, facendo ricorso ai principi e ai metodi della
Meccanica Quantistica.
Gli elettroni in una molecola vengono rappresentati da funzioni d’onda
Ψ (x, y, z), chiamate Orbitali Molecolari, che sono caratterizzate da numeri
quantici che ne determinano forma ed energia.
Gli orbitali molecolari sono multicentrici, riguardano più di un nucleo.
Il significato fisico delle funzioni d’onda molecolari sta in Ψ 2 , che
rappresenta la densità di probabilità di trovare l’elettrone in un
determinato punto dello spazio.

1) Si posizionano i nuclei
2) Si cercano Orbitali Molecolari a partire dalla combinazione lineare degli
Orbitali Atomici .
3) Si sistemano gli elettroni negli OM applicando le regole dell’AUF BAU,
Principio di Esclusione e Regola della massima molteplicità.
Perchè gli Orbitali Atomici si possano combinare occorre che:
1) Abbiano energia confrontabile
2) Si sovrappongano significativamente
3) Presentino la stessa simmetria rispetto all’asse internucleare.
La costruzione degli orbitali molecolari avviene facendo le combinazioni
lineari degli orbitali atomici.

METODO DELLA COMBINAZIONE LINEARE PER GLI ORBITALI ATOMICI:

Si parte dalla molecola biatomica più semplice H2+. L’elettrone subisce


l’attrazione di entrambi i nuclei.
Se 1 descrive l’elettrone nell’atomo 1 isolato e 2 nell’atomo 2, per
descrivere l’elettrone nel sistema (H1—H2)+ si usa una combinazione
lineare di 1 e 2 =(c11 + c22 )
c1 , c2 = coefficienti calcolati per rendere minima l’energia dell’OM.
OM di legame: Se c1 = c2 + = c1 (1 + 2 )
OM di anti-legame: Se c1 = - c2 - = c1 (1 − 2 )

La combinazione lineare di due orbitali atomici produce due orbitali


molecolari.
La densità di probabilità di trovare l’e- nella zona internucleare rispetto
agli atomi isolati è:
Maggiore  orbitale di legame
Minore  orbitale di antilegame
TEORIA A BANDE :

Si ha una banda di energia quando i livelli energetici sono vicini.


SI ha una banda per ciascun orbitale atomico.

La conduttività dei metalli diminuisce con la temperatura.


TEORIA A BANDE PER I METALLI:
In un conduttore di tipo metallico le bande di valenza NON sono
completamente occupate, gli elettroni sono mobili e per effetto di una
differenza di potenziale conducono la corrente.

Gli isolanti non conducono.


TEORIA A BANDE PER GLI ISOLANTI :
Gli elettroni non hanno energia sufficiente per trasferirsi dalla banda di
valenza quella di conduzione.

La conduttività dei semiconduttori cresce con l’aumento della


temperatura.
TEORIA A BANDE NEI SEMICONDUTTORI
Nei Semiconduttori esiste una struttura a bande simile agli isolanti ma con
una piccola separazione tra le bande. Gli Elettroni possono essere
promossi termicamente.
MATERIA:
Ciò che occupa spazio e ha una massa.

Si può trovare in tre stati fisici:


SOLIDO

Ha volume proprio e forma esterna che riflette la disposizione atomica e molecolare.

Sistemi ove esiste ordine a corto e a lungo raggio, rigidi, incomprimibili.


Le Forze Attrattive prevalgono sull’Energia Cinetica .

CLASSIFICAZIONE
Possono essere classificati sulla base delle forze che tengono assieme le unità costituenti.
Le interazioni ioniche sono forze
rilevanti. Come conseguenza i sali
hanno elevate temperature di
Sequenza infinita di ioni di segno opposto fusione che dipendono dalla carica
IONICI tenuti assieme da forze prevalentemente degli ioni. Sono generalmente non-
elettrostatiche. conduttori in quanto gli ioni non
hanno mobilità, e fragili in quanto lo
spostamento di strati causa forti
repulsioni.

Legami covalenti che si estendono a tutto il reticolo.


COVALENTI Non è possibile individuare singole molecole.
Sono difficili da deformare a causa della direzionalità dei legami covalenti.
I punti di fusione sono elevati perché devono essere rotti dei legami forti.

Alta conducibilità elettrica e termica,


duttili e malleabili pochi elettroni nel
guscio di valenza, bassa
I metalli presentano strutture con celle elettronegatività
METALLICI elementari ove il metallo presenta alto Alti numeri di coordinazione in
numero di coordinazione (12-8) . elementi con pochi elettroni di
valenza, ciò è spiegato da il modello a
“mare di elettroni”.

Sono formati da molecole o atomi tenuti assieme da forze intermolecolari deboli.


MOLECOLARI Questi solidi hanno temperature di fusione o sublimazione piuttosto basse e
possono essere deformati con facilità.
LIQUIDO:
Nei liquidi l’energia potenziale e l’energia cinetica delle molecole che li
costituiscono, sono confrontabili. Perciò le molecole si muovono continuamente
all’interno della massa liquida, ma rimanendo vicine a causa delle forze attrattive.

La presenza di queste forze intermolecolari, oltre a evitare la dispersione come


invece avviene nei gas, determina importanti proprietà di un liquido quali la
viscosità e la tensione superficiale.

GASSOSO:
Volume e forma del recipiente che li contiene.
Stato fisico in cui l’energia cinetica prevale sull’energia potenziale.
Nei gas l’energia cinetica delle molecole che li costituiscono prevale sull’energia
potenziale. Le forze intermolecolari presenti sono troppo deboli e non sono in
grado di tenere vicine le molecole, che perciò si espandono e occupano tutto il
volume che hanno a disposizione. Le molecole si muovono liberamente con moto
caotico, causando continuamente urti con altre molecole e contro le pareti del
contenitore.
PROPRIETA’
Possono essere descritte con modelli matematici a partire da grandezze
macroscopiche.
V = VOLUME DEL GAS E’ dato dallo spazio che il gas occupa
T = TEMPERATURA E’ data dallo stato termico del gas
n = MOLI E’ data dalle moli del gas
P = PRESSIONE E’ la forza per unità di superficie che
esso esercita sulle pareti del
contenitore.
R = COSTANTE 0,0821 ( L atm ) / ( K . mol ) = 8,31 ( J ) / ( K . mol )
.

UNIVERSALE DEI GAS


LEGGE DI AVOGADRO
Volumi uguali di gas diversi nelle stesse condizioni di T e P hanno lo stesso numero
di molecole
T
V=R. P
Il volume occupato da una
mole di gas volume
VOLUME MOLARE = 22,4 L/mol molare a zero °C e alla
pressione di un’atmosfera.
Il volume molare dipende
da P e da T ma non dal
tipo di gas.

GAS PERFETTO o GAS IDEALE


Le molecole sono Tutta l’energia interna del Gli urti tra le molecole
puntiformi, gas è energia cinetica. sono perfettamente
ovvero non occupano L’energia potenziale è elastici
volume. nulla, quindi non esistono
interazioni tra le
molecole.
Per essere considerato ideale, un gas deve avere un volume molecolare trascurabile
rispetto a quello del contenitore e le interazioni intermolecolari devono essere
trascurabili.
Un gas perfetto si può espandere illimitatamente e può essere compresso fino a
raggiungere un volume uguale a zero.

Il comportamento di gas reale può essere approssimato a quello di un gas perfetto,


se si hanno pressioni basse e temperature elevate.
EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI P . V = moli . R . T
LEGGI EMPIRICHE DEI GAS
Il comportamento di una determinata quantità di gas dipende da volume,
temperatura e pressione. Queste grandezze sono legate a due a due da relazioni
semplici che furono scoperte tra il 1600 e il 1800. Queste relazioni vanno sotto il
nome di leggi empiriche dei gas.

LEGGE DI BOYLE A temperatura costante il


prodotto tra pressione e Pi ∙ Vi = Pf ∙ Vf = COST.
Con T = COST. volume di una data quantità
di gas è costante
LEGGE DI CHARLES Il volume di una massa
qualsiasi di gas, mantenuto a Vi Vf
Con P = COST. pressione costante, aumenta Ti
= Tf
= COST.
linearmente all’aumentare
della temperatura
LEGGE DI GAY-LUSSAC La pressione di una massa
qualsiasi di gas, mantenuto a Pi Pf
Con V = COST. volume costante, aumenta Ti
= Tf
= COST.
linearmente all’aumentare
della temperatura.

LEGGE COMBINATA DEI GAS


Le leggi viste finora mettono in relazione due delle grandezze macroscopiche che ci
permettono di descrivere il comportamento di un gas. Possiamo combinarle per
ottenere una legge che leghi P, T e V.
LEGGE DI BOYLE
1
V P
Con T, n = COST.
. T
V = COST. P
LEGGE DI CHARLES
VP
Con P, n = COST.
MISCELE DI GAS NON REAGENTI
Dal momento che i gas rispondono alle variazioni di P, T e V indipendentemente
dalla loro natura, non è necessario sapere se le molecole del gas sono o no tutte
uguali. Come conseguenza, una miscela di gas non reagenti, può essere trattata
come una uguale quantità di gas puro.
PRESSIONE PARZIALE
Si definisce la pressione parziale di un gas in una miscela, come quella pressione che
esso eserciterebbe se occupasse da solo l’intero volume del recipiente.
LEGGE DI DALTON In una miscela di gas la pressione totale
è la somma delle pressioni parziali
EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI PA . V = moli . R . T
CON PRESSIONE PARZIALE
RELAZIONE TRA PRESSIONE E PRESSIONE PA = χ A . P
PARZIALE

TEORIA CINETICA DEI GAS : VISIONE MICROSCOPICA


La teoria cinetica dei gas descrive il loro comportamento partendo dall’analisi del
movimento casuale delle molecole e applicando a queste la meccanica newtoniana
IPOTESI DELLA TEORIA :
Nei gas le molecole sono in moto costante e casuale.
P è dovuta alle loro collisioni con le pareti del contenitore.
Le collisioni sono elastiche.
Il Volume delle molecole è trascurabile.
TEORIA CINETICA DEI GAS :
Mette in relazione la temperatura di un 3 1
E (molare) = 2 RT = NA ∙ = 2 mv2
gas con l’energia cinetica media delle
molecole.
Energia cinetica di una molecola di 1
mv2
massa m e velocità v 2

DEVIAZIONI DALLE LEGGI SUI GAS PERFETTI


EQUAZIONE DI WAN DER WAALS n2 a
n R T = ( P+ 2 )(v−nb)
v
CALORE :
Il calore è quella forma di energia che passa da un corpo a un altro per
effetto di una differenza di temperatura; il flusso di calore va dal corpo a
temperatura più alta verso quello più freddo. Questo passaggio cessa
quando viene raggiunto l’equilibrio termico, ovvero quando le
temperature dei due corpi diventano uguali.
Il calore è una forma “disordinata” di energia

LAVORO :
Il lavoro è una forma di energia.
Può essere di natura diversa: meccanico, elettrico, magnetico, ecc. Il
lavoro meccanico è definito come il prodotto della forza per lo
spostamento causato : W = F ∙ s

LAVORO DI ESPANSIONE :
In chimica è molto importante il lavoro legato a variazioni di volume.
W = F ∙ h = P ∙ A ∙ h = P ∙ ∆V

ENERGIA :
L’unità di misura dell’energia nel Sistema Internazionale è il joule ( J ):
1 J = 1 Kg∙m2/s2

Un’altra unità di misura ampiamente utilizzata è la caloria ( cal ), che


corrisponde alla quantità di energia necessaria per aumentare di 1 °C
la temperatura di 1 grammo di acqua.

1 cal = 4,184 J

ESPERIMENTO DI JOULE :
Il lavoro compiuto per far ruotare le pale, determina un aumento della
temperatura. La quantità di calore prodotto è proporzionale al lavoro
compiuto.

Il calore e il lavoro sono tra loro equivalenti e possono essere convertiti


l’uno nell’altro.
Il sistema e l’ambiente possono trasferirsi energia tramite scambio di
calore o compimento di lavoro.

SISTEMA = porzione di universo, delimitata da confini reali o ideali, che è


oggetto dello studio .

AMBIENTE = Tutto ciò che circonda il sistema

SISTEMA APERTO = Può scambiare energia e materia

SISTEMA CHIUSO = Può scambiare energia ma non materia

SISTEMA ISOLATO = Non scambia con l’ambiente

TERMODINAMICA :
La termodinamica studia la trasformazione del calore in lavoro, o energia,
e viceversa .

Lo stato di un sistema macroscopico che si trova in condizione di


equilibrio è specificato da grandezze dette variabili termodinamiche
come: la temperatura, la pressione, il volume e la composizione chimica

TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE :
ISOTERMA = temperatura costante
ISOCORA = volume costante
ISOBARA = pressione costante
ADIABATICA = avviene in un sistema isolato

PRIMA LEGGE DELLA TERMODINAMICA :


La variazione di energia interna di un sistema chiuso in seguito a una
trasformazione è uguale alla differenza tra calore e il lavoro scambiati da
esso con l’ambiente.

∆E = q – w

TRASFERIMENTO DI CALORE ENSOTERMICO : q<0

TRASFERIMENTO DI CALORE ENDOTERMICO : q>0


TERMOCHIMICA
Studia la variazione di energia nei processi chimici

Una reazione termochimica specifica lo stato fisico di reagenti e prodotti


ed esplicita la cessione o acquisizione di calore che accompagna la
reazione

ENERGIA POTENZIALE A LIVELLO ATOMICO :


Ioni Positivi e negativi si attraggono vicendevolmente con diminuzione
dell’Energia Potenziale

ENERGIA CINETICA A LIVELLO ATOMICO :


Le particelle sono in costante moto casuale e perciò possiedono energia
cinetica (del moto) che aumenta con la temperatura.

ENERGIA INTERNA :
L’Energia Interna di un sistema chimico è la somma dell’Energia Cinetica e
Potenziale delle Particelle che lo compongono

E = ECIN+EPOT

Poichè i prodotti hanno e diversa dai reagenti, le reazioni chimiche sono


utilizzate per produrre o immagazzinare energia.

STATO DI UN SISTEMA :
In Meccanica lo stato di un sistema costituito da N punti materiali è noto
quando si conoscono in un dato istante la posizione e velocità di ciascun
punto.
In un fluido omogeneo di diversi componenti lo stato è noto quando sono
note 3 delle quattro variabili correlate dall’equazione di stato :

PV = n R T

Lo Stato Termodinamico può essere considerato come l’insieme di tutti gli


stati dinamici attraverso i quali il sistema passa rapidamente per effetto
dei moti molecolari.
ENTALPIA ∆H :
Se qp = ∆E + P ∆V
Si definisce come il calore trasferito a P costante ∆H = q p
Se il lavoro di espansione W = P D V
Il lavoro a volume costante è W = 0 e il calore trasferito ∆E = q v

∆H = ∆E + w ≈ ∆E

Possiamo misurare solo variazioni e non valori assoluti.

STATO STANDARD :
Le variazioni di entalpia dipendono da P e T della trasformazione.
Risulta perciò conveniente riferirsi a determinate condizioni, chiamate
Condizioni o Stato Standard rispetto alle quali misurare le variazioni:

Per un liquido o un solido puro lo Stato Standard è la loro forma


termodinamicamente più stabile : P = 1 atm e T = 298°K oppure 25°C

Per un gas: Pressione parziale = 1 atm

Per una specie in soluzione: Concentrazione = 1 mol/L a P e T standard

ENTALPIE STANDARD :
Si indica con ∆H° la variazione entalpica misurata in condizioni standard .
Poichè si determinano variazioni e non valori assoluti di entalpia , si
assegna per convenzione ∆Hf° = 0 all’entalpia standard di formazione
degli elementi nella loro forma stabile in condizioni standard.

ENTALPIA DI FORMAZIONE :
Si definisce ∆H°f la variazione entalpica in condizioni standard per la
formazione di una mole di composto a partire dagli elementi:
1
H2 (g) + 2 O2 (g)  H2O(g) ∆H°f = − 241.8 kJ mol−1
LEGGE DI HESS :
Se una reazione può essere descritta mediante più stadi, il calore di
reazione (o altra funzione di stato) è uguale alla somma dei calori di ogni
singolo stadio

H2 (g) + 1/2 O2 (g)  H2O(g) ∆H° = − 242 kJ


H2O(g)  H2O(liq) ∆H° = − 44 kJ

H2 (g) + 1/2 O2 (g)  H2O(liq) ∆H° = − 286 Kj

Si può rappresentare il processo utilizzando un diagramma ove solo


l’ordinata ha significato.

EQUAZIONE DI HESS O VARIAZIONE DI ENTALPIA IN UNA REAZIONE:


∆H° REAZIONE =   p ∆Hfo (PRODOTTO) -   r ∆Hf° (REAGENTE)

FUNZIONI DI STATO :

Sono proprietà che definiscono lo stato e dipendono dalle condizioni


variabili del sistema ma non da come queste vengono raggiunte .

Sono proprietà estensive;


Cambiano segno se il processo viene invertito;
Obbediscono alle leggi di Hess.

Le funzioni di stato dipendono esclusivamente dallo stato del sistema e


non dal percorso seguito per raggiungerlo

CALORE E CAMBIAMENTO DI STATO :


Calore di fusione del ghiaccio = 333 J/g
Calore specifico dell’acqua = 4,2 J/g ∙ °C
Calore di vaporizzazione = 2260 J/g

Che quantità di calore è necessaria per fondere 500g di ghiaccio ed


evaporare l’acqua a 100°C?
1. Per fondere il ghiaccio
q = (500 g)∙(333 J/g) = 1,67∙105 J

2.Per riscaldare l’acqua da 0 °C a 100 °C


q = (500 g)∙ (4,2 J/g ∙°C)∙ (100 - 0) °C = 2,1∙105 J

3.Per evaporare l’acqua a 100 °C


q = (500 g)∙ (2260 J/g) = 1,13∙106 J
EQUILIBRIO TERMODINAMICO :
Un sistema si trova in uno stato di equilibrio termodinamico quando le
variabili di stato (P, T, V e n) sono costanti nel tempo.

PROCESSO REVERSIBILE :
Un processo è reversibile quando può essere condotto sia in un verso che
in quello opposto in modo che tutte le trasformazioni del processo diretto
risultino invertite nel processo inverso. Questo può succedere se la
trasformazione procede tramite il susseguirsi di infiniti stati di equilibrio.

SECONDA LEGGE DELLA TERODINAMICA :

Il secondo principio ci permette di stabilire la direzione di una


trasformazione fisica o chimica.

In particolare si può prevedere:


Se una reazione procede spontaneamente;
Quanta dell’energia sviluppata può essere convertita in lavoro utile;
La quantità di energia che viene dissipata.

PRINCIPIO DI THOMSON:
Non si può convertire completamente il calore in lavoro senza dissiparne
parte a temperatura inferiore.
Per determinare il calore scambiato reversibilmente a T costante si
introduce una nuova Funzione di Stato:
ENTROPIA = S ed è misurata in J∙K-1

∆S = (Q / T)REVERSIBILE

L’entropia ci da un criterio per stabilire se un determinato processo può


avvenire spontaneamente: l’entropia di un sistema isolato aumenta
durante un processo spontaneo.
In un processo spontaneo: ∆S > (Q/T)IRREVERSIBILE
Una trasformazione spontanea produce un aumento dell’entropia
dell’universo: ∆SUNIVERSO = ∆SSISTEMA + ∆SAMBIENTE > 0

In un sistema isolato:
∆HUNIVERSO= ∆HSISTEMA + QAMBIENTE = 0
QAMBIENTE = - ∆HSISTEMA
∆SAMBIENTE = QAMBIENTE/ T = - ∆HSISTEMA/ T
∆SUNIVERSO = ∆SSISTEMA - ∆HSISTEMA/ T

ENTROPIA
AUMENTA : ∆S > 0 DIMINUISCE : ∆S < 0
REAZIONI ESOTERMICHE REAZIONI NON ESOTERMICHE :
o sono endotermiche o ∆H = 0
Solido →Gas Gas →Solido
Liquido →Gas Gas → Liquido
Solido →Sciolto in un solvente Gas → Sciolto in un solvente
Liquido →Sciolto in un solvente Soldio legami deboli →Solido legami forti

EQUAZIONE DI HESS O VARIAZIONE DI ENTROPIA IN UNA REAZIONE :


∆S°=  p S°(PRODOTTI) -  R s°(REAGENTI)

TERZA LEGGE DELLA TERODINAMICA :

In un cristallo perfetto a T = 0 e K,w = 1 perché esiste un solo stato


microscopico, quindi :

S = k ∙ ln w

L’entropia in un cristallo perfetto è nulla .

S=0

Diversamente dall’entalpia , l’entropia ha una scala assoluta .


DISORDINE SECONDO LA TERMODINAMICA STATISTICA :
Lo stato termodinamico più probabile è quello più disordinato.

S = k ∙ ln w
K = R/N = Costante di Boltzmann
w = Numero di modi microscopici diversi per descrivere una situazione specifica.

Con 4 particelle la probabilità dello stato ordinato, tutte dalla stessa


parte, è:
1 1
2
4= 16

Con una mole di particelle la probabilità dello stato ordinato è data da:
1 1
2
N= 1,8
∙ 1023 ≈ 0

Se nei processi spontanei lo stato finale è più disordinato dell’iniziale:


∆SSISTEMA > 0

Se processi spontanei lo stato finale è meno disordinato dell’ iniziale:


∆SSISTEMA < 0

LAVORO UTILE ∆ G :

E’ una funzione di stato definita come : ∆ G = ∆ H - T ∆ S


LAVORO UTILE = CONTENUTO TERMICO – ENERGIA VINCOLATA

PROCESSO
REVERSIBILE ∆ S = ( Q p / T) REV ∆G = Q p - Q p= 0
CON ∆ H = Q p
CON T E P = COSTANTI

IRREVERSIBILE ∆G = Q p - T ∆S = ∆H - T ∆S < 0
= ∆S > ( Q p / T) IRREV
SPONTANEO
ENERGIA LIBERA DI GIBBS:

G=H-TS
∆G = G PRODOTTI – G REAGENTI

ENERGIA LIBERA DI GIBBS A TEMPERATURA COSTANTE :


∆ G° = ∆ H° - T ∆ S°

VARIAZIONE DI ENERGIA LIBERA = VARIAZIONE ENERGIA TOTALE SISTEMA – ENERGIA PERSA NEL DISORDINARE IL SISTEMA

∆ S° ∆ H° ∆ G° REAZIONE
AUMENTA + ESO - - SPONTANEA
DIMINUISCE - ENDO + + SPONTANEA SENSO INVERSO
AUMENTA + ESO - ? DIPENDE DA T
DIMINUISCE - ENDO + ? DIPENDE DA T

ENERGIA LIBERA STANDARD DI FORMAZIONE ∆ G°f =0 :

Energia coinvolta nel processo di formazione di una mole di prodotto a


partire dagli elementi nel loro stato standard .

ENERGIA LIBERA DI REAZIONE :

Si può calcolare in due modi :

Si determina ∆ H°REAZIONE e ∆ S°REAZIONE e si utilizza l’equazione di GIBBS ;

Si usano i valori tabulati delle energie di formazione attraverso


l’equazione di HESS .

EQUAZIONE DI HESS O VARIAZIONE DELL’ENERGIA LIBERA IN UNA


REAZIONE :
∆ G°REAZIONE =  p ∆ G°(PRODOTTI) -  R ∆ G°(REAGENTI)
QUOZIENTE DI REAZIONE :
Data una reazione : a A + b B ↔ c C + d D
Si definisce un quoziente di reazione Q , il rapporto tra la concentrazione
dei prodotti e la concentrazione dei reagenti :
Cc Dd
Q= A a Bb

Q<K Il sistema evolve verso i prodotti


Q=K Il sistema è all’equilibrio
Q>K Il sistema evolve verso i reagenti

EQUILIBRIO CHIMICO

Un sistema si definisce all’equilibrio quando, in una reazione ove i


reagenti A e B si trasformano nei prodotti C e D, non si osserva variazione
delle concentrazioni nel tempo .

LEGGE DI AZIONE DI MASSA :


Per qualsiasi equilibrio chimico, in cui la reazione diretta e inversa
avvengono simultaneamente e alla stessa velocità , del tipo:
aA+bB↔cC+dD
Si definisce una costante di equilibrio k a temperatura costante il
rapporto tra la concentrazione dei prodotti e la concentrazione dei
reagenti :
Cc Dd moli B
k= A a Bb
B= V

PROPRIETA’ DELLE COSTANTI DI EQUILIBRIO


La costante relativa alla reazione inversa è 1/K
La costante espressa in funzione delle concentrazioni molari si chiama Kc
Se i coefficienti di una reazione all’equilibrio sono moltiplicati per n, la costante
diventa Kn
La costante di equilibrio di reazioni in fase gassosa viene espressa in funzione delle
pressioni parziali e la costante si chiama KP
EQUILIBRIO CHIMICO NELLE SPECI GASSOSE :
Quando l’equilibrio coinvolge specie gassose :
a A(g) + b B(g) ↔ c C(g) + d D(g)
Può essere più conveniente esprimere la costante in funzione delle
pressioni parziali.
p cC pdD
KP = paA pbB

moli B
PTOT = pA + pB + pC + pD pB = ∙ PTOT
moli TOT

CORRELAZIONE TRA KP E KC :
moli ∙ R∙ T
PB = V = B∙R∙T

p cC ∙ pdD ( C ∙ RT )c ∙ ( D ∙ RT )d Cc ( RT )c ∙ Dd ( RT )d ( RT )c ∙ ( RT )d
KP = a b = a b = a b b = KC ∙ a b = = KC ∙ ( RT )c+d −a−b =
pA ∙ pB ( A ∙ RT ) ∙ ( B ∙ RT ) A a ( RT ) ∙ B ( RT ) ( RT ) ∙ ( RT )
KC ∙ ( RT )∆ moli = KC ∙ ( RT )∆ n

PRINCIPIO DI LE CHATELIER :
Se un sistema all’equilibrio viene perturbato mediante una sollecitazione
esterna, il sistema evolve spostando la posizione di equilibrio per
contrastare l’effetto della perturbazione .

PERTURBAZIONI DI UN EQUILIBRIO :

Variazione delle concentrazioni delle specie che partecipano all’equilibrio


Variazione di temperatura
Variazione della pressione
Variazione del volume
EFFETTO DELLA CONCETRAZIONE SULL’EQUILIBRIO :
Il valore di K è indipendente dalla concentrazione di reagenti o prodotti.
Cambia il quoziente di reazione e conseguentemente si deducono le
nuove “condizioni di equilibrio” .
Q<K Per aggiunta di reagenti o I reagenti si consumano per dare prodotti per
sottrazione di prodotti ripristinare le condizioni di equilibrio
Q>K Per aggiunta di prodotti o I prodotti si consumano per dare reagenti per
sottrazione di reagenti ripristinare le condizioni di equilibrio

EFFETTO DELLA TEMPERATURA SULL’EQUILIBRIO :


In realtà cambia la costante di equilibrio, che dipende dalla temperatura.
Semplificando si introduce la variazione di Entalpia nella reazione chimica
e la si considera come “reagente” o “prodotto” se il calore viene assorbito
o ceduto.
REAZIONI A ↔ B + CALORE Avvengono con
ESOTERMICHE liberazione di calore
REAZIONI A + CALORE↔ B Richiedono calore per
ENDOTERMICHE avvenire

EFFETTO DELLA PRESSIONE SULL’EQUILIBRIO :


La variazione della pressione ha effetto solo in un sistema chimico in cui
siano presenti specie in fase gassosa che avvengono con variazione di
numero di moli (∆ n  0) .

KC ∙ ( RT )∆ n ma essendo ∆ n = 0 allora KP = KC
Perciò la posizione di equilibrio non è influenzata dalla pressione .
EFFETTI DELLA PERTURBAZIONE SU K :

* Non si applica se il reagente o il prodotto addizionato è un solido insolubile o un liquido puro. Si


ricorda che la loro concentrazione non compare nel quoziente di reazione.

EQUILIBRIO OMOGENEO :
Gli equilibri che coinvolgono specie nello stesso stato fisico si chiamano
omogenei .

EQUILIBRIO ETEROGENEO :
Gli equilibri che coinvolgono specie in due o più differenti stati fisici si
chiamano eterogenei.

SOLUZIONE SATURA : massima concentrazione di soluto ad una certa


temperatura, in equilibrio col corpo di fondo.

COSTANTE DI EQUILIBRIO ETEROGENEO :


La costante di equilibrio eterogeneo si chiama prodotto di solubilità K PS
KPS > Q Non si ha equilibrio Soluzione non satura
KPS = Q Equilibrio Soluzione satura
KPS < Q Precipitazione Soluzione sovra-satura
ACIDI E BASI

ACIDI E BASI SECONDO BRØENSTED-LOWRY :


Un acido reagisce in presenza di una base l’acido dona un protone se c’e’
una base in grado di accettarlo.
E’ valida per soluzioni acquose e non acquose.
ACIDO Specie che dona H+
BASE Specie che accetta H+
BASE CONIUGATA E’ la specie che si forma quando un acido di Broensted-Lowry
perde uno ione H+
ACIDO CONIUGATO E’ la specie che si forma quando una base di BROENSTED-
LOWRY accetta uno IONE H
ACIDO → BASE = COPPIA CONIUGATA

ACIDI E BASI SECONDO ARRHENIUS :


Definisce acidi e basi in funzione delle specie che formano in soluzione
acquosa.

Considerando come solvente di riferimento l’acqua, si definisce:


ACIDO Una specie contenente idrogeno che libera in acqua ioni H+ mediante un
processo detto di ionizzazione
BASE Una specie contenente idrossido capace di fornire ioni ossidrile all’acqua
mediante un processo detto di dissociazione

ACIDI E BASI SECONDO LEWIS :


ACIDO Specie che accetta una coppia di elettroni o accetta la condivisione di una
coppia di elettroni
BASE Specie che dona una coppia di elettroni o accetta di mettere in
condivisione una coppia di elettroni
ACIDO + BASE = ADDOTTO
AUTOIONIZZAZIONE DELL’ACQUA A 25°C :
L’acqua è una specie anfiprotica, o anfotera , ovvero può accettare o
cedere uno ione H + , e quindi si può comportare da base o da acido a
seconda delle circostanze.

H2O + H2O = H3O+ + OH−

La costante di Equilibrio per l’autoionizzazione si chiama prodotto ionico


ed è: Kw = KC ∙ [H2O]2

AUTOIONIZZAZIONE DELL’ACQUA IN ACQUA PURA :


Kw = [H3O+] [OH−] = 1,00 ∙10−14

AUTOIONIZZAZIONE DELL’ACQUA IN ACQUA PURA :


Kw = [H3O+] = [OH−] = 1,00 ∙10−7

ACIDITA’ E BASICITA’ MEDIANTE pX:


1
pX = log [ X ]=  log X
1
pH = log [ H O+¿ ¿ ]=  log [H3O+] = 7
3
1
pOH = log [ OH ]=  log [OH] = 7
pKW = pH + pOH =  log [H] – log [OH] = 14

SCALE DI pH e pOH
pH pOH −¿
OH
BASICO Da 14 a 8 Da 6 a 0 Kb = B H + ¿∙ B
¿
¿
NEUTRO Uguale a 7 Uguale a 7 −¿
A
ACIDO Da 6 a 0 Da 14 a 8 Ka = H 3 O
+ ¿∙
HA
¿
¿
Ogni reazione acido-base ha 2 acidi e 2 basi.

ACIDI FORTI BASI FORTI


Completamente ionizzati in acqua. Basi dissociate completamente in acqua.
Sono elettroliti forti , fino a  1M . Sono anche elettroliti forti.
Ossiacidi e idracidi Ossidi e idrossidi dei metalli alcalini e
alcalino-terrosi,
lo ione irdruro e gli alcossidi.
Esempio : HNO3 Esempio : NaOH
K grande
¿ −¿¿
Il calcolo del pH è immediato in quanto : H 3 O ∙ OH ¿= c i.
Perciò : pH = - log ci HA e pOH = - log ci B

Un acido forte, buon donatore di H+ per definizione, deve avere una base
coniugata molto debole.

ACIDI DEBOLI BASI DEBOLI


Parzialmente ionizzati in acqua. Basi dissociate parzialmente in acqua.
Sono elettroliti deboli . Sono elettroliti deboli.
Esempio : HNO2 Esempio : NH3
HA + H2O ↔ H3O + A+ -
HA + H2O ↔ BH+ + OH-

pH = ½ pKa – ½ log ci 2 < pH < 7 pOH = ½ pKa – ½ log ci 7 < pH < 12


K piccola

Le reazioni vanno sempre dalle coppie acido-base più forti, con K più
grandi, a quelle più deboli, con K più piccole.
ACIDO BASE SOLUZIONE ACQUOSA
Forte Forte Neutra
Debole Forte Basica
Forte Debole Acida
Debole debole Dipende da Ka e Kb

ALTALENA ACIDO-BASE :
La forza di un acido e della sua base coniugata sono inversamente
proporzionali .

Kb PER LA DISSOCIAZIONE DELLA BASE CONIUGATA A- :

A- + H2O → HA + OH-
BASE 1 ACIDO 2 ACIDO 1 BASE 2

OH −¿ +¿∙ AH ∙
OH
−¿
Kw
Kb = AH ∙ =H ¿
¿=
¿ H
−¿
+ ¿∙A ¿
¿
A−¿ ¿ Ka

Per lo ione acetato Kb = 5,6 ∙1010 << 1.


In generale tanto più forte è un acido, tanto più debole è la sua base
coniugata :
¿
Ka ∙ Kb = H 3 O ¿ ¿ = H 3 O ¿ ∙ OH −¿¿ ¿ = Kw

EFFETTO LIVELLANTE DELL’ACQUA :


L’acidità in acqua è limitata dall’acido H3O+ (Ka ~1), la basicità è limitata
da OH- . Tutti gli acidi o basi più forti di H3O+ o OH- sono completamente
dissociati in acqua. Perciò non si può calcolare una costante di equilibrio.

FATTORI STRUTTURALI DEGLI ACIDI :


All’interno di una serie di acidi, è possibile correlare la loro forza relativa
con la struttura molecolare. La forza di un acido dipende dalla sua
propensione a cedere lo ione H+, cioè dalla facilità con cui il legame X-H
può essere ionizzato.
I fattori principali che determinano le forze relative degli acidi di una serie
sono:

POLARITA’ DEL LEGAME X-H:


Durante il processo di ionizzazione si ha la formazione e separazione degli
ioni H+ e X− . Questo processo è favorito dalla polarizzazione del legame,
perciò, maggiore è la polarità del legame e maggiore è la forza dell’acido.

FORZA DEL LEGAME X-H :


La forza di questo legame dipende dalle dimensioni dell’atomo X , in
generale, più è grande X, più è debole il suo legame con H e dunque
maggiore è la forza dell’acido.

Se prendiamo la serie degli acidi alogenidrici abbiamo la sequenza


seguente: HF < HCl < HBr < HI

L’elettronegatività diminuisce scendendo lungo il gruppo e con essa la


polarità del legame. Le dimensioni degli atomi invece, aumentano lungo il
gruppo. Dalla sequenza si deduce che il fattore prevalente è il secondo.

Spostandosi da sinistra verso destra lungo un periodo, l’elettronegatività


aumenta mentre le dimensioni diminuiscono. In questo caso il fattore
prevalente è la polarità del legame, e l’acidità degli idracidi X-H n aumenta
da sinistra a destra.

FATTORI STRUTTURALI DEGLI OSSIACIDI :


Negli ossiacidi è presente una struttura del tipo: Y-O-H
L’atomo Y è spesso legato ad altri atomi di ossigeno.
In questi casi è solo la polarità del legame O-H che determina la forza
dell’acido.
La polarizzazione del legame dipende da : l’elettronegatività di Y e dal
numero di atomi di ossigeno legati a Y.
I SALI

REAZIONE ACIDO-BASE : PREPARAZIONE DEI SALI


Reazione spontanea che produce acqua e sale dissociato in ioni.
HX + MOH → M+ + X− + H2O+
ACIDO FORTE + BASE FORTE ACIDO DEBOLE + BASE FORTE ACIDO FORTE + BASE DEBOLE
La miscela di quantità equivalenti La miscela di quantità equivalenti di La miscela di quantità equivalenti
di acido e base forte porta alla un acido debole e una base forte di un acido forte e una base debole
neutralizzazione, ovvero pH = 7 . produce la base coniugata dell’acido. produce l’acido coniugato della
La soluzione è basica . base. La soluzione è acida .
K = 1/Kw = 1 x 1014 K = 1/Kb K = 1/Ka

IDROLISI
L’idrolisi di un sale si verifica quando, sciolto in acqua, produce variazione delle
concentrazioni di H3O+ e OH−.
Un sale solubile idrolizza se in soluzione libera ioni che possono dare reazione
acido-base con l’acqua .
SALI IN SOLUZIONE NEUTRA
Un sale solubile in soluzione acquosa è completamente dissociato in ioni idratati. Se
i cationi e gli anioni sono rispettivamente gli acidi e le basi coniugate di basi e acidi
forti, non hanno alcuna tendenza a competere con l’acqua per il protone e quindi il
pH non viene modificato.
SALI CON CATIONI ACIDI SALI CON ANIONI BASICI
pH = ½ pKa – ½ log ci SALE pH = pKw - ½ pKb + ½ log ci SALE
pOH = ½ pKb – ½ log ci SALE
Aumenta l’acidità dell’acqua Sono soluzioni basiche

SOLUZIONE TAMPONE :
Una soluzione che ha la capacità di mantenere un pH sostanzialmente
costante anche quando si aggiungono piccole quantità di acidi o basi si
chiama soluzione tampone. le soluzioni tampone sono costituite da
soluzioni miste di acido debole e sale dell’acido debole, o base debole e
sale della base debole, in concentrazioni approssimativamente uguali.
EQUAZIONE DI HENDERSON-HASSELBACH : Il pH = pKa , quando cs= ca
SOLUBILITÀ DEI SALI :
Concentrazione del soluto in una soluzione satura.
SOLUBILI s > 1,0 ∙ 10−1 M;
POCO SOLUBILI 1,0∙ 10−2  s  1,0 ∙ 10−1
INSOLUBILI s < 1,0 ∙ 10−2 M

REGOLE EMPIRICHE DI SOLUBILITA’ DEI SALI IN ACQUA


SALI SOLUBILI SALI POCO SOLUBILI
✓Sali di cationi del I gruppo e di ammonio ✓Carbonati, Cromati, Ossalati, Fosfati
✓Alogenuri ✓Solfuri, Idrossidi, ossidi
✓Nitrati, Clorati, Perclorati, Acetati, Solfati
Eccezioni:
Ag+ ; Hg2 2+ ; Pb 2+ ; Sr 2+ ; Ba 2+ ; Pb2+

CALCOLO DELLA SOLUBILITA’ :


Data una reazione in cui un composto si dissocia :
a A ↔ s1 S1 + s2 S2

KPS = s1 S1 ∙ (s2 S2) s2 = Y ∙sX (RISULTATO)

K PS
S=X
√ Y

EFFETTO DELLA TEMPERATURA SULLA SOLUBILITA’ :


Un aumento di temperature causa :
Se ∆ H > 0 Se ∆ H < 0
Aumento della solubilità Diminuzione della solubilità
Processo di solubilizzazione endotermico Processo di solubilizzazione esotermico

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