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IDROLOGIA FISICA LEZIONE 06

PRECIPITAZIONI P.2
Stiamo vedendo la rappresentazione mat della prec. Abbiamo visto la rappr della prec in forma
discreta con la CSI(t) che rappresenta la sequenza dei volumi delle gocce. Quindi abbiamo chairito il
ruolo di sigma e del delta di dirac. CSI(t) rappresenta il volume della goccia caduta all’istante
temporale t. per come è scritta la cosa, al genercio istante t cade solo una goccia. Immaginiamo una
risoluzione dettagliata.
Rappresentazione in FORMA CONTINUA, introduciamo la variabile INTENSITA’ DI PRECIPITAZIONE,
definita come il volume di prec nell’unità di sup e nell’unità di tempo. Si introduce l’ALTEZZA DI
PRECIPITAZIONE che è il volume di prec nell’unità di superficiee in una certa durata temporale.
Valutiamo in una durata temporale.
Se con CSI,D(t) è l’intensità media della precipitazione nella durata D.

Durata temporale centrata nell’istante. INTENSITA’ PREC =mm/hr mentre ALTEZZA PREC = mm.
Con CSI,D soprassegnato vuol dire che è un’intensità mediata nella durata D, centrata nell’istante
temporale t.
Supponiamo di andare a considerare un istante temporale t e una finestra temporale di ampiezza D
centrata in t. Quindi questo istante temporale sarà t-D/2 e questo istante temporale sarà t+D/2. Per
poterci calcolare csi soprassegnato D (t) (CSIDt) prendiamo la nostra sequenza di volumi, con la
variabile di integrazione tau e prendiamo, immaginando un processo esclusivamente temporale, focus
su un det punto dello spazio. Prendiamo CSIDt e la integro nel tempo, tra t-D/2 e t+D/2. Quindi vado
a integrare la sequenza in questa finestra temporale. E’ come se scrivessi cumulando i volumi delle
gocce che mi cadono nella finestra temporale D. Dopo divido per la durata D e, come se dividessi
riferendomi ad un’area unitaria. Questa quantità dal punto di vista dimensionale CSIDt è una
lunghezza al cubo, integrata nel tempo sarà lunghezza al cubo (sommatoria di volumi) divisa per area
unitaria e per tempo, è una lunghezza/tempo, circa un’intensità. E’ un’intensità media nella durata D
centrata nell’istante temporale. Oltre ad introdurre intensità media rappresenta legame tra rappr
discreta della precipitazione e quella continua. Quindi x,y sono fissati perché facciamo rif ad un punto
fisso. Se pensiamo ad uno CSIDt, ad una sequenza spazio temporale e abbiamo che le gocce cadono
anche in altri punti, allora calcoliamo intensità media nella durata D (centrata in t) e area A centrata in
punto (x,y). CSIDAt, c’è un’operazione di integrazione sul tempo e spazio quindi integrale triplo.
Dalla rappr discreta passiamo alla continua attraverso un integrale. Possiamo andare sempre alla
continua, ma il viceversa non è così immediato.
La rappr continua della precipitazione attraverso un’intensità o un altezza di precipitazione CSIDt*D =
ci rappr la ALTEZZA DI PRECIPITAZIONE caduta della durata D centrata nell’istante temporale. Il
passaggio tra int media all’altezza di prec.

CLASSIFICAZIONE DELLA PRECIPITAZIONE IN TERMINI DI


INTENSITA’

In temrini di intensità media. 5mm/24hr è l’ijtensità media, si parla di prec assenti. Se 5-20mm
abbiamo deboli, 20-60 moderate 60-100 elevate >100 molto elevate.
Un’altra rappresentazione utilizzata in letteratura che vedremo in precipitazione ruscellamento,
riprenderemo questa rappresentazione in rettangoli.
Ora entra il concetto di evento, che qui è descritto come rettangolo evento di prec è oggetto con
durata W e intendità media I. Nella rappr degli eventi di prec attraverso rettangoli, l’evento di prec
viene descritto attraverso due variabili aleatorie, W, durata dell’evento e I cioè intensità media sulla
durata. Si considera anche V=I*W che è l’altezza di precipitazione caduta nell’evento.
D invece è il tempo tra un evento e l’altro. Fine evento, inizio evento successivo. Nella
rappresentazione attraverso rettangoli della prec le variabili trattate come aleatorie sono I, W, D inter
arrival time, V.

STRUMENTI PER LA MISURA DELLA PRECIPITAZIONE


Strumenti di misura, strumenti PUNTALI, A TERRA, IN REMOTO.

STRUMENTI PUNTUALI:
Pluviometri sono strumenti totalizzatori è uno strumento normato che misura il volume di
precipitazione giornaliera. Per giornaliera si intende dalle 9 del mattino alle 9 del giorno dopo (per
convenzione, perché prima le misure di prec venivano lette da un operatore che le faceva alle 9 del
mattino). E’ cilindrico, presenta un imbuto raccoglitore che serve a limitare le perdite per
evaporazione.
E’ un contenitore che raccoglie acqua di diverse dimensioni oppure come figura a destra, più
sofisticato.
Con A si calcola l’area orizziontale detta area di cattura, V volume di acqua raccolto. h=V/A.
Il foro è piccolino per ridurre al minimo la superficie attraverso la quale può avvenire l’evaporazione.
Il primo pluviometro è stato installato a Padova del 1725, con certi criteri e dal 1725 in poi ci sono
delle misure in continuo. In Italia abbiamo serie pluricentenarie di precipitazione giornaliera, di misure
da pluviometro e abbiamo le serie più lunghe in continuo. Affinché una seria sia utilizzabile deve
essere serie in continuo, che non abbia interruzioni. Sono localizzate nelle principali città, padova,
milano, torino, roma, bologna. In corrispondenza di queste sedi sono disponibili queste serie di prec
giornaliera, generalmente curate dalla Curia (abati). L’altezza della bocca del pluviometro rispotto al
suolo deve essere almeno 1 metro per evitare che la bocca del pluviometro risenta di eventuali
turbolenze legate alle superfici. Queste informazioni sono legate al fatto che lo strumento deve
essere normato. Deve avere caratteristiche nel posizionamento, altezza, distanza da ostacoli, almeno
10 metri da eventuali ostacoli. Per evitare che la presenza di questi ostacoli possa influenzare la
misura della precipitazione. Le corone servono epr ridurre turbolenze.

PLUVIOGRAFO A BASCULA
I pluviografi sono strumenti che misurano la precipitazione in durate temporali prefissate come 1min
5min 10min 15min, generalmente quelle che utilizziamo sono 1 e 5 minuti. Adesso gli strumenti
sono tutti digitali. In passato erano meccanici.

I pluviografi hanno due differenti modalità (a bascula, a sifone).


Abbiamo un imbuto. Sotto imbuto c’è sistema di vaschette basculanti. Ci sono due vaschette, come
sotto riportato.
L’imbuto punta in maniera alternata su una delle due vaschette, as esempio la posizione del sistema
può essere uno o l’altro in figura. Poggia su uno dei supporti. Quindi supponiamo che le due
vaschette siano entrambe vuote e supponiamo che sia in config 1. Inizia a piovere, imbuto, acqua
finisce nella prima vaschetta. Acqua aumenta di livello fino a che si arriva al livello della bocca. Il peso
dell’acqua fa ribaltare il sistema di vaschette, lo porta nella nuova posizione. Questo ribaltamento del
sistema fa sì che l’aqua a dx si svuoti e si riempia la vaschetta di sx. In base al peso dell’acqua questo
si muove e si ribalta.
Quello che succede è che il sistema di vaschette è connesso ad un pennino nel sistema meccanico. Il
pennino scrive su di un nastro di carta e di fatto il pennino si spostava e quando la vasca si ribalta, il
pennino si sposta una di una quantità fissata che sono 0.2 mm. Si sposta in verticale di una quantità
prefissata. Il contenuto di acqua nella vaschetta per ribaltamento corrisponde a 0.2 mm sulla bocca
del pluviometro. Ad una quantità doi acqua che è 0.2mm per l’area della bocca del pluviometro. Il
pennino si spostava dalla parte più in alto a quella più in basso del nastro quando arriva al bordo
invertiva il movimento. I tratti orizzontali sono tratti con assenza di precipitazione. Tratti verticali,
tratti con prec intensa. Più ampio spostamento verticale, più precipitazione. Inizialmente avevamo
queste lunghe strisce e gli addetti del servizio leggevano le strisce e ottenevano le informazioni così.
Il pennino invertiva lo spostamento una volta che si arrivava al fondo o comunque ad una delle
estremità. I

PLUVIOGRAFO A SIFONE
Prevede la presenza di un sifone.
E’ l’oggetto che vediamo siportato a sinistra, è il tubo
rovesciato. Il pluvi è costituito da un contenitore centrale che
favorisce l’ingresso dell’acqua, un altro contenitore che era
connesso con un tubo in cui si misurava. Qui c’è
galleggiante, collegato con pennino, in base a spostamento,
pennino registra sul nastro di carta. Quello che succede è
che quando livello di acqua saliva al livello della parte
superiore del sifone, il sifone si adescava, il sifone andava a
svuotare i due contenitori. Il sifone è uno strumento e
meccanismo idraulico che consente lo svuotamento dei due
contenitori. Serviva da troppopieno, quando l’acqua arrivava
ad un certo livello. Questo fatto si trova riscontrato nelle
registrazioni del pluvi, perché come si vede che il pennino
sale fino all’estremità del foglio, poi caduta verticale che rappresenta l’adescamento del sifone,
svuotamento del conteniore, che porta pennino al bordo inferiore. Lo spostamento del pennino
avviene di quantità 0.2mm.
In italia maggiormente utilizzato il bascula. Oggigiorno quando la bascula si muove -> impulso
elettrico -> misurato. Magari con segnale binario, con 1 coincidente con ribaltamento sistema.

MISURA DI PRECIPITAZIONE NEVOSA


In alcune zone e ad alcune quote può essere interessante misurare la neve caduta, misurare la prec
solida. Si misura nelle 24h. Pluviometri. Pluvi utilizzati si elimina l’imbuto, perché se no fa da tappo.
Inoltre i pluvi sono riscaldati, sulla bocca del pluviometro si mettono resistenze, per difatto
trasformare la prec solida in prec liquida. Si va a misurare l’EQUIVALENTE IDRICO della
PRECIPITAZIONE NEVOSA (SWE) quello che si misura per praticità è l’equivalente in acqua della neve
caduta. Se alla bocca del pluvi c’è resistenza che riscalda la neve a contatto e la fa diventare acqua.

Qual è altezza di neve caduta nelle 24h? Si fa bilancio di massa: la massa di neve caduta h_s*ro_s
deve essere uguale alla massa di acqua corrispondente h_w*ro_w con ro che sono le densità di acqua
e neve (1000kg/m^3) immaginiamo di riferirci alla stessa area dello strumento. Dobbiamo vedere
l’espressione della massa moltiplicata per l’area dello strumento. Possiamo ricavare h_w oppure
possiamo ricavare h_s, esplicitando. Quindi, h_w. Se leggiamo h_w, possiamo determinare h_s
corrispondente e viceversa. Teniamo presente che ro_s (densità neve fresca) è 100/200 kg/m^3.
Significa che h_s è uguale ad h_w*ro_w)/ro_s. Se ro_w = 1000 e ro_s =100, abbiamo che h_s =
10*h_w; Da cui deriva quella che è la regola del 1:10, ovvero 1mm(h20) di equivalente idrico nivale
(SWE) = 10mm (snow). Quindi diciamo che la regola dell’1 a 10 è una regola di primo tentativo per
capire un mm di SWE a quanta altezza di neve corrisponde. Tenete presente il confondersi tra h_w e
h_s ha generato problemi in una delle ultime nevicate del comune di Roma. La protezione civile aveva
fornito al comune di roma l’info sul SWE, ai mm di swe. Il comune invcce ha interpretato l’info come
mm di altezza di neve, invece era 10 volte tanto. No hanno messo in campo le misure giuste.
Si può misurare anche con regoli graduati al suolo, oppure con carotatori di dimensioni normate e il
peso delle carote.
DISDROMETRI (PREC)
E’ un apparecchio che consente di misurare le dimensioni delle particelle che compongono la
precipitazione (pioggia, neve, grandine) nonché le relative velocità. Sono strumenti soisticati perché
misurano prec goccia per goccia. I pluvi ci danno misura della prec in termini di altezza o intensità,
misura con visione continua, perché rappr prec come flusso. I disdrometri danno visione particellare,
ne misurano le singole particelle. Sia dimensione che velocità. Ci sono diverse tipologie: laser ottico:
viene emesso raggio laser che viene catturato dall’altra parte.

Il fascio laser descrive anche qual è area di cattura dello strumento. Misura anche qual è fascio.
Questo strumento colleziona informazione minuto per minuto. L’informazione per ciascun minuto va
ad archiviare circa 444 informazioni, separate da punti e virgola. Considera 20 classi diametrale e 20
classi di velocità. Dà il numero di particelle e le loro velocità 20*20 = 400 combinazioni. + 40
informazioni diverse iniziali. =440 informazioni. E’ estremamente dettagliato e preciso nella misura
della prec. All’aggiunta dell’intensità di prec nel minuto, da tutte altre tipologie di informazioni. Altro
esempIO

DISDROMETRO AD IMPATTO:
Ha una superficie, su questa superficie lo strumento va a misurare l’impatto o l’energia cinetica delle
singole gocce. Dall’energia cinetica risale alla dimensione della particella. Questo disdrometro ad
imaptto è stato il primo ad essere sviluppato. Meno preciso.
2DVD = TWO DIMENSIONAL VIDEO DISDROMETER,
ha due fasci laser, al psoto di avere striscia di cattura, viene virtual measuring area, bidimensionale.
Ordine di 50cm^2. Area nella quale si può considerare distribuzione spaziale.
RETE DI MISURA DELLA PRECIPITAZIONE
Rete di sensori disponibile in italia: con eccezione della sardegna, ma anche dell’abruzzo,
successivamente completate, i pallini danno un’idea degli strumenti

Dei pluviografi disponibili, copertura spaziale. Generalmente densità strumenti è 1/80km^2, è nella
norma, buona. Colori diversi, vanno dall’azzurro al rosso, indicano il massimo annuale di
precipitazione nella durata di un’ora. Per una durata di un’ora, dà il massimo in un’ora e ne fa la
media. A1 è la media dei massimi annuali della precipitazione in un’ora. Rossi valori + elevati, sono
liguria, un po’ sul litorale tirrenico, in calabria e in sicilia e nel friuli. In corrispondenza del passaggio
dal mare verso la terra in zone orografiche, c’è più pioggia.
Chi si occupa di collezionare questa informazione? Il servizio idrografico e mareografico in passato.
Annali idrologici. Contengono parte 1 e 2
PARTE 1 sez A temperatura sex B precipitazione. Annali divisi in regione e ufficio di competenza.
Milano fa capo ad ufficio di parma. Tabella 3 MASSIMI ANNUALI DI INTESITà MEDIA SU QUELLE
DURATE massimo in un ora massimo intensità media in 3,6,12,24h (durate canoniche). Ci sono anche
i massimi annuali per uno o + giorni consecutivi 1,2,3,4,5 giorni. Il massimo nell24h e il massimo
giornaliero è differente. Massimo in 24h possono iniziare alle 10 del mattino. Il massimo giornaliero
va sempre dall’inizio del giorno alla fine.

ERRORI DI MISURA
Spesso usiamo dati che supponiamo essere correti
Errori casuali o sistematici

CASUALI: legati alla specificità dell’evento considerato, un forte vento che può prevenire corretta
misura di prec al suolo. Possiamo farci poco.
SISTEMATICI: scorretto posizionamento dell strumento. Errore sistematico nel cambio dello
strumento, per anni sistemato ad una certa quota, a livello del suolo e poi per comodità lo sposto sul
tetto di un edificio. Misure effettuate prima e dopo sono diverse e disomogenee. Strumenti devono
essere ritarati per essere sicuri che la misura sia giusta. Il metodo della DOPPIA CUMULATA viene
usato per correggere possibili errori sistematici nella serie. Consiste in : si considere una stazione
standard o di riferimento, che sappiamo avere misure corrette, sulle ordinate mettiamo le misure della
stazione che vogliamo controllare. Mettiamo pioggia annua cumulata. Parte dall’idea che se i due
strumenit funzionano in maniera corretta e non ci sono errori nella misurazione, il rapporto della
pigoggia tra i due siti non dovrebbero cambiare, la pendenza dovrebbe essere allineata su una retta.
Se, come in figura c’è deviazione del comportamento, la dev è legata ad un possibile
riposizionamento della stazione. Se lo strumento funzia corretto, le misure cumulate dovrebbero
essere allineate rispetto alla stazione standard. Oppure ad un pool di stazioni su cui si considera la
media.
A milano piove 800 mm/yr, in Liguria 1000+ mm/yr. A genova normalmente piove di più che a
Milano.
Dati ad cazzum
PIOGGIA MEDIA AREALE.
Abbiamo delle aree elementari su cui quantificare la prec. Gli stumenti di misura sono spesso utilizzati
per valutare la prec su una determinata area . quindi dobbiamo effettuare questo tipo di operazione:
misure puntali -> medie areali. Quello che si fa è usare una media pesata dell’info puntuale. La media
pesata si scrive così:

Con una sommatoria di w_i e P_i e quest’ultima è la


precipitazione nei singoli pluviometri. Questa P può essere
l’altezza di precipitazione caduta in una det finestra
temporale, esempio 1h. Come varia la prec su questa area,
possibamo applicare una formula così ora per ora, o dieci min
per dieci min per avere variabilità temporale della prec su una
det area. Questa P_A possiamo volerla calcolare o a livello di
un determinato evento, oppure su det finestre temporali.
Questa formula si usa per scopi diversi, a seconda di cosa ci
interessa.
w_i sono i pesi, sommatoria pesi deve essere = 1, se mi vado
a calcolare la P_a e la prec sono tutte quante uguali.
Questa operazione di media areale può essere effettuata in vari modi:
- MEDIA ARITMETICA
- FUNZIONE DELLA DISTANZA
- METODO DEI TOPOIETI (O DI THIESSEN)
- METODI GEOSTATISTICI (KRIGING)
Nella media aritmetica i pesi sono tutti quanti uguali e valgono 1/N, con N = stazioni interne all’area.

La scelta dei pluviometri dipende anche molto dall’orografia. Se siamo in una zona pianeggiante,
questo sito (1) può essere egualmente informativo rispetto agli altri 4. Se invecve zona montuosa,
dove eventualmente il sito 1 si trova su un altro crinale, sebbene vicino potrebbe presentare un
regime delle prec completamente diverso. Considerare nella media anche 1 potrebbe essere non
corretto. Infunziione dell’orografia può valere la pena scartare o considerare il pluviografo 1.
Nella metodo della funzione della distanza, w_i = w_i(d_i) o METODO DELLA DISTANZA
QUADRATICA INVERSA W_i = 1/d_i^2
Cosa si fa? In questo caso i pesi sono sono inv proporzionali al quadrato della distanza. Il w_i è come
riportato sopra. ATTENZIONE! Nella figura c’è una griglia. Quello che si fa è andare a definire una
griglia. Per ciascun punto u della griglia, si determina la precipitazione otenuta dalle info dei diversi
pluviografi. La prec in u è sttata fatta con media pesata. Il peso w_i è 1/d_i^2 diviso ancora per la
somma di 1/d_i^2 (vedi figura)

Cioè, il peso w_i è comein figura in basso. Perché devo andare a normalizzare i singoli pesi e fare in
modo che la somma dei pesi faccia 1. I pesi vwngono normalizzati rispetto alla somma. Mi calcolo la
prec in ciascun punto della griglia.

La precipitazione media sull’area è ottenuta da questo integrale doppio


La prec media sull’area media è int doppio dei Pu diviso A.
METODO DEI TOPOIETI (THIESSEN)

Metodo dei poligoni di thiessen. Si parla di aree di influenza. Quello che si fa è definire un polig di
influenza per ciascun pluviografo. Se consideriamo il 2, il suo PdI è il contorno nero attorno. Non è
poligono chiuso, si chiude con i confini dell’area di interesse del bacino. L’area di influenza sono le
quattro rette + il limite dell’area di interesse. Questa è l’area del singolo pluviografo, tutti i punti
viene assegnata la stessa prec che è pari a quella del pluviografo 2. Quindi vedete P(u) = P_i con i
che è il minimo della distanza. Area di influenza del pluviografo è data da: per ciascun punto calcolo
qual è il pluviografo più vicino. Consideriamo la congiungente e dopo di ché considero la
perpendicolare al punto medio. Così anche tra 2 e 3.

Così anche con tutti gli altri punti. Definisco così l’area di influenza di ciascun pluvi. Identifica tutti i
punti per i quali quel pluviografo è a distanza minima rispetto agli altri. Per cui l’area di influenza del
pluvio 2 racchiude tutti i punti a distanza minima rispetto a quel pluvi. Tutti i punti di quell’area
hanno la stessa precipitazione del 2. Il epso w_i di ciascun pluviometro è dato dall’area di influenza
(a_i) di ciascun pluviometro diviso l’area totale A. Quindi, la precipitazione sull’area in questo caso
sarà data dalla sommatoria dei w_i per d_i dove w_i=a_i/A.
In questo caso vediamo per esempio qual è area di
interesse a_1 che è molto piccola rispetto agli altri.
Le aree di influenza sono funzione della distanza. E’
un’altra modalità di spazializzazione. Questo tipo di
modalità non tiene conto dellorografia, ma solo della
distanza. Se ci sono dei comportamenti orografici
importanti, variabili, questo non ne tiene conto.

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