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Regione Abruzzo - Fondazione dellUniversit degli studi dellAquila

Corso di aggiornamento

Aspetti idrologici e valutazione della portata di progetto

Alberto PETACCIA

MISURA DELLE PRECIPITAZIONI


Le prime misure sistematiche di pioggia furono
intraprese a Padova nel 1725

Oggi le Reti
Idrometeorologiche,
costituite da strumenti
tradizionali e integrate da
radar, coprono densamente
i paesi sviluppati e meno
sviluppati, costituendo il
principale sistema di
monitoraggio della Terra
Inoltre, si stanno
sviluppando nuove tecnologie
di misura tramite sensori
remoti, aereotrasporati e,
soprattutto satellitari

Nella misura
delle
precipitazioni
importante
la densit
degli strumenti
per Km2.

In Italia esisteva una densit media di circa un pluviometro per circa 80 kmq.

In generale la densit della rete pluviometrica pu essere pi bassa nelle zone di pianura e
deve essere infittita nelle zone di montagna, in maniera da poter seguire lorografia e fornire
una informazione significativa al livello di regime delle precipitazioni.

Laltezza di precipitazione viene misurata mediante appositi strumenti detti


pluviometri. Esistono diversi modelli di pluviometri che vengono utilizzati a
seconda del tipo di misura che si intende compiere.

Pluviometro ordinario

E costituto da un recipiente aperto verso lalto, la cui imboccatura ha area nota.


Il rapporto tra il volume accumulato e larea dellimboccatura rappresenta
laltezza di precipitazione.
Il pluviometro ordinario viene vuotato ogni giorno ad ore fisse (generalmente
alle 9) e fornisce la misura dellaltezza di pioggia giornaliera e non d alcuna
informazione su come si sono distribuite le precipitazioni nellambito delle 24
ore.
Nelle zone dove hanno luogo precipitazioni nevose viene utilizzato il
pluvionivometro che, a differenza del pluviometro ordinario ha il fondo piatto per
consentire la fusione della neve e la misura del volume dacqua accumulata.

Laltezza di precipitazione h, comunemente misurata in millimetri, il rapporto


tra il volume W di acqua caduto su una superficie assegnata, diviso per larea A
della superficie stessa.

W
A

Occorre definire lintervallo di tempo t durante il quale precipitato il volume W. Si


parla allora di altezze orarie, giornaliere, mensili, annue o relative a qualunque
intervallo temporale che possa avere interesse per il problema in esame.
Si definisce intensit media di precipitazione nellintervallo temporale t il rapporto:

h
t

Si definisce intensit istantanea di precipitazione la derivata dellaltezza di


precipitazione rispetto al tempo.

Misure puntuali a terra

Pluviometri registratori o pluviografi

Consentono di conoscere con continuit la distribuzione delle precipitazioni nellarco delle


24 ore in quanto registrano con continuit su apposito supporto la misura della
precipitazione in funzione del trascorrere del tempo.

Gli errori nei dati

Le fonti dei dati


La fonte dei dati idrologici di gran lunga pi importante in Italia sono le
pubblicazioni del Servizio Idrografico Italiano, istituito nel 1917 su tutto il territorio
nazionale presso la IV sezione del Consiglio superiore dei LL.PP.
Gli Annali Idrologici, riportano gran parte delle osservazioni idrologiche eseguite
ogni anno sul territorio italiano e che con riguardo alle precipitazioni contengono:
per tutte le stazioni pluviometriche, le altezze giornaliere di precipitazione;
per un certo numero di pluviometri, le massime precipitazioni che si sono
verificate per 1, 2, 3, 4 e 5 giorni consecutivi, ottenute sommando le altezze
di pioggia dei giorni successivi che hanno raggiunto il massimo valore
complessivo durante l'anno;
per le stazioni dotate di pluviometro registratore, le massime precipitazioni
dell'anno di un'ora, tre ore, sei ore, dodici ore e ventiquattro ore consecutive,
e, per alcune di esse, anche i valori di alcune precipitazioni di notevole
intensit e breve durata inferiore allora.

Il calcolo delle precipitazioni di durata assegnata

Si cerca il
periodo in
cui si
verificata la
massima
altezza di
pioggia
della
durata che
interessa:
1, 3, 6, 12
o 24 ore,
anche se
l'evento
pluviometri
co non
effettivame
nte
cominciato
e finito agli
estremi del
periodo

Dal grafico riportato si evince:


La massima altezza di pioggia della durata di 1 ora si verificata tra le 3h 45 e le
4h 45' del secondo giorno, ed risultata di 16 mm.
La massima altezza di pioggia di 3 ore si verificata tra le 8h 30' e le 1h 30' del
primo giorno ed stata di 24 mm.
La massima altezza di pioggia di 6 ore si verificata tra le 3h 15' e le 9h 15' del
secondo giorno ed ha raggiunto i 35 mm.
E' evidente che in un anno la massima altezza di pioggia di un periodo sempre
maggiore o uguale alla massima altezza di un periodo pi breve, perch pu sempre
comprendere questo ultimo intervallo. Ci si verifica anche nell'esempio riportato
nella figura, in cui l'intervallo di sei ore con massima altezza di pioggia comprende
quello di un'ora con massima altezza di pioggia.
Confrontando i dati cos ottenuti per le 24 ore con i massimi giornalieri (durata 24
ore) si possono avere delle differenze e si vede che questi ultimi sono minori o
uguali ai primi.
Ci dovuto al fatto che mentre i valori giornalieri si riferiscono a un intervallo di un
giorno che comincia e finisce a ore fisse, quelli della ricavati per le 24 ore si
riferiscono all'intervallo della stessa durata ma con massima altezza di
precipitazione, che pu non coincide col primo.

Piogge intense Le curve segnalatrici di probabilit pluviometrica


Le piogge intense di prefissata durata vengono utilizzate nello studio delle piene dei
corsi dacqua e nella progettazione delle opere idrauliche quali reti di fognatura e di
bonifica e nel caso di dimensionamento delle opere di scarico.
Facendo riferimento alle considerazioni riportate precedentemente vengono
utilizzate le massime altezze di precipitazione annue h(tj) misurate per le durate tj
prefissate 1, 3, 6, 12, 24 ore. In alcuni casi sono importanti anche le altezze di
precipitazioni per 1, 2, 3 giorni consecutivi o per durate inferiori allora.
Se si dispone di m durate tj (j=1,2,.,m) ed n anni di osservazione ordinando in
ordine decrescente i valori di precipitazione di ogni durata j, seguendo la
graduazione di ordinamento si sar individuato il primo, il secondo e ln-esimo caso
critico.
Le linee che uniscono i punti rappresentativi dello stesso cosa critico per durate
diverse prendono il nome di curve di caso critico o curve segnalatrici di
probabilit pluviometrica (LSPP).

Tali curve hanno un andamento irregolare molto variabile da caso a caso ed ha la


caratteristica che le intensit medie (h/t) diminuiscono sempre al crescere della
durata ci comporta che le altezze sono crescenti con la durata ma la crescita
meno che proporzionale con la durata.

Solitamente in idrologia si usa, per la determinazione delle curve segnalatrici di


probabilit pluviometrica la seguente funzione monomia:

h(t ) at

La funzione si pu facilmente linearizzare passando alla formula logaritmica

log h(t ) n log(t ) log(a)


Se si pone xi=log(t), yi=log(h(t)) e A=log(a)

si ottiene la retta di equazione Yi = nXi + A

La stima dei due parametri incogniti n ed A, della funzione interpolante, viene


effettuata con il metodo dei minimi quadrati.
Detti Yi gli M dati empirici rilevati occorre rendere minima lespressione:

il minimo dellespressione si ottiene eguagliando a zero il sistema formato


dalle derivate parziali della F rispetto i parametri incogniti:

risolvendo il sistema lineare sopra riportato si ottengono i parametri A=ln(a)


ed n della curva di possibilit pluviometrica H=a tn.

Stazione pluviometrica di Vernago 32 anni di pioggia con durata 1, 3, 6, 12 e 24 ore


anno
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1793
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1982
1983
1984
1985
1987
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998

Stazione di Vernago
ore
1
3
6
12
24
7.80 8.20 10.40 14.20 18.80
13.40 18.80 33.00 45.60 47.40
16.80 17.20 18.40 28.80 41.60
9.40 17.60 20.00 30.00 38.40
9.60 11.40 16.00 24.00 32.80
12.80 24.40 43.20 66.20 95.40
11.20 25.40 45.40 76.20 107.60
12.00 19.00 26.00 35.00 38.80
8.00 15.80 30.60 48.00 64.40
13.60 14.20 16.00 27.00 32.80
12.40 20.40 29.40 44.80 79.00
7.80 15.80 21.80 26.20 33.00
7.60 12.80 20.80 34.60 53.60
8.40 10.60 14.40 20.80 26.00
7.60 10.00 20.20 36.40 44.00
8.60 11.80 19.40 23.40 34.00
20.20 26.00 27.20 42.20 57.80
7.40 11.40 20.00 33.20 38.80
6.20 12.60 21.60 31.60 38.40
13.40 13.60 21.40 33.20 51.80
12.00 20.20 27.00 34.00 37.40
13.40 24.80 37.00 62.60 95.60
12.60 22.80 30.00 32.60 49.60
10.40 22.20 42.40 66.00 80.00
11.40 26.60 40.60 52.50 76.40
11.20 18.20 23.00 35.00 60.80
9.00 19.60 34.00 52.00 62.60
18.40 18.60 24.80 31.00 38.60
9.80 17.20 21.40 28.60 34.20
7.40 15.80 27.20 42.80 51.60
11.00 26.60 45.00 51.40 54.00
9.60 25.40 36.20 52.60 62.60

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
media
h= 10.4 t 0.494

1h
20.20
18.40
16.80
13.60
13.40
13.40
13.40
12.80
12.60
12.40
12.00
12.00
11.40
11.20
11.20
11.00
10.40
9.80
9.60
9.60
9.40
9.00
8.60
8.40
8.00
7.80
7.80
7.60
7.60
7.40
7.40
6.20
10.95
10.38

anno
1976
1994
1957
1969
1983
1979
1956
1960
1984
1970
1982
1967
1987
1992
1966
1997
1985
1995
1998
1959
1958
1993
1975
1793
1968
1971
1955
1974
1972
1996
1977
1978

3h
26.60
26.60
26.00
25.40
25.40
24.80
24.40
22.80
22.20
20.40
20.20
19.60
19.00
18.80
18.60
18.20
17.60
17.20
17.20
15.80
15.80
15.80
14.20
13.60
12.80
12.60
11.80
11.40
11.40
10.60
10.00
8.20
17.97
17.87

anno
1997
1987
1976
1998
1966
1983
1960
1984
1985
1970
1982
1993
1967
1956
1994
1992
1958
1995
1957
1996
1971
1968
1969
1979
1972
1978
1975
1977
1959
1793
1974
1955

Casi critici
6h anno 12h
45.40 1966 76.20
45.00 1997 66.20
43.20 1960 66.00
42.40 1985 62.60
40.60 1987 52.60
37.00 1983 52.50
36.20 1998 52.00
34.00 1993 51.40
33.00 1956 48.00
30.60 1968 45.60
30.00 1984 44.80
29.40 1970 42.80
27.20 1996 42.20
27.20 1976 36.40
27.00 1982 35.00
26.00 1967 35.00
24.80 1994 34.60
23.00 1992 34.00
21.80 1971 33.20
21.60 1978 33.20
21.40 1995 32.60
21.40 1979 31.60
20.80 1972 31.00
20.20 1974 30.00
20.00 1977 28.80
20.00 1958 28.60
19.40 1975 27.00
18.40 1957 26.20
16.00 1969 24.00
16.00 1959 23.40
14.40 1793 20.80
10.40 1955 14.20
26.99
39.45
25.16
35.44

anno
1966
1960
1985
1983
1998
1987
1993
1997
1968
1956
1970
1996
1976
1974
1992
1967
1972
1982
1979
1977
1984
1978
1994
1958
1957
1995
1969
1971
1959
1975
1793
1955

24h
107.60
95.60
95.40
80.00
79.00
76.40
64.40
62.60
62.60
60.80
57.80
54.00
53.60
51.80
51.60
49.60
47.40
44.00
41.60
38.80
38.80
38.60
38.40
38.40
37.40
34.20
34.00
33.00
32.80
32.80
26.00
18.80
52.43
49.91

anno
1966
1983
1960
1985
1970
1987
1968
1998
1993
1992
1976
1997
1972
1979
1996
1984
1956
1974
1957
1977
1967
1994
1978
1958
1982
1995
1975
1971
1969
1959
1793
1955

Stazione di Vernago
H=10.38 T0.493
120.00

H [mm]

100.00
80.00
60.00
40.00
20.00
0.00
0

10

15

20

25

tem po[ore]
serie empirica

Curva prob. pluviometrica

Le curve di probabilit pluviometrica vengono utilizzate come dati di base nei metodi
di trasformazione afflussi-deflussi al fine di poter calcolare la pioggia con determinata
durata per esempio quella pari al tempo di corrivazione del bacino o quella legata ad
un determinato periodo di ritorno.

Distribuzione delle precipitazioni sullarea


La valutazione degli afflussi pluviometrici su una estensione di territorio,
generalmente, non pu essere effettuata per mezzo dei valori misurati in
ununica stazione pluviometrica.

Per poter conteggiare la non uniformit spaziale della precipitazione, e considerare


limportanza dellandamento orografico del territorio si utilizzano i dati di tutte le
stazioni presenti nel bacino imbrifero ed anche quelli relativi alle zone limitrofe.

Esistono diversi metodi per la valutazione degli afflussi utilizzando i dati di pi


stazioni.

Metodo della media aritmetica

Non essendo le
stazioni
pluviometriche
distribuite
uniformemente sul
territorio
se
si
utilizzasse la media
delle altezze delle
stazioni disponibili
si darebbe un peso
maggiore alle aree
con stazioni pi
fitte.

Metodo dei Topoieti (o dei poligoni di Thissen)


Per tracciare
i topoieti
occorre
determinare
gli assi dei
segmenti che
uniscono le
diverse
stazioni.
Questi assi
incontrandosi
individuano
dei poligoni,
detti appunto
topoieti, che
risultano
formati dalle
parti della
superficie pi
vicine a
ciascuna
delle stazioni
contigue.

In figura sono rappresentati i


topoieti calcolati per le 13
stazioni pluviometriche
disponibili sul bacino del
Biferno.

Stazioni

RIPABOTTONI
CAMPOBASSO
CASTELMAURO
ROCCAMANDOLFI
LARINO
GUARDIAREGIA
PONTE LISCIONE
GUGLIONESI
LUCITO
PORTOCANNONE
SPINETE
VINCHIATURO
CASACALENDA

Sup. [kmq]

70.70
110.22
76.64
127.25
5.25
95.23
52.97
0.00
202.88
0.00
190.29
64.06
48.58
1044.07

Pesi

0.0677
0.1056
0.0734
0.1219
0.0050
0.0912
0.0507
0.0000
0.1943
0.0000
0.1823
0.0614
0.0465
1.0000

Il
metodo
delle
isoiete.
Tiene in conto
linfluenza orografica
delle precipitazioni

Nelle regioni montuose o ortograficamente tormentate, il metodo dei topoieti pu non risultare
sufficientemente accurato in quanto non tiene conto dellinfluenza orografica sulle precipitazioni. In
tale caso pu essere pi idoneo il metodo delle isoiete si basa sullinterpolazione lineare e consiste
nel tracciare sulla carta topografica del bacino di interesse delle linee che vengono denominate
isoiete, che rappresentano il luogo dei punti di uguale precipitazione. Le isoiete vengono tracciate
interpolando linearmente le altezze di precipitazione tra i diversi pluviometri disponibili.

Il valore di pioggia nel punto u(x,y) viene


assegnato pesando i valori osservati con
linverso del quadrato della distanza dal punto

P(u ) wi Pi
i 1

1
di2
wi N
1

2
d
i 1
i
dove di
rappresenta la
distanza del
punto i dalle
stazioni
pluviometriche
disponibili sul
bacino

Variabilit spaziale delle precipitazioni - Areal Reduction


Factor; formule empiriche
Per tenere in conto la variabilit spaziale delle precipitazioni si possono usare le
seguenti formulazioni:
Kottegoda & Rosso

Moisiello e Papiri

Eagleson del U.S. National Weather


Service

sup
arf 1 0.01*

0.54

1 n

0.54

0.6 exp(0.643*sup0.235 )
arf 1-exp(-2.472*sup-0.242 *t )

arf 1-exp(-1.1*t 0.25 )+exp(-1.1*t 0.25 - 0.00386*sup)

Nelle formule il tempo t espresso in ore e la superficie sup in km2


Delle tre formule la formula Kottegoda & Rosso utilizza anche lesponente n della curva di
possibilit pluviometrica utilizzata per determinare la precipitazione da ragguagliare.

Il tempo di ritorno
Nella progettazione delle opere idrauliche opportuno conoscere la probabilit
che il valore calcolato per la portata di dimensionamento Q non venga superata.

Ossia la probabilit che Q sia minore od uguale ad un generico valore q.


Naturalmente la probabilit di superamento sar data da:

ed il tempo medio di ritorno, ossia il tempo che in media trascorre tra due
eventi superiori ad h, fornito da:
nella formula precedente imponendo i vari valori di Tr

Tr(anni)

Prob.

10

20

50

100

250

500

1000

2500

5000

10000

0.9000

0.9500

0.9800

0.9900

0.9960

0.9980

0.9990

0.9996

0.9998

0.9999

si ottengono i valori della probabilit.

Per individuare la probabilit di superamento del generico valore di Q per ogni tempo
di ritorno occorre prima individuare la funzione di probabilit cumulata che meglio si
adatta ai dati empirici utilizzati. Tra le distribuzioni pi usate ricordiamo le distribuzioni:
logaritmica normale, Gumbel, Frchet e GEV.

La tabella mostra le portate


calcolate ai vari tempi di ritorno
con le diverse distribuzioni con
le quali stato effettuato
ladattamento ai dati empirici.

Le varie distribuzioni forniscono


significative differenze sulle
valutazioni delle portate ai vari tempi
di ritorno.

Q calcolate [mc/s]
Log_
Tr(anni) normale Gumbel

2
10
20
50
100
200
300
500
1000
2000
5000
10000

591
978
1129
1326
1476
1628
1721
1834
1994
2158
2380
2554

598
902
1018
1169
1282
1394
1460
1542
1654
1766
1914
2026

GEV

643
904
964
1020
1052
1075
1087
1099
1112
1122
1131
1137

E importante ricordare che il tempo di ritorno non rappresenta la scadenza


nella quale si verifica levento di superamento, ma probabilisticamente
solo il valore medio del suo verificarsi.

Il bacino imbrifero
E lelemento morfologico fondamentale della circolazione superficiale delle acque di
precipitazione.

Si definisce bacino
imbrifero di una
sezione di un corso
dacqua (sezione di
chiusura del bacino),
quella parte di
superficie il cui
ruscellamento
superficiale
contribuisce ai deflussi
nella sezione stessa.

Il bacino imbrifero
pu non coincidere
con il bacino
idrogeologico in
quanto le acque che
si infiltrano nel
terreno possono
prendere vie diverse
da quelle prese
dalle acqua
superficiali.

Ci dipende dalla
giacitura degli strati
impermeabili che pu
essere diversa da
quella della superficie
del suolo.

La Formazione del Deflusso Diretto

A1

A2

S1

1
1

1
1

S2

Bacino omogeneo:
microscala
O(Km2)
Bacino quasi
omogeneo:
piccola mesoscala
O(10100 Km2)
Bacino disomogeneo:
mesoscala O(1001000
Km2)

Risposta globale della rete


idrografica alla sollecitazione
(ingresso) dovuta alla pioggia
netta

Tasso di
Ruscellamento sui
Versanti

p(t)

u(t,p)

Risposta del versante alla


sollecitazione (ingresso) dovuta
alla pioggia ivi rifiutata: pioggia
netta
Scorrimento Superficiale sul
Versante: scala locale O(ha)

Portata nella
Sezione di
Chiusura

Q(t)

Macromorfologia Planare

Indici Empirici della Macromorfologia Planare

I fattori topografici: la curva Ipsografica

I rapporti
di
HORTON

Oltre ai fattori topografici hanno una


influenza determinante:
la natura geologica del bacino che
correlata allinfiltrazione ed ai rapporti tra le
acque superficiali e sotterranee.
la copertura vegetale che agisce sul
ruscellamento
e
sullinfiltrazione
e
sullevapotraspirazione.
lo stato di imbibizione del suolo che
influisce sullinfiltrazione.

La superficie dei bacini


delle grandi dighe italiane
e la determinazione degli
indici geomorfologici di
Horton
E stato utilizzato il modello digitale del terreno DEM, con risoluzione di
maglia pari a 20 m, fornito dal Servizio Geologico dei Servizi Tecnici
Nazionali.

I bacini delle grandi dighe italiane


Superficie bacino delle grandi dighe (num. campionaria 472)
Superficie 6075 Km2
100
90
80

Superficie 100.0Km2

Cumulata [%]

70
60
Superficie 30.0 Km2

50
40

30

Superficie 8.0Km2

20
10
0
0,01
omogeneo

0,1
quasi omogeneo

1
disomogeneo

10
Superficie bacino [kmq]

100

1000

10000

ANALISI Regionale
Sup.
bac.
media
[kmq]
PIEMONTE
57.8
VALLE D'AOSTA
32.6
LOMBARDIA
35.0
TRENTINO ALTO ADIGE 235.8
VENETO
271.0
FRIULI VENEZIA GIULIA 118.6
LIGURIA
10.7
EMILIA ROMAGNA
56.7
TOSCANA
123.0
UMBRIA
1567.7
MARCHE
345.2
LAZIO
792.8
ABRUZZO
340.0
MOLISE
226.2
CAMPANIA
66.8
PUGLIA
212.6
BASILICATA
344.1
CALABRIA
61.2
SICILIA
97.4
SARDEGNA
203.3

CV
2.14
1.07
2.45
1.76
0.84
1.24
0.77
1.09
3.73
1.49
1.08
1.44
1.96
1.52
1.29
1.47
1.34
1.00
1.25
2.01

H_mareg Super.
[m s.m.] Minima
media
[kmq]
1381.7
0.9
2140.2
2.2
1570.8
0.2
1288.9
0.8
702.8
0.2
523.6
10.1
721.0
0.9
657.1
0.5
361.6
0.1
282.6
0.8
366.4
4.6
345.0
0.0
805.9
20.1
511.0
2.0
500.3
1.7
139.6
5.6
493.8
9.3
827.1
6.8
306.4
0.4
297.1
1.0

Quantili superficie
bacino
[kmq]
0.25 0.50 0.75 100.00
7.2 17.8 50.9 695.3
3.0 13.5 53.3
53.3
2.0 12.3 34.4 654.0
13.7 63.8 174.9 2008.0
64.0 204.1 415.2 788.8
20.7 40.6 70.1 432.9
2.8
7.5 17.2
26.9
3.7 29.5 81.3 209.5
0.8
6.9 30.7 2407.0
19.1 95.7 460.5 6075.0
79.9 128.9 459.3 1246.0
3.3 47.5 741.0 3753.0
20.9 55.5 231.1 2609.0
2.6 21.7 188.6 1043.0
2.4 26.5 100.6 256.8
27.0 40.0 197.4 1012.0
20.7 119.5 411.5 1631.0
13.1 37.2 77.6 245.8
26.6 50.9 103.3 580.4
17.0 44.0 172.0 2056.0

Ietogramma
La precipitazione in un punto del bacino viene
descritta da uno ietogramma che illustra landamento
dellintensit di pioggia i nel tempo.

Ai fini della formazione delle piene ha interesse lo


ietogramma netto che depurato di quella parte di
pioggia che si infiltra nel terreno ed alimenta le falde
sotterranee e di quella che ristagna ed trattenuta
dalla copertura vegetale.

P = volume specifico di pioggia caduto sul bacino


Volume
specifico di
ruscellamento
superficiale

Volume specifico sottratto al ruscellamento

a
e

a
Volume
specifico di
infiltrazione

Metodi di calcolo del


volume specifico di
rifiuto del suolo e del
tasso di
ruscellamento

Metodo percentuale
Nel metodo percentuale la pioggia che contribuisce alla
formazione della piena Pnet(t) data da:

Metodo SCS Curve Number


Il metodo, messo a punto dal Dipartimento
dellAgricoltura degli Stati Uniti (U.S. Dept.
Agric., Soil Conservation Service, 1972),
generalmente noto come metodo del "numero
di curva" dalla denominazione inglese di Curve
Number, che deriva dal simbolo usato per la sua
parametrizzazione, CN.

Il volume specifico di ruscellamento superficiale, Pe, direttamente


proporzionale al volume di pioggia caduto sul bacino P detratto della perdita
iniziale Ia, sottratta allo scorrimento superficiale (P Ia)

Il volume specifico di infiltrazione, Fa, fisicamente limitato da una soglia, dipende


dalle caratteristiche del terreno, ed ha un limite superiore di saturazione S, detto
volume specifico di massima ritenzione potenziale del suolo.
La costante di proporzionalit pari al rapporto tra il Volume specifico di
Infiltrazione, Fa, ed il suo valore limite, S.
Il modello si basa sulle equazioni di:
continuit

P Pe I a Fa

equazione di moto

Fa
Pe

S P Ia

Se risolviamo le due equazioni si ottiene lespressione che fornisce la pioggia


rifiutata dal terreno che contribuisce al ruscellamento superficiale Pe e la
pioggia che si infiltra nel terreno Fa

Fa

S (P I a )
per P I a
P Ia S

(P I a )
Pe
P Ia S

la parte di precipitazione che si invasa nelle depressione superficiali o si


infiltra prima che il deflusso abbia inizio data da I a cS
il valore di default di c = 0.2

Il volume massimo immagazzinabile nel terreno quando questi raggiunge la


saturazione, detta anche capacit di campo, S(mm), dipende dal parametro
CN secondo la relazione:

25400
S
254
CN
CN (curve number) pu assumere valori compresi tra 0 e 100, caratteristico
del terreno ed funzione delle condizioni di imbibimento del terreno
Antecedent Misture Condition.
CN
S[mm]

Applicando la formula possibile


determinare
il
massimo
volume
accumulabile nel terreno in funzione dei
valori del CN:

10
20
30
40
50
60
70
80
90
100

2286
1016
593
381
254
169
109
64
28
0

LAntecedent Moisture Condition rappresenta lo stato iniziale di imbibimento


del terreno allinizio della pioggia viene rappresentato da una variazione del CN
legata alla quantit di pioggia caduta nei cinque giorni che precedono levento
considerato stato definito in tre classi:
AMC I : asciutto
AMC II : umido
AMC III : fortemente imbibito
Pioggia totale nei 5 giorni antecedenti
l'evento

Classe
AMC
I
II
III

Stagione di
Stagione di
riposo vegetativo crescita
< 13 mm
< 36 mm
13 28 mm
36 53 mm
>28
> 53

I valori del CN si trovano tabulati in funzione delluso e della tipologia del


suolo e fanno riferimento allo stato di imbibimento del terreno intermedio
(umido) AMC II. Le formule:

CN ( I )

4.2CN ( II )
23CN ( II )
e CN ( III )
10 0.058CN ( II )
10 0.13CN ( II )

Per quanto riguarda la natura del suolo SCS ha classificato i vari tipi di suolo in
quattro gruppi (A,B,C,D) sulla base della capacit di assorbimento del terreno
nudo a seguito di prolungato adacquamento:
TIPO A

Suoli aventi scarsa potenzialit di deflusso. Sabbie profonde, con scarso limo ed argilla e ghiaie
profonde molto permeabili. Capacit di infiltrazione in condizione di saturazione molto elevata.

TIPO B

Suoli aventi moderata potenzialit di deflusso. Suoli sabbiosi meno profondi del gruppo A con capacit
di infiltrazione anche in condizione di saturazione.

TIPO C

Suoli aventi potenzialit di deflusso moderatamente alta. Suoli contenenti considerevoli quantit di
argilla e colloidi. Scarsa capacit di infiltrazione e saturazione.

TIPO D

Potenzialit di deflusso molto elevata . Argille con elevata capacit di rigonfiamento , ma anche suoli
sottili con orizzonti pressoch impermeabili in vicinanza della superficie. Scarsa capacit di
infiltrazione e saturazione.

I dati delle seguente tabella si riferiscono a condizioni di umidit del suolo


umido AMC II con precipitazioni nei 5 giorni precedenti < di 13 mm nella
stagione di riposo del suolo o < 36 mm durante la stagione di crescita.

Tipo di copurtura (uso del suolo)


TERRENO COLTIVATO
senza trattamento di conservazione
con trattamento di conservazione
TERRENO DA PASCOLO
cattive condizioni
buone condizioni
PRATERIE
buone condizioni
TERRENI BOSCOSI O FORESTATI
terreno sottile, sottobosco povero,senza foglie
sottobosco e copertura buoni

TIPO SUOLO
A B C D
72 81 88 91
62 71 78 81
68 79 86 89
39 61 74 80
30 58 71 78
45 66 77 83
25 55 70 77

Determiniamo la pioggia netta che contribuisce al deflusso di piena


conseguente al seguente ietogramma di precipitazione misurato nelle 7 ore di
pioggia sul bacino:

Tempo
[h]
1
2
3
4
5
6
7

Percipita
zione
[mm]
1.00
3.00
20.00
30.00
45.00
9.00
2.00
110.00

Assumiamo la condizione di umidit del suolo


allinizio del dellevento meteorico di tipo
standard relativo ad un terreno appartenente al
gruppo D di un terreno di pascolo in buone
condizioni il valore dato dalla tabella di CN(II) =
80, c = 0.2 applicando le formule otteniamo:

25400
254 63.50
80

I a 0.2 * 63.50

Al tempo tre ore si ottiene:

Fa

63.50 * (24 12.70)


9.59
(24 12.70 63.50)

Pecc 24 12.70 9.59

=1.71

CN ( I )

CN ( III )

4.2 * 80
62.678
10 0.058 * 80

23 * 80
90.196
10 0.13 * 80

PIENE

LE PIENE
Si definisce piena di un corso dacqua un elevamento notevole e di
breve durata del livello idrico.
Le piene si possono classificare in:
Piene di rigurgito
Linnalzamento del livello idrico causato da un ostacolo al deflusso delle
acque che pu essere costituito da una frana oppure da ostruzioni
temporanee di materiale, anche flottante, del corso dacqua. Tali ostruzioni
provocano un forte aumento del contorno bagnato e di resistenza al moto.

Piene di deflusso
Linnalzamento dei livelli del corso dacqua determinato da un notevole
aumento delle portate, che conseguente a precipitazioni sul bacino o
nei bacini montani alla fusione della neve.

Le piene sono in generale conseguenza delle precipitazioni che grazie alla


trasformazione operata dal bacino imbrifero concentrano i deflussi sul corso
dacqua ricettore nella sezione terminale.

E noto che essendo il bacino terminale formato da tanti sottobacini ad esso


confluenti a parit di precipitazione lorografia del bacino pu concentrare o
sfalsare i deflussi contribuendo cos ad innalzare il valore del colmo di piena.

Inoltre, a seconda la dimensione del bacino si pu, nei piccoli bacini, accettare
lipotesi che la precipitazione sia contemporanea su tutta larea, nei grandi
bacini invece tale ipotesi non accettata in quanto i centri di pioggia possono
verificarsi anche in limitate zone del bacino.
Inoltre una precipitazione che percorre in bacino da monte a valle, seguendo
londa di piena, produrrebbe, a parit di intensit, una concentrazione maggiore
di una che lo percorresse, al limite, da valle a monte.

I parametri temporali della risposta idrologica del bacino


Il tempo di ritardo
Il tempo di ritardo indica, da un punto di vista fisico, la distanza temporale che
intercorre tra il baricentro del pluviogramma netto relativo ad un evento ed il
baricentro del corrispondente idrogramma di piena.
Tale parametro indica in sostanza con quale ritardo temporale il sistema bacino
risponde ad una sollecitazione meteorica.
Nel caso di idrogramma di tipo triangolare, con tempo di picco Tp e tempo di
base Tb , si ha:

Tlag

Tb Tp
3

Nel caso pi di frequente utilizzato di idrogramma unitario del tipo Nash n


serbatoi con uguale costante temporale di lag, K il tempo di lag si pu
esprimere come
Tlag n K
il tempo di lag legato alla velocit con cui il volume dacqua piovuto sul
bacino defluisce verso la sezione di chiusura. In effetti, il tempo di lag viene
detto a volte tempo di svuotamento, poich rappresenta il tempo necessario
affinch una certo volume liquido defluisca per intero dal bacino.

Il tempo di lag rappresenta una variabile di grande importanza nella costruzione


di un possibile modello afflussi-deflussi. Gli idrologi ne effettuano una stima
attraverso delle espressioni di tipo empirico, che legano tale grandezza alle
caratteristiche fisiche del bacino. Tale stima permetterebbe di ipotizzare una
forma dellidrogramma di piena, in relazione ad una pioggia di progetto.

Il valore del tempo di lag si correla spesso al tempo di corrivazione attraverso


la formula (Chow et al. ,1988):

Tlag (0.6 0.7)Tc

Il tempo di corrivazione del bacino


Il tempo di corrivazione (o di concentrazione), Tc una grandezza caratteristica
tipicamente utilizzata nei bacini italiani.
Tale grandezza rappresenta, come noto, la durata di pioggia, supposta a
intensit costante, necessaria affinch il valore della portata raggiunga un valore
massimo stabile nel tempo, ossia il tempo necessario affinch lintero bacino
contribuisca al deflusso alla sezione di chiusura.
Tale parametro viene utilizzato per il calcolo della portata al colmo relativa ad
una pioggia con determinato tempo di ritorno, attraverso il modello cinematico.

empiriche,
Per valutare il tempo di corrivazione sono disponibili alcune formule
in Italia molto usata la formula di Giandotti (1933) che ha la seguente
espressione:
c

4 S 1.5L
c
0.8 H med H c

il tempo di corrivazione del bacino espresso in ore,


S la superficie del bacino espressa in km 2;
L la lunghezza in km del percorso pi lungo;
Hmed laltitudine media del bacino espressa in m s.m.;
Hc laltitudine alla sezione di chiusura.

La formula di Giandotti stata definita con riferimento a bacini di superficie


compresa tra 170 e 70000 km2 .
Tale formula, ottenuta empiricamente, presenta comunque una sua logica in
senso fisico, infatti evidente che tanto maggiore il dislivello da compiere
rapportato alla lunghezza dellasta principale, ossia la pendenza media, tanto
minore il tempo di cui il fluido necessita per giungere alla sezione di chiusura.

Per bacini imbriferi di pi piccole dimensioni la formula di Giandotti conduce a


sottostime del reale tempo di corrivazione.
Per i piccolissimi bacini 0.005 0.45 km2 pu essere utilizzata la formula di
Kirpich (1940) dove ym laltezza rispetto alla sezione di chiusura del punto
pi elevato del bacino.

L
C 0.93
y
m

0.77

Se la pioggia ha
durata minore del
tempo di
corrivazione, il
colmo di piena
pu verificarsi
anche prima della
fine dellevento
per il fatto che
lafflusso
meteorico
insufficiente al
mantenimento
della portata
massima.

tp c

tp c

tp c

Idrogramma di piena
Rappresenta landamento delle portate in funzione del tempo in una determinata
sezione di un corso dacqua.

Sicurezza Idrologica delle dighe


Lesperienza di oltre un secolo di costruzione e gestione delle dighe nel mondo,
corroborata dai dati statistici, indica le piene eccezionali come una importante
fonte di rischio per la sicurezza delle dighe.

A scala mondiale il sormonto ha prodotto pi del 40% delle rotture delle dighe.

I criteri ed i metodi per la progettazione idrologica e la valutazione della piena


di progetto si sono notevolmente evoluti nel corso di questo secolo.
I criteri ed i metodi di prima generazione trascuravano generalmente
limportanza della dimensione del volume invasabile ed il rischio vallivo relativo
in caso di rottura.

Sicurezza Idrologica della diga


Alla luce della normativa vigente, la sicurezza idrologica della
diga si ottiene assicurando lo smaltimento della massima piena
prevedibile attraverso lincremento del livello idrico fino al
raggiungimento della quota di massimo invaso, valutando la
sopraelevazione del moto ondoso, aggiungendo al valore del
massimo invaso il franco netto.
Restano in ogni caso aperti i problemi relativi alla:

scelta della metodologia di stima della portata al colmo;


scelta del periodo di ritorno per il calcolo della portata al colmo;
stima dellidrogramma di progetto;
determinazione della quota di massimo invaso.

la scelta della metodologia


1000

Ciascuna metodologia ha
un campo ottimale di
applicazione funzione del
tempo di ritorno scelto e
della superficie del
bacino imbrifero.

Periodo di ritorno, anni

B
100

10
A: Metodo razionale
B: Metodo geomorfoclimatico

A
C: Regionalizzazione statistica
1
1

10

100

1000

10000
2

Area del bacino, km

100000

Tempo di ritorno e portata di progetto


Il vigente regolamento dighe, Decreto 26 giugno 2014 del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti,
impone per il dimensionamento degli scarichi la determinazione di
unonda di piena con portata al colmo corrispondente ad un tempo di ritorno di
1000 anni per le dighe in calcestruzzo e 3000 anni per dighe di materiali sciolti .

In generale, La stima della portata del colmo di piena si rende necessaria per il
dimensionamento delle opere idrauliche, per verificare ad esempio se un argine
od un colatore di bonifica stato sufficientemente dimensionato.

Idrogramma di progetto e determinazione della


quota di massimo invaso
Nel caso particolare di una diga il valore della portata al colmo al quale ,
secondo regolamento, necessario associare anche il tempo di ritorno,
risulta indispensabile per il dimensionamento delle opere di scarico.

Nelle dighe occorre anche determinare lidrogramma di piena ai fini della


determinazione della quota di massimo invaso anche per la sicurezza
statica del serbatoio.

Calcolo della portata di progetto


Disponibilit dei dati

a secondo
In
generale, a secondo
della tipologia
della
tipologiadei
deidati
dati
disponibili nel
nelsito
sito
disponibili
dinteresse
d
interesse sisipossono
possono
presentarei idue
presentare
duecasi:
casi:

Analisi diretta
Se si conoscono serie sufficientemente estese
di portate
portatemisurate
misurateooricostruite
ricostruite nel
nelsito
sito
dinteresse
Analisi indiretta
Se si conoscono solo serie
serie di
diprecipitazioni
precipitazioni
occorre stimare le portate attraverso la
trasformazione afflussi deflussi

Analisi diretta

Sono analisi di tipo statistico e consistono nel determinare la legge di


probabilit da associare alle grandezze empiriche da interpretare. In
questo caso occorre prima stimare i parametri delle distribuzioni da
adottare e di verificarne la bont delladattamento mediante tests
statistici.

Distribuzione

Funzione di ripartizione

Parametri

Tempo di ritorno

Log_normale
(ln x)

1
x ln x 2

(ln x ln x )2
2 ln2 x

dx

x exp( 1 ( z))

Gumbel

( x ) e e

ln x
ln x

( x x )

1.2825

x
6 x

x x*

ln( ln())

x x 0.45006 x

Frecht
( x) e

GEV
Generalizated
Extrem Value

TCEV Two
component
Generalizated
Extrem Value

x

x0

k ( x ) 1k
( x) exp 1

*
x
( x) exp 1 exp x *1 exp *

1.2825

ln x
ln x 0.45006 ln x

ln( ln())

x exp ln( x* )

x0 e

Si stimano mediante
metodi di iterazioni
numeriche

Si stimano mediante
metodi di iterazioni
numeriche

k
x k 1 ln()

Le distribuzioni dei valori estremi


Distribuzione GEV: il parametro di scala, il
parametro di locazione e k il parametro di forma.

Per k < 0 la distribuzione GEV diventa una distribuzione EV2 ed definita solo per
Per k > 0 la distribuzione GEV diventa una distribuzione EV3 ed definita solo per
Per k = 0 la distribuzione GEV diventa una distribuzione GUMBEL EV1

Distribuzione TCEV: ipotizza che i valori estremi di


una distribuzione non provengano tutti dalla
stessa popolazione ma da due diverse
popolazioni legate a differenti fenomeni
meteorologici. Lipotesi nasce dallosservazione
delle serie storiche, che in alcuni casi,
presentano dei valori nettamente superiori agli
altri (outliers) e tali appunto da sembrare non
provenienti dalla stessa popolazione dei valori
estremi dei rimanenti dati.

x ( )
k

x (
)
k

Numerosit campionaria dei dati da utilizzare


Uno dei principali problemi che si incontrano nelleffettuare
la valutazione della portata di progetto quello della
numerosit N del campione di dati da utilizzare.
La numerosit campionaria
strettamente correlata
allefficienza della stima dei parametri della distribuzione
probabilistica.
il Flood Estimation Handbook inglese
valutazioni ottenute per tempi Tr > 2 N

non

accetta

I metodi di regionalizzazione
I metodi di regionalizzazione vengono di solito utilizzati per valutazioni
idrologico-idrauliche che richiedono stime di grandezze con tempi di ritorno
elevati.
Il metodo della regionalizzazione sopperisce alla mancanza d'informazione
idrologica puntuale con l'informazione disponibile su un territorio pi ampio
integrando la limitata informazione temporale con la pi ampia informazione
spaziale.

La metodologia si basa sul concetto di regione definita come un gruppo di


siti idrologicamente omogenei ossia caratterizzati da una distribuzione di
probabilit degli eventi idrologici intensi la quale si pu ritenere unica a
meno di un fattore di scala.
Per ognuna delle zone omogenee o regioni idrologiche possibile stimare
la curva di crescita regionale xT=x(T), in cui T rappresenta il periodo di
ritorno, in base allandamento della legge probabilistica che descrive nel
caso di valutazioni che interessano le portate xT=Q/qindice, dove Q la
portata al colmo massima annuale.

Una volta noto il valore di XT, la portata di progetto avente tempo di ritorno T qT
viene calcolata dallespressione:

qT qindice xT

nellespressione XT rappresenta la curva di crescita regionale che una


distribuzione di probabilit adimensionale comune a tutti i siti della regione
omogena e qindice il fattore di scala per il sito i-esimo denominato portata indice.
Regioni VAPI interessate nello studio e numerosit del campione di
Compart.
Regione omogenea
codifica
N.
Anni
SIMN
Stazioni Equivalenti
Venezia
Parma

Parma

Unica
a nord est
b nord ovest

1
2a
2b

23
14
14

857
316
347

c sud e liguria

2c

15

753

Transizione

T1
30
24
21
7
12
19
8
14

708
493
594
227
383
550
259
344

3
11

64
255

10a
10b
10c
11a
11b
11c

5
5
2
5
12
4
5

116
116
63
137
227
97
62

12a
12b

8
5

234
149

Parma

Transizione
Bologna Unica
a nord
Pisa
b centro
c sud
Roma Unica
Pescara Unica
Napoli Unica
Bari
Unica
Catanzaro a Basilicata nord
Basilicata b Basilicata nord
c Basilicata nord
Catanzaro a Calabria tirrenica
Calabria b Calabria centrale
c Calabria ionica
Palermo a Sicilia ovest
b Sicilia nord-est
c Sicilia sud
Cagliari a Sardegna ovest
b Sardegna est

T2
3
4a
4b
4c
5
6
7
8
9a
9b
9c

Distribuzione
Distribuzione

GEV

Parametro

Venezia

0.7700

0.3200

-0.1300

Parma A (lombardia)

0.74

0.36

-0.11

Parma B (piemonte)

0.63

0.35

-0.32

Genova C (liguria)

0.64

0.38

-0.28

Bologna

0.77

0.36

-0.08

Pisa A

0.68

0.39

-0.2

2.95

Pisa B

0.69

0.41

-0.15

8.22

3.36

Pisa C

0.73

0.37

-0.13

0.03

3.24

12.3

Roma

0.78

30

-0.13

2.83

0.48

3.85

9.1

Pescara

0.73

0.36

-0.15

Napoli

2.65

0.4

3.9

13

Napoli

0.78

0.36

-0.05

Bari

2.65

0.35

2.94

4.99

Bari

0.69

0.47

-0.08

Basilicata A

2.65

0.35

260

3.56

Basilicata A

0.57

0.5

-0.23

Basilicata B

2.65

0.35

7.3

3.31

Basilicata B

0.66

0.35

-0.29

Basilicata C

2.65

0.35

4.4

20.8

Basilicata C

0.77

0.31

-0.16

Calabria A

2.65

0.35

3.63

10.2

Calabria A

0.79

0.36

Calabria B

2.65

0.35

3.03

5.52

Calabria B

0.63

0.4

-0.27

Calabria C

2.65

0.35

2.44

3.05

Calabria C

0.6

0.47

-0.24

Palermo A

2.8

0.99

4.36

6.6

Palermo A

0.7

0.44

-0.1

Palermo B

2.8

0.99

3.79

3.8

Palermo B

0.66

0.48

-0.12

Palermo C

2.8

0.99

3.61

3.1

Palermo C

0.61

0.53

-0.14

Cagliari A

5.89

0.39

4.38

6.29

Cagliari A

0.62

0.47

-0.19

Cagliari B

5.89

0.39

4.06

4.57

Cagliari B

0.55

0.46

-0.29

TCEV

Parametro

Venezia

0.9

4.5

16

Parma A (lombardia)

0.34

7.63

0.62

0.67

Parma B (piemonte)

0.44

4.3

0.53

0.57

Genova C (liguria)

0.42

4.48

0.55

0.61

Bologna

2.51

0.75

4.22

9.5

Pisa A

3.35

0.24

7.3

3.24

Pisa B

3.35

0.24

5.47

Pisa C

3.35

0.24

Roma

5.52

Pescara

Curve di crescita regionalizzazione


Parma b "PIEMONTE"

quantile rinormalizzato x

10
9
8

GEV

TCEV

6
5
4
3
2
1
0
1

10

100

1000

Periodo di ritorno T anni

Per valutare la portata indice, q indice ossia il valore atteso della portata al
colmo massima annuale per un generico sito di interesse si possono
applicare diverse metodologie che comprendono i metodi diretti Metodo
diretto AFS Annual Floods Series e PDS Partial Durata Series
ed i metodi indiretti, caratterizzati da vario grado di complessit.
Lapplicazione dei due modi di procedere dipende dallinformazione
idrometrica disponibile nel sito nel quale si deve eseguire la valutazione.

Metodi empirici
Le formule empiriche venivano usate in mancanza dettagliate informazioni
pluviometriche sul bacino; forniscono il valore del contributo specifico
qmax[m3/s/km2] di massima piena e considerano come unica variabile larea
S[km2] del bacino.

Tali formule derivano da semplici elaborazioni di origine non specificata la cui


metodologia , generalmente, quella di curve inviluppo di portate di piena e
superfici, elaborate su dati perlopi provenienti da colatori di bonifica.

Questo tipo di approccio per la stima della portata di massima piena si ritiene
ormai obsoleto ed utilizzabile, in assenza di informazione pluviometrica, solo
per piccole opere.

Il metodo razionale
Si basa sul concetto di tempo di concentrazione, per unassegnata intensit di
pioggia la massima piena si verifica quando la durata della pioggia raggiunge o
supera il tempo di concentrazione del bacino.

QT = c i(tc,T ) S
QT portata con tempo di ritorno T
c il coefficiente di deflusso dipende dalle caratteristiche del
bacino e tiene conto di:
a) fattore di riduzione areale della pioggia,
b) rifiuto del terreno
c) dispersione idrografica.
i(tc,T ) lintensit media di pioggia (ragguagliata) ricavata
dalla curva di possibilit pluviometrica con tempo di ritorno T
per una durata uguale al tempo di corrivazione t c .
S larea del bacino in km2.

Tipo di superficie

Coefficient
e di
deflusso

Superficie
pavimentata

0.7 0.9

Strade di terra

0.4 0.6

Superficie erbosa

0.1 0.7

Aree residenziali

0.3 0.7

Boschi

0.1 0.3

Terreni coltivati

0.2 0.6

Applicazione del metodo razionale


Supponiamo di aver calcolato in una sezione di chiusura di un bacino i
parametri della seguente curva di possibilit pluviometrica con tempo di ritorno
1000 anni:
0.485

htr 42.5d

Applicando la formula per ogni durata di


pioggia si ottengono i valori della
precipitazione con tr=1000 anni che sono
riportati in tabella.
Se il tempo di corrivazione del bacino pari
a 2.6 ore si ottiene un valore di pioggia pari
a 67.6 mm/h.

Durata
[ore]

Pioggia [mm]

1.0

42.5

2.6

67.6

3.0

72.3

6.0

101.4

12.0

141.9

24.0

198.5

Se si ipotizza S = 15 Kmq e un coefficiente di efflusso c =


0.90 si ottiene il seguente valore della portata con tempo
di ritorno di 1000 anni

QT1000 0.90 * 67.6 *15 / 3.6 253.5m3 / sec

Il calcolo della portata di piena mediante il modello afflussi-deflussi

In questo tipo di modellazione si fa riferimento alla determinazione


dellIdrogramma Unitario Istananeo (IUH) che viene definito come lidrogramma
dei deflussi causati da una ipotetica pioggia netta avente caratteristiche di
immissione impulsiva.

Impulso unitario

Risposta del sistema

La risposta complessiva del sistema si ottiene con la sovrapposizione delle risposte


componenti dallistante iniziale fino al tempo t dato da:

Pioggia Impulso unitario


posto :

h(t), in idrologia, prende il nome di idrogramma


unitario istantaneo I.U.H. Idrogramma dei deflussi
conseguenti da una ipotetica pioggia netta avente
caratteristiche di una immissione impulsiva. Per
lIUH devono valere:

Lequazione di continuit

Larea sottesa dallIUH deve avere


valore unitario.

Risposta del sistema allimpulso di pioggia

Portata in risposta allimpulso di pioggia

Modelli parametrici lineari Modello di NASH

Per n intero si ha:

Il modello di Nash simula il comportamento del bacino mediante n serbatoi


posti in serie caratterizzati dalla medesima costante temporale k e nessun
canale.

PORTATA AL COLMO CALCOLATA =


AL TEMPO [ore]
= 29
VOLUME DI PIENA [Mmc] = 18.6

290.50 mc/s

Modello cinematico - Metodo della CORRIVAZIONE


Ipotizza la formazione del deflusso di piena come un fenomeno dovuto
esclusivamente al trasferimento della massa liquida.
Il deflusso prodotto da un
elemento di area dA per
raggiungere la sezione di
chiusura deve attraversare la
serie di canali posti da detta
area e luscita del bacino.
Ogni punto del bacino
caratterizzato solo dal tempo di
corrivazione.
si possono individuare le linee
isocorrive costruendo la curva
delle aree A ed i tempi t.
La derivata di detta curva rispetto al tempo t divisa per larea totale
del bacino AT fornisce lo IUH del modello cinematico.

Per lapplicazione del metodo occorre dividere larea del bacino imbrifero in
sotto aree che hanno lo stesso tempo di corrivazione isocorrive
La formazione del deflusso alla sezione di chiusura
S del bacino pu essere cos schematizzato.

Le righe della tabella per ogni tempo t indicano


come le aree del bacino Ai contribuiscono al
formarsi del deflusso nella sezione di chiusura
del bacino

Costruzione delle linee


Isocorrive
Mediante lutilizzo del Digital Elevation
Model del terreno possibile ricavare le
caratteristiche morfometriche del bacino
imbrifero.

Utilizzando la curva ipsografica


indicando con n il numero delle
aree Ai delle isocrone di
ampiezza :

Quota media bacino 2262.6 [m s.m.]

Applicazione Ceppo morelli modello cinematico o della corrivazione

G.I.U.H. idrogramma istantaneo geomorologico


Negli anni ottanta la ricerca Idrologica ha dimostrato che tramite la conoscenza
della struttura della geomorfologia fluviale del bacino possibile effettuare la
stima del suo dellIdrogramma Unitario Istananeo IUH utilizzando il modello
gerarchico del reticolo idrografico di Horton-Strahler.
Seguendo questo approccio si definito il G.I.U.H. Geomorfologioco
Idrogramma Unitario Istantaneo

Il modello si basa sui rapporti hortoniani di Horton-Strahler bacino:


RA rapporto delle aree
RB rapporto delle biforcazioni
RL rapporto delle lunghezze
L lunghezza dellasta fluviale di ordine massimo
V velocit media spazio-tempo di propagazione nella rete idrografica

Mediante lutilizzo del Digital Elevation


Model del terreno possibile ricavare le
caratteristiche morfometriche del bacino
imbrifero.

Il modello GIUH_Gamma, per un bacino idrografico di superficie A, rappresenta landamento


dellidrogramma di piena tramite lintegrale di convoluzione:

=
0

exp
()

I parametri del modello GIUH:


0.78

parametro di forma

= 3.29

parametro di scala

= 0.70

0.07

0.48

Applicazione G.U.I.H.

Leffetto dellassorbimento del terreno sulla


valutazione delle piene

Terreno
asciutto
umido
saturo

CN
Piog. Piog_net
AMC assunto [mm]
[mm]
I
62.7 206.0
94.5
II
80.0 206.0
145.3
III
90.2 206.0
176.2

S
Qmax
(rit.pot.) P_net/Piog calcolata
[mm]
{%}
[mc/s]
151.2
73.4 339.85
63.5
30.8 487.34
27.6
13.4 546.37

Lutilizzo dei
serbatoi come
misuratori di
portata

Alluvione Piemonte ottobre 2000

Direct
Reservoir
Routing
Continuity Equation :

q(t)

2S2
2S1
O2 I1 I 2 O1
t
t
Storage Indication Quantity

2S i
Oi
t

Inverse
Reservoir
Routing
Conservation of Mass :
dS
I t Ot
dt
dS
dt

q(t)

The Derivative is obtained


through the combination of
the functions V(h) and H(t)

Inverse Reservoir Routing, consente:

Di valutare la portata al colmo;


di valutare i volumi complessivamente transitati nella
sezione di sbarramento;
di tarare e validare eventuali modelli di
trasformazione tra afflussi meteorici e deflusso
fluviale, essendo londa in ingresso la risposta
idrologica del bacino allo scroscio di pioggia;
di ricostruire la gestione dellevento di piena; infatti,
confrontando lidrogramma (ricostruito) in ingresso al
serbatoio con quello in uscita si possono evidenziare
eventuali anomalie.

In particolare, la qualit di questi dati appare assai superiore a quella dei


dati idrometrici tradizionali, poich, nelle condizioni di massima piena, le
stazioni idrometriche vengono giocoforza ad operare in un campo della scala
di deflusso che risulta assai lontano da quello di taratura diretta.

Diga di Ancipa - Ricostruzione


dellevento di piena 1973
Tra il giorno 30 dicembre del 1972 ed il 1 gennaio 1973 si
registr un evento pluviometerico di notevole intensit. Il livello
dinvaso della diga di Ancipa sal di ben 18.95 m in circa 24 ore.
Tramite una ricerca effettuata in archivio sono stati reperiti i
documenti manoscritti dellepoca che contengono levoluzione
cronologica del livello dinvaso e il grado di apertura delle due
paratoie a ventola.

Diga di Ancipa - Evento 28/12/72 -3/1/73 - Dati misurati sulla diga

grado apertura
ventola
Giorno

Le osservazioni
rilevate in diga

27
28
29
30
31
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3

mese

12
12
12
12
12
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1

anno ora minuti

72
72
72
72
72
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73
73

0
0
0
0
0
0
0
0
2
3
4
5
6
7
8
10
11
14
17
20
22
23
2
2
4
6
8
10
11
12

0
0
0
0
0
0
0
50
0
15
10
15
15
15
30
30
40
30
30
30
10
50
10
25
0
30
0
10
25
10

livello
serbatoio

924.72
924.78
924.82
924.85
933.00
943.80
949.51
949.58
949.58
949.58
949.58
949.58
949.58
949.51
949.50
949.46
949.41
949.42
949.41
949.46
949.44
949.46
949.50
949.52
949.52
949.52
949.46
949.44
949.43
949.41

sinistra

0
0
0
0
0
0
0
4.5
5
5
5
5
5
5
5
4.5
0
0
0
0
0
0
0
3
3
3
3
0
0
0

destra

0
0
0
0
0
0
0
5
5
5
5
5
5
5
5
5
4.5
5
4.5
4.5
4.5
0
0
3.5
4
4
4
4
3.5
0

La ricostruzione della piena


Ancipa
Piena ricostruita evento 28/12/72 - 3/1/73
Volume di piena = 24.515 Mmc

140

955

120

100

950

945

q_out

Portata; mc/s

livello
80

max-reg

940

max_inv
60

935

40

930

20

925

0
28/12/72 0.00

920
29/12/72 0.00

30/12/72 0.00

31/12/72 0.00

01/01/73 0.00

Tempi

02/01/73 0.00

03/01/73 0.00

04/01/73 0.00

Livello; m s.m.

q_in

Confronto tra idrogramma ricostruito e calcolato


tempo di ritorno
(anni)

Portata
(mc/s

100
100
500
1000

IDROGRAMMI PIENA
900.0

Piena ricostruita con dati diga

Volume
(Mmc)

594
677
794
886

14.54
16.84
19.82
22.35

118.7

24.52

800.0

E interessate
osservare che la
piena ricostruita,
pur avendo tempo
di ritorno
inferiore ai 100
anni, ha un volume
complessivo
superiore a quello
della piena
millenaria
calcolata.

700.0

Q [ mc/s]

600.0

500.0

400.0

300.0

200.0

100.0

0.0
0.0

20000.0

40000.0

60000.0

80000.0
TEMPI [sec]

100000.0
Q100

120000.0
Q200

140000.0
Q500

160000.0
q1000

Caratteristiche Tecniche delle Grandi Dighe Italiane

Onda Massima

Altezza di Massima Ritenuta

Quota di
Massimo Invaso
Volume di Laminazione
Volume Utile
di Regolazione

Parapetto

Quota di
Coronamento
Franco

Quota
Massima di
Regolazione

Sfioratore
Scarico di
Alleggerimento
Opera di Presa

Volume Totale
dInvaso

Punto pi depresso dellalveo naturale in


corrispondenza del paramento di monte

Quota Minima
di Regolazione
Scarico di Fondo
Scarico di
Esaurimento

Altezza della Diga

Franco Netto

Se il livello nel
serbatoio
supera
questa
quota
si
attiva la fase di
PERICOLO

Scaricatore di piena

Coronamento

Quota di Massimo Invaso

Franco

Quota di massima Regolazione

Livello idrico nel serbatoio

Scarico di
Alleggerimento
Opera di Presa

Se
il
livello
nel
serbatoio
supera
questa quota si attiva
la fase di vigilanza
rinforzata
ALLERTA

Scarico di fondo
Scarico di esaurimento

Potere laminatore delle dighe


Con la dizione potere laminatore delle dighe si intende la
caratteristica che hanno le dighe di dare: portate massime di
deflusso ritardate e ridotte di valore rispetto alle corrispondenti di
afflusso.
Inoltre, il diagramma di deflusso solitamente pi regolare di quello
di afflusso per la scomparsa di massimi e minimi secondari.

q(t)

Idrogramma in ingresso alla diga

Riduzione picco di piena


Idrograma laminato

t
101

Traslazione temporale q max uscente

Quota coronamento Quota max invaso + franco netto

102

Calcolo della portata di progetto


di una diga

Per il bacino idrografico della diga di Pietrarossa, si dispone delle piogge intense
di durata 1, 3, 6, 12 e 24 ore nelle stazioni pluviometriche di Caltagirone (46
anni), Piazza Armerina (44 anni) e Raddusa (37 anni).

E stato eseguito il fitting delle serie storiche per verificare il grado di adattamento
alle distribuzioni probabilistiche: GEV, EV1, EV2 e Log_normale.

La distribuzione GEV si
adatta ai dati empirici in
maniera migliore rispetto
alle altre distribuzioni
indagate

Curve di possibilit pluviometrica

Piazza Armerina
h = a tn

Caltagirone
h = a tn

Raddusa
h = a tn

TR

TR

TR

10

44.61

0.3326

10

38.31

0.2613

10

41.36

0.243

50

66.29

0.3326

50

51.40

0.261

50

53.69

0.243

100

77.02

0.3326

100

57.00

0.261

100

58.49

0.243

500

106.14

0.3327

500

70.09

0.2612

500

68.69

0.2431

1000

120.79

0.3326

1000

75.81

0.2612

1000

72.73

0.2431

Facendo riferimento alla distribuzione GEV che si adatta ai campioni di dati a disposizione in maniera
migliore rispetto alle altre distribuzioni indagate, sono state infine determinate le curve di possibilit
pluviometrica per ciascuna delle tre stazioni prese in esame Dalle curve appare evidente la notevole
differenza del regime pluviometrico tra la stazione di Piazza Armerina (posta a quota 721 m s.m.) e le
stazioni di Caltagirone (513 m s.m.) e Raddusa (300 m s.m.).

Il bacino idrografico
Dal modello digitale del terreno in scala 1:100.000 dell'I.G.M. stato estratto il
bacino idrografico sotteso dalla diga di Pietrarossa. In fig. 3 stato riportato il
bacino di Pietrarossa con il reticolo idrografico e l'ubicazione georeferenziata
delle stazioni pluviografiche utilizzate. In fig. 4 sono riportate le porzioni interne
al bacino dei topoieti corrispondenti alle stazioni pluviografiche.

In tabella sono riportatele


estensioni delle aree
d'influenza di ciascuna
stazione all'interno del bacino.

STAZIONE

km2

% su area totale

Caltagirone

57.5

22

Diga Cimia

4.3

Diga Nicoletti

0.9

Piazza Armerina

149.8

57

Raddusa

41.3

16

Ramacca

7.2

261

100

Totale

Tabella 2
261 km2

Area

l'analisi morfologica del bacino ha


fornito, oltre alle grandezze di uso
corrente nelle elaborazioni tradizionali
(area, lunghezza dell'asta principale,
pendenza media, tempo di corrivazione
etc.) anche tutti gli altri parametri
introdotti dalla teoria di Horton-Strahler
ed utilizzati nei modelli idrologici,
afflussi-deflussi, pi recenti ed affidabili
G.I.U.H (Idrogramma Unitario Istantaneo
Geomorfologico).

Altitudine massima

890 m s.m.

Altitudine media

444 m s.m.

Pendenza media dei versanti

110 m/km

Pendenza media dell'asta principale

18.7 m/km

Distanza max lungo il reticolo canalizzato


Tempo di corrivazione (Giandotti)

35.5 km
8.8 ore

fattore di forma

0.202

coefficiente di forma

3.878

Lunghezza dell'asta di ordine massimo


Indici di Horton: RB, RL, RA

Tabella 3

19.54 km
4.32, 2.27,
4.43

Trasformazione afflussi deflussi


Il calcolo degli idrogrammi di piena alla sezione della diga stato effettuato mediante
un modello di trasformazione afflussi-deflussi, basato sulla stima dell'idrogramma
unitario istantaneo geomorfologico (G.I.U.H.). Il modello utilizza le caratteristiche
morfolometriche del bacino idrografico schematizzate secondo le leggi di HortonStrahler.

Quale input idrologico stata assunta una precipitazione di intensit costante


pari a quella delle curve di possibilit pluviometrica calcolate in precedenza in
base alla distribuzione GEV, relative ad una durata di 9 ore (tempo di
corrivazione del bacino) e pesate in base all'estensione dei tre topoieti di
riferimento in rapporto all'area totale del bacino.

Per riprodurre nella maniera pi verosimile possibile l'effettiva distribuzione


spaziale delle precipitazioni. Le precipitazioni con tempo di ritorno del bacino
sono state pesate con la percentuale del topoieto della stazione,

STAZIONE

% topoieto
su area bacino

hTR10
(mm)

hTR50
(mm)

hTR100
(mm)

hTR500
(mm)

hTR1000
(mm)

Caltagirone

23

68.0

91.2

101.2

124.4

134.6

Piazza Armerina

59

92.7

137.7

160.0

220.5

250.9

Raddusa

18

70.6

91.6

99.8

117.2

124.1

83.0

118.7

135.6

179.8

201.3

Altezze medie sul bacino

Tabella 4

Per il calcolo della pioggia netta, si fatto ricorso alla teoria del Soil
Conservation Service (S.C.S.), utilizzando un valore di CN (Curve Number)
pari a 90, valore adeguato al carattere mediamente impermeabile del bacino
(terreni in prevalenza argillosi, a destinazione boschiva e prato-pascolo).

I risultati del modello afflussi-deflussi rappresentati dalle portate al colmo e dai


volumi di piena.

TR

Qmax (m3/s)

Volume (m3x 106)

10

542

15

50

830

23

100

967

27

500

1325

38

1000

1500

43

Trasformazione afflussi-deflussi
Il calcolo degli idrogrammi di piena alla sezione della diga stato effettuato mediante
un modello di trasformazione afflussi-deflussi, basato sulla stima dell'idrogramma
unitario istantaneo geomorfologico (G.I.U.H.). Il modello utilizza le caratteristiche
morfologiche del bacino idrografico schematizzate secondo le leggi di Horton-Strahler
e parametrizzate mediante gli indici indicati nella precedente tabella 3.

Quale input idrologico stata assunta una precipitazione di intensit costante pari
a quella delle curve di possibilit pluviometrica calcolate in precedenza in base
alla distribuzione GEV, relative ad una durata di 9 ore (tempo di corrivazione del
bacino) e pesate in base all'estensione dei tre topoieti di riferimento in rapporto
all'area totale del bacino.
In tal modo si voluto riprodurre nella maniera pi verosimile possibile l'effettiva
distribuzione spaziale delle precipitazioni.
In tabella 4 sono riportate, per ciascuna stazione pluviografica e per i vari tempi di
ritorno considerati, le altezze di precipitazione di durata 9 ore. Nell'ultima riga sono
indicate invece le altezze medie di precipitazione di durata 9 ore pesate sul bacino.
Tali altezze sono quelle utilizzate dal modello.

Trasformazione afflussi/deflussi - Modello Geomorfologico


TR = 500 anni

1600

1400

10

1200

20

1000

30

800

40

600

50

400

60

200

70

80

10

12

14

Tempo (ore)
Portata

Pioggia

Pioggia netta

16

18

20

Tasso di precipitazione (mm/h)

Portata (m3/s)

FIG. 10

Trasformazione afflussi/deflussi - Modello geomorfologico


TR = 1000 anni

1600

1400

10

1200

20

1000

30

800

40

600

50

400

60

200

70

80

10

12

14

Tempo (ore)
Portata

Pioggia

Pioggia netta

16

18

20

Tasso di precipitazione (mm/h)

Portata (m3/s)

FIG. 11

A titolo indicativo, stato riportato un confronto tra i valori di portata di piena calcolati
nell'ambito con il modello utilizzato e quelli ricavabili applicando la metodologia del
Rapporto VA.PI. per la Regione Sicilia redatto dal C.N.R. - G.N.D.C.I. che utilizza la
teoria della regionalizzazione dell'informazione idrometrica ed utilizza la distribuzione
probabilistica di tipo TCEV.
TR

Qc (affl./defl.)

Qc (VA.PI.)

Qc (affl./defl.)/(VA.PI)

(anni)

(mc/s)

(mc/s)

(-)

10

542

390

1.39

50

830

627

1.32

100

967

729

1.33

500

1325

965

1.37

1000

1500

1067

1.41

Circa le differenze riscontrabili tra le due valutazioni osserviamo:


la modello afflussi-deflussi utilizzata nella caso in proposto fa riferimento ad una
informazione idrologica aggiornata (fino all'anno 2000),prende in esame le effettive
caratteristiche geomorfologiche e pluviometriche del bacino di interesse;
la metodologia proposta nel Rapporto VA.PI., consente di tener conto del regime
idrologico locale soltanto attraverso la "portata indice" del corso d'acqua. Tale
parametro, in assenza di misure dirette di portata, viene calcolato con una formula
dipendente solo dall'area del bacino sotteso e, quindi, non in grado di portare in
conto in modo adeguato le peculiarit geomorfologiche e idrologiche del sito.

LAMINAZIONE DELLE PORTATE DI PIENA


Attuale stato di consistenza delle opere la seguente:
rilevato diga con sommit a quota minima pari a 189 m s.m. (7.5 m e 0.65 m al
di sotto, rispettivamente, delle quote di coronamento e di massima regolazione
previste in progetto);
scarico di superficie a soglia libera, con ciglio sfiorante a quota 188.35 m s.m.
(massima regolazione);
scarico di fondo con soglia d'imbocco a quota 176 m s.m., intercettato da due
paratoie in serie di dimensioni 3.20m x 3.60m con battuta a quota 164 m s.m.;
scarico di esaurimento costituito da n. 2 tubazioni DN 1400, con imbocco a
quota 166.50 m s.m.
Per la valutazione dei possibili scenari in caso di eventi di piena, stato effettuato il
calcolo della laminazione degli idrogrammi calcolati precedentemente, utilizzando
un apposito programma alle differenze finite basato sull'equazione di continuit dei
serbatoi:
Qe(t) - Qu(t) = dw(t) / dt
dove:
Qe(t) : portata entrante all'istante t;
Qu(t) : portata uscente all'istante t;
w (t) : volume nel serbatoio all'istante t;
dt : passo di integrazione.

FIG. 12

Invaso di Pietrarossa
Curva dei volumi

195.0
Quota coronamento attuale = 189 m s.m.

190.0
Quota sfioratore = 188.35 m s.m.

Quote (m s.m.)

185.0
Curva dei volumi

180.0

175.0
Quota scarico di fondo = 176 m s.m.

170.0
Quota scarico esaurimento

165.0

160.0
0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

45.0

50.0

Volumi (x Mmc)

Il calcolo stato eseguito con l'ipotesi di serbatoio vuoto all'inizio dell'evento di piena,
con scarichi di fondo e di esaurimento in posizione di totale apertura.

FIG. 13

Laminazione delle piene


Idrogrammi

1600
1400
Qin-TR10

1200

Qout-TR10
Qin-TR50

1000

Portate (m /s)

Idrogrammi in entrata

Qout-TR50
Qin-TR100

800

Qout-TR100
Qin-TR500

600

Qout-TR500
Qin-TR1000

Idrogrammi in uscita

400

Qout-TR1000

200
0
0

10

20

30

Tempo (ore)

40

50

60

FIG. 14

Laminazione delle piene


Andamento dei livelli idrici nel serbatoio

195
Quota coronamento = 189 m s.m.

190

Livelli idrici (m s.m.)

Quota sfioratore = 188.35 m s.m.

TR=10

185

TR=50
TR=100
180

TR=500
TR=1000
Quota sfioratore

175

Q attuale coronamento

Quota scarico di fondo = 176 m s.m.

Quota scarico di fondo

170

Quota scarico esaurimento

Quota scarico esaurimento

165

160
0

10

20

30

Tempo (ore)

40

50

60

FIG. 15

Laminazione delle piene


Durate dei livelli

195

Quota coronamento = 189 m s.m.

Livelli idrici (m s.m.)

190

Quota sfioratore = 188.35 m s.m.


TR=10

185

TR=50
TR=100
TR=500

180

TR=1000
Quota sfioratore
Quota attuale coronamento
Quota scarico di fondo

175

Quota scarico esaurimento


Quota scarico di fondo = 176 m s.m.

170
Quota scarico esaurimento

165
0

10

20

30

Durata (ore)

40

50

60

TR

Massimo livello
idrico (m s.m.)

Distanza del livello


idrico dal coronamento (m)

10

178.47

10.5

50

182.00

7.0

100

183.35

5.6

500

186.71

2.3

1000

188.13

0.9

Le dighe sono tutte georeferenziate

Dati geomorfologici

0262A LAGO GOILLET


Modello afflussi deflussi GLOBALE (CN_SCS)+(GIUH_GAMMA)

Serie storiche dei livelli

Statistiche sui livelli

Curva di invaso

Curve delle portate scaricate

La tutela dei territori di valle

Portata massima transitabile in alveo


Per meglio comprende il contesto in cui la determinazione di
tale portata si inserisce occorre ricordare:
la

crescente ed incontrollata antropizzazione dei territori


a valle degli sbarramenti oltre alla scarsa manutenzione
degli alvei;
la presenza di dighe nei territori, specialmente montani,
ha reso abitabili territori che il normale regime delle piene
era solito riservare alle vicende dei fenomeni naturali.

Tutto ci v inoltre messo in relazione, anche, alla tipologia


degli scaricatori di piena delle grandi dighe italiane ed al
numero di quelli manovrabili.

La tutela dei territori di valle

Portata massima transitabile in alveo


Tipologia degli scarichi di superficie
La problematica
riguarda il 47%
degli scaricatori
di piena oltre
agli scarichi di
vuotatura

soglia libera +
luci manovrabili
12%

solo soglie
manovrabili
35%

superficie
soglia libera
53%

La tutela dei territori di valle

Portata massima transitabile in alveo


Solo il 35% delle dighe possono far defluire in alveo le
portate di dimensionamento degli scarichi manovrabili
Qmax transitabile a valle
0.75>r>1.00
6%

r = q(m ax_trans) / qtotale m anovrabile


r>1.00
35%

0.50>r>0.75
9%

0.25>r>0.50
11%
0>r>0.25
39%

Lefficienza degli sfioratori


durante gli eventi di piena

La gestione dei serbatoi durante gli


eventi di piena
Il documento di protezione civile
Circ. n. DSTN/2/7019 del 19/03/1966
individua le condizioni che devono verificarsi nellimpianto di ritenuta
perch si debba attivare il sistema di protezione civile e le procedure da
porre in atto.
Il documento prevede le seguenti fasi di vigilanza sul serbatoio:

Pre allerta (vigilanza ordinaria);


Allerta (Vigilanza rinforzata Pericolo - Collasso).

Le due fasi vengono attivate, in concomitanza di apporti


idrologici significativi, quando il serbatoio raggiunge la
quota di massima regolazione o quella di massimo invaso

I piani di laminazione
La gestione dinamica delle piene si realizza mediante
operazioni di svasi anticipati riservando una disponibilit di
volume disponibile per larrivo del picco di piena.
Attraverso lo svuotamento preventivo viene liberato un
volume utile allo stoccaggio del colmo di piena.

Questo concetto di gestione delle piene con operazione


preventive di svuotamento, pu offrire una protezione
efficace per le piene di tempo di ritorno tra 50 e 100 anni
e pu rivelarsi, anche, una utile misura complementare alle
altre protezioni strutturali (vasche di espansione, dighe
fusibili) realizzate per la difesa dei territori da eventi
caratterizzati da tempi di ritorno pi elevati.

Programma dinamico
Lapplicazione del programma dinamico, impone un
appropriato ed affidabile preavviso meteo in maniera da
poter programmare eventuali rilasci o svuotamenti
preventivi del serbatoio.
La gestione dovr rispettare i seguenti vincoli:
massimizzare la ritenzione del volume di piena
minimizzare le operazioni di svuotamento preventivo
possibilmente gestire il serbatoio senza provocare i
livelli di attenzione o pericolo.

Laminazione dinamica

portata
[mc/s]

800

195.5
195
194.5
194
193.5
193

600
400
200
0
0

10

20

30

40

50

60

livello [m
s.m.]

c o n s c a ric hi a nt ic ipa t i di 2 4 o re
liv e llo inizia le s e rba t o io 19 4 .5 3 m s .m . Q m a x_ o ut 3 0 7 .6 5 m c / s
Q m a x_ s c a ric a t a dura nt e l'e v e nt o 5 5 9 m c / s

70

Tempo[ore]
QAFF

scarichi lam. dinamica

scarico effettivo

H[msm]

Portate scaricate
[mc/s]

Curva di durata portate scaricate


laminazione dinamica
600
500
400
300
200
100
0
0

10

20

30

40

50

Tempo [ore]
laminazione dinamica

scaricata durante l'evento

60

0.6
0.5

195.5
195.0

0.4
0.3

194.5
194.0

0.2
0.1

193.5

0.0

193.0
0

10

20

30

40

50

60

tempo[ore]
aper. ventola

aper. fondo

H[msm]

Hmax_reg

livello [m s.m.]

apertura luci di
scarico [%]

Manovre effettuate sugli scarichi Lam inazione dinam ica


scarichi anticipati di 24 ore livello iniziale serbatoio 194.53 m s.m .

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