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2. 7.1.

3 Le cur ve segnalatrici di possibilità climatica

La relazione tra altezza di precipitazione e durata si


rappresenta comunemente con una curva che fornisce. per un
assegnato valore del tempo di ritorno T . la relazione tra la durata
della pioggia r e la relativa altezza di precipitazione h, In alternativa
si può usare una curva che fornisce . per un assegnato valore del
tempo di ritorno T . la relazione - del tutto equivalente a quella

127
Ugo Mo1se llo
ldr olog1a tecni ca

precedente - tra la durata della pioggia t e la relativa intensità


media di precipitazione

. h
(2 .4) lm = -.
t

In Italia si usa comunemente la curva che fornisce la


relazione tra la durata della pioggia t e la relativa altezza di
prec1pllazione h , che prende il nome di curva segnalatrice di
possibilità climatica (o curva di possibilità climatica o curva
segnalatrice di possibilità pluviometrica o curva di probabilità
pluviometrica) . In pratica non ci si limita mai a una curva sola, ma
si considera un fascio di curve, ciascuna delle quali corrisponde a un
valore diverso del tempo di ritorno .
Per individuare la curva di possibilità climatica con
accettabile approssimazione è necessario conoscere le altezze di
precipitazione corrispondenti al tempo di ritorno fissato per un
certo numero di durate diverse , opportunamente scelte .
Il tempo di ritorno che si attribuisce convenzionalmente a
una curva è quello comune alle altezze relative alle diverse durate ,
vale a dire ai singoli punti di cui è costituita .
Per costruire le curve di possibilità climatica è necessario
esprimere, per le varie durate t, l'altezza di pioggia h in funzione del
tempo di ritorno T . A questo scopo si eseguono delle elaborazioni
statistiche su campioni di altezza di pioggia relativi a intervalli di
tempo di varia durata , opportunamente selezionati dalle
osservazioni disponibili . Comunemente si selezionano da ogni evento
di pioggia gli intervalli di tempo che forniscono , per le durate
considerate , le massime altezze di pioggia , trascurando
completamente la parte dell 'evento che precede e quella che segue
l'intervallo selezionato.
La relazione tra l'altezza di pioggia h e il tempo di ritorno T si
può determinare con diversi metodi . Ricordiamo qui i due che sono
oggi usati più comunemente .
Il primo metodo (analisi dei mass1m1 annuali) , di gran lunga
il più usato , consiste nell'individuare, per ogni durata r , la
distribuzione di probabilità del massimo annuale h dell 'altezza di
pioggia, dalla quale si può ricavare il valore con il tempo di ritorno
T prefissato ( Maione e Moisello , 1993). Il procedimento comporta
l'uso , per ogni durata , di una sola osservazione per anno . Il massimo
annuale dell'altezza di pioggia h di una certa durata t si assume
distribuito secondo una certa legge probabilistica (in genere la legge
di Gumbel o la legge lognormale). cui parametri si stimano a
partire dal campione disponibile . I massimi dell'altezza di

128
Cap110Jo 2
Le prec1pttaz1on1

precipitazione per le varie durate si ricavano dalle registrazioni


della stazione pluviometrica alla quale s1 fa riferimento . Per molte
stazioni si trovano già pubblicati (in Italia negli Annali Idrologici) 1
massimi annuali relativi a diverse durate . Una volta effettuata
l'elaborazione statistica dei massimi annuali di precipitazione si
riportano in un grafico, con le durate t in ascisse e le altezze di
pioggia h in ordinate, i valori dell'altezza di pioggia forniti per il
tempo di ritorno T assegnato dalle leggi di probabilità che
corrispondono alle diverse durate . Infine si interpolano i punti con
una curva .
Il secondo metodo (analisi delle eccedenze) consiste
nell'adoperare anche le osservazioni che non coincidono con il
massimo annuale (Maione e Moisello. 1993). purchè superiori a un
certo valore di soglia prefissato (il numero delle osservazioni m è
quindi generalmente maggiore del numero degli anni N) e relative a
eventi tra loro indipendenti . Due eventi si considerano indipendenti
quando sono separati da un intervallo di tempo senza pioggia di
lunghezza sufficiente (la lunghezza minima si assume in pratica
dell'ordine di 2+6 h) .
I procedimenti possibili sono diversi . Il più semplice consiste
nell'individuare , all'interno di ogni evento . l'intervallo di tempo
della durata prefissata al quale corrisponde la massima altezza di
pioggia, nel selezionare le m osservazioni superiori al valore di
soglia e nell'eseguire quindi un 'ordinaria elaborazione statistica del
campione di m elementi così ottenuto . Il tempo di ritorno T che
corrisponde al valore dell'altezza di pioggia con probabilità di non
superamento P, fornito dall'espressione

(2.5) T= - l - ,
I - p

risulta espresso in numero di osservazioni . Per esprimere il tempo


di ritorno in anni occorre moltiplicare il valore fornito da questa
espressione per il rapporto tra il numero N degli anni e il numero m
delle osservazioni .
Come si è detto. la relazione tra durate e altezze di pioggia si
può esprimere assegnando la funzione che lega la durata t e l'altezza
di pioggia h oppure assegnando la funzione che lega la durata t e
l'intensità media di pioggia lm .
L' interpolazione dei punti che rappresentano le altezze di
pioggia corrispondenti alle diverse durate si può eseguire in diversi
modi . In passato si ricorreva a interpolazioni grafiche . Oggi si
adoperano esclusivamente delle curve a cui corrisponde
un 'espressione analitica .

129
Ugo Mo1sello
ldro lo g1a 1ecn1ca

Le formule interpolanti utilizzate in pratica si possono


ricondurre a due espressioni generali (Wenzel, 1982). che
forniscono l'intensità media di precipitazione im nell'intervallo di
tempo di durata t .
Indicando con a . b e e dei parametri, i cui valori dipendono in
generale dal tempo di ritorno T, le due espressioni generali sono,
rispettivamente ,

(2 .6) im(t)= ab
(t +e )

(2 . 7) im(t)=-ba .
t +e

Passando dall'intensità media im all 'altezza di prec1p1tazione


h , assumendo il parametro e uguale a zero e indicando con n la
differenza 1 - b , da entrambe le espressioni si ricava
immediatamente l'espressione monomia di uso comune (e l'unica
adoperata in Italia) (Linsley et al ., 1949) (Tonini , 1959) (Mignosa e
Paoletti , 1996 )

(2 .8) h (t) =atn .

Assumendo il parametro b uguale a uno , da entrambe le


espressioni si ricava l'espressione , anch'essa di uso comune (Linsley
et al .. 1949) (Réméniéras , 1965 ).

(2 .9) im(t)=-a- .
t+ e

Una caratteristica delle espressioni monomie (come sono


quelle usate in Italia per rappresentare le curve segnalatrici di
possibilità climatica) che risulta molto utile ai fini pratici è quella di
essere rappresentate su una carta logariunica da rette . Per meglio
interpolare i punti che rappresentano le altezze di pioggia h
corrispondenti alle durate t considerate si usano spesso monomie
diverse , cioè caratterizzate da valori diversi dei parametri a ed n, a
seconda del campo di valori di durata considerato. Questo equivale a
sostituire sulla carta logariunica una spezzata alla retta . L'uso di una
spezzata è in sostanza imposto dall'avere ridotto da tre a due i
parametri della curva di possibilità climatica. Usando tre parametri
si riesce a interpolare bene i punti sperimentali con una sola curva.

130
Capttolo 2
Le prec1pttaz1on 1

Il grado di affidabilità con cui si determinano le curve di


possibilità climatica dipende ovviamente dalla dimensione dei
campioni di altezze di pioggia disponibili per le diverse durate .
Quanto più numerosi sono i campioni , tanto più affidabili sono le
stime delle altezze di pioggia che corrispondono ad assegnati tempi
di ritorno e tanto più affidabile è la curva di possibilità climatica
ottenuta per interpolazione . Generalmente, però. le dimensioni dei
campioni sono sempre ridotte (ciascuna serie di massimi annuali è
raramente composta di più di 20+30 elementi) . Questa circostanza
consiglierebbe di derivare la curva da un insieme di dati rilevati a
diverse stazioni (cioè di riportare sul grafico, in corrispondenza di
una stessa durata , più punti, corrispondenti alle altezze di pioggia
stimate per diverse stazioni) : l'errore causato dal trascurare le
possibili differenze climatiche tra una stazione e l'altra risulterebbe
verosimilmente inferiore a quello causato dall'insufficienza del
campionamento (Moisello et al ., 1984 ). Ciò nonostante, e sebbene
esistano anche in Italia diversi esempi di studi sulle piogge intense
effettuati su scala regionale, è ancora pratica comune determinare
le curve di possibilità climatica adoperando le osservazioni di una
sola stazione .
Nella maggior parte delle applicazioni , però , il regime che
interessa non è quello delle precipitazioni puntuali. relative a una
singola stazione , ma quello delle prec1p1tazioni medie , o
ragguagliate, relative all'area in esame . In linea di principio , le
curve di possibilità climatica delle piogge ragguagliate si possono
costruire con lo stesso procedimento illustrato per le piogge
puntuali . L'unica differenza è che m questo caso massimi
dell'altezza di precipitazione rappresentano delle precipitazioni
ragguagliate all'area . Per ricavare i massimi è necessario eseguire
un'elaborazione preliminare delle registrazioni pluviometriche delle
stazioni scelte come rappresentative , così da determinare
l'equivalente della registrazione (che ovviamente non esiste)
dell'altezza di pioggia media caduta sull'area in esame . In realtà
l'elaborazione preliminare risulta così gravosa, che anche in questo
caso si parte generalmente da curve di possibilità climatica
puntuali , effettuando il ragguaglio in un secondo tempo, come è
descritto nel par. 2.7.2.
3. DATI DISPONIBILI
Alla raccolta dei dati di pioggia provvede istituzionalmente il Servizio
Idrografico con la sua rete di monitoraggio. I dati rilevati sono riportati
negli annali idrologici in termini di piogge giornaliere (mm di pioggia ca-
duti nelle 24 ore) o di piogge intense, (valori massimi di precipitazione
verificatisi in 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, non necessariamente nello
stesso giorno). Gli Annali riportano, in definitiva, altezze di precipitazione
e durate. Risultano fondamentali, quindi, le leggi di correlazione tra le al-
tezze di pioggia e le durate. Tali relazioni sono, generalmente, del tipo:

h=a t"
In cui a (funzione del tempo di ritorno) ed n sono delle costanti da deter-
minare caso per caso.
Le curve dedotte per ciascuna stazione e per vari tempi di ritorno, i
chiamano curve di possibilità pluviometrica o climatica o linee segnalatrici

80
Le precipitazioni • CAPITOLO 5

di probabilità pluviometrica. Le curve di possibilità pluviometrica mostra-


no come la relazione altezza-durata sia sempre costante.

Tabella lii - Prttlpltazlooi di m..slma Intensità rqlstralt al pluviografi Anno 1995

INTERVALLO DI ORE
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Figura V.3

81
Rischio idrogeologico

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Figura V.4
Fonte: Da Peppo L., Oatei C.. Salandin P.. Siste111a;:.io11e dei corsi d'acqua, 1997.

L'espressione in forma logaritmica delle curve di possibilità pluviometrica:


log h = log a +n log t

permette di rappresentare su un piano semilograritmico del legame h(t).


Per ciascun tempo di ritorno (si ricorda che a= f(Tr)) si avrà una retta. Tutte
le rette saranno parallele tra loro, a meno di modeste differenze dovute alla
natura dei dati trattati. (figura V.4)
Può essere utile riportare in termini di intensità-durata le piogge. A tale
scopo si definisce intensità di pioggia il rapporto:

i = h/òt (mm/h)
dove òt è l'intervallo orario. Ne consegue che:
i=at<n-I)

È importante, comunque, che sia assicurata l' indipendenza statistica degli


scrosci presi in considerazione. La pioggia è un evento di tipo intermittente:
scrosci che si susseguono con intervalli molto brevi. È, quindi, necessario indi-
viduare eventi determinati da condizioni meteorologiche distinte. Esistono di-
versi metodi per la stima della durata critica di separazione&, ossia dell'inter-
vallo di eparazione minimo tra due diversi scrosci.L'adozione di questi meto-
di porta generalmente a durate critiche dell ' ordine delle 7-8 ore. Nelle pratiche
applicazioni, laddove non è ritenuta fondamentale una netta separazione degli
eventi possono essere ritenuti congrui dt dell ' ordine delle 2-3 ore.

82
Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

Curve di Probabilità Pluviometrica


Si tratta di determinare, per le diverse
durate t, le altezze di pioggia in
funzione del tempo di ritorno T,
attraverso l’ANALISI dei MASSIMI
ANNUALI:
ht,T=aTtnT

Ing. Maria Rosaria Margiotta – gndci121@unibas.it 1


Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

II STEP 1H 3H 6H 12H 24H


Metodo  DEI  
1929 29,5 47,8 58,7 59,0 59,0
Momenti  
1946 14,2 25,3 26,0 26,0 30,5
1947 17,7 23,3 23,3 23,3 23,3
1952 12,0 15,4 17,0 24,5 39,0
1953 18,3 19,2 20,5 25,0 40,5
1954 16,8 19,5 39,5 45,0 56,0
1956 15,0 18,3 18,5 20,9 34,0
1957
1958
20,5
13,0
36,0
18,5
49,3
21,5
49,5
23,0
69,3
26,0
α=1.2825/σx
1959 65,0 82,2 95,2 97,2 98,2
1960 14,5 22,5 23,0 25,5 33,5 ε=µ-0,45σx
1962 20,0 22,0 24,3 24,3 27,0
1968 17,8 27,0 36,6 42,6 55,6
1981 36,0 36,0 37,6 42,0 59,4
1982 16,0 21,0 46,0 47,4 61,0
1983 15,4 15,4 20,0 32,0 41,0
1984 16,0 20,0 32,0 37,4 72,4
1985 22,0 24,0 34,2 58,6 60,0
1986 22,0 27,8 27,8 34,8 42,6

media 21,1 27,4 34,3 38,8 48,9 Parametri

scarto 11,8 15,1 18,2 18,2 18,8 campionari

epsilon 15,8 20,6 26,1 30,7 40,4Parametri


alfa 0,1089 0,0850 0,0705 0,0705 0,0683Gumbel

Ing. Maria Rosaria Margiotta – gndci121@unibas.it 2


Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

III STEP
Nel caso delle piogge il parametro di
posizione della componente di base è l’unico
influenzato da t risulterà:
h‘T=ht,T/ε1,t
Da cui è possibile ricavare:
ht,T=ε1,t*h‘T
e h‘T siccome è indipendente da t per
trovare il legame tra ht,T e t è necessario
passare per
ε1,t=atn
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Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

IV STEP
Trasformiamo l’espressione in forma
logaritmica ottenendo:
logεt= log a + n logt
ln t ln epsilon
Y=0,291x+2,7369
0 2,762835
1,098612289 3,027196 n=0,291

1,791759469 3,261193 a=exp(2,74)= 15,43905

2,48490665 3,422934
3,17805383 3,698958
Che ci ha consentito di determinare:
ε1=a1n; ε3=a3n;……ε24=a24n
parametri epsilon 1 epsilon 3 epsilon 6 epsilon 12 epsilon 24

calcolati 15,44 21,26 26,01 31,82 38,93

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Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

V STEP
In corrispondenza di ogni durata t della
pioggia, determiniamo il parametro k’ della
distribuzione di Gumbel:
K’= 1/(0.4343αε)

K’1 K’3 K’6 K’12 K’24

K't 1,3689 1,2750 1,2554 1,0261 0,8663 K’

1,1583

Dalla media dei quali si otterrà un unico


valore di k’
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Didattica: Valutazione delle
Risorse Idriche Superficiali

VI STEP
Facendo variare il tempo di ritorno T,
dall’espressione: ht,T=a(1+k’logT)tn
Si ottengono le curve di probabilità
pluviometrica
T(10 anni) T(20 anni) T(30 anni) Curva di probabilità pluviometrica
120,0
1 1,30103 1,4771213
100,0
3 45,9 53,3 57,6 T=10 anni
80,0
6 56,1 65,2 70,5
h t,T

60,0 T=20 anni


12 68,7 79,8 86,3
24 84,0 97,6 105,5 40,0 T=30 anni
20,0
0,0
h(t,T)=15,44(1+1,1583logT)t^0,291 0 5 10 15 20 25 30
Tempo(ore)

Ing. Maria Rosaria Margiotta – gndci121@unibas.it 6

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