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Scuola di

Ingegneria

Corso di Laurea magistrale in


Ingegneria Civile

Corso di Problemi fluidodinamici nelle Costruzioni


Curriculum: Strutture
A.A. 2020/2021

Progetto di un sistema di smaltimento e


recupero di acque meteoriche per un
edificio destinato a civili abitazioni

Studente
Tommaso Ballantini

Docente
Prof. Ing. Federico Domenichini

Anno Accademico 2020/2021


Indice
1 - Introduzione ........................................................................................................... 5

2 - Normativa di riferimento ......................................................................................... 6

3 - Analisi pluviometrica .............................................................................................. 7

4 - Progettazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche .........................11

4.1 - Progettazione dei canali di gronda ..................................................................... 12

4.1.1 - Predimensionamento ................................................................................. 12

4.1.2 - Verifica della capacità della gronda ........................................................... 13

4.1.3 - Verifica del battente ................................................................................... 15

4.2 - Progettazione delle bocche di deflusso .............................................................. 16

4.2.1 - Predimensionamento ................................................................................. 17

4.2.2 - Verifica della capacità della bocca di deflusso ........................................... 18

4.3 - Progettazione dei pluviali .................................................................................... 19

4.4 - Progettazione degli sfioratori di troppopieno ....................................................... 20

4.5 - Progettazione dei collettori ................................................................................. 22

4.5.1 - Collettori primari......................................................................................... 23

4.5.2 - Collettori secondari .................................................................................... 23

4.6 - Dispositivi aggiuntivi per il sistema ..................................................................... 24

4.7 - Sistema di ancoraggio del manto di impermeabilizzazione ................................ 25

5 - Progettazione dell’impianto di riutilizzo delle acque meteoriche ..............................27


3
5.1 - Serbatoio di accumulo ........................................................................................ 27

5.2 - Pompa di sollevamento ...................................................................................... 31

6 - Computo metrico estimativo ................................................................................. 34

4
1 - Introduzione
Il presente elaborato ha come oggetto lo studio e la progettazione di un sistema di
smaltimento e raccolta delle acque meteoriche per un edificio destinato a civili abitazioni,
situato nel Comune di Firenze in Viale Alessandro Guidoni.

L’edificio in questione è una palazzina di otto piani fuori terra caratterizzata da una
struttura intelaiata in calcestruzzo armato. L’altezza complessiva dell’edificio, tenendo
conto anche del parapetto perimetrale in copertura, è di 26.30 m. Il corpo di fabbrica
presenta una pianta rettangolare caratterizzata da un lato maggiore di 22.15 m e lato
minore di 12.45 m. La superficie della copertura è pari a 275.77 m2.

La copertura dell’edificio è piana e non praticabile. La sua struttura è stata progettata


nell’ambito del corso di Tecnica delle Costruzioni in laterocemento . Al fine di consentire
il corretto smaltimento delle acque meteoriche è prevista la realizzazione di un massetto
in calcestruzzo che conferisca una pendenza del 2% su ognuna delle falde.

Si assume inoltre che il fabbricato appartenga ad una area urbanistica in cui la


tracimazione dei cornicioni di gronda non causerebbe disagi particolari.

A partire da un inquadramento territoriale dell’edificio, si è proceduto all’analisi


pluviometrica per determinare l’intensità di pioggia, necessaria al calcolo della portata di
progetto per il dimensionamento dei canali di gronda.

Vengono dimensionati inoltre le bocche di deflusso, i pluviali, i collettori, un serbatoio di


accumulo per l’acqua piovana ed infine una pompa per garantire la pressione necessaria
al riutilizzo dell’acqua di raccolta per irrigare lo spazio verde adiacente all’edificio.

5
2 - Normativa di riferimento
La progettazione degli elementi che andranno a costituire il sistema di smaltimento e
raccolta delle acque meteoriche è stata condotta in conformità delle seguenti norme
vigenti:

- Norma UNI EN 12056 – Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno degli


edifici: sistemi di scarico per l’evacuazione delle acque meteoriche, progettazione
e calcolo;
- Norma UNI 10724/2004 – Sistemi di raccolta e smaltimento delle acque
meteoriche: istruzioni per la progettazione e l’esecuzione con elementi discontinui;
- Norma UNI 11442 – Criteri per il progetto della resistenza al vento di coperture
continue;
- Norma UNI EN 806/2010 – Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per
il convogliamento di acque destinate al consumo umano.

6
3 - Analisi pluviometrica
Per il dimensionamento degli elementi che andranno a costituire il sistema di smaltimento
e raccolta delle acque meteoriche è stato necessario effettuare una preliminare analisi
pluviometrica, utilizzando i dati raccolti dalla stazione metereologica di Firenze Università,
corrispondente alla stazione più vicina al sito in cui si trova l’edificio.

Codice Stazione TOS01001096

Denominazione Firenze Università

Latitudine [m] 4852003.85

Longitudine [m] 1681123.90

Tabella 1

L’intensità di pioggia è calcolata ricorrendo all’utilizzo delle linee segnalatrici di probabilità


pluviometrica, la cui espressione è:

𝑖𝑝 = 𝑎(𝑇𝑟 )𝑡 [𝑛(𝑇𝑟 )−1]

dove:

- ip rappresenta l’intensità di pioggia, espressa in mm/h;


- a(Tr) e n(Tr) sono i parametri caratteristici della stazione pluviometrica, funzioni del
tempo di ritorno Tr;
- t è il tempo di pioggia critico, noto anche come tempo di corrivazione, che non
dipende dal tempo di ritorno, ma dalle caratteristiche geometriche del sistema.

La determinazione dell’intensità di pioggia è di fondamentale importanza, dal momento


che rappresenta il dato di base per il dimensionamento di tutti gli elementi necessari allo
smaltimento delle acque meteoriche. Tuttavia, essendo il tempo di corrivazione un
concetto tipico dei bacini idrografici e per questo difficile da estenderne alle dimensioni di
una copertura, si è deciso di assumere cautelativamente il valore di intensità di pioggia
𝑖𝑝 = 180 𝑚𝑚/ℎ, suggerito dalla Norma UNI 10724/2004 e da adottare qualora non si
disponga di una curva di possibilità pluviometrica.

7
I valori di a(Tr) e n(Tr), associati alla stazione meteorologia di Firenze Università, sono
stati ricavati dal sito del SIR (Servizio Idrologico Regionale) della Regione Toscana.

Invertendo quindi l’equazione della linea segnalatrice di probabilità pluviometrica è stato


possibile ricavare il tempo di pioggia critico in funzione dei valori di a ed n per diversi
tempi di ritorno Tr. Di seguito si riportano i risultati:

1
180 𝑛(𝑇𝑟 )−1
𝑡=[ ]
𝑎(𝑇𝑟 )

Tr= 2 anni Tr= 5 anni Tr= 10 anni Tr= 20 anni

a 21.2410 29.9640 36.1930 42.6280


n 0.2358 0.2323 0.2422 0.2559

t [h] 0.0610 0.0968 0.1204 0.1443


t [min] 3.6617 5.8052 7.2262 8.6590

Tabella 2

In prima approssimazione il tempo di pioggia critico tc per la copertura in esame può


essere stimato invertendo l’equazione di moto uniforme sulla falda e supponendo di
essere a regime. Considerando nuovamente una intensità di pioggia di 180 𝑚𝑚/ℎ (che
corrispondono a 0.00005 𝑚/𝑠) e un coefficiente di Manning 𝑛 = 0.01 𝑚/𝑠1/3 si ottiene:

3
𝑠 𝑠
𝑑𝑥 1 𝑑𝑥 5 𝑠5
𝑡𝑐 = ∫ = 3 ∫ 2 = 3 = 53.54 𝑠 = 0.89 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑖
0 𝑈(𝑥) 2 1 5 0 𝑥5
3 2 1 5
𝑖𝑝5 (𝐾𝑠 𝑖𝑓2 ) 𝑖𝑝5 (𝐾𝑠 𝑖𝑓2 )

dove:

- 𝑖𝑓 = 2%, pendenza della falda;


- 𝐾𝑠 = 1/𝑛, coefficiente di Gauckler-Strikler;
- 𝑖𝑝 = 180 𝑚𝑚/ℎ = 0.00001 𝑚/𝑠, intensità di pioggia;
- 𝑠 = 6.23 𝑚, proiezione della lunghezza di falda.

Tenendo però in conto delle numerose ipotesi semplificative:

8
- moto uniforme e legge per le correnti a superficie libera per alti valori delle
pendenze;
- spessore limitato del battente e basse velocità nella parte superiore della falda che
spostano il regime di moto verso un sistema dominato da effetti viscosi, cui
occorrerebbe aggiungere l’influenza della tensione superficiali;
- instabilità del moto (roll-waves);
- transizione tra regime laminare a turbolento;

può essere ragionevole pensare a un incremento del tempo di pioggia di un valore


pari a 2, che porta (per l’intensità di pioggia assegnata pari a 180 mm/h) ad una stima
del tempo di ritorno inferiore a 2 anni. Si assume quindi un valore del tempo di
corrivazione pari a:

𝑡𝑐 = 2.89 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑖

Ciò significa che la progettazione/verifica del sistema tiene conto di eventi ordinari, ossia
il buon funzionamento viene garantita pressoché sempre, a condizione di una corretta
manutenzione.

9
4 - Progettazione del sistema di smaltimento
delle acque meteoriche
I canali di gronda sono stati posizionati lungo tutto il perimetro dell’edificio. Al fine di non
avere canali di gronda di lunghezza superiore ai 10 m, sono stati posizionati sei pluviali:
di cui 4 in corrispondenza delle estremità della pianta rettangolare della copertura e 2
lungo i lati maggiori.

Per la progettazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche è stato


necessario suddividere la copertura in aree di influenza in funzione delle quali è stato
possibile ricavare i valori delle portate di progetto.

Figura 1

A1 15.34 m2

A2 23.61 m2

A3 37.75 m2

11
Tabella 3

4.1 - Progettazione dei canali di gronda

Per il dimensionamento della sezione dei canali di gronda si è proceduto innanzi tutto
con il calcolo della portata di progetto che interessa l’area di influenza più vasta sulla
copertura in modo da dimensionare il canale di gronda più grande ed utilizzarlo anche
per tutte le altre aree di influenza:

𝑄0 = 𝐾 ∙ 𝑖𝑝 ∙ 𝐴 ∙ 𝐶𝑟 = 1.89 𝑙/𝑠

dove:

- 𝐾 = 1, coefficiente di deflusso per tetti piani e composti da materiali plastici o


cemento;
- 𝑖𝑝 = 180 𝑚𝑚/ℎ = 0.00005 𝑚/𝑠, intensità di pioggia;
- 𝐴 = 37.75 𝑚2, proiezione orizzontale dell’area di influenza maggiore;
- 𝐶𝑟 = 1, coefficiente di rischio per canali di gronda normali, in quanto la
tracimazione non causa particolari problemi.

4.1.1 - Predimensionamento

A partire dal valore della portata di progetto Q, in prima approssimazione si calcola l’area
della sezione trasversale del canale di gronda invertendo la formula proposta dalla Norma
UNI EN 12056-3 che esprime la capacità di cornicioni di gronda semicircolari o di forma
simile. Si ottiene:

4
𝑄0 5
𝐴𝐸 = ( ) = 79.87 𝑐𝑚2
2.5 ∙ 10−5

Noto questo valore, si è deciso di utilizzare una sezione del canale di gronda di forma
rettangolare del produttore “FirtsCorporation” tipo GRQ, con un’area della sezione
trasversale pari a 𝐴𝑔 = 91.88 𝑐𝑚2 .

12
Figura 2

4.1.2 - Verifica della capacità della gronda

Per verificare la sezione scelta è stato necessario calcolare la sua capacità QL


controllando che sia maggiore della portata in ingresso Q0.

Per il calcolo della portata si è fatto riferimento alla Norma UNI EN 12056, che per i canali
di gronda rettangolari che non possono essere considerati corti ( L/W > 50), fornisce la
seguente formula:

𝑄𝐿 = 0.9 ∙ 𝐹𝐿 ∙ 𝑄𝑁 = 0.9 ∙ 𝐹𝐿 ∙ 𝑄𝑆𝐸 ∙ 𝐹𝑑 ∙ 𝐹𝑠 = 2.27 𝑙/𝑠

dove:

- 𝐹𝑙 = 1, coefficiente di capacità preso uguale a 1 a favore di sicurezza;


- 𝑒 , corrispondente alla capacità equivalente di un canale di
𝑄𝑠𝑒 = 3.48 ∙ 10−5 ∙ 𝐴1.25
gronda quadrato;
- 𝐴𝑒 = 𝐴𝑔 = 91.88 𝑐𝑚2 , area della sezione fluida per la gronda scelta;
- 𝐹𝑑 = 0.96, coefficiente di altezza ottenuto interpolando linearmente i dati del
grafico mostrato in Figura 4, sapendo che 𝑊/𝑇 = 97/107;
- 𝐹𝑠 = 1, coefficiente di forma ricavato dal grafico mostrato in Figura 5, sapendo che
𝑆/𝑇 = 1.

13
Figura 3

Figura 4

14
Figura 5

Quindi si ricava che: 𝑄𝐿 > 𝑄0, la verifica è soddisfatta.

4.1.3 - Verifica del battente

Lo scorrimento del flusso di acqua dalla falda verso la grondaia vede lo sviluppo di una
corrente veloce che a partire dal valore nullo di spessore di lama di acqua cresce lungo
la falda con sbocco libero. Dalla relazione di moto uniforme si ha un battente a bordo
falda (scarico in gronda) pari a circa:

3
𝑛 ∙ 𝑄0 5
𝑌1 = ( ) = 4.97 𝑚𝑚
𝐿 ∙ 𝑖𝑓

dove:

- 𝑄0 = 1.89 𝑙/𝑠, portata di progetto della falda;


1
- 𝑛 = 0.01 𝑠/𝑚3 , coefficiente di Manning;
- 𝐿 = 6.53 𝑚, lunghezza della gronda;
- 𝑖𝑓 = 0.02, pendenza della falda.

La grondaia può essere vista come una condotta a bassa pendenza. Dato il suo
progressivo riempimento possiamo applicare, in linea di principio, il metodo dell’invaso.
Lungo la grondaia, che raccoglie l’acqua proveniente dalla copertura, la portata varia in
modo lineare tra 0 (estremo a monte) e Q0 (estremo a valle in corrispondenza del
pluviale). Detta “x” l’ascissa, la portata varia con l’espressione:

𝑥
𝑄(𝑥) = 𝑄0 ∙
𝐿

Ipotizzando nella sezione terminale condizioni critiche del moto e che lungo la grondaia
il moto avvenga gradualmente e con conservazione della spinta totale, si calcola alla
sezione finale (x=L) il valore del battente e della spinta:

1
𝑄02 3
𝑌 = 𝑌𝑐 = ( ) = 1.50 𝑐𝑚
𝑔 ∙ 𝑏2

15
3 ∙ 𝛾 ∙ 𝑏 ∙ 𝑌𝑐2
𝑆 = 𝑆𝑐 = = 0.35 𝑁
2

Integrando a ritroso, eguagliando la spinta totale a valle con la spinta lungo x:

𝛾 ∙ 𝑏 ∙ 𝑌(𝑥)2 𝜌 ∙ 𝑄(𝑥)2
𝑆(𝑥) = + =𝑆
2 𝑏 ∙ 𝑌(𝑥)

dove:

- 𝛾 = 9810 𝑁/𝑚3, peso specifico dell’acqua;


- 𝑏 = 0.107 𝑚, larghezza della sezione trasversale della gronda;
- 𝜌 = 1000 𝑘𝑔/𝑚3, densità dell’acqua.

Cercando il battente nella sezione a monte (x=0) si ottiene un valore pari a:

𝑌(0) = 𝑌2 = 2.60 𝑐𝑚

Nel caso della copertura, si è assunto che il tempo scala per i due fenomeni sia dello
stesso ordine di grandezza. Ciò significa che i processi di versante e di reticolo possono
essere sommati e il battente allo sbocco risulta:

𝑌𝑡𝑜𝑡 = 𝑌1 + 𝑌2 = 3.10 𝑐𝑚

La gronda scelta risulta soddisfare la verifica, infatti:

𝑌𝑡𝑜𝑡 = 3.10 𝑐𝑚 < 𝐻𝑔𝑟𝑜𝑛𝑑𝑎 = 9.7 𝑐𝑚

4.2 - Progettazione delle bocche di deflusso

Le bocche di deflusso sono dei particolari elementi che collegano il canale di gronda con
il pluviale.

Per la loro progettazione è necessario conoscere le aree di influenza analogamente a


quanto visto per i canali di gronda. Per i calcoli si è fatto riferimento alla bocca di deflusso
con maggiore area di influenza, pari a 𝐴 = 𝐴2 + 𝐴3 = 61.36 𝑚2 .

In modo analogo a quanto fatto per i canali di gronda, si è calcolato la portata di progetto
relativa alla bocca di deflusso:

16
𝑄0 = 𝐾 ∙ 𝑖𝑝 ∙ 𝐴 ∙ 𝐶𝑟 = 3.09 𝑙/𝑠

dove:

- 𝐾 = 1, coefficiente di deflusso per tetti piani e composti da materiali plastici o


cemento;
- 𝑖𝑝 = 180 𝑚𝑚/ℎ = 5 ∙ 10−5 𝑚/𝑠, intensità di pioggia;
- 𝐴 = 61.36 𝑚2, proiezione orizzontale dell’area di influenza maggiore;
- 𝐶𝑟 = 1, coefficiente di rischio per canali di gronda normali, in quanto la
tracimazione non causa particolari problemi.

4.2.1 - Predimensionamento

La portata Q0 viene utilizzata per dimensionare le bocche di efflusso e i pluviali.

Al fine di ricavare le dimensioni minime della bocca di efflusso non circolare, si è invertita
la formula per il calcolo della sua capacità, fornita dalla Norma UNI EN 12056:

𝑘0 ∙ 𝐴0 ∙ ℎ0.5 12000 ∙ 𝑄0
𝑄0 = → 𝐴𝑏𝑚𝑖𝑛 = 𝐴0 = = 5453 𝑚𝑚2
12000 𝑘0 ∙ ℎ0.5

dove:

- 𝐴𝑏𝑚𝑖𝑛 è l’area minima della sezione della bocca di deflusso;


- 𝑄0 = 3.09 𝑙/𝑠, è la capacità della bocca di deflusso che in questo caso corrisponde
alla portata di progetto ai fini del dimensionamento;
- ℎ = 𝐹ℎ ∙ 𝑊 = 0.47 ∙ 97 𝑚𝑚 = 45.60 𝑚𝑚, carico alla bocca di deflusso;
- 𝐹ℎ = 0.47, coefficiente di carico alla bocca per sezioni rettangolari con S/T = 1,
ricavato dal grafico mostrato in Figura 6;
- 𝑊 = 97 𝑚𝑚, altezza massima di progetto dell’acqua;
- 𝑘0 = 1, coefficiente di scarico per bocche di deflusso a scarico libero (per via
dell’utilizzo di reti per canali di gronda).

17
Figura 6

Al fine di garantire una continuità tra gli elementi costituenti il sistema di smaltimento, si
è scelto anche per le bocche di deflusso il produttore FirtsCorporation. La scelta è
ricaduta nella bocca di deflusso “tipo – GSQ” con sezione di 100 𝑐𝑚2 e diametro nominale
di 80 𝑚𝑚.

𝐴𝑏 = 100 𝑐𝑚2 > 𝐴𝑏𝑚𝑖𝑛 = 54.53 𝑐𝑚2

Figura 7

4.2.2 - Verifica della capacità della bocca di deflusso

Per verificare la sezione scelta dobbiamo calcolare la sua capacità controllando che sia
maggiore della portata di progetto in ingresso Q0. Per il calcolo della Qb smaltita, si fa
riferimento alla Norma UNI EN 12056, che per quanto riguarda le bocche di deflusso non

18
circolari fornisce due formule a seconda che il comportamento sia a stramazzo o in
pressione:

2 ∙ 𝐴𝑏 𝑘0 ∙ 𝐿𝑤 ∙ ℎ1.5
𝑆𝑒 ℎ ≤ → 𝑄𝑏 =
𝐿𝑤 24000

2 ∙ 𝐴𝑏 𝑘0 ∙ 𝐿𝑤 ∙ ℎ0.5
𝑆𝑒 ℎ > → 𝑄𝑏 =
𝐿𝑤 12000

Nel nostro caso risulta:

2 ∙ 𝐴𝑏
ℎ = 45.59 𝑚𝑚 < = 50 𝑚𝑚
𝐿𝑤

dove:

- 𝐴𝑏 = 10000 𝑚𝑚2, superficie piana della bocca di deflusso;


- 𝐿𝑤 = 400 𝑚𝑚, lunghezza dello stramazzo di scarico.

È stata utilizzata quindi la formula di verifica nel caso di comportamento a stramazzo. Per
poterla applicare è necessario verificare la presenza di uno spazio tra il bordo della bocca
di deflusso e il lato del canale di gronda uguale almeno al 5% del diametro della bocca di
deflusso. Nel caso in esame la bocca di deflusso scelta verifica la condizione.

È possibile dunque verificare che:

𝑘0 ∙ 𝐿𝑤 ∙ ℎ0.5 𝑙 𝑙
𝑄𝑏 = = 5.13 > 𝑄0 = 3.09
12000 𝑠 𝑠

La verifica risulta soddisfatta.

4.3 - Progettazione dei pluviali

Per garantire una continuità degli elementi che andranno a costituire il sistema di
smaltimento delle acque meteoriche, sono stati scelti dei pluviali del produttore
FirtsCorporation caratterizzati da un diametro di 80 𝑚𝑚.

Come valore della portata di progetto Q0, è stato considerato lo stesso valore della portata
di progetto ricavato per le bocche di deflusso.

19
La portata massima, di verifica, di un pluviale verticale con sezione circolare, viene
calcolata con la formula di Wyly-Eaton:

𝑄𝑅𝑊𝑃 = 2.5 ∙ 10−4 ∙ 𝐾𝑏0.167 ∙ 𝑑𝑡2.667 ∙ 𝑓 1.667

dove:

- QRWP, capacità massima del pluviale espressa in l/s;


- Kb, scabrezza del pluviale posta uguale a 0.25 𝑚𝑚;
- dt, diametro interno del pluviale uguale a 80 𝑚𝑚;
- f, grado di riempimento posto uguale a 0.33 (adimensionale).

4.4 - Progettazione degli sfioratori di troppopieno

Avendo progettato una copertura piana con parapetto continuo, potrebbe accadere che,
nel caso in cui il sistema idraulico progettato entri in crisi, si venga a creare un accumulo
di acque di pioggia in copertura con battenti anche rilevanti.

I fattori che potrebbero influenzare il buon funzionamento del sistema sono: portate di
pioggia eccezionali, il cattivo montaggio dei dispositivi, eventuali malfunzionamenti del
sistema di drenaggio ed ostruzioni delle sezioni di scolo da parte di materiali quali foglie
e rami.

La presenza di spessori d’acqua in copertura porta all’aumento del carico statico e


idraulico con conseguenti problemi di infiltrazione nei vani in sommità dell’edificio.

Per questi motivi si è ritenuto necessaria anche la progettazione degli sfioratori di


troppopieno lungo il perimetro del fabbricato all’interno del parapetto, di modo che, anche
nel caso in cui il sistema principale entri in crisi, si riesca a far defluire le acque
meteoriche. Gli sfioratori sono stati posizionati all’altezza della parte superiore del canale
di gronda, così che non appena la sezione trasversale del canale risulti piena, l’acqua
possa essere evacuata dagli sfioratori.

Per il dimensionamento dello sfioratore si è fatto riferimento ad un evento idrologico con


𝑇𝑟 = 10 𝑎𝑛𝑛𝑖. La nuova intensità di pioggia è calcolata ricorrendo all’utilizzo delle linee
segnalatrici di possibilità pluviometrica:

20
𝑖𝑝 = 𝑎(𝑇𝑟 )𝑡 [𝑛(𝑇𝑟 )−1] = 360.28 𝑚𝑚/ℎ

dove:

- ip rappresenta l’intensità di pioggia, espressa in mm/h;


- a(Tr) e n(Tr) sono due funzioni del tempo di ritorno Tr;
- t è il tempo di pioggia critico, noto anche come tempo di corrivazione, che non
dipende dal tempo di ritorno, ma dalle caratteristiche geometriche del sistema.
Quest’ultimo è stato assunto pari a 2.89 minuti, sulla base delle considerazioni
effettuate al 3 -Analisi pluviometrica.

La nuova portata di progetto Q0 che arriva in falda è quindi:

𝑄0 = 𝐾 ∙ 𝑖𝑝 ∙ 𝐴 ∙ 𝐶𝑟 = 3.78 𝑙/𝑠

dove:

- 𝐾 = 1, coefficiente di deflusso per tetti piani e composti da materiali plastici o


cemento;
- 𝑖𝑝 = 360.28 𝑚𝑚/ℎ = 5 ∙ 10−5 𝑚/𝑠, intensità di pioggia;
- 𝐴 = 37.75 𝑚2, proiezione orizzontale dell’area di influenza maggiore;
- 𝐶𝑟 = 1, coefficiente di rischio per canali di gronda normali, in quanto la
tracimazione non causa particolari problemi.

Inoltre, in fase di progetto è stato imposto un valore massimo del battente sostenibile in
copertura pari a 𝑌𝑐 = 2 𝑐𝑚.

Invertendo la formula per il calcolo dell’altezza critica usata per le gronde, si ottiene la
dimensione della base dello sfioratore di troppopieno:

𝑄02
𝑏=√ = 43 𝑐𝑚
𝑔 ∙ 𝑌𝑐3

dove:

- 𝑄0 = 3.78 𝑙/𝑠, portata di progetto che arriva in falda;


- 𝑔 = 9.81 𝑚/𝑠 2 , accelerazione di gravità.

21
L’altezza dello sfioratore è stata assunta pari a quattro volte l’altezza del battente.

Le dimensioni scelte per la sezione dello sfioratore sono dunque:

- 𝑏 = 45 𝑐𝑚;
- ℎ = 8 𝑐𝑚.

4.5 - Progettazione dei collettori

I collettori sono, dal punto di vista idraulico, condotte a sezione circolare, in cui il flusso
deve avvenire a pelo libero e non in pressione. Il sistema si divide in una rete primaria e
una secondaria: la rete primaria è quella che raccoglie in un’unica condotta le portate
uscenti dai singoli pozzetti, la secondaria invece è quella di raccordo tra il pluviale che
scarica e l’innesto all’interno del pozzetto della rete primaria.

Il loro dimensionamento segue i criteri solitamente adottati per le condotte fognarie, in


particolare è stato necessario tenere sotto controllo il dato del riempimento della sezione
trasversale. Tale valore, espresso in termini del rapporto tra l’altezza di riempimento e il
diametro della condotta, esprime la massima efficienza della condotta ed è buona regola
limitarlo all’80%.

Per la progettazione di entrambe le reti è stata scelta una pendenza dell’1%.

Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. sottostante si mostra il sistema p
rimario e secondario dei collettori:

- in rosso sono rappresentati i collettori primari;


- in giallo sono indicati i collettori secondari.

22
Figura 8

4.5.1 - Collettori primari

Per la progettazione dei collettari primari si considera la portata di progetto del pluviale
più sollecitato, pari a 𝑄0 = 3.09 𝑙/𝑠.

In funzione della portata Q0 e della pendenza scelta per i collettori secondari, dalla tabella
mostrata in Figura 9, si ricava per la rete secondaria una sezione 101/110.

4.5.2 - Collettori secondari

Per la progettazione dei collettori primari si considera come valore della portata di
progetto la somma delle portate di progetto dei collettori secondari che ci confluiscono,
pari a 𝑄𝑡𝑜𝑡 = 3.09 𝑙/𝑠 + 1.53 𝑙/𝑠 + 1.53 𝑙/𝑠 = 6.16 𝑙/𝑠.

23
In funzione della portata Qtot e della pendenza scelta per il sistema primario, dalla tabella
mostrata in Figura 9, si ricava per la rete primaria una sezione 115/125.

Figura 9

4.6 - Dispositivi aggiuntivi per il sistema

Oltre alla progettazione dei vari elementi dell’impianto, si prevede anche l’installazione di
una serie di componenti aggiuntivi al fine di migliorare il funzionamento dell’intero
sistema.

Questi elementi sono:

- Griglie parafoglie per i canali di gronda così da impedirne l’ostruzione;

Figura 10

- Pozzetto prefabbricato in cls con dimensioni 40 × 40 × 40 𝑐𝑚 previsto allo sbocco


di ogni pluviale che deve essere periodicamente ispezionato e pulito;

24
Figura 11

- Il serbatoio di accumulo delle acque piovane e la pompa per il sollevamento, i quali


dovranno essere facilmente ispezionabili in modo da garantirne la manutenzione
ordinaria.

I collettori verranno inoltre interrati all’interno di un rinfianco in sabbia, mentre i tubi


costituenti i pluviali devono essere ancorati alla struttura mediante dei bracciali di
sostegno dello stesso materiale e colore del pluviale con una distanza massima tra di
essi pari a circa 1 m.

Figura 12

4.7 - Sistema di ancoraggio del manto di


impermeabilizzazione

Nelle coperture piane è di fondamentale importanza la corretta progettazione, posa e


fissaggio del manto di impermeabilizzazione. In particolare, la guaina di copertura
dev’essere verificata nei riguardi dell’azione di sollevamento esercitata dal vento.

Il calcolo dell’azione del vento Fw viene fatto secondo le NTC 2018.

25
La pressione del vento viene determinata secondo l’espressione seguente assumendo
un 𝑇𝑅 = 50 𝑎𝑛𝑛𝑖.

𝑝 = 𝑞𝑏 𝑐𝑒 𝑐𝑝 𝑐𝑑

dove:

- 𝑞𝑏 = 455.63 𝑁/𝑚2;
- 𝑐𝑒 = 2.49, coefficiente di esposizione;
- 𝑐𝑝 = −1.80 oppure 𝑐𝑝 = −0.60, coefficiente di forma;
- 𝑐𝑑 = 1, coefficiente dinamico.

Nel calcolo dell’azione del vento è necessario considerare un coefficiente di forma


maggiorato in corrispondenza delle zone di discontinuità dell’edificio, come ad esempio
negli angoli, in corrispondenza della fascia perimetrale dell’edificio e in corrispondenza
dei displuvi. Questo perché si hanno fenomeni vorticosi locali che, in assenza di
specifiche prove in galleria del vento, potranno essere valutati assumendo, per le zone
comprese nelle fasce sopra descritte, il coefficiente 𝑐𝑝 = −1.80 mentre per le restanti
𝑐𝑝 = −0.60.

Ne consegue un valore della pressione del vento pari:

𝑁
𝑐𝑝 = −1.80 → 𝑝1 = 2042
𝑚2
𝑁
𝑐𝑝 = −0.60 → 𝑝2 = 681
𝑚2

Il fissaggio della guaina viene eseguito mediante zavorra in ghiaia. La minima azione
resistente per unità di superficie Fz viene determinata come segue:

𝑁
𝐹𝑧 = 1.10𝑝1 = 2246.20
𝑚2

L’altezza minima della zavorra è invece:

𝐹𝑧
ℎ= = 0.15 𝑚 = 15 𝑐𝑚
𝛾

dove 𝛾 = 15 𝑘𝑁/𝑚3 è il peso specifico della ghiaia di zavorra.

26
5 - Progettazione dell’impianto di riutilizzo
delle acque meteoriche

5.1 - Serbatoio di accumulo

Per un corretto risparmio idrico si prevede un serbatoio per il recupero delle acque
provenienti dalla copertura, così da poter essere riutilizzate a scopi non potabili. In
particolare, si prevede che l’acqua venga riutilizzata per l’irrigazione dello spazio verde
adiacente all’edificio. Il progetto del sistema di riutilizzo delle acque meteoriche viene
condotto valutando le precipitazioni giornaliere dell’anno 2019, considerandolo un anno
di media piovosità. La stazione pluviometrica da cui vengono ricavati i dati è la stessa da
cui sono stati ricavati i parametri della linea segnalatrice di possibilità pluviometrica al 3 -
Analisi pluviometrica.

Codice Stazione TOS01001096

Denominazione Firenze Università

Latitudine [m] 4852003.85

Longitudine [m] 1681123.90

Tabella 4

Ai fini del dimensionamento è stato necessario essere a conoscenza del numero


massimo di giorni privi di pioggia consecutivi all’interno dell’anno. Tale valore viene
assunto pari a 𝑇𝑠 = 38 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖, corrispondenti agli ultimi giorni del mese di maggio, tutto
il mese di giugno ed i primi giorni di luglio.

Il serbatoio verrà installato nelle vicinanze del fabbricato in modo tale che le tubazioni
abbiano uno sviluppo ridotto permettendo minori perdite di carico.

Il dimensionamento del serbatoio è stato effettuato mediante la valutazione dei volumi di


pioggia raccolti e dei volumi di acqua consumati.

Il calcolo del volume di accumulo è stato condotto come segue:


27
𝑉𝑎𝑐𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑜 = 𝑆 ∙ 𝐼 ∙ 𝜑

dove:

- 𝑆 = 275.78 𝑚2, superficie orizzontale della copertura;

- I, altezza di pioggia mensile espressa in mm;

- 𝜑 = 0.90, coefficiente di deflusso.

I consumi d’acqua civili sono difficilmente calcolabili in quanto possono variare


notevolmente in funzione del clima, delle condizioni sociali, delle abitudini e di altre
motivazioni. Per un edificio adibito a civili abitazioni è lecito assumere un consumo pari
a:

𝑙
𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 = 180
𝑎𝑏𝑖𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 ∙ 𝑔𝑔

In base a questi dati, considerando un arco temporale di un mese ed un numero di abitanti


all’interno dell’edificio pari a 72 persone (cioè 9 persone per piano), sono stati ricavati gli
andamenti dei volumi di acqua accumulati e quelli dei volumi di acqua consumati per il
serbatoio da progettare.

𝑙
𝑉𝑐𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑎𝑡𝑜 = 180 ∙ 𝑛°𝑎𝑏𝑖𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖 ∙ 𝑛°𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖
𝑎𝑏𝑖𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 ∙ 𝑔𝑔

Di seguito si riportano i risultati:

28
Figura 13

Figura 14

Come si evince dai precedenti grafici, il volume accumulato è pari a 237 𝑚3 mentre quello
consumato 4730 𝑚3 .

Dall’andamento mensile dei volumi di acqua cumulati, si può osservare come il volume
di acqua consumato cumulato sia circa 20 volte il volume di acqua accumulato cumulato,
di conseguenza i volumi di acqua accumulati saranno utilizzati per l’irrigazione dello
spazio verde adiacente all’edificio, corrispondente ad un’area di circa 250 𝑚2 .

I consumi di acqua per l’irrigazione di un’area verde variano secondo il clima del luogo,
ma è lecito assumere un consumo medio di:

29
𝑙
𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 = 5
𝑚2 ∙ 𝑔𝑔

Considerando la necessità di irrigare il giardino per cinque mesi l’anno, si riportano gli
andamenti dei volumi di acqua accumulati e consumati per il serbatoio da progettare:

𝑙
𝑉𝑐𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑎𝑡𝑜 = 5 ∙ 250 𝑚2 ∙ 𝑛°𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖
𝑚2 ∙ 𝑔𝑔

Figura 15

Figura 16

In conclusione, si ottiene un volume accumulato cumulato pari a 237 𝑚3 e un volume


consumato cumulato pari a 191 𝑚3. Si assume come volume di progetto, il volume
cumulato di consumo.

30
Per il calcolo della capienza del serbatoio si tiene conto del periodo secco medio 𝑇𝑠 =
38 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 durante i quali si è verificata assenza di precipitazioni. Si è ottenuto quindi un
volume del serbatoio:

𝑉𝑐𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑎𝑡𝑜 ∙ 𝑇𝑠
𝑉𝑠𝑒𝑟𝑏𝑎𝑡𝑜𝑖𝑜 = = 20 𝑚3
365

Sulla base dei calcoli effettuati, si prevede l’installazione di un serbatoio in polietilene ad


alta resistenza di capacità pari a 20 𝑚3. Tale serbatoio sarà dotato al suo esterno di una
pompa che porta l’acqua fino all’impianto di irrigazione, di un pozzetto filtro foglie per le
acque in arrivo, di un dispositivo di troppo pieno collegato alla rete fognaria ed infine di
un dispositivo antintrusione per piccoli animali o insetti.

5.2 - Pompa di sollevamento

Alla pompa di sollevamento per il traporto dell’acqua all’impianto di irrigazione è richiesto


di sollevare il fluido di una altezza (definita quota geodetica, Hgeod) pari a 3 m. All’interno
delle tubazioni di distribuzione dell’acqua per l’irrigazione è lecito assumere una velocità
di scorrimento di circa 𝑣 = 1 𝑚/𝑠. Consultando il catalogo delle pompe in commercio, il
diametro per la tubazione in uscita della pompa è pari a 32 𝑚𝑚.

Il primo passo è stato quello di calcolare il numero di Reynolds, che ci permette di definire
il tipo di moto che si ha all’interno delle condotte in funzione del diametro, della velocità
e della viscosità cinematica dell’acqua pari a 𝜈 = 10−6 𝑚2 /𝑠:

𝑣∙𝐷
𝑅𝑒 = = 32000
𝑣

Dal diagramma di Moody, si osserva che a tale valore di Re, corrisponde un moto pseudo-
laminare o di transizione. In base al tipo di moto che si origina nella condotta deve essere
determinato il coefficiente adimensionale di attrito 𝜆 = 𝜆(𝑅𝑒, 𝜀/𝐷) dipendente dal numero
di Reynolds e dal rapporto tra la scabrezza del materiale e il diametro. Per il calcolo di 𝜆
si utilizza la formula di Colebrook-White:

1 2.51 𝜀
= −2 log10 ( + )
√𝜆 𝑅𝑒 √𝜆 3.71𝐷

31
Non essendo possibile esplicitare 𝜆, occorre risolvere l’equazione iterativamente,
utilizzando come primo valore di tentativo il valore di 𝜆 in condizioni di moto turbolento.

1 𝜀
= −2 log10 ( )
√𝜆𝑡𝑢𝑟𝑏𝑜𝑙𝑒𝑛𝑡𝑜 3.71𝐷

Nel caso in esame sono stati determinati i seguenti valori:

- 𝜆𝑡𝑢𝑟𝑏 = 0.01756
- 𝜆𝑡𝑟𝑎𝑛𝑠 = 0.02479

Si considerano sia le perdite distribuite (quelle che si producono lungo lo sviluppo della
tubazione) sia concentrate. Per quanto riguarda quest’ultime si fa riferimento soltanto alla
perdita d’imbocco, dovuta al fatto che l’acqua raccolta all’interno del serbatoio viene
spinta dalla pompa e canalizzata all’interno della tubazione. Per le perdite di carico
distribuite si è considerato lo sviluppo orizzontale del percorso della tubazione di circa 50
m. Si è proceduto quindi al calcolo di queste perdite inserendo i valori di velocità v,
lunghezza L e diametro D:

𝑣2
∆𝑃𝑖𝑚𝑏𝑜𝑐𝑐𝑜 = 0.50 ∙ = 0.026 𝑚
2𝑔

𝐿 𝑣2
∆𝑃𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑖𝑡𝑎 = 𝜆𝑡𝑟𝑎𝑛𝑠 ∙ ∙ = 1.987 𝑚
𝐷 2𝑔

La prevalenza della pompa si ottiene applicando il teorema di Bernoulli:

𝑝1 𝑣12 𝑝2 𝑣22
𝑧1 + + + 𝐻 = 𝑧2 + + + ∆𝑃𝑡𝑜𝑡
𝛾 2𝑔 𝛾 2𝑔

da cui:

𝑝2 𝑝1 𝑣22 𝑣12
𝐻 = (𝑧2 − 𝑧1 ) + ( − ) + ( − ) + ∆𝑃𝑡𝑜𝑡
𝛾 𝛾 2𝑔 2𝑔

dove:

- H è la prevalenza della pompa;


- 𝑧2 − 𝑧1 = 𝐻𝑔𝑒𝑜𝑑 = 3.0 𝑚 è la quota geodetica, dislivello tra il pelo libero del
serbatoio e lo sbocco della condotta;

32
𝑝2 𝑝1
- − = 0 𝑚, trovandosi sia il pelo libero del serbatoio che lo sbocco della
𝛾 𝛾
condotta a pressione atmosferica;
𝑣22 𝑣2
- − 2𝑔1 = 0.051 𝑚, avendo considerato 𝑣1 = 0 𝑚/𝑠 e 𝑣2 = 1𝑚/𝑠;
2𝑔
- ∆𝑃𝑡𝑜𝑡 è la somma delle perdite di carico distribuite e concentrate;

Si ottiene una prevalenza 𝐻 = 5.05 𝑚.

La scelta della portata è stata effettuata in funzione della tipologia di irrigatori utilizzati:

Tipologia irrigatore Quantità Q,singolo [l/s] Q,tot [l/s]


Irrigatore ad angolo di lavoro 90° 4 0.0355 0.142
Irrigatore ad angolo di lavoro 180° 8 0.071 0.568
TOTALE 12 0.71

Tabella 5

Consultando i cataloghi di alcuni produttori, si è scelta una pompa con le seguenti


caratteristiche:

- 𝐻 = 7 𝑚;
- 𝑄𝑝𝑜𝑚𝑝𝑎 = 51𝑙/𝑚𝑖𝑛 = 0.85 𝑙/𝑠.

La pompa di sollevamento dell’acqua verrà posizionata sopra battente rispetto al


serbatoio, in modo da poter applicare una manutenzione più frequente.

33
6 - Computo metrico estimativo
Incrociando i costi desunti dal prezzario DEI della Tipografia del Genio Civile con quelli
dei rivenditori di lattoneria sono e considerando un’incidenza pari al 40% del costo dei
materiali si riporta il costo totale dell’intero sistema di smaltimento e ripristino delle acque
meteoriche.

Unità di Costo totale


Materiale Quantità Costo
Misura [€]
Guaina bituminosa 275 mq 4 €/mq 1100
Ghiaia 37 mc 20 €/mc 734
Grondaia 66 m 10 €/m 660
Parafoglie 6 pezzo 1 €/pezzo 6
Pluviali 150 m 7 €/m 1050
Curve pluviali 18 pezzo 4 €/pezzo 72
Bocche di efflusso 6 pezzo 4 €/pezzo 24
Collari 150 pezzo 2 €/pezzo 300
Collettori primari 68 m 27 €/m 1836
Collettori secondari 18 m 15 €/m 270
Curve collettori 7 pezzo 8 €/pezzo 56
Pozzetti
6 pezzo 45 €/pezzo 270
prefabbricati
Serbatoio di
1 pezzo 6500 €/pezzo 6500
accumulo
Pompa di
1 pezzo 180 €/pezzo 180
sollevamento

Totale materiale 13058


Manodopera 6529
Costo totale opera 19587

Tabella 6

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