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Esempi di domande estese (8 punti)

Discutere il comportamento elasto-plastico dei materiali metallici mettendo in relazione comportamento


macroscopico e microscopico.
I materiali metallici soggetti a uno sforzo hanno un comportamento elastoplastico. Per piccole deformazioni (circa 0,2
%) il comportamento si dice elastico, in questo caso la deformazione è istantanea e viene recuperata immediatamente
quando si toglie lo sforzo, inoltre in campo elastico esiste una relazione lineare tra lo sforzo applicato e la
deformazione, definita dalla legge di Hooke. A livello microscopico uno sforzo di trazione applicato al materiale
corrisponde a un allontanamento degli atomi dalla loro posizione di equilibrio fino a quando la forza attrattiva bilancia
la forza esterna applicata, il modulo di Young risulta essere proporzionale alla pendenza della curva della forza di
Condon-Morse. Poiché la curva di Condon-Morse per piccoli spostamenti intorno a r0 è approssimabile ad una retta è
giustificata la relazione lineare data dalla legge di Hooke; inoltre, sempre considerando piccoli spostamenti, la curva è
simmetrica intorno a r0, quindi il modulo di Young deve essere uguale in trazione e compressione.
Oltrepassato lo sforzo di snervamento i materiali metallici presentano comportamento plastico, che prosegue fino alla
formazione del collo di strizione. In questo caso la deformazione non è legata allo sforzo da una relazione lineare ed è
irreversibile. A livello microscopico la deformazione plastica è causata da uno scorrimento dei piani cristallini da una
posizione di equilibrio a un'altra posizione di equilibrio, generalmente questo avviene lungo i piani di massimo
addensamento, che sono quelli di più facile scorrimento. Lo scorrimento può avvenire quando viene superato lo sforzo
critico di taglio, ma questo è notevolmente abbassato dalla presenza delle dislocazioni che possono scorrere più
facilmente dei piani. Nei materiali policristallini questo effetto non è così rilevante perché in corrispondenza dei bordi
di grano le dislocazioni si accumulano e si ostacolano a vicenda, rendendo più difficile lo scorrimento.

Descrivere le reazioni di idratazione del cemento portland mettendo in evidenza gli effetti sullo sviluppo della
resistenza meccanica.
Il cemento Portland è ottenuto dalla cottura del clinker, costituito da argilla e rocce calcaree con una piccola quantità
di gesso biidrato. La cottura porta alla formazione di silicati e allluminati: C2S, C3S, C3A e C4AF.
Quando il cemento è miscelato con acqua si idrata, con effetti sulla presa e sulla resistenza meccanica.
Gli alluminati hanno un'idratazione molto veloce e formano alluminati idrati (CAH) e portlandite, i CAH che si formano
contribuiscono alla presa ma non alla resistenza meccanica. Poiché è necessario mantenere la lavorabilità per un certo
periodo di tempo, queste reazioni vanno rallentate e per questo si utilizza il gesso biidrato.
I silicati sono la componente del cemento che una volta idratata conferisce resistenza meccanica al composto.
L'idratazione dei silicati è molto più lenta di quella degli alluminati e richiede diversi giorni, si formano silicati idrati
(CSH) e portlandite.

Discutere la fenomenologia della frattura fragile giustificandone le caratteristiche principali con il criterio della
concentrazione dello sforzo e con il criterio energetico di Griffith.
La frattura fragile ha origine dalle cricche presenti sulla superficie del materiale che riducono notevolmente l'energia,
e quindi lo sforzo, necessaria per la frattura del materiale rispetto al caso teorico in cui viene calcolata questa energia
senza considerare la presenza di cricche. Il processo di frattura si può analizzare tramite due criteri: la concentrazione
di sforzo e il criterio energetico.
Concentrazione di sforzo: quando viene applicato un carico a una lastra con un taglio, nella zona del taglio lo sforzo
non si distribuisce equamente ma si accumula all'apice del taglio.
Assumendo una forma ellittica della cricca e considerandola sottile, quindi con una lunghezza molto maggiore del
raggio di curvatura dell'apice, lo sforzo si concentra sul semiasse maggiore e si può definire un fattore di
concentrazione che moltiplicato per lo sforzo applicato dà lo sforzo massimo in corrispondenza dell'apice della cricca.
Quando questo sforzo massimo è maggiore dello sforzo critico di decoesione la cricca aumenta di lunghezza con
sempre maggiore facilità fino a completa frattura.
Criterio energetico: quando in una lastra uniforme si forma una cricca, l'energia elastica immagazzinata diminuisce, ma
allo stesso tempo aumenta l'energia dovuta alla formazione della nuova superficie ai bordi della cricca. Esiste un
valore critico di lunghezza della cricca oltre il quale un allungamento della stessa causa una diminuzione dell'energia,
la cricca dunque diventa instabile e si accresce fino a frattura.

Descrivere il processo di sinterizzazione delle polveri ceramiche.


La sinterizzazione è il processo tramite il quale da una polvere priva di proprietà meccaniche si ottiene un solido
compatto. Si compie a una temperatura di circa 2/3 rispetto a quella di fusione ed è un processo termodinamicamente
favorito perché diminuisce la superficie totale e sostituisce le interfacce solido-gas con interfacce solido-solido.
La sinterizzazione può avvenire in 3 modi diversi: allo stato solido, in flusso viscoso e in presenza di fase liquida.
Nella sinterizzazione allo stato solido la deformazione e il riempimento dei pori avvengono per diffusione allo stato
solido, il processo è lento.
La sinterizzazione per flusso viscoso prevede che gran parte del materiale passi in fase liquida; l'unione di gocce di
liquido molto viscoso chiude le porosità e poi con il raffreddamento vetrifica.
Nella sinterizzazione con fluido reattivo invece la quantità di liquido che si forma è piccola, ma la sinterizzazione viene
facilitata perché avviene con diffusione in un liquido, che è molto più veloce della diffusione allo stato solido.
La sinterizzazione avviene in tre stadi: nel primo stadio le particelle si uniscono formando un collo di giunzione; nel
secondo stadio il collo di giunzione cresce e si forma una struttura interconnessa in cui si formano i canalicoli, cioè pori
cilindrici interconnessi; nel terzo stadio i pori si chiudono.
Il trasporto di materia verso il collo di giunzione è favorito in quanto in corrispondenza di esso si trova una concavità
che ha una pressione parziale minore rispetto alla superficie convessa delle particelle.

Discutere il fenomeno della dilatazione termica giustificandone il comportamento dal punto di vista atomico ed
illustrare le conseguenze del fenomeno sulla generazione di tensioni in strutture vincolate.
La dilatazione termica si può giustificare a livello atomico facendo riferimento alle curve di Condon-Morse.
All'aumentare della temperatura l'energia media aumenta e con questa aumentano le oscillazioni degli atomi intorno
alla posizione di equilibrio; dato che le curve di Condon-Morse sono asimmetriche, all'aumentare della temperatura la
distanza media tra gli atomi cresce e quindi il materiale si dilata.
Quando un oggetto è vincolato e subisce una variazione di temperatura non può comprimersi o dilatarsi come farebbe
senza vincoli e quindi si generano delle tensioni. In particolare se un oggetto vincolato subisce un aumento di
temperatura non riesce ad espandersi e quindi si genera uno sforzo di compressione, mentre se subisce una
diminuzione di temperatura non riesce a comprimersi e quindi si genera uno sforzo di trazione.

Descrivere la teoria della nucleazione omogenea e spigare in quali condizioni di raffreddamento di un fuso è
possibile ottenere un solido vetroso.
La nucleazione omogenea avviene quando, durante un passaggio di stato liquido-solido, si formano i primi piccoli
cristalli (nuclei) a partire dalla stessa fase che si sta solidificando e non, come invece accade nella nucleazione
eterogenea, a partire da impurezze o difetti del contenitore.
Quando si considera la variazione di energia libera durante questo processo si nota che vi contribuiscono due termini:
il primo tiene conto della variazione dovuta al diverso valore di G che hanno la fase liquida e solida a una certa
temperatura, il secondo invece quantifica la variazione dovuta alla formazione di una nuova interfaccia liquido-solido.
Per valori piccoli di r prevale il secondo termine, che tende ad aumentare il valore di G. Si ha un valore critico di r oltre
il quale il primo termine prevale e quindi l'accrescimento dei nuclei è favorito.
La velocità di nucleazione aumenta all'aumentare del sottoraffreddamento, ma al diminuire della temperatura il
trasporto di materia da liquido a solido rallenta; dunque, si ha una temperatura a cui la velocità di nucleazione è
massima.
Si può ottenere un solido vetroso per raffreddamento di un fuso quando la velocità di raffreddamento è tale da non
permettere alle particelle di organizzarsi in una struttura cristallina.
Descrivere il diagramma di stato ferro carbonio e le trasformazioni che avvengono raffreddando un acciaio all’ 1.1%
e allo 0.4% di C dal campo austenitico fino a temperatura ambiente.

Solitamente invece del diagramma di stato ferro-grafite si considera il diagramma ferro-cementite, che non è un vero
e proprio diagramma di stato perché la cementite è una fase metastabile; tuttavia, la decomposizione della cementite
è talmente lenta che di fatto la grafite non si osserva.
Nel caso di un acciaio all’1,1 % di carbonio raffreddando dal campo austenitico si passa prima a una condizione in cui si
trovano le due fasi austenite e cementite pura, poi a 727 °C l’austenite si trasforma in ferrite. Nel caso dell’acciaio con
0,4 % di carbonio si passa prima a un campo in cui ai trovano come austenite e ferrite, poi a 727 °C si forma cementite
e coesistono cementite e ferrite.

Descrivere il comportamento viscoelastico dei materiali ed indicare per quali tipi di materiali e per quali condizioni
esso è presente.

Il comportamento viscoelastico è caratteristico dei polimeri e dei materiali che presentano transizione vetrosa a
temperature vicine a Tg.

Il comportamento viscoelastico può essere modellizzato in tre modi diversi:

1. Modello di Maxwell: prevede un elemento elastico e un elemento viscoso in serie. In questo caso lo sforzo è
uguale per entrambi gli elementi, ma l’elemento elastico ha una deformazione istantanea, mentre l’elemento
viscoso ha una deformazione lenta e lineare nel tempo. Se si rimuove il carico la deformazione elastica viene
recuperata immediatamente, mentre si conserva quella viscosa
2. Modello di Kelvin-Voigt: prevede un elemento elastico e un elemento viscoso in parallelo. In questo caso la
deformazione è uguale per entrambi gli elementi e quindi avviene gradualmente nel tempo perché
l’elemento elastico è rallentato da quello viscoso. Se si rimuove il carico la deformazione viene interamente
recuperata perché l’elemento viscoso riporta quello elastico alla sua posizione iniziale.
3. Modello a quattro elementi: unisce in serie il modello di Maxwell e quello di Kelvin-Voigt, lo sforzo è uguale
per i due modelli e la deformazione si somma. All’inizio si ha una deformazione elastica istantanea, seguita
dalla deformazione ritardata più lenta. Quando viene rimosso il carico si ha un recupero istantaneo della
deformazione elastica, poi viene recuperata una parte della deformazione ritardata e rimane una
deformazione permanente.

Descrivere le curve TTT per un acciaio allo 0.8% di C discutendo brevemente le proprietà meccaniche delle varie
microstrutture.

Le curve TTT descrivono il processo di raffreddamento di un acciaio per una trasformazione isoterma. Il diagramma è
costituito da due curve, una di inizio e una di fine trasformazione.

Seguendo il percorso rosso si forma perlite, una struttura che si presenta come l’alternanza regolare di lamelle delle
due fasi ferrite e cementite. Il percorso verde porta alla formazione di bainite, una microstruttura molto fine composta
da ferrite e cementite, che ha maggiore durezza e duttilità rispetto alla perlite. Il percorso viola porta alla parziale
trasformazione in martensite, mentre quello giallo porta alla completa trasformazione in martensite. LA martensite è
una struttura tetragonale a corpo centrato, molto resistente e dura, ma fragile.

Esempi di domande brevi (2 punti)


Riportare la formula dello sforzo di frattura derivato dalla teoria di Griffith.

√ ( 2 γ + γ p) E
πc

Che cosa è la sinterizzazione in fase liquida?

Vedi sopra
Descrivere con l’aiuto di un disegno il processo float.

Che cos’è la durezza di un materiale e come si misura?

La durezza di un materiale è la sua resistenza alla deformazione plastica. Si può misurare con tre metodi diversi:
Vickers, Brinell e Rockwell. In generale consistono in una prova di penetrazione con un carico fissato, ciò che viene
misurato è la profondità o l'area dell'impronta sul materiale. Queste prove non sono comparabili tra di loro in quanto
si svolgono in modalità diverse con penetratori di diversa forma.
Descrivere le curve di variazione del modulo elastico di un polimero con la temperatura.
In un polimero non si può parlare propriamente di modulo elastico perché la deformazione dipende dalla variabile
tempo, si parla quindi di modulo viscoelastico. La variazione del modulo viscoelastico con la temperatura è differente
tra polimeri amorfi, semicristallini e reticolati.
In generale tutti e tre hanno a temperature basse un modulo elevato, che inizialmente diminuisce poco nella regione
di plateau vetroso per poi subire un brusco calo in corrispondenza di Tg. Successivamente si ha un'altra regione con
una piccola diminuzione del modulo detta plateau gommoso, in cui il polimero si comporta come un elastomero. Il
modulo ha un altro brusco calo quando si raggiunge la temperatura alla quale il modulo diventa un fluido. Nel caso di
polimeri reticolati non si ha il secondo calo perché il polimero non fluidifica, ma rimangono i legami forti fino alla
decomposizione.

In che cosa consiste una prova di fatica?

Una prova di fatica consiste nell'applicazione ciclica di un determinato sforzo inferiore a quello di rottura. Si determina
il numero di cicli necessario per la rottura del provino. Lo sforzo applicato può essere invertito o ripetuto: nel primo
caso lo sforzo in trazione è uguale a quello in compressione, mentre nel secondo caso lo sforzo in trazione è molto
maggiore di quello in compressione.

Che cosa è l’Rck di un calcestruzzo?

L'Rck è la resistenza caratteristica di un calcestruzzo e corrisponde al valore al di sotto del quale cade il 5 % dell'area
della curva che rappresenta la distribuzione delle prove di resistenza a compressione.

Come si può aumentare la concentrazione di dislocazioni in un metallo?

La concentrazione di dislocazioni si può aumentare con il processo dell'incrudimento, cioè la deformazione plastica a
freddo.

Che cosa sono i vetri stratificati?

I vetri stratificati sono costituiti da due lastre di vetro in mezzo alle quali viene interposto un sottile strato di polimero,
generalmente polivinilbutirrato, che ha la funzione di aumentare la resistenza agli urti e l'isolamento termico e
acustico. Inoltre in caso di frattura mantiene incollati i frammenti di vetro, per questo motivo i vetri stratificati sono
utilizzati come vetri di sicurezza.

Quali sono gli idrauliti presenti nel cemento portland e come avviene la loro idratazione?

Vedi sopra

Che cosa si intende con bonifica di un acciaio?

La bonifica di un acciaio è l'insieme dei trattamenti di tempra e rinvenimento. La tempra serve ad aumentare la
durezza tramite la formazione di martensite. Il processo di tempra però genera delle tensioni che vengono rimosse
tramite il rinvenimento.
Descrivere con l’aiuto di un disegno il processo di stampaggio per soffiatura di un materiale polimerico.
Descrivere con l’aiuto di un disegno il processo di calandratura di un materiale polimerico.
Descrivere con l’aiuto di un disegno il processo di formatura a colo dei ceramici.

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