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TRANSIZIONE VETROSA
È il parametro per definire il campo di applicazione dei materiali, se la temperatura è superiore alla
temperatura ambiente allora il materiale a temperatura ambiente sarà vetroso, rigido con dei moduli dai
10^9 Pascal in su
Se invece la temperatura di transizione vetrosa è al di sotto della temperatura ambiente, allora a
temperatura ambiente il materiale sarà gommoso, con dei moduli di tre ordini di grandezza minori
rispetto a quello rigidi 10^6 Pascal
Dal punta di vista strutturale è una caratteristica di tutti i materiali che hanno un parte amorfa del
materiale
CURVE PVT
Quindi la tg dipende dal modo in cui sollecito il materiale
La tg è diversa dalla temperatura di fusione perché alla temperatura di fusione cambia la struttura del
materiale, invece nella tg non cambia la struttura del materiale
La transizione vetrosa è di tipo cinetica, dipende dalla velocità
TEORIA DI VOLUME LIBERO
TEORIA CINETICA
Si suppone che il processo sia terminato quando è trascorso un tempo di carica 5 volte
Aumentando il volume libero, sistema avrà un tg minore rispetto alla catena infinita
3 modo:
Se avviene la fusione la temperatura del campione sarà diversa da quella di R, quindi entra in gioco il
circuito secondario che fa tornare C e R alla stessa temperatura
Se il campione cristallizza, nel processo esotermico, la temperatura di C sarebbe maggiore di quella di
R quindi circuito secondario fornisce a R calore per pareggiare C
La quantità di calore fornita dal circuito principale e dal circuito secondario è uguale a quella acquisita
o ceduta da C in valore assoluto il segno più o meno mi dai informazioni sul sistema, ossia se è un
processo endotermico o esotermica.
Dipende fondamentalmente da Quello che accade al campione infatti la fusione è un processo
endotermico e la cristallizzazione è un processo esotermica e di conseguenza agiranno il circuito
principale secondario con gli adeguati segni
ELASTICITÀ DELLE GOMME
È la capacità delle gomme di subire deformazioni rilevanti potendole recuperare completamente, cioè
ritorna ad avere al forma iniziale
1% della deformazione nei metalli
1000% in alcuni sistemi di gomme
3 condizioni per avere questa caratteristica:
• il materiale è composta da catene polimeriche: nella sua natura le catene polimeriche sono flessibili
Se la catena è flessibile, allora la catena può avere tutte le orientazioni possibili
Queste tipologie di catene si chiamano FREE JOINT CHAIN o RANDOM WALK CHAIN
• le catene devono essere flessibili
Esistono due tipi di flessibilità: dinamica e statica
ESPERIMENTI TERMO-MECCANICI
Le catene polimeriche su dispongono in due modi, che dipendono dalla loro modulazione della densità
elettronica
Se invece prendo cristalli piccoli ed aumento le imperfezioni ottengo comunque grafico identico a
quello tenuto prima, solo che questo modello fase singola
TEORIA DI PLANCK
Suppongo di avere un cristallo polimerico e fondo la metà
Il volume finale è minore ma il numero di catene è lo stesso, allora significa che la densità è maggiore
MODELLO TRIFASE
Modello attuale per interpretazione dei cristalli
In realtà la struttura è inclinata fornendo più spazio alle catene, ma se le catene hanno più spazio la
densità sarà minore
Si compio una cristallizzazione del fuso ottengo una struttura sferica in cui le lamelle sono disposte
così:
• Nel nucleazione eterogenea ciò che fa partire la cristallizzazione è già presente nel sistema: per
esempio delle impurezze
• Accrescimento:
NUCLEAZIONE OMOGENEA
Avranno dimensioni diverse a seconda di quando sono partiti, supponiamo di prendere un sistema con
peso W nucleazione omogeneo
NUCLEAZIONE ETEROGENEA
Con n=2 e n=3 devo sapere le dimensioni per vedere come cresce
La sfera prima del picco si chiama embrione, e più aumenta il raggio più diventa instabile
termodinamicamente, quindi tende a diminuire la sua dimensione per avere più stabilità, invece dopo il
picco si chiama nucleo, e nel tratto è termodinamicamente instabile ma cineticamente stabile, invece
dopo è sia stabile termodinamicamente che cineticamente
La teoria descrive solo la cristallizzazione primaria
Dobbiamo fare attenzione a non degradare il polimero quando siamo vicini alla temperatura di fusione
VISCOELASTICITA
Però abbiamo bisogno di un secondo parametro, il tempo che noi osserviamo il materiale
Nel materiale polimerico se t> tg il materiale un po’ fluisce, ma il tempo di rilassamento di un elemento
della catena polimerica è simile a quella del liquido, ma per vederlo a livello macroscopico abbiamo
bisogno che il tempo di rilassamento si estende a tutta la catena, ma il tempo di rilassamento aumenta
all’aumentare della catena polimerica
TIPOLOGIE ANALISI
Analisi tempo dipendenti: esperimenti di creep
esperimento di stress relaxation
Allungamento non può tendere all’infinito perché il gomitolo statistico, all’aumentare della
deformazione aumenta la tendenza della catena a tornare alla forma di equilibrio, fino ad arrivare ad un
punto di equilibrio dove le due forze si bilanciano, ecco perché dopo un po’ la deformazione è costante
non aumenta
• Stress relaxation: applico una deformazione costante
Principio di sovrapposizione tempo-temperatura (TTS): a temperatura alta i moti molecolari sono molto
attivi, quindi il rilassamento è veloce, quindi le curve su spostano verso tempi più brevi lungo la scala
logaritmica, accade l’opposto a temperatura fredde, ma non cambiano forma le curve viscoelastiche
Si può utilizzare quando siamo in campo di viscoelasticita lineare e la struttura del materiale non
cambia alle sollecitazioni della temperatura
FRATTURA
Le catene al tempo zero sono nella forma di gomitolo statistico e intrecciate tra loro, durante
l’applicazione dello sforzo le catene si strotolano ma rimangono vincolate tra loro, nel caso della
frattura fragile le catene sono vincolate per colpa della loro struttura, o per legami chimici, e quindi
dopo un po’ che si applica uno sforzo le catene si spaccano, invece nel caso della frattura duttile i
vincoli si sciolgono e le catene possono scorrere liberamente, fino al punto di rottura
Se si aumenta la temperatura, si aumentano i moti molecolari delle catene, quindi un materiale può
avere una deformazione più duttile se si aumenta la temperatura, stessa cose succede se lo si deforma
più lentamente
Dopo lo snervamento il materiale perde le proprietà
FRATTURA FRAGILE
Teoria di griffith: dentro il materiale ci saranno delle cricche, delle imperfezione del materiale solido,
dovute al processo di lavorazione o alla sua composizione, e il materiale si rompe fragilmente se si
espandono queste cricche, quindi meno cricche significa più sforzo per rompere il materiale
Un taglio ha due interfacce che aumenta l’energia del sistema Gc per unità di area
Geometria più semplice per fare un campione: avere un taglio laterale rispetto al polimero
La frattura è una caratteristica del difetto, non del materiale, quindi per studiare la frattura dobbiamo
riprodurre il difetto in modo uguale
Se il difetto non è maggiore di ac ma è soggetto ad uno sforzo più basso dello sforzo di rottura, il
campione si allunga nel tempo, il difetto si amplia fino ad arrivare alle dimensioni critiche, e poi si ha
rottura
SNERVAMENTO
PROCEDIMENTO:
Lo snervamento è dovuto allo sforzo tangenziale, che opera sulla superficie posta a 45 gradi rispetto
alla superficie perpendicolare allo sforzo applicato
TEORIA DI IRING DELLO SNERVAMENTO:
Nel momento cui c’è scorrimento del materiale c’è un flusso del materiale localizzato nello
snervamento, e togliendo lo sforzo lo snervamento rimane
BIOMATERIALI
materiali concepiti per interfacciarsi con il sistema biologico al fine di valutare, dare supporto o
sostituire una parte del corpo
Funzioni:
• Sostituzione organi o parti umani che hanno perso la loro funzionalità
• Aumento o ripristino funzionalità biologiche danneggiate
• Asssistenza alla guarigione
• Chirurgia estetica
Biofunzionalita: è la capacità di un dispositivo di riprodurre una determinata funzione:
• Trasmissione del carico e distruzione della forza, deve avere proprietà meccaniche statiche,
comportamento a fatica e resistenza alla frattura
• Capacità articolari, devono avere basso coefficiente di attrito e resistenza all’uso
• Generazione e trasmissione stimoli elettrici
• Correzione della funzione visiva e uditiva
• Riempimento di cavità
Biocompatibilita: capacità di coesistere con un tessuto vivente, di non essere rigettato dal corpo
umano:
• Distrurbare le funzione del corpo meno possibile
• Non essere trombogenico, tossico o causare risposte infiammatorie o allergiche quando posto in
vivo
• Non alterare enzimi plastici o proteine
• Essere chimicamente inerti mantenere le proprie caratteristiche nel tempo
• Non causare reazione immunologiche, effetti cancerogeno, mutagenici o teratogenici
Un materiale bioattivo suscita una specifica risposta biologica all’interfaccia con il tessuto vivente
I metalli sono usati come biomateriali per le loro ottime caratteristiche meccaniche e la loro elevata
inerzia chimica, i principali usi sono come mezzi per osteosintesi e protesi ortopediche
I metalli più utilizzati sono l’acciaio inossidabile, titanio e leghe di cromo e cobalto, ma hanno una
scarsa resistenza all’uso e possono formare piccole particelle che causano infiammazioni e rigetto
dell’impianto
Le ceramiche sono dure, molto resistente alla compressione , all’usura e sono chimicamente inerti,
sono facilmente lavorabili e hanno una buona biocompatibilita, però sono fragili e hanno bassa
resistenza alla trazione
Vengono utilizzate in protesi ortopediche e dentali
Poco resistente alla trazione perché nella loro struttura a livello molecolare hanno dei “buchi” , quindi
funzionano da cricche quando si applica uno sforzo
I materiali biologici possono essere di origine umana o non umana, si utilizza per apparati
cardiovascolari
I polimeri hanno proprietà fisiche simile situazione tessuti e sono facilmente lavorabili, utilizzati in
campi molto vasti
Hanno una biocompatibilita molto alta rispetto agli altri materiali, però hanno basse proprietà
meccaniche, assorbono acqua e molecole biologiche dall’ambiente circostante, si degradano nel
tempo e ci possono essere sostanze nocive che possono essere nocive per l’organismo, dovuto ai
monomeri residui o additivi o catalizzatore usati per creare il polimero e che sono rimasti all’interno del
polimero
I materiali compositi sono una combinazione di due o più materiali, tra loro insolubili che
contribuiscono in modo sinergico alle proprietà chimica fisiche e meccaniche del composito, si usano
principalmente in campo ortopedico e odontoiatria
DISPOTIVI BIOMEDICI
Si dividono in:
• Totalmente impiantibili ( protesi ortopediche )
• Parzialmente impiantabili
• Esterne al corpo umano ( lenti a contatto )
Per di dispotivi la biocompatibilita dipende anche dalle condizioni e tempo di utilizzo, dallo stato di
salute del paziente, dalla forma del dispositivo e dal materiale di cui è composto
Deve essere resistente ai processi degradativi
PROTESI ORTOPEDICHE
Il tessuto osseo dopo l’impianto deve essere sottoposto a sollecitazioni il più simili possibili a quelle
fisiologiche per conservare l’integrità della funzionalità dell’osso e della
PROTESI ANCA
Possono essere:
• cementate
• Non cementate
Le protesi vascolari non devono provocare coagulazioni, devono avere elevata elasticità e buon
flessibilità, sono fatte da pvc, PET oppure con PFTE
Il PFTE dal punto di vista meccanico non sono il massimo
Le lenti a contatto sono fatte da PMMA, stirene (rigide) e HEMA (morbide)
Le lenti intraoculari si utilizzano per togliere il cristallino dell’occhio
Si usano anche per la veicolazione dei farmaci, riducendo gli effetti collaterali, deve interagire senza
alterare la molecola del farmaco
Veicolazione virale:
LENTI INTROCULARI
Per curare la cataratta, dove si sostituisce il cristallino dell’occhio
Si usa PMMA perché non da risposta allergica l’occhio