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1 Meccanismi di rafforzamento
1.1 Rafforzamento per soluzione solida (6pt)
𝟑
𝚫𝛕 = 𝐆𝐛𝛆𝟐 √𝐜
Dove:
▪ τ0 è la tensione di taglio sul piano di scorrimento di una
dislocazione che si muove senza incontrare ostacoli, cioè
la resistenza intrinseca del reticolo cristallino
▪ α è una costante che dipende dalla natura delle
dislocazioni
▪ G modulo elasticità tangenziale
▪ b modulo del vettore di Burgers
▪ ρ indica la densità delle dislocazioni è definita come
tensione di flusso plastico
▪ M è il Fattore di Taylor che riguarda l’orientazione dei
sistemi di scorrimento (policristallini M=3)
Di seguito alcuni valori di densità delle dislocazioni ρ
Lath martensite
Questo tipo si trova in acciai al carbonio
oppure debolmente legati fino a C=0,5%.
La morfologia è fatta da pacchetti di piccole placchette
stratificate e molto lunghe. Nei pacchetti le placchette sono
separate fra loro soprattutto da bordi di grano a basso
angolo. Non è mai stata trovata la presenza di geminati. La
densità di dislocazioni è di 109-1010 mm-2, comparabile con
quella di metalli fortemente deformati
Plate martensite
E' tipica di acciai ad alto tenore di C,
tendenzialmente maggiore di 1%. E'
costituita da placchette fatte di una coppia di geminati molto
fini, dello spessore di 10-100 nm. Le placche crescono in
modo indipendente le une dalle altre.
1° Stadio:
Avviene a temperature basse, cioè da temperatura ambiente
fino a 150-200°C, secondo la composizione chimica
dell'acciaio. I fenomeni microstrutturali sono i seguenti:
• una piccola parte del carbonio (massimo 0,2%) in
condizioni di sovrasaturazione nella martensite ne
fuoriesce, e rilassa meccanicamente il reticolo cristallino
diffondendo in minima parte e andando a decorare le
dislocazioni, è da notare che tali atomi di C rimangono in
posizione interstiziale
• tutti gli atomi di C che eccedono lo 0,2% concorrono ad
una trasformazione di fase:
MC+ (martensite tetragonale con molto C)→Mc-
(martensite tetragonale con poco C)+ε(carburo Fe2.4C),
cioè la martensite si rilassa espellendo almeno una parte
del C; quest'ultimo concorre con il Fe a generare la nuova
fase, il carburo ε, che è metastabile, di struttura
cristallografica a prisma esagonale, di forma aghiforme e
con dimensioni molto piccole.
2° stadio:
In un intervallo di temperatura compreso circa fra 100 e
300°C avviene la trasformazione
γres (austenite residua)→B (bainite).
Si tratta di una miscela meccanica di ferrite α e carburo ε o
anche cementite se la trasformazione avviene alle
temperature più prossime a 300°C. In entrambi i casi si tratta
di carburi finissimi sotto forma di aghetti lunghi dell'ordine di
10 nanometri (la dimensione dipende ovviamente dalla
temperatura alla quale avviene la transizione di fase).
4° stadio:
Convenzionalmente questo stadio è assegnato a
temperature al di sopra di 600°C e consiste nella crescita in
dimensioni dei carburi (per lo più cementite) globulari
ereditati dal terzo stadio. La cinetica è governata dalla
diffusione allo stato solido, perciò è più rapida negli acciai al
C, più lenta o necessitante delle più alte temperature (il più
vicino possibile all'eutettoide) nel caso degli acciai legati,
dove gli elementi sostituzionali, se entrano nei carburi,
diffondono molto più lentamente. La spinta termodinamica
alla crescita dei carburi viene dalla necessità di minimizzare
l'energia libera superficiale delle interfacce fra carburi e
matrice ferritica.
5° stadio:
In questo stadio avviene la precipitazione di cristalli di carburi
complessi fra C ed alcuni elementi leganti appositamente
introdotti nell'acciaio. Aggiungendo elementi leganti agli
acciai, essi possono essere solubili solo nelle fasi metalliche
ferrite ed austenite, oppure possono avere anche la
tendenza a formare carburi:
• non formano carburi Al, Cu, Si, P, Ni
• hanno crescente tendenza a formare carburi gli elementi
Mn, Cr, W, Mo, V, Ti, Nb
Gli elementi leganti sopra elencati hanno tutti l'effetto di
rallentare o posporre le trasformazioni di fase che avvengono
durante il rinvenimento. Ne consegue che, a pari
temperatura e durata del rinvenimento, gli acciai legati
abbiano caratteristiche migliori rispetto agli acciai al C.
Al di sopra di circa 550°C anche la diffusione degli elementi
sostituzionali diventa sensibile. La loro precipitazione
interrompe la decrescita delle caratteristiche meccaniche
resistenziali col prolungarsi del rinvenimento, anzi si assiste
ad un nuovo incremento delle stesse, soprattutto della
durezza che raggiunge un picco, al punto che si parla di
durezza secondaria.
Applicazioni:
Negli ultimi decenni si è assistito a un grande incremento
nell'utilizzo di componenti in lega leggera per minimizzare le
masse di macchinari in movimento, soprattutto per quanto
riguarda l'industria dei trasporti. Si producono:
• componenti automobilistici (telaio o chassis, parti del
motore)
• parti strutturali in aeronautica (ipersostentatori,
alloggiamenti delle trasmissioni, involucri di
componenti...)
• parti fisse di motori, carcasse di turbine e compressori
• componenti per lo sport
• carcasse di strumentazione elettromeccanica e
bricolage.
Progettazione:
La progettazione di un componente si svolge in tre fasi:
• la determinazione della tensione che deve essere
sopportata
• valutazione delle limitazioni geometriche dovute
all'ingombro
• progettazione con distribuzione della massa in modo
ottimale per reggere i carichi ed evitare gli effetti
d’intaglio.
Proprietà meccaniche:
• esiste un'ampia varietà di leghe, una scelta adeguata
richiede delle conoscenze molto più profonde delle sole
tabelle delle normative;
• le proprietà dipendono dal processo di produzione del
componente:
• la microstruttura è determinata dalla tecnologia
utilizzata
• le proprietà meccaniche saranno poco disperse solo in
zone specifiche del getto, mentre potranno variare in
modo importante ma prevedibile da parte a parte del
pezzo
• il trattamento termico.
I valori tabellari delle proprietà tensili dei getti sono dei valori
tipici. Infatti, per quanto riguarda i dati reali di Rm e Reh si ha
che sono circa il 20% inferiori a quelli tabellari. Il motivo
principale di ciò sta nel fatto che le caratteristiche
meccaniche sono variabili da zona a zona nel getto a causa
della diversa velocità di raffreddamento locale che quindi
favorisce la formazione di microstrutture più o meno fini.
3 Alluminio da fonderia
3.1 Composizione, microstruttura e proprietà delle leghe
binarie Al-Si (6 pt)
Rafforzamento:
o rafforzamento per dispersione di particelle
micrometriche di dimensioni fra 1 e 10 μm: Si, θ (Al2Cu)
e β(Mg2Si)
o rafforzamento per precipitazione di particelle
nanometriche di dimensioni fra 10 e 100 nm: θ' (Al2Cu)
e β' (Mg2Si) e S' (Al2CuMg)
o rafforzamento per soluzione solida di Cu e Mg rimasti in
soluzione solida sovrassatura al termine della
solidificazione e del raffreddamento rapidi.
Trattamenti termici:
▪ F: grezzo di colata;
▪ T5 (invecchiamento artificiale): si consegue un
incremento della resistenza da modesto a buono;
▪ T6: praticabile solo se il getto ha bassa porosità,
altrimenti si ha il blistering.
3.5 Confronto della composizione e microstruttura delle
leghe Al-Si e Al-Si-Cu. (7 pt)
4 Leghe di Magnesio
4.1 Resistenza alla corrosione nelle leghe di Mg con Al e Zn
(5 pt)
Energia elastica
Definiti quindi:
Dci = diametro critico ideale di tempra per l'acciaio in esame
Dc = diametro critico ideale di tempra per un acciaio con la
percentuale di C pari a quella in
esame, ma privo di elementi leganti (in pratica una lega
binaria Fe-C)
n = numero di grani di austenite al pollice quadrato visti con
un microscopio ad un
ingrandimento di 100X
N = dimensione del grano ASTM, ottenuto arrotondando
all'intero più vicino il valore
ottenuto dalla seguente equazione
n=2^(N-1)
fi = fattore moltiplicativo del diametro critico ideale che tiene
conto della temprabilità
conferita dagli elementi leganti iesimi (nell'ordine di efficacia
Mo, Mn, Cr, Ni, Si)
Dic = Dc*fMo*fMn*fCr*fNi*fSi
❖ Sensibiltà all’intaglio
il fattore relativo all'intaglio yδrelT dipende da due
parametri:
qS = fattore geometrico del dente tabellato dalle norme
ρ' = sensibilità del materiale all'intaglio quando
sollecitato a fatica, tabellato in modo sbrigativo dalle
norme
Si può avere una visione più
approfondita e più precisa
del comportamento dei
materiali prendendo in
considerazione la loro
microstruttura. In particolare,
trattando di sensibilità
all'intaglio, sarebbe bene
considerare le discontinuità
microstrutturali
caratteristiche.
❖ Scuffing
Si tratta di una forma accelerata di usura adesiva. Nel caso di
pressioni di contatto estremamente elevate e susseguente
innalzamento di temperatura, lo strato superficiale di ossido
che ricopre ogni superficie antagonista si scaglia. Si ha quindi
contatto diretto fra il metallo dei denti antagonisti e si
provocano delle saldature localizzate. Subito dopo queste
vengono strappate via, generando una superficie opaca e
ruvida. In definitiva, il fenomeno si verifica in precise
condizioni:
• lo spessore del film lubrificante è troppo piccolo
• il contatto è così forte che si verifica un notevole
surriscaldamento
• non si riscontra tempo d'incubazione del fenomeno
come nel pitting
• si verifica più facilmente in denti nuovi che non hanno
ancora sperimentato il running-in.
Contromisure:
o utilizzare ruote dentate con denti molto lisci, la lappatura
è preferibile alla rettifica
o Praticare il running-in per 10 h a metà carico di lavoro
o usare lubrificanti ad alta viscosità con additivi
antiscuffing che, quando la temperatura sale, reagiscono
chimicamente con le superfici metalliche impedendo
l'incollaggio
o Lubrificare copiosamente
o Se è possibile, preferire ruote dentate costruite con
acciai nitrurati.
❖ Usura abrasiva
Si basa essenzialmente su l'azione di sfregamento di piccole
particelle dure appuntite che piano piano asportano
materiale dalle superfici dei denti. La loro origine è la
seguente:
contaminazioni esterne
o avvengono durante le operazioni di montaggio
o avvengono durante le operazioni di manutenzione
sorgenti interne di detriti, quali
o fatica hertziana con generazione di pitting, soprattutto
micropitting
o usura adesiva che genera distacco di frammenti
appiccicati da adesione delle superfici antagoniste.
Contromisure:
1. rimozione contaminazioni esterne e cambio lubrificante
2. minimizzare la formazione di detriti di usura:
o utilizzate acciai cementati o induriti superficialmente
o utilizzare denti con superfici molto lisce
o applicare un lubrificante molto viscoso
❖ Lucidatura
E' una specie di usura abrasiva che si produce soprattutto
quando si utilizzano lubrificanti che hanno additivi
antiscuffing e le condizioni di scuffing non si verificano. Gli
additivi basati su solfuri o fosfuri di ferro sono chimicamente
reattivi ed impediscono l'incollaggio dello scuffing quando la
temperatura o la pressione locali salgono troppo. Quando
non svolgono questa funzione perché non si verificano
queste ultime condizioni, agiscono come finissime particelle
abrasive e chimicamente aggressive (accelerano l'usura
favorendo l'asportazione del metallo per dissoluzione
anodica) e piano piano si riduce l'accuratezza del profilo dei
denti.
Contromisure:
o rimuovere gli abrasivi dal lubrificante, o meglio ancora
cambiare quest'ultimo
o se si ritiene comunque necessario prevenire lo scuffing
con degli additivi, sceglierne di meno chimicamente
reattivi, come i borati.
5.6 Variazioni di volume per le trasformazioni di fase nel
sistema Fe-C (6 pt)
Le transizioni di fase implicano quasi sempre una variazione
di densità che, come nel caso delle deformazioni termiche,
non porta mai a deformazioni libere, che quindi si traducono
in tensioni residue. Nel caso del sistema Fe-C la situazione è
accentuata dalla presenza di C, che può esacerbare od
attenuare le differenze di densità fra le fasi.
❖ Tempra diretta:
Quando è possibile, si estraggono i pezzi dal forno di
cementazione e li si spegne subito nel mezzo temprante.
Questa è la tempra diretta e viene applicata quando è
possibile perchè è meno costosa dei trattamenti controllati o
a più riprese. Tuttavia, siccome la temperatura di
cementazione è 50°C sopra A3 dell'acciaio di partenza (ossia
il cuore), essa risulta dell'ordine di 920-930°C,
eccessivamente alta come temperatura di tempra rispetto
alla superficie, che ha una composizione vicino o poco
superiore all'eutettoide; in effetti, in superficie A3 varia fra
720 e 740°C circa, secondo la composizione. Si applica quindi
la tempra diretta quanto è possibile evitare:
o cricche di tempra
o distorsioni eccessive
o austenite residua eccessiva, con abbassamento della
durezza in superficie
La distorsione:
La distorsione è un problema tipico dei trattamenti termici in
generale, a causa del gioco delle dilatazioni termiche. Con la
trasformazione martensitica il problema si aggrava, a causa
dell'aumento di volume del materiale dovuto alla
trasformazione di fase. Con la cementazione il problema è
ancora peggiore. Nelle ruote dentate si hanno dilatazioni
della massa, che comportano distorsioni di forma, con
eccentricità e fuori piano. Ci sono poi le deformazioni dei
denti, che sono dello stesso tipo. Quindi, per produrre ruote
dentate di qualità il problema della distorsione, non essendo
eliminabile, va tenuto sotto controllo.
Ovviamente, la distorsione è accompagnata da tensioni
residue, che sono concomitanti alle variazioni di volume, che
sono influenzare soprattutto da:
o i contenuti di C e degli elementi leganti della martensite;
più questi sono elevati, più si ha espansione di volume
perché si ha maggiore profondità di tempra
o la geometria della distribuzione di massa della ruota
dentata; il cuore e i denti hanno masse e geometrie
diverse, quindi in esse la trasformazione avverrà in modo
non coordinato (come per esempio in un semplice
cilindro), e questo causerà tensioni e distorsioni
o il modo di entrata dei pezzi nel bagno di tempra;
occorrerebbe idealmente avvicinarsi il più possibile ad
un impatto simultaneo su tutta la superficie del pezzo da
parte del mezzo di spegnimento
o il metodo di trattamento termico; la tempra diretta
porta alle minori distorsioni, perchè le trasformazioni,
che avvengono con variazione di volume, avvengono una
volta sola; svolgendo invece tempra in due tempi, dopo
il riscaldamento che viene fatto seguire al
raffreddamento lento dopo cementazione (quindi con
una trasformazione di fase già avvenuta), si ha nuova
variazione di volume, ora più grande, che introduce
anch'essa una deformazione e che si somma alla
precedente.
Purtroppo, se le distorsioni sono non trascurabili, è
necessario riportare le ruote dentate in tolleranza svolgendo
delle rettifiche. Vi sono i seguenti problemi:
o i costi elevati delle rettifiche o anche lappature
o in letteratura si trovano tabellate le distorsioni degli
acciai da cementazione; alcuni acciai legati presentano
distorsioni contenute e quindi si potrebbero scegliere,
ma con i costi maggiori dovuti agli elementi leganti
o non sempre è possibile ridurre in modo sufficiente la
distorsione, se non applicando rettifiche pesanti; però
asportando in parte la zona più dura ed efficace dello
strato.