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Scorrimento (Creep)
Variazione della deformazione nel tempo per azione di
un carico costante.
OSSERVAZIONE!
I modi di deformazione (ad es. rilassamento e scorrimento) dipendono dal
tempo, mentre i tipi di deformazione (ad es. estensione monoassiale,
taglio semplice, compressione uniforme) dipendono dallo sforzo applicato:
si può applicare qualunque modo di deformazione a qualunque tipo di
deformazione.
rilassamento scorrimento
degli sforzi (creep)
t
E r t
e0
e t
Jc t
0
Durezza e Prova di durezza
H = k s,
in cui k è una costante che dipende dal tipo di materiale, all’incirca pari a 3.
Prove di durezza
D = 10 mm
carico: 3000 - 1500 - 500 kg
carico variabile
Unita' di misura: HR =
Considerazioni generali
(a) causa
presenza nel materiale di difetti di volume (intagli, pori, cricche)
(b) meccanismo
insorgenza di condizioni di instabilità
2x
f sin
σf: sforzo teorico di frattura
2x
f λ: lunghezza rappresentativa
E
f del raggio di azione delle forze
E
x 2 a0 atomiche
a0
Frattura
La resistenza a rottura di un solido dipende dalle forze di
legame fra gli atomi.
2. modalità di frattura
• frattura fragile
• frattura duttile
(a) frattura duttile
deformazione plastica elevata della frattura
1.progettazione
2. materiale
3. processo
(c) meccanismo
In risposta ad una sollecitazione meccanica
Frattura Transgranulare
Frattura Intergranulare
Frattura Duttile e Fragile
dW dU dU el s
dU Gctda
s
t = spessore
da = avanzamento della cricca di dimensione iniziale a
t da = incremento di area di cricca
t
Gc = adesione
t = larghezza del nastro (2 cm)
Mg = forza peso (1 kg)
da = lunghezza di nastro distaccato dal peso Mg
F
da
spessore (t)
a
dW 0 e quindi,
dU Gctda el
1 2
U e
el
2 2E
da
s
e
1 2
U e
el
2 2E
2 a 2t
U el
2E 2
dU el 2
dU el
da atda
da 2E
Condizione critica di propagazione del della cricca :
2
atda Gctda
2E
a 2
Gc
2E
Considerando la reale distribuzione degli sforzi intorno all'apice della cricca si ottiene :
a 2
Gc
E
L'equazione precedente, che descrive la condizione di frattura,
viene più convenientemente messa nella forma:
a EGc
rappresenta la condizione di sforzo,
a viene indicato con il simbolo K (MNm-3/2),
fattore di intensità degli sforzi
KI KII KIII
Teoria di Griffith
In forma più generale la condizione di frattura di un materiale fragile
si ricava nel modo seguente.
Assumendo la presenza di un difetto interno di dimensione 2a e profondità t =1
U 2 2a 4a
2
s
U el
a 2
2
U U U 4a s el
a 2
E
Variazione totale di energia necessaria alla propagazione della cricca
2
U U U 4a
s el
a 2
s el
dU dU dU
0
da da da
s el
dU dU dU
0
da da da
dU d d 2
4a a 0
2
da da da E
2 2
4 a a 2E
E
equazione di Griffith 2E
(per materiali fragili)
a
energia superficiale
Us=4γa
Uel= -σ2πa2
E
energia elastica
dU el 2 2a
2Gc
da E
Gc = 2γ
stabile critico
instabile
2E
a 1 2
coefficiente di Poisson
Nel caso di materiali
duttili per i quali interviene una deformazione
plastica all'apice della cricca
2 E p
a
energia di deformazione plastica per unità di superficie
In base alla equazione di Griffith si può dire che per un dato sforzo (o
per una data dimensione di cricca) esiste una dimensione critica della
cricca (o sforzo) che comporta la rottura catastrofica.
Modulo di Young
a Gc E , dove K c Gc E
fattore di intensità degli sforzi critico
(TENACITA’ A FRATTURA)
(b) in condizione di deformazione piana
a1 Gc E
2
Gc E , dove Kc
1 2
Come si misura la tenacità (Gc) ?
a Gc E
Meccanismi di propagazione di difetti
cricca ellittica (semiassi b ed a) contenuta in una lastra
sottile sottoposta a carico di trazione
a se b << a
m 1 2 m 2
a
b b
L’ azione di concentrazione degli sforzi diventa minima per
difetti sferici (poro):
m 3
b a 2 si ha:
m 1 2
a
se ρ << a
a
m 2
Lo sforzo nella zona antistante il difetto (fronte della cricca )
a
loc 1
2 x
a K 2 2
xs
2 s 2 s
2 2
Se si raggiunge la condizione
K Kc
a K 2 2
xs c
2 s 2 s
2 2
m 2 0 (
a 1/ 2 m a 1/ 2
t
) Kt 2( )
0 t
Fattore di concentrazione dello sforzo
L’effetto di intensificazione degli sforzi è più
significativo nei materiali fragili vs a quelli duttili.
K I c E 2 aY
Fattore geometrico
numero puro che dipende
dalla geometria del pezzo
2
K IC
B 2.5
y
(a) Frattura fragile
• zona di deformazione plastica estremamente ridotta
• Kc basso
• σs alto (che impedisce la plasticizzazione all’apice della cricca ed il suo arrotondamento)
superficie di rottura liscia (per effetto della scarsa o assente deformazione plastica)
2. formazione di microvuoti
Gc elevato Kc elevato
plasticizzazione all’apice della cricca
• coalescenza di microvuoti
• arrotondamento all’apice della cricca
• riduzione dell’effetto di concentrazione
dello sforzo
Teoria di Griffith della frattura fragile
Condizione perché si verifichi la frattura:
E (modulo di Young)
2 E s
1/ 2
c
s (sforzo critico)
a
a (lunghezza cricca)
s energia superficiale specifica
nel caso di materiali duttili...
E (modulo di Young)
2 E ( s p )
s (sforzo critico)
1/ 2
a (lunghezza cricca) c
s energia superficiale specifica
a
p energia superficiale specifica
relativa alla cricca plasticizzata
Materiali duttili tenacità a frattura (K Ic) elevata
Nel caso dei materiali metallici, la ridotta agitazione termica rende più difficile il movimento
delle dislocazioni, innalzando il limite di snervamento.
Schema dei meccanismi di frattura all’apice di una cricca: (a) aspetto macroscopico, nel caso di
un materiale a frattura fragile (ceramica), duttile con zone di deformazione plastica (metallo)
e duttile per microfessurazioni (polimero termoplastico); (b) aspetto microscopico,
rappresentazione schematica della forma della zona di deformazione plastica assente
nel materiale fragile dovuta al movimento delle dislocazioni nei metalli, e risultante
da estensione e da rottura delle catene nei polimeri.
RESILIENZA
Capacità del materiale a resistere a sforzi dinamici
PROVA DI RESILIENZA
Misura
La misura dall‘ energia necessaria per rompere il provino per urto è la resilienza.
Le modalità di esecuzione della prova esaltano il
comportamento fragile del materiale
h0
provino
hf
Charpy
provino
Izod
Risultati della prova d’urto per diverse leghe in
funzione della temperatura di prova.
Comportamento a fatica
legge di Paris
da
A m
dN
A, m: costanti del materiale
2.5 m 6
σ2> σ1
da
A m
dN
da da dN da
f
dt dN dt dN
f = frequenza
Sforzo medio
Fattori che influiscono sulla vita a fatica (2)
Effetti superficiali
fattori di progetto
trattamenti superficiali
pallinatura cementazione