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deformazione plastica
Finché la risposta della struttura si mantiene sotto il limite elastico, la relazione tra carichi e
spostamenti è generalmente lineare.
d
dy du
Comportamento delle strutture oltre il limite elastico
Una struttura duttile presenta un comportamento più favorevole rispetto a quello elastico;
infatti essa può resistere ad azioni impreviste meglio di una struttura non duttile, poiché le
parti più sollecitate si deformano in campo plastico trasferendo parte delle loro
sollecitazioni alle parti più scariche. Ciò è valido se la struttura è iperstatica.
Oltre alla capacità di ridistribuire le sollecitazioni, tipica della risposta statica delle strutture
iperstatiche, le strutture duttili presentano una risposta migliore alle azioni sismiche,
poiché sono in grado di dissipare l’energia, a esse trasmessa dal moto del terreno, nei
cicli d’isteresi.
Materiali a comportamento duttile: l’acciaio
La trasmissione degli sforzi all’interno del materiale è complessa e dipende dal fatto che il
calcestruzzo è composto dagli inerti e dalla pasta di cemento. Gli inerti, per effetto del più
elevato modulo elastico, trasmettono una quota parte del carico maggiore rispetto alla
pasta di cemento. In direzione normale all’azione applicata si manifesta un campo
tensionale, formato sia da trazioni sia da compressioni, complessivamente
autoequilibrato.
Materiali a comportamento fragile: il calcestruzzo
0.30 fc < s £ 0.50 fc: le microfessure presenti tra inerti e pasta di cemento iniziano ad
accrescersi e a propagarsi a causa delle concentrazioni di sforzo all’apice delle
microfessure stesse;
0.50 fc < s £ 0.70 fc: le microfessure iniziano a collegarsi tra loro, interessando la pasta
di cemento;
s @ 0.80 fc: soglia di propagazione instabile delle fessure; mantenendo il carico costante
si perviene alla rottura con disgregazione del provino.
Materiali a comportamento fragile: il calcestruzzo
La forma della curva tensione-deformazione è simile per calcestruzzi a bassa, media e alta
resistenza; le differenze sono strettamente legate all’evoluzione del processo di
microfessurazione all’interno del materiale.
sc kh - h 2
=
f c 1 + (k - 2)h
in cui:
ec e c1
h= k = Ec 0 Ec 0 = 1.1 Ecm
e c1 fc
ec1: deformazione alla tensione massima;
ecu: deformazione ultima;
Ec0: modulo elastico all’origine;
Ecm: modulo elastico secante a 0.4 fc.
Materiali a comportamento fragile: il calcestruzzo
Per materiali, come l’acciaio, che presentano una fase di snervamento ampia e ben
definita, si può adottare il diagramma bilineare elastico-perfettamente plastico.
A una fase lineare elastica segue una fase di plasticità perfetta che, per un materiale
ideale, non ha alcun limite alla deformazione.
Materiale rigido-plastico
Se le deformazioni elastiche sono così piccole rispetto a quelle plastiche da poter essere
trascurate, si ha il legame rigido-plastico.
Il diagramma delle deformazioni è lineare, con asse neutro coincidente con l’asse
baricentrico.
Me Me
fy = χe =
W EI
con fy: tensione di snervamento; Me: momento al limite elastico; ce: curvatura al limite
elastico.
La flessione plastica
con b(x): larghezza della fibra a distanza x dall’asse baricentrico e S: momento statico di
metà sezione rispetto all’asse baricentrico.
La flessione plastica
Mp 2 S fy 2S h S h
= = =
Me W fy I 2 I
A h2
Ah A h2 A h2 Mp S h 2 2
S= I =2 = = = 2
=1
22 2 4 2 2 Me I Ah
2 2
Mp
Me
c
cy
La flessione plastica
In tali condizioni il momento limite assume un valore minore del momento plastico Mp e
tale valore è funzione della duttilità disponibile:
e u cu
µ disp = =
e y ce
In questa situazione la trave non è completamente plasticizzata e l’estensione della zona
elastica è:
ey h
xel =
eu 2
Quanto più la trave è duttile, tanto più il momento limite si avvicina al momento plastico.
La flessione plastica
fy fy fy fy
fy fy
Me Mp
La flessione plastica
Scarico
Avviene elasticamente.
fy
fy
A seguito dello scarico nasce nella sezione uno stato di coazione (risultante nulla e
momento risultante nullo).
Stati di coazione sono sempre presenti nei profili in acciaio, a seguito della laminazione e
del successivo raffreddamento.
La flessione plastica
Gli stati di coazione modificano la legge momento-curvatura, in quanto una parte delle
fibre, in cui è presente una tensione iniziale, raggiunge prima la plasticizzazione.
Nel limite, il momento plastico rimane sempre uguale a Mp, ossia le coazioni non
modificano il momento plastico.
fy
M p = 2 fy S
fy
La cerniera plastica
Nel caso delle strutture iperstatiche, la determinazione del campo tensionale dipende
anche del modello costitutivo del materiale, poiché le disponibilità di resistenza e
duttilità modificano il campo di sollecitazione e quindi la capacità resistente.
Il problema si presenta nella generalità dei casi molto complesso, ed è spesso affrontato
adottando drastiche semplificazioni per simulare da un punto di vista meccanico il
comportamento locale dei diversi componenti.
Nelle cerniere plastiche, il massimo momento flettente è uguale al momento plastico Mp.
Nelle cerniere plastiche si assume un comportamento rigido-plastico e duttilità illimitata.
Analisi rigido-plastica
Strutture isostatiche
La formazione della prima cerniera plastica rende labile la struttura (ovvero trasforma la
struttura in un meccanismo).
pc
1
Mp Mp = pc ! 2
8
Mp
Quando nella sezione di mezzeria il momento flettente uguaglia il momento plastico Mp,
si attiva la cerniera plastica e si perviene al collasso plastico per labilizzazione della
struttura. Il carico corrispondente pc è denominato carico di collasso:
8Mp
pc =
!2
Analisi rigido-plastica
Strutture iperstatiche
Nelle strutture iperstatiche, occorre formare più cerniere plastiche per realizzare un
meccanismo.
Se si incrementa il carico (p > py), il momento flettente agli incastri rimane costante e
uguale a Mp.
Ulteriori incrementi di carico possono essere applicati fino alla formazione di una terza
cerniera plastica in mezzeria.
Ciò è possibile se le cerniere plastiche agli incastri sono in grado di assorbire le rotazioni
richieste dall’incremento di carico pc – py:
q A, rich = q B , rich =
( p
c - p y ) !3
24 EI
Non è però sempre vero che tutte le riserve iperstatiche disponibili siano effettivamente
utilizzabili. Infatti, una parziale o addirittura nulla capacità di ridistribuzione può essere
conseguenza sia di un’errata distribuzione di duttilità, sia di resistenza, sia di entrambe.
Iperstaticità e ridondanza
q A, rich = q B , rich =
( p
c - p y ) !3
24 EI
il collasso si raggiunge anticipatamente alla formazione della terza cerniera in C. Si ha
dunque una riduzione del carico di collasso, causato da una deficienza di duttilità.
Iperstaticità e ridondanza
Se il momento plastico positivo è pari alla metà del momento plastico negativo, quando si
formano le cerniere agli incastri (a momento negativo) si forma anche la terza cerniera in
campata (a momento positivo).
Il carico di collasso coincide quindi con il carico che attiva le prime cerniere agli incastri:
pc = p y
e la struttura non ha capacità di ridistribuire le sollecitazioni.
Fondamenti della gerarchia delle resistenze
Il carico limite degli elementi fragili Pis è maggiore del carico P0.
Fondamenti della gerarchia delle resistenze
Superato il limite elastico, la struttura entra in campo plastico, fino al carico P0, che
rappresenta il suo carico di collasso, raggiunto per rottura dell’elemento duttile, mentre
tutti gli elementi fragili sono ancora in campo elastico.
- sono definite con chiarezza le parti strutturali sedi di plasticizzazioni, queste sono
studiate con attenzione in termini di duttilità disponibile e di accuratezza nei particolari
costruttivi;
- le zone fragili sono protette attraverso un accurato dimensionamento delle zone più
duttili, che vengono sacrificate a questo fine.
Attraverso la cura dei particolari costruttivi si fornisce un’adeguata duttilità alle zone
nelle quali si prevede la plasticizzazione.
Allo stesso modo si proteggono i pilastri rispetto alle travi, assicurando ai primi
un’adeguata sovraresistenza.
Infine, si assicura l’integrità dei nodi trave-pilastri al collasso, poiché in questi si possono
verificare rotture locali particolarmente fragili e insidiose.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
La modalità con cui una trave in c.a. perviene al collasso varia a seconda della quantità e
disposizione delle armature longitudinali.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Dalla progettazione di dettaglio dell’armatura discende infatti il tipo di rottura, che può
avvenire secondo due modalità distinte.
a) Rottura duttile
1) Snervamento dell’acciaio di armatura
2) Schiacciamento del calcestruzzo compresso
b) Rottura fragile
1) Schiacciamento del calcestruzzo compresso con l’acciaio ancora in campo elastico
Nell’analisi del diagramma momento-curvatura dei una trave in c.a. si assume che:
- le sezioni della trave si mantengano piane;
- vi sia perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
I stadio
I stadio
Per bassi valori del carico, la sezione della trave è tutta reagente poiché il calcestruzzo è
ancora integro – non fessurato – in zona tesa; la massima tensione di trazione non
supera la resistenza a trazione e il diagramma delle tensioni si può considerare lineare.
M = Ec Ig c
in cui Ig: momento d’inerzia dell’intera sezione omogeneizzata, considerando reagente il
calcestruzzo teso.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Mf
Ig
(h - y ) = f cf
M f : momento di prima fessurazione
Mf
cf =
Ec I g
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
II stadio
II stadio
Se il livello deformativo non è troppo elevato, il diagramma delle tensioni può ancora
ritenersi lineare.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
III stadio
III stadio
La plasticizzazione dell’acciaio di armatura in zona tesa determina l’inizio del III stadio:
l’ampiezza delle fessure cresce rapidamente, l’asse neutro si sposta ancora più verso
l’alto, la risposta del calcestruzzo non può più ritenersi lineare; la rigidezza della trave
diminuisce fino ad annullarsi.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
M p = A fy z
fy 1
cp =
Ea d - y
Per ottenere lievi incrementi di momento flettente (M > Mp) è necessario aumentare il
braccio delle forze interne z, ossia alzare ulteriormente l’asse neutro.
Per mantenere costante la risultante di compressione è allora necessario aumentare la
deformazione al lembo compresso. Ciò comporta forti deformazioni al lembo teso –
assorbite dall’acciaio in campo plastico – e conseguentemente forti curvature.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Fessurazione del
calcestruzzo teso
Snervamento
dell’armatura tesa
Rottura duttile/fragile
Se invece accade che il calcestruzzo raggiunge la sua deformazione ultima con l’acciaio
in campo elastico, si verifica il collasso improvviso della sezione (rottura fragile). Questo
comportamento è tipico delle sezioni in cui sono presenti forti quantitativi di armatura
tesa.
La realizzazione della rottura duttile può essere considerata come un’applicazione del
principio della gerarchia delle resistenze.
L’acciaio di armatura (elemento duttile) deve potersi snervare a trazione prima che il
calcestruzzo (elemento fragile) raggiunga la rottura a compressione. Ciò viene ottenuto
evitando sezioni fortemente armate: un’armatura eccessiva porterebbe le trazioni in
campo elastico, spostando la rottura sul calcestruzzo (rottura fragile).
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Momento flettente
Curvatura
Concentrazione di
curvatura in una
zona limitata
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Per quantitativi molto deboli di armatura tesa, quest’ultima può essere insufficiente ad
assorbire la risultante di trazione, determinando il collasso prematuro della trave.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Tale situazione può essere evitata disponendo in zona tesa l’armatura longitudinale
minima di normativa:
f ctm
As , min = 0.26 bt d ³ 0.0013 bt d
f yk
in cui:
bt rappresenta la larghezza media della zona tesa; per una trave a T con
piattabanda compressa, nel calcolare il valore di bt si considera solo la larghezza
dell’anima;
d è l’altezza utile della sezione;
fctm è il valore medio della resistenza a trazione assiale del calcestruzzo;
fyk è il valore caratteristico della resistenza a trazione dell’armatura.
Diagramma momento-curvatura di una trave in c.a.
Esempio numerico
Sezione rettangolare
bt = 30 cm
d = 50 cm