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Trave composta acciaio - calcestruzzo

TRAVI COMPOSTE ACCIAIO-CALCESTRUZZO

1. Generalità.

c b

a
a

Figura 1.1: trave composta acciaio-cls

a trave in acciaio laminata, saldata, reticolare, con ali uguali o con ala tesa più grossa; ad essa
sono affidate le trazioni e il taglio
b soletta in cls a cui sono affidate le compressioni
c connettori che impediscono lo scorrimento (hanno la stessa funzione delle saldature tra ala e
anima o delle staffe nelle travi in c.a.)
La soletta può essere realizzata con una lamiera grecata che costituisce oltre che il cassero per il
getto di cls, l’armatura a flessione. La connessione è realizzata mediante risalti (bugne) o pioli o rete
elettrosaldata saldata alla lamiera.

Fig. 1.2: soletta collaborante con lamiera grecata

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Trave composta acciaio - calcestruzzo

Un altro esempio di soletta collaborante può essere realizzato con lastre tipo Predalle su cui viene
poi gettato il cls.

Fig. 1.3: soletta collaborante con lastre Predalle

2. Problemi di calcolo - Caratteristiche

a] Resistenza: può cedere


- per compressione del calcestruzzo (rottura fragile)
- per snervamento dell’acciaio
- per rottura dei connettori (fragile) anche per problemi di fatica.
b] Stabilità: in genere la soletta rende sufficientemente stabile l’ala superiore compressa. E’
necessaria la verifica dell’ala inferiore qualora il momento flettente sia negativo, come per gli
appoggi interni delle travi continue
c] Funzionalità: controllo delle deformazioni , influenzate dallo slittamento (modesto) fra il cls e la
trave e dalla viscosità del cls.
d] Leggerezza: le travi miste sono assimilabili a delle travi in acciaio in cui viene eliminato, almeno
in parte, il cls nella zona tesa, che costituisce un’inutile peso.
e] Durabilità: pitturazione dell’acciaio. Manutenzione
f] Normativa: CNR 10016/85 – Eurocodice 4

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Trave composta acciaio - calcestruzzo

3. Calcolo elastico a flessione

Ipotesi di calcolo:
- come per il cemento armato si considera una connessione perfetta, senza slittamenti. Quindi
le sezioni si considerano piane.
- si deve tener presente che l’area di acciaio non è puntiforme come per il c.a.. Se si ha a
disposizione un programma di verifica per il c.a., si possono introdurre vari strati di
armatura, due per le ali ed alcuni discretizzando l’anima.

b eff

x n n hc x
tf
tw
h
Aa= area acciaio
J a= J acciaio
Ac= area cls
b

Fig. 3.1: calcolo della posizione dell’asse neutro con il metodo n

Il calcolo è comunque molto semplice.


L’asse neutro è baricentrico:
- x<hc (l’asse neutro taglia la soletta di cls) :
b eff ⋅ x 2 ⎛h ⎞
= n ⋅ Aa ⎜ + h c − x ⎟ (3.1)
2 ⎝2 ⎠
J id = J a + A a (h / 2 + h c − x ) 2 + b eff ⋅ x 3 / 3n (3.2)
- x>hc la soletta è interamente reagente e l’annullamento del momento statico conduce
all’equazione:
⎛h ⎞
A c ( x − h c / 2) = n ⋅ A a ⎜ + h c − x ⎟ (3.3)
⎝2 ⎠
J id = J a + J c / n + A a (h / 2 + h c − x ) 2 + A c / n ⋅ ( x − h c ) 2 (3.4)

Si indica con Jid il momento d’inerzia della sezione omogenizzata all’acciaio.

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Si ha quindi che le tensioni risultano:


MSd M Sd
σc = x σs = (h + h c − x ) (3.5)
n ⋅ J id J id
Per quanto riguarda il rapporto n fra i moduli elastici, si devono fare le seguenti considerazioni:
- il modulo elastico dell’acciaio è praticamente costante e pari a 210000 N/mm2 secondo EC4, e
206000 N/mm2 secondo le norme CNR.
- Il modulo elastico del cls, secondo le norme, è funzione della resistenza caratteristica. Secondo
l’Eurocodice 2 E cm = 9500 ⋅ (f ck + 8)1 / 3 N / mm 2 . Ad esempio per calcestruzzo di classe
C25/30:
Es
fck=25 N/mm2; Rck=30 N/mm2 ⇒ E cm = 30500 ⋅ N / mm 2 ⇒ n= = 6.9
Ec
Questo valore vale per il cls caricato a 28 giorni dal getto e per carichi di breve durata.
- Nel tempo il cls ha un comportamento viscoso (flauge, creep), cioè a carico costante la sua
deformazione aumenta nel tempo a tempo infinito (30 anni) raggiunge 2÷3 volte il valore
iniziale. Si ha quindi una migrazione degli sforzi dal cls all’acciaio. Ecco il motivo per cui nelle
verifiche di resistenza col metodo n , o nel calcolo delle deformazioni per i carichi di lunga
durata, si assume nel cemento armato n=15. Poiché la tendenza attuale è quella di fare delle
verifiche di resistenza allo stato limite ultimo, secondo la cui filosofia la “storia dei carichi e
delle deformazioni viene dimenticata”, il problema del valore di n riguarda essenzialmente gli
stati limite di esercizio e prevalentemente il calcolo delle deformazioni. Un calcolo rigoroso
degli effetti della viscosità (o del ritiro) si scontra contro l’aleatorietà dei parametri in gioco (ad
esempio l’umidità relativa dell’ambiente), per cui è più logica una formulazione approssimata.
L’Eurocodice 4 (#3.1.4.2) introduce il modulo Ec’ del calcestruzzo:
Se specificato dal particolare progetto e comunque per edifici principalmente utilizzati per
immagazzinamenti, dovrebbero essere utilizzati due valori nominali per Ec’: il primo pari a Ecm
per gli effetti di breve durata e l’altro pari a Ecm/3 per gli effetti di lunga durata. Negli altri
casi Ec’ può essere assunto pari a Ecm/2.

Si può assumere il tradizionale valore n=15 corrispondente a E 'c = E cm / 2 ≈ 15000 ⋅ N / mm 2 .

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4. Stato limite ultimo (flessione)

La verifica potrebbe essere eseguita come per una sezione in cemento armato ordinario. Poiché però
in genere (se la trave è ben progettata) l’asse neutro taglia la soletta e quindi l’altezza della zona
compressa è piccola rispetto all’altezza totale della sezione, è inutile sofisticare sul diagramma σ−ε
del calcestruzzo (si assume un diagramma rettangolare anziché parabola - rettangolo). Si ammette
un comportamento perfettamente plastico dei materiali.

s c

fyd fyd = fyk


s
0.85 fcd f cd = fck
c

parabola

Es
s c
0.2% 1% 0.2% 0.35%

Fig. 4.1: legame costitutivo di progetto per il cls e per l’acciaio

b eff
fcd
x n n hc x
tf Rc
tw
h
RS

fad
b

Fig. 4.2: calcolo momento resistente ultimo di progetto con asse neutro che taglia la soletta

Si calcola la resistenza massima del cls e della trave in solo acciaio1:


0,85 ⋅ f ck ⋅ beff ⋅ h c
Rc = resistenza a compressione della soletta di cls
γc
A a ⋅ f y,ad
Ra = resistenza a trazione della trave in acciaio
γa
Se Ra< Rc (come deve essere in una trave ben progettata), l’asse neutro taglia la soletta (si dice in
questo caso che la soletta è “sufficiente – slab adequate”). La resistenza è governata dall’acciaio. Si
calcola la posizione dell’asse neutro con una semplice proporzione:

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x R
= a (4.1)
hc Rc
Il momento plastico di design (eq. rotazione) risulta:
h x
M pl, Rd = R a ( + h c − ) (4.2)
2 2
Nel caso in cui l’asse neutro non tagli la soletta, la resistenza è governata dal calcestruzzo e
parte della trave in acciaio è chiamata a lavorare a compressione. Si calcolerà la posizione
dell’asse neutro che soddisfa l’equilibrio alla traslazione e quindi il momento resistente della
sezione.

b eff
fcd
x hc x
tf C
n tw n fad
h
T

fad
b
Fig. 4.3: calcolo momento resistente ultimo di progetto con asse neutro che taglia la soletta

5. Verifica a taglio

Il taglio viene affidato alla trave di acciaio che verrà verificata secondo le indicazioni dell’EC3.

6. Larghezza della soletta collaborante

Nella soletta la distribuzione delle σ è del tipo illustrato in figura per effetto “shear lag”
(letteralmente ritardo del taglio).
L’Eurocodice 4 (#4.2.2.1) introduce un criterio, valido per le travi continue su più appoggi ,per
valutare la larghezza collaborante beff. Indicando con l0 la distanza approssimata tra i punti di
momento nullo:
la larghezza efficace complessiva beff dell’ala di cls associata con ogni anima di acciaio dovrebbe
essere assunta come la somma delle larghezza efficaci be della porzione di ala da ogni lato

1
Nell’EC4 l’acciaio della trave è indicato con il simbolo a, mentre l’acciaio delle barre di armatura con il simbolo s.
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dell’asse dell’anima. La larghezza efficace di ogni porzione dovrebbe essere assunta pari a l0/8 e
comunque non maggiore di b.

Fig. 6.1: tensioni nella soletta collaborante.

Fig. 6.2: calcolo della larghezza collaborante della soletta di cls

Si deve osservare che l’Eurocodice permette di considerare una larghezza collaborante di cls anche
dove il momento flettente è negativo (cioè dove il cls si fessura perché soggetto a trazione) solo per
l’analisi globale elastica delle sollecitazioni [EC4 #4.5.3]. Ovviamente in fase di verifica i momenti
negativi sono retti dalla trave in solo acciaio.

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7. Connettori

Esempi di connettori [EC4 #6.3]. I più usati sono i connettori a piolo tipo “Nelson” perché vengono
forniti con apposito kit di posa e non richiedono saldatori specializzati. I pioli hanno un
ingrossamento in testa per evitare il sollevamento della soletta (“uplifting”). L’Eurocodice 4
prescrive che il connettore sia in grado di resistere ad una forza di trazione, che tende a sfilarlo dal
calcestruzzo, pari a 1/10 della resistenza a taglio [EC4 #6.1.1].

Fig. 7.1: connettori a pressione nelle solette piene

Fig. 7.2: connettori a blocco con uncini o cappi in solette piene

Fig. 7.3: uncini e cappi in solette piene

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Fig. 7.4: connettori ad angolare nelle solette piene

Fig. 7.5: connettori ad attrito mediante bulloni

Fig. 7.6: connettori a piolo in solette piene

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7.1 Verifica dei connettori secondo l’Eurocodice 4

I connettori potranno essere posati a passo costante (se sufficientemente duttili come sono in genere
i pioli Nelson; v. EC4 #6.1.2-#6.1.3) o seguendo meglio il diagramma del taglio, in modo che
ciascun connettore resista alla forza di scorrimento agente sul suo interasse2:

PSd =
(T1 + T2 ) / 2 ⋅ S*
⋅i (7.1)
J id

Fig. 7.7: forza di scorrimento agente sul singolo piolo

In ogni caso l’insieme dei connettori deve resistere alla forza di scorrimento totale V (longitudinal
shear) risultante dal flusso degli sforzi di scorrimento tra la soletta in cls e la trave in acciaio.
In particolare possiamo analizzare il caso di una trave semplicemente appoggiata (vd. figura
seguente); integrando lungo metà luce gli sforzi di scorrimento alla Jouraswki e ricordando che il
taglio è la derivata del momento e che Jid/S=z (braccio della coppia interna) otteniamo:
L/2
T ⋅ S* L 1 q ⋅ L2 S* M
V= ∫ τ ⋅ b ⋅ dx =
J
⋅ ⋅ =
2 2 8
⋅ =
J z
(7.2)
0

con z= braccio della coppia interna


V= forza di scorrimento assorbita dai pioli su metà luce
M= momento in campata

Fig. 7.8: forza di scorrimento

T ⋅ S*
2
si ricordi la formula di Jourawski secondo la quale la forza di scorrimento per unità di lunghezza risulta s =
J
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Si può arrivare allo stesso risultato in modo più semplice e intuitivo, imponendo l’equilibrio alla
traslazione della soletta fra la sezione di momento massimo e la sezione di momento nullo, anziché
fra due sezioni a distanza infinitesimale come per la dimostrazione alla Jourawski.
La forza di scorrimento totale V deve quindi equilibrare la risultante delle compressioni C della
soletta. I connettori presenti nel tratto compreso fra la sezione di momento nullo e la sezione di
momento massimo (metà luce per trave semplicemente appoggiata con carico simmetrico) devono
trasferire alla trave in acciaio la forza di scorrimento V. Detta quindi PRd la resistenza a taglio del
singolo connettore, si calcolerà il numero di connettori nel tratto considerato come np=Vl/PRd.
La resistenza dei connettori è determinata come il più piccolo dei seguenti valori [EC4 #6.3.2.1]:
PRd = 0,8 ⋅ f u (πd 2 / 4) / γ v (7.3)

PRd = 0,29 ⋅ α ⋅ d 2 (f ck E cm ) / γ V (7.4)

con α = 0,2 ⋅ [(h / d) + 1] per 3 ≤ h/d ≤ 4


α =1 per h/d>4
h altezza del piolo
d diametro del singolo piolo
fu resistenza ultima a trazione del piolo (≤ 500 N/mm2)
fck resistenza cilindrica caratteristica del cls considerato
Ecm valore medio del modulo secante del cls
γv=1,25 coeff. parziale di sicurezza
La (7.3), di ovvia interpretazione, è la resistenza a taglio del gambo del piolo, analoga alla
resistenza a taglio dei bulloni [EC3 prospetto 6.5.3], nella quale però è presente il coefficiente 0.6 al
posto di 0.8.
La (7.4) è la resistenza a schiacciamento del calcestruzzo (tipo rifollamento).
Per illustrare il comportamento del piolo si riporta nelle pagine seguenti un estratto di un lavoro
tecnico sull’argomento3.
Possono essere progettate due tipologie di connettori: a completo o a parziale ripristino
Nelle connessioni a completo ripristino [EC4 #6.2.1.1] bisogna predisporre un numero di connettori
tali da poter assorbire una forza di scorrimento pari a

V = M pl, Rd / z = min{R c ; R a } = Fcf (7.5)


dove:

3
P. Gelfi, E. Giuriani, Modello teorico del legame costitutivo per le connessioni a piolo, 1987
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0,85 ⋅ f ck ⋅ beff ⋅ h c
Rc = (7.6) resistenza soletta di cls
γc

A a ⋅ f y,ad
Ra = (7.7) resistenza a trazione della trave in acciaio
γa

Nelle connessioni a parziale ripristino [EC4 #6.2.1.2] i pioli devono trasmettere la forza di
scorrimento di progetto Fc, corrispondente alla reale sollecitazione della trave. Tale forza è
facilmente determinabile grazie alla dipendenza lineare tra forza di scorrimento e momento
sollecitante.
MSd − M apl.Rd
Fc = Fcf (7.8)
M pl.Rd − M apl.Rd

Mpl.Rd momento resistente plastico della


trave composta
Mapl.Rd momento resistente della trave in
acciaio
Fcf forza di scorrimento per connessione a
completo ripristino
Fc forza di scorrimento per connessione a
parziale ripristino
MSd momento sollecitante di progetto
Fig. 7.9: connessioni a completo o a parziale ripristino

7.2 Comportamento dei pioli. Lunghezza efficace

Il collasso del piolo si manifesta sia per cedimento locale del calcestruzzo soggetto alle forti
pressioni esercitate dal gambo, sia per l’insorgere di meccanismi di rottura connessi con la
formazione di una o due cerniere plastiche nel gambo del piolo. I meccanismi di rottura dipendono
dalla lunghezza del piolo.
La valutazione del carico ultimo Su si fonda su alcune ipotesi semplificative. In primo luogo le
pressioni esercitate dal gambo del piolo su calcestruzzo vengono assunte uniformemente distribuite
sia in senso radiale, che lungo l’asse del piolo. Nell’ipotesi di perfetta plasticizzazione del
calcestruzzo, il valore f hc della resistenza ultima a rifollamento del cls si aggira intorno a 4÷5 volte

la resistenza cubica del calcestruzzo.

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Per quanto riguarda la formazione della cerniera plastica al piede del piolo, occorre fare alcune
considerazioni sulla sua reale posizione. La teoria della plasticità mostra che, in presenza di
flessione e taglio, la cerniera plastica si forma a una distanza a (fig.7.10), che dipende dal rapporto
L/d tra la lunghezza e il diametro, ma che assume valori poco diversi da a=0.5 d . Inoltre le modalità
di saldatura del piolo provocano la formazione di un ringrosso alla base che, insieme
all’incrudimento locale del materiale, determina un ulteriore allontanamento della cerniera plastica.
Il valore di a può essere pertanto valutato approssimativamente in 0.75÷1.5 d. Prove sperimentali
con piolo caricato come in fig. 7.11 confermano il valore di a=1.5 d .

Fig. 7.10: posizione della cerniera plastica

Fig. 7.11: pioli corti

Con tali premesse è possibile valutare il


carico di collasso del piolo, distinguendo tre possibili meccanismi di rottura corrispondenti ai pioli
corti, medi e lunghi. E’ conveniente a tal fine l’introduzione del concetto delle due lunghezze limite
che separano i tre tipi di piolo. Con riferimento alla fig. 7.11, la prima lunghezza limite L1 si ottiene
imponendo
MA = Mu (7.9)

f hc ⋅ d f y ⋅ d3
e quindi: ⋅ (L1 − a ) =
2
(7.10)
2 6
essendo fy lo sforzo di snervamento del piolo. Risulta

1 fy
L1 = a + d (7.11)
3 f hc

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Con riferimento alla fig.7.12 la seconda lunghezza limite L2 si determina imponendo:


MB = Mu (7.12)
essendo B la sezione dove il momento è massimo e il taglio è nullo. Per l’equilibrio dei tronchi BC
e AB risulta:

f hc ⋅ d f y ⋅ d3
MB = ⋅ (L 2 − Le ) =
2
(7.13)
4 6

f hc ⋅ d f y ⋅ d3
MA = ⋅ (Le − a ) 2 − M B = (7.14)
2 6
Si ottiene dalla (7.14)

2 fy
Le = a + d (7.15)
3 f hc

e dalla (7.13)
L 2 = 2 ⋅ Le − a (7.16)

Fig. 7.12: pioli medi

Il carico di collasso del piolo deve essere calcolato distinguendo i seguenti casi:
a) Pioli corti: L≤ L1
Su = f hc ⋅ d ⋅ L (7.17)

b) Pioli medi: L1≤L≤ L2


Per l’equilibrio dei tronchi BC e AB e tenendo conto che M B < M u e che M A = M u risulta:

f hc ⋅ d
MB = ⋅ (L − Le ) 2 (7.18)
4

f hc ⋅ d f y ⋅ d3
MA = ⋅ (L e − a ) − M B =
2
(7.19)
2 6

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e pertanto sostituendo la (7.18) nella (7.19) risulta:


⎡ 2 f y ⎛ d ⎞2 ⎤
L e = a + (L − a ) ⎢− 1 + 2 + ⎜ ⎟ ⎥ (7.20)
⎢ 3 f hc ⎝ L − a ⎠ ⎥
⎣ ⎦
Tale lunghezza viene chiamata lunghezza efficace in quanto il carico sopportato dal piolo è pari
alla risultante delle pressioni agenti su tale tratto. Risulta allora:
Su = f hc ⋅ d ⋅ Le (7.21)

c) Pioli lunghi: L> L2

Fig. 7.13: pioli lunghi

Per i pioli lunghi il collasso avviene con la formazione di due cerniere plastiche nelle sezioni A
e B della fig.7.13. Il meccanismo di collasso è del tutto simile a quello descritto
precedentemente per il calcolo della lunghezza limite L2. L’unica differenza risiede nella
distribuzione delle pressioni nella parte superiore del gambo, che, oltre alla sezione C, si
riducono progressivamente fino a tendere a zero nel caso di pioli molto lunghi. Questo fatto non
modifica l’equilibrio espresso dalla relazione (7.14) e pertanto vale ancora la relazione (7.15)
per il calcolo della lunghezza efficace. Il carico ultimo pertanto risulta:
Su = f hc ⋅ d ⋅ Le (7.22)
con

2 fy
Le = a + d (7.23)
3 f hc

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Questo risultato implica che tutti i pioli di lunghezza superiore a L2 hanno il medesimo carico di
collasso e che pertanto non è conveniente adottare pioli eccessivamente lunghi. Il legame tra la
resistenza del piolo e il rapporto L/d è illustrato nella fig. 7.15.
La lunghezza efficace nel caso di piolo lungo (che è il caso normale) può essere ricavata in
modo più semplice.

Fig. 7.14: pioli lunghi, calcolo semplificato

M A = M u = f hc ⋅d⋅
(Le − a )2
−M (7.24)
u
2
da cui:

4 ⋅ Mu f y ⋅ d3
Le − a = ricordando che M u =
f hc ⋅ d 6

2 fy
Le = a + d (7.25)
3 f hc

Questa trattazione evidenzia due aspetti importanti:


- la resistenza a rifollamento aumenta con la lunghezza del piolo fino ad una lunghezza limite oltre
la quale è inutile andare perché la lunghezza efficace rimane costante
- la lunghezza efficace dipende linearmente dal diametro e quindi la resistenza dipende dal
quadrato del diametro.
La formulazione dell’EC4 non mette in evidenza la dipendenza della resistenza a rifollamento dalla
resistenza a snervamento del piolo. Comunque per materiali usuali si hanno risultati analoghi. Ad
esempio per piolo φ19 in acciaio Fe510 (S355) con cls di classe C 25/30:
fck=25 N/mm2 - Rck=30 N/mm2 - Ecm=30000 N/mm2
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piolo con h/d>4


90700
PRd = 0,29 ⋅ α ⋅ d 2 (f ck E cm ) / γ V = 0.29 ⋅ 1 ⋅ 192 25 ⋅ 30000 / γ v = N
γv

Con la nostra formulazione si ha invece:


- lunghezza efficace
2 355
Le = 19 ⋅ 1.5 + 19 ⋅ = 55mm = 2.9 ⋅ d
3 4 ⋅ 30
- lunghezza limite per il piolo lungo
L 2 = 2 ⋅ Le − a = 10 − 19 ⋅ 1.5 = 81mm = 4.3 ⋅ d
- resistenza a rifollamento (a meno del coeff. di sicurezza):.
γ v ⋅ PRd = f hc ⋅ d ⋅ Le = 4 ⋅ 30 ⋅ 19 ⋅ 55 = 125400 ⋅ N

125400 90700
PRd = ⋅N poco diverso da N
γv γv

I concetti qui esposti sul meccanismo di collasso della connessione a piolo hanno validità generale e
possono essere applicati anche a casi come ad esempio nelle connessioni legno - legno (Eurocodice
5) e legno – calcestruzzo.

Su
d ⋅ f hc
2

Le a 2 fy
= +
d d 3 f hc

L1 a 1 fy
= +
d d 3 f hc

L
d
L1 L2
d d

Fig. 7.15: Resistenza ultima del piolo in funzione della sua lunghezza

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8. Verifica dell’armatura trasversale

Come indicato nell’EC4 [#6.6] deve essere progettata un’adeguata armatura trasversale per
prevenire la rottura prematura per scorrimento o spaccatura longitudinale. Possibili superfici di
rottura sono indicate nella seguente figura.

Fig. 8.1: superfici di rottura a scorrimento

La resistenza a scorrimento secondo EC4 [#6.6.2] (formulazione che coincide con quella di EC2
#4.3.2.5), è il valore minore fra la resistenza della sezione con armatura a taglio e la resistenza delle
bielle convenzionali di calcestruzzo [EC2 #4.3.2.2]:
v Rd = 2.5 ⋅ A cv ⋅ η ⋅ τ Rd + A e ⋅ f sk / γ s (8.1)
oppure
v Rd = 0.2 ⋅ A cv ⋅ η ⋅ f ck / γ c (8.2)

dove: τ Rd = 0.25 ⋅ f ctk ,0.05 / γ c resistenza allo scorrimento

fck resistenza caratteristica cilindrica del cls


fsk tensione caratteristica di snervamento dell’armatura
η=1 per cls ordinario
η=0.3+0.7(ρ/24) per cls alleggerito di massa volumica ρ in kN/m3
Acv area media della sezione trasversale, per unità di lunghezza di
trave, della superficie si scorrimento considerata
Ae somma delle aree delle armature, per unità di lunghezza della
trave, che attraversano la sup. si scorrimento.
A differenza di quanto indicato nell’EC4, si trascura il contributo di una eventuale lamiera grecata
nelle relazioni (8.1) e (8.2).

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Trave composta acciaio - calcestruzzo

L’armatura trasversale presa in conto per la resistenza allo scorrimento deve essere adeguatamente
ancorata in modo da poter sviluppare la propria tensione di snervamento.
Schematizzando il meccanismo resistente allo scorrimento con il traliccio alla Morsh si può
dimensionare velocemente l’armatura trasversale.
Ipotizzando un’azione pari alla resistenza ultima del piolo, l’armatura trasversale sarà soggetta ad
una trazione pari a Ft = PRd / 2 , da cui l’area strettamente necessaria risulta

A t , nec = Ft / f yk (8.3)

Bisogna anche verificare che l’area di armatura trasversale, uniformemente distribuita, sia maggiore
di 0.2% Acv [EC4 #6.6.4]. E’ inoltre opportuno predisporre anche delle barre longitudinali (φ8) per
contrastare il ritiro del cls in fase di maturazione e la viscosità.

a a
puntone di cls
a a tirante
a-a: superficie di rottura PRd

Fig. 8.2: armatura trasversale, schema con traliccio alla Morsh

9. Esempio di calcolo

Viene ora illustrato un sintetico esempio per comprendere le caratteristiche delle travi composte
acciaio-cls. Per lo svolgimento dettagliato si rimanda all’esercizio allegato.

beff=300

hc =105 mm
20
soletta cls
tw C25/30
ha =400 mm
IPE 400 tf
Fe510
b

Fig. 9.1: dati progettuali

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Calcolo del momento resistente (SLU):


Resistenza a compressione della soletta di calcestruzzo:
0,85 ⋅ f ck ⋅ beff ⋅ h c
Rc = =4463 kN
γc
Resistenza a trazione della trave di acciaio:
A a ⋅ f y,ad
Ra = = 2727 kN
γa

Rs < Rc → l'asse neutro taglia la soletta. La resistenza a flessione è governata dall'acciaio.


Altezza calcestruzzo compresso (posizione dell'asse neutro per l'equilibrio alla traslazione):
x = Rs/Rc · hc = 64.2 mm
h x
M pl, Rd = R a ( + h c − ) =744 kN m
2 2
Il rapporto tra il momento resistente plastico della trave composta e la trave in acciaio risulta
M pl,Rd
=1,76
M apl,Rd

Calcolo della rigidezza (SLS):


E s = 210000 ⋅ N / mm 2

Es
fck=25 N/mm2; Rck=30 N/mm2 ⇒ E cm = 30500 ⋅ N / mm2 ⇒ n= = 21
E cm / 3

L’asse neutro taglia l’anima dell’IPE:


x=14,3 mm
e quindi il momento d’inerzia della sezione composta risulta:
J id = 5,92 ⋅ 10 8 mm 4
Il rapporto tra il Jid della trave composta e J della trave in acciaio risulta
J id
= 2,56
Ja
Possiamo quindi concludere che la collaborazione acciaio-cls porta a notevoli benefici soprattutto
per il controllo delle deformazioni allo stato limite di servizio. Infatti mentre la rigidezza della trave
composta può risultare anche 3 volte superiore alla rigidezza della sola trave in acciaio, il Mpl.Rd si
aggira intorno a valori di 1,25÷2 Mapl.Rd.

20
ESEMPIO 1: giunto a cerniera con squadrette d’anima
(Aggiornato al D.M. 14-1-2008)
Si determini la massima reazione che il giunto a cerniera mostrato in figura è in grado
di sopportare. Si illustrano due modelli di calcolo equilibrati con diverse posizioni
della cerniera. Il modello di calcolo più usato è quello indicato con a).

1
Modello di calcolo a): cerniera in corrispondenza dell’intersezione del piano
verticale di simmetria della trave con l’ala della colonna. Questa soluzione è la più
usata ed è caratterizzata da bulloni che lavorano solo a taglio.

La reazione d’appoggio R della trave si distribuisce in parti uguali sulle due


squadrette. Quindi su ciascun foro si hanno le reazioni (vedi figura):
R R e1
V1 = H1 = ⋅ sulla bullonatura 1-1
4 2 d
R R e2
V2 = H2 = ⋅ sulla bullonatura 2-2
4 2 d
Poiché e1=e2=50mm e d=60 mm, si ottiene
R 50
V1 = V2 = R / 4 H1 = H 2 = ⋅
2 60

di risultante: F1 = F2 = H12 + V12 = 0.486 ⋅ R

La verifica allo stato limite ultimo va eseguita in base a:


1. resistenza di progetto a taglio dei bulloni
2. resistenza di progetto a rifollamento

2
1. Resistenza di progetto a taglio dei bulloni [NTC – DM 14-1-2008 eq. (4.2.57)]
0.6 ⋅ f tb ⋅ A res
Fv , Rd = = 37.68 kN
γ M2
con ftb=500 N/mm2
Ares=157 area resistente M16
γM2=1.25 coeff. di sicurezza delle unioni bullonate
La forza che sollecita il bullone deve essere minore della resistenza:
F1 = 0.486 ⋅ R ≤ 37.68 kN ⇒ R ≤ 77.53 kN

2. Resistenza di progetto a rifollamento [NTC eq. (4.2.61)]


La zona più debole è costituita dall’anima della trave che ha uno spessore minore
(6,5mm) ed è soggetta alla forza di rifollamento maggiore, pari a 2F1.
k ⋅ α ⋅ f tk ⋅ d ⋅ t
Fb ,Rd = = 62.4 kN
γ M2
con ftk=360 N/mm2 resistenza ultima dell’acciaio trave
d=16 mm diametro del bullone
t=6.5 mm spessore dell’anima della trave

⎧ e 45 f 500 ⎫
α = min ⎨ 1 = = 0.833; tb = = 1.39; 1⎬ = 0.833
⎩ 3 ⋅ d 0 3 ⋅ 18 f tk 360 ⎭
⎧ 2.8e 2 2.8 ⋅ 65 ⎫
k = min ⎨ − 1 .7 = − 1.7 = 8.4; 2.5⎬ =2.5
⎩ d0 18 ⎭
essendo: d0=16+2=18 mm diametro del foro
p1=60 mm interasse fra i bulloni
e1=45 mm distanza dal centro del foro all’estremità
dell’anima nella direzione della forza (>1.2d0).

3
Si noti che per e1 si è utilizzata la distanza dal bordo in direzione orizzontale perché il
bullone è sollecitato dalla forza F1 e la rottura avviene secondo le linee tratteggiate.
Si ricava quindi il valore massimo della reazione R che il giunto può trasmettere:
2 ⋅ F1 ≤ Fb , Rd 2 ⋅ 0.486 ⋅ R ≤ 62.4 kN ⇒ R ≤ 64,2 kN
La condizione più restrittiva è la verifica a rifollamento dell’anima della trave, e
quindi la reazione massima all’appoggio deve essere:
R E.d ≤ 64.2 kN

Poiché è condizionante la verifica a rifollamento dell’anima della trave, potrebbe


essere conveniente adottare il modello di calcolo con cerniera in corrispondenza della
bullonatura 1-1 (schema b).

4
Modello di calcolo b): cerniera in corrispondenza della bullonatura 1-1.
Bullonatura 1-1: soggetta a taglio
Bullonatura 2-2: soggetta a taglio, torsione e flessione

Azioni su ciascun foro:


R
V1 = V2 =
4
R e2
H2 = ⋅
2 d
R e1
F2 = ⋅
2 d

La verifica del giunto non è più governata,


come nel caso a), dal rifollamento
dell’anima della trave, ma dalla verifica a
trazione e taglio del bulloni 2-2.
Infatti i bulloni 2-2 sono sollecitati da una
forza di taglio uguale al caso precedente
(risultante di V2 e H2) dovuta alla combinazione di taglio e torsione e dalla trazione
F2 associata all’azione flettente.
La sezione del bullone 2 è soggetta al taglio:

Fv , Ed = H 22 + V22 = 0.486 ⋅ R
E alla trazione:
R e1 R 50
Ft , Ed = ⋅ = ⋅ = 0.417 R
2 d 2 60
uguale a H2, essendo e1=e2.
Utilizzando la relazione (4.2.65) delle NTC per azione combinata di taglio e trazione:
Fv , Ed Ft , Ed
+ ≤1
Fv , Rd 1.4 ⋅ Ft , Rd

Poiché:

5
Fv , Rd = 37.68 kN

0.9 ⋅ f tb ⋅ A res 0.9 ⋅ 500 ⋅157 −3


Ft , Rd = = 10 = 56.52 kN NTC (4.2.62)
γ M2 1.25

⎛ 0.486 0.417 ⎞
R ≤ 55 kN
deve essere: ⎜ + ⎟R ≤1 cioè:
⎝ 37.68 1.4 ⋅ 56.52 ⎠
Si dovrebbero inoltre verificare le squadrette per il momento R·e1 che provoca
torsione nelle ali delle squadrette collegate alla colonna.
Il modello a) è più conveniente.

6
ESEMPIO 2: CONTROLLO DELLA DUTTILITA’
(Aggiornato al D.M. 14-1-2008)
Progettare un giunto bullonato a completo ripristino per un’asta tesa in acciaio Fe360
con sezione 150x10mm

b = 150 mm
t = 10 mm
NEd = Npl,Rd = 336 kN

1. Giunzione a taglio
Affinché il giunto sia a completo ripristino è necessario che la resistenza ultima di
progetto della sezione netta in corrispondenza dei fori sia maggiore della resistenza
plastica di progetto della sezione lorda [NTC – D.M. 14-1-2008 §4.2.4.1.2 eq.
(4.2.8)]:
0.9 ⋅ A net ⋅ f tk A ⋅ f yk
N u .Rd = ≥ N pl.Rd =
γ M2 γ M0
con ftk=360 N/mm2
fyk=235 N/mm2
γM0=1.05 coeff. di sicurezza delle sezioni di classe 1,2 e 3
γM2=1.25 coeff. di sicurezza delle sezioni nette in corrispondenza dei
fori per le bullonature
Per cui risulta che:
A net f yk γ M 2
≥ = 0.863
A f tk 0.9 ⋅ γ M 0
Indicando con d0 il diametro del foro e con b la larghezza della sezione, deve essere:
b − d0
≥ 0.863 ⇒ d 0 ≤ 0.137 ⋅ b = 20.5mm
b

1
Considerando un gioco foro-bullone di 1mm [NTC §4.2.8.1.1], il diametro del
bullone deve essere d ≤ 19.5mm .
Si sceglie un bullone M18 di classe 8.8. Per evitare il pericolo di rottura fragile per
taglio del bullone, è opportuno che la resistenza a taglio del bullone Fv.Rd sia
maggiore della resistenza a rifollamento Fb.Rd. Pertanto, se i piani di taglio non
attraversano la filettatura dei bulloni, si ha:
0.6 ⋅ f tb ⋅ A
Fv.Rd = 2 = 1957kN (due piani di taglio)
γM2

k ⋅ α ⋅ f tk ⋅ d ⋅ t
Fb.Rd =
γ M2

Assumendo kα = 2.5 deve essere:


A 2.5 f tk
≥ ⋅
d ⋅ t 2 ⋅ 0.6 f tb

π ⋅ d2
ed essendo A = risulta:
4
π d2 2.5 360 4t
≥ = 0.938 → d ≥ 0.938 = 11.9 mm O.K.
4 d t 2 ⋅ 0.6 800 π
Il numero dei bulloni va calcolato in modo che la resistenza della giunzione sia
maggiore della resistenza plastica Npl.Rd.
N pl.Rd = A ⋅ f yk / γ M 0 = 150 ⋅ 10 ⋅ 235 / 1,05 ⋅ 10−3 = 336 KN

La resistenza di ciascun bullone è governata dalla resistenza a rifollamento che


risulta
k ⋅ α ⋅ f tk ⋅ d ⋅ t 2.5 ⋅1 ⋅ 360 ⋅18 ⋅10
Fb.Rd = = = 129 KN
γ M2 1.25

Si definisce la posizione dei bulloni affinché i coefficienti k e α della resistenza di


progetto a rifollamento assumano i valori massimi k=2.5 e α=1.
- per i bulloni di bordo nella direzione del carico applicato:
⎧e f tb 800 ⎫
α = min ⎨ 1 ; = ; 1⎬ ⇒ e1 > 3d0 = 57 mm
⎩ 3d 0 f tk 360 ⎭

2
- per i bulloni interni nella direzione del carico applicato:
⎧p f tb 800 ⎫
α = min ⎨ 1 − 0.25; = ; 1⎬ ⇒ p1 > 3.75d0 = 71 mm
⎩ 3d 0 f tk 360 ⎭
- per i bulloni di bordo nella direzione perpendicolare al carico applicato:
⎧ 2.8 e 2 ⎫
k = min ⎨ − 1.7; 2.5⎬ ⇒ e2 > 1.5d0 = 28.5 mm
⎩ d0 ⎭
Sono quindi sufficienti 3M18 di classe 8.8.
Si riporta nella figura il calcolo della resistenza del bullone eseguito con il
programma profili (http://dicata.ing.unibs.it/gelfi/).

3
2. Giunzione ad attrito
Si progetta un collegamento per il quale non si vuole avere scorrimento allo stato
limite di servizio. Per le giunzioni ad attrito si usano solo bulloni di classe 8.8 e 10.9
ad alto limite di snervamento, per limitare le perdite di carico per rilassamento del
bullone.

Dati di progetto:
- giunto a completo ripristino
- superfici non sabbiate (μ=0.3; NTC §4.2.8.1.1)
- bulloni M18 classe 10.9
- sollecitazione allo S.L.U. N pl.Rd = 491 KN

- sollecitazione allo S.L.E. N Ed = N pl.Rd / 1.5 = 327 KN

Forza di “precarico” [NTC eq. (4.2.56)]


Ftb A res
Fp ,Cd = 0.7 = 122.2 KN
γ M7

con f tb = 1000 N / mm 2

A res = 192 mm 2 area resistente M18


γM7=1.1 coeff. di sicurezza precarico.
Allo stato limite di servizio la resistenza di progetto allo scorrimento di un bullone
[NTC eq. (4.2.66)] risulta:
n ⋅μ
Fs.Rd = Fp.Cd = 66.7 KN
γ M3
con n=2 numero delle superfici di attrito

4
μ=0.3 coeff. d’attrito (superfici non sabbiate)
γM3=1.1 coeff. di sicurezza per SLE.
Sono necessari 5 bulloni M18:
5 ⋅ Fs.Rd = 334 KN > N Ed = 327 KN

Le verifiche allo stato limite ultimo (resistenza a taglio e a rifollamento), già


soddisfatte con 4 bulloni classe 8.8, lo sono a maggior ragione con 5 bulloni classe
10.9.

5
GIUNTI TRAVE COLONNA: GENERALITA’
(revisione 1.12.2003)

Flangia
d'estremità

Irrigidimenti
trasversali

Saldature ridotte ⇒ vantaggi economici per spese di manodopera ridotte


Facilità di trasporto

Si realizza il moncherino e gli irrigidimenti in officina


Velocità di montaggio

1
APPENDICE J DELL’EUROCODICE 3: INTRODUZIONE

L’appendice J dell’Eurocodice 3 presenta i criteri per la determinazione delle caratteristiche di


resistenza e di deformabilità di alcuni tra i più ricorrenti tipi di giunto nelle strutture in acciaio. Essi
sono:

a) Giunti bullonati con flangia d’estremità a filo dell’ala della trave


b) Giunti bullonati con flangia d’estremità estesa oltre l’ala della trave
c) Giunti bullonati con squadrette d’ala
d) Giunti saldati

• Tra le ipotesi di base dell’Appendice J vi sono:


- sezioni ad I o H laminate e saldate di classe 1, 2 o 3
- collegamenti nei quali le travi sono connesse alle ali delle colonne
- al più due bulloni per fila

2
6.4.2. Classificazione secondo la rigidezza

6.4.2.1 Collegamenti a cerniera


(1) Un collegamento a cerniera deve essere progettato in modo tale che non possa sviluppare
momenti apprezzabili che potrebbero avere un effetto negativo sui componenti della
struttura.
(2) I collegamenti a cerniera devono essere capaci di trasmettere le forze calcolate nel
progetto e devono essere in grado di assorbire le relative rotazioni.
6.4.2.2. Collegamenti rigidi
(1) Un collegamento rigido deve essere progettato in modo che la sua deformazione non
abbia un’influenza apprezzabile sulla distribuzione delle forze e dei momenti interni della
struttura, né sulla deformazione globale.
(2) Le deformazioni dei collegamento rigidi devono essere tali da non ridurre la resistenza
della struttura di oltre il 5%.
(3) I collegamenti rigidi devono essere capaci di trasmettere le forze e i momenti calcolati
nel progetto.
6.4.2.3. Collegamenti semirigidi
(1) Un collegamento che non soddisfa i criteri per un collegamento rigido o per un
collegamento a cerniera deve essere classificato quale collegamento semirigido.

Se si impiega l’analisi globale elastica, interessa classificare un giunto trave-colonna in base alla
sua rigidezza. Per i giunti semirigidi si può inserire la rigidezza rotazionale nel modello di calcolo
della struttura, ottenendo così interessanti possibilità di ridistribuzione delle azioni interne.
Per la classificazione, la rigidezza rotazionale Sj del giunto va messa in relazione con la rigidezza
rotazionale EJb/Lb della trave. Calcoliamo con il metodo delle forze il momento d’incastro di una
trave vincolata all’estremità con molle rotazionali di rigidezza Sj e soggetta ad un carico p
uniformemente distribuito.

p
Sj Sj

Lb

3
Introduciamo le iperstatiche e scriviamo l’equazione di congruenza:

p
M1 M1

Sj Sj

Φ11M1 + Φ10 = 0

Lb Lb 1
Φ 11 = + +
3 ⋅ EJ b 6 ⋅ EJ b S j

p⋅L b
3
Φ10 =
24 ⋅ EJ b
Il momento all’incastro vale quindi:
p⋅L b
3

Φ 24 ⋅ EJ b p⋅L b
2
Sj
M 1 = − 10 = − =− ⋅
Φ11  Lb 1  2 ⋅ EJ b 12
 +  Sj +
 2 ⋅ EJ S j  Lb
 b

Per un dato profilo la rigidezza flessionale varia solo con la lunghezza L. Quindi:
• se L ha un valore elevato (trave molto flessibile), il collegamento tende a comportarsi come un
incastro perfetto ( M1 ⇒ −pL2b / 12 );

• se L ha un valore limitato (trave molto rigida), il collegamento tende a comportarsi come una
cerniera ( M1 ⇒ 0 ).
Per definire i criteri di classificazione dei collegamenti in base alla rigidezza, fissati i valori di

momento di estremità considerati sufficientemente vicini a quello di incastro (M1= pL b 2 / 12 ) e di


cerniera (M1=0).

Per i telai controventati l’EC3 fissa:


2
pL b Sj
(limite rigido-semirigido) M 1 ≥ 0,8 ⇒ ≥ 0,8 ⇒ S j ≥ 8 ⋅ EJ b / Lb
12 S j + 2 ⋅ EJ b / Lb
2
pL b Sj
(limite semirigido-cerniera) M 1 ≤ 0,2 ⇒ ≤ 0,2 ⇒ S j ≤ 0.5 ⋅ EJ b / Lb
12 S j + 2 ⋅ EJ b / Lb

4
1 rigido S j ,ini ≥ 8 EI b / Lb

2 semirigido
3 cerniera S J ,ini ≤ 0,5EJ b / Lb

1 rigido S j,ini ≥ 25EI b / L b

2 semirigido
3 cerniera S J ,ini ≤ 0,5EJ b / Lb

Vedere EC3 #6.9.6 e Annex J.

5
Caratteristiche del collegamento:
• Momento resistente di progetto Mj,Rd
• Capacità di rotazione di progetto Φ Cd
• Rigidezza rotazionale Sj

Mj,Rd

2/3 M
j,Rd

Sj,ini /3
Sj,ini /2
Sj,ini
φCd
φ
Diagramma momento-rotazione idealizzato

Il primo tratto del diagramma, per valori di Mj,Sd fino a 2/3 Mj,Rd, è elastico lineare con rigidezza
Sj,ini. Segue un tratto con sviluppo delle prime plasticizzazioni, raccordato con il pianerottolo
plastico.
In genere per giunti flangiati si assume:
per lo stato limite di servizio S j = S j,ini

S j,ini
per lo stato limite ultimo Sj =
2

Le caratteristiche meccaniche del giunto vengono valutate con il metodo per componenti.

6
IL METODO PER COMPONENTI

• Il collegamento viene scomposto in un insieme di componenti fondamentali


• Tali componenti di base sono collocati nelle tre zone di compressione, trazione e taglio

Zona soggetta a
Zona soggetta trazione
a taglio

Zona soggetta a
compressione

Componenti base del giunto:


Zona soggetta a taglio
- pannello d’anima della colonna a taglio
Zona soggetta a compressione
- anima della colonna compressa
Zona in trazione
- anima della colonna in trazione
- ala della colonna a flessione
- flangia d’estremità a flessione
- bulloni tesi

Tre fasi:
a) Identificazione dei singoli componenti
b) Valutazione delle caratteristiche di rigidezza (ki) e resistenza (FRd,i) di ognuno dei
componenti
c) Assemblaggio per la valutazione delle caratteristiche dell’intero collegamento

7
• La rigidezza iniziale del collegamento si ricava dalla relazione:
E ⋅ z2
S j,ini = 10
1
∑k
i=1 i

• Il momento resistente del giunto si calcola con:


M j,Rd = ∑ h r Ftr ,Rd
r

essendo:
ki = coefficiente di rigidezza del componente i-esimo.
z = braccio della coppia interna
Ftr,Rd = resistenza efficace della fila di bulloni r (r = 1,2,..)
hr = distanza dell’asse della fila di bulloni r dal centro di compressione.

8
MODALITA’ DI COLLASSO

In queste tipologie di giunti le verifiche più delicate riguardano la colonna che può cedere con le
seguenti modalità di collasso:
- per snervamento o instabilità dell’anima in compressione
- per flessione dell’ala soggetta a trazione
- per distacco dall’ala tesa dall’anima
- per snervamento o instabilità del pannello d’anima a taglio

Ballio #7.6.1.1 Verifiche in corrispondenza del lembo compresso

Diffusione a 45° nella flangia d’estremità della trave


Diffusione a 68° nella colonna

beff=tb+2 t1+5(tc+rc)

F
Resistenza a compressione: σ = ≤ fd
b eff t w
Resistenza all’instabilità (da norme statunitensi)
hw
tw ≥ 235 / f d
30

Ballio #7.6.1.2 Verifiche in corrispondenza del lembo teso della trave

9
a) Resistenza dell’ala della colonna

L’ala della colonna è inflessa dalla forza F trasmessa dalla trave. Nel caso di giunto saldato, per
prevenire il meccanismo di collasso deve essere:
F ≤ 24 ⋅ m res = 6t 2f f yd

essendo:
F=M/d forza trasmessa dall’ala della trave
1 ⋅ t 2f
mres = W pl f yd = f yd momento resistente plastico per unità di
4
lunghezza dell’ala della colonna

Nel caso di giunto a completo ripristino di resistenza, la forza F trasmessa dalla trave è:
F = A fb f yd

t 2f 1
A fb f yd ≤ 24 f yd ⇒ tf ≥ A fb ≅ 0.4 A fb
4 6

b) Resistenza anima della colonna


A fb
f y ⋅ t w ⋅ beff ≥ f y ⋅ A fb ⇒ tw ≥
beff

dove beff è calcolata come per la zona compressa

c) Inoltre prove sperimentali hanno evidenziato che si può ritenere efficace solo una lunghezza del
cordone di saldatura ala trave-ala colonna pari a
beff = 2 ⋅ t w + 7 ⋅ t f

Se le verifiche non sono soddisfatte saranno necessarie delle costole di irrigidimento

10
Inflessione dell’ala della colonna
Per comprendere la relazione F ≤ 24 ⋅ mres consideriamo l’ala della colonna soggetta al carico
distribuito p=F/b trasmesso dall’ala della trave (v. figura).

Il momento per unità di lunghezza che sollecita l’ala della colonna vale:
b b
p⋅ ⋅
m=
M
= 2 4 = p⋅b = F ⇒ Fu = 4 ⋅ m u
beff b 4 4
2
In realtà, essendo la flangia della trave molto rigida, non viene applicato un carico p costante ma
una deformazione costante e il meccanismo di rottura si instaura per Fu = 24 ⋅ m u .
Il valore della larghezza efficace beff=b/2 si ottiene considerando che il carico elementare p·dx
provoca all’incastro della mensola una σmax che si può calcolare considerando una sezione di
larghezza 2x. Si ha pertanto:

p ⋅ dx ⋅ x p ⋅ dx b/2 1 F
dm = = m=∫ dm = p ⋅b / 2 =
2x 2 0 2 4

11
Ballio #7.6.1.3 Verifiche del pannello d’anima soggetto all’azione tagliante

a) Verifica di resistenza

Taglio resistente
VRd = t w ⋅ hw ⋅ f yd / 3

b) Verifica di resistenza all’instabilità a taglio [EC3 #5.4.6 (7)]. Va eseguita se:


- per anima di colonna non irrigidita
d
> 69 ⋅ ε
tw
- per anima di colonna irrigidita
d
> 30 ⋅ ε ⋅ k τ
tw
essendo:
d altezza dell’anima
tw spessore dell’anima
235
ε=
fy

kτ coeff. d’imbozzamento [EC3 #5.6.3]. Se il pannello è quadrato k τ =9,34 e la


condizione diventa:
d
> 91,7 ⋅ ε
tw

Quando la verifica a taglio del pannello d’anima non è soddisfatta è necessario porre degli
irrigidimenti diagonali.

12
GIUNTO FLANGIATO [secondo EC3 Appendice J]
(Revisione 14.01.2006)

INTRODUZIONE

Tipologie di giunti flangiati

Si ricordano le ipotesi alla base dell’appendice J dell’EC3:


- sezioni ad I o H laminate e saldate di classe 1, 2 o 3
- collegamenti tra sezioni ad I o H in cui le travi sono connesse alle ali della colonna
- al più due bulloni per fila

Il numero di file di bulloni tesi può variare da un minimo di una ad un massimo compatibile con la
geometria degli elementi collegati e con ipotesi di calcolo ragionevoli, tenendo cioè presente che le
file di bulloni lontane dalla zona tesa danno un minore contributo al momento resistente del giunto,
e possono per questo essere trascurate nel calcolo e omesse nella progettazione se non
indispensabili per il loro contributo di resistenza a taglio.
In Fig. 1 sono rappresentati un giunto flangiato in spessore di trave (flush end-plate), adatto per telai
controventati, ed un giunto con flangia di estremità estesa (extended end-plate), adatto anche per
telai non controventati. Spesso nel giunto con flangia di estremità estesa l’anima della colonna è
rinforzata con irrigidimenti trasversali (EC3 J 3.3).

Irrigidimenti
trasversali

Fig. 1 – Giunto flangiato in spessore di trave e a flangia estesa

1
Nel calcolo della resistenza del giunto si procede come per il giunto saldato individuando i
componenti deboli (anima della colonna a trazione o a compressione, ala della colonna, flangia
d’estremità tesa, bulloni tesi, pannello d’anima della colonna a taglio).
E’ però differente il modo con cui si valuta la resistenza dell’ala della colonna e della flangia
d’estremità. La resistenza di questi componenti è calcolata assimilandoli a elementi a T equivalenti
di opportuna lunghezza, detta lunghezza efficace (leff). Il calcolo delle lunghezze efficaci è descritto
nell’esercizio che segue.
Se è presente più di una fila di bulloni tesi, l’elemento a T equivalente in certi casi deve essere
modellato sia per ogni fila presa singolarmente, sia per gruppi di file considerati nel loro insieme (v.
Fig. 2). Se la generica fila appartiene ad un gruppo di bulloni (come in figura), sarà necessario
verificare che la somma delle resistenze delle file che appartengono a quel gruppo non ecceda la
resistenza del gruppo stesso.

file di bulloni considerate file di bulloni considerate


individualmente come gruppo

l eff

l eff
l eff

Fig. 2 – Elementi a T equivalenti

2
Flangia estesa

leff gruppo
bulloni
leff fila 1
Flangia in spessore di trave leff fila 2

leff
La parte estesa della
leff flangia e quella sotto l'ala
tesa della trave sono
Caso senza irrigidimenti
modellate come due
elementi a T equivalenti
separati
Analogamente per l'ala
della colonna con
leff irrigidimenti trasversali
leff gruppo

Caso con irrigidimenti

m r

emin

Fig. 3

3
La resistenza di progetto a trazione Ft,Rd di un elemento a T viene assunta pari al più piccolo dei
valori delle tre seguenti modalità di collasso:

• Modalità 1: meccanismo plastico completo dell’ala

e m Ft,Rd Momento nella cerniera plastica 1:


(Q + 0.5Ft , Rd )m − Q(e + m) = M pl .Rd da cui :
Q Q
1 0.5 Ft , Rd m − Q e = M pl . Rd (a)
forza di leva
2
Momento nella cerniera plastica 2:
Q ⋅ e = M pl . Rd sostituendo nella (a) si ricava:
Q+0.5F t,Rd Q+0.5F t,Rd
4 M pl , Rd
M pl,Rd Ft , Rd =
m
dove: M pl , Rd = 0.25∑ leff ,1t f f y / γ M 0
2

M pl,Rd M pl,Rd
con ∑ l eff ,1 = lunghezza efficace per la modalità 1.
Fig. 4

• Modalità 2: rottura dei bulloni con snervamento dell’ala

Ft,Rd Equilibrio alla traslazione:


Q Q ∑B t , Rd − 2Q = Ft , Rd → Q = (∑ Bt , Rd − Ft , Rd ) / 2
n m
Momento nella cerniera plastica:
0 . 5 ∑ B t , Rd m − Q ( n + m ) = M pl , Rd

Sostituendo l’espressione di Q si ottiene:


0.5 ΣB t,Rd 0.5 ΣB t,Rd 2M pl , Rd + n∑ Bt , Rd
M pl,Rd Ft , Rd =
m+n
dove: M pl , Rd = 0.25 ∑ leff , 2 t f f y / γ M 0
2

∑ leff 2
Fig. 5
con = lunghezza efficace per la modalità 2

∑B t , Rd = resistenza totale a trazione di tutti i bulloni dell’elemento a T.

n = emin ma : n ≤ 1.25m (v. Fig. 3)

4
Modalità 3: rottura dei bulloni

Ft,Rd

FT , Rd = ∑ Bt , Rd

0.5 ΣB t,Rd 0.5 ΣB t,Rd

Fig. 6

Criteri di dimensionamento
Dimensionamento dei bulloni
- Un criterio di dimensionamento geometrico, prevede di assumere un diametro dei bulloni pari a
1.5 volte lo spessore dell’ala della colonna. Per profili di colonna di grosse dimensioni questo
criterio sovradimensiona i bulloni. E’ comunque opportuno controllare che non si verifichi la
modalità di rottura 3 (rottura fragile dei bulloni).
- Un secondo criterio (duttilità) serve a permettere la ridistribuzione delle azioni tra le file di
bulloni. Secondo l’EC3 tale requisito è soddisfatto quando:

⎧⎪ d ≥ 1.9 t p f yp f ub

⎪⎩d ≥ 1.9 t fc f yfc f ub

Dimensionamento della flangia d’estremità


Per la flangia si assume generalmente uno spessore simile a quello dell’ala della colonna, essendo
scarso l’incremento di resistenza e rigidezza apportato dall’uso di spessori maggiori, salvo il caso di
giunto con irrigidimento trasversale in zona tesa.
La larghezza della flangia è generalmente uguale alla larghezza dell’ala della trave. Si possono
adottare valori maggiori, compatibili con l’ala della colonna, qualora vi siano problemi per il
posizionamento dei bulloni.
La distanza minima tra il centro dei fori e il bordo della flangia non deve essere minore di 2 d0 (d0=
diametro del foro), secondo EC3 [#6.5.1.3 (1)].

5
ESEMPIO DI CALCOLO

Per aiutare a comprendere le prescrizioni dell’annesso J dell’EC3 viene presentato un esempio di


calcolo di un giunto flangiato con due file di bulloni tesi, con e senza irrigidimenti trasversali
dell’anima della colonna.
Acciaio S275 (Fe430)
Bulloni M20 classe 10.9
d0=22 mm foro bullone
tp=20 mm spessore flangia
bp=200 mm larghezza flangia
hp=420 mm altezza flangia
ep=50 mm
mx=ex=50 mm
u=20 mm
twc=7 mm
tfc=11 mm
rc=18 mm
tfb=10.7 mm
twb=7.1 mm

Fig. 7
Saldature:

Anima:
aw=1/2 twb=4 mm
Ali:
mxs mx af=1/2 tfb=6 mm

ep mp
Fig. 8

6
Caratteristiche geometriche derivate:
p = 2 ⋅ m x + t fb = 110.7mm
m p = (b p − t wb ) / 2 − e p − a w ⋅ 0.8 ⋅ 2 =41.92 mm

w=100 mm
e c = (b fc − b p ) / 2 + e p =60 mm

m xs = m x − a f ⋅ 0.8 ⋅ 2 =43.21 mm

mc = (b fc − t wc ) / 2 − ec − 0.8 ⋅ rc = (220 − 7) / 2 − 60 − 0.8 ⋅ 18 = 32.1 mm

J 3.4. Resistenza della zona di trazione


J 3.4.1. Ala di colonna non irrigidita
a) meccanism globale b) meccanismi separati c) meccanismo
per il gruppo per ogni bullone per imbutimento

4mc+1.25ec 2πmc

e m e m

bulloni per
taglio
a) b) c)

2 filedi bulloni considerate 2 file di bulloni considerate


come gruppo
individualmente

leff
leff

leff 2leff
l eff

leff

Fig. 9

(2) Si deve prendere come lunghezza efficace leff per ciascuna riga di bulloni il minore dei valori
seguenti:

7
(b) per bulloni d’estremità:
leff,b = 0.5p + 2m + 0.625e = 0.5·110.7 + 2·32.1 + 0.625·60 = 157.1 mm (Fig. 9a)
leff,b = 4m + 1.25e = 4·32.1 + 1.25·60 = 203.4 mm (Fig. 9b)
leff,b = 2πm = 2π · 32.1 = 201.7 mm (Fig. 9c)
La lunghezza efficace minore per ciascuna riga di bulloni è quella del meccanismo di gruppo.

Resistenze efficaci
Le resistenze efficaci per le tre modalità di collasso risultano:
Modalità di collasso 1:
4 ⋅ M pl . Rd
Ft1, Rd = =296 kN [J 22]
m
dove:
M pl . Rd = 0.25 ⋅ leff ⋅ t fc f y / γ M 0 = 2.376 kNm leff = 2 ⋅157.1 = 314.2 mm
2

m=mc=32.1mm

Modalità di collasso 2:
2M pl . Rd + n∑ Bt , Rd
Ft 2, Rd = = 457 kN
m+n
dove n = min{1.25m c ; e p ; e c } = min{40;50;60} = 40 mm

∑B t , Rd =4 Bt,Rd=705.6 kN resistenza dei quattro bulloni tesi

0.9 ⋅ f ub As
Bt , Rd = =176.4 kN
γ Mb
essendo: fub==1000N/mm2 resistenza a rottura dei bulloni di classe 10.9
As=245mm2 area resistente di un bullone M20

Modalità di collasso 3 (rottura dei bulloni)


Ft 3, Rd = ∑ Bt , Rd = 705.6 kN per quattro bulloni

La resistenza dell’ala della colonna a flessione è governata dalla modalità di collasso 1


Ft . fc. Rd = min{Ft1, Rd ; Ft 2, Rd ; Ft 3, Rd } = 296 kN

Si deve calcolare anche separatamente la resistenza della riga superiore di bulloni, essendo la sua
resistenza superiore alla metà della resistenza di gruppo. Governa la modalità di collasso 1:
Modalità di collasso 1:

8
4 ⋅ M pl . Rd
Ft1, Rd = = 190.1 kN [J 22]
m
M pl . Rd = 0.25 ⋅ leff ⋅ t fc f y / γ M 0 = 1.525 kNm leff = 201.7 mm
2
dove:

Si potrà quindi affidare alla bullonatura superiore la forza di trazione:


Ft .extfc.Rd = 190.1 kN

e alla bullonatura inferiore la differenza con la resistenza di gruppo:

. fc . Rd = 296 - 190.1 = 105.9 kN


Ft int

J 3.4.4. Flangia di estremità


Per quanto riguarda la flangia si hanno valori diversi della leff dell’elemento a T equivalente per le
due file poiché la fila interna risente dell’irrigidimento fornito dall’anima della trave e quindi ha
resistenza e rigidezza superiori rispetto alla fila esterna. Per semplicità si assume di solito per la fila
interna la stessa resistenza di quella esterna. Per completezza viene però esposto anche il calcolo
della resistenza della fila interna.
(2) Si deve prendere come lunghezza efficace leff per ciascuna riga di bulloni il minore dei valori
che seguono:
(a) per bulloni esterni all’ala della trave in trazione:
leff,a = 0.5 bp = 0.5·200 = 100 mm [J 40]
leff,a = 0.5 w + 2 mx + 0.625 ex = 0.5·100 + 2·43.21 + 0.625·50 = 167.7 mm [J 41]
Nell’edizione del 1994 dell’Appendice J, non recepita dall’edizione italiana, sono presenti anche le
seguenti condizioni:

bp
w leff
ep leff
leff
⎧Circular patterns

⎪2π ⋅ mxs = 270
ex ⎪π ⋅ mxs + w = 235
mxs ⎪
leff = 100mm = min ⎨π ⋅ mxs + 2 ⋅ e p = 235

⎪Other patterns
⎪4 ⋅ mxs + 1.25 ⋅ ex = 234.5

⎩ep + 2 ⋅ mxs + 0.625 ⋅ ex = 167.2

9
Flangia d'estremità: fila esterna
linea di snervamento circolare
2πmxs π mxs+w π mxs+e p

m xs m xs m xs

ala della trave


w ep
Fig. a) Fig. b) Fig. b)

altre linee di snervamento


4mxs+1.25ex ep+2mxs+0.625ex 0.5b p

ex ex
m xs m xs

ala della trave ala della trave


ep bp
Fig. d) Fig. e)
Fig. f)
ex 0.5w+2mxs+0.625ex
m xs Fig. g)

- Fila interna:


⎪Circular patterns = 2π ⋅ m p = 263
leff 1 = 258 = min ⎨
⎪Other patterns = α ⋅ m = 258
⎩ p

leff 2 = Other patterns = α ⋅ m p = 258 mm

dove α=6.14 ricavato dall’abaco di fig. J.27 [J 3.5.7]

α esprime il contributo di rigidezza fornito dall’anima della trave all’elemento a T equivalente per
la fila di bulloni interna, mediante i parametri λ1 e λ2.

10
mp 42 m xs 43
λ1 = = = 0.46 λ2 = = = 0.47
mp + ep 42 + 50 m p + e p 42 + 50

Resistenza delle file di bulloni della flangia di estremità


• Fila esterna
ep
leff=100mm
t 2p ⋅ leff fy
M pl, Rd = ⋅ = 2.5 kNm
4 γ M0 ex
mxs
4 ⋅ M pl , Rd
Ft1, Rd = = 232 kN
m
2M pl , Rd + n∑ Bt , Rd
Ft 2, Rd = = 243 kN
m+n
essendo n = min{1.25m xs ; e x } = min{51.6;50} = 50mm
m=mxs=43mm
ex=50mm

∑B t , Rd = Ft 3, Rd =2 Bt,Rd=352.8 kN resistenza di una fila di bulloni

Quindi la resistenza della parte esterna della flangia risulta:


Ft .extp. Rd = min{Ft1, Rd ; Ft 2, Rd ; Ft 3, Rd }= 232 kN

11
valore maggiore della resistenza lato colonna (190.1 kN), che quindi governa la resistenza.

• Fila interna
leff=258mm
t 2p ⋅ leff fy
M pl, Rd = ⋅ = 6.45 kNm
4 γ M0
4 ⋅ M pl , Rd
Ft1, Rd = =614 kN
m
2M pl , Rd + n∑ BT , Rd
Ft 2, Rd = =332 kN
m+n
essendo n = min{1.25m p ; e p ; e c } = min{52.5;50;60} = 50mm

m=mp=42mm

∑B t , Rd = Ft 3, Rd =2 Bt,Rd=352.8 kN resistenza di una fila di bulloni

Quindi la resistenza della parte interna della flangia risulta:


Ft .intp. Rd = min{Ft1, Rd ; Ft 2, Rd ; Ft 3, Rd }=332 kN

Questo valore è maggiore della resistenza lato colonna, che quindi governa.

J 3.4.7. Anima di colonna non irrigidita


Ft .wc , Rd = f yct wcbeff / γ M 0 = 549.9 kN [J 9]

beff = 2·157.1 = 314.2 mm

J 3.5 Resistenza della zona di compressione


J 3.5.1 Anima di colonna non irrigidita
(1) La resistenza di progetto allo schiacciamento di un’anima di colonna non irrigidita,
soggetta ad una forza trasversale di compressione, è data da:
Fc. Rd = f yc t wc [1.25 − 0.5γ M 0σ n , Ed / f yc ]beff / γ M 0 [J 15]

ma: Fc. Rd ≤ f yct wcbeff / γ M 0 = 357.4 kN [J 16]

dove: σ n, Ed è la tensione normale massima di compressione nell’anima della colonna

dovuta a forza assiale e flessione.


Generalmente il termine [1.25 − 0.5γ M 0σ n , Ed / f yc ] è minore di 1, quindi nei calcoli

preliminari, quando σ n, Ed non è nota, si usa la [J 16].

12
(2) In un collegamento bullonato, la lunghezza efficace dell’anima della colonna soggetta a
compressione, è data da:
beff = t fb + 2a f + 5(t fc + rc ) + t p + u
[J 51]
= 10.7 + 2 6 + 5 ⋅ (11 + 18) + 20 + 20 = 204.2mm
(diffusione a 68°nella colonna e a 45° nella flangia. Nell’edizione italiana mancano i
termini tp+u)

(3) Inoltre si deve verificare, secondo le prescrizioni date in 5.7.5, la resistenza dell’anima
della colonna a instabilità secondo un comportamento “a colonna”, come indicato nella
fig. J 2.4.

13
Si considera il modo di instabilità (a) “a nodi fissi”, assumendo quindi una lunghezza di libera
inflessione l0=0.5 d. Normalmente il modo di instabilità (b) dovrebbe essere impedito da “opportuni
elementi di ritegno”, ad esempio il solaio in c.a.
Per la larghezza efficace si assume:

beff = h 2 + ss = 2102 + 59.22 = 218.2 mm


2
[EC3 5.79]

essendo ss la larghezza di contatto rigido presa uguale a:


ss = t fb + 2a f + t p + u = 10.7 + 2 6 + 20 + 20 = 59.2mm

Si verifica l’anima a carico di punta come un’asta semplice di sezione rettangolare con altezza twc e
larghezza beff (inflessione attorno all’asse x-x di figura). Come indicato dall’EC3 [#5.7.5] si utilizza
la curva d’instabilità c.
l0 = 0.5 d = 94 mm b eff = 218.2 mm

i = t wc / 12 = 2.02 mm raggio d’inerzia

λ = l0 / i = 46.5 snellezza

E
λ1 = π ⋅ = 93.9 ⋅ ε = 86.8 snellezza al limite elastico
fy

λ
λ= = 0.536 χ = 0.822
λ1
χ ⋅ A ⋅ f y χ ⋅ t wc ⋅ beff ⋅ f y
N b , Rd = = = 313.9 kN
γ M1 γ M1

La resistenza a compressione è quindi governata dall’instabilità:


Fc.Rd = N b , Rd = 313.9 kN

J 3.6. Resistenza della zona soggetta a taglio


J 3.6.1. Pannello d’anima di colonna non irrigidito
(1) La resistenza plastica di progetto di un pannello d’anima di colonna non irrigidito, soggetto a
forza di taglio (vedere fig. J 2.5), è data dall’espressione (resistenza plastica a taglio):
f yc ⋅ Avc
V pl , Rd = = 298.3 kN [J 17]
3 ⋅γ M 0

dove Avc = area resistente a taglio della colonna

14
(2) Inoltre si deve controllare, se necessario, la resistenza all’instabilità per taglio [5.4.6.(7)]
Per i profili laminati di comune impiego (tipo HE) in genere non si hanno problemi di
imbozzamento del pannello d’anima. Nel nostro caso si ha:
d 152
= = 14 << 69 ⋅ ε = 63.8 [EC3 #5.4.6 (7)]
t w 11
La resistenza del pannello d’anima a taglio è quindi:
Vwp , Rd = 298 kN

Riepilogo:
Vwp , Rd = 298 kN resistenza del pannello d’anima a taglio

Fc.wc. Rd = 313.9 kN resistenza a compressione dell’anima della colonna

Ft .wc. Rd = 549.9 kN resistenza a trazione dell’anima della colonna

Ft . fc.Rd = 296 kN resistenza a trazione dell’ala della colonna

Ft . p.Rd = 564 kN resistenza a trazione della flangia d’estremità

190
Si deduce che la resistenza del giunto flangiato non

106
irrigidito è governata dalla resistenza a trazione dell’ala
HEA220

della colonna, che globalmente (resistenza di gruppo) ha


345
234 una resistenza di 296 kN. Il momento resistente si calcola
sfruttando la resistenza massima della fila esterna di bulloni,
296 kN
IPE300 che ha il braccio maggiore, e attribuendo alla fila interna la
resistenza rimanente:

15
M j. Rd = Ft .extfc. Rd z ext + Ft .intfc. Rd z int = 190.1 ⋅ 0.34465 + 105.9 ⋅ 0.23395 = 90.3 kNm

essendo: zext = 300-10.7/2+50 = 344.65 mm


zint = 344.65-10.7-100 = 233.95 mm
M c. Rd 157
= = 1.74
M j . Rd 90

Il valore del momento resistente del giunto è modesto se confrontato con il momento resistente
della colonna (HEA 220, Mcy,Rd = 142.1 kNm) e della trave (IPE 300, Mcy,Rd = 157.1 kNm). Anche
in questo caso, come nell’esempio di giunto saldato, per poter realizzare un giunto a completo
ripristino è necessario rinforzare la colonna con irrigidimenti (nervature orizzontali ed
eventualmente anche un irrigidimento diagonale).

16
USO DEL PROGRAMMA PROFILI - Verifica

17
Progetto
Per il progetto i dati di input sono lo spessore massimo tf,max della flangia, la sporgenza massima
h’max superiore, e inferiore umax. Fissiamo la sporgenza massima superiore in 150 mm, in modo che
la flangia rimanga nello spessore del solaio. Per tf,max e umax inseriamo valori elevati (100 mm).

18
L’aumento di resistenza è modesto (Mj,Rd=107 kNm). La massima resistenza si ha con bulloni d=18
mm, spessore flangia tf=47 mm, u=56 mm.

19
Soluzione con irrigidimenti

poiché la trazione e la compressione nell’anima della colonna vengono in questo caso assorbite
dalle nervature, le zone da controllare si riducono alla flangia d’estremità, all’ala della colonna a
trazione e al pannello d’anima della colonna a taglio.
La resistenza della flangia d’estremità è invariata rispetto
all’esempio precedente. La presenza delle nervature rende
necessario ricalcolare la resistenza a taglio dell’anima della leff
leff
colonna e a trazione dell’ala della colonna. I gruppi di bulloni posti
sopra e sotto gli irrigidimenti sono modellati come elementi a T
equivalenti separati [EC3 J.3.5.5.3 (2)] (non è necessario
controllare la resistenza di gruppo). Nel caso in esame, data la
simmetria, i due elementi a T interno ed esterno rispetto
all’irrigidimento sono uguali.
Caso con irrigidimenti

J 3.4. Resistenza della zona di trazione


J 3.4.3. Ala di colonna irrigidita
(1) Si deve prendere come larghezza efficace per ciascuna riga di bulloni il minore dei valori che
seguono:
(a) per bulloni adiacenti ad un irrigidimento:
⎧2π ⋅ mc = 201.7
l eff ,a = 201 = min ⎨
⎩α ⋅ mc = 224
essendo α=7, ricavato dall’abaco di fig. J.27 con:
mc 32.1 m xs 43.21
λ1 = = = 0.348 λ2 = = = 0.469
mc + ec 32.1 + 60 mc + ec 32.1 + 60
Momento resistente plastico dell’elemento a T
t 2fc ⋅ l eff fy
M pl , Rd = ⋅ = 1.525 kNm
4 γ M0
Forze resistenti di progetto per le tre modalità di collasso:
4 ⋅ M pl , Rd
FT 1, Rd = =190.1 kN modalità di collasso 1
m
2M pl , Rd + n∑ Bt , Rd
FT 2, Rd = =243 kN modalità di collasso 2
m+n

20
FT 3, Rd = ∑ BT , Rd =2 BT,Rd=352.8 kN modalità di collasso 3

essendo:
m=mc=32.1 mm
n = min{1.25mc ; e p ; ec } = min{40.1;50;60} = 40.1 mm

Governa la modalità di collasso 1:


FT.Rd min{FT1,Rd ; FT 2,Rd ; FT 3,Rd }= 190.1 kN

La resistenza a trazione dell’ala della colonna (somma della resistenza dei due elementi a T
equivalenti) vale quindi:
Ft . fc.Rd = 2 ⋅ FT .Rd = 2 ⋅ 190.1 = 380.2 kN

J 3.6. Resistenza della zona soggetta a taglio


J 3.6.2. Pannello d’anima di colonna irrigidito
La resistenza a taglio è la stessa del caso senza irrigidimenti:
f yc ⋅ Avc
V pl , Rd = = 298.3 kN [J 17]
3 ⋅γ M0

Riepilogo
V pl , Rd = 298.3 kN resistenza del pannello d’anima a taglio

Ft . fc.Rd = 380.2 kN resistenza a trazione dell’ala della colonna

Ft . p.Rd = 564 kN resistenza a trazione della flangia d’estremità

Poiché la resistenza del giunto è governata dalla resistenza a taglio del pannello d’anima della
colonna, il momento resistente si calcola sfruttando la resistenza massima della fila esterna di
bulloni, che ha il braccio maggiore, e attribuendo alla fila interna la resistenza rimanente:
M j . Rd = Ft .extfc.Rd z ext + Ft .intfc.Rd z int = 190.1 ⋅ 0.34465 + 108.3 ⋅ 0.23395 = 90.85 kNm

L’introduzione degli irrigidimenti non ha praticamente variato la resistenza del giunto. Per
aumentarla si deve introdurre un irrigidimento diagonale. In tal caso (vedi es. giunto saldato) la
resistenza a taglio risulta:
Vwp , Rd = V pl , Rd + N bd. Rd ⋅ cos β = 298.3 + 405 ⋅ 0.56 = 525 kN

essendo N db.Rd la forza resistente a compressione del diagonale

β l’angolo che l’irrigidimento diagonale forma con l’orizzontale

21
Ia componente più debole del giunto risulta essere ora l’ala della colonna a trazione. Il momento
resistente risulta:
M j . Rd = Ft .extfc. Rd z ext + Ft .intfc. Rd z int = 190.1 ⋅ (0.34465 + 0.23395) = 190.1 ⋅ 0,2893 = 110 kNm

Il guadagno di resistenza è ancora modesto perché la resistenza è governata dall’ala della colonna,
meccanismo di collasso 1. Nell’edizione del 1994 dell’Appendice J, non recepita dall’edizione
italiana, al #J 3.2.4. è presentato un metodo alternativo per calcolare la forza resistente di un
elemento a T equivalente per la modalità di collasso 1. Se si tiene conto della dimensione della testa
del bullone, del dado e della eventuale rondella, la forza trasmessa dal bullone non è più concentrata
in corrispondenza del centro del bullone. Questo metodo conduce ad un valore più alto della
resistenza di progetto dell’elemento a T per la modalità di collasso 1 (meccanismo plastico
completo dell’ala):
(8n − 2e w ) M pl , Rd
FT 1, Rd =
2mn − e w (m + n)
essendo: ew = dw/4 e dw = diametro della rondella o della testa del bullone o del dado.
Con dw = 37 mm
m = mc =3 2mm
n = min{1.25m c ; e p ; e c } = min{40;50;60} = 40
si ottiene:
FT 1, Rd = 275 kN

Per cui la modalità di collasso dell’elemento a T


dell’ala della colonna è ora la 2:
FT 1, Rd = 275kN > FT 2, Rd = 243 kN

La resistenza a trazione dell’ala della colonna risulta quindi:


Ft . fc.Rd = 2 ⋅ FT .Rd = 2 ⋅ 243 = 486 kN

Il momento resistente del giunto diviene quindi:


M j . Rd = Ft . fc. Rd ⋅ z = 486 ⋅ 0.2893 = 140.6 kNm

valore assai prossimo al valore del momento resistente plastico della colonna.
La versione italiana dell’Appendice J, pur non contemplando il metodo di verifica alternativo sopra
esposto, prevede però il rinforzo dell’ala della colonna a trazione con contropiastre [J.3.4.2.] come
illustrato nella figura seguente.

22
Possiamo concludere che nel nostro caso dal punto di vista della resistenza il giunto flangiato può
essere perfettamente equivalente al giunto saldato solo con l’introduzione delle contropiastre.
Dal punto di vista economico si deve valutare la convenienza di aumentare la dimensioni della
colonna, ad esempio adottando un HEB220. Poiché lo spessore dell’ala passa da 11 a 16mm la
resistenza dell’ala della colonna a trazione passa da un valore di 486 kN a 590 kN ottenendo un
momento resistente del giunto di 153 kNm.

I risparmi più consistenti si possono ottenere però senza gli irrigidimenti della colonna,
considerando il giunto come semi-rigido e conducendo l’analisi globale del telaio semi-continuo.
Si avranno momenti agli estremi delle travi più bassi, compatibili con la resistenza del giunto. La
convenienza deve essere valutata caso per caso. I calcoli sono notevolmente più onerosi se non
supportati da un apposito strumento informatico.

23
GIUNTO SALDATO: ESEMPIO [EC3 Appendice J]
(revisione 1.12.2003)

HE 220 A
h (mm) = 210
b (mm) = 220
tw (mm) = 7
tf (mm) = 11 IPE 300
r1 (mm) = 18 h (mm) = 300
A (cm2) = 64,34
Iy (cm4) = 5410 b (mm) = 150
Wy (cm3) = 515,2 tw (mm) = 7,1
Wpl,y (cm3) = 568,5 tf (mm) = 10,7
r1 (mm) = 15
A (cm2) = 53,81
Iy (cm4) = 8356
Wy (cm3) = 557,1
Wpl,y (cm3) = 628,4

HE 220 A Acciaio S275 (Fe 430)

IPE 300

J 2.4. Resistenza della zona compressa


a) Resistenza dell’anima della colonna a compressione [J.3.5.3]
Fc.Rd = f yct wc (1.25 − 0.5γ M 0σ n , Ed / f yc )beff / γ M 0 = 340.6 kN [J 15]

ma: Fc. Rd ≤ f yct wcbeff / γ M 0 = 272.5 kN [J 16]

essendo
fyc=275 N/mm2 Fe430
γ M 0 = 1.1 coeff. parziale di sicurezza del materiale
twc=7 mm spessore anima della colonna
beff = t fb + 2 2ab + 5(t fc + rc ) = 155.7 mm largh. efficace (diffusione a 68°nella colonna)

con: tfb=10.7 spessore dell’ala della trave


tfc=11 spessore dell’ala della colonna
rc=18 raggio di raccordo anima-ala della colonna
ab=0 altezza di gola del cordone di saldatura dell’ala della trave (per
semplicità ipotizziamo una saldatura a completa penetrazione)
σn,Ed tensione normale massima di compressione nella colonna, dovuta a
forza assiale ed a flessione. Si considera la colonna debolmente
sollecitata dai piani superiori e si assume quindi σn,Ed=0

1
b) Resistenza all’instabilità dell’anima della colonna [EC3 #5.7.5]

A favore di stabilità si considera il modo di instabilità (b) “a nodi spostabili”, assumendo quindi una
lunghezza di libera inflessione l0=d. Normalmente tale modo dovrebbe essere impedito con
“opportuni elementi di ritegno”, ad esempio il solaio in c.a.
Per la larghezza efficace si assume:

beff = h 2 + ss = 210 2 + 10.7 2 = 210.3 mm


2
[EC3 5.79]

essendo ss la larghezza di contatto rigido presa uguale allo spessore dell’ala della trave (v. figura).
Si verifica a carico di punta un semplice elemento rettangolare di altezza twc e larghezza beff
(inflessione attorno all’asse x-x). Come indicato dall’EC3 [#5.7.5] si utilizza la curva d’instabilità c.
l0 = d=188 mm b eff = 210.3 mm

i = t wc / 12 = 2.02 mm raggio d’inerzia

λ = l0 / i = 93 snellezza

E 235
λ1 = π ⋅ = 93.9 ⋅ ε = 86.8 con: ε = = 0.925
fy fy

λ
λ = = 1.07 χ = 0.50
λ1
χ ⋅ A ⋅ fy χ ⋅ t wc ⋅ beff ⋅ f y
N b, Rd = = = 184 kN
γ M1 γ M1

2
La resistenza della zona compressa è governata dall’instabilità, per cui
Fc. Rd = N b , Rd = 184 kN

J 2.3. Resistenza della zona tesa


J.2.3.1. Ala di colonna non irrigidita
(1) La resistenza di progetto di un’ala non irrigidita di una colonna soggetta a una forza di tensione
trasversale è data dalla seguente formula:
( )
Ft , Rd = f yb t fb ( t wc + 2rc ) + 7f yc t fc2 / γ M 0 = 325 kN [J 4]

con la limitazione:
Ft , Rd ≤ f ybt fb [t wc + 2rc + 7t fc ] / γ M 0 = 321 kN [J 5]

Per cui: Ft , Rd = 321kN

dove: fyb tensione di snervamento della trave


fyc tensione di snervamento della colonna
t fb spessore ala della trave
t wc spessore anima della colonna
t fc spessore ala della colonna
rc raggio di curvatura del raccordo ala-anima del profilo della colonna
γ M 0 coefficiente parziale di sicurezza per la resistenza delle sezioni

Nota: il termine 7 f yct 2fc è la resistenza a flessione dell’ala per il meccanismo di rottura indicato

nella lezione “Giunti trave colonna: generalità” : Fu = 24mres = 6 f yct 2fc

Il significato del primo termine è illustrato dalla figura seguente:

t wc

tfb

t wc +2r c

(2) Il giunto deve essere irrigidito se la resistenza Ft,Rd ottenuta in (1) non soddisfa la seguente
condizione (Ft,Rd > 70% della resistenza dell’ala della trave):
Ft , Rd ≥ 0.7 f ybt fbb fb / γ M 0 = 281 kN O.K. [J 8]

3
J.2.3.2. Anima di colonna non irrigidita
(1) La resistenza di progetto dell’anima di una colonna non irrigidita, soggetta a una forza di
trazione trasversale è data dalla seguente formula:
Ft , Rd ≥ f yct wcbeff / γ M 0 = 272.5 kN [J 9]

E’ la stessa espressione usata per la verifica a compressione [J 16]

J 2.5. Resistenza della zona soggetta al taglio


(1) La resistenza plastica di progetto di un pannello d’anima di colonna non irrigidito, soggetto a
forza di taglio, vedere fig. J 2.5, è data dall’espressione (resistenza plastica a taglio):
f yc ⋅ Avc
V pl , Rd = =298.3 kN [J 17]
3 ⋅γ M 0

dove Avc = area resistente a taglio della colonna

(2) Inoltre si deve controllare, se necessario, la resistenza all’instabilità per taglio [5.4.6.(7)]
Per i profili laminati di comune impiego (tipo HE) in genere non si hanno problemi di
imbozzamento del pannello d’anima. Nel nostro caso si ha:
d 152
= = 14 << 69 ⋅ ε = 63.8 [EC3 #5.4.6 (7)]
t w 11

La resistenza del giunto è governata dall’instabilità dell’anima della colonna. Il momento resistente
del giunto risulta quindi:
M j .Rd = Fc.Rd ⋅ z = 184 ⋅ 0.29 = 55.36 kNm

essendo z il braccio della coppia interna.

4
Tale valore è modesto se confrontato con il momento resistente della trave IPE 300 (157.1 kNm).
Per poter realizzare un giunto a completo ripristino è necessario rinforzare la colonna con degli
irrigidimenti (nervature orizzontali ed eventualmente anche un irrigidimento diagonale)
M c.Rd 157
= = 2.84
M j.Rd 55

Ponendo gli irrigidimenti orizzontali, le due forze concentrate in corrispondenza delle ali della trave
sono assorbite dagli irrigidimenti stessi che in genere vengono realizzati dello stesso spessore delle
ali della trave. La resistenza del giunto è ora governata dalla resistenza a taglio del pannello
d’anima della colonna.
Il momento resistente del giunto diviene:
M j. Rd = V pl . Rd ⋅ z = 298.3 ⋅ 0.29 = 86.5 kNm

M c. Rd 157
= = 1 .8
M j . Rd 86.5

Per ottenere un giunto a completo ripristino di resistenza è necessario inserire un irrigidimento


diagonale che aumenti la resistenza a taglio del pannello d’anima della colonna, agendo come un
puntone compresso. Adottando un irrigidimento di 15 mm di spessore e ipotizzando che lavori solo
per una larghezza corrispondente alla larghezza dell’ala della trave si ha:
t ⋅b ⋅ fy 15 ⋅ 54 ⋅ 2 ⋅ 275
d
N Rd = = = 405 kN res. a compressione dell’irrigidimento diagonale
γM0 1.1

La resistenza a taglio diviene quindi:


f yc ⋅ Avc
V pl , Rd = + N Rd
d
⋅ cos β = 298.3 + 405 ⋅ 0.56 = 525 kN
3 ⋅γ M 0

Il momento resistente del giunto risulta ora:


M j. Rd = V pl . Rd ⋅ z = 525 ⋅ 0.29 = 152 kNm > M c. Rd

5
VERIFICHE DI STABILITA’
CNR 10011/85 §7
Secondo la normativa italiana (CNR 10011 e D.M. 6/1/1996) deve essere:
σc
≥ν (1)
σ
dove:
σc = Nc/A è la tensione corrispondente alla forza Nc che provoca l’inflessione laterale dell’asta
nel piano che si considera;
σ = N/A è la tensione assiale di compressione media
ν = 1.5 è il coefficiente di sicurezza
I valori di σc sono tabulati nel prospetto 7-I in funzione del rapporto λ / λ y dove:

E
λ y =π è la snellezza al limite elastico.
fy

E’ presentata anche una formulazione analitica che approssima i valori tabulati.

1
La (1) può essere scritta nel seguente modo:
σ 1 fy fy
≤ → σ≤ = σ adm → ω σ ≤ σ adm
σc ν σc ν
fy
avendo posto ω =
σc

I valori di ω sono tabulati per esteso in funzione della snellezza, del tipo di acciaio e della curva di
stabilità (a, b, c, d).

2
RESISTENZA DELLE MEMBRATURE
ALL’INSTABILITA’ [EC3 #5.5]
5.5.1 Membrature compresse
5.5.1.1 Resistenza all’instabilità
(1) La resistenza di progetto all’instabilità di una membratura compressa va assunta pari a:
N b , Rd = χ ( β A A) f y / γ M 1 ( b = buckling )
con : β A = Aeff / A ( = 1 per sezioni di classe 1, 2,3)
γ M 1 = 1.1

Invece di amplificare le sollecitazioni col coefficiente ω, come la normativa italiana, l’Eurocodice


applica il coefficiente riduttivo della resiatenza χ. In pratica si ha χ = 1/ω.
Il coefficiente χ è tabulato (prospetto 5.5.2) in funzione della snellezza adimensionale:

λ Ny β A fy
λ= βA = =
λ1 N cr σ cr

Si ha infatti:
βA fy fy λ λ
λ= = βA = βA = βA
σ cr π E/λ
2 2
π E/ fy λ1

Se come riferimento si assume la snellezza al limite elastico per l’acciaio Fe360 (S 235) che vale
93.9 si può scrivere:

235
λ1 = 93.9 ε con ε =
fy

I valori del coefficiente χ possono anche essere ricavati analiticamente in base al coefficiente di
imperfezione α:
Prospetto 5.5.2 – Coefficienti di imperfezione
Curva di instabilità a b c d
Coefficienti di imperfezione α 0,21 0,34 0,49 0,76

3
4
5
In alternativa si può verificare l’asta con la teoria del secondo ordine considerando l’appropriata
imperfezione di fraccia iniziale (Fig. 5.5.1).

6
ESEMPIO 1 [EC3 #5.5.1]:

Determinare il valore massimo del carico di progetto per


l’instabilità nel piano del disegno (inflessione aattorno
all’asse y-y).
Acciaio Fe360 fy =235N/mm2
IPE 200 A=2850mm2
Wel=1.94 105 mm3 iy =82.6mm
b=100mm h=200mm tf=8.5mm<40mm
⇒ curva d’instabilità a) [EC3 prospetto 5.5.3]
L=7756mm
L
λ= = 93.9
iy

E
λ1 = π ⋅ = 93.9 ⋅ ε = 93.9
fy

235
con ε = =1
fy

λ
λ= =1
λ1

χ ⋅A ⋅ f y
N b, Rd = = 405.26 kN [5.45] per sezioni di classe 1,2 e3
γ M1
1
Essendo χ= = 0.6656 [5.46]
[
φ + φ 2 − λ2 ]
0,5

[ ]
φ = 0,5 1 + α(λ − 0,2 ) + λ2 = 1.084

α=0.21 coeff. di imperfezione [prospetto 5.5.1]


γM1=1.10 coeff. di sicurezza per l’instabilità

7
Calcolo con l’analisi del 2° ordine [EC3 fig.5.5.1]
L’analisi del secondo ordine di una membratura deve considerare l’appropriata imperfezione di
freccia iniziale equivalente fornita dalla figura 5.5.1 in corrispondenza della pertinente curva
d’instabilità, dipendente dal metodo di analisi e dal tipo di verifica della sezione trasversale.
Usiamo il metodo di verifica elastica (Wel) e l’analisi globale elastica.
Il valore di progetto dell’imperfezione di freccia iniziale equivalente risulta:
e 0,d = α ⋅ ( λ − 0.2) ⋅ k γ ⋅ Wel / A = 14.07mm

dove: α=0.21 curva d’instabilità a)

k γ = (1 − k δ ) + 2 ⋅ k δ ⋅ λ = 1.23 ≥ 1

k δ = 0.23 per γM1 = 1.10


λ
λ= =1
λ1

E’ utile ricordare che e 0,d ⋅ A / Wel è il parametro di imperfezione η indicato ad esempio da Young

(v. Ballio pag.461).

Il carico Nb.Rd incrementa la freccia iniziale e0,d che diviene e2 .


Possiamo calcolare e2 con la formula approssimata:
e 0.d
e2 = con Nb.Rd=405.26 kN
N
1 − b.Rd
NE

π 2 ⋅ E ⋅ A π 2 ⋅ 210000 ⋅ 2850
NE = = = 669.9 kN
λ2 93.9 2
14.07
e2 = = 35.61 mm
0.3951
La sezione di mezzeria va verificata a pressoflessione
N N ⋅ e2 1 35.61
σ= + = 405.26 ⋅ ( + )=
A Wel 2850 194000
= 142.2 + 74.4 = 217 N / mm2 ≅ f y / γ M 1 = 214

8
ESEMPIO 2: asta a sezione variabile [EC3 #5.5.1.3]
Le membrature a sezione variabile possono essere analizzate usando l’analisi del secondo ordine.

π ⋅ φ14
φ 1 =40 mm A1 =1257 mm2 I1 = = 125663mm4 i1 =10 mm
64
π ⋅ φ2
4

φ 2 =33.64 mm A2 =888 mm2 I2 = = 62832mm 4 = I 1 / 2 i2 =8.41 mm


64
L1 =L2 =572 mm
Le lunghezze di libera inflessione delle due aste (vedi Caironi es.4 pag. 62) e le
rispettivi snellezze sono:
L01
L 01 = β1 ⋅ L1 = 4.37 ⋅ 572 = 2500 mm λ1 = = 250 λ 1 = 2.662
i1

L02
L 02 = β2 ⋅ L2 = 3.09 ⋅ 572 = 1767 mm λ2 = = 210 λ 2 = 2.236
i2
Il valore del carico critico euleriano può essere calcolato sia a partire dall’asta
inferiore che dall’asta superiore:
φ π 2 EI1 π 2 EI 2
N cr = 2
= 2
= 41700 N σ cr ,1 = 33.2 σ cr , 2 = 47.0 N / mm2
L01 L02
Le snellezze adimensionali possono essere calcolate anche dalle tensioni critiche:
fy fy
λ1 = = 2.662 λ 2 = = 2.236
σ cr ,1 σ cr ,2

A) Resistenza di progetto all’instabilità secondo EC3 #5.5.1.1


La resistenza di progetto all’instabilità può essere calcolata a partire da entrambe le aste, cioè l’ asta
a sezione variabile può essere considerata equivalente ad un’asta a sezione costante avente la
sezione dell’asta inferiore e la snellezza λ1 , oppure la sezione dell’asta superiore e la snellezza λ2 . Il
metodo viene definito metodo della “snellezza equivalente”.
Poiché per le aste reali non vale la formula di Eulero, si avranno due risultati diversi e si dovrà usare
il valore più cautelativo. Poiché le snellezze sono elevate (>200) la differenza sarà modesta.
Si deve utilizzare la curva d’instabilità c). Si ottiene:

9
λ χ Nb.Rd [N]
Asta 1 2.662 0.118 31725
Asta 2 2.236 0.161 30484
∆ 4%

La resistenza all’instabilità dell’asta a sezione variabile è quindi:


N b . Rd = 30.48 kN

B) Resistenza di progetto all’instabilità utilizzando l’analisi del secondo ordine [EC3 fig 5.5.1]
Anche l’impiego dell’analisi del secondo ordine richiede la conoscenza della snellezza dell’asta a
sezione variabile per determinare il valore di progetto dell’imperfezione di freccia iniziale
equivalente e0,d. La verifica può essere eseguita facendo riferimento sia all’asta inferiore che all’asta
superiore ed dà risultati praticamente coincidenti con quelli che si ottengono col metodo precedente.
Appare però più logico calcolare l’imperfezione di freccia iniziale facendo riferimento all’asta
inferiore che ha la lunghezza di libera maggiore e nella quale si ha il valore massimo del momento
del secondo ordine.
Si impiega un metodo di verifica elastica (Wel), l’analisi globale elastica e la curva d’instabilità c).
Il valore di progetto dell’imperfezione di freccia iniziale equivalente è:
e0 , d = α ⋅ (λ − 0.2) ⋅ k γ ⋅ W el / A = 8.90 mm

dove: α=0.49 k δ = 0.11 λ = 2.662 W el / A = 4.999

k γ = (1 − kδ ) + 2 ⋅ k δ ⋅ λ = 1.476 ≥ 1

Il carico Nb.Rd =30484 determinato sopra incrementa la freccia iniziale e0.d che diviene e2 ,
calcolabile con la formula approssimata:
e0 .d 8.90
e2 = = = 33.1 mm
N b . Rd 30484
1− 1−
N cr 41700
La verifica a pressoflessione fornisce:
N b . Rd N b. Rd ⋅ e2 30484 30484 ⋅ 33.1 f
σ= + = + = 24.25 + 160.6 = 184.8 < y = 213.6 N / mm2
A Wel 1257 6283 γ M1
La verifica è ampiamente soddisfatta. Il carico può crescere fino al valore ottenuto con il metodo
precedente per l’asta 1 (N=31725). I due metodi sono quindi equivalenti.

10
Si deve però osservare che applicando la teoria del secondo ordine si possono risolvere anche casi
nei quali è difficile considerare una snellezza equivalente.
Ad esempio, nel caso di asta con sezione variabile con continuità, l’asta può essere verificata con la
teoria del secondo ordine adottando un’imperfezione di freccia iniziale e0.d ragionevolmente a
favore di stabilità.

11
FLESSIONE E COMPRESSIONE ASSIALE
NORMATIVA ITALIANA
La normativa italiana (CNR 10011) adotta per il metodo delle tensioni ammissibili la formula di
interazione:
N M eq
ω + ≤ σ adm
A  N 
W  1 − ν 
 N cr 
nella quale:
ν è il coefficiente di sicurezza (1.5)
Meq è il momento equivalente da calcolare nel modo seguente:
Meq = M per momento costante
Meq = 1.3 Mm con la limitazione 0.75 Mmax < Meq < Mmax essendo Mm il momento
medio lungo l’asta e Mmax il momento massimo.
Nel caso di asta soggetta ai soli momenti di estremità (fig. 1) si assume
Meq = 0.6 Ma –0.4 Mb > 0.4 Ma con |Ma|>|Mb|

Fig 1
Dividiamo ambo i membri per σadm :

N M eq
+ ≤1
σ adm A  N 
σ admW 1 − ν 
ω  N cr 

Moltiplichiamo e dividiamo per il coefficiente di sicurezza ν:


ν M eq
νN 1 −ν N / N cr
+ ≤1
ν σ adm A ν σ admW
ω
Usando i simboli dell’eurocodice si può scrivere:

M eq, Sd
2.ord .
N Sd 1 − N Sd / N cr N Sd M eq, Sd
+ = + ≤1
N b, Rd M c, Rd N b , Rd M c , Rd

12
2. ord .
Con il simbolo M eq, Sd si è indicato il momento equivalente del secondo ordine.

EUROCODICE [EC3 #5.5.4]

L’Eurocodice introduce la seguente formula, valida per sezioni trasversali di classe 1 e 2, per
verificare una membratura soggetta all’azione combinata di momento flettente e azione assiale:
N sd M sd
+k ≤1 [5.51]
N b .Rd M c.Rd

χ min ⋅ A ⋅ f y
in cui N b.Rd =
γ M1

Wpl ⋅ f y
M c. Rd =
γ M0
µ ⋅ NSd
k = 1− con la limitazione k ≤ 1,5
γ M1 ⋅ N b.Rd
Il coefficiente k, oltre ad essere un termine di amplificazione del momento del primo ordine Msd
come 1/(1-N/N cr) per la normativa italiana, congloba anche la trasformazione dal valore del
momento esterno MSd (variabile lungo l’asta) al valore del momento equivalente Meq.
Si può osservare che a favore di sicurezza si può adottare sempre k=1.5. A prima vista sembra che k
sia <1 e che diminuisca all’aumentare di N. Si capisce poi che µ è <0. Infatti:
 Wpl − Wel  λ
µ = λ (2β M − 4) +   con la limitazione µ ≤ 0,9 e con λ =
 Wel  λ1
Supponiamo, per semplicità e a favore di sicurezza, di fare la verifica con W el e quindi di
considerare Wel=Wpl. Si ha in tal caso:
µ = λ (2βM − 4 )
dove: βM coeff. di momento equivalente uniforme per l’instabilità flessionale [EC3 fig 5.5.3 ],
dipende dalla distribuzione del momento lungo l’asta.

Esaminando il caso di momento costante:

Ψ =1 ⇒ βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 1.1

⇒ µ = λ (2βM − 4 ) = −1.8 ⋅ λ

Ψ=1
13
β =1.1
Il valore è maggiore di 1 e quindi dà luogo ad un valore di k inferiore a quello che si avrebbe con
βM = 1 . Quindi k risulta maggiore dell’unità:
1.8 ⋅ NSd
k = 1+ ⋅ λ ≤ 1.5
1.1 ⋅ Nb.Rd
Nel caso di diagramma incrociato:

⇒ βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 2.5

Ψ=−1 ⇒ µ = λ (2 β M − 4 ) = λ con µ ≤ 0.9

β =2.5 0.9 ⋅ NSd


k =1− ⋅ λ ≤ 1.5
1.1 ⋅ N b.Rd

In questo caso k diminuisce all’aumentare di N. Si noti però che l’effetto amplificativo del secondo
ordine avviene lontano dai vincoli dove il momento è minore.

Esempio con momenti d’estremità e carico laterale nel piano

q ⋅ l2
MQ = mom. del carico laterale
8
q ⋅ l2 q ⋅ l 2 q ⋅ l 2
∆M = + =
12 8.9 5.1
Ψ = −0.5

βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 2.15

βM,Q = 1.3

MQ
= 0.64
∆M
Il coefficiente di momento equivalente uniforme risulta:

β M = β M ,Ψ +
MQ
∆M
(βM ,Q − β M ,Ψ ) = 2.15 + 0.64(1.3 − 2.15) = 1.61
µ = (2βM − 4 ) ⋅ λ = (2.61 − 4 ) ⋅ λ = −0.78 ⋅ λ
µ ⋅ NSd 0.78 ⋅ NSd
k = 1− = 1+ ⋅ λ ≤ 1.5
γ M1 ⋅ Nb.Rd 1.1 ⋅ Nb.Rd

14
EC3 Fig. 5.5.3: Coefficienti di momento equivalente uniforme

βM,ψ = 1.8 −1.1⋅ ψ


Ψ

−1 ≤ Ψ ≤ 1

β =1.3
1. 4 N Sd
µ=−1.4λ k = 1+ ⋅λ
1 . 1 N b.Rd

β =1.4
1 .2 N Sd
µ=−1.2λ k = 1+ ⋅λ
1 .1 N b.Rd

MQ

β M = βM, Ψ + (β M,Q − βM ,Ψ )
∆M


M Q = max M

 max M

∆M = 

∆  max M + min M

15
Esempio:
Determinare il valore massimo del momento sollecitante posto NSd=Nb.Rd/2
Acciaio Fe360 fy =235 N/mm2
IPE 200 A=2850mm2 Wel=1.94 105 mm3 Wpl=2.206 105 mm3
iy =82.6mm
b=100mm h=200mm tf=8.5mm<40mm ⇒ curva d’instabilità a)
[EC3 prospetto 5.5.3]
L=7756mm
L E
λ= = 93.9 λ1 = π ⋅ = 93.9 ⋅ ε = 1
iy fy

λ 235
λ= =1 con ε = =1
λ1 fy

χ ⋅A ⋅fy
Nb ,Rd = = 405.26kN con χ = 0.6656 (vedi es. precedente)
γ M1
In presenza di flessione deve essere [EC3 5.5.4]:
N sd M sd
+k ≤1 [5.51]
N b .Rd M c.Rd

W pl ⋅ f y
con M c.Rd = = 47. 128 ⋅10 6 Nmm
γ M1
Il coefficiente di momento equivalente uniforme vale:
βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 1.1 essendo Ψ=1

Quindi:
Wpl − Wel 220.6 − 194.3
µ y = λ ⋅ (2βM − 4) + = 1 ⋅ (2.2 − 4 ) + = −1.8 + 0.135 = −1.665 < 0.9
Wel 194.3
µ y ⋅ NSd 1.665
ky = 1− = 1+ ⋅ 0.5 = 1.757 ≤ 1.5 ⇒ k y = 1.5
γ M1 ⋅ Nb.Rd 1.1
La [5.51] diviene quindi:
Nsd M 1 M
+ k sd = + 1.5 ⋅ sd ≤ 1
N b.Rd M c.Rd 2 M c.Rd

M c.Rd
M Sd ≤ 0.5 ⋅ = 0.333⋅ M c.Rd = 15.709 kNm
1.5

16
L’esercizio può essere svolto anche con la teoria del secondo ordine calcolando l’imperfezione
geometrica equivalente:

e 0,d = α ⋅ ( λ − 0.2) ⋅ k γ ⋅ Wel / A = 14.07mm (vedi es. precedente)


La freccia del primo ordine vale provocata da MSd vale:

M Sd ⋅ L2
f0 = = 28.95mm
8 ⋅ EJ
La freccia totale del primo ordine vale quindi:
e1 = e 0,d + f 0 = 43.02mm
La freccia del 2° ordine, usando la formula approssimata, vale:
e1
e2 = = 61.67 mm
NSd
1−
NE

π2 ⋅E ⋅A
con NE = = 669.935 kN
λ2
N b.Rd
N Sd = = 202. 63 kN
2
Il momento in mezzeria vale:
M 2 = M Sd + N Sd ⋅ e 2 = 15.709 ⋅10 6 + 202630⋅ 61.67 = 28.206 kNm
La tensione di compressione massima vale:
NSd M 2 N fy N
σmax = + = 71.1 + 145.2 = 216.3 ≅ 213.6
A Wel mm 2
γ M1 mm 2

17
Esempio:

Determinare il valore massimo del momento sollecitante posto NSd=Nb.Rd/2.


Acciaio Fe360 fy =235 N/mm2 , IPE 200, L=7756mm

Come nell’esercizio precedente risulta:


λ
λ= =1
λ1

χ ⋅A ⋅fy
Nb ,Rd = = 405.26kN con χ = 0.6656 (vedi es. precedente)
γ M1
In presenza di flessione deve essere [EC3 #5.5.4]:
N sd M sd
+k ≤1 [5.51]
N b .Rd M c.Rd

W pl ⋅ f y
con M c.Rd = = 47.128 ⋅ 106 Nmm
γ M1
Il coefficiente di momento equivalente uniforme vale:
βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 1.8 essendo Ψ=0

Quindi:
Wpl − Wel 220.6 − 194.3
µ y = λ ⋅ (2βM − 4 ) + = (2 ⋅1.8 − 4 ) + = −0.2646 < 0.9
Wel 194.3

18
µ y ⋅ NSd 0.2646
ky = 1− = 1+ ⋅ 0.5 = 1.1203 ≤ 1.5 ⇒ k y = 1.5
γ M1 ⋅ N b.Rd 1.1

La [5.51] diviene quindi:


Nsd M sd 1 M sd
+k = + 1.12 ⋅ ≤1
N b.Rd M c.Rd 2 Mc.Rd
M c.Rd
M Sd ≤ 0.5 ⋅ = 0.4463⋅ M c.Rd = 21.033 kNm
1.12
Svolgendo l’esercizio con la teoria del 2°ordine e con l’imperfezione geometrica equivalente:
e 0,d = α ⋅ ( λ − 0.2) ⋅ k γ ⋅ Wel / A = 14.07mm (vedi es. precedente)

La freccia del primo ordine vale provocata da MSd vale:

M Sd ⋅ L2
f0 = = 19.89mm
9 ⋅ 3 ⋅ EJ

In questo esercizio non è immediato calcolare il momento del 2°ordine, a differenza dell’esercizio
precedente in cui il momento del primo ordine e la freccia massima si verificano nella stessa
sezione. In questo caso il momento massimo del 2° ordine può trovarsi in un punto qualsiasi
dell’asta compreso tra l’estremità superiore e il l’ascissa di freccia massima. La verifica della
membratura dovrà condursi nella sezione in cui si ha il massimo momento del 2° ordine. Poiché la

freccia massima del primo ordine si ha nella sezione a distanza ≅ L ⋅ 3 = 0.6 ⋅ L dall’estremo
inferiore, il massimo effetto del secondo ordine, in presenza di un elevato P, si manifesterà in un
punto vicino a tale sezione (vedi Caironi pag.160).
Il momento del 2° ordine dipende dall’entità dell’azione assiale, infatti (utilizzando l’espressione
approssimata):

M 2 ( x ) = M1 ( x ) + N ⋅ y2 ( x ) =
M
x + N⋅
[
y1 ( x ) + e 0d ( x) ]
L  N 
1 − 
 NE 
essendo
y1 ( x ) la freccia elastica del primo ordine
x
e 0d (x ) = e 0d ⋅ sen( π ⋅ ) imperfezione geometrica (massima in mezzeria e pari a e0d)
L

19
e non si può affermare a priori la posizione del massimo. In questo esempio la funzione M2 ha il
massimo a 5900mm dall’estremo inferiore ed è pari a 23.62 kNm.
Nel diagramma si riporta l’andamento del momento del 2° ordine.

Momento 2° ordine
23,62
25
20
[kNm]

15
10
M2

5
0
0 2000 4000 6000 8000
x [mm]

Per cui la verifica della sezione risulta:


NSd M 2 N f N
σmax = + = 71.1 + 122 = 193 ≅ y 213.6
A Wel mm 2
γ M1 mm 2
Anche in questo caso siamo vicini allo snervamento del materiale.

20
Esempio:

Determinare il valore massimo del momento


sollecitante posto
NSd=Nb.Rd/2
Acciaio Fe360 fy =235 N/mm2
IPE 200
L=7756mm

Il coefficiente di momento equivalente uniforme vale:


βM,Ψ = 1.8 − 0.7 ⋅ Ψ = 2.5 essendo Ψ=-1

Quindi:
Wpl − Wel 220.6 − 194.3
µ y = λ ⋅ (2βM − 4 ) + = (2 ⋅ 2.5 − 4) + = 1.13 < 0.9 ⇒ µ y = 0.9
Wel 194.3

µ y ⋅ NSd 0.9
ky = 1− = 1− ⋅ 0.5 = 0.59 ≤ 1.5
γ M1 ⋅ Nb.Rd 1.1
La [5.51] diviene quindi:
Nsd M sd 1 M
+k = + 0.6 ⋅ sd ≤ 1
N b.Rd M c.Rd 2 M c.Rd
M c.Rd
M Sd ≤ 0.5 ⋅ = 0.833 ⋅ M c.Rd = 39.25 ⋅ kNm
0.6

21
SOLETTA SU LAMIERA GRECATA
(Revisione 23-01-2006)

Fig. 1
I solai composti in acciaio-calcestruzzo sono costituiti da una lamiera grecata di acciaio su cui viene
eseguito un getto di calcestruzzo normale o alleggerito. La lamiera ha la funzione di cassero durante
la costruzione e costituisce parte o tutta l’armatura longitudinale dopo l’indurimento del
calcestruzzo. Poiché non è sufficiente la semplice adesione chimica fra la lamiera e il calcestruzzo,
sono previste opportune lavorazioni superficiali o particolari sagome per garantire l’aderenza fra
acciaio e calcestruzzo (Fig. 2).

Fig. 2
Altre caratteristiche:
- leggerezza e riduzione degli ingombri
- velocità di realizzazione
- facilità di taglio e scarsa suscettibilità a problemi di tolleranze
- facilità nella realizzazione di aperture per il passaggio degli impianti
Gli spessori della lamiera variano tra 0.7 e 1.5 mm mentre le altezze tra 40 e 80mm.
Normative: CNR 10016/2000 – Eurocodice 3 parte 1.3 – Eurocodice 4

1
ESEMPIO DI CALCOLO

Fig. 3
ANALISI DEI CARICHI
Soletta 2.4 kN/m2
Getto di completamento 1.4 kN/m2
Pavimento 0.4 kN/m2
Impianti 0.1 kN/m2
Controsoffitto 0.06 kNm2
Tramezze 0.80 kN/m2
Totale permanenti 5.15 kN /m2
Variabili 2.00 kN /m2
Totale 7.15 kN /m2

Questo esempio non privilegia la scelta della leggerezza. In una tipica struttura ad uso uffici si
possono adottare scelte differenti per contenere il carico permanente:
- facendo passare gli impianti sopra la controsoffittatura (forando eventualmente i profili) si
può diminuire sensibilmente la caldana
- si possono scegliere divisori in carton-gesso anziché in mattoni forati e pavimento in
materiale plastico
Si adotta una lamiera di tipo HI-BOND con spessore 8/10, caratteristiche geometriche di figura 4 e
snervamento fy = 320 N/mm2. Il calcestruzzo è di classe C 25/30 (fck=25, Rck=30 Mpa). La lamiera
è continua su quattro appoggi (travi secondarie) con luci di 2.5 m (Fig. 5).

2
65
t = 0.8 mm dp=92.5
H
60
a)
55

60 90

150 t=0.8 mm

t=0.83

57
b) 75°
equivale a
55 c)
bo = 75
60

Fig. 4
Caratteristiche statiche
La nervatura, con larghezza di 150 mm (v. Fig. 4b), può essere assimilata alla sezione scatolare di
figura 4c) con spessore delle anime t=0.8/sen75°=0.83 mm.
Si ha quindi:
A1 = 2 (60 · 0.8 + 55 · 0.83) = 187 mm2
I1 = 2 (60 · 0.8 · 27.52 + 1/12 · 0.83 · 553) = 95615 mm4
W1 = 95615/27.5 = 3476 mm3
Per metro di lamiera si hanno le seguenti proprietà della sezione lorda della lamiera grecata:
Aa = A1 · 1000/150 = 1247 mm2
I = 637433 mm4
W = 23173 mm3

3
Ia FASE: Getto del calcestruzzo
In questa fase la lamiera costituisce il cassero (non è prevista puntellazione) ed è soggetta al peso
proprio, al peso del getto (2.4 kN/m2) e al peso dei mezzi d’opera di 1.5 kN/m2 (EC4 #7.3.2). Si
deve considerare la posizione più sfavorevole dei carichi sulla trave continua. Si considera il peso
proprio della lamiera compreso nel peso del getto.

Verifica allo stato limite ultimo


qd = 1.35 · 2.4 + 1.5 · 1.5 = 5.49 kN/m (per metro di larghezza)

Fig. 5

4
Verifica a flessione
Il momento massimo si ha sull’appoggio intermedio con le prime due campate caricate (v. figura):
MS,d = -4.003 kNm/m
Trattandosi di sezione di classe 4, le verifiche allo stato limite ultimo vanno eseguite sulla sezione
efficace (EC3 #5.3.5).

Fig. 6
Per la flangia compressa si ha (Fig. 6):
ψ = +1 kσ = 4.0
189800 189800
σ cr = kσ 2
= 4.0 2
= 135 N / mm 2
(b / t ) (60 / 0.8)
fy 320 (λ p − 0.22)
λp = = = 1.54 → ρ= = 0.56
σ cr 135 λp2
beff = ρ b = 0.56 ⋅ 60 = 34 mm

Fig. 7

5
Per le anime (da considerare con spessore 0.8 e lunghezza 57 mm come da figura 4b) si ha (Fig. 7):
ψ = −1 kσ = 23.9
189800 189800
σ cr = kσ 2
= 23.9 = 893 N / mm 2
(b / t ) (57 / 0.8) 2
fy 320
λp = = = 0.599 < 0.673 → ρ =1
σ cr 893
beff = b = 57 mm

La sezione efficace è quindi assimilabile a quella di figura 8 e si ha per ogni nervatura:


A1,eff = 164 yG,sup = 30.9 I1,eff = 74357
W1,inf = 3091 W1,sup = 2403

Fig. 8 – Sezione efficace


e per metro di larghezza:
Weff = Wsup = 2403 · 1000/150 = 16020 mm3/m
Il momento resistente è pertanto:
MRd = Weff fy/γM0 = 16020 · 320/1.1 · 10-6 = 4.66 kNm/m > MSd O.K.

6
Verifica a taglio EC3 #5.4.6
Taglio massimo:
VSd = 8.46 kN/m
Il taglio è portato dalle anime, come in una trave a doppio T. In un metro di larghezza si hanno 13.3
anime. Le anime sono inclinate e quindi il taglio andrebbe scomposto nelle loro direzioni. In modo
equivalente si può considerare la proiezione verticale delle anime:
area di taglio: AV = 13.3 · 55 · 0.8 = 585 mm2
taglio resistente: Vpl,Rd = AV(fy/√3)/γM0 = 585 · 185/1.1 · 10-3 = 98.4 kN >> VSd
Si dovrebbe anche verificare la resistenza all’instabilità per taglio essendo:
d/tw = 57/0.8 = 71 > 69 ε = 69 · (235/fy)0.5 = 59
Dato il valore elevato di Vpl,Rd, la verifica è superflua.

Verifica allo stato limite di servizio


Per il calcolo della freccia si considera la trave continua soggetta al peso del calcestruzzo (2.4kN/m)
su tutte le campate. Si usa il momento d’inerzia lordo I = 637433 mm4. La freccia massima si ha
nelle campate laterali:
δ1 = 4.8 mm = L/520 << L/180 (EC4 #7.5.2)
La freccia è anche inferiore al limite di 20 mm oltre il quale si deve tener conto del carico
aggiuntivo dovuto all’accumulo di calcestruzzo.

7
IIa FASE: Soletta collaborante
Dopo la maturazione, il calcestruzzo collabora con la lamiera grecata. La soletta si comporta come
una trave composta e ne costituisce l’armatura tesa. Per la verifica allo stato limite ultimo si può
utilizzare lo schema statico di trave continua solo se si dispone una sufficiente armatura al negativo.
Poiché la posa di tale armatura è onerosa per la difficoltà di mantenerla nella corretta posizione e
poiché la sezione compressa di calcestruzzo al negativo è ridotta a causa della forma seghettata, si
preferisce solitamente progettare la soletta composta con lo schema di semplice appoggio. Si deve
comunque posare l’armatura minima pari allo 0.2% (EC4 #7.6.2.1) per contenere la fessurazione:
As,min = 0.2 · 6.5 = 1.3 cm2/m
E’ sufficiente una rete elettrosaldata φ 6 20x20 (1.41 cm2/m).

Verifica allo stato limite ultimo


qSd = 1.35 · 5.15 + 1.5 · 2.00 = 9.95 kN/m
MSd = 9.95 · 2.52/8 = 7.77 kNm
VSd = 9.95 · 2.5/2 = 12.4 kN
Verifica a flessione
Resistenza a compressione della soletta di calcestruzzo:
Rc = b · hc · 0.85 · f ck/γc = 1000 · 65 · 0.85 · 25 · 10-3/1.5 = 921 kN/m
Resistenza a trazione della lamiera di acciaio:
Ra= Aa · fy /γa = 1247 · 320 · 10-3/1.10 = 363 kN
Ra < Rc → l'asse neutro taglia la soletta. La resistenza a flessione è governata dall'acciaio.
Altezza calcestruzzo compresso (posizione dell'asse neutro per l'equilibrio alla traslazione):
x = Ra/Rc · hc = 25.6 mm
dp = (ha/2 + h c) = 92.5 mm (altezza utile – Fig. 4)
Mpl.Rd = Ra · (dp - x/2) = 363 · (92.5 – 25.6/2 ) · 10-3 = 28.9 kNm
Mpl.Rd > Msd → OK

Verifica a taglio
La resistenza a taglio è affidata alla soletta di cls.
Resistenza a taglio per nervatura (EC4 7.6.1.5):
VV,Rd = bo dp τRd kV (1.2 + 40 ρ)
bo = 75 mm (Fig. 4b)
dp = 92.5 mm
τRd = 0.25 fctk /γc = 0.25 · 1.8/1.5 = 0.30 N/mm2
8
kV = (1.6 - dp) = 1.6 – 0.0925 = 1.51 (dp in metri = altezza utile v. Figg. 4 e 9)
VV,Rd = 75 · 92.5 · 0.30 · 1.51 · 1.2 = 3772 N/nervatura
VRd = 3.772 · 1000/150 = 25.1 kN/m > VSd O.K.

Resistenza allo scorrimento


L’EC4 al #7.6.1.3 indica il metodo empirico “m-k” che in pratica non è applicabile perché i
produttori non forniscono per ora i valori sperimentali dei parametri m e k. Non è nemmeno
applicabile il metodo indicato nell’appendice E perché anche in questo caso i produttori non
forniscono i valori sperimentali dell’aderenza τu,Rd. Ci si deve quindi fidare delle portate
ammissibili indicate nei cataloghi, oppure inserire i connettori alle estremità (Fig. 2). In questo caso,
normato al #7.6.1.4 dell’EC4, si deve verificare, oltre alla resistenza del piolo come per le travi
composte, anche la resistenza a rifollamento della lamiera che, soggetta al tiro Ra= 363 kN/m, tende
a rifollare in corrispondenza del piolo. Questa verifica è molto gravosa. Nel nostro caso si avrebbe
con un piolo φ19 ogni nervatura:
Ppb,Rd = kϕ dd0 t fy/γap = 4 · 20.9 · 0.8 · 320/1.1 · 10-3 = 19.4 kN/nervatura
mentre il piolo dovrebbe sopportare il carico Ra · 150/1000 = 54.5 kN.

Verifica allo stato limite di servizio


Secondo EC4 #7.6.2.2 (3) la freccia δ1, dovuta al peso del calcestruzzo fresco, non viene inclusa
nella verifica della soletta composta.
In genere per solette non particolarmente snelle (L/dp = 2500/92.5 = 27 < 32) la verifica di
deformazione è sempre soddisfatta.
Si considera la trave continua con momento d’inerzia pari alla media dei valori per sezione
fessurata e non fessurata e un valore medio del coefficiente di omogeneizzazione per lungo e breve
termine (EC4 #7.6.2.2 (5)). Assumiamo n=15.
In figura 9 è illustrato il calcolo delle caratteristiche statiche della sezione di una nervatura.
Si noti che il calcolo può essere eseguito con un programma per c.a. discretizzando la lamiera in più
strati. Nella figura 10 è illustrato il calcolo con il programma VcaSlu dividendo l’area della lamiera
in tre strati corrispondenti alle due ali e alle anime. La verifica a flessione è eseguita per il momento
M = 7.15 · 2.52/8 · 150/1000 = 0.838 kNm
dovuto al carico di esercizio (7.15) applicato alla singola nervatura.
In figura 11 sono mostrate le caratteristiche statiche della sezione parzializzata, ottenute dal menu
opzioni del programma VcaSlu. Si noti che i valori sono omogeneizzati al calcestruzzo e quindi
vanno divisi per 15 per un confronto (1194/15=79.6 contro 81.9 del calcolo esatto).

9
49,8 57,0
65
G
92,5 G

G
55

60
90
150

Calcestruz zo Acciaio Sez. omogeneizzata all ' acciaio


Ac = 138,7 / 15 = 9,25 cm 2 Aa = 1,87 cm 2
Aid = 11,12 cm 2
I c = 1426 / 15 = 95,1 cm 4 I a = 9,56 cm 4
I id = 133 cm 4

43,0

Sezione parzializz ata


I id = 81,9 cm 4

Fig. 9 – Caratteristiche sezione interamente reagente e parzializzata con n=15

Fig. 10 – Schematizzazione come sezione in c.a.

10
Fig. 11 – Caratteristiche statiche da VcaSlu

La freccia va quindi calcolata con il momento d’inerzia per unità di larghezza della soletta:
I = (133 + 81.9)/2 · 1000/150 = 716 cm4/m
Per semplicità ed a favore di sicurezza, la freccia viene calcolata per vincoli di semplice appoggio:
qS = 7.15 – 2.40 = 4.75 kN/m (carico permanente portato e variabile)
5 q S L4 5 4.75 ⋅ 2500 4
δ2 = = = 1.6 mm << L / 350 = 7.1 mm
384 E a I 384 210000 ⋅ 7160000
La verifica è ampiamente soddisfatta.

11
PIASTRE DI BASE
(revisione 30-11-2008)

Caratteristiche geometriche e meccaniche

base b = 400 mm
altezza H = 700 mm
spessore t = 30 mm
distanza ferro da bordo h' = 100
2
bulloni tesi 2 Μ 30 As= 1162 mm

spessore malta s = 60 mm
Colonna HEA 260 Fe360
Viti M30 classe 5.6
calcestruzzo C20/25

Fig. 1

Sollecitazioni in esercizio
Cond. di carico N [kN] M [kNm]
Nmax 200 80

Nmin 30 40

Mmax 90 -90

1
Verifica col metodo n (tensioni ammissibili)

Si verifica come una sezione rettangolare in c.a. col metodo n, prendendo in considerazione le diverse
condizioni di carico

base b = 400 mm
altezza H = 700 mm
distanza ferro da bordo h' = 100
area ferro teso 2 Μ 30 As= 2·582=1162 mm2 (sezione filettata)

coefficiente di omogeneizzazione n = 15

Cond. di carico N [kN] M [kNm] y [mm] σc [N/mm2] σs [N/mm2]


Nmax 200 80 319 4.1 54.5
Nmin 30 40 222 2.0 51.9

Mmax 90 -90 234 4.6 108.0

Fig. 2

2
Fig. 3 - Verifica con il programma VcaSlu – Metodo n

Verifica degli irrigidimenti e dello spessore della piastra lato tirafondi


Gli irrigidimenti formano con la piastra una sezione equivalente a una T (Fig. 4). Questa sezione,
all’incastro con l’ala della colonna, è soggetta alle seguenti sollecitazioni per effetto delle σc:

Fig. 4 – Verifica irrigidimenti


3
C ≅ 0,5 ⋅ σc ⋅ x ⋅ b = 0,5 ⋅ 4,6 ⋅ 234 ⋅ 400 ⋅ 10−3 = 215,3 kN (risultante delle σc)

M = C ⋅ 0,147 = 31,6 kNm


V=C=215,3 kN
I = 4.12·107 mm4 Wel = I/137 = 3.01·105 mm3
σs = M / Wel = 105 MPa < σs,adm =155 MPa

Le saldature 1 vanno progettate per la forza di taglio V. Le saldature 2 vanno progettate per la forza di
scorrimento.
Lo schema statico per la verifica dello spessore della piastra di base lato tirafondi è illustrato in Fig. 13.

Fig. 5 – Verifica flangia

Fb = 108 ⋅ 581⋅10 −3 = 62,7 kN (tiro del bullone)


M max = 3 / 16 ⋅ Fb ⋅ L = 3 / 16 ⋅ 62,7 ⋅ 0,136 =1,60 kNm
Lo sforzo nella piastra risulta:
M max
σ= = 60,6 MPa < σs,adm
Wel

con Wel = 1 / 6 ⋅ 30 2 ⋅176 = 26400mm3


Il calcolo è a favore di sicurezza avendo trascurato il comportamento a piastra vincolata su tre lati.

4
Verifica secondo EC3
L’Eurocodice 3 Parte 1-8 “Progettazione dei collegamenti”, affronta il problema al §6.2.8 “Resistenza di
progetto delle basi delle colonne con piatti di base”, con riferimento anche al §6.2.5 “Elementi a T
equivalenti in compressione”.
L’area efficace in compressione è rappresentata in Fig. 6, nella quale il valore dello sbalzo c si ottiene
dalla resistenza a flessione della flangia soggetta alle pressioni del calcestruzzo uniformemente
distribuite fjd (resistenza di contatto del giunto).
Dalla verifica a flessione della flangia si ha:
f jd c 2 1⋅ t2 f yd
m Ed = ≤ m Rd = f yd Wel = f yd → c≤t (Si noti che non si usa il Wpl.)
2 6 3f jd

Fig. 6 - Area efficace in compressione

Il valore fjd della resistenza di contatto del giunto può essere assunto pari alla resistenza di progetto fcd
del calcestruzzo, incrementata per tener conto che si tratta di una pressione localizzata. Secondo
l’Eurocodice 2 §6.7 “Pressioni localizzate” si può assumere una resistenza a compressione ultima:
f Rdu = f cd A c1 / A c 0 ≤ 3,0 ⋅ f cd

nella quale Ac0 è l’area caricata e Ac1 è l’area che si ottiene per diffusione nella direzione A della forza
con angolo di 27° (Fig. 7). Se lo spessore h del plinto non è sufficiente, l’area Ac1 deve essere troncata.

5
Fig. 7 – Diffusione della pressione localizzata.

Tenendo conto della minor resistenza della malta di rinzaffo si può assumere:
f jd = β jf Rdu = β jf Rdu con β j = 2 / 3

Nel caso in esame con calcestruzzo C20/25 si ha:


fcd=αcc fck /γc=0,85·20/1,5 =11,3 MPa
f Rdu = 3,0 ⋅ f cd = 34 MPa

2
f jd = ⋅ 34 = 22,7 MPa
3
La larghezza c della zona di contatto addizionale (sbalzo massimo) vale:
fy 235
c ≤ t⋅ = 30 = 54mm
3 ⋅ f jd ⋅ γ M 0 3 ⋅ 22,7 ⋅1,05

Riprogettiamo la piastra di base eliminando le costole di irrigidimento.


Consideriamo come sbalzo “efficace” lo sbalzo massimo c=54 mm compatibile con lo spessore t=30
mm della piastra. Le dimensioni “efficaci” della piastra sono quindi quelle di. Fig. 8.
Adottiamo tre tirafondi per diffondere meglio il tiro nella piastra (diffusione a 45° come in figura 8). La
distanza dei tirafondi dall’HEA è di 50mm, compatibile con le tolleranze per alloggiare i bulloni.
Considerando la condizione di Mmax in cui le sollecitazioni di esercizio sono:
Nes=90 kN Mes=90 kN m
e ipotizzando un coefficiente di sicurezza parziale sui carichi pari a 1.5, le sollecitazioni di progetto
valgono:
NEd=135 kN MEd=135 kN

6
Fig. 8 - Dimensioni “efficaci” della piastra.
I tre bulloni M27 di classe 5.6 hanno resistenza:
0.9 ⋅ f ub ⋅ As 0.9 ⋅ 500 ⋅ 459 −3
Ft .Rd = 3 ⋅ = 3⋅ 10 = 496 kN
γ Mb 1.25
La resistenza della zona compressa è:
Fc.Rd = f jd ⋅ A c = 22,7 ⋅ 121 ⋅ 368 ⋅ 10−3 = 1011 kN
Per l’equilibrio alla traslazione deve essere:
C − T = N Ed
Poiché Fc , Rd − Ft , Rd = 515 kN > N Ed = 135 , governa la resistenza a trazione e la risultante C delle

compressioni deve soddisfare l’equilibrio alla traslazione. Il momento resistente si calcola, rispetto al
centro della sezione, con T=Ft,Rd e con C=T+NEd=496+135=631:
M Rd = T ⋅ z T + C ⋅ z C = 496 ⋅ 0,175 + 631 ⋅ 0,119 = 162 kNm > MEd

7
Verifica a flessione della piastra
La piastra è automaticamente verificata per quanto riguarda il momento flettente indotto dalle pressioni
del cls, avendo limitato la larghezza c efficace. Per quanto riguarda il momento indotto dai tirafondi si
ha:
- momento sollecitante:
M Ed = Ft .Rd ⋅ d = 496 ⋅ 0,050 = 24,8 kNm
- momento resistente:
f y ⋅ Wel 235 ⋅ 58,5 ⋅ 103
M Rd = = = 13,1kNm < M Ed
γ M0 1,05

30 2
con Wel = 390 ⋅ = 58,5 ⋅103 mm3
6
E’ necessario aumentare lo spessore della piastra:
t=42 mm ⇒ MRd=25,6 kNm
La piastra deve sporgere dall’asse tirafondi di almeno 1.2·d0=1.2·29=35mm, arrotondato a 50.

Progetto delle saldature

Le saldature delle ali devono trasferire alla piastra le


risultanti degli sforzi nelle ali.
Le saldature più sollecitate sono quelle dell’ala compressa.
Possiamo ipotizzare che le ali portino il momento, che
l’anima porti il taglio, e che l’azione assiale si distribuisca
uniformemente sulla sezione.

Fig. 9

Calcolo della risultante N f delle compressioni nell’ala compressa:


MEd=135 kNm N fM = 135 / 0.238 = 567 kN (con 0.238m braccio della coppia interna)
NEd=135 kN A=8680mm2 (area HEA260) Af=3250mm2 (area di un’ala)
σ = N Sd / A = 15.5 N / mm 2

N fN = σ ⋅ A f = 15.5 ⋅ 260 ⋅12.5 = 51 kN


8
N f = 567 + 51 = 618 kN
Essendo il materiale base Fe360, la saldatura ha una resistenza di progetto a taglio:

fu / 3 360 / 3
f vw .d = = = 208 MPa
β w ⋅ γ Mw 0,8 ⋅1,25
E’ necessaria un’area della sezione di gola:
618000
Aw = = 2971 mm 2
208
Essendo lo sviluppo del cordone di saldatura di circa 460mm, l’altezza di gola deve essere almeno di
6.4mm, che si arrotonda a 7mm.
Si procede analogamente per la saldatura d’anima a cui sono affidate il taglio e la quota parte di azione
assiale.
N.B. In zona sismica il collegamento deve essere a completo ripristino di resistenza e quindi le saldature
sono normalmente a completa penetrazione.

Trasmissione del taglio

L’azione tagliante può essere trasmessa dalla colonna alla fondazione in due modi:
- per resistenza a taglio dei tirafondi
- per attrito fra calcestruzzo e piastra.
Nel primo caso i tirafondi devono essere verificati come bulloni soggetti a trazione e taglio:
Fv.Ed Ft .Ed
+ ≤1
Fv.Rd 1.4 ⋅ Ft .Rd

Per semplicità conviene affidare il taglio ai soli 3 bulloni in zona compressa, che risultano assialmente
scarichi. La trasmissione del taglio tramite i tirafondi si presta alle seguenti critiche:
- il gioco foro bullone, spesso assai maggiore dei classici 2 mm per problemi di posa in opera,
implicherebbe inammissibili scorrimenti, a meno che non si garantisca l’intasamento del gioco con la
malta di allettamento o si posino rondelloni senza gioco saldati in opera;
- i tirafondi sarebbero soggetti anche a flessione a causa della deformabilità del calcestruzzo.
E’ quindi più affidabile affidare la trasmissione del taglio all’attrito o, nel caso di forti sollecitazioni
taglianti e di modeste azioni assiali, come per esempio alla base dei controventi, mediante rostri che
penetrano nel calcestruzzo (v. figura 10).

9
Fig. 10 - Rostri per la trasmissione del taglio
Per il calcolo della resistenza a taglio mobilitabile dall’attrito tra piastra e calcestruzzo, si può assumere
il valore del coefficiente d’attrito μ = 0,2. Dovrà quindi essere verificata la condizione:
V ≤ 0,2 ⋅ N

Ancoraggio dei tirafondi

L’ancoraggio con il blocco di fondazione in calcestruzzo può essere garantito:


- dall’aderenza fra barra e calcestruzzo, sagomando eventualmente i tirafondi ad uncino;
- con a testa a martello;
- con piastra di estremità che trasmette il tiro mediante compressione del calcestruzzo (Fig. 11).

Fig. 11 – Piastra di ancoraggio

10
Adottiamo quest’ultima soluzione.
Resistenza a compressione del calcestruzzo:
A c ⋅ f Rdu = 34 ⋅ 10700 ⋅ 10 = 364 kN > Ft , Rd = 165 kN

con A c = π ⋅ (D 2 − d 2 )/ 4 = π ⋅ (120 2 − 27 2 )/ 4 =10700 mm2


Lo spessore delle piastre dovrà garantire la resistenza a flessione. Si dovrà inoltre verificare che il
cilindro di calcestruzzo soggetto all’azione del tirafondo non si “sfili” dal plinto, controllando il valore
delle tensioni tangenziali τ o, meglio, posando un’adeguata armatura.

Nel caso di tirafondi senza piastra, si dovrà garantire una sufficiente lunghezza di ancoraggio:
f bd = 2.25 ⋅ f ctk , 0, 05 / γ c = 2.32 N / mm2 tensione ultima di aderenza [NTC §4.1.2.1.1.4]

f ctk 0, 05 = 0.7 ⋅ f ctm = 0.7 ⋅ (0.3 ⋅ f ck2 / 3 ) = 1.54 N / mm 2 res. a trazione caratteristica (frattile 5%)
fctm valore medio della resistenza a trazione
La lunghezza di ancoraggio risulta:
Ft , Rd 165000
lb = = = 838 mm
π ⋅ φ ⋅ f bd π ⋅ 27 ⋅ 2.32

11
ESEMPIO 1: metodo dello J polare e metodo delle due forze

ESEMPIO 1a
Calcolare il valore ammissibile in esercizio della forza F per la giunzione in figura,
rispettivamente:
1. con il metodo dello J polare e la CNR 10011/85 (tensioni ammissibili)
2. con il metodo delle due forze e la CNR 10011/85 (tensioni ammissibili)
3. con il metodo delle due forze e dello J polare ma secondo le Norme Tecniche per le
Costruzioni (NTC) – D.M. 14.1.2008 (stati limite).

1. Metodo dello JP e CNR 10011/85


Caratteristiche statiche della saldatura
Jx=10.6 106 mm4
Jy=2.88 106 mm4
JP=Jx+Jy=13.5 106 mm4
A=2450 mm2

Acciaio Fe360 (S235)

1
Trasportando Fadm nel baricentro G della saldatura, si deve aggiungere il momento torcente
T = Fadm ⋅ 223
Per effetto del momento torcente T la tensione in un punto generico del cordone di
saldatura è direttamente proporzionale alla distanza r dal baricentro G ed è diretta
normalmente al raggio r.

Nel punto più sollecitato (punto A) si ha:


- per effetto del momento torcente
T T ⎛ F ⋅ 223 ⎞ −3
τ // = r ⋅ cos α = y A = ⎜ adm ⎟ ⋅ 82 = 1 .35 ⋅ 10 Fadm
⎝ 13.5 ⋅ 10 ⎠
6
JP JP

T T ⎛ F ⋅ 223 ⎞
τ ⊥' = r ⋅ senα = x A = −⎜ adm ⎟ ⋅ 73 = −1.20 ⋅ 10 −3 Fadm
⎝ 13.5 ⋅ 10 ⎠
6
JP JP
- per effetto del taglio
Fadm F
τ ⊥'' = = − adm = −0.41 ⋅ 10 −3 Fadm
A 2450
Sovrapponendo gli effetti e verificando secondo il criterio della normativa italiana CNR
10011 (sfera mozza), si ottiene:
τ ⊥ = τ ⊥' + τ ⊥'' = −1.61 ⋅ 10 −3 Fadm

τ ⊥2 + τ //2 ≤ 0.85σ adm = 136 N / mm 2

2
1.612 + 1.35 2 ⋅ 10 −3 Fadm = 136 N / mm 2 ⇒ Fadm =64.7 kN

2. Metodo delle due forze e CNR 10011/85

La forza Fadm deve essere trasportata nel baricentro


della saldatura verticale.
Momento torcente: T= Fadm 253.5
Alla saldatura verticale viene affidata la forza di taglio
Fadm e alle saldature orizzontali il momento torcente T.
Quindi:
V= Fadm H=T/157=1.61 Fadm
Nella saldatura verticale abbiamo:
Fadm H
τ //V = = 0.952 ⋅ 10 −3 Fadm τ //H = = 2.30 ⋅ 10 −3 Fadm
150 ⋅ 7 100 ⋅ 7
Le due τ non vanno composte. La verifica è quindi governata dalla τ H// . Si ha:

τ // ≤ 0.85 ⋅ σ adm = 136 N / mm 2 ⇒ Fadm=59.1 kN

Il metodo delle due forze risulta quindi più conservativo.

3. Calcolo allo stato limite ultimo secondo NTC 2008


Supponiamo che la forza F sia da imputare per il 30% al carico permanente e per il 70% al
carico variabile.
I coefficienti parziali di sicurezza valgono:
- azioni permanenti γG=1.30
- azioni variabili γQ=1.50
- saldature d’angolo γM2 = 1.25

- azione permanente di progetto Gd =γG 0.3 Fadm=0.39 Fadm


- azione variabile di progetto Qd =γQ 0.7 Fadm =1.05 Fadm
Le verifiche vanno quindi eseguite per la combinazione di progetto:

3
Fd = G d + Q d =1.44 Fadm
Resistenza di calcolo della saldatura secondo la (4.2.77)
a f tk / 3 7 ⋅ 360 / 3
Fw .Rd = = = 1456 N / mm
β ⋅ γ M2 0.8 ⋅1.25
con:
fu=360 N/mm2 resistenza a rottura del materiale base
γM2=1.25 coeff. parziale di sicurezza dei collegamenti saldati
β=0.8 coefficiente di correlazione funzione del tipo di materiale
Le sollecitazioni di progetto possono essere calcolate con uno dei due metodi precedenti.
Metodo dello JP
Nel punto A componendo la τ// e la τ⊥ si ha:

τ Ed = τ ⊥2 + τ 2// = 1.612 + 1.35 2 ⋅10 −3 ⋅1.44 ⋅ Fadm = 3.03 ⋅10 −3 Fadm

a τEd ≤ Fw .Rd ⇒ Fadm=68.6 kN (contro 64.7 kN con la CNR 10011/85)


Metodo dello due forze
τ Ed = τ H// = 2.3 ⋅10 −3 ⋅1.44 ⋅ Fadm = 3.312 ⋅10 −3 Fadm ⇒ Fadm=62.8 kN (contro 59.1 kN)
Le leggere differenze rispetto ai valori ottenuti secondo CNR sono dovute principalmente
al fatto che si applicano dei coefficienti diversi per i carichi permanenti e variabili che
portano ad avere un coefficiente di sicurezza globale pari a 1.44 invece di 1.5. Usando un
coefficiente di sicurezza uniforme pari a 1.5 si avrebbe:
Fadm=65.9 kN con il metodo dello Jp
Fadm=60.3 kN con il metodo delle due forze
In buon accordo con i risultati ottenuti applicando la CNR.

4
ESEMPIO 1b

Fig. 1
Si vuole verificare la saldatura tra la squadretta e l’ala della colonna del giunto in figura.
Si ipotizza che la cerniera sia posta in corrispondenza della bullonatura. La saldatura è
soggetta a taglio, momento flettente e momento torcente per l’eccentrità e1 (lungo l’asse
della trave) ed e2 (nel piano dell’ala della colonna) della reazione rispetto al baricentro G
della saldatura (v. Fig. 2).

Fig. 2

5
Materiale: S235 (Fe360) σadm=160 N/mm2
Posizione del baricentro G delle saldature
2 ⋅ 63 2 / 2 ⋅ 4
xG = ≈ 16mm
(2 ⋅ 63 + 125) ⋅ 4
Azioni sollecitanti di esercizio (trasportando il taglio nel baricentro G delle saldature):
V=35 kN
Mt=T e2= T (63+10-16)=1.995 kNm momento torcente
Mf=T e1=T 38=1.33 kNm momento flettente

Calcolo delle tensioni: Ia soluzione


Il taglio viene distribuito uniformemente, l’effetto del momento torcente viene studiato
con il metodo dello J polare, mentre per quanto riguarda l’effetto del momento flettente
l’insieme dei tre cordoni viene pensato come una sezione a C.
Taglio:
35 000
τ= = 34.8 N / mm 2
(2 ⋅ 63 + 125) ⋅ 4

cordoni S1, S3 τ ⊥ = −34.8 N / mm 2

cordone S2 τ // = −34.8 N / mm 2

Momento torcente: si utilizza il metodo dello J polare


Mtr
τ= con JP=Jx+Jy=3.064 106 mm4
JP

12.5 2 0.4 ⋅ 12.53


J x = 2 ⋅ 6.3 ⋅ 0.4 ⋅ + = 2.619 ⋅ 10 6 mm 4
2 12
⎡ 633 63 ⎤
J y = 2 ⎢4 + 4( − 16) 2 63 + 4 ⋅125 ⋅17.7 2 ⎥ =
⎣ 12 2 ⎦
= 4.45 ⋅10 mm
6 4

6
- saldatura S1:
r ⋅ cosα y
τ //A = τ //B = τ ⋅ cosα = M t = M t A = 40.7 N/mm2
JP JP
r ⋅ sin α x
τ ⊥A = τ ⋅ sin α = M t = M t A = −30.6 N/mm2
JP JP
xB
τ ⊥B = M t = 10.4 N/mm2
JP
- saldatura S3:
τ //C = τ //D = −40.7 N/mm2 τ ⊥C = −10.4 N/mm2

τ ⊥D = 30.6 N/mm2
- saldatura S2:
τ //C = τ //B = 11.7 N/mm2 τ ⊥B = 40.7 N/mm2

τ ⊥C = −40.7 N/mm2
Momento flettente:
yA 62.5
σ ⊥A = σ ⊥B = M f = 1.33 = 31.74 N / mm 2
Jx 2.619 ⋅ 10 6

yC − 62.5
σ ⊥C = σ ⊥D = M f = 1.33 = −31.74 N / mm
Jx 2.619 ⋅ 10 6

Verifiche
- Secondo CNR 10011/85 [#5.1.2]:
Il punto più sollecitato è A.
τ // = τ //M = 40.7 N / mm 2
T

τ ⊥ = τ ⊥M + τ ⊥T = −30.6 − 34.8 = −65.4 N / mmm 2


t

σ ⊥M = 31.7 N / mmm 2
f

(1) σ id = τ ⊥2 + τ //2 + σ ⊥2 = 83.3 ≤ 0.85σ adm = 0.85 ⋅ 160 = 136 N / mm 2

(2) τ ⊥ + σ ⊥ = 971 ≤ σ adm = 160 N / mm 2

7
La verifica è soddisfatta con un margine di sicurezza del 38.7%.

- Secondo NTC 2008:


E’ sufficiente confrontare la tensione sollecitante risultante σid,Ed con il valore della
resistenza di calcolo della saldatura.
Adottando per lo stato limite ultimo un coefficiente moltiplicativo dei carichi pari a
1.5, si ottiene:
σid,Ed=1.5 σid=125 N/mm2
a f tk / 3 4 ⋅ 360 / 3
a·σid,Ed = 4·125 = 875 < Fw .Rd = = = 1456 N / mm
β ⋅ γM2 0.8 ⋅ 1.25

La verifica è soddisfatta con un margine di sicurezza del 39.9%, in pieno accordo


con la verifica eseguita secondo la CNR 10011/85.

Calcolo delle tensioni: IIa soluzione


Una soluzione più semplice per il calcolo delle tensioni prevede
di affidare il taglio al cordone verticale S2, mentre il momento
torcente e il momento flettente vengono affidati ai cordoni
orizzontali S1 e S3.
Trasportando il taglio nel baricentro del cordone verticale S2 si
ottiene:
Mt=T e2= T 75=2.625 kNm momento torcente
Mf=T e1=T 38=1.33 kNm momento flettente
H= Mt /z=20.35 kN
F= Mf /z=10.31 kN
essendo z=129mm il braccio della coppia interna

8
Nel cordone verticale si ha la seguente tensione:
T 35 000
τ //S =
2
= = 70 N / mm 2
AS 125 ⋅ 4
2

mentre nei cordoni orizzontali si ha:


H
τ //S = τ //S =
1 3
= 80.75 N / mm 2
AS
1

F
σ ⊥S = σ ⊥S =
1 3
= 40.91 N / mm 2
AS 1

La tensione risultante è pari a:

(1) σ id = τ //2 + σ ⊥2 = 90.52 ≤ 0.85 σ adm = 0.85 ⋅160 = 136 N / mm 2


La verifica, eseguita seguendo il criterio della sfera mozza (CNR 10011/85), è soddisfatta
con un margine del 33.5% contro un margine del 38.7% della Ia soluzione.

9
ESEMPIO 2: UNIONI CORRENTI

Si definiscono unioni correnti quei dispositivi di collegamento fra due o più piatti o
profilati la cui composizione permette di ottenere un elemento strutturale complesso.
Si realizzano tali unioni per rinforzare localmente o globalmente un elemento
costituito da un profilato commerciale, o per ottenere elementi di forma e dimensioni
non comprese tra i profilati commerciali.

Il collegamento fra i vari elementi può essere effettuato per mezzo di bullonatura,
chiodatura o saldatura, purché gli elementi di collegamento assorbano gli sforzi di
scorrimento.

1
RICHIAMO DELL’IMPOSTAZIONE DEL PROBLEMA ALLA JOURAWSKI

Si consideri la trave composta rappresentata in Fig. 1, soggetta a M, N e T.

Fig. 1
Ipotizzando un’azione assiale costante e un momento variabile lungo un concio di
trave di lunghezza dx, per l’equilibrio alla rotazione si ottinene:
dM =T dx
ovvero il taglio è legato alla variazione di momento.
Come mostrato in Fig. 2, l’equilibrio alla traslazione di un concio dell’ala superiore
della trave è garantito solo se la saldatura tra l’ala e l’anima è in grado di assorbire gli
sforzi di scorrimento.

2
Fig. 2
Alla variazione di momento è associata una variazione di sforzi di compressione
nell’ala superiore (il profilo a C in figura) di risultante pari a:
dM ⋅ y y ⋅ dA S S ⋅b
dC = ∫ dσ ⋅ d A = ∫ ⋅dA = dM ∫ = T ⋅ dz ⋅ C = T ⋅ dz ⋅ C = τ ⋅ b ⋅ dz
JG JG JG JG ⋅ b
dC T ⋅ SC
τ= =
b ⋅ dz b ⋅ J G
con : SC = momento statico della sezione del profilo a C rispetto all’asse baricentrico
della trave
JG = momento d’inerzia baricentrico della sezione composta della trave
In sostanza gli sforzi di taglio alla Jourawski nascono per garantire l’equilibrio alla
traslazione e nascono solo se è presente una variazione di momento flettente lungo il
tratto di asta considerato.

3
ESEMPIO:

Fig. 3

Jy=4.122 109 mm4


Progetto dei cordoni di saldatura:
- altezza di gola minima: a > 3 mm (EC3 #6.6.5.2. (2))
- altezza di gola massima: a < 0.7 t = 0.7 · 12 = 8.5 mm
- si adotta a = 8.5 mm
- lunghezza (EC3 #6.6.5.1) l > 6 a = 51 mm e l > 40 mm
- si adotta l = 60 mm
L’interasse e dei cordoni di saldatura si ricava imponendo l’equilibrio alla traslazione
del concio di ala. La saldatura deve trasmetter la forza di scorrimento S nel tratto di
lunghezza e:

4
T ⋅ S yala− y
S = (τ ⋅ b) ⋅ e = ⋅ b ⋅ e ≤ 2 ⋅ a ⋅ l ⋅ f vw.d →
b ⋅ JG
JG 4.122 ⋅109
e ≤ 2 ⋅ a ⋅ l ⋅ f vw.d = (2 ⋅ 8.5 ⋅ 60 ⋅ 208) ≈ 315mm
T ⋅ S y − y 9 ⋅10 ⋅ 3.06 ⋅10
ala 5 6

con:
fu / 3
f vw.d = = 208 N / mm 2 resistenza a taglio della sald. (EC3 #6.6.5)
β w ⋅ γ Mw
fu=360 N/mm2 β w = 0.8 γ Mw = 1.25 coeff. di sicurezza delle sald.

x − x = 300 ⋅ 2 ⋅ 510 = 3.06 ⋅ 10 mm


S ali 6 3

Per evitare problemi d’instabilità dell’ala compressa (Fig. 4), la distanza L1 fra le
estremità delle saldature deve soddisfare le limitazioni (EC3 #6.6.2.2 (8)):
L1 = < 200 mm NO
L1 < 12 tw = 12 · 12 = 144 mm
Si deve quindi adottare un interasse non superiore a
e < L1 + l = 144 + 60 = 204 mm.

Fig. 4
N.B. Le saldature a tratti non sono ammesse in elementi strutturali soggetti a
fenomeni di fatica, come ad esempio le vie di corsa dei carroponti, e nel caso di
elementi strutturali esposti al pericolo di corrosione.

5
Unione bullonata

Fig. 5

Per la verifica della bullonatura 1, si considera la forza di scorrimento D1:


T ⋅ S /// D1
D1 = e ⇒ τ1b =
JG 2 ⋅ Ab
con S/// = momento statico dell’ala (tratteggiata in Fig 5) rispetto all’asse baricentrico
della sezione.

Per la verifica della bullonatura 2, si considera la forza di scorrimento D2:


T ⋅ ( S /// + S \ \ \ ) D2
D2 = e ⇒ τ b2 =
JG 2 ⋅ Ab
calcolato sommando il momento statico dell’ala e quello degli angolari, che insieme
costituiscono la porzione di sezione la cui traslazione è impedita dalla bullonatura.

6
Analisi elastica dei telai a nodi spostabili

In questa lezione, dopo aver esposto brevemente alcune osservazioni sui metodi di analisi elastica
dei telai a nodi spostabili indicati dall’Eurocodice 3, vengono svolti tre esempi di calcolo che
mettono in evidenza le notevoli differenze nei risultati delle verifiche che si ottengono con il
metodo della snellezza equivalente e con l’analisi elastica del secondo ordine.

I metodi di analisi elastica dei telai a nodi spostabili sono oggetto del paragrafo #5.2.6.2.
dell’Eurocodice 3, che qui si riporta per comodità del lettore (fra parentesi quadre sono introdotte
mie note)

5.2.6.2. Analisi elastica di telai a nodi spostabili


(1) Qualora si usi l’analisi elastica globale, si devono includere gli effetti del secondo ordine,
direttamente, usando l’analisi elastica dei secondo ordine, oppure indirettamente attraverso una
delle seguenti alternative:
(a) mediante l’analisi elastica del primo ordine con amplificazione dei momenti prodotti
dagli spostamenti laterali
(b) mediante l’analisi elastica del primo ordine con lunghezza di libera inflessione che
tengano conto degli spostamenti laterali. [“metodo della snellezza equivalente”]
(2) Quando si impiega l’analisi globale elastica del secondo ordine, per il progetto delle
membrature si possono usare le lunghezze di libera inflessione nel piano in assenza di
spostamenti laterali.
(3) Con il metodo della amplificazione dei momenti prodotti dagli spostamenti laterali, i momenti
prodotti dagli spostamenti laterali ricavati da un’analisi elastica del primo ordine si
raccomanda che siano incrementati moltiplicandoli per il rapporto:
1/(1-VSd/Vcr)
(4) Si raccomanda di non utilizzare il metodo dell’amplificazione dei momenti prodotti dagli
spostamenti laterali quando il rapporto rispetto al carico critico sia maggiore di 0.25.
(5) I momenti prodotti dagli spostamenti laterali sono quelli associati con la traslazione
orizzontale della sommità del piano in rapporto alla parte inferiore di quel piano. Essi sono
generati dai carichi orizzontali e possono pure essere causati dai carichi verticali qualora la
struttura oppure i carichi siano asimmetrici.
(6) In alternativa alla determinazione diretta di VSd/Vcr, nel caso di telai a travi e colonne, come
descritto in 5.2.5.2(4), si può usare la seguente approssimazione:
VSd  δ  V 
=   
Vcr  h  H 
dove: δ, h, H, V sono definiti in 5.2.5.2(4).
(7) Quando si usa il metodo dell’amplificazione dei momenti prodotti dagli spostamenti laterali, si
raccomanda di usare per il calcolo delle membrature le lunghezze di libera inflessione nel
piano in assenza di spostamenti laterali.
(8) Qualora per il calcolo delle colonne si usi l’analisi elastica del primo ordine con lunghezze di
libera inflessione nel piano calcolate tenendo conto degli spostamenti laterali [“metodo della
snellezza equivalente”], i momenti prodotti dagli spostamenti laterali nelle travi e nei
collegamenti trave-colonna si raccomanda che siano amplificati almeno di 1,2 salvo che sia
dimostrata l’idoneità di un valore inferiore attraverso una adeguata analisi.

E’ opportuno inoltre richiamare le prescrizioni sulle imperfezioni:

5.2.4.1. Principi

1
(1) Possono essere usate adeguate imperfezioni geometriche equivalenti, i cui valori rispecchino i
possibili effetti di tutti i tipi di imperfezioni [tensioni residue, mancanza di verticalità e di
rettilineità, eccentricità minori nei collegamenti, ecc.].
(2) Gli effetti delle imperfezioni devono essere considerati nei seguenti casi:
(a) analisi globale;
(b) analisi dei sistemi di controvento;
(c) calcolo delle membrature.

5.2.4.2. Modalità di applicazione


(1) Omissis
(2) Gli effetti delle imperfezioni del telaio forniti in 5.2.4.3. devono essere inclusi nell’analisi
globale della struttura. Le forze ed i momenti risultanti vanno utilizzati nel calcolo delle
membrature.
(3) Omissis
(4) Gli effetti delle imperfezioni delle membrature (vedere 5.2.4.5.) possono essere trascurati
durante lo svolgimento della analisi globale, ad eccezione dei telai a nodi spostabili (vedere
5.2.5.2.) nel caso di membrature soggette a forze dì compressione, che abbiano collegamenti
resistenti a momento [quindi sono escluse le aste delle strutture reticolari] e per le quali:
Af y
λ ≥ 0.5 [che equivale a NSd > Ncr/4]
N Sd
adottando una lunghezza di libera inflessione pari all’interpiano.
[Questa clausola, ricordando il significato dei simboli, può essere riscritta nel modo seguente:
λ Af y λ2 Af y π 2 EA N
≥ 0 .5 → 2 ≥ 0.25 → N Sd ≥ 0.25 2 → N Sd ≥ cr
π E / fy N Sd π E / fy N Sd λ 4
Gli effetti delle imperfezioni delle membrature devono quindi essere inclusi nell’analisi globale
nel caso in cui l’azione assiale NSd sia maggiore di un quarto del valore critico per l’asta
incernierata di lunghezza pari all’interpiano, ovvero del carico critico della mensola di ugual
lunghezza. Questa condizione non si verifica in pratica quasi mai nelle strutture reali.]

5.2.4.3. Imperfezioni del telaio


(1) Gli effetti delle imperfezioni devono essere considerati nell’analisi del telaio attraverso una
imperfezione geometrica equivalente sotto forma di una imperfezione laterale iniziale.

5.2.4.5. Imperfezioni delle membrature


(1) Normalmente gli effetti delle imperfezioni sul calcolo delle membrature devono essere
incorporati usando le equazioni di instabilità indicate in questo Eurocodice [cioè le formule del
capitolo 5.5: Resistenza delle membrature all’instabilità].
(2) Qualora sia necessario (in accordo con 5.2.4.2. (4)) tener conto delle imperfezioni delle
membrature nell’analisi globale, si devono includere le imperfezioni in 5.5.1.3. e si deve
svolgere una analisi globale del secondo ordine [che comprende e supera le verifiche delle
membrature incluse nelle equazioni di instabilità].

Osservazioni
Di deve innanzi tutto sottolineare il fatto che tutti i metodi di verifica esposti sono in qualche modo
approssimati e che non esiste un metodo esatto. Il motivo risiede nel fatto che il comportamento
delle aste reali è influenzato da imperfezioni, chiamate imperfezioni delle membrature (effetto P-δ)
(soprattutto effetto delle tensioni residue), che vanno trattate statisticamente in base ai risultati
sperimentali.

2
Il problema può dirsi risolto solamente per l’asta incernierata caricata di punta, per la quale
l’Eurocodice 3 fornisce le curve “regolamentari” valide per la produzione industriale europea. In
alternativa vengono forniti i valori dell’imperfezione geometrica equivalente e0,d (#5.5.1.2.(4)) con i
quali si può calcolare la resistenza all’instabilità Nb,Rd con un’analisi del secondo ordine,
verificando la sezione soggetta a Nb,Rd e al momento Nb,Rd·δ, essendo δ la deformazione del secondo
ordine che può essere calcolata con la formula approssimata δ = e0,d /(1 –NSd/Ncr).
Già per l’asta incernierata soggetta anche ad azioni flettenti non sono disponibili metodi “esatti”
perché l’influenza delle imperfezioni delle aste reali in presenza di azioni flettenti è diversa da
quella con sola azione assiale, tanto che tale influenza è praticamente nulla in assenza di carico
assiale. I vari metodi di verifica proposti sono quindi un compromesso per tener conto sia delle
imperfezioni delle membrature (effetto P-δ), sia dell’effetto del secondo ordine (effetto P-∆).
Le imperfezioni delle membrature, essendo influenzate prevalentemente dalle tensioni residue,
rappresentano in qualche modo una non linearità del materiale, che però non è di tipo deterministico
e quindi non può essere semplicemente introdotta in un’analisi non lineare, ma va trattata
statisticamente. L’effetto del secondo ordine (effetto P-∆), che incrementa le azioni trasversali dei
carichi esterni, è invece facilmente calcolabile con gli attuali codici di calcolo.
Le cosiddette imperfezioni del telaio (#5.2.4.3.) consentono solo in parte di ridurre le differenze fra
i risultati che si ottengono con i vari metodi, in particolare con l’analisi diretta del secondo ordine e
con il metodo della snellezza equivalente, differenze che verranno messe in evidenza negli esempi
di calcolo esposti nel seguito.
Il motivo principale di tali differenze risiede nel fatto che con il metodo della snellezza equivalente
si adotta per la verifica della membratura la snellezza elastica dell’asta inserita nel telaio a nodi
spostabili con i momenti del primo ordine, mentre per la verifica con la teoria del secondo ordine si
adotta la snellezza elastica che avrebbe l’asta nel telaio a nodi fissi con i momenti del secondo
ordine.

3
Esempio 1

PSd PSd
q Sd
q Sd= 38 kN/m
FSd F Sd = 9 kN
E = 210 000 MPa
IPE 330
Acciaio S235 (Fe 360)
HEB 160

g (Kg/m) = 42,6
HE 160 B h (mm) = 160

h=4m
b (mm) = 160
tw (mm) = 8
tf (mm) = 13
r1 (mm) = 15
r2 (mm) = 0
A (cm2) = 54,25
Iy (cm4) = 2492
Wy (cm3) = 311,5
Wpl,y (cm3) = 354
iy (cm) = 6,78
Iz (cm4) = 889,2
Wz (cm3) = 111,2
Wpl,z (cm3) = 170
iz (cm) = 4,05
IT (cm4) = 31,24
Iw (cm6) = 47940
L=6m

Fig. 1 - Schema telaio

Un edificio è costituito da una serie di telai come in figura 1, posti ad interasse di 5 m, fra loro
controventati. Il carico orizzontale FSd = 9 kN è determinato dall’azione del vento, con pressione
caratteristica di 0.6 kN/m2 che agisce sulla baraccatura appoggiata alla base e in sommità,
scaricando sul nodo del telaio la forza di progetto:
FSd = 1.5 · 0.6 · 2 · 5 = 9 kN
Si calcoli il massimo valore dell’azione assiale di progetto NSd = PSd + qSd - L/2 sopportabile dai
pilastri, supponendo che i pilastri siano controventati fuori piano in modo continuo.

Ciascun pilastro è soggetto all’azione assiale NSd e al momento flettente indotto dal carico esterno
di progetto F1Sd = 4.5 kN. Il pilastro viene predimensionato allo stato limite di servizio (EC3
#4.2.2.(4)):
spostamento laterale alla sommità delle colonne < h/300 = 13.3 mm
Adottando un profilato HEB 160, il carico di esercizio F1 = F1Sd/1.5 = 3 kN provoca uno
spostamento di 12.2 mm.
Per le verifiche allo stato limite ultimo si deve considerare l’imperfezione geometrica φ del telaio
(Fig. 2a):
φ = Ks Kc φ0 = 1·1·1/200 = 1/200 (EC3 #5.2.4.3.)
L’imperfezione geometrica φ può essere sostituita dalla forza orizzontale Heq agente su ciascun
pilastro:
Heq = φ NSd

4
H eq N Sd N Sd H eq N Sd

h=4m
a) b)
Fig. 2 - Imperfezione geometrica equivalente

In definitiva si tratta di determinare il valore massimo di NSd per la mensola caricata come in figura
2b):
HSd = F1Sd + φ NSd = 4.5 + NSd /200 kN
il carico critico della mensola è
Ncr = πEJ/l02 = 807.6 kN (l0 = 8 m)
La resistenza all’instabilità della mensola, in assenza di azioni flettenti è:
Nb,Rd = χ A fy/γM1 = 519.7 kN (χ = 0.4484; γM1 = 1.1)

Metodo della "snellezza equivalente"


Per calcolare il valore massimo di NSd possiamo usare il metodo detto della “snellezza equivalente”
(EC3 #5.2.6.2. (1) “(b) mediante l’analisi elastica del primo ordine con lunghezze di libera
inflessione che tengano conto degli spostamenti laterali”, cioè con l0 = 8 m.
Dopo alcuni tentativi si ottiene il valore massimo di NSd:
NSd,max = 277 kN << Nb,Rd = 5l9.7 kN
che soddisfa la verifica a presso-flessione (EC3 #5.5.4.: Flessione e compressione assiale) con:
MSd = (4.5+277/200)· 4 = 23.54 kNm (v. Fig. 3).

Fig. 3 – Verifica a presso-flessione (programma Profili)

5
Si noti che per la verifica della membratura si è usato il valore di k che corrisponde al caso di trave
appoggiata di luce l0 con una distribuzione del momento del primo ordine lineare con massimo in
mezzaria (v. Fig. 3).
Il giunto di base della colonna andrà verificato per un momento M=1.2·23.54=28.25 kNm in
accordo con EC3 #5.2.6.2.(8).

Analisi globale elastica del secondo ordine


Il momento del secondo ordine alla base del pilastro si può calcolare, in questo caso, con la formula
approssimata:
MII = MI/(1-NSd/Ncr) = 4 (4.5 + NSd/200)/(1-NSd/807.6)

N Sd Per la verifica a presso-flessione della membratura si usa la lunghezza di


libera inflessione del telaio a nodi fissi (EC3 #5.2.6.2.(2)).
Si deve quindi verificare la membratura nelle condizioni di carico e di
vincolo (l0 = 0.7· h = 2.8 m) di figura 4.
aM

Dopo alcuni tentativi si ottiene il valore di NSd,max (v. Fig. 5)


h=4m
ramm

NSd,max = 377 kN con MII = 47.90 kNm


diag

PSd,max = 377 - 114 = 263 kN


La verifica è notevolmente meno gravosa (incremento dei 36% dei carico
assiale NSd,max) di quella eseguita con il metodo della snellezza equivalente.

Fig. 4

Fig 5 – Verifica a presso-flessione

Metodo della amplificazione dei momenti


Il moltiplicatore critico:
mcr = Ncr/ NSd,max = 807.6/377 = 2.14
è inferiore a 4 e pertanto non si potrebbe impiegare “l’analisi elastica del primo ordine con
amplificazione dei momenti prodotti dagli spostamenti laterali” (EC3 #5.2.6.2.(4). Nel caso

6
presente tuttavia l’applicazione di questo metodo coincide con l’applicazione dell’analisi elastica
del secondo ordine.

Verifica della trave


La trave è soggetta al momento flettente:
MSd = qSd L2/8 = 38·62 /8 = 171 kNm
Supponendo che sia efficacemente controventata dall’impalcato, è sufficiente verificare che il
momento resistente plastico di progetto sia maggiore del momento sollecitante:
Mc,Rd = 171.8 > 171 kNm O.K.
Verifica a taglio (EC3 #5.4.6.):
VSd = 38·6/2 = 114 kN
Vpl,Rd = AV(fy/ √ 3)/γM0 = 3081·123.3/1000 = 3 80 > 114 kN
Osservazioni
Si noti che nel calcolo del telaio non si sono introdotte le imperfezioni delle membrature (cioè
l’imperfezione di freccia iniziale e0,d specificata in EC3 #5.5.1.3.) perché il loro effetto è
incorporato nell’equazione di instabilità usata per la verifica a presso-flessione attraverso il
parametro k. Gli effetti delle imperfezioni delle membrature devono essere introdotti nell’analisi
globale solo se (EC3 #5.2.4.2.(4)):
Af y
λ > 0.5
N Sd
con snellezza calcolata adottando una lunghezza di libera inflessione pari all’interpiano. Nel nostro
caso si ha:
λ 4000 / 67.8 Af y 5425 ⋅ 235
λ= = = 0.6283 << 0.5 = 0.5 = 1.001
λ1 93.9 N Sd 318000
Questa clausola, ricordando il significato dei simboli ed operando semplici sostituzioni, equivale
alla seguente:
NSd > 0.25 Ncr
con Ncr calcolato con la lunghezza di libera inflessione pari all’interpiano. Dovrebbe cioè essere NSd
> 807.6 kN, carico critico della mensola.

7
Esempio 2

Verificare il telaio di figura 6 costituito dagli stessi profilati dell’esempio 1, ma incernierato alla
base. I carichi hanno i valori massimi ricavati nell’esempio 1 con l’analisi globale elastica del
secondo ordine.

PSd PSd
q Sd
q Sd= 38 kN/m
FSd F Sd = 9 kN
P Sd = 263 kN
IPE 330
E = 210 000 MPa
HEB 160

Acciaio S235 (Fe 360)

h=4m

L=6m

Fig. 6 – Schema del telaio

Tenendo conto dell’imperfezione geometrica φ, il telaio va calcolato con le azioni di figura 7.


HSd = FSd + φ (2 PSd + qSd L) = 9 + (526+228)/200 = 12.77 kN

263 kN 263
38 kN/m

12.77

IPE 330
HEB 160

Fig. 7 – Azioni di progetto

Nelle figure 8, 9, 10 sono riportati i risultati delle analisi eseguite con il programma Straus 7. Si noti
il notevole incremento di deformazione dell’analisi del secondo ordine (le deformate di figura 8 e 9
sono nella stessa scala) e il basso valore dei moltiplicatore critico.

8
Fig. 8 – Analisi del primo ordine (Linear Static) con colonne HEB 160

Fig. 9 – Analisi del secondo ordine (Non Linear Static) con colonne HEB 160

Fig. 10 – Moltiplicatore critico (Linear Buckling) con colonne HEB 160

9
L’analisi di buckling fornisce il valore del carico critico:
mcr = 1.87 → Ncr = 1.87 · 385 = 720 kN
al quale corrisponde una lunghezza di libera inflessione:
l0 = π (EJ/ Ncr)0.5 = 8.47 m → β = l0/h = 8.47/4 = 2.12

Metodo della "snellezza equivalente"


Con le sollecitazioni del primo ordine (Fig. 8) NSd = 385 kN e MI = 62.07 kNm (valore vicino alla
resistenza plastica 75.63) e con l0 = 8.47, la formula di interazione dà come risultato 2.036 >>1.
E’ quindi necessario ridimensionare la struttura.

Analisi globale elastica del secondo ordine


Il momento sul pilastro MII = 84.09 kNm (Fig. 9) è superiore alla resistenza plastica.
E’ quindi necessario ridimensionare la struttura.

Ridimensionamento della struttura


La struttura deve essere ridimensionata. Si può intervenire sulla trave, sulle colonne o su entrambe.
Per ottenere un comportamento analogo a quello della struttura dell’esempio 1, intervenendo solo
sulla trave, si dovrebbe aumentane moltissimo la rigidezza (che dovrebbe essere teoricamente
infinita). Conviene quindi operare sulle colonne, anche per rispettare la verifica allo stato limite di
esercizio:
spostamento < h/300 = 13.3 mm
mentre lo spostamento con i carichi di esercizio e con HEB 160 (Fig. 8) è di 30.7/1.5 = 20.5 mm.
Si sceglie il profilo HEB 220.
Nelle figure 11, 12 e 13 sono riportati i risultati delle nuove analisi. Si ha:
mcr = 4.96 → Ncr = 4.96 · 385 = 1910 kN
al quale corrisponde una lunghezza di libera inflessione:
l0 = π (EJ/ Ncr)0.5 = 9.37 m → β = l0/h = 9.37/4 = 2.34
Si noti che la snellezza della colonna è aumenta perché è diminuita l’efficacia del vincolo a
rotazione offerto dalla trave.

Metodo della "snellezza equivalente"


Con il metodo della “snellezza equivalente”, cioè con l0 = 9.37 m e con le azioni interne dei primo
ordine MI = 94.2 kNm, NSd = 385 kN (Fig. 11), la formula di interazione dà come risultato 0.937 ≅ 1
(v. Fig. 14). Si noti che si è usato il diagramma dei momenti di estremità (Fig. 14) invece del
diagramma MQ come in Fig. 3. Questa scelta è opinabile; con MQ la formula di interazione
darebbe come risultato 1,082.

Analisi globale elastica del secondo ordine


Si verifica il pilastro con le azioni interne di figura 12 (NSd=387 kN e MII = 99.53 kNm) e con la
snellezza calcolata per il telaio a nodi fissi (v. Fig. 15). Si ottiene:
mcr = 32 → Ncr = 32 · 377 = 12064 kN
al quale corrisponde una lunghezza di libera inflessione:
l0 = π (EJ/ Ncr)0.5 = 3.73 m → β = l0/h = 0.932
La formula di interazione dà come risultato 0.785<<1. Vi è quindi un margine cospicuo per
l’incremento delle azioni. Il carico PSd può essere incrementato di 298 kN, con il pilastro soggetto a
NSd = 688 kN, MII = 106.3 kNm (Fig. 16), con un aumento del 79% dell’azione assiale ammissibile
NSd rispetto alla verifica con il metodo della snellezza equivalente.

10
Fig. 11 - Analisi del primo ordine (colonne HEB 220)

Fig. 12 – Analisi del secondo ordine (colonne HEB 220)

Fig 13 – Analisi di buckling (colonne HEB 220)

11
Fig 14 – Verifica con il metodo della snellezza equivalente

Fig. 15 – Analisi di buckling del telaio a nodi fissi

Fig. 16 – Sollecitazioni massime ammissibili

12
Metodo della amplificazione dei momenti
Il moltiplicatore critico mcr = 4.96 è superiore a 4 e quindi si può impiegare il metodo della
amplificazione dei momenti (EC3 #5.2.6.2.(4)). Vanno amplificati i momenti M’ dovuti agli
spostamenti laterali, ottenibili per differenza fra quelli di figura 11 e quelli di figura 17:
M’ = 94.2 - 68,8 = 25.4 kNm
Momento amplificato:
M’’ = M’(1-1/ mcr) = 25.4/0.798 = 31.81
Il pilastro va quindi verificato per il momento:
MII = 68.8 + 31.81 = 100.6 kNm
valore leggermente superiore a quello ottenuto con l’analisi del secondo ordine (99.53). Per la
verifica si adotta la stessa lunghezza di libera inflessione usata con l’analisi del secondo ordine.
Per il calcolo dei moltiplicatore critico, se non si ha a disposizione un codice di calcolo appropriato,
si può usare la formula approssimata dell’EC3 #5.2.6.2.(6):
1 V  δ  V   12.6  754 
= Sd =    =    = 0.186 → mcr = 5.38
mcr Vcr  h  H   4000  12.77 
Il valore è leggermente superiore (a sfavore di stabilità) rispetto a quello esatto (4.96). Per i valori
introdotti nella formula si veda la figura 11 per δ e la figura 7 per H e per V (V = 2·263 +
38·6=754).

Fig. 17 – Analisi del primo ordine del telaio a nodi fissi

Osservazioni
La soluzione a portale incernierato richiede una maggiore quantità di acciaio (colonne HEB 220)
rispetto alla soluzione con colonne incastrate alla base e trave semplicemente appoggiata (colonne
HEB 160). Si ha però una diminuzione delle sollecitazioni in fondazione che può compensare il
maggior costo della carpenteria metallica.
La trave risulta meno sollecitata (Mmax = 104 contro 171 kNm). Si potrebbe quindi ridurne la
sezione. La freccia della trave in mezzaria è ridotta (L/390 contro L/220).
Come nell’esempio 1 la verifica con il metodo della snellezza equivalente e l’analisi elastica del
primo ordine risulta molto più gravosa (NSd,max ≅ 385 kN) rispetto alla verifica basata sull’analisi
elastica del secondo ordine (NSd,max = 688 kN) e lunghezza di libera inflessione in assenza di
spostamenti laterali.

13
Esempio 3

Verificare il telaio di figura 18 costituito dagli stessi profilati dell’esempio 1, ma incastrato alla
base. I carichi hanno i valori massimi ricavati nell’esempio 1 con l’analisi globale elastica del
secondo ordine.

263 kN 263
38 kN/m

12.77

IPE 330
HEB 160

Fig. 18 – Schema telaio

Nelle figure 19, 20 e 21 sono riportati i risultati delle analisi. Si ha:


mcr = 7.47 → Ncr = 7.47 · 381 = 2846 kN (Fig. 21)
al quale corrisponde una lunghezza di libera inflessione:
l0 = π (EJ/ Ncr)0.5 = 4.26 m → β = l0/h = 4.26/4 = 1.06 → λ = 62.8 → χ = 0.8008

Metodo della "snellezza equivalente"


Con il metodo della “snellezza equivalente”, cioè con l0 = 4.26 m e con le azioni interne dei primo
ordine M1I = 55.57, M2I = -34.52 kNm e NSd = 381 kN (Fig. 19), la formula di interazione dà come
risultato 1.022 ≅ 1.

Analisi globale elastica del secondo ordine


Si verifica il pilastro con le azioni interne del secondo ordine M1II = 56.29, M2II = -37.06 kNm e
NSd = 382 kN (v. Fig. 20) e con la snellezza calcolata per il telaio a nodi fissi (v. Fig. 22). Si ottiene:
mcr = 24.3 → Ncr = 24.3 · 377 = 9161 kN
al quale corrisponde una lunghezza di libera inflessione:
l0 = π (EJ/ Ncr)0.5 = 2.37 m → β = l0/h = 0.593 → λ = 35.0 → χ = 0.9369
La formula di interazione dà come risultato 1.017 ≅ 1.

Metodo della amplificazione dei momenti


Il moltiplicatore critico mcr = 7.47 è superiore a 4 e quindi si può impiegare il metodo della
amplificazione dei momenti (EC3 #5.2.6.2.(4)). Vanno amplificati i momenti M’ dovuti agli
spostamenti laterali, ottenibili per differenza fra quelli di figura 19 e quelli di figura 24:
M1’ = 55.57 – 43.43 = 12.14 kNm
M2’ = -34.52 + 21.03 = -13.49 kNm
Momenti amplificati:
M1’’ = M1’(1-1/ mcr) = 12.14/0.866 = 14.02
M2’’ = M2’(1-1/ mcr) = -13.49/0.866 = -15.58

14
Fig. 19 – Analisi del primo ordine

Fig. 20 – Analisi del secondo ordine

Fig. 21 – Analisi di buckling (nodi spostabili) Fig. 22 – Analisi di buckling (nodi


fissi)

15
Fig. 23 – Verifica a presso-flessione

Fig. 24 – Analisi del primo ordine del telaio a nodi fissi

Il pilastro va quindi verificato per il momento:


M1II = 43.43 + 14.02 = 57.45 kNm
M2II = -21.03 – 15.58 = -36.61 kNm
valori leggermente superiori (a favore di stabilità) rispetto a quelli ottenuti con l’analisi del secondo
ordine (56.29 e –37.06). Per la verifica si adotta la stessa lunghezza di libera inflessione usata con
l’analisi del secondo ordine.
Per il calcolo dei moltiplicatore critico, se non si ha a disposizione un codice di calcolo appropriato,
si può usare la formula approssimata dell’EC3 #5.2.6.2.(6):
1 V  δ  V   7.8  754 
= Sd =    =    = 0.115 → mcr = 8.69
mcr Vcr  h  H   4000  12.77 
Il valore di mcr è leggermente superiore (a sfavore di stabilità) rispetto a quello esatto (7.47). Per i
valori introdotti nella formula si veda la figura 19 per δ e la figura 18 per H e per V (V = 2·263 +
38·6=754).
16
Osservazioni
In questo esempio il metodo della snellezza equivalente e l’analisi elastica del secondo ordine
conducono a verifiche in buon accordo, mentre nell’esempio 1 (differenza del 36% nel valore di
NSd,max) e soprattutto nell’esempio 2 (differenza del 79%) il secondo metodo si è dimostrato molto
meno conservativo. Nasce quindi il dubbio che la verifica delle membrature con i risultati
dell’analisi del secondo ordine e lunghezze di libera inflessione del telaio a nodi fissi sia applicabile
al caso di aste con un vincolo a cerniera, come negli esempi 1 e 2.
I telai degli esempi 1 e 3, verificati con l’analisi elastica del secondo ordine, ammettono gli stessi
carichi, anche se la snellezza dei pilastri dell’esempio 1 è molto superiore.
La trave dell’esercizio 3 risulta meno impegnata a flessione e quindi si potrebbe ridurne la sezione.
Tuttavia, poichè una diminuzione di rigidezza della trave implica un aumento delle sollecitazioni
flessionali dei pilastri con conseguente necessità di un loro ridimensionamento, la convenienza di
una diminuzione della sezione della trave va valutata in base al costo globale del telaio.

17
TELAIO A NODI SPOSTABILI
Esempio
La struttura di un edificio per uffici è costituita da una serie di telai come in figura,
posti ad interasse di 5 m. Verificare le colonne in acciaio S235 (Fe360).

Sd

F2Sd
IPE 360

h=4m
f

q Sd

F1Sd

IPE 360
HEA 240

h = 4 m

H E A 2 4 0

L = 6 m

Analisi dei carichi (valori caratteristici)


- peso proprio impalcato 3.0 kN/m2
- pavimento 1.0 kN/m2
totale permanente Gk = 4.0 kN/m2
carichi variabili Qk = 3.5 kN/m2
Carichi di progetto sulle travi ad interasse di 5 m (si assume γG = 1.35 e γ = 1.5)
qSd = 5(1.35· 4.4+1.5· 3.5) = 53.25 kN/m
Reazioni delle travi:
VSd = qSd · 6/2 = 159.75 kN
Vento:
si assume una pressione caratteristica di 0.6 kN/m2. Si suppone che il vento si
scarichi, attraverso la baraccatura, sui nodi di piano. Le forze FSd orizzontali di
progetto valgono quindi:
F1Sd = 1.5 · 0.6 · 4 · 5 = 18 kN
F2Sd = 1.5 · 0.6 · 2· 5 = 9 kN

1
Si deve inoltre considerare l'imperfezione geometrica φ del telaio (EC3 #5.2.4.3.)
φ = Ks Kc φ 0 = 0.837 ⋅ 1 · 1/200 = 1/240
L'imperfezione geometrica φ può essere sostituita (ai fini del calcolo delle azioni
flessionali sui pilastri) dalle forze orizzontali equivalenti Heq :
Heq = φ · qSd · L = 53.25 · 6/240 = 1.33 kN
In definitiva si calcola il telaio soggetto alle forze orizzontali
H'1Sd = 18 + 1.33 = 19.33 kN
H'2Sd = 9 + 1.33 = 10.33 kN
Le dimensioni del telaio ed i carichi sono gli stessi della struttura progettata in un
esercizio precedente (esempio 3) in cui i giunti trave-colonna sono delle cerniere. La
soluzione con giunti rigidi permette un risparmio di materiale, un minor aggravio in
fondazione (giunto a cerniera) ma un maggior costo di manodopera.

L’analisi viene condotta col programma Straus; le imperfezioni geometriche sono


introdotte direttamente attraverso le coordinate dei nodi. I pilastri sono discretizzati in
quattro elementi per cogliere meglio il carico critico. L’analisi del 1° ordine fornisce
il diagramma del momento flettente riportato in seguito. L’analisi di buckling
fornisce il moltiplicatore critico delle azioni assiali mcr = 6.349 .

LINEAR STATIC LINEAR BUCKLING

119 kNm

136.1
189.3

96.4 kNm
118.5

346 kN

2
La deformata critica mostra un comportamento molto rigido delle travi, con il pilastro
inferiore che si comporta come una mensola e quindi con una lunghezza di libera
inflessione h0 poco superiore a 2h.

h 0=2h

Il valore esatto di h0 vale:


EJ 210000 ⋅ 7763 ⋅ 10 4
h0 = π =π = 8558mm
Vcr 6.349 ⋅ 346 ⋅ 10 3
h 0 = 2.14 ⋅ h

Essendo mcr<10, il telaio è da classificare a nodi spostabili e quindi da verificare con


uno dei tre metodi illustrati al par. 5.2.6.2 dell’EC3.

Verifica usando i risultati dell'analisi globale elastica del secondo ordine

NON LINEAR STATIC

121.2 kNm
136.2
198.9

106.0 kNm
120.2

350 kN

L’analisi è condotta con un solo incremento. Il diagramma dei momenti mostra un


incremento del 10% della sollecitazione del pilastro (106kNm contro 96.4 kNm). La
verifica del pilastro può essere eseguita con la lunghezza di libera inflessione
calcolata per il telaio a nodi fissi (EC3 #5.2.6.2 principio (2)). A favore di stabilità si

3
può assumere h0=h (il valore esatto è compreso fra 0.7h e h). La verifica viene
condotta secondo EC3 #5.5.4:

N sd M sd
+k ≤1
N b.Rd M c .Rd
χ ⋅ A ⋅ fy
essendo Nb .Rd = min =χ 7680 213.6=χ 1640 10 N
3
γ M1
h 0 4000
i=100.5mm λ= = =39.8
i 100.5
E λ
λ1 = π ⋅ = 93.9 λ= = 0.424 ⇒ χ=0.9153 (curva b)
fy λ1

N b.Rd = 1501 kN
Wpl ⋅ f y
M c. Rd = =159.1 kNm
γ M0
µ ⋅ NSd
k = 1− con la limitazione k ≤ 1,5
γ M1 ⋅ Nb. Rd
 W − Wel  λ
µ = λ(2βM − 4) +  pl  con la limitazione µ ≤ 0,9 e con λ = λ
 Wel  1

per cui si ottiene:


 745 − 675 
µ = 0.424(2 ⋅ 1.8 − 4) +  = −0.1696 + 0.1037 = −0.0659
 675 
0.0659 350
k =1 + ⋅ = 1.014
1.1 1501
N sd M sd 350 106
+k = + 1.014 = 0.234 + 0.666 = 0.90 ≤ 1
N b.Rd M c. Rd 1501 159.1

La verifica è soddisfatta con un margine di circa il 10%.

4
Verifica mediante l'analisi elastica del primo ordine con amplificazione dei
momenti prodotti dagli spostamenti laterali

I momenti del 1° ordine, prodotti dagli spostamenti laterali, vanno moltiplicati per il
rapporto:

1 1
= = 1.187
1 1 − 1 / 6.349
1−
m cr
La clausola indicata dall’EC3 #5.2.6.2. (4) è rispettata perché 1/mcr=0.158<0.25.
Si deve amplificare solo l’aliquota di momento dovuta agli spostamenti laterali, cioè
la differenza fra il momento ricavato per il telaio a nodi mobili e il momento ricavato
per lo stesso telaio a nodi fissi. Facendo rigirare il programma dopo aver bloccato gli
spostamenti laterali delle travi si ottiene il seguente diagramma dei momenti.

TELAIO A NODI FISSI

Si deve amplificare il momento


M’=96.42-36.78=59.64 kNm

Il pilastro va quindi verificato per il


momento
Msd =36.78+1.187 59.64=107.6 kNm

36.78 kNm Valore di poco superiore a quello


ricavato con l’analisi del 2° ordine
(106kNm).

La verifica a pressoflessione viene eseguita come nel caso precedente, con h0=h:

N sd M sd
+k =≤ 1
N b.Rd M c .Rd
346 107.6
+ 1.014 ⋅ = 0.230 + 0.686 = 0.916 ≤ 1
1501 159.1

5
Verifica mediante il metodo della snellezza equivalente

Si verifica a presso flessione l’asta soggetta alle sollecitazioni ricavate dall’analisi del
1°ordine ma con lunghezza di libera inflessione h0=8558mm.

h 0 8558
λ= = =85.28
i 100.5
λ
λ= = 0.9069 ⇒ χ=0.6568 (curva b)
λ1
N b.Rd = 1077 kN

 Wpl − Wel 
µ = λ(2β M − 4) +   = 0.9069(2 ⋅ 1.8 − 4) + 0.1037 = −0.2591
 W el 
µ ⋅ N Sd 0.2591 346
k =1 − =1+ ⋅ = 1.076
γ M1 ⋅ N b.Rd 1.1 1077
Wpl ⋅ f y
M c. Rd = =159.1 kNm
γ M0
N sd M sd
+k =≤ 1
N b.Rd M c .Rd
346 96.42
+ 1.076 ⋅ = 0.321 + 0.652 = 0.973 ≤ 1
1077 159.1

La verifica è soddisfatta con un margine di circa il 3%.

Verifica della trave


Il momento massimo (vd. analisi non lineare) vale:
Msd = 198.9 kNm
Wpl ⋅ f y 1019 ⋅ 10 3 ⋅ 235
M c. Rd = = = 217.6 ⋅ kNm >Msd
γ M0 1.1

6
Osservazioni

I tre metodi di verifica conducono a risultati in buon accordo; il metodo della


snellezza equivalente è in genere il più cautelativo. Dal punto di vista pratico il primo
è il più semplice e chiaro. Se non si ha a disposizione un codice di calcolo che esegue
direttamente l’analisi del 2°ordine, si può impiegare il metodo dei tagli fittizi. Gli altri
due metodi richiedono comunque la valutazione del moltiplicatore critico e quindi, se
non si vuole ricorrere all’uso delle “aligument charts” o dei grafici di Wood (vd.
Ballio e EC3 appendice E), uso peraltro macchinoso e poco affidabile per i telai a
nodi spostabili, è necessario ancora ricorrere, in assenza di un appropriato strumento
di calcolo al metodo dei tagli fittizi.
L’applicazione del criterio che permette di definire a nodi fissi un telaio multipiano se
lo spostamento dovuto a forze orizzontali fittizie pari a 1/80 dei carichi orizzontali è
inferiore a 1/500 dell’altezza (v Ballio par. 9.1.3.4 pag.486) è valida appunto per telai
a molti piani.

7
Trave composta semplicemente appoggiata
Esempio 1: soletta piena
(Revisione 17-06-2006)

Trattasi della struttura di un solaio con luce di 12 m, costituito da travi in acciaio ad interasse di 3 m
collaboranti con la soletta in calcestruzzo (v. fig. 1). La soletta è puntellata durante il getto ad una
struttura provvisionale che si appoggia alle travi (v. fig. 3); il peso del getto grava quindi sulle travi
in acciaio.
L'esempio, con integrazioni esplicative, è tratto dal corso ESDEP: "ESDEP WG 10: Composite
construction - Worked example 10.1"

1. PIANTA DEL SOLAIO E DETTAGLI

3m
3m
3m
3m

12 m

Figura 1 - Pianta del solaio con travi in acciaio composte semplicemente appoggiate

1
armatura
trasversale
connettore

lastre prefabbicate in c.a. getto cls


(fungono da cassero)

Figura 2 - Sezione trasversale della trave composta

lastre c.a.

puntelli
provvisori

Figura 3 - Puntellazione del getto in fase di costruzione

2. SIMBOLOGIA

Tutti i riferimenti a lato si riferiscono


alle clausole e tabelle contenute in
Eurocodice 1 : Parte 2 - EC1
Eurocodice 2 : Parte 1.1 - EC2
Eurocodice 3 : Parte 1.1 - EC3
Eurocodice 4 : Parte 1.1 - EC4

Aa = area della trave in acciaio


b = larghezza dell'ala della trave in acciaio
beff = larghezza efficace della sezione in calcestruzzo
ha = altezza totale della trave in acciaio
hc = spessore della soletta di calcestruzzo
d = altezza dell’anima tra i raccordi con le ali
fck = resistenza caratteristica cilindrica del calcestruzzo
Mpl.Rd = momento resistente plastico della sezione composta
N = numero di connettori a taglio (pioli)
tf = spessore dell’ala della trave in acciaio
tw = spessore dell’anima
ε = 235 / f y

2
3. SPECIFICHE
3.1 PROPRIETÀ DEI MATERIALI
EC4 - Part 1.1

3.1.1 Calcestruzzo EC4 - 3


Classe di resistenza C25/30 EC4 - 3.1
fck (cilindrica) = 25 N / mm2 EC4- 3.1.2
Rck (cubica) = 30 N / mm2 Prospetto 3.1
- calcestruzzo normale (non alleggerito)
- peso specifico ρ = 2400 kg / m3
resistenza media a trazione:
- fctm = 2.6 N/mm2 = 0.3 fck2/3 Prospetto 3.1
resistenza caratteristica minima a trazione:
- fctk 0.05 = 1.8 N/mm2 = 0.7 fctm
resistenza caratteristica massima a trazione:
- fctk 0.95 = 3.3 N/mm2 = 1.3 fctm
- Ecm = 30 500 N/mm2 Prospetto 3.2

3.1.2 Acciaio per armature EC4 - 3.2


Tipo 500 - (analogo a FeB44k) barre nervate EC4 - 3.2.2
fsk = f y = 500 N/mm2 EN 10080
Es = 210 000 N/mm2

3.1.3 Acciaio strutturale EC4 - 3.3


Acciaio Tipo S355 (Fe510) EC4 - 3.3.2 (1)
fy = 355 N/mm2
fu = 510 N/mm2 Prospetto 3.3
Ea = 210 000 N/mm2

3.1.4 Connettori EC4 - 3.5


Connettori a piolo muniti di testa (pioli Nelson)
f u = 450 N/mm2
f y = 350 N/mm2

3.2 CARATTERISTICHE DEL SOLAIO


Soletta piena in calcestruzzo - Calcestruzzo normale (non alleggerito).
Spessore minimo della soletta affinché non sia richiesta la verifica esplicita dello stato
limite di deformazione: EC2 - 4.4.3.2

hmin = luce/35 = 3000/35 = 85 mm


altezza effettiva (v. fig. 4) hc = 105 mm > hmin

3
4. VERIFICHE

hc =105 mm
20
soletta cls
cassero in cls tw
collaborante
ha =400 mm
IPE 400 t f

Figura 4 –Geometria della trave composta


Si assume che la superficie di contatto tra la lastra di calcestruzzo (che costituisce anche il cassero)
e la soletta sia in grado di trasmettere le forze di scorrimento in modo da poter considerare
efficiente l’intera altezza hc.

4.1 AZIONI (CARICHI SULLA TRAVE) EC4-ch2

4.1.1 Fase di costruzione EC1 -2


In fase di costruzione, poiché non è prevista puntellazione, sulla trave di acciaio grava il peso del
getto della soletta.

4.1.1.1 Azioni permanenti G


- soletta 24 x 3.0 x 0.105 = 7.56 kN/m
- trave IPE 400 = 0.66 kN/m
Gk = 8.22 kN/m
4.1.1.2 Carichi variabili Q
Carico per le attrezzature di costruzione (v. fig. 5):
Qk = 13,5 kN

4
Osservazione:

Qd = Q x 13.5 kN

Gd = γG x 8.22 kN/m

12 m

Figura 5. - Carichi in fase di costruzione.

Per le travi non vi sono regole specifiche sui carichi variabili in fase di costruzione. Si è adottato il
carico indicato per le solette composte dall’Eurocodice 4 (#7.3.2), che considera un carico
uniformemente distribuito di 1,5 kN/m2 applicato su un’area di 3x3 metri. Il carico di 0,75 kN/m2
sull’area restante non viene considerato. Invece, per quest'ultima ragione e per semplicità, il carico
totale per le attrezzature di costruzione di 13,5 kN (1,5x3x3) viene considerato come un carico
concentrato applicato in mezzaria (Qd di figura 5).

4.1.2 Trave composta


Dopo la maturazione del getto la soletta è collaborante. Le verifiche allo stato limite ultimo
vengono eseguite come se l'intero carico fosse stato applicato fin dall'inizio alla trave composta.
Allo stato limite ultimo la struttura "si dimentica la storia di carico".

Gd= γG x 9.72 kN/m Q d = γQ x 18.0 kN/m

12 m

Figura 6 - Carichi nella fase di struttura composta.

4.1.2.1 Carichi permanenti Gk


soletta 24 x 3.0 x 0.105 = 7.56 kN/m
trave: IPE 400 = 0.66 kN/m
contro-soffitto 0.5 x 3.0 = 1.50 kN/m
Gk = 9.72 kN/m

5
4.1.2.2 Carichi variabili Qk
sovraccarico 5.0 x 3.0 = 15 KN /m
tramezze 1.0 x 3.0 = 3 KN/m
Qk = 18 KN/m

4.1.3 Coefficienti parziali di sicurezza EC4-2.3.3

4.1.3.1 Azioni Prospetto 2.2


γG = 1.35
γQ = 1.50

4.1.3.2 Materiali Prospetto 2.3


γa = 1.10 (Acciaio strutturale)
γc = 1.50 (Calcestruzzo)
γs = 1.15 (acciaio per armatura)

4.2 Verifiche in fase di costruzione EC 3


In fase di costruzione la trave di acciaio non ha soletta collaborante e viene verificata secondo EC3.
Si eseguono le verifiche a flessione e taglio allo stato limite ultimo e il controllo della deformazione
allo stato limite di servizio. Non si esegue la verifica all'instabilità flessio-torsionale
(svergolamento) supponendo che i collegamenti fra le travi, necessari per la puntellazione del getto
della soletta (v. fig. 3) siano sufficienti a controventare le travi in fase di costruzione.

4.2.1 Caratteristiche della trave


IPE 400: ha = 400 mm
b = 180 mm
tf = 13.5 mm
tw = 8.6 mm
r = 21 mm
hw = 331 mm
Aa = 8450 mm2
Iy = 23130 · 104 mm4
Wy = 1156 · 103 mm3
Wpl,y = 1307 · 103 mm3

4.2.2 Stato limite ultimo


4.2.2.1 Classificazione della sezione EC3-5.3 o EC4 - 4.3

235 235
ε= = = 0.81 Pr ospetto 5.3.1.
fy 355

Ali in compressione
c/tf = (180/2)/13.5 < 10 ε → Sezione di classe 1

6
Anima (flessione)
d/tw = 331/8.6 = 38.4 < 72 ε → Sezione di classe 1

4.2.2.2 Momento flettente (carichi di figura 5) EC3-5.4.5


Msd = (1.35 · 8.22) ·122/8 + (1.5 ·13.5) ·12/4 = 260 kNm
Mpl,a.Rd = Wpl.y · fy/γa = 1307 ·103 · 355 ·10-6/1.10 = 422 kNm
Mpl.a.Rd > Msd → OK

4.2.2.3 Taglio EC3-5.4.6(4)


VSd = (1.35 · 8.22 ) ·12/2 + (1.50 ·13.5 )/2 = 77 kN
Vpl.Rd = Av · (f y /√ 3)/γ a = 1.04 · h · t w · (f y /√ 3)/γ a =
= 1.04 · 400 · 8.6 · (355/√ 3) ·10-3/1.10 = 667 kN

4.2.2.4 Momento flettente e taglio EC3-5.4.7


Vsd < 0.5 Vpl.Rd → Non è necessaria nessuna riduzione del momento resistente.

4.2.3 Stato limite di servizio EC3


Il carico dovuto ai mezzi d'opera non è considerato nel calcolo della freccia.
Freccia dei carichi permanenti
δ1 = 5/384 · 8.22 · 120004 /(210000 · 23130 ·104) EC3-4.2.2
= 45.7 mm = L/263 → OK
δ0 = premonta iniziale della trave = 40 mm
δmax = 45.7 - 40.0 = 5.7 mm

4.3 Fase con soletta collaborante


4.3.1 Stato limite ultimo EC4-4

4.3.1.1 Sezione trasversale EC4-4.2


Sezione di classe 1 (vedi 4.2.2.1 fase di costruzione) Prospetto 4.1
Larghezza efficace EC4-4.2.2
b eff = Σbe = 2 ·12000/8 = 3000 mm = interasse travi

4.3.1.2 Momento flettente (carichi di figura 6) EC4-4.4.1


Msd = (1.35 · 9.72 + 1.5 ·18 ) ·122/8 = 722 kNm
Resistenza a compressione della soletta di calcestruzzo:
Rc = beff · hc · 0.85 · f ck/γc = 3000 · 105 · 0.85 · 25 · 10-3/1.5 = 4463 kN
Resistenza a trazione della trave di acciaio:
Ra = Aa · fy /γa = 8450 · 355 · 10-3/1.10 = 2727 kN
Ra < Rc → l'asse neutro taglia la soletta. La resistenza a flessione è governata
dall'acciaio.
Altezza calcestruzzo compresso (posizione dell'asse neutro per l'equilibrio alla
traslazione):
x = Ra/Rc · hc = 64.2 mm
Mpl.Rd = Ra · (h/2 + h c - x/2) = 2727 · (200 + 105 - 64.2/2 ) · 10-3 = 744 kN m

7
Mpl.Rd > Msd → OK

4.3.1.3 Taglio EC4-4.2.2


Vsd = (1.35 · 9.72 + 1.50 · 18) · 12/2 = 241 kN
Vpl.Rd = 667 kN (vedi 4.2.2.3)
Vpl.Rd > V sd → OK
hw/tw = 331/8.6 = 38.5 < 69 ε
Non è necessaria la verifica dell’instabilità a taglio dell’anima.

4.3.1.4 Momento flettente e taglio EC4-4.4.3


Vsd < Vpl,rd
Il taglio non ha effetto sul momento resistente

4.3.2 Verifica della connessione EC4-6

4.3.2.1 Resistenza di progetto del connettore EC4-6.3


Si impiegano pioli muniti di testa (pioli Nelson) EC4-6.3.2
altezza h = 95 mm
diametro d = 19 mm (è il diametro più impiegato)
h/d = 5 → α=1 EC4-6.3.2.1
Resistenza a taglio del gambo del piolo:
PRd,1 = 0.8 · f u (π d2/4)/γ v = 0.8 · 450 · π · 192/4 · 10-3/1.25 = 82 kN
Resistenza a rifollamento del calcestruzzo:
PRd.2 = 0.29 · α · d2 · (f ck · E cm)0.5/γv
= 0.29 · 1 · 192 · (25 · 30500)0.5 · 10-3/1.25 = 73 kN < 82 kN
Quindi:
PRd = 73 kN

4.3.2.2 Connessione a completo ripristino di resistenza EC4-6.2


Si calcola il numero Nf di connettori necessari nel caso in cui il momento sollecitante sia
uguale al momento resistente della sezione.
La forza di scorrimento (taglio longitudinale) che sollecita i connettori presenti nel tratto di
trave compreso fra la sezione di momento massimo e quella di momento nullo, cioè in
metà trave, vale:
Vl = Fcf = Ra = 2727 KN (v. 4.3.1.2)
Numero totale (sull'intera luce) di pioli per connessione a completo ripristino
Nf ≥ 2 · 2727/73 → N f = 76
Mpl.Rd (sezione composta) = 744 kNm EC4-6.1.3
Mpl.a,Rd (sezione solo acciaio) = 422 kNm
Mpl.Rd < 2.5 Mpl.a.Rd → i pioli possono essere distanziati uniformemente
Interasse pioli
s = L/(Nf -1) = 12000/75 = 160 mm
distanza minima tra i pioli = 5 d = 5 · 19 = 95 mm EC4-6.4.2(3)
s > 5 d → OK

8
4.3.2.3 Connessione a parziale ripristino EC4-6.2.1.2
Il metodo semplificato considera, a favore di stabilità, che il momento resistente della
sezione aumenti linearmente con il numero N di connettori, dal valore del momento
plastico del solo acciaio Mpl.a.Rd per N = 0, al valore del momento plastico della sezione
composta con connessione a completo ripristino Mpl.Rd per N = Nf = 76.

Vl= Fc = (Msd - Mpl.a.Rd)/(Mpl.Rd - Mpl.a.Rd) · Fcf = (722 - 422)/(744 - 422 ) · 2727 = 2541 kN
N ≥ 2 · 2541/73 = 69.6 → N = 70
Controllo della capacità deformativa dei connettori EC4-6.1.2
L = 12 m
N/Nf = 70/76 = 0.92 ≥ 0.25 + 0.03 L = 0.25 + 0.03 · 12 = 0.61 → ΟΚ
I pioli possono essere considerati duttili
I pioli possono essere distanziati uniformemente (4.3.2.2) EC4-6.1.3
Interasse pioli:
s = 12000/69 = 174 mm

4.3.2.4 Armatura trasversale EC4-6.6


Armatura trasversale minima: EC4-6.6.4.1
As ≥ 0.002 · 105 · 1000 = 210 mm2/m
φ 8/200 → As (5 φ 8) = 251 mm2/m

a' a

105

a' a armatura
trasversale

Figura 7 - Piani per la verifica di scorrimento della soletta

Si deve verificare la resistenza allo scorrimento lungo i piani a-a e a’-a’ di figura 7.
Ciascun piolo trasferisce una forza di taglio pari alla sua resistenza PRd = 73 kN. Quindi,
essendo il passo s = 174 mm, si ha una forza di scorrimento per unità di lunghezza di
soletta:
vSd = 73 · 1000/174 = 420 KN/m
La resistenza a scorrimento secondo EC4 #6.6.2 (formulazione che coincide con quella di
EC2 #4.3.2.5), è il valore minore fra la resistenza vRd2 delle bielle convenzionali di
calcestruzzo e la resistenza vRd3 della sezione con armatura a taglio (EC2 #4.3.2.2):
vRd2 = 0.2 Acv η f ck/γ c + vpd/√3

9
vRd3 = 2.5 Acv η τRd + Ae fsk /γs + vpd
L’area complessiva (sezioni a-a e a’-a’ di figura 7) di calcestruzzo resistente allo
scorrimento, per metro di lunghezza, vale:
Acv = 2 · 105 · 1000 = 210 · 103 mm2/m EC4-6.6.2
η = 1 per calcestruzzi non alleggeriti
vpd = 0 (contributo dell’acciaio della lamiera grecata, non presente)
Si ha quindi:
vRd2 = (0.2 · 210 · 103 · 25 /1.5 + 0) · 10-3 = 700 KN/m
Valore di base della resistenza a scorrimento del calcestruzzo:
τRd = 0.25 fctk 0.05 /γc = 0.25 · 1.8/1.5 = 0.30 N/mm2
Area complessiva delle barre di armatura che attraversano la superficie di scorrimento Acv
Ae = 2 As = 2 · 251 = 502 mm2/m (2x5 φ8)
fsk = 500 N/mm2 (resistenza caratteristica a snervamento delle barre)
vRd3 = (2.5 · 210 · 103 · 0.30 + 502 · 500/1.15 + 0) · 10-3 = 158 + 218 = 376 kN/m
Si ha quindi:
vRd = vRd3 = 376 kN/m < vSd = 420 kN/m
L’armatura trasversale deve quindi essere aumentata:
Ae · 500/1.15 ≥ (420 - 158) ·103 → Ae ≥ 603 → As = Ae/2 = 302 mm2/m
Si posa 1 φ10/250 → As = 4 φ 10 = 314 mm2/m

4.3.3 Stato limite di servizio EC4


La freccia in esercizio è la somma della freccia iniziale δ1 dovuta al peso del getto gravante
sulle sole travi in acciaio, della pre-monta δ0, e della freccia dovuta ai carichi permanenti
portati e ai carichi variabili che agiscono sulla trave composta. Mentre la freccia iniziale
della trave in acciaio non muta nel tempo, la freccia della trave composta risente della
viscosità del calcestruzzo per i carichi di lunga durata, rappresentati dal carico permanente
portato e da un’aliquota del carico variabile da valutare a seconda della destinazione d’uso.
La freccia dovuta ai carichi di lunga durata andrebbe valutata con un modulo elastico del
calcestruzzo E’c = Ecm/3 (EC4 #3.1.4.2 (4)) mentre quella dovuta ai carichi di breve durata
andrebbe valutata con il modulo Ecm. Data l’incertezza dei parametri in gioco si suole
valutare forfettariamente la freccia nella fase di trave composta applicando l’intero
sovraccarico con un modulo elastico del calcestruzzo E’c = Ecm/2 (EC4 #3.1.4.2 (4)).
Si calcola la freccia della trave composta.
L’influenza dei seguenti fattori sul il calcolo della freccia non è presente o si può
trascurare:
- shear lag
- interazione incompleta EC4-5.2.2
- fessurazione e ‘tension stiffening’ del cls
- snervamento della trave di acciaio
- snervamento delle barre di armatura.

4.3.3.1 Rigidezza flessionale EC4-3.1.4.2


E’c = Ecm/2 = 15250 N/ mm2 (modulo “effettivo” del calcestruzzo)
n = Ea/E’c (coefficiente di omogeneizzazione)
n = 210000/15250 = 13.8
Ricerca dell’asse neutro.
Se l’asse neutro taglia la soletta di calcestruzzo si ha:

10
nAa ⎛⎜ (h + 2hc )beff ⎞ 13.8 ⋅ 8450⎛ (400 + 2 ⋅ 105)3000 ⎞
x= 1+ a − 1⎟ = ⎜ 1+
⎜ − 1⎟⎟
beff ⎜⎝ nAa ⎟
⎠ 3000 ⎝ 13 .8 ⋅ 8450 ⎠
= 120 mm > hc = 105

Quindi l’asse neutro taglia la sezione di acciaio


A h / 2 + (ha + hc / 2 )Ac / n
x = ha + hc − a a
Aa + Ac / n
8450 ⋅ 200 + (400 + 105 / 2 )(3000 ⋅ 105 / 13.8)
= 505 − = 121 mm
8450 + (3000 ⋅ 105 / 13.8)
momento d' inerzia della sezione omogeneizzata all' acciaio :
I s = I a + I c / n + Aa (ha / 2 + hc − x ) + Ac / n ( x − hc / 2 )
2 2

= 23130 ⋅ 10 4 + (3000 ⋅ 1053 / 12 ) / 13.8 + 8450(200 + 105 − 121)


2

+ (3000 ⋅ 105) / 13.8(121 − 105 / 2 ) = 64546 ⋅ 10 4 mm 4


2

E a I s = 210000 ⋅ 64546 ⋅ 10 4 = 135.5 ⋅ 1012 N / mm 2

4.3.3.2 Calcolo della freccia in mezzaria


Freccia nella fase di costruzione (v. 4.2.3):
δ1 - δ0 = 45.7 - 40 = 5.7 mm
Freccia della trave composta:
δ2 = 5/384 · (18 + 1.50) · 120004/(135.5 · 1012)
= 38.9 mm = L/308 < L/300 → ΟΚ
Freccia totale
δmax = δ1 - δ0 + δ2 = 5.7 + 38.9 = 44.6 mm = L/269 > L/250
Osservazione:
Il vincolo δmax < L/250 può non essere rispettato perché è previsto un contro-soffitto. È
più importante controllare l’inflessione δ2 dovuta ai sovraccarichi perché l’eccessiva
deformabilità potrebbe causare danni alle strutture portate (pavimenti, tramezze ecc.).

5. CONSIDERAZIONI PROGETTUALI
La connessione trave-soletta ha incrementato la resistenza a flessione portando il momento
resistente dal valore Mpl,a,Rd = 422 kNm al valore Mpl,Rd = 744 kNm (1.76 volte).
Contemporaneamente il momento d’inerzia è passato dal valore Ia = 23130·104 mm4 al
valore Is = 64546·104 mm4 (2.79 volte).
Il beneficio in termini di rigidezza è quindi notevolmente superiore al beneficio in termini
di resistenza e pertanto nelle travi composte conviene impiegare acciai ad alta resistenza
perché le deformazioni eccessive che avrebbe la trave di solo acciaio a causa delle tensioni
elevate, sono drasticamente ridotte dall’aumento del momento d’inerzia della sezione
composta.
I parametri che contribuiscono all’aumento di resistenza possono essere messi in luce con
riferimento alla figura 8.

11
12
fcd
Af fy d y
A f fy d
A w/2 fy d
h /2
A w
h /2 h
A a fyd

fy d fyd

Figura 8 - Aumento di momento resistente nella sezione composta

Considerando le aree delle ali come puntiformi, si ha:

momento resistente della sezione composta


M pl, Rd = f yd [A a (h/2 + y ) ]
momento resistente della sezione di acciaio
M pl,a, Rd = f yd [A f h + Aw / 2(h / 2 ) ] = f yd [2A f + Aw / 2] h / 2 = f yd [A a − Aw / 2] h / 2
M pl, Rd A a (h/2 + y )
=
M pl,a, Rd (A a − A w /2) h/2
per y = 0 e con i dati dell' IPE400 si ha :
M pl, Rd Aa 1
= = = 1.25
M pl,a, Rd A a − A w /2 1 − Aw / (2 Aa )

Per y = 0 il beneficio in termini di resistenza, seppur modesto, è dovuto al fatto che


l’anima della trave è meglio sfruttata nella sezione composta (conta il doppio).
Il beneficio maggiore è determinato dalla posizione dell’asse neutro. Per alzare l’asse
neutro si deve però aumentare lo spessore complessivo dell’impalcato.
Risparmi maggiori si possono avere usando profili con l’ala superiore più stretta, profili
che però finora sono disponibili solo nella serie saldata. Inoltre tali profili richiedono in
genere la puntellazione in fase di getto, vanificando uno dei vantaggi del sistema
costruttivo.
L’asse neutro interno alla soletta è la condizione normale, almeno per le travi di
dimensioni correnti. Se ciò non avviene significa di solito che la trave di acciaio è sovra
dimensionata.
Le travi miste sono in genere progettate in semplice appoggio, anche nelle travate
continue, per sfruttare al meglio le loro caratteristiche. I momenti negativi implicano infatti
compressioni nell’ala inferiore che, non essendo controventata dalla soletta, presenta
problemi di instabilità. Si complicano inoltre i nodi, mentre l’obbiettivo del sistema
costruttivo è la semplicità di esecuzione.
Infine, dal punto di vista economico, oltre ai notevoli vantaggi della semplicità e rapidità di
esecuzione, si hanno in genere anche vantaggi sul costo del materiale

13
Considerando un costo di L. 2500/kg in opera per il profilato di acciaio e di L. 5000/cad.
per i connettori, per l’esempio qui trattato si ha:
IPE 400 66.3 kg/m L. 165 750/m
Connettori n° 5.7/m L. 28 500/m
Costo totale L. 194 250/m
Per realizzare lo stesso impalcato senza connettori occorre un profilo IPE 550:
IPE 500 106 kg/m L. 265 000/m

14
Trave composta semplicemente appoggiata
Esempio 2: soletta in cls alleggerito e lamiera grecata
(Revisione 17-06-2006)

Trattasi della stessa struttura dell’Esempio 1.Il solaio con luce di 12 m è costituito da travi in
acciaio ad interasse di 3 m collaboranti con la soletta in calcestruzzo (v. fig. 1). La soletta, ottenuta
con un getto di calcestruzzo alleggerito su una lamiera grecata che non è puntellata durante il getto
(v. fig. 3); il peso del getto grava quindi sulle travi in acciaio.
L'esempio, con integrazioni esplicative, è tratto dal corso ESDEP: "ESDEP WG 10: Composite
construction - Worked example 10.1"

1. PIANTA DEL SOLAIO E DETTAGLI

3m
3m
3m
3m

12 m

Figura 1 - Pianta del solaio con travi in acciaio composte semplicemente appoggiate

1
armatura
trasversale
connettore

lamiera grecata getto cls

Figura 2 - Sezione trasversale della trave composta

2. SIMBOLOGIA

Tutti i riferimenti a lato si riferiscono


alle clausole e tabelle contenute in
Eurocodice 1 : Parte 2 - EC1
Eurocodice 2 : Parte 1.1 - EC2
Eurocodice 3 : Parte 1.1 - EC3
Eurocodice 4 : Parte 1.1 - EC4

Aa = area della trave in acciaio


b = larghezza dell'ala della trave in acciaio
beff = larghezza efficace della sezione in calcestruzzo
ha = altezza totale della trave in acciaio
hc = spessore della soletta di calcestruzzo
d = altezza dell’anima tra i raccordi con le ali
fck = resistenza caratteristica cilindrica del calcestruzzo
Mpl.Rd = momento resistente plastico della sezione composta
N = numero di connettori a taglio (pioli)
Q = resistenza di un connettore
tf = spessore dell’ala della trave in acciaio
tw = spessore dell’anima
ε = 235 / f y

2
3. SPECIFICHE
3.1 PROPRIETÀ DEI MATERIALI
EC4 - Part 1.1

3.1.1 Calcestruzzo EC4 - 3


Classe di resistenza C25/30 EC4 - 3.1
fck (cilindrica) = 25 N / mm2 EC4- 3.1.2
Rck (cubica) = 30 N / mm2 Prospetto 3.1
- calcestruzzo alleggerito
- peso specifico ρ = 1800 kg / m3
- η = 0.3 + 0.7 (ρ/2400) = 0.825 EC4- 3.1.2 (3)
resistenza media a trazione:
- fctm = η 0.3 fck2/3 = 2.1 N/mm2 Prospetto 3.1
resistenza caratteristica minima a trazione:
- fctk 0.05 = η 0.7 fctm = 1.5 N/mm2
resistenza caratteristica massima a trazione:
- fctk 0.95 = η 1.3 fctm = 2.7 N/mm2
- Ecm = 17 200 N/mm2 Prospetto 3.2

3.1.2 Acciaio per armature EC4 - 3.2


Tipo 500 - (analogo a FeB44k) barre nervate EC4 - 3.2.2
fsk = f y = 500 N/mm2 EN 10080
Es = 210 000 N/mm2

3.1.3 Acciaio strutturale EC4 - 3.3


Acciaio Tipo S355 (Fe510) EC4 - 3.3.2 (1)
fy = 355 N/mm2
fu = 510 N/mm2 Prospetto 3.3
Ea = 210 000 N/mm2

3.1.4 Acciaio lamiera grecata EC4 - 3.4


Acciaio Tipo Fe E 280 G pr EN 10147
fyp = 355 N/mm2
Ep = 210 000 N/mm2

3.1.5 Connettori EC4 - 3.5


Connettori a piolo muniti di testa (pioli Nelson)
fu = 450 N/mm2
fy = 350 N/mm2

3.2 CARATTERISTICHE DEL SOLAIO


Soletta composta con lamiera grecata e calcestruzzo alleggerito. La geometria della
lamiera grecata è in accordo col capitolo 7 dell’Eurocodice 4.

3
hc
h s =130 mm
hp
tp
bo

bd

Figura 3 - Geometria della soletta composta

Spessore totale della soletta hs = 130 mm


Altezza della lamiera hp = 50 mm
Spessore della lastra di cls hc = 80 mm
Spazio medio tra le gole bd = 150 mm
Larghezza media di una gola b0 = 75 mm
Spessore della lamiera tp = 1 mm
NB: b0 > 50 mm → OK EC4 - 6.4.3.1

4. VERIFICHE

hc = 80 mm
50

lamiera soletta cls


grecata tw
ha= 400
IPE 400 tf

Figura 4 –Geometria della trave composta

4
4.1 AZIONI (CARICHI SULLA TRAVE) EC4-ch2

4.1.1 Fase di costruzione EC1 -2


In fase di costruzione, poiché non è prevista puntellazione, sulla trave di acciaio grava il peso del
getto della soletta.

4.1.1.1 Azioni permanenti G


- calcestruzzo soletta 18 · 3.0 · (0.080+0.050/2) = 5.67 kN/m
- lamiera grecata 3.0 · 0.15 = 0.45 kN/m
- trave IPE 400 = 0.66 kN/m
Gk = 6.78 kN/m
4.1.1.2 Carichi variabili Q
Carico per le attrezzature di costruzione (v. fig. 5):
Qk = 13,5 kN
Osservazione:

Q = γQ x 13.5 kN
Gd= γG x 6.78 kN/m d

12 m

Figura 5. - Carichi in fase di costruzione.

Per le travi non vi sono regole specifiche sui carichi variabili in fase di costruzione. Si è adottato il
carico indicato per le solette composte dall’Eurocodice 4 (#7.3.2), che considera un carico
uniformemente distribuito di 1,5 kN/m2 applicato su un’area di 3x3 metri. Il carico di 0,75 kN/m2
sull’area restante non viene considerato. Invece, per quest'ultima ragione e per semplicità, il carico
totale per le attrezzature di costruzione di 13,5 kN (1,5x3x3) viene considerato come un carico
concentrato applicato in mezzaria (Qd di figura 5).

4.1.2 Trave composta


Dopo la maturazione del getto la soletta è collaborante. Le verifiche allo stato limite ultimo
vengono eseguite come se l'intero carico fosse stato applicato fin dall'inizio alla trave composta.
Allo stato limite ultimo la struttura "si dimentica la storia di carico".

5
G d = G x 8.28 kN/m Q d = Q x 18.0 kN/m

12 m

Figura 6 - Carichi nella fase di struttura composta.

4.1.2.1 Carichi permanenti Gk


- calcestruzzo soletta 18 · 3.0 · (0.080+0.050/2) = 5.67 kN/m
- lamiera grecata 3.0 · 0.15 = 0.45 kN/m
- trave IPE 400 = 0.66 kN/m
- contro-soffitto 0.5 x 3.0 = 1.50 kN/m
Gk = 8.28 kN/m

4.1.2.2 Carichi variabili Qk


- sovraccarico 5.0 x 3.0 = 15 KN /m
- tramezze 1.0 x 3.0 = 3 KN/m
Qk = 18 KN/m

4.1.3 Coefficienti parziali di sicurezza EC4-2.3.3

4.1.3.1 Azioni Prospetto 2.2


γG = 1.35
γQ = 1.50

4.1.3.2 Materiali Prospetto 2.3


γa = 1.10 (Acciaio strutturale)
γc = 1.50 (Calcestruzzo)
γs = 1.15 (acciaio per armatura)
γap = 1.10 (acciaio lamiera grecata)

4.2 Verifiche in fase di costruzione EC 3


In fase di costruzione la trave di acciaio non ha soletta collaborante e viene verificata secondo EC3.
Si eseguono le verifiche a flessione e taglio allo stato limite ultimo e il controllo della deformazione
allo stato limite di servizio. Non si esegue la verifica all'instabilità flessio-torsionale

6
(svergolamento) assumendo che la lamiera grecata, solidarizzata alla trave dai pioli, sia sufficiente a
controventare le travi in fase di costruzione.

4.2.1 Caratteristiche della trave


IPE 400: ha = 400 mm
b = 180 mm
tf = 13.5 mm
tw = 8.6 mm
r = 21 mm
hw = 331 mm
Aa = 8450 mm2
Iy = 23130 · 104 mm4
Wy = 1156 · 103 mm3
Wpl,y = 1307 · 103 mm3

4.2.2 Stato limite ultimo


4.2.2.1 Classificazione della sezione EC3-5.3 o EC4 - 4.3

235 235
ε= = = 0.81 Pr ospetto 5.3.1.
fy 355

Ali in compressione
c/tf = (180/2)/13.5 < 10 ε → Sezione di classe 1
Anima (flessione)
d/tw = 331/8.6 = 38.4 < 72 ε → Sezione di classe 1

4.2.2.2 Momento flettente (carichi di figura 5) EC3-5.4.5


Msd = (1.35 · 6.78) ·122/8 + (1.5 ·13.5) ·12/4 = 226 kNm
Mpl,a.Rd = Wpl.y · fy/γa = 1307 ·103 · 355 ·10-6/1.10 = 422 kNm
Mpl.a.Rd > Msd → OK

4.2.2.3 Taglio EC3-5.4.6(4)


VSd = (1.35 · 6.78 ) ·12/2 + (1.50 ·13.5 )/2 = 65 kN
Vpl.Rd = Av · (f y /√ 3)/γ a = 1.04 · h · t w · (f y /√ 3)/γ a =
= 1.04 · 400 · 8.6 · (355/√ 3) ·10-3/1.10 = 667 kN

4.2.2.4 Momento flettente e taglio EC3-5.4.7


Vsd < 0.5 Vpl.Rd → Non è necessaria nessuna riduzione del momento resistente.

4.2.3 Stato limite di servizio EC3


Il carico dovuto ai mezzi d'opera non è considerato nel calcolo della freccia.
Freccia dei carichi permanenti
δ1 = 5/384 · 6.78 · 120004 /(210000 · 23130 ·104) EC3-4.2.2
= 37.7 mm = L/318 → OK

7
δ0 = premonta iniziale della trave = 30 mm
δmax = 37.7 - 30.0 = 7.7 mm

4.3 Fase con soletta collaborante


4.3.1 Stato limite ultimo EC4-4

4.3.1.1 Sezione trasversale EC4-4.2


Sezione di classe 1 (vedi 4.2.2.1 fase di costruzione) Prospetto 4.1
Larghezza efficace EC4-4.2.2
beff = Σbe = 2 ·12000/8 = 3000 mm = interasse travi

4.3.1.2 Momento flettente (carichi di figura 6) EC4-4.4.1


Msd = (1.35 · 8.28 + 1.5 ·18 ) ·122/8 = 687 kNm
Resistenza a compressione della soletta di calcestruzzo:
Rc = beff · hc · 0.85 · f ck/γc = 3000 · 80 · 0.85 · 25 · 10-3/1.5 = 3400 kN
Resistenza a trazione della trave di acciaio:
Ra = Aa · fy /γa = 8450 · 355 · 10-3/1.10 = 2727 kN
Ra < Rc → l'asse neutro taglia la soletta. La resistenza a flessione è governata
dall'acciaio.
Altezza calcestruzzo compresso (posizione dell'asse neutro per l'equilibrio alla
traslazione):
x = Ra/Rc · hc = 64.2 mm
Mpl.Rd = Ra · (h/2 + h p + h c - x/2) = 2727 · (200 + 50 + 80 - 64.2/2 ) · 10-3 = 812 kN m
Mpl.Rd > Msd → OK

4.3.1.3 Taglio EC4-4.2.2


Vsd = (1.35 · 8.28 + 1.50 · 18) · 12/2 = 229 kN
Vpl.Rd = 667 kN (vedi 4.2.2.3)
Vpl.Rd > V sd → OK
hw/tw = 331/8.6 = 38.5 < 69 ε
Non è necessaria la verifica dell’instabilità a taglio dell’anima.

4.3.1.4 Momento flettente e taglio EC4-4.4.3


Vsd < Vpl,rd
Il taglio non ha effetto sul momento resistente

4.3.2 Verifica della connessione EC4-6

4.3.2.1 Resistenza di progetto del connettore EC4-6.3


Si impiegano pioli muniti di testa (pioli Nelson) EC4-6.3.2
altezza h = 95 mm
diametro d = 19 mm (è il diametro più impiegato)
h/d = 5 → α=1 EC4-6.3.2.1
Resistenza a taglio del gambo del piolo:
PRd,1 = 0.8 · f u (π d2/4)/γ v = 0.8 · 450 · π · 192/4 · 10-3/1.25 = 82 kN
8
Resistenza a rifollamento del calcestruzzo:
PRd.2 = 0.29 · α · d2 · (f ck · E cm)0.5/γv
= 0.29 · 1 · 192 · (25 · 17200)0.5 · 10-3/1.25 = 55 kN < 82 kN
Quindi:
PRd = 55 kN
Coefficiente riduttivo per solette con lamiera grecata disposta trasversalmente alla trave:

- se si posa 1 connettore per nervatura (Nr = 1):


0.7 b 0 ⎡ h ⎤ 0.7 75 ⎡ 95 ⎤
kt = ⎢ − 1⎥ = − 1 = 0.945 EC 4 − 6.3.3.2
N r h p ⎢⎣ h p ⎥⎦ 1 50 ⎢⎣ 50 ⎥⎦
PRd = 0.945 · 55 = 52 kN

- se si posano 2 connettori per nervatura (Nr = 2):

0.7 75 ⎡ 95 ⎤
kt = − 1 = 0.67
2 50 ⎢⎣ 50 ⎥⎦

PRd = 0.67 · 55 = 37 kN

4.3.2.2 Connessione a completo ripristino di resistenza EC4-6.2


Si calcola il numero Nf di connettori necessari nel caso in cui il momento sollecitante sia
uguale al momento resistente della sezione.
La forza di scorrimento (taglio longitudinale) che sollecita i connettori presenti nel tratto di
trave compreso fra la sezione di momento massimo e quella di momento nullo, cioè in
metà trave, vale:
Vl = Fcf = Ra = 2727 KN (v. 4.3.1.2)
Numero totale (sull'intera luce) di pioli prevedendo un piolo per nervatura (interasse = bd)
N = L/bd = 12000/150 = 80
Posando 1 piolo per nervatura sono necessari sull’intera luce:
Nf = 2 Vl / PRd = 2 · 2727/52 = 105 → 106 pioli (contro 80 nervature disponibili)
Posando 2 pioli per nervatura sono necessari sull’intera luce:
Nf = 2 Vl / PRd = 2 · 2727/37 = 147 → 148 pioli
Per la connessione a completo ripristino sarebbe quindi necessario posare 2 pioli per
nervatura in 74 delle 80 nervature totali.
Mpl.Rd (sezione composta) = 812 kNm EC4-6.1.3
Mpl.a,Rd (sezione solo acciaio) = 422 kNm
Mpl.Rd < 2.5 Mpl.a.Rd → i pioli possono essere distanziati uniformemente
Interasse pioli
s = bd = 150 mm
distanza minima tra i pioli = 5 d = 5 · 19 = 95 mm EC4-6.4.2(3)
s > 5 d → OK

4.3.2.3 Connessione a parziale ripristino EC4-6.2.1.2


Il metodo semplificato considera, a favore di stabilità, che il momento resistente della
sezione aumenti linearmente con il numero N di connettori (cioè con la resistenza a taglio

9
della connessione), dal valore del momento plastico del solo acciaio Mpl.a.Rd in assenza di
connessione, al valore del momento plastico della sezione composta con connessione a
completo ripristino Mpl.Rd.
La connessione può quindi essere progettata in base al seguente valore del taglio
longitudinale:
Vl= Fc = (Msd - Mpl.a.Rd)/(Mpl.Rd - Mpl.a.Rd) · Fcf = (687 - 422)/(812 - 422 ) · 2727 = 1853 kN
Si possono posare pioli singoli per nervatura in numero di:
N ≥ 2 · 1853/52 = 71 → 72 connettori singoli.
Controllo della capacità deformativa dei connettori e del grado minimo di connessione
parziale (EC4-6.1.2)
L = 12 m
N/Nf = 71/105 = 0.68 ≥ 0.25 + 0.03 L = 0.25 + 0.03 · 12 = 0.61 → ΟΚ
I pioli possono essere considerati duttili
Posare 1 connettore per nervatura lungo la luce per un totale di 80 pioli.

4.3.2.4 Armatura trasversale EC4-6.6


Armatura trasversale minima: EC4-6.6.4.1
As ≥ 0.002 · 80 · 1000 = 160 mm2/m
φ 8/250 → As (4 φ 8) = 201 mm2/m

a' a

a' a armatura
trasversale

Figura 7 - Piani per la verifica di scorrimento della soletta

Si deve verificare la resistenza allo scorrimento lungo i piani a-a e a’-a’ di figura 7.
Ciascun piolo trasferisce una forza di taglio pari alla sua resistenza PRd = 52 kN. Quindi,
essendo il passo s = 150 mm, si ha una forza di scorrimento per unità di lunghezza di
soletta:
vSd = 52 · 1000/150 = 347 KN/m
La resistenza a scorrimento secondo EC4 #6.6.2 (formulazione che coincide con quella di
EC2 #4.3.2.5), è il valore minore fra la resistenza vRd2 delle bielle convenzionali di
calcestruzzo e la resistenza vRd3 della sezione con armatura a taglio (EC2 #4.3.2.2):
vRd2 = 0.2 Acv η f ck/γ c + vpd/√3
vRd3 = 2.5 Acv η τRd + Ae fsk /γs + vpd

10
L’area complessiva (sezioni a-a e a’-a’ di figura 7) di calcestruzzo resistente allo
scorrimento, per metro di lunghezza, vale:
Acv = 2 · 80 · 1000 = 160 · 103 mm2/m EC4-6.6.2
η = 0.3 + 0.7 (ρ/24) = 0.3 + 0.7 (18/24) = 0.825 (calcestruzzo alleggerito)

Sviluppo della lamiera grecata su un interasse di 150 mm (v. figura):


sa = 212 mm
Area della lamiera grecata per metro di trave:
Ap = 212 · 1 · 1000/150 = 1412 mm2/m

150
1
50

50 25
Contributo dell’acciaio della lamiera grecata:
vpd = 2 · Ap fyp /γp = 2 · 1412 · 280 · 10-3/1.1 = 719 kN/m
Si ha quindi:
vRd2 = 0.2 · 160 · 0.825 · 25 /1.5 + 719/√3 = 440 + 415 = 855 kN/m

Valore di base della resistenza a scorrimento del calcestruzzo:


τRd = 0.25 fctk 0.05 /γc = 0.25 · 1.5/1.5 = 0.25 N/mm2
Area complessiva delle barre di armatura che attraversano la superficie di scorrimento Acv
Ae = 2 As = 2 · 201 = 402 mm2/m (2x5 φ8)
fsk = 500 N/mm2 (resistenza caratteristica a snervamento delle barre)
vRd3 = 2.5 · 160 · 0.825 · 0.25 + 402 · 500 · 10-3 /1.15 + 719
= 82.5 + 174.8 + 719 = 976 kN/m
Si ha quindi:
vRd = vRd2 = 855 kN/m > vSd = 347 kN/m → ΟΚ
L’armatura trasversale minima è quindi sufficiente.

4.3.3 Stato limite di servizio EC4


La freccia in esercizio è la somma della freccia iniziale δ1 dovuta al peso del getto gravante
sulle sole travi in acciaio, della pre-monta δ0, e della freccia dovuta ai carichi permanenti
portati e ai carichi variabili che agiscono sulla trave composta. Mentre la freccia iniziale
della trave in acciaio non muta nel tempo, la freccia della trave composta risente della
viscosità del calcestruzzo per i carichi di lunga durata, rappresentati dal carico permanente
portato e da un’aliquota del carico variabile da valutare a seconda della destinazione d’uso.
La freccia dovuta ai carichi di lunga durata andrebbe valutata con un modulo elastico del
calcestruzzo E’c = Ecm/3 (EC4 #3.1.4.2 (4)) mentre quella dovuta ai carichi di breve durata
andrebbe valutata con il modulo Ecm. Data l’incertezza dei parametri in gioco si suole
valutare forfettariamente la freccia nella fase di trave composta applicando l’intero
sovraccarico con un modulo elastico del calcestruzzo E’c = Ecm/2 (EC4 #3.1.4.2 (4)).
Si calcola la freccia della trave composta.

11
L’influenza dei seguenti fattori sul il calcolo della freccia non è presente o si può
trascurare:
- shear lag
- interazione incompleta EC4-5.2.2
- fessurazione e ‘tension stiffening’ del cls
- snervamento della trave di acciaio
- snervamento delle barre di armatura.

4.3.3.1 Rigidezza flessionale EC4-3.1.4.2


E’c = Ecm/2 = 8600 N/ mm2 (modulo “effettivo” del calcestruzzo)
n = Ea/E’c (coefficiente di omogeneizzazione)
n = 210000/8600 = 24.4
Ricerca dell’asse neutro.
L’asse neutro dovrebbe tagliare la sezione di acciaio:
A a h a / 2 + (h a + h p + h c / 2)A c / n
x = ha + hp + hc −
Aa + Ac / n
8450 ⋅ 200 + (450 + 80 / 2 )(3000 ⋅ 80 / 24.4 )
= 530 − = 174 mm > h p + h c → OK
8450 + (3000 ⋅ 80 / 24.4 )
momento d' inerzia della sezione omogeneizzata all' acciaio :
Is = Ia + I c / n + A a (h a / 2 + h p + h c − x ) + A c / n (x − h c / 2 )
2 2

( )
= 23130 ⋅ 10 4 + 3000 ⋅ 803 / 12 / 24.4 + 8450(200 + 50 + 80 − 174 )
2

+ (3000 ⋅ 80) / 24.4(174 − 80 / 2 ) = 61879 ⋅ 104 mm 4


2

E a Is = 210000 ⋅ 61879 ⋅ 104 = 130 ⋅ 1012 N / mm 2

4.3.3.2 Calcolo della freccia in mezzaria


Freccia nella fase di costruzione (v. 4.2.3):
δ1 - δ0 = 37.7 - 30 = 7.7 mm
Freccia della trave composta:
δ2 = 5/384 · (18 + 1.50) · 120004/(130 · 1012)
= 40.5 mm = L/296 ~ L/300 → ΟΚ
Freccia totale
δmax = δ1 - δ0 + δ2 = 7.7 + 40.5 = 48.2 mm = L/249 ~ L/250 → ΟΚ

Osservazione:
Il vincolo δmax < L/250 può non essere rispettato perché è previsto un contro-soffitto. È
più importante controllare l’inflessione δ2 dovuta ai sovraccarichi perché l’eccessiva
deformabilità potrebbe causare danni alle strutture portate (pavimenti, tramezze ecc.).

5. CONSIDERAZIONI PROGETTUALI
Si possono fare considerazioni progettuali analoghe a quelle fatte nell’esempio 1 con
soletta piena, alle quali si rimanda.
12
Nello specifico si può osservare che l’adozione del getto in calcestruzzo alleggerito ha
consentito una diminuzione apprezzabile del peso proprio (8.28 kN/m contro 9.72) mentre
è aumentato il momento resistente plastico con connessione a completo ripristino (812
kNm contro 744) perché si è alzato l’asse neutro. Si è dovuto però aumentare leggermente
il numero di connettori (72 contro 69) per la loro minor resistenza unitaria lato
calcestruzzo (PRd=52 kN contro 73), nonostante la riduzione del valore della forza di
scorrimento dovuta sia alla riduzione del momento sollecitante, sia all’aumento del braccio
della coppia interna.
Infine è richiesta una minore armatura trasversale grazie al contributo vpd della lamiera
grecata.

13
TRAVE APPOGGIATA CON GIUNTI A L/3
(Aggiornato alle NTC - D.M. 14-1-2008)

giunto giunto

9000 mm

Progettare una trave in acciaio, semplicemente appoggiata, con luce di 9 m, soggetta


ai seguenti carichi uniformemente distribuiti, dovuti ad un solaio di civile abitazione:
permanenti Gk = 30 KN/m
variabili Qk = 30 KN/m
Per ragioni costruttive la trave deve essere divisa in tre parti. Progettare i giunti.

------------------------------

Per la verifica allo stato limite ultimo si adottano i seguenti coefficienti di sicurezza
parziali:
per le azioni: γG = 1.30 γQ = 1.50
per il materiale γM0 = 1.05

Per la verifica allo stato limite di deformazione si considerano i seguenti


limiti di freccia:
δmax = δ1 + δ2 - δ0 < L/250 = 36.0 mm δ2 < L/350 = 25.7 mm
essendo δ0 la premonta, δ1 la freccia dei permanenti δ2 la freccia dei variabili.
I profili che soddisfano lo stato limite ultimo per i tre tipi di acciaio, sono riportati
nella tabella I.

Le travi in acciaio Fe360 sono praticamente uscite di produzione. La differenza di


costo fra Fe430 e Fe510 è molto modesta.
La soluzione più economica è quindi quella di minimo peso (IPE 550 Fe510). Se si
privilegia l’altezza minima per ragioni di ingombro si può scegliere un HEM 300, di
peso più che doppio, che non rispetta la freccia massima (necessaria la premonta che
è costosa), o un HEM 320 del peso di 245 kg/m.
Adottiamo una soluzione intermedia: HEB 450 Fe430.
TABELLA I
Acciaio IPE HEA HEB HEM
h - 550 500 300
Fe360 peso [kg/m] - 166 187 238
fy = 235 δ2 - OK OK OK
δmax - OK OK NO
h 600 500 450 300
Fe430 peso [kg/m] 122 155 171 238
fy = 275 δ2 OK OK OK OK
δmax OK OK OK NO
h 550 450 360 280
Fe510 peso [kg/m] 106 140 142 189
fy = 355 δ2 OK OK NO NO
δmax OK NO NO NO

Progetto del giunto

HEB 450
Fe430
BULLONI M24 10.9
FORI Ø 26
65
560

65
65

35 75 80
31

PARTICOLARE 1
300

Il giunto è soggetto alle seguenti sollecitazioni:


in esercizio:
M = q L2/9 = 60x81/9 = 540 kNm
V = q L/6 = 60x9/6 = 90 kN
allo stato limite ultimo:
MEd = (1.30x30+1.5x30)x81/9 = 756 kNm
VEd = (1.30x30+1.5x30)x9/6 = 126 kN
Progetto delle saldature a cordoni d’angolo

Resistenza di progetto a taglio della saldatura per l’acciaio S275 (Fe430) secondo le
NTC §4.2.8.2.3 eq. (4.2.77):
F f tk 430
f w, Rd = w , Rd = = = 233.7 N/mm 2
a 3 β γ M2 3 ⋅ 0.85 ⋅1.25
Si affida il momento flettente alle saldature delle ali e il taglio alle saldature d’anima.

Le saldature di ciascuna ala devono resistere alla forza Fw = MEd/d = 1783 kN,
essendo d il braccio della coppia interna d = 450-26 = 424 mm. Esse hanno uno
sviluppo s = 300+2x116 = 532 mm.
L’altezza di gola a deve quindi essere maggiore di Fw/(s fw,Rd) = 14.3 mm.
Si adotta a = 15 mm.

Le saldature d’anima hanno uno sviluppo s = 2x344 = 688 mm. L’altezza di gola a
deve quindi essere maggiore di VEd/(s fw,Rd) = 0.8 mm.
Si adotta l’altezza minima a = 3 mm.

Progetto della bullonatura

Si adottano bulloni M24 classe 10.9 aventi resistenza a trazione [NTC eq. (4.2.62)]:
0.9f tb 0.9 ⋅1000
Ft, Rd = A res = 353 ⋅10 −3 = 254 kN
γ M2 1.25
I bulloni posti simmetricamente rispetto all’ala tesa devono portare la forza Fw=1783
kN. Si adottano 8M24.

Resistenza a taglio
La resistenza a taglio del bullone M24 vale:
0.5f tb 0.5 ⋅1000
Fv,Rd = A res = 353 ⋅10 −3 = 141.2 kN
γ M2 1.25
Sarebbe sufficiente un bullone. Si adottano due bulloni M24.
Progetto della flangia

PARTICOLARE 1

0.8 a 2= 17

a
35
F

Poiché i bulloni sono stati dimensionati senza mettere in conto le forze di contatto
(effetto leva), il modello di calcolo dell’estremità inferiore della flangia è quello di
una semplice mensola con luce pari alla distanza m fra il centro della bullonatura e la
saldatura. Più precisamente, secondo EC3 Parte 1-8 fig. 6.2, l’incastro della mensola
si può porre a distanza 0.8a√2 dalla flangia della trave (vedi figura). La luce della
mensola è quindi di 35 mm.
I quattro bulloni esterni, soggetti alla forza F = 1783/2 = 891.5 kN, sollecitano quindi
la flangia con il momento M = 891.5x0.035 = 31.2 kNm. E’ necessario che la piastra,
di larghezza b = 300 mm, abbia uno spessore t tale da garantire un modulo di
resistenza plastico a flessione:
γ M 1.05 ⋅ 31.2E6
Wpl = M0 = = 119100 mm 3
f yk 275
essendo:
bt 2
Wpl = si ricava t = 39.9 mm
4
Si adotta lo spessore t = 40 mm
Saldature a completa penetrazione
Secondo la normativa italiana CNR 10011/85:
- se la saldatura è di I classe (controlli estesi) non è necessaria alcuna verifica;
- se la saldatura è di II classe, si calcolano le caratteristiche geometriche e meccaniche della
sezione come se fosse monolitica. Si calcola la σid in corrispondenza della saldatura
(usando lo spessore minimo degli elementi collegati) e si confronta con la σadm della
saldatura (0,85σadm o 0,70σadm del materiale base).
Secondo l’Eurocodice 3 e secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14-1-2008, tutte le
saldature a completa penetrazione devono essere di I classe, quindi non è necessaria alcuna verifica.
Ovviamente se la saldatura non è continua (saldatura a tratti), si dovrà moltiplicare la σid per il
rapporto fra l’interasse dei tratti e la loro lunghezza.

Esempio di calcolo della tensione ideale nella saldatura

Si consideri il tubo saldato di figura, soggetto alle seguenti azioni di esercizio:

- pressione interna p = 1 MPa


- momento torcente Mt = 90 kNm
- momento flettente Mf = 90 kNm
- taglio T = 200 kN

Acciaio S235 (Fe360) σadm = 160 MPa

Caratteristiche geometriche della sezione:


- diametro esterno d = 500 mm
- spessore t = 10 mm
- area sezione A = 153,9 cm2
- area racchiusa dal perimetro medio A0 = 1886 cm2
- momento d’inerzia I = 46220 cm4
- momento d’inerzia torsionale (come polare) I0 = 92400 cm4
- momento statico di metà sezione S = 1200 cm3

In corrispondenza della saldatura si hanno le seguenti tensioni (v. figura):


per la pressione interna:
p (d − 2t ) 1 ⋅ (500 − 20)
σ '= = = 24 MPa
2t 20
per il taglio:
TS 200 ⋅ 10 3 ⋅ 1200 ⋅ 10 3
τ '= = = 26,0 MPa
bI 20 ⋅ 46220 ⋅ 10 4
per la torsione:
Mt 90 ⋅ 10 6
τ ''= = = 23,9 MPa
2 A0 t 2 ⋅ 1886 ⋅ 10 2 ⋅ 10
Per il momento flettente si ha σ = 0 perché la saldatura è sull’asse neutro.
Sommando i contributi si ha:
σ ⊥ = σ '= 24 MPa
τ // = τ '+τ ' ' = 49,9 MPa
σ id = σ ⊥2 + 3τ //2 = 89,7 MPa < 0,85σ adm = 136 (CNR 10011/85)

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