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Cilc per tutti gli appunti (AUTOMAZIONE – TRATTAMENTI TERMICI ACCIAIO – SCIENZA delle COSTRUZIONI…)
Fig.2.36
Metodo elastico E
Si valutano gli effetti globali delle azioni sulla struttura nell’ipotesi che il materiale
resista alle tensioni con deformazioni indefinitamente lineari.
Le resistenze delle singole sezioni degli elementi possono essere valutate con i metodi
elastici, elasto-plastici, plastici per le sezioni compatte 1,2, con i metodi elasto-plastici,
elastici per le sezioni 3,4.
Metodo elasto-plastico EP
Si valutano gli effetti globali sulla struttura introducendo nel modello il legame
momento curvatura delle azioni ottenuto considerando un legame tensione-
deformazione di tipo bilineare.
Metodo plastico P
Si valutano gli effetti globali, trascurando la deformazione elastica degli elementi
strutturali e concentrando le deformazioni plastiche nelle sezioni di formazioni delle
cernere plastiche.
Il metodo è applicabile a strutture interamente composte da sezioni di classe 1
2
f yk
σ 2
xEd +σ 2
zEd −σ zEd ⋅σ xEd + 3τ Ed ≤ (2.5.2)
γ M0
49 Dott. ing Paolo Serafini
dove:
σ xEd tensione normale, nel punto in esame, agente nella direzione dell’asse della
membratura
σ zEd tensione normale, nel punto in esame, agente in direzione ortogonale all’asse della
membratura
τ Ed tensione tangenziale nel punto in esame, agente nel piano della sezione della
membratura
Le verifiche nel campo plastico richiedono la distribuzioni delle tensioni interne reagenti,
f yk
rispettose della condizioni di plasticità ( σ max = ) tali da determinare reazioni che equilibrano
λM
le azioni esterne (N,N,T…)
Vengono qui di seguito trattate le resistenze che le sezioni delle membrature offrono ai vari
tipi di sollecitazioni, agenti separatamente o singolarmente.
2.5.3.1 - Trazione
f yk
f yd =
γ M0
con γ M0 = 1,05
Si pone:
N t ,Rd = N pl ,Rd dove:
N pl ,Rd = A f yd
50 Dott. ing Paolo Serafini
A f yk
N pl ,Rd =
γ M0
Per la verifica deve risultare
N Ed
≤ 1 (2.5.3)
N pl ,Rd
N t ,Rd = N u ,Rd
N u ,Rd = 0 ,9 Anet f td
51 Dott. ing Paolo Serafini
0 ,9 Anet f td
N u ,Rd =
γ M2
per la verifica parziale deve risultare:
N Ed
≤1 (2.5.4)
N u ,Rd
Le espressioni (2.5.3), (2.5.4) devono essere entrambe soddisfatte, per ciò basta considerare
mella verifica di una membratura con fori la minore delle due resistenze: N pl ,Rd , N u ,Rd
N Ed
≤ 1 (2.5.5)
min ore N pl ,Rd , N u ,Rd
Importante
Nel caso in cui si richiede un comportamento duttile, come avviene nel caso di azioni
sismiche, occorre, anche verificare che la resistenza plastica N pl ,Rd della sezione lorda A sia
minore o uguale della resistenza a rottura N u ,Rd della sezione netta Anet indebolita dai fori.
A f yk 0 ,9 Anet f tk
≤
γ M0 γ M2
0 ,9 Anet f yk γ
≥ ⋅ M2
A f tk γ M0
Esempio 2.1
Il tirante di figura Fig.2.41 con profilato 60x4 è sollecitato da uno sforzo di trazione di
progetto N Ed = 220 kN
Fig.2.41
Si esegua la verifica allo stato limite del tirante, tenendo conto che la struttura è in zona
sismica.
-----o-----
Fig.2.42
f yk = 275 N / mm 2
f tk = 430 N / mm 2
Caratteristiche del profilato L 60x4
A = 4 ,71 cm 2
s = 4 mm
I due profilati legati alla piastra con bulloni M16 8.8 recano fori di diametro
d = 17 mm , sull’asse di truschino, incidente sul nodo A.
L’area lorda della sezione dei due profilati è:
A = 4 ,71 ⋅ 2 = 9 ,42 cm 2
A = 942 mm 2
Considerando i fori di diametro d = 17 mm , l’area della sezione in corrispondenza di essi
è:
Anet = 942 − 17 ⋅ 4 ⋅ 2
Anet = 806 mm 2
con γ M0 = 1,05
275 ⋅ 942
N pl ,Rd =
1,05
N pl ,Rd = 246714 N
N pl ,Rd = 246 ,7 kN
Verifica
N Ed 220
= = 0 ,81
N pl ,Rd 246 ,7
risulta:
N Ed
< 1
N pl ,Rd
53 Dott. ing Paolo Serafini
La verifica è positiva
N u ,Rd = 249538 N
N u ,Rd = 249 ,54 kN
Verifica
N Ed 220
= = 0 ,88
N u ,Rd 249 ,54
risulta:
N Ed
<1
N u ,Rd
La verifica è positiva
La struttura è in zona sismica, ed è verificata anche la condizione specifica richiesta.
Risulta infatti:
2.5.3.2 - Compressione
Verifica
Sia N Ed la forza di compressione di calcolo.
Si indica con N c ,Rd la resistenza di calcolo a compressione, dipendente dalla geometria
trasversale della sezione e dal tipo di materiale attraverso la tensione di snervamento f yk .
La resistenza è di tipo plastico. A seconda della classe delle sezioni si distinguono:
con
γ M 0 = 1,05 coefficiente sicurezza
A sezione trasversale
sezioni di classe 4
Aeff ⋅ f yk
N c ,Rd = (2.5.8)
γ M0
con
γ M 0 = 1,05 coefficiente sicurezza
Aeef sezione trasversale efficace
Le aste compresse snelle, con sezione piccola rispetto alla lunghezza, possono presentare
una instabilità globale, laterale (flessionale).
Me = N ⋅ y
M i = − y ⋅ EJ
N N
z2 = − z= ±i
EJ EJ
La soluzione generale dell’equazione differenziale, che determina la deformazione y in
funzione della distanza x dalla cerniera si può porre nella forma:
N
y = C ⋅ sen ⋅ x + ϕ
EJ
Essa deve soddisfare alle due condizioni al contorno:
I per x = 0 → y= 0
II per x = l → y= 0
Imponendo la condizione I:
0 = C ⋅ sen( 0 + ϕ ) da cui ϕ = 0
Imponendo la condizione II, a cui deve soddisfare il carico critico N cr , per l’equilibrio dei
due momenti, si ha:
N cr
0 = C ⋅ sen ⋅ l
E J
l’espressione è soddisfatta per:
56 Dott. ing Paolo Serafini
N cr
⋅ l = n⋅ π con n = ( 0 , 1, 2 ...)
EJ
per valori via, via maggiori (diminuendo il braccio deve aumentare lo sforzo per ottenere lo stesso
momento).
Si arriva, nell’espressione di calcolo (2.5.11), ad un valore limite di proporzionalità λ p per
cui la tensione critica σ cr coincide con la tensione di snervamento f yk .
2
π 2
E π E
σ cr = f yk = da cui: λ2 =
λ2 f yk
E
λp= π ⋅ (2.5.12)
f yk
Alla snellezza λ p , in un’asta snella euleriana, il collasso per inflessione avviene con una
tensione critica σ cr coincidente con la tensione di snervamento f yk , e quindi con l’inizio della
plasticizzazione del materiale.
σ cr = f yk
Fig.2.44b
Quanto esposto vale per un’asta ideale euleriana,
sollecitata con un carico assiale e incernierata alle estremità.
L’asta industriale si comporta diversamente per imperfezioni
del materiale e geometriche. Ne risulta una diminuzione
delle capacità portanti e una diminuzione della snellezza
limite λ p fino a 0 ,2 λ p .
l0 = β ⋅ l (2.5.13)
Incastro – incastro β = 0 ,5 l0 = 0 ,5 ⋅ l
Cerniera – cerniera β =1 l0 = 1 ⋅ l
Incastro – cerniera β = 0 ,7 l0 = 0 ,7 ⋅ l
La snellezza λ è:
l0
λ =
i
λ deve essere: λ ≤ 200 per le membrature principali λ ≤ 250 per membrature secondarie
59 Dott. ing Paolo Serafini
La verifica dell’instabilità laterale per le aste snelle, nel DM 2008, prende spunto dalle
norme europee EC3.
Si indica con:
N Ed l’azione di compressione di calcolo;
N b ,Rd la resistenza all’instabilità dell’asta snella compressa.
N Ed
≤ 1 (2.5.14)
N b ,Rd
dove la resistenza N b ,Rd , per la sezioni di classe 1,2,3 è espressa dalla formula:
A f yk
N b ,Rd = χ ⋅ (2.5.15)
γ M1
dove:
A sezione dell’asta
f yk tensione caratteristica di snervamento
γ M1 = 1,05 membrature
γ M1 coefficiente di sicurezza
γ M1 = 1,10 per ponti
χ Coefficiente di riduzione per instabilità.
Aeff f yk
N b ,Rd = χ ⋅ (2.5.16)
γ M1
Si ribadisce qui che per ogni sezione di un profilato vi è prescritta una diversa curva di
instabilità, a seconda dell’asse della sezione stessa rispetto al quale si considera calcolare la
snellezza λ . L’asse y-y è quello a maggiore capacità portante e z-z quello minore.
61 Dott. ing Paolo Serafini
Così, ad esempio:
Fig.2.46
Si debba verificare la stabilità laterale di un profilato in acciacco
laminato I, rispetto all’asse z-z con:
h
> 1,2 40 mm < t f ≤ 100 mm
b
1
χ = ≤ 1.0 (2.5.17)
2
Φ + Φ − λ2
dove:
Snellezza adimensionale λ
È dato in generale dalle espressioni:
A f yk l02 f yk l02 1
λ = λ = ⋅A 2 = ⋅
EJ J π E J E
π 2 2 π2
l0 A f yk
J
con i2 =
A
l02 1
λ = ⋅ l0 E
i2 E ma = λ π = λp
π i f yk
f yk
per cui
λ
λ = (2.5.20)
λp
Limiti dei fenomeni di instabilità per le aste compresse
Espressione di Φ
[
Φ = 0 ,5 1 + α ( λ − 0 ,2 ) + λ 2
] (2.5.21)
Esempio 2.2
Una colonna in profilato laminato di altezza l = 3 m , incastrata alla base, deve sostenere
un serbatoio il cui carico di calcolo è risultato essere N Ed = 250 kN
Determinare il profilato occorrente allo scopo.
---------o---------
la colonna è incastrata alla base e libera all’altra estremità.
La lunghezza di libera inflessione è:
l0 = β l con β = 2
l0 = 3 ⋅ 2 = 6 m
l0 = 600 cm
63 Dott. ing Paolo Serafini
1° tentativo
Si scelga il profilato HE 140 A
Acciaio S275
Fig.2.46
h = 133 mm
b = 140 mm
t f = 8 ,5 mm
A = 31,4 cm 2
iz = 3.52 cm
i y = 5 ,73 cm
Snellezza λ
600
λ = = 170 < 200 accettabile
3 ,52
Snellezza adimensionale λ
A f yk λ E
λ = = con λp=π
N cr λp f yk
210000
λp= π
275
λ p = 86 ,8
λ 170
λ = λ =
λp 86 ,8
λ = 1,95
Si determina Φ
[
Φ = 0 ,5 1 + α ( λ + 0 ,2 ) + λ 2
]
dove α è il fattore di imperfezione, che si determina dalla precedente tabella 4.2.VI, in
base alla curva di appartenenza.
h 133
Per t f = 8 ,5 < 100 = = 0 ,95 < 1,2 acciaio S275
b 140
La sezione del profilato appartiene alla curva di instabilità “c”
64 Dott. ing Paolo Serafini
Dalle ultime due righe della tabella si ottiene che il fattore di imperfezione è:
α = 0 ,49
risulta:
[
Φ = 0 ,5 1 + 0 ,49 ( 1,95 − 0 ,2 ) + 1,95 2 ]
Φ = 2 ,83
Fattore di riduzione χ
1 1
χ = χ =
Φ + Φ 2
−λ 2
2 ,83 + 2 ,83 2 − 1,95 2
χ = 0 ,2
Resistenza N b ,Rd
A f yk
N b ,Rd = χ ⋅
γ M1
con:
γ M1 = 1,05 f yk = 275 N / mm 2
31,4 ⋅ 10 2 ⋅ 275
N b ,Rd = 0 ,2 ⋅ N b ,Rd = 164476 N
1,05
N b ,Rd = 164 ,5 kN
Risulta:
N Ed 250
= = 1,52 > 1
N b ,Rd 164 ,5
Non verificato
Occorre scegliere un profilato con maggiore sezione
2° tentativo
Si scelga il profilato HE 160 A
h = 152 mm
b = 160 mm
t f = 9 mm
A = 38 ,8 cm 2
i z = 3.98 cm
i y = 6 ,57 cm
Snellezza λ
600
λ = = 150 < 200 accettabile
3 ,98
Snellezza adimensionale λ
E 210000
λp=π λp= π
f yk 275
λ p = 86 ,8
λ 150
λ = λ =
λp 86 ,8
λ = 1,72
Si determina Φ
[
Φ = 0 ,5 1 + α ( λ + 0 ,2 ) + λ 2
]
dove α à il fattore di imperfezione che si determina nella tabella 4.2.VI in base alla
curva di appartenenza.
h 152
Per t f = 9 < 100 = = 0 ,95 < 1,2 acciaio S275
b 160
La sezione del profilato appartiene alla curva di instabilità “c”
Il fattore di imperfezione è:
α = 0 ,49
risulta:
[
Φ = 0 ,5 1 + 0 ,49 ( 1,72 − 0 ,2 ) + 1,72 2 ]
Φ = 2 ,35
Fattore di riduzione χ
1 1
χ = χ =
Φ + Φ 2
−λ 2
2 ,35 + 2 ,35 2 − 1,72 2
χ = 0 ,25
Resistenza N b ,Rd
A f yk
N b ,Rd = χ ⋅
γ M1
con:
γ M1 = 1,05 f yk = 275 N / mm 2
66 Dott. ing Paolo Serafini
38 ,8 ⋅ 10 2 ⋅ 275
N b ,Rd = 0 ,25 ⋅ N b ,Rd = 254 ⋅ 10 3 N
1,05
N b ,Rd = 254 , kN
Risulta:
N Ed 250
= = 0 ,98 < 1
N b ,Rd 254
Verificato
----------o----------
Occorre notare
Si può determinare la resistenza N b ,Rd direttamente in kN ponendo:
- l’area A direttamente in cm 2
- la tensione di snervamento in kN / cm 2
N 10 − 3 kN kN
così 275 2
= 275 −2 2
= 27 ,5
mm 10 cm cm 2
Si ha:
38 ,8 ⋅ 27 ,5
N b ,Rd = 0 ,25 ⋅ = 254 kN
1,05
----------o----------
67 Dott. ing Paolo Serafini
M Ed
≤ 1
M c ,Rd
la determinazione del momento resistente M c ,Rd dipende dal metodo adottato.
Nel punto 4.2.3.2 del DM 1008 – norme NTC, sono previsti tre metodi di calcolo
Metodo elastico E
Si assume un comportamento elastico lineare del materiale, sino al raggiungimento della
condizione di snervamento.
Metodo elasto-plastico EP
Si assumono legami costitutivi tensione-deformazione del materiale di tipo bilineare.
Metodo plastico P
Si assume allo stato limite la completa plasticizzazione del materiale. Tutta la sezione è
sottoposta alla tensione di snervamento f yk .
∆ L = L − L0
l’allungamento unitario è:
68 Dott. ing Paolo Serafini
L − L0
ε = (2.5.22)
L0
per la similitudine si ha:
L : L0 = ( r + z ) : r
effettuando lo scomponendo
( L − L0 ) : L0 = ( r + z − r ) : r
L − L0 z
=
L0 r
Fig.2.48
per la (2.5.22) si ha:
z
ε = (2.5.23)
r
Per la legga di Hooke si ha:
σ = ε ⋅E
E
σ = z (2.5.24)
r
σ max = f yk
NB
Per uniformità alla tabella 4.2.I la tensione di compressione è considerata positiva
Non essendo applicate forze esterne ma solo un momento flettente, la somma delle forze
interne è nulla.
E E
∫A σ ⋅ dA = 0 ∫A r
⋅ z dA = 0
r ∫A
z dA = 0
∫ A z dA = 0
ma
∫ A z dA = S A è il momento statico
Il momento statico dell’intera sezione rispetto all’asse neutro è nullo
SA = 0 (2.5.25)
ma l’integrale:
∫A z 2 dA = J y
M
σ = ⋅z (2.5.27)
Jy
Equazione della linea elastica
∆ϕ
θ =
∆s
La curvatura determina la variazione di inclinazione angolare
della curva per l’unità di lunghezza di essa.
∆ϕ
ma ∆ s= ∆ϕ ⋅r θ =
∆ϕ ⋅r
1
θ =
r
La curvatura e quindi data da l’inverso del raggio del cerchio oscuratore.
[1 + y ]
3
2 2
r=
y
Per piccole deformazioni, come si suppone nei casi pratici, la derivata prima y = tagϕ ha
piccoli valori decimali e quindi y 2 è trascurabile rispetto a 1. Così risulta:
1
r=
y
da cui:
1
= y (2.5.27)
r
dalla (2.5.36) ricavando r
E 1 M
M= Jy =
r r E ⋅ Jy
sostituendo nella (2.5.27) si ha
1 M
y = =
r EJ
Fig.2.51
M è positivo quando tende le fibre inferiori e rivolge quindi la concavità verso la direzione
negativa di z. Quindi con segno algebrico si avrà la relazione:
M
y = −
EJ
che rappresenta l’equazione differenziale della linea elastica.
----------0----------
Si impone quindi che nella fibra zmax più lontana dall’asse neutro vi sia il momento
resistente elastico M el ,Rd che determina una tensione uguale a quella di snervamento di calcolo
f yd
f yk
σ = f yd =
γ M0
sostituendo la (2.5.27)
M el ,Rd f yk
⋅ zmax = da cui
Jy γ M0
f yk Jy
M ed ,Rd = ⋅ (2.5.28)
γ M0 z max
Si pone:
Jy
Wel ,min = (2.5.29)
zmax
Il rapporto tra il momento d’inerzia della sezione rispetto all’asse neutro e la distanza
della fibra da esso è denominato modulo di resistenza elastico Wel ; quello corrispondente alla
fibra più lontana dall’asse neutro è il modulo di resistenza elastico minimo Wel ,min .
Sostituendo la (2.5.29) nella (2.5.28) si ha l’espressione del momento resistente elastico.
M Ed
≤1 (2.5.31)
M el ,Rd
Applicabilità del metodo elastico
- Il metodo elastico può applicarsi a tutte le classi 1,2,3,4 delle sezioni;
- per le classi 1,2 può anche applicarsi il metodo plastico (vedi oltre);
- è obbligatorio per le classi 3,4;
- per la classe 4 si utilizza il metodo elastico, e, nella determinazione del momento
resistente elastico minimo, si considera il modulo di resistenza minimo efficace, riferito
alla sezione efficace:
Weff ,min f yk
M c ,rd = M el ,Rd = (2.5.32)
γ M0
Fig.2.52 Fig.2.53
Notare che la tensione unitaria al limite di elasticità è qui di seguito indicata con ε ed
invece di ε yd
Rk
Rd =
γM
Così dal diagramma caratteristico ( σ ,ε ) si può derivare
quello di calcolo (di progetto), dividendo le tensioni
caratteristiche per il coefficiente di sicurezza γ M :
f yk
f yd =
γ M
f tk
f td =
γ M
Si rammenta che in conformità alle tabelle 4.2.I e 4.2.II, nella rappresentazioni delle
tensioni, si indicheranno positive quelle di compressione.
Duttilità
Fig.2.56
Si osservi che, se si carica l’asta di acciaio fino a determinare una deformazione unitaria
plastica ε c e si scarica, si ha un andamento della linea di scarico parallelo al tratto elastico. Alla
fine si ha una deformazione plastica permanente ε r , con annullamento della deformazione
elastica.
L’area compresa tra la linea elastica di carico, il tratto di deformazione plastica e la linea
di scarico, rappresenta il lavoro assorbito per l’unità di volume:
N mm N mm
w = ∫ σ ⋅ dε ⋅ =
mm 2 mm mm 3
f yk
f yd =
γ M0
corrispondente a momento elastico di resistenza
f yk Wel ,min
M c ,rd = M el ,Rd = f yd ⋅ Wel ,min =
γ M0
dove Wel ,min è il modulo di resistenza minimo riferito alla distanza della fibra zmax più
lontana dall’asse neutro.
Jy
Wel ,min =
zmax
h
nel caso della sezione rettangolare, presa come riferimento, con zmax = :
2
1
b ⋅ h3
1
Wel ,min = 12 Wel ,min = ⋅ b ⋅ h2
h 6
2
Nel comportamento elastico della sezione, l’andamento, sia della deformazione unitaria
ε , sia della tensione σ , è lineare, direttamente proporzionale alla distanza z della fibra
dall’asse neutro. (ovviamente distanza y , se è l’asse y la traccia del piano di sollecitazione e z
è l’asse neutro):
1
ε = r ⋅ z
h
con σ < f yd salvo nella fibra zmax = dove σ = f yd
E 2
σ = r ⋅ z
Quindi, nel comportamento elastico, agli stati limite, la fibra più lontana dall’asse neutro
raggiunge la deformazione unitaria ε ed e la tensione σ = f yd
M Ed ≤ M el ,Rd
1
ε = ⋅z
r
h
Si può così incurvare l’asta fino a raggiungere, nella fibra più lontana dall’asse neutro
2
la deformazione unitaria ultima di picco ε ud con andamento lineare.
Diverso, invece è l’andamento delle tensioni σ al variare della distanza z dall’asse
neutro, quando si è sottoposta l’asta ad un momento esterno M > M el ,Rd .
Fig.2.58a
Mu
σ = f yd f yd = ⋅ ze da cui
Jy
f yd J y
ze =
Mu
La distanza ze si può determinare dal diagramma della deformazioni unitarie in
funzione di ε ed , ε ud .
Dai due triangoli simili tratteggiati in figura nel diagramma ( z ,ε ) si ha:
h ε ed h ε ud
ε ed : ε ud = ze : da cui ze = ⋅ ma = µ0
2 ε ud 2 ε ed
1 h
ze = ⋅ (2.5.34)
µ0 2
Momento resistente M u
Fig.2.59
dove:
h
∫ 0
2σ ⋅ dz è l’area del diagramma tratteggiato al disopra e al disotto dell’asse
neutro.
Per determinare le forze di compressione o di trazione, nel caso in esame, si determina
l’area del diagramma corrispondente e si moltiplica per la larghezza b .
Fig.2.58b
Il momento resistente M u è quindi dato dalla somma delle due coppie di forze:
h h h
Coppie di forze Fc Fc ⋅ + = Fc ⋅
4 4 2
z z 2
Coppie di forze Fc′ Fc′ ⋅ e + e = Fc ⋅ ⋅ ze
3 3 3
Momento resistente
h 2
M u = Fc ⋅ − Fc′ ⋅ ⋅ ze (2.5.35)
2 3
79 Dott. ing Paolo Serafini
h
Fc = ( Area ret tan golo ) ⋅ b Fc = f yd ⋅b (2.5.36)
2
f yd ⋅ ze
Fc' = ( Area triangolo ⋅ b ) Fc' = ⋅b (2.5.37)
2
h h f yd ⋅ ze 2
M u = f yd ⋅ ⋅ b ⋅ − ⋅ b ⋅ ⋅ ze
2 2 2 3
h 2 f ⋅b
M u = f yd ⋅ ⋅ b − yd ⋅ ze2
4 3
con:
1 h
ze = ⋅
µ0 2
h2 f ⋅ b h2
M u = f yd ⋅ ⋅ b − yd ⋅
4 3 4 ⋅ µ 02
h2 1
M u = f yd b 1− (2.5.38)
4 3 µ 02
Fig.2.60
Considerando la sezione rettangolare della figura
Fig.2.5.60, si osserva che il momento statico S della
porzione della sezione al di sopra dell’asse neutro (uguale a
quella al di sotto) è dato da:
h h
S = b⋅ ⋅
2 4
h
2S = b (2.5.39)
4
Sostituendo nella (2,5,38)
1
M u = f yd ⋅ 2 S 1 − (2.5.40)
3 µ 02
80 Dott. ing Paolo Serafini
plastica.
1
Così, trascurando il termine 2 il momento M u , con molta approssimazione può essere
3µ 0
espresso dalla formula:
f yk ⋅ 2 S
M u ≅ f yd ⋅ 2 S Mu ≅
γ M0
f yd ⋅ dA
che fornisce un momento rispetto all’asse neutro
dM = f yd dA ⋅ z
Indicando con simboli diversi i parametri che si riferiscono alle sollecitazioni di trazione
e di compressione, la risultante dei momenti rispetto all’asse neutro si può scrivere:
M pl = ∫A c
f yd ⋅ zc ⋅ dAc + ∫A
t
f yd ⋅ zt ⋅ dAt
dove:
81 Dott. ing Paolo Serafini
ma risulta:
∫ A zc ⋅ dAc = Sc
c
momento statico dell’area compressa rispetto all’asse neutro
∫ A zt ⋅ dAt = St
t
momento statico dell’area tesa rispetto all’asse neutro
M pl = f yd ( S c + St ) (2.5.42)
essendo l’asse neutro un asse baricentrico, il momento statico dell’area della sezione al
disopra di esso è uguale a quella al di sotto:
S c = St = S
Si indica con S il momento statico rispetto all’asse neutro della porzione della sezione
che si trova dalla stessa banda rispetto all’asse neutro stesso (al disopra o al disotto di esso, se si
pone l’asse neutro in posizione orrizzontale).
Sarà quindi:
S c + St = 2 S
Il momento plastico risulta
M pl = f yd ⋅ 2 S
con
f yk
Fyd =
γ M0
f yk ⋅ 2 S
M pl = (2.5.43)
γ M0
f yk ⋅ 2 S
M c ,Rd = M pl ,Rd = M pl = (2.5.44)
γ M0
82 Dott. ing Paolo Serafini
si pone:
W pl = 2 S (2.5.45)
si ha:
f yk ⋅ W pl
M pl ,Rd = (2.5.46)
γ M0
M Ed
≤ 1 (2.5.47)
M pl ,Rd
Nei prontuari aggiornati dei profilati sono riportati i valori dei moduli di resistenza
plastico W pl , y , W pl , z calcolati rispetto all’asse neutro y oppure z .
Nei prontuari meno aggiornati è riportato il momento statico S della semiarea posta da
una banda rispetto all’asse neutro.
Riassunto dei criteri di resistenza alla flessione retta per i 4 tipi di classi di sezioni
Sezioni Classe 1,2
Fig.2.62
Momento resistente:
f yk ⋅ W pl
M c ,Rd = M pl ,Ed = (2.5.48)
γ M0
Sezione di classe 3
Fig:2.63
È obbligatorio per tale sezione eseguire la verifica
con il metodo elastico, ove tutte le sue fibre reagiscono con
una tensione nel campo elastico, inferiore alla tensione di
snervamento di progetto f yd , che viene raggiunta
solamente nella fibra estrema, più lontana dall’asse neutro.
Momento resistente:
f yk ⋅ Wel ,min
M c ,Rd = M el ,Rd = (2.5.53)
γ M0
Dove Wel ,min è il modulo di resistenza elastico minimo, riferito alla fibra più estrema
sollecitata e dipendente dall’asse neutro. Si avrà
Jy
Wel , y = per sollecitazione a flessione con y asse neutro
zmax
Jz
Wel ,z = per sollecitazione a flessione con z asse neutro
ymax
Verifica
M Ed
≤1 (2.5.54)
M el ,Rd
Sezione di classe 4
La verifica deve essere eseguita con il metodo elastico, dove il modulo di resistenza
elastico minimo Weff ,min deve essere calcolato sulla sezione efficace
f yk ⋅ Weff ,min
M c ,rd = (2.5.55)
γ M0
dove, a seconda dell’asse neutro , il modulo di resistenza a flessione è:
J eff , y
Weff , y = se l’asse neutro è y
zmax
J eff , z
Weff ,z = se l’asse neutro è z
ymax
Verifica
M Ed
≤ 1 (2,5.56)
M c ,Rd
84 Dott. ing Paolo Serafini
Esempio2.3
Verifiche a flessione monoassiale retta
M Ed = 52 k Nm
f yk ⋅ W pl
M c ,Rd = M pl ,Rd =
γ M0
W pl , y = 2 S y W pl , y = 2 ⋅ 110 = 220 cm 3
275 ⋅ 220 ⋅ 10 3
M c ,Rd =
1,05
M c ,Rd = 57619047 N ⋅ mm
M c ,Rd = 57 ,62 kN ⋅ m
Verifica
M Ed 52
= < 1
M c ,Rd 57 ,62
la sezione è verificata.
85 Dott. ing Paolo Serafini
Osservazione
Occorre notare che l’applicazione del metodo elastico su sezioni di classe 1,2 risulta
più rigoroso e restrittivo rispetto a quello plastico.
Infatti, nel caso esaminato di verifica a flessione sulla trave IPE200, applicando il
metodo elastico, il momento resistente elastico è:
f yk ⋅ Wel , y
M c ,Rd = M pl ,Rd =
γ M0
275 ⋅ 194 ⋅ 10 3
M pl ,Rd = = 50809523 N ⋅ mm
1,05
M el ,Rd = 50 ,8 kN ⋅ m
Verifica
M Ed 52
= > 1
M el ,Rd 50 ,8
Quindi se si utilizza il metodo elastico per la verifica delle sezioni di classe 1,2,
sicuramente, l’eventuale verifica positiva garantisce, a maggior ragione la verifica con il metodo
plastico.
Infatti nel punto 4.2.3.2 del DM 2008, norme NTC è riportato che la verifica con il
metodo elastico può applicarsi a tutte le classi di sezioni, con l’accortezza di applicare i
parametri efficaci ( Aeff , Weff …) per le sezioni di classe 4.
M Ed = 1500 kN ⋅ m
Materiale acciaio S275
J y = 257 ,4 ⋅ 107 mm 4
Distanza della fibra estrema più distante dall’asse neutro zmax
801
zmax = zmax = 400 ,5 mm
2
275 ⋅ 6 ,43 ⋅ 10 6
M el ,Rd =
1,05
M el ,Rd = 1684 ⋅ 10 6 N ⋅ mm
M el ,Rd = 1684 kN ⋅ m
Verifica.
M Ed 1500
= < 1
M pl , y ,min 1684
verifica soddisfatta.
87 Dott. ing Paolo Serafini
Fig.2.66
M Ed = 18 ,5 kN ⋅ m
J y ,eff
Wel , y ,eff =
zmax
dove:
J y ,eff momento d’inerzia assiale della sezione efficace rispetto all’asse neutro y;
zmax distanza della fibra estrema più distante dall’asse neutro.
1 1 1 1 1
J y ,eff = 64 ⋅ 110 3 − 60 ⋅ 108 3 + 64 ⋅ 130 3 − 60 ⋅ 128 3 − 2 ⋅ ⋅ 2 ⋅ 38 3 − 2 ⋅ 2 ⋅ 38 ⋅ 72 2
3 3 3 3 12
88 Dott. ing Paolo Serafini
J y ,eff = 7320462 mm 4
zmax = 130 mm
7320462
Wel , y ,eff =
130
Wel , y ,eff = 563112 mm 3
355 ⋅ 563112
M el ,Rd =
1,05
M el ,Rd = 19038564 N ⋅ mm
M el ,Rd = 19 kN ⋅ m
Verifica
M Ed 18 ,5
= <1
M el ,Rd 19
verifica soddisfatta.
SEGUE