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LEZIONE
7
SFORZI
E
DEFORMAZIONI
TENSIONE
LITOSTATICA
TEORIA
DELLA
CONSOLIDAZIONE
MONODIMENSIONALE
1
Ing.
Alessandra
Nocilla
RELAZIONI
TRA
SFORZI
E
DEFORMAZIONI,
RIGIDEZZA-‐RESISTENZA
NELLE
TERRE
Per
superare
le
difficoltà
connesse
allo
studio
del
comportamento
dei
mezzi
par@cellari
si
assume
l’ipotesi
di
un
mezzo
ideale
conGnuo,
ammeMendo
che
l’elemento
infinitesimo
abbia
le
stesse
proprietà
del
corpo
nel
suo
insieme.
Per
analizzare
qualsiasi
mezzo
con@nuo
fluido
o
solido
e
valutare
la
sua
risposta
meccanica
successivamente
all’applicazione
di
forze
esterne,
è
necessario
introdurre
dei
legami
tra
le
tensioni
e
le
deformazioni.
Ques@
legami
sono
chiama@
relazioni
cosGtuGve
e
possono
avere
forme
diverse
a
seconda
della
natura
del
materiale.
Tensione
efficace
σ ’
Valore
ul@mo
della
tensione
=
resistenza
rigidezza
tangente
che
una
secante.
TIPICA
CURVA
TENSIONE-‐DEFORMAZIONE
N:B:
Il
comportamento
DI
UN
TERRENO
meccanico
dei
terreni,
e
cioè
Snervamento
anche
la
loro
resistenza
o
La
resistenza
di
un
materiale
è
una
r i g i d e z z a ,
d i p e n d e
misura
della
massima
tensione
che
E S C L U S I V A M E N T E
d a l l a
esso
è
in
grado
di
sopportare
ed
è
il
Gradiente
=
rigidezza
tensione
efficace
(Terzaghi,
faMore
che
determina
la
stabilità
o
il
p.d.t.e.)
collasso
delle
struMure.
Deformazione
ε’
N.B.:
La
rigidezza
e
la
resistenza
sono
due
proprietà
dis@nte
e
indipenden@
di
un
materiale:
la
prima
governa
gli
spostamen@
e
le
deformazioni
soMo
i
carichi
di
esercizio,
mentre
la
seconda
determina
i
massimi
valori
del
carico
che
una
struMura
può
sopportare.
(esempi:
acciaio,
margarina,
gesso,
gomma).
Il
faMore
che
determina
le
deformazioni
e
gli
spostamen@
delle
struMure
e
dei
terreni
di
fondazione
quando
sono
sogge[
a
carichi,
è
la
loro
rigidezza.
In
alterna@va
si
può
parlare
di
compressibilità
di
un
terreno:
dimensionalmente
questa
rappresenta
il
reciproco
della
rigidezza.
2
MODELLI
REOLOGICI
E
LEGAMI
COSTITUTIVI
Una
legge
cosGtuGva
è
data
da
un
modello
matemaGco
che
descrive
il
comportamento
sforzi-‐deformazioni
del
materiale
idealizzato
in
relazione
al
fenomeno
fisico
che
lo
interessa;
ovvero
l’applicazione
ingegneris@ca
che
si
sta
considerando.
AMenzione:
IDEALIZZAZIONE!
-‐
il
legame
sforzi-‐deformazioni
non
è
lineare
anche
nell’ambito
di
un
comportamento
elas@co;
-‐
una
cospicua
aliquota
delle
deformazioni
totali
è
irreversibile;
-‐
le
caraMeris@che
sforzi-‐deformazioni-‐resistenza
dipendono
dalla
tensione
di
confinamento
e
dalle
condizioni
di
deformazione;
-‐
si
ha
interazione
tra
le
varie
fasi
cos@tuen@
il
terreno
e
si
deve
prevedere
la
pressione
inters@ziale
generata
da
ogni
variazione
dello
stato
tensionale;
-‐
vi
sono
fenomeni
di
dilatanza
che
dipendono
dalla
tensione
di
confinamento;
-‐
si
ha
comportamento
instabile
(strain
so_ening)
per
materiali
sabbiosi
molto
addensa@
e
per
le
argille
sovraconsolidate;
-‐
le
caraMeris@che
sforzi-‐deformazioni-‐resistenza
dipendono
anche
dalla
direzione
di
sollecitazione
(anisotropia)
-‐
altri
fenomeni
più
complessi..(creep.
Etc..)
È
molto
difficile
ricostruire
una
legge
cos@tu@va
che
copra
tu[
i
possibili
campi
e
modi
di
eccitazione
e
di
comportamento
di
uno
stesso
materiale,
pertanto
è
necessario
limitare
la
considerazione
del
problema
a
campi
di
specifico
interesse.
La
REOLOGIA
è
la
scienza
che
studia
l’andamento
delle
deformazioni
nella
materia
soMo
l’effeMo
dell’applicazione
di
un
sistema
di
sollecitazioni.
Uno
degli
obie[vi
principali
di
questa
disciplina
è
quello
di
caraMerizzare
il
comportamento
meccanico
dei
materiali
mediante
la
definizione
di
modelli
matema@ci
che
stabiliscano
dei
legami
tra
tensioni,
de-‐
formazioni
e
tempo
(de[
legami
cos@tu@vi).
3
MODELLI
REOLOGICI
Tra
i
modelli
reologici
tradizionali,
quelli
più
comunemente
usa@
nella
meccanica
delle
terre
sono
i
seguen@
o
la
loro
combinazione:
MODELLO
ELASTICO
MODELLO
PLASTICO
MODELLO
VISCOSO
DEFINZIONI
MATERIALE
SOLIDO:
in
seguito
all’applicazione
di
una
sollecitazione,
si
hanno
deformazioni
o
distorsioni
anche
variabili
nel
tempo,
ma
che
raggiungono
un
valore
finito,
mentre
è
mantenuto
lo
stato
di
tensione.
MATERIALE
RIGIDO:
in
seguito
all’applicazione
di
una
sollecitazione
non
si
ha
alcuna
deformazione
o
distorsione.
MATERIALE
FLUIDO:
in
seguito
all’applicazione
di
una
sollecitazione
si
ha
un
con@nuo
aumento
delle
deformazioni
o
delle
distorsioni.
MATERIALE
ISOTROPO:
le
cui
proprietà
in
un
punto
si
manifestano
uguali
in
tuMe
le
direzioni.
MATERIALE
OMOGENEO:
le
cui
proprietà
sono
costan@
in
tu[
i
pun@
della
sua
massa.
SOLIDO
ELASTICO:
il
suo
modello
è
caraMerizzato
da
una
legge
cos@tu@va
F=
f(s)
indipendente
dal
tempo
nella
quale
vi
è
una
relazione
biunivoca
tra
le
sollecitazioni
F
e
le
deformazioni
s;
il
comportamento
del
solido
elas@co
è
tale
che
le
deformazioni
prodoMe
da
sollecitazioni
scompaiono
una
volta
rimosse
queste
ul@me.
COMPORTAMENTO
ELASTICO
LINEARE:
legge
di
Hooke:
F=
ks.
COMPORTAMENTO
PLASTICO:
esistenza
di
soglie
di
sollecitazione
oltre
le
quali
si
manifestano
deformazioni
permanen@.
COMPORTAMENTO
PERFETTAMENTE
PLASTICO:
raggiunto
il
valore
limite,
l’incremento
di
deformazione
plas@ca
avviene
a
sollecitazione
costante.
COMPORTAMENTO
VISCOSO:
è
caraMerizzato
dall’esistenza
di
una
legame
tra
la
sollecitazione
applicata
e
la
velocità
di
deformazione
corrispondente
che
esprime
la
velocità
u
di
spostamento
rela@vo
tra
due
piano
paralleli
pos@
alla
distanza
a
e
che
scorrono
con
la
sostanza
liquida
(F
=
f(ds/dt))
4
DETERMINAZIONE
DELLLE
RELAZIONI
TRA
SFORZI
E
DEFOMAZIONI
NELLE
TERRE:
PROVE
DI
LABORATORIO
Il
comportamento
meccanico
e
le
deformazioni
che
si
verificano
nelle
terre
sono
fortemente
dipendenG
dal
@po
di
materiale
(a
grana
grossa
o
a
grana
fine)
e
dalla
@pologie
di
sollecitazione
a
cui
esse
risultano
soggeMe.
Per
tale
studio,
è
NECESSARIO
ricorrere
a
DIVERSE
TIPOLOGIE
DI
APPARECCHIATURE
di
laboratorio
che
soMopongono
il
provino
di
terreno
a
diverse
condizioni
al
contorno,
sia
come
tensioni
totali
e
inters@ziali
che
come
spostamen@.
Nel
caso
dei
terreni
le
variazioni
di
volume
che
si
manifestano
nel
corso
delle
prove
di
laboratorio
generalmente
realizzate
giocano
un
ruolo
determinante
nel
comportamento
meccanico
e,
per
descrivere
il
comportamento
meccanico
dei
terreni,
e
quindi
ricavare
i
corre[
parametri
rappresenta@vi
del
legame
tensioni
deformazione,
è
necessario
esaminare
diversi
@pi
di
prove
a
secondo
dei
diversi
@pi
di
sollecitazione
a
cui
è
soMoposto
il
campione
di
terreno.
Idealmente
,
quando
si
vuole
soMoporre
un
campione
di
terreno
a
prove
meccaniche
si
dovrebbe
cercare
di
trasferire
l’elemento
di
terreno
dalla
sua
ubicazione
naturale
all’apparecchio
di
prove
senza
disturbo;
quindi
si
dovrebbero
modificare
le
tensioni
e
CAMPIONI
INDISTURBATI
e
osservare
le
corrisponden@
deformazioni
e
pressioni
inters@ziali.
Inoltre
sarebbe
importante
poter
imporre
al
provino
uno
stato
di
tensioni
generali
e
il
provino
dovrebbe
essere
libero
di
cambiare
stato
di
tensione
in
modo
che
i
piani
ROTAZIONE
DEI
PIANI
principali
possano
ruotare
durante
il
carico;
infine
l apparecchiatura
ideale
dovrebbe
PRINCIPALI
DURANTE
LA
permeMere
di
assoggeMare
il
provino
agli
sta@
di
tensione
e
di
deformazione
più
PROVA
diversi
che
possono
verificarsi
in
situ.
In
pra@ca
queste
due
condizioni
sono
IMPOSSIBILI
da
OTTENERE;
vi
è
il
disturbo
legato
al
campionamento
e
quello
legato
alle
variazioni
dello
stato
tensionale
per
la
preparazione
del
provino.
Inoltre
non
esiste
un’unica
apparecchiatura
che
possa
consen@re
tu[
i
percorsi
di
carico
e
di
deformazione.
Nelle
terre
spesso
le
situazioni
più
onerose
si
hanno
in
presenza
di
materiale
saturo,
nelle
prove
sarà
perciò
necessario
considerare
l’interazione
tra
la
fase
liquida
e
la
fase
solida
e
definire
se
gli
aspe[
del
comportamento
che
si
intendono
studiare
sono
da
valutare
in
condizioni
drenate
o
in
condizioni
non
drenate.
5
APPARECCHIATURE
DI
PROVA
Una
prima
classe
di
aMrezzature
è
caraMerizzata
dalla
coincidenza
dei
piano
principali
delle
tensioni
e
delle
deformazioni
e
il
campione
è
contenuto
da
piastre
rigide,
lisce
e
non
ruotan@
,
o
da
membrana
flessibili.
(Figura
4.7
pag.
45
Colombo-‐Colleselli)
σx
=
σy
=
σz=
σ
Compressione
isotropa
σx
≠
σy
≠
σz
Compressione
triassiale
vera
Deformazione
piana
εx
=
0
σx
=
0
Tensione
piana
σx
=
σy
=
σr=
0
Compressione
uniassiale
libera
εx
=
εy
=
εr=
0
Compressione
edometrica
σx
=
σy
=
σr
Compressione
cilindrica
o
“triassiale”
6
APPARECCHIATURE
DI
PROVA
7
TIPOLOGIE
DI
PROVA
Alcuni
@pi
di
prova
per
la
determinazione
del
legame
tensioni
deformazioni
(Figura
9.1
pag
134
Lambe-‐Whitman)
8
COMPRESSIBILITA’
E
CONSOLIDAZIONE
EDOMETRICA
CEDIMENTO
1.
compressione
delle
par@celle
solide;
2.
compressione
dell’aria
e/o
dell’acqua
all’interno
dei
vuo@;
3.
Riarrangiamento
delle
parGcelle
(nuovo
asseMo
dello
SCHELETRO
SOLIDO)
e
conseguente
espulsione
dell’aria
e/o
dell’acqua
dai
vuo@
(
per
la
maggior
parte
dei
casi
pra@ci
e
l’ASPETTO
PREVALENTE!!!)
Via
via
che
l’acqua
viene
espulsa
dai
pori,
le
par@celle
di
terreno
si
assestano
in
una
configurazione
più
stabile
e
con
meno
vuo@,
con
conseguente
diminuzione
di
volume.
Il
processo
di
espulsione
dell’acqua
dai
vuo@
è
un
fenomeno
dipendente
dal
tempo,
l’en@tà
della
variazione
di
volume
è
legata
alla
rigidezza
dello
scheletro
solido.
COMPRESSIBILITÀ
è
la
risposta
in
termini
di
variazione
di
volume
di
un
terreno
soMoposto
ad
un
incremento
dello
stato
tensionale
efficace
(principio
delle
pressioni
efficaci).
È
necessario
studiare
la
compressibilità
di
un
terreno
per
s@mare
le
deformazioni
volumetriche
ed
i
conseguen@
cedimen@.
CONSOLIDAZIONE
è
la
legge
di
variazione
di
volume
del
terreno
nel
tempo.
È
necessario
studiare
la
consolidazione
per
s@mare
il
decorso
delle
deformazioni
volumetriche
e
dei
conseguen@
cedimen@,
nel
tempo.
NB:
Sebbene
in
linea
di
principio
si
possano
applicare
i
conce[
di
compressibilità
e
di
consolidazione
sia
a
terreni
granulari
che
a
terreni
a
grana
fine,
in
pra@ca
interessano
sopraMuMo
ques@
ul@mi.
9
COMPRESSIONE
EDOMETRICA
Le
PROVE
EDOMETRICHE
sono
molto
u@lizzate
per
LA
SEMPLICITÀ
e
perché
RIPRODUCONO
LA
CONSOLIDAZIONE
DEL
TERRENO
soMo
il
peso
proprio
degli
stra@
sovrastan@,
cioè
una
compressione
assiale
senza
deformazioni
laterali.
La
PROVA
EDOMETRICA
STANDARD
viene
eseguita
incrementando
con
progressione
geometrica
il
carico
assiale,
che
ad
ogni
gradino,
viene
mantenuto
costante
per
un
tempo
sufficiente
a
raggiungere
le
condizioni
di
regime.
10
CONSOLIDAZIONE
Water
is
forced
out
at
a
rate
governed
Water
is
in
equilibrium
with
the
Piston
will
not
move
by
the
diameter
boundary
condi@ons
No
load
can
be
transmiMed
to
the
Piston
moves.
Load
can
be
transmiMed
to
the
Piston
stops.
Load
is
transmiMed
to
the
spring
spring
spring
Gradually
Totally
Load
will
be
carried
by
the
water
Du
=
load/ Du
decreases
piston
area
Gradually
Du
is
zero
Undrained
condi@ons
Drained
condi@ons
CONSOLIDAZIONE
MULTIPHASE
MATERIAL
ConsolidaGon
process
Load Spring
Water
Time
At
any
Gme,
the
increase
in
load
on
spring
will
correspond
to
the
reducGon
in
pressure
in
the
water.
The
load
carried
by
the
spring
represents
the
effecGve
normal
stress
in
the
soil,
the
pressure
of
the
water
in
the
cylinder
the
pore
pressure,
and
the
load
on
the
piston
the
total
normal
stress.
The
movement
of
the
piston
represents
the
change
in
volume
of
the
soil
and
is
governed
by
the
compressibility
of
the
soil
skeleton.
Capitello
Anello edometrico Cella edometrica
D/H deve essere > 2,5 per ridurre
l attrito.
I valori della deformazione assiale e/o dell’indice dei vuoti corrispondenti al termine del
processo di consolidazione primaria per ciascun gradino di carico3 (o più spesso, per
comodità ma commettendo un errore, corrispondenti al termine delle 24h di permanenza
del carico di ogni gradino), vengono diagrammati in funzione della corrispondente
N 4N
pressione verticale media efficace, V 'v . Collegando fra loro i punti
A S D2
sperimentali si disegnano le curve di compressibilità edometrica.
Nel grafico in scala
semilogaritmica della
0.7 0
Figura 7.3, è rappresen-
tato l’andamento del- 1 2
3
l’indice dei vuoti (asse 0.6
4
5
delle ordinate a sini-
indice dei vuoti, e
5
stra) e della deforma-
zione assiale (asse delle 0.5 10
ordinate a destra) in 6
14
PROVA
EDOMETRICA
15
PROVA
EDOMETRICA
ΔV ΔH e0 − e1 Δe
= = =
V0 H 0 1 + e0 1 + e0
Δe
Coefficiente
di
compressibilità
av =
Δσ v'
av
C o effici en t e
d i
co mp res s i b i l i t à
volumetrica
mv =
1 + e0
1
Modulo
edometrico
Eed =
mv
16
PROVA
EDOMETRICA
Rispe[vamente
per
i
tra[
AB,
BC
e
CD.
Δe
C r = Cc = C s =
Δ log σ vʹ′
17
laterale impedita ha in parte rigonfiato. Infine è iniziata la fase di carico. Il tratto iniziale
della curva di Figura 7.3 (punti 1-2)PROVA
corrisponde
EDOMETRICA
perciò
ad un ricompressione in condizio-
ni edometriche che tuttavia segue ad uno scarico (non rappresentato nel grafico) non e-
dometrico. Perciò il primo tratto non è rettilineo, e comunque non ha pendenza eguale a
quella del ramo di scarico. La
curva
sperimentale
di
compressione
edometrica
e-‐σ’v,
in
scala
Il secondo tratto della curva (punti 2-5)semilogaritmica
è marcatamente viene
approssimata,
curvilineo per
e
le
comprende
applicazioni
pra@che,
tra[
re[linei
a
differente
pendenza;
il
traMo
di
ginocchio
a
pendenza
il con
valore
crescente
è
sos@tuito
della
con
un
pressione
punto
angolare
di(punto
consolidazione
A),
corrispondente
in
e sito, la cuiσ’c.
determinazione
alla
pressione
di
consolidazione,
La
pendenza
del
traMo
sperimen-
iniziale
è
deMa
indice
di
ricompressione,
Cr..
La
pendenza
del
traMo
successivo
al
talepressione
ginocchio,
ovvero
alla
vienedi
diconsolidazione,
norma eseguita condi
la
è
deMa
indice
Cr costruzione grafica di Casagrande,
compressione,
Cc.
La
pendenza
nel
traMo
di
scarico
tensionale
è
deMa
A indice
di
rigonfiamento,
Cs.
1 descritta nel seguito.
Il terzo tratto della curva di carico
(punti 5-8) corrisponde ad una com-
Cc pressione Rispe[vamente
edometricaper
ivergine
o di
primo carico. tra[
AB,
BC
e
CD.
Il grafico di Figura 7.3 viene utilizza-
1 to per stimare i parametri Δe di com-
pressibilità. C r = Cc = C s =
Cs Δ log σ vʹ′
A tal fine, la curva sperimentale di
1
compressione edometrica e-V’v, in
V'c V'v (log) scala semilogaritmica (Figura 7.3),
viene approssimata, per le applica-
Figura 7.4 - Schematizzazione della curva di com- zioni pratiche, con tratti rettilinei a
pressione edometrica
18
PROVA
EDOMETRICA:
ANDAMENTO
DEL
CEDIMENTO
NEL
TEMPO
SOTTO
CARICO
COSTANTE
Un
campione
di
argilla
con
w
=
35%,
wL
=
40%,
wP
=
25%
viene
soMoposto
alla
prova
edometrica;
i
risulta@
di
tale
prova
sono
riporta@
in
tabella.
(esempio
pag.57,
Colombo-‐
Colleselli).
Per
il
carico
di
500
kPa
sono
riportate
le
altezze
del
provino
in
funzione
del
tempo
in
scala
logaritmica.
Calcolare:
il
coefficiente
di
compressibilità
av,
il
coefficiente
di
compressibilità
volumetrica
mv,
per
l’intervallo
tensionale
compreso
tra
450
e
550
kPa,
l’indice
di
compressibilità
Cc.
σ'
(kPa)
e
0
1,107
50
1,046
100
1,019
250
0,971
500
0,909
1000
0,815
2000
0,716
1000
0,724
250
0,749
10
0,827
20
PROVA
EDOMETRICA:
ESEMPIO
Calcolo del coefficiente di compressibilità av per l’intervallo tensionale compreso tra 450 e 550 kPa:
av 2, 2 !10 "4
mv = = = 1,1!10 "4 kPa "1
1+ e0 1+ 0, 916
21
PROVA
EDOMETRICA:
ESEMPIO
Calcolo dell’indice compressibilità Cc , che rappresenta la pendenza della curva e-‐log σ’ nel suo traMo vergine.
!e 0,815 # 0, 716
Cc = = = 0, 33
! log ! v" 2000
log
1000
22
TENSIONI
LITOSTATICHE
(dovute
al
peso
proprio)
CONDIZIONE
Capitolo 7 EDOMETRICA
NEI
DEPOSITI
NATURALI:
La
compressibilità
di
un
terreno
COMPRESSIBILITÀ viene
spesso
valutata
E CONSOLIDAZIONE in
condizioni
di
EDOMETRICA
carico
assiale
uniformemente
distribuite
e
assenza
di
deformazioni
laterale
nel
caso
semplice
di
terreno
delimitato
da
una
superficie
orizzontale
e
con
caraMeris@che
uniformi
in
direzione
orizzontale,
e
i
piani
ver@cali
e
orizzontali
principali
(CONDIZIONE
EDOMETRICA).
7 COMPRESSIBILITÀ E CONSOLIDAZIONE EDOMETRICA
a) Tali
condizioni
si
verificano
per
esempio
nel
caso
della
FORMAZIONE
DI
UN
DEPOSITO
DI
TERRENO
PER
SEDIMENTAZIONE:
b) e
A
b) e C
B
(D)
A
(E) E
(B)
D
(C) C
(A) B
(D)
P (E) V’c V’v (log)
E
A→B:
compressione
vergine,
(B)
D
(C)
FiguraB→C:
7.1scarico,
- Sedimentazione in ambiente lacustre
(A) con più cicli di carico e scarico (a) e variazione
dell’indice dei vuoti con la pressione verticale efficace (b): AoB: compressione vergine, BoC:
C→B:
ricompressione,
decompressione, PoB:vergine,
C
B→D:
compressione
ricompressione,
BoD: compressione vergine, DoE: decompressione.
V’c V’v (log)
D→E:
scarico.
- nelle fasi di primo carico (compressione vergine, tratti AB e BD) il comportamento de-
formativo del terreno è elasto-plastico, poiché nella successiva fase di scarico una sola
7.1 - Sedimentazione in ambiente
parte delle variazioni di indicelacustre
dei vuoticon più cicli
(e quindi di deformazioni)
delle carico e scarico (a)recupera-
viene e variazione
23
dice deita;vuoti con la pressione verticale efficace (b): AoB: compressione vergine, BoC:
TENSIONI
LITOSTATICHE
(dovute
al
peso
proprio)
24
PROVA
EDOMETRICA
e
DETERMINAZIONE
DELLA
STORIA
DEI
DEPOSITI
La
PRESSIONE
DI
PRECONSOLIDAZIONE
rappresenta
la
massima
tensione
di
consolidazione
cui
è
stato
soMoposto
il
terreno,
nella
sua
storia
tensionale.
La
sua
determinazione
può
essere
graficamente
con
vari
metodi,
ma
il
più
semplice
e
usato
è
quello
di
Casagrande,
indicato
in
figura.
25
TENSIONI
LITOSTATICHE
ORIZZONTALI
(dovute
al
peso
proprio)
σ ′h0 = K0 σ ′v0
Conosciute
le
σv0 = γz σ ′v0 = γz –u0 σ ′h0 = K0 σ ′v0 σ h0 = σ ′h0 + u0
pressioni
inters@ziali
stra@grafia
OCR
NB:
questa
valutazione
è
valida
nel
caso
semplice
di
terreno
delimitato
da
una
superficie
orizzontale
e
con
caraMeris@che
uniformi
in
direzione
orizzontale,
i
piani
ver@cali
e
orizzontali
sono
principali.
26
COEFFICIENTE
DI
SPINTA
LATERALE
A
RIPOSO
K0
Il
coefficiente
di
spinta
laterale
a
riposo
k0
dipende
dal
grado
di
sovraconsolidazione
OCR
(che
è
inoltre
funzione
della
quota).
I
modo
empirico
sono
sta@
ricavate
le
seguen@
relazioni
per
terreni
a
grana
grossa
e
terreni
a
grana
fine.
OCR > 1
TERRENI
K0oc = K0nc (OCR)α con 0,4 < α < 0,5
SOVRALCONSOLIDATI
Quando
il
terreno
passa
da
uno
stato
normalconsolidato
a
uno
sovraconsolidato,
il
coefficiente
di
spinta
a
riposo
K0
aumenta
e
non
è
più
costante.
NB:
LO
STATO
TENSIONALE
IN
SITO,
QUINDI,
NON
È
IN
GENERE
ISOTROPO,
PERCHÉ
LA
TENSIONE
VERTICALE
E
LA
TENSIONE
ORIZZONTALE
SONO
DIVERSE
FRA
LORO.
27
COEFFICIENTE
DI
SPINTA
LATERALE
A
RIPOSO
K0
In
un
terreno
NC
la
tensione
geosta@ca
orizzontale
è
circa
la
metà
di
quella
ver@cale,
per
OCR
=4
lo
stato
tensionale
è
ISOTROPO,
mentre
per
OCR>4
la
tensione
geosta@ca
orizzontale
diventa
la
tensione
principale
maggiore.
28
TEORIA
DELLA
CONSOLIDAZIONE
MONODIMENSIONALE
A
seguito
dell’applicazione
del
carico
e,
di
solito,
non
appena
quest’ul@mo
ha
raggiunto
il
valore
finale,
ha
inizio
un
moto
di
filtrazione
dell’acqua
dovuto
al
gradiente
piezometrico
associato
alle
sovrappressioni
neutre;
l espulsione
dell’acqua
è
accompagnata
da
variazioni
di
volume
nel
terreno.
Se
le
sovrappressioni
neutre
sono
posi@ve
il
terreno
tende
a
diminuire
di
volume:
processo
di
consolidazione.
Se,
viceversa,
sono
nega@ve,
il
terreno
tende
ad
aumentare
di
volume:
rigonfiamento.
La
teoria
matema@ca
che
descrive
la
dissipazione
delle
sovrappressioni
neutre
e
le
conseguen@
deformazioni
del
terreno
è
la
teoria
della
consolidazione.
IL
PROCESSO
DI
CONSOLIDAZIONE
È
∂e
RETTO
DA:
'
= − av (2)
∂σ v
EQUAZIONE
DI
CONTINUITA
DEL
FLUIDO
INTERSTIZIALE
(hp:
S=
cost=
1)
∂ 2h 1 ⎛ ∂e ⎞
k = ⎜ ⎟ (3)
∂z 2 1 + e ⎝ ∂t ⎠
29
TEORIA
DELLA
CONSOLIDAZIONE
MONODIMENSIONALE
k (1 + e) ∂ 2 h ∂σ v' (4)
2
=−
av ∂z ∂t
Ricordando
che
,
per
Bernoulli,
la
quota
piezometrica
h:
u 1
h= z+ = z+ (u0 + ue )
γw γw
dove
u0=
pressione
neutra
in
regime
stazionario
e
ue=
sovrapressione
neutra
inters@ziale.
Per
definizione
si
ha:
∂2z ∂ 2 u0
2
=0 2
=0
∂z ∂z
Per
cui
la
(4)
si
riduce
a:
Posto
k (1 + e) k
Cv = =
avγ w γ w mv
la
(5)
può
ancora
modificarsi
esprimendo
la
tensione
efficace
in
funzione
della
tensione
totale
e
della
pressione
neutra:
∂u0
=0
∂t
L equazione
(6)
è
l equazione
della
consolidazione
di
Terzaghi,
la
cui
derivazione
segna
la
nascita
dellla
moderna
Meccanica
dei
Terreni.
Il
caso
più
semplice
di
consolidazione
si
ha
per
PROBLEMI
MONODIMENSIONALI
quando:
a)
la
tensione
totale
non
varia
del
tempo;
b)
la
sovrappressione
neutra
iniziale
è
costante
(non
varia
con
la
profondità);
c)
il
drenaggio
è
consen@to
sia
dalla
superficie
superiore
che
da
quella
inferiore
del
banco
interessato
dal
processo
di
consolidazione.
L ipotesi
base
è
sempre
quella
di
carico
applicato
rapidamente
tanto
da
ritenere
che
il
processo
di
consolidazione
abbia
inizio
soltanto
quando
il
carico
ha
già
raggiunto
l intensità
finale.
In
questo
caso
può
ritenersi
valida
la
condizione
a)
di
carico
costante
nel
tempo.
31
SOLUZIONE
DELL EQUAZIONE
DELLA
CONSOLIDAZIONE
MONODIMENSIONALE
NEL
CASO
DI
ue
INZIALE
UNIFORME
z Cv t
Z= T = 2
H H
T
=
faMore
tempo,
H
=
percorso
di
filtrazione
(pari
alla
metà
dello
spessore
del
banco)
∂ 2ue ∂ue
2
= (6*)
∂Z ∂T
La
soluzione
di
questa
equazione,
soMo
le
condizioni
al
contorno
di
questo
caso
più
s e m p l i c e ,
p u ò
e s s e r e
r i c a v a t a
e
rappresentata
graficamente
come
in
figura
in
funzione
del
grado
di
consolidazione
locale
Uz.
ue
U z = 1!
"! v 32
CONSOLIDAZIONE
MONODIMENSIONALE
Terzaghi,
nell’ipotesi
di
potere
ritenere
il
coefficiente
di
consolidazione
Cv
costante
per
un
dato
intervallo
tensionale,
ha
quindi
proposto
una
soluzione
per
l equazione
di
consolidazione
monodimensionale,
che
conduce
ad
una
relazione
del
@po
U%
=
f
(T)
tra
due
parametri
adimensionali:
il
grado
di
consolidazione
U%
e
il
faMore
tempo
T.
Cv t
T = 2
H
33
DETERMINAZIONE
DI
CV:
METODO
DI
CASAGRANDE
e
TAYLOR
Una
volta
riporta@
i
valori
del
cedimento
in
funzione
del
tempo
in
scala
semilogaritmica
si
eseguono
i
seguen@
passaggi:
1) Si
sceglie
un
tempo
t1
inferiore
a
quello
rela@vo
alla
metà
della
consolidazione
totale.
Si
riportano
sul
diagramma
le
ascisse
t1
e
t1/4.
le
rela@ve
ordinate
avranno
una
differenza
a.
2) Si
riporta
dal
punto
t1
il
segmento
a:
punto
rappresenta@vo
del
grado
di
consolidazione
U
=
0%.
CASAGRANDE
3) Dal
punto
di
flesso
della
curva
di
consolidazione
edometrica
si
traccia
la
tangente.
Si
prosegue
dal
basso
verso
l alto
la
tangente
alla
parte
bassa
della
curva.
Il
punto
di
intersezione
fra
queste
due
tangen@
rappresenta
il
punto
rela@vo
a
grado
di
consolidazione
U
=100
%.
4) Si
trova
,
una
volta
no@
gli
estremi
(U
=0
e
100
%)
,il
tempo
in
secondi
rela@vo
ad
un
grado
di
consolidazione
generico
U=
50%.
5) No@
U,
t
e
Tv
(dalla
curva
U
=
f
(Tv)
tabellata),
si
determina
Cv.
Il
procedimento
di
Taylor
è
basato
sull osservazione
che
la
relazione
fra
gli
assestamen@
del
provino
e
la
radice
del
tempo
t
è
lineare
fino
al
60
%
della
consolidazione
e
che
l ascissa
corrispondente
al
90
%
del
grado
della
consolidazione
è
pari
a
1,15
volte
quella
rela@va
alla
curva
rappresentante
i
da@
sperimentali.
TAYLOR
In
questo
caso,
quindi,
i
da@
vengono,
riporta@
su
una
scala
radice
di
t.
Procedimento:
1)
Dalle
tabelle
U
=
f
(Tv)
rela@ve
al
caso
considerato,
si
determina
il
valore
di
Tv
rela@vo
a
U
=90%.
2)
Si
determina
graficamente
il
valore
del
t90.
3)
Si
valuta
quindi
il
valore
di
Cv.
34
Gli andamenti tipiciCOSTRUZIONE
PROVA
EDOMETRICA:
dei grafici che si ottengono nei d
DI
CASAGRANDE
2H
2 Hi
2H
2 Hf 2 Hf
35